Dallo scontrino allo scontro

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Segue a "Beirut, Parigi, Sharm ... Provando a capire". In cinque paragrafi (si fa per dire [NdR]) l'opinione del sottoscritto, su come e perché vi sia uno scontro.

Tra il bailamme mediatico, mi provo a semplificare. Il compito delle teorie è di esser insiemi di enunciati vari che abbiano un qualche uso, come dicono molti esse sono modelli.

Due fattori pesano sui motivi per cui una cappa di piombo sta calando sull'Europa. Mentro scrivo stanno contando i cinquemila bossoli sparati intorno a Saint Denis, (Paris nord) e i dispositivi di sicurezza si stanno indurendo, a fur et a' mesure di come i combattimenti si svolgono.

Un fattore è indubbiamente complicato ed è di ordine geopolitico. Chiunque non sia cretino vide che gli ordini e gli equilibri che seguirono la fine del Califfato Ottomano si sono rotti. Si sono rotti per i falimenti dei regimi secolari e nazional socialisti (di origine baathista) e per l'intrattabile questione, da regolare, tra l'Amministrazione Palestina e lo stato di Israele. Di questo fattore meglio non strologare su scemenze visto che se ne capisce poco.

Il fenomeno di DAECH è uno degli effetti mescolato in termini multifattoriali con la rottura shia-sunna e la fine del periodo di Al Qaeda, sezione Zarkawi. Qui le analisi sono complesse.

Vorrei solo suggerire quale sia a mio avviso la radice reale dello scontro, non dell'instabilità geopolitica. Le questioni religiose mettetele da parte per ragioni analitiche e non metafisiche. Lo scontro tra un gruppo di paesi, inclusivo di alcune alleanze militari, e un gruppo di paesi e quasi paesi è di fondo.

Uso un vocabolo che detesto e mi affido al buon cuore delle lettrici. Tal vocabolo è "NOI" che è non attaccato al genere grammaticale. Immagino almeno alcuno lettori siano parte dell'estensione semantica di "NOI".

NOI ci siamo stabilizzati su una convergenza precisa. La nozione di "persona umana" è di natura biologica (conta il DNA, i cani non contano, Salvini sì.) Questa è una convergenza che viene da secoli di combattimenti, dalle battaglie dei principi tanto citati del 1789, la principessa cosacca Kollontai e molti altri ed altre.

Crucialmente questo NON è un dato acquisito internazionalmente. Mentre NOI vediamo la nozione di persona umana come asessuata, un gruppo di tradizioni la vede come una nozione sessuata. Di qui le osservazioni di B.Lewis su uno dei motivi del non sviluppo, anche economico, di una buona parte del mondo del "vicino oriente" (per intendersi dall'Oceano Atlantico al sud della Spagna sino a Kabul.) Una delle radici è l'oppressione delle femmine e la loro esclusione dai rapporti di produzione, di commercio, di diritti legali, politici e civili. Il mio suggerimento è che non vi sia nulla da "negoziare" sul tema.

Qui ci sono poche "storie" e ciance. V'è uno scontro: per quanto si possa (forse si debba) reinterpretare il ruolo  di Kadij'ah e Aicha (le mogli più famose del profeta, benedetto sia il nome suo) vi è una considerevole parte del mondo di tradizione islamica che discrimina puramente sulla base del sesso.

E qui, per quanto si potrà addivenire ad un modus vivendi con i nuovi stati che stanno sorgendo, NOI ci ritroveremo con un flusso di donne e i loro figli che vogliono emigrare ed immigrare dal Sude (vedasi, [NdR]) verso Trapani, Milano, Calais, Berlino, e Glasgow.

Il modesto suggerimento in questa nota è di non celare uno scontro vero, anche perché non è autoevidente che si possa per ragioni di ordine umanitario e di interesse economico ricacciare los Moros come fecero Isabella e Torquemada.

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Commenti

Ci sono 65 commenti

Qui ci sono questioni geopolitiche, economiche  e storiche complicatissime da capire,non solo per me,  come dimostra anche il benemerito sforzo che si sta cercando di fare qui. Limitandomi a considerazioni pratiche e molto semplici, alcune  cose mi sembrano assodate:

1) il conflitto è in primo luogo all'interno del mondo arabo, e si trascina da secoli

2) l'occidente viene visto come un nemico per l'appoggio che potrebbe dare a parte del mondo arabo, e soprattutto per l'esempio negativo di laicità dello stato e di parità di diritti, anche tra uomo e donna. Le manifestazioni contro il terrorismo da parte degli arabi musulmani  immigrati da noi, che per fortuna stanno timidamente cominciando a manifestarsi, sono temute e fanno  danno all'ISIS più delle bombe alla cieca che facciamo piovere su di loro;

3) le vere ragioni del conflitto innescato dall'ISIS possono essere complicate da capire, ma  il fanatismo religioso è essenziale per capire e non sottovalutare  il seguito dell'ISIS  presso migliaia di musulmani . Religione e stato confessionale implicano discriminazioni sessuali e assenza di democrazia, che sono le caratteristiche tipiche di tutte le religioni, anche della nostra;

5) sono molto preoccupato per la componente fanatica religiosa. Non siamo mai stati così vicini all'impiego di armi non convenzionali, nucleari incluse. L'unico ostacolo all'impiego di questi mezzi sarebbe la ritorsione nucleare sullo stesso  stato dell'ISIS. Il fatto di essere un bersaglio localizzato è un handicap per ISIS che forse ci può salvare da questi scenari allucinanti. Ma forse non dobbiamo illuderci.

