Letture per il fine settimana, 7-8-2010

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Questa settimana: una visione negativa del buddismo tibetano; gli interessi sul debito pubblico italiano; le difficoltà di Obama; massimo rispetto per il compagno Bloomberg; i provvedimenti sulle finanze comunali; ancora sulla grottesca vicenda Tirrenia; relazione del Centro Studi Confindustria sul mercato del lavoro 2009 (pdf).

Buona lettura e buon fine settimana.

  • Brendan O'Neill su Reason racconta di un suo viaggio in Tibet e di come il buddismo tibetano sia differente dalla versione soft venduta in occidente. La mia completa ignoranza sul tema mi impedisce di valutare la veracità dei suoi argumenti, ma la presa per i fondelli delle star di Hollywood è sicuramente divertente.
  • Mario Seminerio discute la situazione degli interessi sul debito pubblico, da tempo ormai immemore mina vagante per le finanze pubbliche italiane. Come al solito, poco di cui rallegrarsi.
  • Jay Cost su Realclearpolitics discute la caduta di popolarità di Obama e la sua strategia politica. Da leggere in preparazione delle midterm elections, con le quali a novembre si eleggerà una nuova camera dei deputati e un terzo (circa) dei senatori.
  • Questo non sapevo se metterlo. Poi, dopo un vivace scazzo con Alberto durante una cena bagnata da forse troppo vino (e sicuramente troppo malvasia), ho deciso di metterlo. Qui trovate materiale addizionale. Giusto per sottolineare il punto, riporto l'inizio del Primo Emendamento, il più amerikano degli articoli della costituzione:
    Congress shall make no law respecting an establishment of religion, or prohibiting the free exercise thereof
  • Gilberto Muraro su La Voce discute i recenti provvedimenti licenziati dal consiglio dei ministri sul finanziamento dei comuni. Ho scoperto che la cedolare secca sugli affitti è un po' più complicata di quello che pensavo. Credo che, assumendo che questo governo resti in piedi, le prossime riforme federaliste avranno tutte questo tenore. Piccoli aggiustamenti al margine, a volte positivi a volte negativi, ma niente di trascendentale. Sullo stesso tema, ma destinato solo ai veri appassionati: l'ultima (voluminosa) relazione della Corte dei Conti sulle finanze locali (pdf).
  • Andrea Giuricin su Chicago blog discute il fallimento della gara per la vendita di Tirrenia. E' farsa? E' tragedia? No, è entrambe le cose.
  • Il Centro Studi Confindustria (pdf) ha pubblicato l'indagine sul mercato del lavoro nel 2009. Vi si afferma che il 60% dei lavoratori riceve ''premi'', ossia ha una parte di retribuzione variabile. Pensavo fosse connesso agli sgravi fiscali, ma poi ho visto che vengono dati più frequentemente ai livelli salariali più alti, dove gli incentivi fiscali non ci sono. Qualcuno conosce meglio di me com'è la storia?
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    Commenti

    Ci sono 12 commenti

    60% dei lavoratori riceve ''premi'', ossia ha una parte di retribuzione variabile

    Mesi fa parlando con mio fratello (operaio dell'ENEL) ho scoperto che una considerevole porzione del suo stipendio è "variabile" (vado a spanne, ma mi pare fosse notevole, 20-25%, più tardi ri-chiedo e correggo). Da quel che ricordo, era una pletora di premi-produttività e addizionali calcolata soprattutto sul risultato della sua squadra. L'impressione che ricavai era che non fosse tanto dipendente dal suo risultato personale, e che le addizionali venissero distribuite un po' a pioggia.

    Insomma non conta che parte della retribuzione sia "variabile" ma quanto, alla fine della fiera, vari la parte variabile fra chi lavora e chi non lavora. Io suppongo non sia granché.

    Anche a me il 25% sembra abnorme, specie per l'ENEL. Da quello che ho visto io, nel privato il variabile sta tra il 10 e il 20% della retribuzione totale, nel pubblico tendenzialmente molto meno, al massimo il 10%.

    La valutazione puo' essere parecchio complessa e divisa in varie parti, ma le componenti piu' comuni sono il giudizio che il capo da' di te e il numero di ore fatturate (per il pubblico, le ore di straordinario).

    In realta' il variabile in genere sarebbero i premi di produzione previsti dai CCLN, che si usano per "sistemare" il bilancio temporaneamente o per risparmiare sulle tasse quando paghi i dipendenti.

