Nella cucina della ricerca sull’ambiente

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Un hacker mette on line documenti che informano sul modo di procedere di centri di ricerca sul clima. Se ne sentono delle belle, ma il punto e’ che un ripensamento sulla evidenza disponibile sul Global Warming e’ consigliabile. Vediamo.

Anzitutto, a conferma che nFA non è mai in ritardo sulle cose che contano, la notizia gira sul sito da qualche giorno. Il commento del lettore Mattia ad un vecchio articolo ha già provocato un acceso ed interessante dibattito. Benissimo, vorrei chiarire solo un pelino di più i termini della questione nel caso specifico del CRU.

Della notizia si è già discusso nei giornali: nei giorni scorsi qualcuno (un hacker, forse, o più probabilmente qualcuno interno all’istituto) ha scaricato diverse emails e documenti dai computer del CRU, East Anglia, e li ha messi on line. I documenti sono una finestra aperta sul modo in cui funziona la ricerca sull’ambiente. Procediamo con ordine.

Il CRU è il Climatic Research Centre della Università dell’East Anglia, Norwich, Inghilterra. E’ un centro importante per il dibattito sulle questioni ambientali, e in particolare per la questione del riscaldamento globale (o più precisamente AGW, Anthropogenic Global Warming, Riscaldamento Globale Creato dall’Uomo). Da questo centro (e dall’ Earth System Science Center, diretto da Michael Mann sono usciti alcuni dei grafici che dimostrerebbero un aumento improvviso e sostanziale della temperature sulla terra negli ultimi decenni. Uno di questi grafici apparve con grande prominenza nel Terzo Rapporto (del 2001) dell’IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change). Il grafico nel rapporto è riportato sotto.

Grafici come questo vengono familiarmente chiamati grafici "a mazza di Hockey" perché hanno un profilo piatto per un lungo periodo (fra l’anno 1000 e la metà del 19simo secolo) e manifestano poi un improvviso balzo alla fine del grafico. Il lungo periodo quasi piatto è il bastone della mazza, il picco finale è la lama della mazza. Un altro nome comunemente usato per descrivere il pattern nella figura è, per ragioni ovvie, l’effetto J, ed è quello che userò qui.

La conclusione pare ovvia: gli anni seguenti al 1900, e ancor più quelli seguenti al 1990, mostrano un aumento che non ha precedenti nella storia recente del pianeta, quindi è probabile che siano causati dall’azione dell’uomo. E’ chiaro anche il significato politico dei grafici e delle conclusioni che sembrano dimostrare.

I grafici sono la base scientifica del protocollo di Kyoto. Senza l’allarme prodotto da risultati come questi la urgenza politica di quei provvedimenti viene a mancare.

Cosa produce l’effetto J? Ci sono due componenti importanti.

Il primo è che il trend generale della temperatura è quasi piatto o in declino fino agli inizi del 1900. Non tutti concordano con questo. In particolare c’è ampia evidenza che il periodo fra il 1000 e il 1300 abbia avuto temperature alte (forse le più alte nell’ultimo millennio) prima dell’apparire della Piccola Età Glaciale. Questo periodo sarebbe il Periodo Caldo Medievale (Medieval Warm Period, MWP).  Per esempio il grafico qui sotto, preso dal Quarto Rapporto dell’IPCC (del 2007), mostra chiaramente un andamento diverso da quello della figura precedente, con un aumento delle temperature negli anni successivi all’anno 1000.

Il Medieval Warm Period contraddice la tesi che il riscaldamento recente sia eccezionale e prodotto di attività umana e industriale. Un modo di guardare alla figura qui sopra è di concludere che le temperature attuali sono tornate dove erano nel 1200, e quindi queste fluttuazioni potrebbero essere il prodotto di eventi naturali.

La seconda componente è più tecnica. Le serie storiche delle temperature non sono ovviamente disponibili, salvo il perido più recente, da rilevazioni dirette. Quindi sono necessarie delle proxy, delle variabili che vengono utilizzate per stimare la temperatura della terra nel passato. Per esempio, gli anelli degli alberi possono essere usati come fonte per ricostruire la temperatura passata. Le serie storiche sono molte, diverse, e quindi i dati vanno prodotti con stime statistiche che cercano di estrarre da una larga moltitudine di dati delle caratteristiche dominanti (Principal Characteristic). Quelli che vediamo sono i risultati di queste stime. La metodologia è spiegata nell’articolo che inaugura i grafici con effetto J, di Michael Mann e co-autori. Queste tecniche sono state criticate negli ultimi anni da un gruppo di studiosi, in particolare McIntyre e McKitrick. Per esempio, in un articolo gli autori dimostrano che i metodi statistici usati da Mann producono grafici con effetto J il 99 per cento dei casi, anche se i dati sottostanti non hanno nessun pattern (red noise).

