Letture per il fine settimana 10-1-2015

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Questa settimana: Ma Charlie Hebdo sarebbe legale in Italia?; la bestemmia di cui abbiamo bisogno; quale istituto di sondaggi ha fatto meglio alle scorse europee?; Jeffrey Sachs e il paleokeynesianismo; quando abbandonerete i buoni propositi.

Buona lettura e buon fine settimana

  • L'articolo 403 del codice penale italiano afferma: ''Chiunque pubblicamente offende una confessione religiosa, mediante vilipendio di chi la professa, è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000. Si applica la multa da euro 2.000 a euro 6.000 a chi offende una confessione religiosa, mediante vilipendio di un ministro del culto.'' Offendere più o meno tutte le confessioni religiose, naturalmente, è ciò che Charlie Hebdo fa continuamente. Quindi, mi verrebbe da pensare, una interpretazione letterale della norma implicherebbe che chiuque pubblicasse in Italia i contenuti di Charlie Hebdo sarebbe passibile di condanna penale, anche se la pena è una multa relativamente contenuta. Poi magari nella prassi questa norma viene ignorata e non fa tanti danni. Però, nel dubbio, non sarebbe meglio abolire l'articolo?
  • ''La bestemmia di cui abbiamo bisogno'' è il titolo del pezzo di Ross Dohuat sul New York Times. Discute tre premesse sul ruolo della bestemmia in una società libera. Di particolare rilievo la prima: 1) The right to blaspheme (and otherwise give offense) is essential to the liberal order, il diritto di bestemmiare (e in generale di offendere) è essenziale per l'ordinamento liberale. Dohuat è un cattolico devoto; invito tutti a leggere il suo pezzo per intero. Poi ritornate con la mente all'art. 403 del codice penale italiano, e chiedetevi se è compatibile con l'ordinamento liberale.
  • Termometro Politico valuta la performance degli istituti di sondaggio principali con riferimento alle ultime elezioni europee. Informazione interessante, ma purtroppo di utilità limitata dato che non si discutono gli aspetti metodologici che possono aver causato gli errori. Però è abbastanza impressionante come gli istituti tendano a sbagliare tutti nella stessa direzione; alle ultime europee tutti hanno sottostimato il PD e sovrastimato il M5S. Ma cose simili sono successe in altre elezioni (sottostima del M5S alle politiche del 2013, sovrastima del PdL alle precedenti europee ...).
  • Nella blogosfera economica questa settimana ha fatto rumore la ferma presa di posizione di Jeffrey Sachs contro quello che lui chiama ''crude aggregate demand management''. Sachs non dice niente di particolarmente innovativo, ma è bene capire che il dibattito in questione è più politico (nel senso più deteriore della parola) che scientifico. Quindi la presa di posizione di Sachs è importante non per il contenuto di quello che dice ma per chi lo dice, ossia un accademico famoso decisamente schierato a sinistra. John Cochrane si chiede se la ''eresia'' di Sachs verrà trattata con benevolenza (''dopotutto è uno che sta dalla parte giusta'') o con maggiore astio (''traditore!'').   La reazione di Brad DeLong sembra puntare alla seconda alternativa. Io, per parte mia, ho deciso di smettere di leggere questa roba. Non mi sembrano temi di cui discutere sui blog e non imparo niente.
  • Chiudiamo con un po' di leggerezza un post iniziato con il cuore pesante. C'è chi ha fatto un'analisi statistica di quanto a lungo durano i buoni proponimenti di inizio anno. Tutti i dettagli su Fivethirtyeight.
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Commenti

Ci sono 45 commenti

Al di là dei toni polemici, la parte più eloquente, soprattutto per noi europei e in particolare italiani, è proprio la risposta di J. Bradford DeLong:

 

(Why Yes, I Do Believe Jeffrey Sachs Has Lost His Mind. Why Do You Ask?)

For could anything possibly lead somebody who has not lost his mind to call a real GDP growth rate of 2.2%/year "brisk"?

