Distribuzione della ricchezza in Italia e cattivo giornalismo

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Il 20 dicembre la Banca d'Italia ha pubblicato la sua ricerca annuale sulla ricchezza delle famiglie italiane. Praticamente tutti i quotidiani hanno titolato annunciando che ''il 45% della ricchezza è controllato dal 10% delle famiglie''. Si vedano La Stampa, Il Giornale, Corriere, Il Fatto e Repubblica; fa parziale eccezione il Sole 24 Ore, che comunque segnala con evidenza il fatto nell'articolo. Vorremmo sommessamente spiegare perché si tratta di un episodio di cattivo giornalismo.

Update [21 dicembre]. Credit where it is due. Dal Il Foglio mi fanno sapere che almeno loro hanno titolato in modo ben diverso.

La notizia che tanta apprensione ha destato tra i giornalisti nostrani si trova alle pagine 8-9 della relazione, dove si afferma:

 

Le informazioni sulla distribuzione della ricchezza -- desunte dall'indagine campionaria della Banca d'Italia sui bilanci delle famiglie italiane -- indicano che alla fine del 2008 la metà più povera delle famiglie italiane deteneva il 10 per cento della ricchezza totale, mentre il 10 per cento più ricco deteneva quasi il 45 per cento della ricchezza complessiva.

 

L'evidenziazione l'ho messa io per segnalare che quel numero è stato in realtà tratto da un'indagine precedente, l'indagine biennale sui bilanci della famiglie. L'indagine contiene da sempre le migliori stime dell'andamento e della distribuzione della ricchezza per le famiglie italiane. Peccato che non sia nuova. L'ultima edizione è uscita nel febbraio scorso (cliccare qui per vedere come il Corriere del 10 febbraio riporta la notizia). In sostanza, i giornali stanno dando una notizia vecchia di 10 mesi.

Come è potuto accadere? Non lo so con esattezza ma questo è quello che sospetto. Se andate sul sito dell'Ansa vedrete come è stata riportata la notizia.

 

'<h' . (('1') + 1) . '>'Ricchezza, Bankitalia lancia l'allarme: la metà in mano al 10% delle famiglie'</h' . (('1') + 1) . '>'

'<h' . (('2') + 1) . '>'Bankitalia: debiti famiglie meno di Usa-Francia'</h' . (('2') + 1) . '>'

20 dicembre, 15:12

Il 50% famiglie italiane ha il 10% della ricchezza

ROMA - Il 45% della ricchezza complessiva delle famiglie italiane alla fine del 2008 e' in mano al 10% delle famiglie. E' uno dei dati contenuti nel rapporto su ''La Ricchezza delle famiglie italiane'' elaborato dalla Banca d'Italia. La meta' delle famiglie italiane, quelle a basso reddito, detiene solo il 10% della ricchezza complessiva.

 

Il mio sospetto è che i grandi giornalisti dei nostri quotidiani si siano limitati a copiare il primo paragrafo del comunicato Ansa, senza nemmeno capire che si riferiva a un'indagine diversa e più vecchia. Nemmeno il fatto che l'indagine sulla ricchezza sia riferita al 2009 mentre il dato riportato riguarda il 2008 sembra averli scossi dal loro torpore.

Ora, uno può dire: d'accordo, sono arrivati tardi e non hanno fatto il loro mestiere, ma almeno hanno segnalato che qualcosa di terribile sta accadendo alla distribuzione della ricchezza in Italia. Meglio tardi che mai. Tranne che no, non sta succedendo niente, o almeno niente che si possa vedere nei dati fino al 2008.

Se i prodi giornalisti, a cominciare da quello dell'Ansa da cui tutti sembrano aver copiato, si fossero dati la pena di guardare l'indagine originaria da cui i dati sono tratti, avrebbero trovato la figura 15 a pagina 23 che riproduciamo qua sotto per comodità del lettore.

