Letture per il fine settimana, 23-11-2013

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Questa settimana: intervista a Lars Hansen; Settis Vs. Scalfarotto; sul trasporto pubblico in Italia; depositi solo alla Banca Centrale?;

Buona lettura e buon fine settimana.

  • Dei tre premiati di quest'anno Lars Hansen è sicuramente il meno mediatico, quello che che il giornalista medio alza le braccia e dice ''eh, si tratta di robe tecniche''. È anche, secondo me, quello che meglio rappresenta chi ha fatto economia sul serio negli ultimi 50 anni. Una intervista sul New York Times aiuta a capire meglio la persona.
  • OK, né Scalfarotto né Settis sono giganteschi titani, ma la polemica è interessante perché riguarda un tema che in Italia è enormemente importante: la gestione economica dei beni culturali. Settis ha una visione che credo si possa a buona ragione definire aristocratica: i beni vanno preservati e basta (tassando il popolino, anche se questa parte la gente come Settis non la sottolinea) e ogni tentativo di sfruttarli in modo commerciale genera riprovazione anzitutto morale. L'occasione della polemica è la potenziale costruzione di una torre in acciaio e cristallo vicino al Duomo di Milano, a uso e consumo dei turisti in occasione dell'EXPO. Per Settis questo significa ''fare del Duomo il mero supporto di attività commerciali, nel segno di una resa di ogni altro valore (perfino della fede cristiana) al Dio Mercato''.  Ellamadonna. Anzi, ellamadunina. Scalfarotto è di idea diversa. Mi piacerebbe sapere nel PD quanti stanno con Settis e quanto con Scalfarotto, a cominciare dai candidati alla segretaria.  
  • Sembra si stia avviando a soluzione lo sciopero degli autisti di Genova, ma il settore del trasporto pubblico locale (TPL per gli amici) in Italia continua a rappresentare un enorme problema. Andrea Boitani, un collega della Cattolica di Milano, discute più in dettaglio quali sono i punti critici del nostro sistema. Come (quasi) sempre sembra accadere, i nodi reali non sono quelli su cui si incentra il dibattito politico.
  • Sono abbastanza ignorante di economia monetaria, ma mi ha incuriosito questa proposta che sta iniziando a girare di permettere alla Banca Centrale statunitense di raccogliere depositi dal pubblico, eliminando al contempo l'assicurazione sui depositi delle banche commerciali. Nonostante tutta l'enfasi messa dai media sui derivati e la tecnofinanza, vari economisti ritengono che i depositi  a vista, per la loro natura, siano una delle maggiori fonti di instabilità finanziaria. Se i depositi fossero unicamente presso la Banca Centrale, buona parte dei problemi sparirebbero. Attendo il seguito del dibattito, magari ci sono problemi che non vedo.
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Commenti

Ci sono 12 commenti

Sull'argomento finanziamenti pubblici a teatri ho scambiato diversi commenti con utenti palermitani. Per dare un'idea:

da www.skyscrapercity.com/showpost.php

AR: "Dal bilancio del 2011 che citi (pag. 7 su www.spettacolodalvivo.beniculturali.it/index.php/trasparenza/doc_download/537-bilancio-2011):  

  • VALORE DELLA PRODUZIONE (CONSUNTIVO 2011)

RICAVI DELLE VENDITE 2.709

INCREMENTI DI IMMOBILIZZAZIONI 0 ALTRI PROVENTI 271

CONTRIBUTI 32.482

TOTALE 35.462

 

I ricavi delle vendite rappresentano il 7.6% delle entrate, i contributi il 91.6%!  Sulle spese totali (31.908) i costi del personale (23.225) rappresentano il 72.8%!!!  Le spese del personale saranno pure scese del 3% dal 2010, ma nel frattempo le vendite al botteghino sono scese del 14%, ed il costo medio per addetto é salito da 59 mila a 61 mila Euro!

