Dei delitti del pene

/ Articolo / Dei delitti del pene
  • Condividi
Riflessioni quasi serie sulla giustizia penale italiana.

Ero deciso a scrivere solo su cose di cui mi ritengo più competente della media, ma visto che finisco per non scrivere mai nulla (un ovvio indice del numero di cose su cui sono più competente della media) mi avventuro a dire un paio di sciocchezze su una materia di cui so abbastanza poco, la giustizia penale. Il titolo goliardico dovrebbe avvertire il lettore che NON sta leggendo un trattato da parte di un esperto.

Era di moda negli anni Ottanta parlare della società civile, sana e robusta, contrapposta alla società politica, decadente e corrotta. La cosa è passata di moda quando le vicende di tangentopoli hanno spazzato via una classe politica corrotta e gli elettori (previously known as società civile) si sono affrettati a mettere figuri ancora peggiori. La moda ora è pensare che il paese ha i politici che si merita. In molti casi è una visione realistica, ma ci sono alcuni temi in cui la vecchia dicotomia tra società civile e società politica tende a riafforare. La recente vicenda dell'indulto è una di queste.

In verità non ho visto sondaggi d'opinione fatti scientificamente ma tutto (dai sondaggi lampo fatti sui siti dei quotidiani, alla chiara paura di Bertinotti e altri minus habens a pubblicizzare il proprio voto) indica che la società civile vede almeno i contorni del problema molto meglio della società politica.

La questione può essere riassunta come segue. Il dato di partenza è che la situazione delle carceri italiane è insostenibile a causa del sovraffollamento. Assumo sia vero, anche se non ho visto dati chiari con comparazioni internazionali. Chiunque non sieda in parlamento (o non abbia parenti/amici in galera o in procinto di andarci) affronterebbe il problema nei termini seguenti. Si comincia chiedendosi se le carceri sono sovraffollate perché le sentenze sono troppo severe e molta gente viene inutilmente mandata e tenuta in galera. Se la risposta è positiva si cambiano le leggi, riducendo le pene o depenalizzando alcuni reati. Se la risposta è negativa allora l'unica cosa da fare è costruire più carceri. Fin qui senso comune, che comunque ha eluso il parlamento.

Diventa invece più complicato rispondere alla domanda sulla severità delle leggi italiane. Un paio di giorni fa l'Unità affermava che la Bossi-Fini ha fatto aumentare di 11000 il numero dei detenuti, dato che ha reso in alcuni casi reato punibile dal carcere il semplice fatto di essere in Italia clandestinamente. Non so se sia vero, ma è probabile che in questa area qualcosa da depenalizzare ci sia. Sospetto però che il problema del sovraffollamento carcerario (e tanti altri) sarebbe interamente risolto se si smettesse di avere l'approccio proibizionista attuale sulla compravendita e sul consumo di droghe, almeno per quelle leggere. Ma credo questo sia un tema sul quale l'opinione pubblica è tanto arretrata quanto la società politica.

Sull'altro versante, mi capita spesso di vedere sentenze grottescamente leggere. Questo è palese nel caso di reati di corruzione. Nei pochissimi casi in cui qualche politico è stato effettivamente condannato il numero di anni è stato assolutamente irrisorio, di solito ben al di sotto dei dieci anni persino per i reati di corruzione di giudici. Si tratta, è bene ricordare, di reati che hanno il potenziale di far piombare l'Italia nel medioevo; non ci vedrei niente di strano nel dare trent'anni o l'ergastolo. Inoltre la leggerezza delle pene non è dovuta a un atteggiamento particolarmente benevolo dei tribunali, ma proprio al fatto che le leggi prevedono pene lievi.