 

http://www2.dse.unibo.it/zanella/nfa/fig15BdI.PNG

Quello che ci dice questa figura è che le variazioni nella quota di ricchezza in mano al 10% più ricco sono state assai limitate nel tempo, e che il dato che compare nell'indagine appena pubblicata è perfettamente in linea con i dati precedenti. Non è quindi successo niente di straordinario. Va anche segnalato che nel 2008 la crisi era agli inizi e non aveva ancora dispiegato tutti i suoi effetti. Sarà interessante quindi vedere cosa succede a tale quota nella prossima indagine, che riguarderà il 2010 e uscirà nel 2012. Ma al momento non ci sono ragioni di allarme, non più del solito almeno. Tra l'altro, i pochi studi esistenti che cercano di comparare la distribuzione della ricchezza a livello internazionale segnalano che l'Italia non è messa particolarmente male su questa dimensione (si veda la tabella 9 a pagina 185 di questo studio).

L'indagine sui bilanci offre tantissime altre informazioni, e ora che l'abbiamo presa in mano promettiamo ai lettori di ritornarci. Per il momento l'unica cosa che possiamo fare è lamentare l'ennesimo esempio di cattivo giornalismo generalizzato.

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Commenti

Ci sono 164 commenti

cliccando l'ultimo link, firefox mi avvisa che "questa connessione non è affidabile" e mi suggerisce di allontanarmi dal sito. sarà una banalità che ignoro (assieme a molte altre cose del settore) però, insomma, neanche la banca d'italia, o tempora o mores...

indico un sondaggio: chi è che non sapeva già della notizia della distribuzione della ricchezza di cui si è titolato oggi? la si sente spesso quando si parla di tassazione delle c.d. rendite finanziarie, diciamo almeno una volta l'anno negli ultimi dieci anni. essendo il dato sempre quello, è una bella comodità! :-) maria cecilia guerra era un'altra costante, penso anche aldilà delle sue intenzioni.

 

cliccando l'ultimo link, firefox mi avvisa che "questa connessione non è affidabile" e mi suggerisce di allontanarmi dal sito. sarà una banalità che ignoro (assieme a molte altre cose del settore) però, insomma, neanche la banca d'italia, o tempora o mores...

la connessione è https (qundi con un protocollo di sicurezza) ma il certificato di sicurezza è emesso, se ho fatto in tempo a leggere bene, ad un sito diverso. La sicurezza assoluta non è quindi garantita. Visto che si tratta di leggere un PDF e non di effettuare una transazione bancaria, a mio avviso non ci sono rischi, se l'antivirus è aggiornato. 

F

Grazie per la documentazione di questo episodio di scadente professionalita' della stampa italiana. Oltre al problema che chi vota spesso non legge i giornali, l'Italia ha il problema forse ancora piu' grave (anche perche' disincentiva alla lettura) che i giornali italiani sono di scadente qualita'.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/20/una-tantum-per-la-crisi/82939/

Qualcuno ha gia' fatto l'update della optimal policy..   :-)

 

 

l'articolo è un ottimo reminder del perchè governa berlusconi, e rivincerà le elezioni se ci saranno elezioni nel prossimo futuro. ma c'è un limite all'autolesionismo di questi qui?

Quote memorabile:

 

la necessità di fare cassa è immediata.

 

 

Lasciatemi indovinare:... la patrimoniale!

A parte il caso di cattivo giornalismo: qualcuno è in grado di comparare questi indicatori con i dati di altri paesi e/o periodi più ampi? Sparare sui giornalisti è divertente e magari anche utile però è più utile capire e vorrei capire come può essere interpretato questo dato.

assolutamente normale. comunque ne parliamo a breve. 

Martino, se vai sul sito della Banca d'Italia troverai tutte le indagini sui bilanci a partire dal 1965. Ti dico subito che ho controllato l'indagine del 1991 e non ho trovato l'indicazione sulla quota di ricchezza in mano al decile più alto. Temo che questo dato abbiano iniziato a raccoglierlo dal 1993, quindi la figura che trovi nel mio post è il meglio che c'è. Però a me pare che il fatto che la variabile resti stabile per 15 anni sia informazione parecchio utile. Tieni conto che i dati sulla ricchezza e la sua distribuzione sono molto meno facili da trovare che i dati sulla distribuzione del reddito.