Non credo lo Stato Islamico possa avere paura di ritorsioni "nucleari", sarebbe totalmente irrealistico. Se volessero gli eserciti occidentali potrebbero fare terra bruciata di Raqqa, Mosul e tutte le altre citta' sotto il loro controllo nel giro di pochi giorni.

Ma non lo possono fare perche' nessun governo puo' prendersi la responsabilita' di uccidere milioni di civili "per ritorsione".

Direi che il problema del trattamento delle donne riguarda ben più che "una parte considerevole" del mondo islamico, forse la totalità. Cosa hanno in comune Boko Haram, i Talebani, il regime Iraniano e gli stupratori di Rothenham? Non la razza, la lingua, la nazionalità, lo status sociale (autoctono o immigrato) o quello politico (al potere o no) ma esclusivamente l'adesione all'Islam. Per un'analisi più dettagliata potete fare riferimento al lavoro di Wafa Sultan.

Ma allora se le cose stanno così dobbiamo davvero aspettarci "un flusso di donne e i loro figli che vogliono emigrare ed immigrare "? Per ora non si direbbe: i rifugiati in arrivo "Trapani, Milano, Calais, Berlino, e Glasgow" sono per il 62% maschi adulti; e sono i dati dell'UNHCR, mica quelli di Salvini. Anche su basi meramente demografiche ci dovrebbe essere circa una metà di bambini (dipende fino a che età l'UNHCR li considera tali) e della parte rimanente una metà di maschi e l'altra di femmine. Quindi 62% invece di 25%, o meno ancora se la tesi di Palma è corretta; i conti non tornano. Perchè? Forse non sono rifugliati in fuga dalla guerra, me vengono per qualche altro motivo? Oppure se sono effettivamente rifugiati, sono scappati abbandonando donne e bambini al loro destino? E allora che tipo di persone sono? Vi piacerebbe averli come vicini di casa? 

Perchè il 62% dei rifugiati sono maschi adulti?

FORSE perchè un pericoloso viaggio di migliaia di chilometri non è roba per donne e bambini.

Perchè il 97% (invento, non ho voglia di cercare) degli alpinisti che hanno scalato l'Everest sono uomini? Perchè la stragrande maggioranza degli astronauti sono uomini? Che razza di persone sono? Li vorrebbe come vicini di casa?

che gli scritti di Palma non sempre risultino chiari. Non capisco la voglia di rissa che traspare da alcuni commenti.

ho zero voglie di "rissa",  degli attacchi si occupano i tecnici veri. cosa e' cosi' "oscuro"?

ci si chiede, a mio avviso legittimamente, se ci troviamo in una grana di ordine militare territoriale. La mia (proposta di) risposta e' semplicissima: la divisione tra le due aree e' meno economica che di ordine direttamente essenzialista. per (quelli che chiamai) NOI gli esseri umani e le persone sono estensionalmente la stessa cosa. Per altri, forse molti, forse moltissimi, gli esseri umani sono individui dotati di testicoli. Mi sfugge, l'oscurita', mi scuso per le mie limitate capacita' cognitive.

questo di palma. come rimarcato da alberto rotondi, pur nella complessità estrema di una situazione che ha radici plurisecolari, qualche appoggio razionale  per nostri giudizi (e forse anche pregiudizi) bisogna pur averlo.

un certo "rancore musulmano" di massa esiste, di fronte a altre società anche diverse fra loro, ma che paiono e sono più progredite e dinamiche. non dipende solo da ragioni economiche ma dalla percezione inconscia che i loro valori tradizionali li hanno fregati,  che con quelli mai potranno partecipare e competere a pieno titolo, e ben prima capire i principi su cui si fonda quel nostro caos, ricchissimo e dolcissimo, che pure li abbaglia.

è il loro scontro con la modernità; è perso in partenza, ma non sarà una passeggiata e noi siamo sulla linea di tiro.

il sig Aristide Tagliaferri si occupa, non so bene perche' delle oscurita'. Siccome Ella e' persona di alta cultura, le suggerisco di ascoltare con attenzione i pensieri del sig  di Montpellier.