 P.S.: quell'attivo é uno specchietto per le allodole: dato che la Fondazione aveva fatto tutti quei debiti, invece di farla fallire ed accollare la perdita alla banca che glieli aveva dati, hanno deciso di aumentare i contributi pubblici per ripagare piano piano la banca creditrice. Gli attivi del Massimo (che sono totalmente fittizi, infatti vengono generati totalmente grazie a contributi pubblici, cioé dandogli piú contributi pubblici di quanti gliene servirebbero per pagare costi aziendali medi da 61 mila Euro a lavoratore) finiscono tutti nelle casse di quella banca. A me cittadino, non ti dico quanto mi possa fare piacere. Un sistema dove accadono cose simili é un sistema malato oltre ogni immaginazione."

 da www.skyscrapercity.com/showpost.php

AR: "Questo detto, a te pare normale dare 30+ milioni di Euro di contributi pubblici al Massimo ogni anno, per far vedere degli spettacoli a 25/35 mila persone?

Se ti fai i conti, significa che ogni anno il Massimo riceve 49.59 Euro per ogni Palermitano 0-120, o anche un 200 Euro per ogni famiglia con 2 figli, ma che solo il 4-5% dei Palermitani ne usufruiscono.

Per quelli che ne usufruiscono, parliamo di un contributo equivalente a 1000/1200 Euro annui.

A te sembra normale dare 1000/1200 Euro annui a delle persone, probabilmente appartenenti alle classi piú benestanti della cittá, e niente agli altri, ed aggiungi poi che i beneficiati sono meno del 5% dei cittadini?

E per quanto possa sembrare incredibile, il Massimo non é l'unico esempio simile, si potrebbero fare discorsi simili anche per Politeama, Biondo, Santa Cecilia.  Poi, se la guardi con gli occhi di chi Palermitano non é, e magari non ha nemmeno un teatro attivo in cittá (non é il caso di Trapani, ma ce ne sono tanti casi simili in Sicilia), é se possibile pure peggio ..."

 da www.skyscrapercity.com/showpost.php

 

Dai vari articoli di giornale ho sempre letto che il Massimo ha preso intorno ai 10-12 milioni di euro di contributi pubblici, non 30

 

AR: "Calò ha riportato il link al bilancio, che riportava 30+ di contributi, e 2.5 di ricavi di biglietteria. I 10-12 glieli da la Regione, altri verranno da Stato, Provincia e Comune."

 

Se da palermitano pago anche una piccola parte delle mie tasse per il Massimo, non mi dispiace, anzi

 

AR: "Ipotizziamo per difetto che i contributi per Massimo, Politeama, Santa Cecilia, Biondo e compagnia assommino in totale al doppio di quelli che vanno al Massimo da solo, cioè una sessantina di milioni, ed ipotizziamo che ne godano il 10% dei Palermitani.  Ci sono due problemi: non sono certo le tasse dei Palermitani a mantenersi quei teatri, ed anche se fossero, dato che ne gode una parte minuscola della popolazione, significa realizzare un trasferimento dal 90% di chi non va, tra cui la gran parte delle classi meno abbienti della città, di circa 100 Euro annui a chi va, tra cui la gran parte delle classi più abbienti, una sovvenzione personale media dell'ordine di 2000-2500 Euro annui."

da www.skyscrapercity.com/showpost.php

 

Dal bilancio si evince che il personale è diminuito, che la gestione è sana o in via di risanamento. Il teatro massimo di Palermo ha chiuso sette, ripeto 7 bilanci consecutivi attivi:

 

AR: "Ma sei serio? Il Massimo vende biglietti per 2.5 milioni di Euro e ne spende 32, e tu la chiami una gestione sana? Ti ho già fatto notare che gli attivi servono a far rientrare la banca dal prestito che aveva concesso, quindi stanno facendo pagare a noi contribuenti, attraverso quei contributi, dei debiti che se la Fondazione fosse fallita, come sarebbe fallita qualsiasi ditta privata al mondo con quei conti, la banca non avrebbe mai più rivisto.  In tutta onestà, capisco che io ti possa stare antipatico, ma che tu per partito preso ti metta a difendere comportamenti simili mi sembra quantomeno sorprendente.  Perché i debiti bancari di questa o qualsiasi altra fondazione li dobbiamo pagare noi contribuenti? La banca gli ha dato prestiti eccessivi rispetto alle loro capacità di ripagarle? Che la banca accetti le perdite che se è così merita di subire. Il debito pubblico è enorme anche per colpa di questi meccanismi perversi, che stanno bruciando il futuro ed il presente di generazioni di italiani e di siciliani, come fai a difenderli?"

da www.skyscrapercity.com/showpost.php

 

 fare turismo significa anche preservare e valorizzare la cultura i teatri e i monumenti di una regione.!