Torniamo al CRU e al nostro intruso. Nei giorni scorsi il Centro era stato protagostista di una discussione animata perché un famoso articolo di un membro del gruppo, Keith Briffa, era stato sottoposto a severe critiche. L’articolo si basava sulla evidenza fornita da anelli degli alberi nella penisola di Yamal per costruire un altro grafico J. I critici (in particolare McIntyre) avevano notato che l’evidenza era tale solo con il campione di alberi (14) che era stato selezionato per lo studio. Con un campione più largo (32), l’effetto sparisce. Anche la nuova versione dell’effetto J ha difficoltà gravi, e le email pubblicate dimostrano con le parole di chi li ha prodotti che di queste difficoltà sono consapevoli i ricercatori stessi che han creato quei grafici. Naturalmete, prudenza è necessaria perché basterebbe qualche falso nel grande mazzo di email per creare uno scandalo ingiustificato. Il fatto è che per ora nessuna delle email è stata respinta come falsa da che le avrebbe scritte.

Conclusione: c’è abbastanza evidenza perché la questione del Global Warming venga discussa, invece che considerata chiusa. I pettegolezzi sullo stile di lavoro al CRU sono la punta del ghiacciaio. Qualche tempo fa aveva suscitato scalpore che perfino la BBC si cominciasse a chiedere: "Che ne è stato del Global Warming?". L’evidenza non era una nuova stima statistica, ma il fatto banale che mentre il CO2 continua ad aumentare, sembra che la temperatura negli ultimi dieci anni non sia aumentata.

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Commenti

Ci sono 37 commenti

Fa un po' di scalpore l'uso della parola "trucco" in uno degli email ("Ho appena completato il trucco di Mike (Michale Mann) nel suo articolo su Nature di sommare le temperature reali negli ultimi 20 anni per nascondere il declino nella temperatura"). Non so niente di Global Warming, ma la mia reazione a quanto sopra e' che la parola "trucco", nel contesto di cui sopra non significa "imbroglio". La uso, credo, a volte anch'io nei miei email personali con coautori, intendendo "procedura complicata", o cose simili, e credo sia possibile che facciano cosi' tanti altri. Insomma estrapolare significati particolari da un email personale mi pare un po' ardito. Comunque terro' presente, ora anche gli email personali hanno rilevanza. 

 

Cazzo, perfino la BBC!

 

Non so se quelli del CRU abbiano effettivamente fatto ricorso a trucchi, nel qual caso molto ma molto male.

Pero' è anche un trucco dialettico da due soldi quello di chi dice: "analizzando i dati paleoclimatici, non abbiamo la prova provata che l'attuale fase di riscaldamento della Terra abbia cause antropiche".

Il punto è che con ogni probabilità la "prova provata" ce l'avremo quando sara decisamente troppo tardi per poter fare qualcosa. Il sistema clima ha una considerevole inerzia termica, i ritardi tra cause ed effetti sono in larga misura ignoti e comunque difficilmente quantificabili, i meccanismi specifici che governano i cicli climatici sono estremamte complessi, ma una cosa è certa: elevati livelli di CO2 atmosferica sono sempre, dico sempre correlati a temperature elevate durante tutta la storia della Terra. I detrattori del riscaldamento globale somigliano sempre di più a coloro che sostenevano negli anni '60 e '70 che mancava la "prova provata" che il fumo di sigaretta fosse la prima causa del cancro ai polmoni.

Quindi quelli del CRU potranno anche avere sbagliato, ma se continuiamo ad aumentare la CO2 atmosferica ci sono pochi dubbi sul come andrà a finire, se mai il dubbio è sul quando.

 

 

 

ma una cosa è certa: elevati livelli di CO2 atmosferica sono sempre, dico sempre correlati a temperature elevate durante tutta la storia della Terra.

 

Scusate se non riporto fonti precise ma riferisco cio' che la mia memoria ricorda.
In rete avevo trovato più di un sito che spiegava che la correlazione tra temperatura e CO2 non era posta temporalmente in modo concomitante ma che il picco della temperatura precedeva in qualche modo quello della CO2. Come se eventualmente fosse l'aumento di temperatura a produrre più CO2 e non viceversa. Ricordo poi che un altro aspetto della polemica riguarda il contributo di CO2 come gas serra. Determinante, secondo gli "hockeisti" e ridotto rispetto ad altri gas serra, secondo altri.