L'essenzialismo che tanto la turba e' questo: trattasi di selezionare alcuni fatti contingenti (signora x e' egoista e sfrutta a modo suo le debolezze e i trattamenti che le riservo' il sig. xy, ergo LE FEMMINE SONO P,Q, E R)

 

 

www.memri.fr/2015/03/24/limam-mohamed-khattabi-de-la-mosquee-aicha-de-montpellier-les-femmes-sont-egoistes-par-nature-elles-nient-le-bien-que-les-hommes-leur-font-elles-doivent-reconnaitre-la-superio/

Vedo solo ora i Suoi 2 (!) post di risposta. Ma per carità! troppo onore Dott.Palma, la mia era solo una banalissima battuta per svelenire il clima di questi giorni. Sinceramente Le invidio il tempo e la voglia di prestare tanto spazio (oltre ad un’incomprensibile animosità) ad una cosa da nulla. La ringrazio comunque per l’informazione su novella 3000 e sulle ripetizioni di colpo grosso, diversamente da Lei ignoravo totalmente l’esistenza di queste due fondamentali propaggini della cultura nazionale, una rapida ricerca in rete ha colmato questo mio deficit culturale. Se la cosa non La infastidisce e soprattutto se non viene fraintesa riattizzando La sua verve polemica, Le manifesto la mia stima e Le auguro ogni bene.

Lo scontro in atto impone, su questo specifico argomento, anche un' altra riflessione, dal titolo "Donne e religioni, almeno quelle monoteistiche". 10000 esempi, a partire dalle donne che dicono "non in mio nome", ma col velo in testa: vogliamo, ad ogni livello sociale, riflettere sulla misoginia non solo della religione loro, ma subitissimo del cristianesimo e soprattutto del cattolicesimo ? Quando la pianteremo di salutare ogni rutto del (apparente) curato di Buenos Aires in qualunque materia, ma soprattutto in questa, come una rivelazione folgorante, che come abbiamo fatto senza fino a ieri ? E, soprattutto, quando analizzeremo e ci libereremo da quel mistero detto "esistenza di donne cattoliche" ? Finché continueremo a giustificare  quella teocrazia compresa nel quartiere Prati/Gregorio 7° di Roma, avremo un  varco di debolezza in cui i fanatici religiosi potranno infilarsi: perché ci sentiranno in sintonia, a giocare il loro stesso gioco, ma più deboli. Stiamo sfidando Valentino Rossi ad andare in moto: chi potrà vincere ? Quando li sfideremo a rispetto dei diritti civili, dove con i fanatici musulmani possono vincere anche i cinesi ?

Diceva John Nash: "Se Dio esiste è unico, ma ogni religione ha un dio diverso. Ne segue che tutte le religioni sono sbagliate". O forse solo una è giusta, aggiungo io, e il problema è che ognuno crede che quella giusta sia la sua. Ne è una prova il fatto che, quando si discute dell'esistenza di Dio, come smpre faccio notare, non si discute mai se il Dio che esiste sia quello della propria fede, ma solo se Dio  esista tout court; ognuno è convinto che la sua sia la religione giusta. Questo fa sì che la religione, frutto semplicemente di quella cosa misteriosa che scaturisce dal nostro cervello, la coscienza di esistere e quindi lapaura della morte, sia di fatto un motivo di divisione e non di unione tra gli uomini. Ai miei studenti dico che ci dovremo preoccupare quando vedremo un calcolatore mettersi a pregare. 

Dall'Illuminismo in poi in Europa abbiamo capito che le religioni sono antidemocratiche e discriminatorie e che quindi lo stato deve essere laico. Il che non vuol dire fare leggi contrarie alle religioni, ma elaborarle da strutture politiche laiche e autonome. In Iran, ancora oggi, pur essendoci una democrazia, il mullah nazionale ha potere di veto su tutte le leggi se ritiene che non siano islamiche. Una specie di corte costituzionale religiosa. Qui sta uno dei punti cruciali da risolvere.

Ci sono però almeno due cose che uniscono le genti: la scienza e la musica. Ogni volta che sono in un centro scientifico come il CERN mi rendo conto che avere un linguaggio comune (leggi naturali, matematica, inglese) e un obiettivo comune (dare la caccia al bosone di Higgs, per esempio) rappresenta un collante eccezionale di unione e di pace. Il CERN è stato spesso candidato per il Nobel per la pace, ed è stato un errore non averglielo ancora dato. Qui c'è una foto orma i diventata storica: fisici israeliani e palestinesi che festeggiano al  CERN la scoperta del bosone. Utile leggere anche qui.

E che dire della musica? Del brivido che mi prende quando ad esempio vedo coreani cantare le opere di Verdi? Se ci fate caso,  gli integralisti hanno bandito scienza e musica dalle loro società. Però una parte del mondo arabo pratica la scienza (Abdus Salam, pachistano, prese il  Nobel per la fisica) e quindi è lecito nutrire qualche speranza.

In conclusione, tra  le armi che abbiamo ci sono anche   queste. Aggiungerei anche la valorizzazione dei nostri giovani, i quali attualmente sono mantenuti nel precariato, sfruttati senza garanzie. Non si riproducono e questo sarà un grave problema nel confronto col mondo arabo. Ma una società lungimirante dovrebbe sacrificarsi un po' di più per garantire una inclusione migliore e più sicurezza sociale alle giovani generazioni nella società, anche se economicamente  può risultare difficile. Qui l'Italia è a un livello disastroso.