 

AR: "E chi avrebbe mai detto che non è il caso. Ben venga una gestione imprenditoriale del Massimo. Ben venga un azzeramento dell'aliquota IVA sui biglietti teatrali. Ma bruciare 32 milioni di contributi per far vedere degli spettacoli a 30 mila persone è sinceramente ingiustificabile."

 

  alla fine i soldi per i teatri e la cultura sono sempre ben spesi...!

 

AR: "No, non necessariamente. Il livello di contributi assegnati al Massimo, ma anche ad altri teatri, è ingiustificabile a fronte del ritorno, non solo economico, ma anche culturale. Se difendi i comportamenti odierni, tu non difendi il Massimo, e certamente non lo ami."

Ed anche:

AR: "E perché domani mattina invece non togliamo i 30 milioni e rotti di finanziamenti pubblici al Teatro Massimo?

Oppure gli altrettanti che finiscono a Politeama, Santa Cecilia, Bellini e compagnia?

I Palermitani benestanti vogliono andare a teatro?

Se lo paghino con i loro soldi il biglietto, non con i miei."

Già solo il fatto che dici che il teatro è una cosa per benestanti denota la tua grande ignoranza. Comunque si può assistere ad un'opera teatrale del massimo spendendo dai 25 ai 125 euro. Non c'è dubbio, cifre da capogiro. Quindi anche chi assiste ad una partita di calcio è una persona benestante. Detto questo, a differenza di altre operazioni(tipo sganciare 3 milioni di euro all'anno ad una compagnia aerea), i finanziamenti pubblici ad attività culturali non sono incompatibili col mercato interno come disciplinato dall'articolo 107 del TFUE. 

AR: "Ho vissuto negli anni 90 per 18 mesi in un appartamento in zona Oreto vecchia, a quattro passi dalla Guadagna. Io sinceramente tutti questi Guadagnoti che si potevano permettere di andare a teatro, posto che desiderassero farlo, non me li ricordo.

  1. Se con i biglietti ci pagano il 10% delle spese, e chiedono da 25 a 125 Euro, senza finanziamenti pubblici chiederebbero da 250 a 1250 Euro a spettacolo? A me pare ovvio che ci siano degli sprechi, nemmeno tanto nascosti. A te no? E perché tu vuoi fare pagare questi sprechi immani a chi non ci pensa nemmeno a godere degli spettacoli in questione? Non sarebbe meglio comprimere la sovvenzione pubblica dal 90% a livelli piú sostenibili e moralmente giustificabili? Esentare i biglietti dall'IVA, di tutti i teatri non solo di quelli figli di mammá, mi pare piú che sufficiente.

Nota che non mi offendo mica se mi dai dell'ignorante. Io so di esserlo in tanti campi, e prima di farmi un'opinione e soprattutto aprire bocca cerco di curarmi. Credo sia molto meglio di chi non si rende nemmeno conto di esserlo, no?

[sul riferimento al TFUE] Argomento da leguleio. L'avvocato di un nazista avrebbe detto che a differenza di rifiutarsi di fucilare partigiani, il bruciare ebrei nei forni crematoi non era attivitá incompatibile con la legislazione tedesca corrente durante il terzo reich come disciplinato da chissá quale stramaledetto articolo."

Il tuo è un discorso profondamente classista.

AR: "Famiglia media di 4 persone, io voglio mettergli in mano 4 mila Euro in più nei prossimi 10 anni, tu invece vuoi che continuino a pagarli in tributi che beneficiano meno del 10% della popolazione, e più spesso che non questo 10% è più benestante di questa famiglia media. Ed io sono quello classista."

Lisergico!

