Letture per il fine settimana, 11-2-2012

/ Articolo / Letture per il fine settimana, 11-2-2012
  • Condividi

Questa settimana: può l'Italia cambiare?, perché non si creano posti di lavoro, gli economisti hanno sempre ragione; recensione dell'ultimo libro di Tremonti; le aspettative elettorali di Rifondazione Comunista;

  • Tim Parks sulla New York Review of Books (in inglese) offre la sua prospettiva sulle promesse di cambiamento in Italia da parte di una classe politica che le promette da decenni. 
  • Andor Jakob, (in inglese) un imprenditore ungherese ci spiega perché non gli conviene creare posti di lavoro. Una provocazione che ha fatto il giro del mondo, ma che contiene molte verità valide anche per l'Italia.
  • David Levine ci spiega con questo articolo sull'Huffington Post perché gli economisti hanno  ragione. Qui la seconda parte. Pubblicheremo a breve sul sito una traduzione in italiano a cura di Tommaso Aquilante e Luca Mazzone, che ringraziamo per l'aiuto.
  • Massimo Famularo si è preso la briga di leggere l'ultimo libro di Voltremont, e ne fa la recensione per Linkiesta. Lo ringraziamo di cuore per averci risparmiato la fatica. I temi non saranno particolarmente nuovi ai lettori di questo blog, ma a tanti altri sì. Visto che in questi giorni Tremonti svolazza da una trasmissione televisiva all'altra, ottienendo pubblicità gratuita, la controinformazione resta tanto necessaria come prima.
  • Paolo Ferrero, che come ricoderanno i più attenti è il segretario di Rifondazione Comunista, ha un blog sul Fatto (e va beh). L'ultima entrata l'ho letta perché [sono Sandro] leggo tutto quello che ha ''legge elettorale'' nel titolo. Mi stavo pentendo ed ero quasi convinto di aver sprecato il mio tempo, Ferrero comincia con la solita sbrodolata e poi dichiara, sorpresa sorpresa, che il sistema elettorale migliore è quello che più favorisce il proprio partito (il proporzionale senza sbarramenti, nel caso di Rifondazione). Ma l'ultimo paragrafo invece è una notizia: Ferrero vorrebbe dar vita ''a una grande lista di sinistra in cui confluiscano la Federazione della Sinistra, Sel, l’Idv'', Traduzione: non solo ho paura di non prendere il 4% se mi presento fuori dalla coalizione di centrosinistra, ma ho addirittura paura di non prendere il 2% se mi presento in coalizione. Queste sono infatti le soglie di sbarramento. E visto che il suo primo atto come segretario fu quello di favorire l'uscita di Vendoia per creare un partito di duri e puri, la conclusione è una sola: gli anni al freddo senza poltrone riducono tutti a più miti consigli.
Indietro

Commenti

Ci sono 21 commenti

Mi permetto di aggiungere un tema: http://www.ilpost.it/2012/02/11/la-riforma-del-lavoro-in-spagna

A me ha subito fatto pensare a questo: http://noisefromamerika.org/articolo/mamma-li-sussidi-turchi

Sbaglio?

L'articolo di Tim Parks è semplicemente fantastico. Non una singola sbavatura, e una chiarezza cristallina. Da leggere nelle scuole (ma nelle scuole queste cose non si leggono...non sono nel programma!).

E mi preme molto sottolineare una cosa richiamata anche dal lettore Riccardo Forte in calce: noi non sappiamo cosa sia l'individualismo. Questa parola viene travisata ed esecrata in continuazione, e ci si lamenta che l'"individualismo" è imperante. Invece è proprio quel valore che ci manca: io sono io, ed è in quanto io che ho doveri e diritti.

Mo' me lo rileggo per mio gusto.

Potrebbe essere il nick di Berlusconi

Conclude così

Perhaps the author should change the title of this article to be:
How can the world change to be more like Italy and Italians.