... ma ho capito che secondo Palma E' IN ATTO UNO SCONTRO, ed anche bello grosso, sia all'intento del mondo mussulmano (si ammazzano una bellezza fra di loro, altro che Parigi), sia culturale fra chi (NOI qualsiasi cosa significhi, essendo di difficile definizione, parafrasando Palma potrei dire che NOI include Belpietro a cui includerei qualcosa, IO) ha già avuto un percorso di diritti civili intrinsechi alla persona umana, e chi invece non pensa affatto in termini di diritti umani.

Se Palma ha ragione (trattasi di gusti personali, per me ha ragione, ma, come lui ben sa, il radicalismo islamico ha radici profonde, vedi wahabiti in Arabia Saudita) allora ci dobbiamo scontrare, ed è meglio farlo adesso (dico IO) in posizioni di forza, che fra qualche decennio, quando potremmo avere problemi a farlo.

Son curioso di sentire da Palma la storia sulle mogli di Maometto e sulla loro reinterpretazione.

 

 

Son curioso di sentire da Palma la storia sulle mogli di Maometto e sulla loro reinterpretazione.

 

anch'io. è sempre interessante leggere palma

se i formati crean chaos, utilizzar per cortesia il url

 

en.wikipedia.org/wiki/Muhammad%27s_wives

 

 

(si vede molto meglio)

pur avendo (nel passato) vissuto in terra di Islam, non son esperto, e meno che mai di una cosa da "campo minato" come capire come si interpretano le storie delle mogli del profeta.

 

A me pare si tratti di qualche cosa di non diverso da come Abraham tratto' Sarah  e Hagar. Hagar fu schiava e concubina egiziana del patriarca. Hagar fu madre di Ishmael (il nome attuale di cui e' "papa" l'aga Khan, il quale e' shia e non sunna --ndr aga Khan e; il signore che possiede la costa smeralda intorno a olbia fino alla provincia di alghero, mas o meno)

A me pare che il comportamento del profeta sia comprensibile in tempi di nomadismo, egli stesso fu sia profeta che capo militare con un esercito che lo segui' fino alle conquiste. L'arabia pre-islamica non fu diversa dalla palestina prima dell'arrivo degli ebrei (exodus e' una balla, ma qui mi fido di quelli che fanno c14 in israele, che dicono "NESSUNO FU SCHIAVO IN EGITTO") venne unificata militarmente e religiosamente.

Vi sono tuttavia, in tempi assai piu' recenti (19mo e 20mo secolo dell'era cristiana) donne musulmane che si sono battute in direzioni innovative anche interpretative delle tradizioni.

Le cose che si chiamano "tradizioni" qui sono il testo (Quran) e la miriade di "hadith" che sono "detti e contraddetti" da migliaia di persone, inclusi quelli piu' rispettati che sono profetici. E' un po' come per chi lesse il volume di Isidor de Sevilla (viz. http://www.ibs.it/code/9788837222178/isidoro-di-siviglia/sentenze.html)

 

gli hadith sono oggetto di infinite ridiscussioni, in parte perche' mai si sviluppo' una tradizione analoga a quella dei paesi cristiani (il monarca per gli inglesi e l'arcivescovo di Canterbury, il papa presso i cattolici) in cui vi fosse un punto focale di autorita'. In questo di nuovo islam e; molto affine al giudaismo post classico (a tuttora tra gli ebrei la legge si puo' "omettere" ma non discutere, tutto il resto dipende da "con chi si parla" - leggasi talmud se ne avete la pazienza. "Omissione" famosa sono i sacrifici di animali, che nessuno fa, ma tra le tre "religioni" ebraiche [ortodossa, liberale, conservatrice] il fossato e' notevole. per dar un esempio vi e' zero accordo su che cosa sia un matrimonio dal punto di vista della morale religiosa.

per chi avesse di questi interessi, val la pena di legegre Zilla Huusman, Hooda Shara'wi e Fatimah Mernissi. Uno degli aspetti che affascinano (me almeno) e' che a tuttoggi Tutto Islam da ll' Indonesia a los angelse legge il Corano esattamente nello stesso modo (per esser esplicito, nessuno, ma nessuno, parla come il Profeta o come l'arcangelo Gabriele, nella tradizioen Jiibril (quello che e' l'arcangelo Gabriele che vedete nei quadri del rinascimento) detto' ad un analfabeta assoluto (Muhammad) il testo che venne, assai piu' tardi edito e scritto.

 

Mi spiegarono gli esperti che e' molto probabile che per un periodo abbastanza lungo il testo fu (come l'Iliade) memorizzato nella sua interezza da chi ci riusciva e lo "cantava" ad altri.