Per quanto riguarda la comparazione rispetto agli paesi, esistono enormi problemi di comparabilità. Io ho visto due indagini. Una è quella che ho citato nel post e che usa dati del Luxemburg Wealth Study, un gruppo europeo dedicato allo studio della distribuzione del reddito e della ricchezza. L'altra è una indagine fatta per Credit Suisse da un gruppo di studiosi  (Global Wealth Report e Global Wealth Database; vai qui e clicca su ''related links''). Con tutte le cautele del caso, data la scarsa comparabilità a livello internazionale, credo che si possa dire che da queste indagini l'Italia ne esce abbastanza bene, sia per quanto riguarda il livelllo di ricchezza sia per quanto riguarda la distribuzione (nel senso che l'Italia non pare essere più diseguale di altri paesi). Che l'Italia sia un paese con famiglie mediamente ricche non dovrebbe sorprendere, dato l'alto tasso di risparmio che ha a lungo caratterizzato le famiglie italiane.

 

Beh! Prendiamola umoristicamente come la degna conclusione di un anno di informazione non brillante. Se poi ci aggiungiamo il sasso nello stagno della patrimoniale, sempre umoristicamente cominciamo a rinnovare il passaporto.

Se poi ci aggiungiamo il sasso nello stagno della patrimoniale, sempre umoristicamente cominciamo a rinnovare il passaporto.

Già, se dovessero mettere la patrimoniale in Italia dove (eufemisticamente) scapperesti?
In USA?, In Svizzera? In Francia? 

mi pare che nei due paesi emblemi del capitalismo (ma sarà vero?) i capitali (mobili ed immobili) siano tassati. 
Per gli USA ho solo info da amici per cui i redattori di NfA potranno chiarire ma per la svizzera ci vivo da due decenni e ti assicuro che la patrimoniale 
esiste (si chiama imposta sulla sostanza, fortuna in francese) e visto che i ricchi non mancano, ha anche un discreto gettito (cantonale) che serve a mitigare l'imposta su reddito. E non esiste da poco tempo, anzi precede temporalmente l' imposta sul reddito. 

F


Mi sa che non siete voi (nonostante quanto altrove affermato) a essere in vacanza... grazie

 

Non è quindi successo niente di straordinario.

 

Beh, il fatto che sia costante ad un certo livello non mi pare possa giustificare tale espressione.

Poi possiamo iniziare a discutere se quel numero è "troppo" alto o basso, da un punto di vista etico o più strettamente economico (nel senso di effetti anche sulla produzione, produttività, etc).

Però concedetemi di dire che questo approccio mi sembra approssimativo così come quello supposto dei giornalisti (non sono un giornalista e non li difendo, mai). Forse anche gli Amerikans sono abbastanza Itaglians.

 

Di solito chi cerca di fare analisi serie cerca di avere un dato di base per fare dei paragoni. Credo che una discussione sulla bontà "assoluta" del numerello sia prossima ad una discussione sui massimi sistemi, il massimo che si puo' dire è che rispetto ai peers (gruppo OCSE) la diseguaglianza non appare signifiicativamente diversa. 

A volte mi sembra che questi commenti li facciano i redattori con account creati apposta per dimostrare l'ipotesi sul livello di trollaggine dei commenti degli anonimi... :)

 

Sarà. ma a me che il 10% più ricco detenga il 45% della ricchezza fa una certa impressione.

quanto alla patrimoniale, nelle modalità proposte dal fatto (e non solo. anche Fortis la auspica) è inutile e demenziale.

Siccome mi piace far il bastian contrario, una patrimoniale, affiancata a misure per la crescita e il taglio della spesa corrente, per ridurre il debito e non finanziare la spesa corrente, può far guadagnare un po' di tempo, cosa che non è malvagia in se.

A me sembra che l'espressione "niente di straordinario" sia pienamente giustificata per il fatto che la distribuzione del 2008 è pressoché sovrapponibile a quelle dei 15 anni precedenti. Quindi "entro l'ordinario" e non "fuori dell'ordinario". Approssimativo?

quale sarebbe l'ordinario? gli ultimi 15 anni? e perchè non gli ultimi 50 o gli ultimi 150 o gli ultimi 1500?

fin qui avremmo un criterio esclusivamente temporale ed ognuno si può scegliere in maniera "ad hoc" il suo arco temporale preferito per dire ciò che vuole; per carità se uno ha un'idea la può anche esprimere così. Perciò approssimativo.

A me verrebbe da dire - ma è solo un istinto e quindi finisco per essere anche io approssimativo - che gli ultimi 15 anni siano più indicativi di un periodo straordinario, presi tutti nell'insieme; con una fortisima tendenza verso una distorsione nella distribuzione. Il punto di fondo rimane quello di cui sopra, però.

