L'involontaria comicità del ministro La Russa

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Dove si mettono a confronto alcune bizzarre dichiarazioni sulla situazione in Libano con la reale situazione sul campo.

Da quel che so io, Il Giornale non è organo di stampa particolarmente ostile al centrodestra, per usare un eufemismo. Tale organo di stampa ci forniva oggi due notizie.

La prima aveva il significativo titolo La Russa: Libano sotto controllo. Riporto brevemente il pezzo più significativo.

 

Il ministro della Difesa Ignazio La Russa è arrivato qui in Libano ieri per sentirsi dire questo: non c'è nessun interesse delle autorità libanesi a entrare in collisione con Israele. Per l'Italia è la prima missione in Medioriente dall'inizio del conflitto a Gaza. Un viaggio per dimostrare «vicinanza e gratitudine ai nostri soldati, i nostri ambasciatori», li saluta La Russa, nelle basi di Naqoura e Shama. Ma scopo della visita è anche «avere la certezza» dal governo libanese «che la tensione» scoppiata a Gaza «non si scateni anche in quest'area». L'Italia vuole quindi essere subito presente «per rafforzare con la nostra vicinanza la condizione di tranquillità in questa zona».

 

Mancava solo il caporale che annuncia che il rancio è ottimo e abbondante.

Stesso quotidiano, stesso giorno. Una notizia dal tenore un po' diverso: Israele, razzi dal Libano. In essa si legge:

 

Intanto dal Libano sono stati sparati tre razzi verso il nord di Israele. E' il secondo episodio del genere che si verifica dall'inizio dell'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza. Stamattina a Kyriat Shmona, nel nord della Galilea, sono entrate in funzione le sirene d'allarme. La popolazione è stata invitata a restare nei rifugi.

 

Meno male che la nostra presenza ha rafforzato la tranquillità dell'area. Chissà quanto abbiamo speso per mandare La Russa in Libano a far la figura della vispa teresa.

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Commenti

Ci sono 7 commenti

 

non c'è nessun interesse delle autorità libanesi a entrare in collisione con Israele.

 

Nemmeno da parte mia se è per quello, e non sono affatto sicuro che gli Hezbollah tengano da conto gli interessi delle autorità libanesi più dei miei.

Credo però che Hezbollah faccia parte del governo libanese. Tu no, se non sei un maestro della doppia vita :-)

Il punto è: che ci sono andati a fare i soldati italiani in Libano? La risoluzione ONU prevedeva il disarmo di Hezbollah, i quali non ci pensano neppure a farsi disarmare.

E i giornalisti? Non sono comici? Probabilmente quelli che ci stanno raccontando le gesta del ministro sono andati in Libano con lui, sullo stesso aereo, accreditati con un bel pass che risparmia costose spese di viaggio. A quel punto l'autonomia dei giornalisti italiani è andata. Di fatto, su queste missioni non leggiamo niente, a parte quando qualche politico vola di soppiatto nei teatri di guerra, e prendendo la parola teatro con troppa serietà, si mette in scena per fare delle splendide foto ricordo.

Se per i giornalisti italiani è troppo pericoloso girare da soli a Beirut, si potrebbero assumere giornalisti arabi e lasciare che siano loro a fare i reportage...poi si lamentano se in quell'area del mondo gli scoop li fa solo al-jazeera: certo, ormai i nostri giornalisti esteri fanno parte in pianta organica dei vari seguiti politici che si spostano in quelle zone. Poi se uno vuol fare di testa sua, cavoli suoi...

Certo che siete forti tutti quanti... ma avete controllato per il tipo di lettori di questa testata? Si tratta di un OTTIMO quotidiano da questo punto di vista.