 

inscì aveghen :-)

Dohuat dice che, se un gruppo abbastanza largo di persone minaccia di ucciderti per quello che dici, blasfemia inclusa, allora vale la pena di dirlo e di difendere chi lo dice. Attenuerei la tesi. Quella minaccia è una ragione a favore, da soppesare con ragioni a sfavore. Una ragione a sfavore è che irridere dei credenti fanatici può aizzare e contribuire indirettamente a diffondere il fanatismo.

Insomma valuterei caso per caso, momento per momento, calcolando le conseguenze piuttosto che attenendomi a princìpi. Sia come scrittore, per decidere se auto-censurarmi o no, sia come autorità di governo, per decidere se scoraggiare o perfino, in casi estremi, censurare,oppure invece consentire la blasfemia e proteggerne gli autori anche a costi elevati.


Ed esegue portandosi con se all'altro mondo tante altre persone che magari preferirebbero vivere in ginocchio piuttosto che morire in piedi, e per quanto questo appaia disonorevole e indegno di un uomo vero, quest'ultimo è solo un giudizio morale, insieme a quello sulla vocazione naturale della democrazia, di contro ad un fatto empirico definito e alquanto critico. Inoltre un limite c'è anche per la più democratica delle democrazie se vuole continuare ad esistere, si tratta di vedere se questo limite non è stato già superato.

Tutti i discorsi, a quanto pare, riverberano sempre su infami o traditori, che dir si voglia, e tuttavia l'infame o traditore manifesta solo una emergente insofferenza verso una situazione che evidentemente oramai si pretende di sostenere o imporre solo con gli anatemi morali.

Ma se la realtà è più solida del desiderio, presto a desiderare di tradire o a mettersi risolutamente sulla strada del “tradimento” saranno in numero sempre maggiore, a dispetto di qualsiasi tipo di nobiltà che resta sempre solo una realtà di secondo livello.

 

 

 

Il divieto di pubblicare sondaggi negli ultimi 15 giorni è i) progressivamente sempre meno rilevante data la crescente popolarità dei vari siti che li riportano con un minimo travestimento (corse di cavalli etc.) - peraltro compulsati, anche ossessivamente, da un pubblico più colto e interessato, con accesso ad internet (un caso di digital divide?); ii) un ottimo alibi per le agenzie di sondaggio, che possono nascondere i propri fallimenti dietro i cambiamenti di opinione (che ci sono indubbiamente).  I

E non ho capito, l'articolo di Sachs e il resto di questa roba invece noi ce lo dobbiamo sciroppare? ;-)

Non me ne voglia il buon Sandro Brusco ma rompo gli schemi inserendo un argomento nuovo. Lo avrei fatto proponendoglielo prima via mail ma la notizia è troppo fresca (ieri 9 gennaio) ed io eri ero come tanti attaccato ai media per seguire le vicende parigine.

La notizia è che la BNS nell'ambito della sua politica di difesa del franco svizzero (troppo forte rispetto all'Euro in quanto bene rifugio, cosa che danneggia le esportazioni svizzere, a loro volta il 50% del PIL e quindi non bruscolini) ha realizzato nel 2014 utili e plusvalenze "primato" per 38 miliardi di CHF.  Se considerate che il PIL svizzero (2013) è di circa 660 miliardi di franchi siamo in presenza di una banca nazionale che solo con le operazioni di compravendita di valuta realizza un utile pari al 5.7% del PIL.

La cosa è interessante: si tratta del caso inverso rispetto alla Russia di Putin che deve vendere valuta pregiata per sostenere un Rublo debole, perdendo 100 miliardi tra ottobre e dicembre 2014.  I russi vendono, perdendoci, gli svizzeri comprano, guadagnandoci. Al momento le riserve valutarie svizzere, leggo qui, ammontano a 495 miliardi di franchi (il 75% del PIL CH!!!) dato che (in dollari 488 billions) è superiore alle riserve valutarie russe, ormai scese sotto i 400 miliardi di dollari. Quelle italiane sarebbero sulla cinquantina di miliardi.