Se invece vogliamo adottare altri criteri, va bene uguale; decidiamo le regole del gioco e giochiamo.

Da un punto di vista più teorico si finirebbe nella lunghissima questione di quanto dovrebbe essere questa ineguaglianza per essere più efficienti e produttivi nell'aggregato. Io ecco sarei più per capire se questi livelli degli ultimi 15 anni sono "straordinari", perchè incidono sull'efficienza e sulla produttività che dire che siccome negli ultimi 15 anni non è cambiato nulla allora non c'è nulla di straordinario.

 

 

 

 

la perdita di memoria non contagia solo i giornalisti

da una decina di anni in Italia pare che tutti prima di addormentarsi cancellino tutto nel loro cervello : domani è un altro giorno e si ricomincia

 

più sentito parlare di Maddalena , P3 , Mockbel e altro?

Per quanto riguarda scandali e ruberiepare esista una regola per cui l'ultimo cancella tutti gli altri

Rimosso

 

Secondo me ci sono i numeri per fare due conti sulla mia vecchia fissa: ridurre parecchio l'IRPEF (al limite eliminarla del tutto) compensando con una patrimoniale sugli immobili che è più difficile eludere/evadere.

La finalità non sarebbe rubare ai ricchi come vuole la sinistra populista, ma semplificare il sistema e ridurre evasione ed elusione. Cerco i numeri sul gettito da imposte sul reddito e provo a fare qualche divisione e moltiplicazione.

mica solo tua! :)

ho sempre pensato che il modo migliore per eliminare l'evasione sia tassare le cose. Se si può portare alle estreme conseguenze (eliminazione dell'IRPEF), meglio.

 

irpef 2009 160 miliardi = 1,86% del patrimonio netto delle famiglie ( 8600 miliardi )

il problema è che gli immobili residenziali ( circa 4800 miliardi a prezzi di mercato ) lo stato li sa valutare solo a valore catastale che mediamente è da 1/2 ( più economici ) a 1/3 ( gli altri ) del V.d.M.

Allo Stato risulta una ricchezza di soli 5800 miliardi. 

 

Scommetto che sto per dire una stupidaggine, ma domando lo stesso: se vivo in affitto e possiedo un automobile, cosa devo pagare?

Se posso dare il mio umilissimo contributo.

Questa (pseudo)notizia, assieme ad altre, comprese le esternazioni sulla ricchezza della famiglie (tra le altre, se non ricordo male, quella di tal professor Fortis), con la solita complicità dei media, non stanno facendo altro che preparare psicologicamente la popolazione all'idea di una tassa patrimoniale.

"Siete ricchi quindi dovete contribuire a ridurre il debito". Questo è il messaggio.

come si concilia un sistema qui proposto da alcuni di un sistema fiscale basato sulla tassazione dei patrimoni con la ns Costituzione che prevede la tassazione in base a indici di capacità contributiva?

E' un indice di capacità contributiva secondo voi la detenzione di patrimoni? secondo me, un sistema totalmente basato o anche per una buona parte sulla tassazione dei patrimoni non ha dei requisiti di equità e di giustizia oltre al punto rilevato sopra. il reddito utilizzato per acquisire patrimoni "dovrebbe" essere già stato tassato adeguatamente alla fonte e quindi subirebbe una doppia tassazione.

prendiamo l'esempio di un individuo che ha degli introiti notevoli ma poi sperpera tutto in beni non durevoli (viaggi e consumi) non verrebbe tassato adeguatamente, oppure la detenzione di patrimoni all'estero avrebbe dei limiti alla tassazione dei patrimoni.

forse sarebbe più "giusto" spostare sui consumi parte della tassazione sui redditi? però ciò probabilemente si scontrerebbe con argomentazioni macroeconomiche contrarie a tale proposta.

1. Sì, direi che i patrimoni sono indicatori di capacità contributiva; credo sia per questo che la Costituzione non parla di imposta sul reddito e basta.

2. I consumi sono già tassati (IVA, accise)!

 

come si concilia un sistema qui proposto da alcuni di un sistema fiscale basato sulla tassazione dei patrimoni con la ns Costituzione che prevede la tassazione in base a indici di capacità contributiva?

