Li chiamavano incentivi

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Regalare soldi pubblici a qualcuno che vuole comprarsi una lavastoviglie o un motorino o altre migliaia di prodotti dettagliatamente classificati vuol dire sussidiare l'acquisto di questi particolari beni, non fornire incentivi a comportamenti socialmente desiderabili. Questo dettaglio semantico, pur rivelatore del modo in cui si fa politica economica in Italia, è solo l'aspetto meno demenziale del "decreto incentivi", diventato in questi giorni operativo.

Visto che il PIL italiano ristagna da un decennio a causa del trend orizzontale della produttività, considerato che la faccenda si è aggravata negli ultimi due anni a causa della recessione e preso atto che il prudente custode delle casse pubbliche ha emesso una fatwa contro il modello di sviluppo basato sui consumi, il governo italiano ha ben pensato di sussidiare proprio i consumi allo scopo di stimolare la domanda e far ripartire la crescita del PIL. Questa l'intenzione ufficiale, almeno.

Tranquilli, questi sono regali che facevano anche i governi di centrosinistra. Nulla di diverso dalla rottamazione di auto e motorini che l'opposizione di allora deprecava e che l'opposizione di oggi allora sosteneva e oggi depreca. Tutt'altro che sorprendente.

Veniamo ai fatti. Si tratta, come tutti ormai sanno, di trecento milioni di euro liquidi-liquidi, disponibili per ottenere sconti di 750 euro per l'acquisto di motorini (ma non biciclette), 1000 euro per cucine componibili (ma non tavoli da cucina), 130 euro per lavastoviglie (ma non lavatrici), 1000 euro per motori nautici fuoribordo (ma non entrobordo), 50 euro per l'attivazione di una connessione internet a banda larga (ma non se hai più di 30 anni) e così via in una lunghissima lista dove non si capisce in base a quale criterio alcuni prodotti sono inclusi e altri esclusi. Qui si possono anche "cliccare gli incentivi". Il decreto è in realtà più ampio e contiene sgravi fiscali di vario tipo oltre ai sussidi ai consumi, ma quest'ultima è certamente la parte più rilevante.

A che scopo? Così dice il ministro Scajola:

L'obiettivo del decreto incentivi, ha spiegato il ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, è quello di «sostenere» la ripresa economica per raggiungere nel 2010 una «crescita dell'1-1,2 per cento»

Tornare a crescere sussidiando è quindi parte della strategia del governo. Infatti a novembre 2009, Giulio Tremonti (secondo il quale, è bene ricordarlo, le previsioni congiunturali non si possono fare) aveva fatto una previsione congiunturale di crescita all'1% per il 2010. Questa previsione era stata ribadita a gennaio 2010. La previsione include quindi gli effetti del "decreto incentivi." Ah Scajò! Ah Tremò! Ma quanto lo volete fa' grande 'sto moltiplicatore fiscale? Il PIL italiano è circa 1500 miliardi di euro. Farlo aumentare solo dello 0,1% (1,5 miliardi) sussidiando consumi per 300 milioni di euro vuol dire confidare in un moltiplicatore di 5. Un po' grandino, no? Figuriamoci volerlo far aumentare dello 0,3% o 0,5% in questo modo. Questa motivazione, quindi, sa tanto di propaganda. Quantitativamente l'effetto sulla domanda sarà pressoché nullo, soprattutto per la ragione di cui dirò tra un momento.

Gli industriali hanno naturalmente esultato, ne volevano anzi di più, e hanno rilasciato dichiarazioni come questa:

«Una giornata storica». Così Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina, la Confindustria nautica, accoglie la notizia dell'approvazione del decreto incentivi [...]. Il risultato, afferma Albertoni, «è rilevante, in primo luogo, politicamente, perché è il riconoscimento dell'importanza industriale di un comparto che non aveva mai avuto alcun sostegno, benché nel 2008 avesse un fatturato di 6,2 miliardi.

Insomma, i sostegni pubblici all'industria sono un riconoscimento politico dell'importanza industriale di particolari comparti: se fatturi tanto hai diritto a un sostegno. Non fa una grinza, vero?