Se siete in Islam, chi vi sveglia e' un cantore che fa esattamente la stessa cosa, qui per curiosita'

una istanza del genere, (Medina, tempi moderni

 

 https://www.youtube.com/watch?v=DCd0oxTM02M

E non mi pare per nulla criptico. Lo apprezzo in particolare perché il dott. Palma si rassegna ad usare quel NOI che pure afferma di detestare.
Quel NOI che non vorremmo mai usare, ma che ora si deve usare, se si vuole metter luce almeno ai contorni della faccenda. Ché purtroppo, ahinoi purtroppo, per spiacevole che sia, si avvicina solo se si comincia il discorso con il NOI.

Il dott. Palma ritiene che nella questione femminile sia il punto centrale dello scontro.
Io credo che sia un insieme più ampio. Credo che ci rientrino anche concetti/valori quali il razionalismo e l'onestà, che in occidente furono portati da Calvinismo cinque secoli fa; e la privatizzazione della religione, una roba che qua era attualità al tempo di Sebastiano Castellione e Sebastian Frank. E diverse altre cose.
Tutti quei concetti e Valori che assieme contribuiscono a formare il Moderno.
Il mio suggerimento, umile e modesto, è di ripartire dalla Modernità: mettiamo bene a fuoco NOI cosa sia, prima di tutto, e poi chiediamoci se, in che modo e fino a che punto per essa siamo ancora disposti a combattere.

Ma forse nella questione femminile e nel suo complementare, il concetto del "virile", o meglio nella nozione di fondo di "persona" come dice Palma, sta la frontiera più calda. Forse può esser questa la testa d'ariete per dare concretamente inizio la lotta culturale che dobbiamo intraprendere.

Quello che è importante da capire è che si tratta di valori nucleari, fondamentali.
Palma scrive:

 

il mio suggerimento è che non vi sia nulla da negoziare, sul tema.

 

Mi risuona. Non so se lo interpreto male (se è così Palma mi correggerà) ma credo si debba intendere in questo modo:
Non è roba che si spiega o si insegna, questa è roba che si possiede.
Per possederla la si deve aver respirata e assimilata nelle prime fasi dell'infanzia. Dopo non si negozia e non si tratta più.
Chi si stupisce del fatto che un uomo che ha visuto in Europa per larga parte della sua vita, ha studiato e magari si è addirittura laureato in un college inglese o in una ecole superieure francese, poi faccia ritorno alle sue "origini" andando ad "arruolarsi" in quelle bande di fanatici, non ha capito di cosa si tratta.

Datemi i primi sette anni di un uomo e tenetevi il resto, dicevano i Gesuiti.
I Gesuiti sapevano cosa sono, le lotte culturali.

vigeva un regime talmente severo contro le vanità del mondo da far pensare ad un redivivo Savonarola: il ballo era vietato, le rappresentazioni teatrali sottoposte a controllo, furono aggravate le pernr per la promiscuità, la bestemmia e l'ubriachezza (per tacere del rogo di Serveto).

Cinque paragrafi molto stimolanti. Grazie.

 

tlm-owner@ehess.fr

 
9:53 AM (17 minutes ago)
 
Reply
to EHESS

 

 

 

 

 

Le vendredi 13 novembre 2015, par une belle journée d’automne, de celles où les grenades ont un goût frais et sucré, la ville irakienne de Shengal  (qu’on s’obstine à appeler Sinjar en France, alors que ce n’est pas une ville arabe) était reconquise par les Kurdes, qui infligeaient une fois de plus une cuisante défaite à l’État islamique. Dans la brèche ouverte par les bombardements américains de la « coalition », les Kurdes s’engouffraient : milices yazidies de la région de Shengal accompagnées par les camarades de la guérilla kurde du PKK de Turquie, elle aussi composée d’hommes et de femmes, ainsi que pechmergas du Kurdistan irakien.

 

Dans la région de Shengal – aux confins de l’Irak et de la Syrie – vivent les Kurdes de religion yazidie, victimes au mois d’août 2014 d’un effroyable pogrom.

Si les islamistes avaient choisi de s’en prendre à eux, c’est par un accès de haine purement religieuse. Shengal est une région âpre qui s’étend autour d’une montagne biblique où les Yazidis, pourchassés depuis des siècles par la religion régnante, ont trouvé leur ultime refuge. Beaucoup ont déjà émigré en Allemagne ou en Suède, épuisés par les massacres qui se succèdent sans relâche, mais d’autres se sont armés pour défendre leur sanctuaire avec l’aide des Kurdes de Turquie et de Syrie. Certains Yazidis m’ont même parlé de leur espoir d’un deuxième Israël. La route qui longe le versant sud, reliant Raqqa à Mossoul, et qui vient de tomber, est d’importance stratégique car elle maintient la communication des pôles syriens et irakiens de l’État islamique, mais la montagne et les villages, par contre, n’intéressent personne. Y répandre la mort n’est pas un acte militaire mais religieux. Religieux, cest beaucoup dire. Pour les Yazidis, l’Islam n’est pas une religion mais ce qu’on appelle aujourd’hui un parti politique, instrument d’une domination destinée à s’exercer sur tous et à nier les récalcitrants.