 

mah, la dizione "secondo la capacità contributiva" è giustamente generica e la tentazione di stiracchiarla a fini di parte è periodica, tutt'altro che inedita... però, secondo me, nessuno mai ha ipotizzato che il patrimonio non sia indice di capacità contributiva. se non lo è quello, non so cosa possa esserlo :-).

 

forse sarebbe più "giusto" spostare sui consumi parte della tassazione sui redditi?

 

uhm, pensa un po' che casino sarebbe tassare progressivamente i consumi, già è difficile coi redditi e quasi impossibile con una patrimoniale sostitutiva sulla casa, che è la proposta non disprezzabile di massimo famularo.  alla fine si torna alla casella iniziale: un po' tutti in sistemi fiscali prevedono tasse sul reddito e sui consumi, e anche sui patrimoni (come le tassazione sulle rendite, prodotte da capitali che hanno già pagato come redditi). abbiamo forse paura che così facendo non ci siano spazi di manovra politica economica!? per alcuni è la solita voglia di soluzioni drastiche " a prescindere" , così per carattere...

Non sono convinto della bontà della proposta. Se ben ricordo, l'argomento principale contro l'imposizione sui patrimoni, anziché sui redditi, era che essa prescinde dai flussi monetari e colpisce un valore statico, costringendo - potenzialmente - il contribuente ad alienare beni per farvi fronte. Nei vari interventi, qualcuno ha proprio rilevato che l'imposta sul valore della casa può risolversi nella sua espropriazione. Se così è, non è evidente la ragione per preferirla all'imposta sui redditi, a meno che si perseguano obiettivi di radicale redistribuzione della ricchezza (che qualcuno potrebbe considerare delittuosi).

Per quanto riguarda l'attenzione rivolta dai media allo studio della BdI, vi informo che su RP il prof. Lunghini (?) ha affermato che esso conferma il marcato spostamento della ricchezza dal lavoro al capitale e ne ha invocato una decisa redistribuzione, che ha suo avviso sarebbe richiesta dalla stessa Costituzione repubblicana. Se leggo bene i grafici, però, la distribuzione della ricchezza è sostanzialmente immutata da prima della fine della Prima Repubblica: anzi, la classe meno abbiente avrebbe migliorato di poco la propria posizione.

In ogni caso, per il vostro diletto, sul Corsera di oggi Giuliano Amato torna a proporre un'imposta straordinaria di 30.000 Euro ciascuno a carico di un terzo degli italiani, come strumento per ridurre il debito pubblico e favorire lo sviluppo. Resta il dubbio che, ridotto il debito pubblico, il futuro governo della sua parte politica mantenga la tassazione invariata e crei nuovo debito per finanziare lo sviluppo, per l'appunto.

 

 

L'idea di Famularo di spostare anche solo una parte della tassazione dal reddito al patrimonio (a saldo totale invariato, o – meglio ancora – diminuito) non mi dispiace affatto: di fatto sono anni che spingo per questa soluzione nelle discussioni coi colleghi alla mensa di Rai di Corso Sempione. Tanto per iniziare, come spiegato, la patrimoniale è già presente in paesi come Svizzera e Stati Uniti, ma in senso stretto anche l'ICI è una forma di patrimoniale, sia pure con una amplissima no-tax area: quindi non dovremmo neanche violare un tabù perché una mini-patrimoniale l'abbiamo già in casa (tralasciando per carità di patria il prelievo forzoso di Amato sui conti correnti nel 1992). Uno spostamento verso il patrimonio sarebbe percepito come particolarmente giusto specie da chi, come me, dispone di un discreto reddito annuale, ma di uno scarso patrimonio di famiglia. E a ben vedere, come ha sottolineato Giovanni Federico, il reddito annuale è costituito da “soldi nuovi” e, in linea di principio, i soldi nuovi sono frutto del merito e della fatica di un anno di lavoro, mentre i “soldi vecchi” possono essere stati semplicemente ereditati o piovuti dal cielo. Non mi sembra scandaloso dire che sia più equo tassare i secondi che non i primi. E anche nel caso avanzato da qualcuno della studentessa nullatente che eredita una casa, pagando, ad es., l'1% del valore della casa all'anno, la poveretta (si fa per dire) alla fine verrebbe espropriata sì, ma dopo diversi anni e solo se continua a non battere chiodo nella vita e a non guadagnare niente (non riuscendo così a sfruttare la detassazione totale o parziale dei redditi proposta): la ragazza insomma un po' se lo merita. E noi siamo tutti per il merito.