Quello che è successo è cronaca di questi giorni. Gli "incentivi" sono elargiti su base primo arrivato primo servito, quindi c'è stata una fantozziana corsa a prendere la linea del call center delle Poste Italiane per "prenotare l'incentivo". Pare che i soldi disponibili siano già pressoché esauriti.

Questa corsa a me suggerisce che l'effetto più probabile dei bonus sia quello di anticipare acquisti già decisi, acquisti che sarebbero stati fatti comunque. Davvero quello che fa la differenza per qualcuno che ha perso il lavoro durante la recessione e che perciò non può comprarsi una cucina nuova da 10000 euro sono 1000 euro? E se non potevi permetterti uno scooter ecologico da 8000 euro ora puoi permettertelo perché costa solo 7250? E un imprenditore edile in crisi per il ridimensionamento dell'edilizia dopo 10 anni di boom ricomincerà a costruire perché gli fanno uno sconto di 30000 euro (il 10% di quello che un anno fa incassava vendendo un singolo appartamento) per l'acquisto di una gru a torre?

Ecco dunque i plausibili risultati dell'operazione:

Risultato 1. Intensa attività di lobbying nella fase in cui il governo decide discrezionalmente quali prodotti possono beneficiare del sussidio pubblico e quali no, soprattutto se la linea viene tracciata tra prodotti con un elevato grado di sostituibilità (come i motori fuoribordo e quelli entrobordo, appunto). Il settore nautico è ben rappresentato tra i prodotti sussidiati. Quante telefonate avrà ricevuto Scajola, che proviene dalla regione dove ha sede il più importante salone nautico del paese?

Risultato 2. Un aumento della domanda oggi, di cui il governo si prenderà il merito, e una corrispondente riduzione nei prossimi 12-24 mesi, della quale si accuseranno i cinesi, gli indiani e il mercatismo.

Io non vedo benefici da questo dispendio di risorse pubbliche. Invito i lettori a suggerirmene, se loro li vedono, nell'attesa che il governo faccia (prima della fine della legislatura) una seria valutazione degli effetti di lungo periodo del decreto dando così conto ai cittadini del modo in cui sono state impiegate le loro tasse.

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Commenti

Ci sono 23 commenti

Forse l'estensore del provvedimento è lo stesso del "decreto millemance" . Forse ha studiato l'effetto keynesiano del moltiplicatore della domanda aggregata, forse è uno che ha raccolto gli umori della base di Confindustria tramite un apposito questionario e ha visto quali erano i settori maggiormente colpiti dalla crisi. O forse teme di non aver niente da dire in televisione quando quelli dell'opposizione gli dicono "non avete fatto niente per la crisi economica" (la migliore cosa fatta dai governi italiani: non intervenire), avendo così l'effetto opposto.

O forse l'estensore del provvedimento è il tipico prodotto politico italiano, la cui definizione non è bene appaia su un blog.

In ogni caso non ha mai letto un testicino fondamentale, che a distanza di due secoli e mezzo è ancora là, intonso, nella biblioteca del Parlamento Italiano.

 

l'effetto più probabile dei bonus sia quello di anticipare acquisti già decisi, acquisti che sarebbero stati fatti comunque

 

Naturalmente non faccio statistica, ma per quanto mi riguarda è stato esattamente così: acquisto cucina deciso mesi fa in previsione trasloco, rimandato per varie ragioni, perfezionato il giorno dopo l'entrata in vigore degli "incentivi". Pare che ce l'abbia fatta...

Un ulteriore aspetto da menzionare è l'effetto del sussidio sui prezzi. Dato che il sussidio aumenta la domanda di un prodotto, ne farà aumentare il prezzo ogni qualvolta la curva di offerta sia inclinata positivamente. Non che ci sia da preoccuparsi gran ché, visto che il provvedimento è poca roba anche questo effetto sarà chiaramente limitato. Però, insomma, è una ulteriore inutile inefficienza.