Les Yazidis, amis des juifs et des chrétiens, pratiquent l'antique religion des Kurdes, un culte mazdéen qui s’est étendu durant des millénaires dans toute la Mésopotamie, jusqu’en Iran, et qui n’a cessé depuis la conquête islamique d’être persécuté, comme l’ont été les chrétiens du Moyen-Orient, sans parler des Arméniens.

Au milieu du mois d’août 2014, les islamistes ont débarqué dans la région de Shengal et se sont livré à une orgie sanguinaire, massacrant tous les hommes qu’ils trouvaient, violant des milliers de femmes de tous âges, les emmenant à Mossoul pour les vendre aux enchères. Pour les islamistes, une femme violée dix fois est automatiquement convertie. Le viol est une arme de la foi.

Vous vous rappelez certainement de ces jours, nous avons tous tremblé, et ce moment a été celui du réveil pour la communauté internationale. Dans quelques semaines, tout sera fini, l’État islamique sera écrasé en Syrie, et ses militants gagneront l’Europe par la Turquie, qui les a nourris de son lait.

Le vendredi 13 novembre 2015, le jour-même de la libération de Shengal, un massacre aveugle était perpétré à Paris par des gens qu’animent la même haine, un massacre ressemblant en tous points à celui qui a frappé la ville kurde syrienne de Kobanê cet été.

Shengal, Kobanê et Paris sont des villes sœurs. Mais Paris est la moins meurtrie, de loin.

Cette coïncidence doit nous inciter à tourner nos regards vers le Moyen-Orient. 

Que pensent nos amis les Kurdes de Syrie et de Shengal de ce qui vient de se passer à Paris ?

Ils ne sont pas étonnés. Ils ont vu pire. Depuis des années, les attentats suicides fleurissent et depuis des siècles, c’est la même chose, la soumission, la répression impitoyable de l’existence kurde. Cependant, rien de ce qu’ils disent – avec l’absence d’exaltation qui est la leur mais la lucidité d’un vieux peuple dont l’esprit de résistance est singulier – ne peut être rapporté ici, sous peine de froisser nos âmes douillettes. Ceux d’entre nous qui ne comprennent pas de quoi il s’agit pourrons peut-être tirer les leçons d’un enseignement dispensé désormais gratuitement à la terrasse des cafés.

Alors je dirai seulement ce que j’ai vu.

J’ai vu cette ville profanée, ces maisons saccagées, ces gens qui ont laissé derrière eux tout espoir et qui me montrent des photos de leurs sœurs et de leurs filles disparues.

Et au milieu de tout ce que j’ai vu, une scène restera à jamais gravée dans ma mémoire. Le samedi 14 novembre au soir, lendemain de la libération de Shengal, sous un ciel de cendre, dans la rue chaotique du marché de la vieille ville où pourrissaient déjà les chiens écrasés par les bombardements et quelques cadavres de militants islamiques, j’ai vu un homme seul montrer aux soldats qui passaient – les civils n’étant pas encore revenus dans la ville – un livre qu’il venait de sortir des flammes et dont on dit qu’il prône la paix et l’amour. Et à chacun tour à tour, avec une douce obligeance et en insistant poliment, cet homme disait en tournant les pages noircies que c’était à cause de ce livre que ceux qui venaient d’être chassés s’étaient livrés à la joie des massacres où il avait perdu les siens. Ce soir-là, il pouvait enfin le dire sans crainte.

Que pensent les Kurdes de Syrie et de Shengal de ce qui vient de se passer à Paris ? Et nous, que pensons-nous de notre liberté ?

 

 

Stéphane Breton, le 15 novembre 2015 à Shengal.

 

Ripercorre la "storia" dell'Islam, in particolare i primi cinquant'anni (630 - 680d.C) e dare una approfondita lettura al Corano (non mi lancio nelle Hadith, pur conoscendone parecchie!), mi invitano a dire che:

- l'attuale flusso migratorio di intere popolazioni musulmane (siriani, somali, sudanesi etc.) è da intendersi a similitudine di quanto le popolazioni della penisola araba fecero alle origini espandendosi in tutte le terre prospicienti il Mediterraneo, costituendo in tal modo l'avamposto "pacifico" dell'avvento dell'Islam negli anni successivi. Una riprova di tutto questo è nell'interrogativo: perchè l'Arabia Saudita e gli Stati arabi non sono mai, dico mai intervenuti nelle problematiche riguardanti i "profughi" che oggi dirigono per l'Europa?

- suddividendo le Sure del Corano in ordine temporale, anzicchè l'attuale e originale ordine per lunghezza, si tornerebbe a una lettura "temporale" della Rivelazione coranica che mette chiaramente in evidenza la prima parte Meccana, di ordine "Universale", e la seconda Medinese, che rispecchia e impone valori sociali (tra cui tutto cio' che appartiene alla fattispecie della "donna" e della "famiglia" nell'Islam) difficilmente compatibili con l'impostazione delle società moderne fondate sui "Diritti dell'Uomo" (ONU 1948).

