Letture per il fine settimana, 20-11-2010

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Questa settimana: ancora a favore del sistema australiano; la situazione del Senato; l'Italia e l'indice di sviluppo umano dell'ONU; il blog di Matteo Bordone; crescita economica e povertà; il Gruppo Brusco; un nuovo scandaloso caso di assistenzialismo.

Buona lettura e buon fine settimana.

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Commenti

Ci sono 32 commenti

L'Irlanda quinta che sta per fare default la dice lunga sulla credibilità della classifica dell'ONU.

Quanto a Bordone, è così interessante che gli dà ragione gente che scrive (senza scherzare, perchè insiste sul punto) che la donna al lavoro è la rovina della famiglia. E IMHO non è affatto casuale che alla fine reazionari come quello e liberisti siano d'accordo, stante l'odio di entrambi per i diritti dei lavoratori

 

A me sono piaciuti entrambi gli articoli di Bordone. Interessanti anche i commenti

 

L'Irlanda quinta che sta per fare default la dice lunga sulla credibilità della classifica dell'ONU.

 

Giusta osservazione.

Se lasciassero che quelle due loro maledette banche gestite da delinquenti/incompetenti facessero default sul debito, salirebbero probabilmente al quarto o anche terzo posto.

Con tutti i soldi che risparmierebbero e che stanno gettando al vento per ripagare i bondholders inglesi, francesi e tedeschi, potrebbero pagarsi ancora più scuole, parchi, sicurrezza e magari fare quegli investimenti che servono per riprendere a crescere. Invece son lì che come dementi si dissanguano per pagare i debiti infiniti di banche demenziali.

Comunque, anche senza aver fatto il dovuto default non stanno poi così male, no? Mai visitata l'Irlanda, ultimamente?

 

Articolo sul Los Angeles Times.

ops.

 

 

 

Lo human development index nella tabella onu e quello nella tabella economist è lo stesso?

Se sono lo stesso indice c'e' una discrepanza sostanziale nel valore dell'italia.

 

Giusta osservazione. No, non è lo stesso. L'economist ha rifatto i calcoli partendo dai dati grezzi. Questo è quello che dicono.

 

We have put the two indices together to see where America's states would rank if they were countries. Because the indicators used in the two indices were slightly different, we calculated our index from scratch using comparable data (though we used a proxy for educational attainment). Our index still has Norway as number one but America drops to eighth.

 

Immagino ci fossero problemi di reperibilità dei dati a livello dei singoli stati USA.

se il proporzionale è il proporzionale tedesco (con tanto di collegi uninominali, perché in realtà la gran parrte dei parlamentari tedeschi è eletta nei collegi e non con il propozrionale!) va benissimo lo stesso. quel sistema l'ha scritto un genio. non per niente l'ha copiato pure la nuova zelanda (dove il maggioritario secco comincava a stare stretto).

il grosso problema dell'IRV IN ITALIA, secondo me, è il CONTEGGIO DEI VOTI. che è lungo e complicato perché bisogna fare tutti i vari round con caterve di schede con miriadi di candidati ciascuna. errori e brogli a go-go.

 

 

 

 

Io ho paura che ci terremo il porcellum ancora a lungo. Per il PD l'unico inconveniente di questo sistema è che il premio di maggioranza se lo becca SB, altrimenti andrebbe benissimo; non a caso il porcellum è ispirato al sistema elettorale della Regione Toscana. Una volta fuori dal gioco SB, presumibimente per motivi biologici, è verosimile che il PdL si spacchi e che il PD diventi partito di maggioranza relativa. A questo punto poter nominare i parlamentari, cosí come vengono nominati i consiglieri regionali toscani sarà una grande comodità.

Ho solo letto le note introduttive e a me sembra la solita confusione tra correlazione e spiegazione causale. Il tipico approccio dell'economia mainstream che in quanto non scientiico si presta perfettamente a conclusioni e prescrizioni politiche 

Vorrei domandare come si faccia a comparare la Svezia e gli USA due paesi con dinamiche demografiche totalmente diverse. In quest'ultimo paese ogni anno milioni di nuovi immigrati entrano nel mercato del lavoro probabilmente non proprio dall'apice della distribuzione dei redditi. Mentre è inutile ricordare che esiste una bella letteratura circa l'incapacità della Svezia a creare nuovi posti di lavoro da decenni