In parte il ministero ha cercato di sopperire facendo un po' di trucchi delle tre carte. L'articolo del corriere che Giulio linka contiene il seguente interessante (e divertente, se ti scordi per un attimo che questa gente ci governa) passaggio, relativo all'incentivo per le moto:

 

...i tecnici ministeriali hanno deciso che lo sconto del 10% vada calcolato non sul prezzo di listino, com’era stato per i vecchi incentivi, ma su quello finale. Se dunque un venditore, per auto-promuoversi, ha fatto un proprio sconto sul listino, si ritrova a incamerare un incentivo più basso. «I tecnici - spiega de Viti che ha avuto un lungo colloquio chiarificatore con il ministero sui punti più oscuri della normativa - ci hanno detto che in questo modo saranno di più i cittadini che riceveranno gli incentivi.

Peccato che il nuovo meccanismo ci sia stato comunicato quando avevamo già mandato ai rivenditori una nota di spiegazione che ripeteva il vecchio schema.
Ci toccherà spiegare che le regole sono cambiate - continua il direttore - ma non ne saranno molto contenti, perché significherà che avranno meno soldi...».

 

 

Quindi il sussidio viene ridotto quando il venditore abbassa il prezzo. Questo fornisce un incentivo (vero) a non abbassare i prezzi o ad alzarli. Solo che ''i tecnici del ministero'', che si devono ritenere dei gran furbacchioni, non l'hanno detto prima. Ovvio che la prossima volta, e tutti sanno che ci sarà una prossima volta, appena i venditori sentiranno sussurrare nell'aria la parola ''incentivi'' cancelleranno dalla propria mente tutti i progetti di sconti e riduzioni dei prezzi.

Tra parentesi, la spiegazione secondo cui ''in questo modo saranno di più i cittadini che riceveranno gli incentivi'' è semplicemente impareggiabile. Visto che c'erano potevano dare un ''incentivo'' di 5 euro a cranio a ciascun italiano per comprare qualunque cosa, così con 300 milioni toccavano 60 milioni di italiani.

 

 

 

 

"......................nell'attesa che il governo faccia (prima della fine della legislatura) una seria valutazione degli effetti di lungo periodo del decreto dando così conto ai cittadini del modo in cui sono state impiegate le loro tasse."

 

Con la memoria corta che gira, sarà inutile dare conto. Certamente di questo decreto, visto che è fin troppo facile precedere che ce ne saranno altri.

... è che una volta la prima cosa che tassavano erano le barche, adesso le incentivano

ahah, già. Ottima osservazione!

...quindi non possiamo suggerirtene :)

Per non dare l'impressione che dall'altra parte (ossia, PD e paraggi) si stia meglio, vale la pena ricordare che tutto ciò che il PD è stato capace di dire su questa "manovra di politica economica" è che:

- son troppi pochi soldi,

- occorre tassare del 2% addizionale i redditi superiori ai 200mila euro annui per avere più soldi da dare ... alla CIG!

Svariati economisti italiani, non ultimi alcuni che scrivono su La Voce, hanno anche spiegato che in effetti gli incentivi al consumo sono assolutamente necessari perché c'è il famoso pallottoliere (oops, moltiplicatore volevo dire) e che se non ripartono i famosi consumi non riparte l'economia italiana. Però, hanno detto, son troppo pochi i soldi a disposizione, non han scelto le industrie giuste (qualcuno, evidentemente, sa quale sono le industrie "giuste" per crescere), il timing è non adeguato, eccetera ...

mah ...

"Incentivi" no, però politica industriale sì.

RR

non è possibile che lo scooter che prima si trovava a 8.000 euro, con gli incentivi costi (a prezzo pieno) 8.650 euro (e quindi il prezzo pagato dall'acquirente è 7.900 euro)?
in altre parole: non è possibile che l'incentivo finisca dritto dritto nelle tasche del produttore e non in quelle del consumatore?

quando si parla di incentivi/sussidi il mio pensiero corre alla benzina del Friuli che, essendo agevolata, costa più di quella del vicino Veneto

 

non è possibile che lo scooter che prima si trovava a 8.000 euro, con gli incentivi costi (a prezzo pieno) 8.650 euro (e quindi il prezzo pagato dall'acquirente è 7.900 euro)? in altre parole: non è possibile che l'incentivo finisca dritto dritto nelle tasche del produttore e non in quelle del consumatore?

