L'Epifania tutte le feste si porta via

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L'anno nuovo, in Italia, ricomincia dopo l'Epifania. Infatti, sui giornali di ieri gli esponenti del governo illustravano i loro piani per il 2007. Data la pletora di temi che le vacanze italiane m'hanno suggerito (nessuno dei quali attinente alla politica) ed incapace di decidere fra di essi, ricomincio facendo le stesse cose di prima, ossia parlando del governo. Ma, in omaggio al nuovo anno, con rinnovati propositi.

Con una lettera al Corriere , TPS spiega le sue ragioni ed intenzioni. Ossia, perché ha fatto la finanziaria che ha fatto e perché farà ciò che farà - cosa? poi vediamo - durante il 2007 e dopo.

La prende alla lontana, ovvero dall'immediato dopo guerra, e ci racconta del famoso miracolo economico. Esagera un pochino con i numeri - tipo: la nostra crescita non è stata superiore a quella del resto d'Europa per cinque decenni, come dice lui, ma solo per due e mezzo, massimo tre; è da un pezzo che la distanza con Francia, Germania, Inghilterra, eccetera, non s'accorcia - ma fa niente.

Poi prende di petto il tema che gli interessa, la crescita. Parte male, con una coppia di confuse sineddochi: (1) che gli "economisti" hanno ridotto la spiegazione della crescita ad una tautologia, ossia che [(crescita) = (aumento di K, L e TFP)], e che, (2), quando non fanno algebra gli "economisti" spiegano la crescita medesima con gli "animal spirits". Passiamogli anche queste, ognuno ha le letture che ha, o che ha avuto ...

In sostanza, il motore della crescita italiana è stato, per TPS, lo spirito animale della "rincorsa", del voler riagganciare gli altri paesi europei. Ma, sempre secondo TPS, da un decennio a questa parte tale motivazione non è più sufficiente (son quasi tre i decenni, ma fa niente). Ci siamo, gli italiani, adagiati sulle rendite, che TPS illustra con esempi di cose certamente "brutte" ma che con la rendita, come intesa dagli economisti, hanno scarsamente a che fare. Forse vuole dire "monopoli" o "parassitismi" o "posizioni acquisite", quindi apprezziamo l'intenzione e non facciamo troppo i pignoli.

Il concetto è chiaro: per ragioni di "voglia" e di "spiriti animali" una percentuale grande di italiani non produce e non compete, consuma invece approfittando di sussidi e prebende varie. Niente da eccepire, se non che il problema non è la voglia (tutti hanno "voglia" di ricevere sussidi, io compreso) ma un sistema che permette di approfittare di tali posizioni parassitarie, di ricevere tali sussidi, e di seguire facendo il nulla. Sarebbe stato bello, ed utile, che TPS avesse provato a fare l'economista per una volta, e ci avesse spiegato quali meccanismi e quali caratteristiche del sistema Italia spingono tanti concittadini ad "adagiarsi sulle rendite"; ma questo ancora non è dato sapere. L'impressione che lo scritto dà è che sia un problema di stati d'animo, di fiducia e buona volontà, di passioni e desideri, ma forse questo è solo dovuto alla ristrettezza dello spazio a disposizione. Vedremo.

Poi butta lì il concetto di fondo: agli italiani è passata la voglia di fare, di produrre, e stanno rimanendo indietro. Se questo continua il paese rischia di diventare "povero" di nuovo, sia in senso relativo che, sembra suggerire TPS, assoluto. Occorre che le elites politiche, economiche e culturali s'assumano la responsabilità d'indicare una nuova direzione, di far ritornare la voglia di fare e produrre ed eccellere ...

Niente da eccepire anche qui. Chiunque legga ciò che qui si scrive sa che così la vediamo da tempo e che, anzi, a me personalmente sembra che una grossa fetta d'Italia sia già diventata povera, sia in termini relativi che assoluti. Il declino non è cosa del futuro, è cosa del presente. Che questa situazione di lento degrado sia, fra le altre cose, dovuta anche al comportamento, alla cultura, ed ai meccanismi di selezione delle elites italiane non ci piove proprio: è questo un altro tema su cui batto ossessivamente il martello da tempo, e non solo su nFA. Il problema è che, per come la vedo io, non c'è salvezza con queste elites. Il recupero, la crescita, il "miracolo" avviene solo se prima un altro miracolo (senza virgolette) si compie: gl'italiani le elites che hanno le tirano a mare - si fa per dire: basta pensionarle, per una volta non sarebbe pensionamento anticipato ma troppo ritardato - e se ne scelgono di nuove, con meccanismi di selezione ben diversi. Ma TPS fa parte delle elites correnti e, ovviamente, non gli si può imputare l'assenza d'istinti suicidi ... anche se il senso dello stato li richiederebbe, tali istinti.

È rilevante, comunque, che TPS faccia capire che ha capito che in Italia non vi è consapevolezza diffusa del declino in corso, e di ciò che esso implica nell'arco di un decennio o due. Ho sperimentato ancora una volta tale beota mancanza di consapevolezza durante le ultime tre settimane, in circoli e fra persone insospettabili. Tale effetto gestaltico spiega, a mio avviso, la reazione di fastidio che molti hanno al contenuto e al tono "disfattista" di nFA: se sei convinto che alla fin fine tutto s'aggiusterà, che così fan tutti e che lo stellone ci salverà, leggere le cose che scrive, per esempio, Boldrin su nFA da fastidio alquanto. Comprensibile, anche se dannoso.