La cosa che ha poi un risvolto politico interessante è che gli utili della BNS devono, per statuto, essere ridistribuiti alla popolazione. A parte riserve obbligatorie per 10 miliardi (al netto del consumo delle riserve nell'anno precedente) il resto va per 1/3 nella casse della confederazione (come entrata extratributaria) e per due terzi ai cantoni, distribuiti alle casse cantonali sulla chiave procapite (dipende quindi dalla popolazione dei singoli cantoni).

Poi ogni sovranità decide in autonomia se usare la somma per abbattere un suo eventuale debito, se per diminuire le tasse, se per sostenere nuove spese o con un mix delle tre cose.

La domanda finale è:
a) piove sul bagnato?
b) chi sa gestirsi bene merita di essere premiato?


Tema spinoso. Ma l'offesa è alla confessione o ai credenti di detta confessione?

In realtà la confessione in quanto tale non potrebbe offendersi. Se io scrivessi che Marx scrivendo il capitale non capiva una mazza ed era un idiota simil-demente sto offendendo la religione del comunismo (ma chi se ne cale?) o i comunisti? Piu' praticamente sono i credenti (alcuni) ad offendersi ed imbracciare il mitra. Offendersi è soggettivo ma in una comunità si dovrebbe tendere ad evitare di offendere gli altri, neanche con l'alibi della satira. Una cosa è criticare, una cosa è offendere.

Forse per questo qualcuno dice "I'm not Charlie".

Perché sono morti. Credo che ci si debba fermare all'essenziale e questo non mi sembra il momento per le provocazioni.

I credenti delle confessioni religiose tendono ad offendersi per natura, e offendersi è un atto decisamente soggettivo. Questo dovrebbe consigliare cautela, non per se stessi, ognuno è libero di scegliersi il martirio che desidera, ma soprattutto quando si mettono a rischio anche vite altrui. Su questo è difficile discordare. Altra questione è l'offesa alla confessione in quanto tale, soprattutto se questa parola estende il suo senso e viene trasformata in locuzione: “la religione del comunismo”, di cui, spingendo ancora sull'analogia, Marx diventerebbe la divinità. Per coerenza semantica, anche la parola “offesa” in questo contesto dovrebbe cedere ad una sua interpretazione più larga. L'offesa alla “confessione” in questo caso diventerebbe il sostenere una posizione poco documentata, o illogica, o in qualsiasi modo pretestuosa; in una parola: un'affermazione sarebbe un' “offesa” se fosse “antiscientifica”. Durante il Terzo Reich si sosteneva che la relatività era sbagliata perché era una teoria ebraica. Questo sottintendeva certamente un'offesa agli ebrei che per il solo fatto di esserlo non potevano produrre cose vere, ma era anche un'offesa alla scienza per la quale questo è un non argomento. Così sarebbe un'offesa all'onestà intellettuale sostenere che Marx è un fesso con la motivazione non detta di voler offendere i comunisti, o degradare gli ebrei per via che Marx era ebreo, o compiacere al mio capo per via che a lui dispiace Marx, o perché disapprovo le barbe lunghe.

il mondo occidentale si è mobilitato perchè dei terroristi hanno ucciso dei vignettisti,

dubito fortemente che sarebbe successo lo stesso se i vignettisti in questione avessero semplicemente preso una multa per blasfemia...

non licet componere magnis.

 

il mondo occidentale si è mobilitato perchè dei terroristi hanno ucciso dei vignettisti.

 

c'è poco altro da dire.

di fronte a uno stupro, ormai  dovremmo aver imparato a non soffermarci sull'abbigliamento della vittima.

superior stabat lupus, inferior longeque agnus.

in mezzo al carnaio prodotto da merde umane autodefinetesi, cade anche un collega di Toulouse, bernard maris

 

en.wikipedia.org/wiki/Bernard_Maris