Sono però anche vere tutta una serie di considerazioni opposte: intanto gli effetti della traslazione, bene illustrata da Brusco, poi l'osservazione che, come ci fai capire anche tu, non sempre chi dispone di immobili dispone anche di liquidità e questo, tra l'altro, renderebbe ancora più macchinoso per le ottenere i pagamenti dai contribuenti (è vero che le case si possono vendere o ipotecare, ma intanto non è così indolore – vedi il citato caso California – e comunque non è così immediato). Infine un altro motivo che dovrebbe indurci quantomeno a un'applicazione graduale è il fatto che i soldi a suo tempo serviti a comprare una casa che oggi viene tassata, sono già stati tassati nell'anno in cui costituivano reddito e quindi andremmo incontro a una doppia imposizione. Questo sarebbe un giochino a somma zero per chi guadagna oggi quanto ieri (in quanto compenserebbe la doppia imposizione con il risparmio sul reddito dell'anno in corso), ma devastante per chi oggi guadagna meno o nulla del tutto.

Pur con queste controindicazioni, io resto a favore di una componente patrimoniale nella miscela delle imposte: perché mai tartassare chi, essendo bravo, guadagna un sacco di soldi nell'anno in corso e invece salvaguardare così tanto chi non fa una mazza, ma campa sui soldi del nonno? Non si può fare fifty-fifty? "Tesoro, è vero che tuo nonno ha già pagato le tasse a suo tempo, ma tu non sei lui (lui era molto più bravo di te) e poi è passato un sacco di tempo. Se poi invece sei bravo anche tu come tuo nonno, eccoti il premio: non ti tasso (o ti tasso meno) i guadagni di quest'anno". Non mi sembra scandaloso.

Due considerazioni volanti: non solo nella tassazione, ma anche nella discussione economica si parla molto più spesso di reddito che di patrimonio. Anche in questo thread nelle risposte sulla ricchezza si tende spesso a scivolare alla fin fine su redditi e pil e molto meno sulla ricchezza. Che sia una congiura del silenzio da parte dei ricchi possidenti nullafacenti perché non ci si accorga di loro (e non li si tassi adeguatamente?)

Infine facendo due conti della serva: seguendo Bankitalia il patrimonio netto globale delle famiglie italiane è 8600 miliardi, (attorno al 5,7% di quello mondiale). Quello del 10% delle famiglie italiane più ricche è di circa 3850 miliardi, quello dell'1% delle famiglie italiane più ricche è non lontano dai 1000 miliardi, (incidentalmente quello delle 10 famiglie più ricche, qui usciamo da Bankitalia e citiamo la classifica di Forbes, è di circa 45 miliardi di euro). Il debito pubblico è di quasi 1900 miliardi. L'1% delle famiglie più ricche d'Italia, sono, grosso modo, 250.000 famiglie (circa 600.000 teste). I loro beni, quello che hanno già, equivale alla metà del debito pubblico italiano. Noi, seguendo la proposta Famularo, gli lasciamo intatto tutto quello che guadagnano da oggi in poi, però se loro cacciassero molta, ma molta grana, sarebbe un gran cosa per gli altri 59.400.000 italiani, specie quest'anno che festeggiamo i 150 anni dell'unità.

Oh, si scherza, eh?

Il governo   non tasserà mai gli immigrati conteggiati tra i 60 milioni di italiani (regolari circa 4 milioni ), una fuga massiccia dall'italia causerebbe una emorragia di voti alla LN :)

Oh, una tassa così non la vorrebbero neanche i clandestini ... rimarrebbero solo loro :))

Non sono convinto della bontà della proposta. Se ben ricordo, l'argomento principale contro l'imposizione sui patrimoni, anziché sui redditi, era che essa prescinde dai flussi monetari e colpisce un valore statico, costringendo - potenzialmente - il contribuente ad alienare beni per farvi fronte. Nei vari interventi, qualcuno ha proprio rilevato che l'imposta sul valore della casa può risolversi nella sua espropriazione. Se così è, non è evidente la ragione per preferirla all'imposta sui redditi, a meno che si perseguano obiettivi di radicale redistribuzione della ricchezza (che qualcuno potrebbe considerare delittuosi).