Ora, nel caso dei delitti di corruzione c'è un ovvio interesse dei politici a non inasprire le leggi. Ma che dire dei reati di violenza sessuale (i delitti del pene di cui al titolo) e contro la persona? I giornali di ieri riportavano della condanna a trent'anni di un signore, reo confesso, che ha ammazzato una ragazzina di 15 di cui era amante. Mi sembra una pena straordinariamente leggera. Inoltre, de vez en cuando, spuntano notizie sulla Cassazione che accorda attenuanti a delitti di stupro per varie e curiose ragioni; per esempio la sentenza sui jeans di qualche anno fa, o un'altra sentenza dell'anno scorso in cui si accettavano attenuanti per 'ambiente degradato'. Non ho gli strumenti per determinare la sensatezza degli argomenti della Cassazione, ma la cosa sconcertante sono le pene contro le quali i criminali fanno ricorso. Nel caso della sentenza ''sull'ambiente degradato'' un signore aveva violentato la figlia tredicenne della propria convivente. Per questo era stato condannato a tre anni, e in seguito la Cassazione ha deciso che anche questi erano troppi. Questo proprio non lo capisco. Tre anni? È ridicolo! E in questo caso non si può nemmeno dire che le pene sono miti perché i politici difendono i propri interessi. Alla fine della fiera, ben pochi di loro vengono da 'ambienti degradati'.

La cosa abbastanza strana è l'incapacità generale dell'opinione pubblica italiana di esercitare pressione sui politici per i temi riguardanti la giustizia. In America il modo più sicuro per farsi eleggere, sia il candidato democratico o repubblicano, è quello di presentarsi come 'tough with criminals' e chiedere inasprimenti delle sentenze. In Italia questi sono temi cavalcati da alcune frange minoritarie, come i dipietristi in questo momento.


Eppure inasprire le pene per stupratori e assassini (e mi piacerebbe aggiungere i corrotti, ma mi rendo conto delle difficoltà politiche) dovrebbe essere qualcosa che fa guadagnare voti. Possibile che nessuno cavalchi la cosa?

 

Indietro

Commenti

Ci sono 3 commenti

Dal pochissimo che ne so, l'unica cosa che hanno inasprito in fatto di reati sessuali e' il controllo della rete. Sembra che la cosa piu' di moda adesso sia controllare le connessioni di reti "calde" tipo fastweb e andare a caccia di file pedofili. Risultato? Quanto successo a un mio amico...basta UN singolo file pedofilo scaricato da peer2peer (tipicamente, file il cui nome non riflette il contenuto....contenuto che scopri solo a download terminato, ovviamente) per farsi dare un comodo mandato di perquisizione con cui ti piombano in casa alle 7 del mattino e ti sequestrano il pc. Ovviamente NON e' consentito fare una copia di backup dei dati. Il processo penale ovviamente finisce in nulla (1 file scaricato per sbaglio un paio d'anni prima....). In compenso, una bella multona per musica, film e programmi scaricati....

Oh no, non vuoi farmi cominciare sulle multe per i files scaricati e sulla nuova polizia delle idee ... :-) Pero', visto che NfA comincia ad avere troppi lettori, permettetemi d'approfittare e fare pubblicita' anche a www.againstmonopoly.com ... e' meno divertente, e MOLTO meno bello perche' il Grande Timoniere ha detto che s'e' rotto di scrivere code figo, pero' permette di cambiare argomento.

Dal Corriere copio questo allucinante discorsetto del signor Mastella, che ipocriticamente copre con sentimenti religiosi i suoi indecenti atti di ministro. Credo che questo tipo di retorica, predicata a destra e a manca, in parrocchie, centri sociali e trasmissioni TV, spieghi, in larga parte, la diffusa subcultura che chiede e giustifica le incredibili pene elencate da elbrusco. In Italia, purtroppo, i deboli sono i delinquenti, ed i forti le loro vittime. «In trent’anni di vita parlamentare, [...] , ho sempre cercato di essere testimone di moderazione, di impegno a piccoli passi, di attenzione vera e non strillata ai problemi dei cittadini, della gente: in particolare di quella più debole ed emarginata, come i tanti che vivono nelle carceri in condizioni davvero disumane. Luoghi di solitudine, di disperazione, di chiusura al dialogo. Prima di ironizzare sulle mie personali convinzioni si faccia un giro nei vari penitenziari come ho fatto io in questi primi due mesi e si renderà conto che se, da parlamentare mi batto per un atto di clemenza, non sbaglio». «La mia cultura e la mia formazione religiosa mi hanno sempre fatto pensare che se facciamo qualcosa per i più deboli, allora abbiamo fatto bene per l’intera società. E non sarà certo la Sua ironia, a farmi cambiare idea»