Seguendo questo ordine di suddivisione, a mio avviso, si evidenzia molto meglio l'incompatibilità dell'Islam, fondato ancora oggi su un aSocietà dei "Doveri", con la cultura Occidentale che, per contro, rispecchia sempre piùle esigenze umane delle società dei Diritti. Se gli Stati occidentali imponessero una revisione della lettura del Corano secondo quanto da me accennato, anche l'Islam non sarebbe più un problema!

Qualche tempo fa uno dei più stimati studiosi dell'Islam propose un'interpretazione "modernista" del Corano, mal gliene incolse. Da notare che le sue persecuzioni ebbero luogo all'università del Cairo, che noi Europei ci ostiniamo a considerare "moderata". Ormai ho maturato la convinzione che l'Islam sia irreformabile, se non altro per motivi prettamente teologici. Più recentemente, e sfortunatamente con molta minore autorevolezza ci ha provatoAyaan Hirsi Ali, e per questo è stata ostracizzata negli USA. D'altra parte la stessa Hirsi Ali lo ha abbandonato, segno che non ci crede neppure lei.

Secondo il dizionario lo scontrino e' "Tagliando di riscontro che comprova un avvenuto pagamento o il diritto di ricevere certe prestazioni". Ma non sono risuscito a capire a che cosa si riferisce il titolo di questo post. O forse si tratta di scontrino nel senso di "piccolo scontro"?

lo scontrino e' fiscale, e si richiede al ristorante. lo scontro accade tra masse in movimento.

in italiano esiste pure il vezzeggiativo.

che tutti i regali arrivano con un impacchettamento speciale;

mentre, compresibilmente, i belgi, i francesi, e altri si trovan preoccupati dagli attacchi, gli italiani si occupano di capire chi sia il giornalista piu' arguto a dire idiozie.

 

nel continente in cui abito la forma dello scontro, pare adesso, e' sia esterna che interna alle galassie sunnah.

l'attaco a Bamako e' rivendicato ed attribuito a

Khaled Abu al-Abbas)leader of an affiliate of Al Qaeda in the Islamic Maghreb (AQIM), the Islamist al-Mulathameen (Masked) Brigade, or “Those who Sign with Blood.”

Khaled Abu al-Abbas non e' arabo (berber, le mogli sono Tourages & Maliens) e guido'/guida la sezione nordafricana di alQaeda, in conflitto con le basi siriache di Isis.

E' da aspettarsi, a modesto avviso del sottoscritto la stessa farsa che agito' gli italiani tra i "compagni" e i "compagni che sbagliano."  Nel frattempo meta' dell'Africa, che di problemi gia' piu' che abbastanza ne ha, di deve occupare di questi che, se non avete notato, han massacrato una delle (rare) risorse di valuta: il turismo, appunto come dice il collega Boldrin da Sharm el Sheikh a Lamu, a Mombasa.

le tanto disprezzate scienze sociali, ogni tanto, dicono qualche cosa di concreto.

per chi si occupa di scienze, consiglio l'ascolto del video seguente, di anni precedenti alla crisi presente.

vimeopro.com/user18735719/sperber-week/video/67649975

 

 

 

mi scuso se e' in inglese, ma non sono affatto al corrente di lavori in scienza sociale in italiano in merito.

Qualche giorno fa leggevo questa frase che spiegherebbe molto, qui:

"Unlike the United States, where immigrants achieve average socioeconomic status and education within a generation, in Europe even after three generations, depending on the country, they’re 5–19 times more likely to be poor or less educated."

Siccome non sono riuscito a trovare la scaturigine di questi dati l'ho messa in quarantena. Visto che Palma cita Atran, tosto la posto.

Vorrei segnalare questo interessante articolo: http://www.nytimes.com/2015/11/22/world/middleeast/isis-wives-and-enforcers-in-syria-recount-collaboration-anguish-and-escape.html

C'è una cosa che mi ha colpito, nella parte dedicata alle "Wives of Martyrs", dove si dice, in relazione allo sposo di una di queste ragazze, che : "Abu Soheil had killed himself in an operation not against the hated Syrian Army, but against a competing rebel group that the Islamic State was trying to wipe out”.

Mi sembra che il termine “martire” venga utilizzato a sproposito. Un martire è qualcuno che rimane saldo nella fede o nell’ideale nonostante le persecuzioni.

Chiamare martire chi compie missioni suicide non mi sembra corretto. Allora anche i kamikaze erano martiri? Men che meno mi sembra corretto chiamare martire qualcuno che si fa saltare in aria in un’operazione condotta contro un gruppo concorrente.

Forse gli imam potrebbero spiegare ai loro fedeli chi è un vero martire per impedire che tanti ragazzi in buona fede diventino vittime di personaggi senza scrupoli.   