 

Non solo e' possibile, ma in molti casi (es. quando c'e' margine sul listino) e' altamente probabile. Vedi il commento di Sandro Brusco sopra (la traslazione del sussidio).

 

 

Proprio ieri sera, mi sembra su Class News (dvb-h), ho sentito Emma lamentare che il settore del mobile (penso fosse un'intervista rilasciata in occasione di una sua visita al salone di Milano) è stato lasciato fuori e non va bene. Diceva qualcosa tipo (liberamente tradotto da me): "Nonono, non va bene, perché il mobile è un settore importante che fattura N miliardi di euro..., quindi bisogna dargli attenzione"

Tristissimo....

Emma "personalmente" la sua fetta di incentivi l'ha avuta, 9 milioni di euro per impiantare uno stabilimento che produce pannelli fotovoltaici:

www.enea.it/com/web/convegni/IndustriaNelFotovoltaico221007/Garavaglia.pdf

peresentato come: "Connubio Privato-Pubblico di successo" ma se era cosi di successo che bisogno aveva di aiuti pubblici?

Non era in grado di reggersi sulle sue gambe?

POVERINA......

Concordo in linea di massima.

Vorrei aggiungere che un discorso dettagliato andrebbe fatto sugli ECO-incentivi, dove il prefisso ECO allude ai "comportamenti socialmente desiderabili" di cui si parla anche nel titolo di questo articolo.

E' abbastanza anomalo -per esempio- che siano stati dati ECO-incentivi per l'acquisto di auto di cui, pochi anni dopo, sarebbe stata ri-incentivata la rottamazione: e' evidente che questi incentivi sono quasi totalmente scorrelati da un serio impegno nell'innovazione (anzi, sembrano fatti apposta per smaltire i fondi di magazzino).

Ancora piu' anomalo e' che vengano incentivati i ciclomotori ma non le biciclette: se andate nelle ore di uscita davanti ad una qualsiasi scuola superiore c'e' da rimanere soffocati da tutte le motorette che sgasano (quante saranno state acquistate con gli ecoincentivi?). Tenete conto che, in gran parte dei casi, il ragazzo che va a scuola in motoretta avrebbe potuto scegliere un'alternativa di gran lunga piu' "desiderabile" (dal punto di vista della collettivita' - of course :) come la bici o il trasporto pubblico.

Ironia della sorte (come se non bastasse): spesso (quasi sempre - mi dicono) i ciclomotori vengono truccati in modo da andare piu' forte (aumentando pero' le emissioni - anche sonore).

Insomma: la distorsione del mercato - in questo caso - mi pare il male minore.

 

PS: lo so, l'anno scorso erano state incentivate anche le bici, ma i fondi son finiti subito, anche perche' l'incentivo copriva il 30% del costo della bici, senza impegni per produttore/rivenditore e senza alcun tetto di spesa ... E' finita che gli incentivi sono stati prosciugati dai molti cicloamatori che si son fatti la super-bici nuova da usare la domenica (ma continuando ad andare al lavoro in auto tutti gli altri giorni della settimana).

 

 

Anche io ho riso molto quando ho sentito di questi incentivi...

c'è la crisi e cosa fanno ?

regalano scooter e cucine... LOL

Proprio beni primari di necessità estrema...

 

Bèh cmq se mi posso scroccare 50 euro per fare un abbonamento internet a mio nome ci proverò anke se 50 euro vuole dire 2 mesi e 2 settimane di connessione con velocità di upload da terzo mondo (CANONE ESCLUSO OVVIAMENTE)

Il "dettaglio semantico" è in effetti rivelatore... rivelatore lo è anche in una dinamica rovesciata, di cui sono stato "vittima" e che vi propongo come aneddoto.