     

    Ma questo si stupisce di che?

    che Hollywood sia repleto di fiure con un IQ inferiore ai delfini?

    o che in sistema alto medievale di pensate magio-religiose le signore siano tenute in poco conto?

    Semmai, per chi si voglia stupire, suggerisco R. Sealey, donne e legge nell'eta' classica, dove si venne a sapere che le spartane non avendo diritto alla cosmesi, avevano tutti gli altri diritti, inclusa l'educazione superiore, mentre --qui mi dicono gli esperti -- la prima laureata in diritto in Italia e' del 1881, una signora di Pinerolo.

    Il resto son scemenze: la bruttezza dei templi e' affatto eguale ai mostri come le chiese barocche in Europa. 

    Se confrontiamo con altri paesi abbiamo:
     
    bund vs italia: 125 bp
    bund vs spagna 157 bp
    bund vs irlanda 240 bp
    bund vs portogallo 253 bp
    bund vs grecia 773 bp

    Se ad esempio l'Irlanda, pur avendo un debito pubblico inferiore, presenta uno spread superiore, non dovrebbe dimostrare che il governo ha (in qualche modo) agito bene?

     

     

     

     

     

    No. O per lo meno, non lo puoi dedurre da uno spread. Quando un ente (governo, SPA,...) emette un bond, questo avra' un prezzo che prende in considerazione quanto il mercato si aspetta che l'ente sara' in grado di ripagare i creditori (cioe' chi ha comprato il bond). Tanto piu' ci si puo' fidare dell'ente, tanto piu' basso sara' il rendimento del bond. Lo spread sul bund e' la differenza tra il rendimento dei titoli italiani (o spagnoli, irlandesi, e compagnia) e quelli tedeschi. Il mercato sta dicendo che un bond italiano rendera' 1.25% in piu' di un bond tedesco (l'anno) perche' siamo meno affidabili. La relazione che c'e' tra i vari spread dei PIIGS non e' cambiata chissa' quanto negli ultimi mesi o anni (solo la grecia si e' mossa ben piu' degli altri). Non ho i dati sottomano, chiedo scusa, li posso recuperare tra un paio di giorni.

    Le ragioni di una maggiore fiducia del mercato nei confronti di una nazione piuttosto che di un'altra vanno cercate nell'economia dei paesi. Fatto sta che lo spread dei bond italiani sul bund e' andato aumentando (di nuovo, non ho i dati hic et nunc), mostrando una maggiore fragilita' dell'economia italiana, o quantomeno della sua percezione sui mercati (che poi e' quel che conta)

     

    Brendan O'Neill su Reason racconta di un suo viaggio in Tibet e di come il buddismo tibetano sia differente dalla versione soft venduta in occidente. La mia completa ignoranza sul tema mi impedisce di valutare la veracità dei suoi argumenti, ma la presa per i fondelli delle star di Hollywood è sicuramente divertente.

     

    Credo che la confusione sia favorita dal fatto che tra le diverse scuole di pensiero buddista, esistono effettivamente delle tradizioni più orientate allo sviluppo di una forma di elevazione spirituale che si raggiunge attraverso lunghe pratiche meditative, perseguendo la "pace interiore", uno stato della coscienza molto particolare (per chi fosse interessato ad approfondire: D.T. Suzuki, La dottrina Zen del vuoto mentale), e tutte quelle belle cose che sono arrivate in occidente. Parlo ovviamente del buddismo Chan, o Zen in Giappone.

    Non so come sia successo che qualcuno abbia mischiato nella propria testa cose tanto diverse come il buddismo tibetano, che è quasi una religione animista e molto basata sul gesto rituale, ed i best-sellers tipo "Lo zen e l'arte di XX" (dove XX può essere: la cucina, la manutenzione della motocicletta, l'arte della spada... ne hanno pubblicati tanti di 'sti libri qui, il livello è quello che è). Certo non c'è da stupirsi come giustamente fa notare qui sopra Palma: da noi c'è chi pensa che i musulmani siano sporchi (con tutte le abluzioni che hanno da fare ogni giorno?), tristi (mai visti i dervisci della tradizione Sufi in azione? Che meraviglia!), ecc. ecc.

     

    "Lo zen e l'arte di XX" (dove XX può essere: la cucina, la manutenzione della motocicletta, l'arte della spada... ne hanno pubblicati tanti di 'sti libri qui, il livello è quello che è).

     

    Occhio che quello della motocicletta è un romanzo, gli altri manuali :)

    Dal New Yorker.

    ... E le ultime notizie sono ancora più gustose!