Io invece preferisco attenermi all'argomento principale dell'articolo, cioè la vita quotidiana nella capitale dell'ISIS. Non è poi tanto diversa da quello che accade nella ormai famosa Molenbeek. A me non basta che qualche centinaio di musulmani a Roma e a Milano, sostenendo di parlare a nome di masse sterminate, si dissocino soltanto dal terrorismo, vorrei che facessero qualche passo in più per abituarsi a vivere nel XXI secolo. Non mi raccontate per favore la solita storia della povertà, dell'emarginazione etc. Il Belgio ha uno stato sociale "pesante" e agli abitanti di Molenbeek vengono forniti asili nido (anche per i genitori che non lavorano e potrebbero benissimo farne a meno) scuole bilingui (FR+NL), assistenza sanitaria, assegni familiari, case popolari e/o contributi affitto, una "revenue d'integration social" fin dai 18 anni, una specie del reddito di cittadinanza richiesto dal M5S e talvolta anche pensioni d'invalidità attribuite senza guardare troppo per il sottile. Per esempio uno dei terroristi suicidi incassava € 1000 al mese d'indennità di disoccupazione, pur non facendo molti sforzi per trovare lavoro. Anche chi commette dei reati gode di un trattamento incredibilmente favorevole. Nell'articolo citato ieri l'antropologo Scott Atran menziona questo sondaggio dal quale risulta che oltre il 20% dei giovani Francesi hanno una qualche simpatia per l'ISIS, il che corrisponderebbe pressochè alla totalità dei giovani musulmani francesi. Spero abbiano fatto qualche macroscopico errore metodologico.

forse lo scrittura non molto intelligibile fa perdere un po' di vista il reale spunto dell'autore. comunque, sul tema "noi" e il ruolo della donna consiglio di vedere questo intervento di tale Reza Aslan (purtroppo disponibile solo in inglese), che può dare un visione meno da bar è più ragionata sulla questione: www.youtube.com/watch

saluti e buona visione!

inventate dai giornalisti. se non intellige che cosa vien detto, spiace, ma nessunoo e' responsabile.

il problema e' diretto e semplice. daech e' una corrente islamica, sia minoritaria o no dipende molto o moltissimo da cio' che succede e succedera' nei due tre anni a venire. 

ad avviso --mio-- cio' che divida daech da (quel che chiamo) noi e' una nozione di persona che non e' compatibile con svariate idee di diritti umani. punto

 

il resto son sciocchezze (so benissimo che non e' un hadith sulla mutilazione genitale delle femmine, etc.) il resto son scemenze in politichese

Il dott. Palma ha usato il NOI con un largo preambolo, e palesemente controvoglia, consapevole di quali fraintendimenti possa portare, e in quali nasse ci si va a cacciare impiegando un termine cisì politically uncorrect.

Tuttavia, dato che era ora di usarlo, l'ha usato.
E solo per questa onestà intellettuale per me merita un encomio.

Nel merito, se posso permettermi: le sue considerazioni possono esser pertinenti come no, ma sono fuori tema. Il NOI qui è riferito alle Coscienze, non alle azioni militari o iniziative politiche di questo governo occidentale, o quella nazione o gruppo di.
Con il NOI (e con LORO) ci si dispone ad osservare le differenze nelle concezioni di fondo - nella idea di Palma, qui, in particolare del concetto di "persona" - quali albergano nelle forme mentali dei singoli individui.

ho capito dove mira il dott. Palma, ma rimane il fatto che riassumere tutto l'universo delle coscienze umane in due gruppi "NOI" vs "LORO" è oltremodo semplicista, soprattutto quando il "NOI", la parte che più dovremmo conoscere, è talmente complessa che non si può racchiudere comunque sotto lo stesso tetto...

 

quando si usa una terminologia politically uncorrect dopo aver mostrato una forte attenzione al lessico - per me, magari sbaglio - è evidente la volontà di utilizzarla e non si tratta di una circostanza incidentale...

 

anche se azzeccasse tutti i congiuntivi e utilizzasse termini inusuali dalla grande risonanza, salvini rimarrebbe comunque uno zotico, istruito e formato, ma zotico comunque

l'intricata vicenda vicino orientale, mi permetto di suggerire 

www.washingtonpost.com/world/national-security/inside-isis-quietly-preparing-for-the-loss-of-the-caliphate/2016/07/12/9a1a8a02-454b-11e6-8856-f26de2537a9d_story.html

 

 

 

in sintesi, quanto i deficienti delle brigate rosse (con le colonne, il comando, il generale, il letterato, e simili concionate) si spensero nella diffusione di un terrorismo che sembra paleolitico anche ai decabristi di buona memoria, il califfo e il califfato vanno a trasformarsi in un terrorismo diffuso in cui ogni semi abbruttito che ce l'ha con le disocteche, con i ballerini, con quelli che vanno a scuola o in stazione, sparera' a caso. una semi organizzazione, semplificato persino rispetto a al qaida, "rivendica" post factum (viz. baghdad, orlando, etc.)

 

 

 

L'intervento neo coloniale congiunto di francia russia, meno stati uniti per ovvie ragioni, fu bastante a ridurre il territorio di daech, ergo ora saranno sparsi nel movimento.