Un mio caro e vecchio amico, che non vedevo da circa un decennio e che ho rivisto per un lungo pranzo seguito da tanti caffè giorni orsono, m'ha dato la sua versione, molto saggia. Ha a che fare con il metodo appropriato per cuocere le rane vive. Se tiri la rana viva nell'acqua molto calda essa si scotta e, reagendo alla scottatura, tende a saltare fuori dalla pentola, metaforicamente salvandosi. Se invece la tiri nell'acqua tiepida, diciamo attorno ai 18 gradi centigradi, ci si trova a suo agio, la rana. Poi basta far salire lentamente la temperatura dell'acqua, alla quale la rana progressivamente s'adegua senza saltare fuor di pentola. Finché, ovviamente, si trova bell'e cotta senza essersene resa conto. Ecco, nella metafora dell'amico mio gli italiani son rane che stan bollendo a fuoco lento, ma non lo sanno.

TPS, invece, lo sa. E ci spiega che

 

Chi governa deve essere oggi guidato da una ambizione sul futuro del

Paese anche superiore a quella che gli stessi italiani sembrano in

genere manifestare; deve allungare lo sguardo oltre l'orizzonte nel

quale il quotidiano dibattito sembra volersi rinchiudere. Certo, non può dimenticare che in democrazia il sostegno dell'elettore

è condizione per governare legittimamente; ma nemmeno deve dimenticare

che ogni serio cambiamento — e di questo l'Italia oggi ha urgente

bisogno — implica decisioni impopolari. Guai a identificare la

legittimazione col responso quotidiano dei sondaggi. I sondaggi hanno

più a che fare con la psicologia e le carenze affettive che con le

istituzioni e la democrazia.

 

Condivido. Non che mi sembri una ricetta chiara, né mi pare affermazione particolarmente coraggiosa ed originale ma, almeno, nel linguaggio paludato e curiale della politica italiana sembra voler dire che il TPS ha intenzione di fare riforme senza paura dell'impopolarità e che vuole provare sul serio ad innescare meccanismi di crescita. Quali, non ci è ancora dato sapere, ma la dichiarazione d'intenti sembra chiara. E coordinata.

La lettera di TPS fa il paio con una bellicosa intervista di Fassino a Repubblica nella quale leggiamo, oltre ad una serie di paludate ovvietà e tremebonde quadrature di cerchio, roboanti dichiarazioni come la seguente

 

Serve un colpo d'ala, un grande salto di qualità. Il nostro riformismo

si misura nei prossimi cinque mesi. Sta di fronte a noi una scommessa

decisiva: hic Rhodus, hic salta. È ora di mettersi in gioco, e di

rischiare tutto sulle riforme.

 

Commentando la medesima intervista, il leader della coalizione a cui Fassino e TPS appartengono ha anch'egli dichiarato, secondo il Corriere,

 

Se per riformismo si intende accontentare tutti - aggiunge il premier - allora non è più riformismo.

 

Insomma, le dichiarazioni d'intenti ci son tutte e sono, ovviamente, parte d'uno sforzo coordinato di convincerci che fanno sul serio, dopo la disastrosa finanziaria. Ora aspettiamo i fatti. Li osserveremo, studieremo e commenteremo. Impietosamente, come sempre, e cercado, se possibile, d'esser costruttivi. Ovvero di suggerire il che fare ed il come. Anno nuovo, propositi nuovi, anche per me.

Vedremo se e' vero che l'Epifania (del 2007) tutte le rendite parassitarie si porto' via ....

Buon anno lavorativo e riformista a tutti, anche al governo patrio.

 

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Commenti

Ci sono 4 commenti

Salve e auguri di buon anno innanzitutto.

Dopo aver letto quest'articolo - che mi piace molto - i miei pensieri rimangono sostanzialmente gli stessi, cioè che questa classe dirigente prima se ne va, meglio è: completamente lontana dal popolo, dimostrazione ne sia l'ultima finanziaria e anche la manifestazione del 2 dicembre, con due milioni di persone in piazza. Per molto meno in un altro Paese chiunque si sarebbe dimesso, ma tant'è, loro sono stati votati per far andare via Berlusconi...ma i veri responsabili secondo me non sono solo loro, ma bensì noi stessi: in molte aziende, per non parlare dei ministeri, quello che sembra traspaia non è "lavorare", ma "far vedere che si lavora": così non c'è merito, quindi non c'è crescita, con tutto quello che ne deriva. Complice anche un antiamericanismo abbastanza diffuso, almeno qui da me, che ha anche contribuito alla crescita dei sindacati che certamente non fanno il nostro interesse. Comunque quello che mi sembra evidente è che non ci è mai stato insegnato che ognuno di noi ha delle risorse infinite, basta solo tirarle fuori. A noi italiani non manca assolutamente nulla, insomma, e in passato lo abbiamo ampiamente dimostrato.

TPS? E chi è?! Il vero responsabile è Visco!

Riguardo a Fassino, mi viene in mente un intervento a "Radio Parlamento" di circa due settimane fa (da seguire: si ha uno specchio in diretta di quanto succede nel nostro parlamento): riferendo su un giro esplorativo nel Nord Italia, per "tastare il polso" (testuale), per sondare insomma il pensiero generale dove "il cuore batte a destra" (testuale), Fassino avrebbe constatato un malcontento pressoché totale; quindi potrebbe essere questo il motivo per cui ora sta spingendo così tanto sulla necessità delle riforme, ha capito benissimo che questa finanziaria ha contribuito probabilmente ad un grosso spostamento di elettorato.

 

sei molto generoso, michele. sara' l'anno nuovo. le stupidaggini sugli animal spirits fanno pensare proprio male. per definizione gli spirits non si controllano con policy. TPD e' quindi interventista in tutto, ma sulla crescita non puo' far nulla che e' colpa degli animal spirits?

 

Lui pensa che puo' anche sugli animal spirits, con le prediche.

 

ci mancava la vocazione da prete