Letture per il fine settimana, 29-1-2011

/ Articolo / Letture per il fine settimana, 29-1-2011
  • Condividi

Questa settimana: le prossime elezioni irlandesi; fonti sulla rivolta araba; veltroneide; un altro paese per vecchi; capacità contributiva e spesa nei comuni italiani; il Nens sulle misure antievasione. In chiusura, pubblicità per i prodotti della casa.

Buona lettura e buon fine settimana.

  • Le prossime elezioni irlandesi promettono di essere molto interessanti, nel senso che sconquasseranno il sistema politico che si è venuto consolidando nel dopoguerra. Se volete saperne di più sul sistema politico irlandese potete cominciare da qui. Il sistema elettorale usato in Irlanda è il voto singolo trasferibile, che è analogo al sistema australiano ma per collegi con più candidati.
  • Sempre su Monkey Cage, un post con una raccolta di utili fonti di informazione per seguire la rivolta popolare nei paesi arabi. Non sono riuscito a trovare fonti in italiano, e sarei grato ai lettori se vorranno segnalarne. Il malgoverno dei paesi arabi era ben noto, ma la simultaneità e l'estensione della rivolta popolare credo abbiano sorpreso un po' tutti. Come si diceva una volta, la boje, la boje, e de boto la va fora.
  • Io detesto Veltroni, che si è macchiato dell'infamia di farmi ridere a una battuta di Storace quando si candidò alla segreteria del PD (''grandi festeggiamenti in tutta l'Africa, Veltroni non viene''). Però Paolo Cosseddu, in arte Popolino e militante del PD, sembra essere ancora più arrabbiato di me.
  • Lungo articolo del New York Times sul Giappone e la sua gerontocrazia.
  • Il Centro Studi Sintesi ha prodotto uno studio sul rapporto tra capacità contributiva e spesa media nei comuni (guardate anche le tabelle). Mi pare che una conseguenza dello studio, che segnala come molti comuni in cui il gettito Irpef è basso abbiano una spesa media pro capite abbastanza alta, è di segnalare che un passaggio al finanziamento dei comuni basato su addizionali Irpef creerà tensioni che, probabilmente, verranno risolte con ampi fondi perequativi.
  • Un cane che morde un uomo non fa notizia, ma il centro studi di Visco che denuncia l'onerosità delle misure anti-evasione sì. Segnaliamo quindi questo intervento apparso sul sito del centro studi Nens.
  • Ah, quasi scordavo. Lunedì prossimo parte L'Inkiesta a cui collaboriamo anche noi di nFA ... siamo così favorevoli alla concorrenza che diamo persino una mano a chi ce la fa!
  • Ah^2, che scordavo quasi anche questo. Giovedì prossimo, invece, uno di noi partecipa in una pubblica discussione su quelli come noi.
Indietro

Commenti

Ci sono 18 commenti

Mi sembra una buona idea la collaborazione con Inkiesta. Credo che una crescente diffusione dei vostri interventi sia assolutamente utile e costruttiva. Tra l'altro, non credo affatto che questa collaboraione possa incidere sulla popolarità e l'attratività di nFA.

Veltroni..........viene il latte alle ginocchia. Il dott. Fassina invece nell'intervento di cui ai occupa qui alberto Bisin (Stefano Fassina generatore di frasi in ordine casuale) sembra un docente della scuola delle Frattocchie.

Quanto al documento NENS sull'onerosità di misure antievasione, è carino notare che né lì né altrove questi signori hanno commentato l'ignobile ed incivile solve et repete introdotto da Voltremont a danno dei contribuenti.

 

...qualsiasi cosa pur di citare l'AV-IRV!

Ebbene sì :-)

 

Il Centro Studi Sintesi ha prodotto uno studio sul rapporto tra capacità contributiva e spesa media nei comuni (guardate anche le tabelle).

 

Ci sono le tabelle complete con tutti i comuni analizzati?

 

Io non le ho trovate. Il Centro Sintesi le ricerche complete le vende, quindi non mette tutto sul web.

Ci vediamo il 3 febbraio.

Riceviamo da Francesco de Robertis (grazie!!) e giriamo. Un  articolo un po' pazzo (grande il Pazzo, tra parentesi) sulla congiura dei ricchi a Davos, con un paio di riferimenti che sono andato a cercarmi e che vale la pena di leggere pero':

L'idea che la diseguaglianza della ricchezza sia alla base di tutto il male passato da una decina d'anni in qua e di quello futuro sta prendendo piede (Raghu Rajan ci ha scritto un libro). Io personalmente  ne so troppo poco per giudicare, ma iniziero' a leggere proprio da qui.

 

Alberto, credo il link a Picketty-Saez sia da correggere: se, come credo, ti riferisci a:

Picketty and Saez (2003) "Income Inequality in the United States 1913-1998" Quarterly Journal of Economics 118 (1): 1-39

allora si puo' trovare sulla homepage di Saez, dove c'è anche un aggiornamento in cui usano i dati fino al 2008.

Una domanda ed un'ipotesi (che non ti sembreranno nessuna delle due particolarmente nuove, lo so).

- In cosa consiste il "male passato da una decina d'anni in qua"? RR prova a indicarlo e dice che sono i tassi bassi e le politiche a favore del credito a go-go. Gli altri, cosa dicono che è? Non l'aumento della diseguaglianza perché lo sanno anche i sassi che la diseguaglianza da una decina d'anni in qua è rimasta stabile dentro ai paesi occidentali, aumentata in quelli in via di sviluppo, diminuita mondialmente.

- E se la diseguaglianza non fosse la causa ma (uno dei cattivi) effetti(o) di ciò che è passato di male da una ventina (forse anche di più) d'anni in qua? L'ipotesi essendo che ciò che è passato di male è stato l'aumento dei poteri di monopolio e degli oligopoli in svariate industrie alla quale hanno contribuito, in maniera non esclusiva ma sostanziale, le finte privatizzazioni da un lato e l'estensione dei diritti della cosidetta "proprietà intellettuale"?

Risultato: apparente (?) aumento dell'ineguaglianza nei paesi stessi e tentativo di mantenere i livelli di consumo col debito

sul rapporto ineguaglianza/indebitamento mi pare che un ragionamento simile lo abbiano fatto in molti, vedi anche

http://www.lavoce.info/articoli/-lavoro/pagina1002106.html

 

però mi sembra una buona spiegazione sociologica perché la gente sia disponibile a indebitarsi, ma non una spiegazione economica perché se i redditi sono diminuiti dovrebbe essere anche diminuita la possibilità di indebitarsi (meno reddito hai meno ti prestano). Certo, ci sono stati i prestiti e mutui NINJA, ma quello che la teoria non spiegherebbe è il rapporto tra la crescita della diseguaglianza e la decisione delle banche di aprire i rubinetti anche in presenza di "no income, no job, no assets"

 

 

Non confondiamo: l'high skill premium è la differenza fra salario dei lavoratori  qualificati e salario medio. QUindi non si parla di calo dei salari, ma solo di calo relativo (che però è politicamente grave)

Secondo, qui si parla degli USA. Molti prestiti erano sulla casa, accesi per finanziare i consumi. Le banche avevano denaro a costo bassissimo (grazie a Greenspan) e potevano cartolarizzare i mutui con la finanza creativa (p.es. vendendoli a società fittizie) e/o scaricarli alle agenzie para-governative. Quindi dal punto di vista delle banche era un ottimo affare. Il problema è che poi tutta questa liquidità è riemersa, la gente si è spaventata ed è saltato tutto il giochetto.

Bello e deprimente il pezzo sul Giappone, grazie.