Lavoro nell'ufficio studi di una società pubblica. Poche settimane fa, la Commissione Europea chiede al governo italiano cosa ne pensi di una certa Comunicazione (risalente tipo a un anno prima) in merito a un nuovo meccanismo di aggiudicazione di appalti pubblici di innovazione.

Il Dipartimento di competenza della Presidenza del Consigilo dei Ministri convoca allora un tavolo di lavoro con rappresentanti di vari ministeri e altre istituzioni potenzialmente interessate alla questione. Emerge che solo la società per cui lavoro ha qualcosina da dire in proposito, per cui ci viene richiesto di scrivere un paio di paginette di pareri e commenti sulla Comunicazione in oggetto. Noi scriviamo e spediamo.

Tempo un paio di giorni ci viene risposto che il documento sì, va benissimo... con l'eccezione di poche modifiche: in più punti andava eliminata la parola "incentivi" (in frasi del tipo "il complesso sistema di incentivi che regola i rapporti tra le parti coinvolte", "il rischio di incentivi poco chiari"...) in quanto il meccanismo contrattuale discusso non doveva dare adito ad aiuti di Stato... Altrove, per maggior chiarezza, sarebbe bastato sostituire la parola incentivi con l'espressione "calcolo degli incentivi"...

Hai voglia a dire che il documento sarebbe stato tradotto in inglese, e incentives non avrebbe mai generato confusione in qualunque lettore sano di mente!

Insomma, vietato parlare di incentivi a livello di politiche comunitarie... che noi, agli aiuti di Stato siamo - ci mancherebbe! - fermamente contrari.

Non si capisce davvero cosa questo post voglia dire

La conclusione dovrebbe essere quella che da un punto di vista empirico è chiaro che qualsiasi intervento politico nell'economia è mosso da lobbismo. Quando il pubblico non è disposto a cedere quello che qualcuno vuole allora si "imbraccia il fucile" delle tasse o del debito pubblico

Da un punto di vista scientifico è altrettanto chiaro che il consumo non produce ricchezza mentre risparmio e investimenti sono il motore della crescita e dello sviluppo anche in momenti come questi. A meno di attribuire la crisi agli "animl spirits", al "greed" o alla mancanza di regolamentazione del settore piu' regolamentato al mondo. In questo non dubito che Voltremont e Nosefromamerica la pensano proprio alla stessa maniera. Cioè dovrebbe essre questa l'occasione per capire che il keynesismo e gran parte del mainstream sono una truffa intellettuale vecchia quanto il pianeta

Probabilmente Noisefromamerika e l'autore fanno invece lobbying per un'altra destinazione degli incentivi. Sbaglio?

 

Probabilmente Noisefromamerika e l'autore fanno invece lobbying per un'altra destinazione degli incentivi. Sbaglio?

 

Quando si accusa qualcuno di aver secondi fini si dovrebbe argomentare, e soprattutto firmare. Sbaglio?

Leggo solo adesso.

Non si capisce davvero cosa questo post voglia dire

Credevo fosse chiaro, evidentemente non lo e'. Chiarisco subito, volentieri: vuol dire che questi sussidi che vengono chiamati "incentivi" non avranno, verosimilmente, effetti ne' sui consumi (eccetto l'anticipazione di consumi gia' programmati) ne' sull'occupazione. Quindi non serviranno, verosimilmente, a nulla. Quindi sono uno sperpero di denaro pubblico.

Cosi' come lo erano e lo sono le rottamazioni. Marchionne dice che senza sussidi le vendite di auto si riducono del 30%? Pace. In fondo era stato lui a dire che la FIAT non ne ha bisogno, facendo tra l'altro lo stesso punto di questo post sulla sostituzione intertemporale.

E non capisco davvero cosa il resto del commento voglia dire. Resto anch'io in attesa di un chiarimento.

Ma non erano gli Imprenditori coloro che si dichiaravano contrari agli aiuti pubblici all'economia e a lasciare le regole economiche solo al mercato? Vero, Marcegaglia?

Su report del 9/5 c'e' una interessante parte riguardo agli incentivi auto ...

www.youtube.com/watch