L'idea non era assolutamente redistribuire, ma semplificare (risparmio di costi amministrativi per tutta la collettività) e colpire chi oggi evade (la casa non puoi occultarla). Il fine dichiarato è poi quello di ridurre la pressione fiscale complessiva (in virtù dei minori costi amministrativi da sostenere e del maggior numero di contribuenti dovuto alla "cattura" degli evasori). Per questo il presupposto sarebbe:

[Nuova Tassa sugli immobili] <=Vecchia tassa sui redditi

Il problema della liquidità quindi non sussiste perché,con gli stessi soldi con cui pagavi la vecchia tassa pagheresti la nuova. L'unica questione si potrebbe porre per chi ha tanti immobili e poco reddito. Secondo me questi casi non giustificano il rigetto della proposta perché 

 

  • numericamente non possono essere tanti (se vale che in media Vecchia tassa >= Nuova tassa)
  • per i casi di bisogno c'è lo stato sociale (contributi esenzioni) ed una opportuna detrazione alla base che renderebbe l'imposta progressiva
  • per tutti gli altri casi c'è il mercato: se non ti puoi permettere di mantenere n case, le vendi e non paghi un euro sul ricavato, ma in genere non sei costretto a vendere niente perché la nova tassa è minore o uguale alla vecchia che pagavi sul reddito

 

:-)

 

 

la casa non puoi occultarla

non hai mai sentito parlare del milione di case fantasma

Tremonti supplica anche con spot TV la loro emersione.

E'un illusione italica.

Secondo te quante case fantasma ci sono nel comune di  Milano? O nel centro di Palermo? La stragrande maggioranza degli immobili di un certo rilievo è nota allo stato. Per scovare  le catapecchie in campagna che mancano all'appello stanno utilizzando le foto aeree. Come aneddotto mi è stato chiesto l'accatastamento di una "stalla" in un comune in provincia di Salerno con meno di 10mila abitanti che neanche sapevo di avere ereditato pro quota (mia madre ha pagato successione e costi vari per tutti gli eredi).

Se anche ci fosse una quota consistente di immobili non regolarizzata, cosa che non credo possibile, ci vuole veramente poco a farli emergere e gli enti locali, se la loro sopravvivenza dipendesse dall'incasso dell'imposta sulla casa, le farebbero apparire tutte in un batter d'occhio.

Sì credo decisamente che gli immobili non si possano nascondere.

parlando di cattivo giornalismo economico, questo articolo del Corriere mi ha fatto saltare sulla sedia:

http://www.corriere.it/economia/11_gennaio_16/la-speculazione-sul-petrolio-Una-tassa-di-13-centesimi-al-litro_10014b1a-2163-11e0-b1a9-00144f02aabc.shtml

Da notare la chiusa:

Ovvero 6 miliardi di euro usciti dai portafogli degli italiani e finiti ad ingrassare Wall Street, ad anticipare la crescita dell'economia di Pechino e a tranquillizzare i funzionari dell'Agenzia delle Entrate e, dal primo gennaio, anche quei Governatori di Regione che hanno introdotto le addizionali locali. Mai dimenticare, infatti, che 6 euro su dieci del nostro pieno finiscono dritti nelle casse dello Stato.


Impressionante. Una delle cose più folli che abbia letto negli ultimi anni su un giornale. Ma costui chi è? Questo Stefano Agnoli intendo?

È veramente impressionante la caterva di cazzate. Giusto oggi ABC (quotidiano spagnolo) pubblica un mio editoriale sul tema all'interno di una pagina dedicata alla questione crescita prezzo petrolio. Tralasciando le opinioni mie, che sono opinioni, l'articolo della giornalistà è una cosa stellare rispetto a questa imbarazzante paccottaglia.

Ma De Bortoli, Lei non si vergogna mai di ciò che pubblica il giornale che dirige? Glielo chiedo seriamente, Direttore: si vergogna mai di essere il responsabile di questa continua e sistematica disinformazione della borghesia italiana che viene attuata a mezzo del giornale che Lei dirige?

Ma Focardi & C. non sembrano degli imbroglioni, e sono molto sicuri del fatto loro. Gli avrà dato di volta il cervello?