AR: "- Venghino siori e siore, se comprate un biglietto della lotteria, modico costo 1000 Euro, potete vincere 25 mila Euro, spendibili esclusivamente per comprare biglietti in 3 teatri nei prossimi 10 anni.
- bello, e se compro il biglietto quante possibilità ci sono di vincere?
- figliolo, che lavoro fai?
- ehm, sono disoccupato ...
- allora nessuna, vince solo chi è ricco oppure ha un buon lavoro, gli altri pagate e basta, mica vi vogliamo veramente fare entrare in teatro, è un posto esclusivo ...
- grazie, come è umano lei!

E o non è una scena degna di Fantozzi?"

Scrivo da Genova, ho vissuto ciò che è successo negli ultimi giorni e vivo da anni quella che è la realtà del Tpl nella mia città (dove, di fatto, è scoraggiato sia il trasporto pubblico sia la mobilità privata, ma questo è un discorso più ampio).

Nonostante questo non riesco a farmi un'idea su cosa sia meglio tra pubblico e privato. Senza dilungarmi troppo, sono due le questioni che non riesco a risolvere:

a) Riferito a città come Genova: la conformazione territoriale è un forte ostacolo. Alcune tratte, che raggiungono piccole delegazioni, con pochi utenti e in zone impervie, sono oggettivamente anti economiche da coprire per un privato. Fatico a pensare a quale folle vorrebbe gestirle.
b) Visto il carrozzone di Amt, propenderei per una gestione privata. Il punto è che fatico a capire come si possa garantire un buon livello di concorrenza in un mercato con barriere all'ingresso come quelle del trasporto locale (soprattutto in città come Genova) e non vorrei ritrovarmi ad avere a che fare con un monopolio privato al posto di uno pubblico.

Non ho intenti polemici: qualcuno su NFA potrebe indicarmi qualche riferimento che possa chiarirmi le idee (post passati, link a qualche altra fonte o anche solo un suggerimento su come documentarmi) ?

Questioni difficili dal punto di vista empirico, pero' nota che anche quando ci sono dei monopoli naturali, questo non implica che non vi possa essere concorrenza. Ogni 10-20 anni si puo' bandire una concessione al miglior offerente alle condizioni che si vogliono: garanzia di accesso alle zone impervie, etc... e non e' nemmeno detto che il settore pubblico non possa sussidiare il vincitore. Non e' come il mercato ortofrutticolo ma una gestione concorrenziale anche in questi settori e' possibile. 

Perché i depositi sono fonte di instabilità? Non basta l'assicurazione pubblica sui depositi per evitare guai? Se i depositi venissero spostati tutti alla BCE spetterebbe alla banca centrale decidere quali imprese finanziare e a chi concedere mutui, oppure presterebbero i soldi depositati alle banche private? In entrambi i casi temo che il rafforzamento del canale di trasmissione della politica monetaria aumenti il rischio di generare bolle speculative o immobiliari.

L'unica cosa sensata per limitare le instabilità finanziarie riversate sull'economia è togliere l'assicurazione pubblica sui depositi e relativi salvataggi, e dire alle banche di lavorare e non intrallazzare sui mercati finanziari o con la politica.

Matteo Renzi segretario del PD nomina alcune persone. Questa è la squadra: «Luca Lotti va all'organizzazione - spiega Renzi - , Stefano Bonaccini agli Enti locali, Filippo Taddei responsabile Economia, Davide Faraone a Welfare e Scuola, Francesco Nicodemo alla Comunicazione, Maria Elena Boschi alle riforme, Marianna Madia al Lavoro, Federica Mogherini all'Europa, Deborah Serracchiani alle Infastrutture, Chiara Braga all'Ambiente, Alessia Morani alla Giustizia, Pina Picierno alla Legalita e sud, e Lorenzo Guerini portavoce della segreteria».

Non connosco questo Filippo Taddei e vorrei cononscre meglio le sue idee sulla politica economica

link1

link2

Nel 2012 partecipò anche all' incontro organizzato da nFA al senato, quindi penso sia persona consociuta in questi lidi.

Una prima cosa interessante da leggere per capire chi è il nuovo responsabile all' economia del Pd potrebbe essere questo articolo dove FT, che tra l' altro sosteneva Civati, fa un' analisi delle proposte di Gutgeld, parlamentare vicino a Renzi.

Grazie. Ho trovato anche una recente intervista del suddetto in cui riassume brevissimamente le sue proposte.