Dopo aver letto questo http://www.linkiesta.it/salvare-l-italia-monti-faccia-cose-di-sinistra passare da voi e trovare un link a Levine che spiega con estrema chiarezza cosa "luminari" italiani non capiscono è veramente rassicurante. Grazie!

 la prima parte è indigeribile, ma poi nel concreto le proposte  (tagliare i trasferimenti alle imprese ed il monte-salari della pubblica amministrazione, centralizzare gli acquisti della PA, fare una spending review, snellire la giustizia amministrativa etc.) sono ragionevoli.  E non mi sembrano particolarmente di sinistra

è questa la cosa peggiore! Uno legge la prima parte dell'articolo e ci trova tutta una tirata contro la teoria neo-classica e di quanto siano bravi ed intelligenti tutti tranne i neo-classici e poi legge la seconda parte e ci trova proposte perfettamente ragionevoli e direi condivisibili anche da un neo-classico, seguace dell'ortodossia o con qualsiasi etichetta venga in mente.
Avesse, dopo quella tirata, chiesto di statalizzare tutto e di fare una patrimoniale al 50% e "...signora mia Lenin aveva capito tutto poi è venuto quel briccone di Stalin", allora avrei capito, non condiviso ma almeno capito. Ma così una povera mente che cerca di capire e ne capisce giusto qualcosa di economia resta confusa.

Poi legge Levine e prima di tutto capisce perchè le critiche ai neo-classici di Lunghini non reggono, capisce anche come funziona rational expectation e poi stop, perché quello è lo scopo dell'articolo. E se poi si vuole usare rational expectation per analizzare la realtà ci si può provare perché la si è capita, magari si sbaglia o ci si incasina, è un articolo, non un corso di PhD, ma almeno i concetti sono chiari. Questo intendevo col mio commento sbrigativo...

ll professore intervistato dichiara

Gli acquisti di beni e servizi della pubblica amministrazione andrebbero poi centralizzati e ridefiniti, ricontrattando i prezzi fuori mercato, riducendo complessivamente le uscite dal 6 al 9%.

Saggio e giusto. Magari però bisognerebbe informarlo che esiste la Consip, da anni, che fa precisamente questo.

le proposte sono ragionevoli. basta con le etichette, si guardi solo se quanto si propone è ragionevole e realizzabile o meno.

Il pezzo di Levine è fantastico. Ho due appunti (già postati sul wall di Michele, ci riprovo qui perché non ho ricevuto risposte da alcun lettore):



1) Mi dispiace sempre quando leggo questa contrapposizione tra "behavioral" e" non-behavioral" economics. Mi sembra un gioco delle parti scientificamente dannoso. Dovrebbe esserci solo "good" e "bad" economics.



2) Se ricordo bene il pezzo sul NYT che DL quota alla fine della seconda parte, Ubel e Loewenstein dicono qualcosa del tipo "a volte nudging non basta, serve più Stato". Ora, citare proprio quel pezzo sembra fatto apposta per far passare i "behavioral" come gente che fondamentalmente ha preferenze paternalistiche e cerca dei modi per razionalizzarle. Mi sembra unfair. In altre parole, se un gioco come quello che ho citato sopra esiste, mi pare che DL giochi pure un po' sporco :-)

In ogni caso è un ottimo articolo, che spero leggano più persone possibile.

Gabriele,

1) I may agree. Ma il problema non e' di DKL ma degli "advocates" di "behavioral econ". Il nome se lo sono scelto loro e l'hanno imposto come strumento di polemica. Circa 15 anni fa, quando il ridicolo fenomeno era in fasce, ricordo il buon VV Chari protestare ogni due minuti il fatto che anche lui, ed io e tutti gli altri, facevamo "behavioral" economics, nel senso che cercavamo di studiare il comportamento degli esseri umani. Ma non c'e' stata ragione. Oramai la frittata e' fatta. Come l'altro nomignolo idiota, quello dell'economia "neoclassica". Ma che si ci puo' fare? Al popolo piacciono le etichette.

2) No, non e' unfair. La quasi totalita' del gruppo di persone che si autoproclama "behavioral" ha un FORTE desiderio di avere il grande fratello che si occupa di noi. Basta guardare alle loro policy prescriptions. Di fatto, sono abbastanza convinto che l'evidenza mostri essere vera la seguente affermazione: circa l'80% dei modelli cosidetti "behavioral" sono motivati da un processo backward che parte dal desiderio di uno stato paternalista e costruisce la teoria ad hoc che lo giustifica.

Non che sia una grave perdita, ma volevo segnalare che il link al post di Ferrero è errato.

Ho controllato.  Per motivi misteriosi si apre in fondo all'articolo, dove iniziano i commenti, anziché in cima. Risali con il cursore e lo vedi. Ma, già sai, non è che valga veramente la pena di leggersi tutto il pippotto.

ma perche' nessuno dice nulla sulla candidatura di Roma alle olimpiadi? 

p.s. contrario!

ma perchè sei contrario? Lo sai che la cricca Anemone & C ha già finito i soldini dei Mondiali di nuoto? 

che con la crisi le mazzette sono scarse ultimamente?