Secondo i fautori della tesi del riscaldamento globale (oggi termine abbandonato a favore di "cambiamento climatico") CO2 è il principale gas serra mentre per gli altri (ed anche per me) è il vapore acqueo. In questo caso la causa puo' essere il sole, che riscalda l'acqua degli oceani, ad innescare un effetto serra. Il sole ha i suoi cicli ed inoltre abbiamo vari fenomeni di tipo astronomico che influiscono sulla qualità di irradiazione solare nel corso del tempo e sono responsabili dei periodo freddi e caldi che il nostro pianeta vive ciclicamente.

Quando anni fa provai ad esaminare i dati di temperatura che i vari enti governativi americani rilasciano gratuitamente sui loro siti istituzionali, trovai che la temperatura dell'emisfero SUD stava aumentando ad una velocità superiore rispetto al Nord. Questo era palesemente in contrasto con una causa antropica. Ragionando a posteriori, questo aumento maggiore al SUD è spiegabile con un aumento di vapore acqueo, dovuto ad una maggiore attività solare. Infatti basta una rapida occhiata ad un mappamondo per rendersi conto che nell'emisfero SUD esiste un rapporto tra terre emerse e superifice marina ben diverso da quello del Nord. Sempre a SUD poi fu individuato il famoso "buco dell'Ozono", anche qui in contrasto con tesi antropiche. Dove vivono i 6 miliardi e mezzo di abitanti?

Siccome non mi piace dribblare le fonti, contribuisco con questo interessante documento di Roberto Vacca sull'effetto serra.

Francesco

 

Il discorso fatto nel post è fuorviante.

Il punto non è sapere se e quanto nel passato abbia fatto più caldo di oggi. Il punto è che oggi le temperature stanno aumentando e questo è oggettivamente un problema. Noi viviamo qui oggi, non nel Medioevo!I gas emessi dalle attività umane sono ogettivamente gas serra. Sono la causa diretta o la concausa è un quesito che non elimina il dato di fatto: contribuiscono ad aumentare la temperatura.

Ps: anche nel mio ambito (ricerca scientifica, ma non nell' ambito della climatologia) trick è spesso usato come sinonimo di cosa complessa

Pps: se si cita il servizio Bbc va fatto correttamente. Riporta uno studio nel quale NON sono presenti i dati delle zone del pianeta più colpite dal GW: le zone artiche. Se si includono si vede che la T aumenta eccome negli ultimi 10 anni.

 

Il punto non è sapere se e quanto nel passato abbia fatto più caldo di oggi. Il punto è che oggi le temperature stanno aumentando e questo è oggettivamente un problema. Noi viviamo qui oggi, non nel Medioevo!I gas emessi dalle attività umane sono ogettivamente gas serra. Sono la causa diretta o la concausa è un quesito che non elimina il dato di fatto: contribuiscono ad aumentare la temperatura.

 

No, IMHO il punto è saper misurare in quale misura l'attività umana è responsabile dell'aumento di temperatura e, di conseguenza, poter stabilire se porvi rimedio è conveniente o dannoso.

 

 

Pps: se si cita il servizio Bbc va fatto correttamente. Riporta uno studio nel quale NON sono presenti i dati delle zone del pianeta più colpite dal GW: le zone artiche. Se si includono si vede che la T aumenta eccome negli ultimi 10 anni.

 

Purtroppo quando si citano fonti innattendibili si fa danno e il pezzo di Aldo sta generando piu' confusione che altro nei commenti. Ecco il trend degli ultimi anni:

A chi sembra in ribasso o stazionario? Ai negazionisti da blogosfera che lo hanno calcolato facendo t2-t1 dove t2 e' la temperatura di un anno particolarmente caldo per via di El Nino (1998) e t1 e' l'anno scorso, un anno particolarmente freddo. Poi la voce gira, si crea il tam tam mediatico e diventa l'ennesima stronzata che passa di giornale in giornale.

Ci rendiamo conto di cosa stiamo parlando quando diamo retta ai negazionisti?

 

Scusate, ma anzichè brancolare (e commentare) nel buio è meglio documentarsi presso chi 'ne sa', o almeno sembra saperne. Questo sito http://www.climatemonitor.it/ affronta il tema del riscaldamento globale da un punto di vista scettico ma senza ideologismi anzi tenendo sempre ben ferma la rotta della scientificità degli argomenti e contro-argomenti. Anche la ormai famosa 'fuga di notizie' è trattata a mio giudizio in modo equilibrato e competente.

 

Non so che utilità possa avere un sito che nelle premesse afferma: "Non abbiamo la pretesa di fare divulgazione scientifica, perché non siamo scienziati " su un argomento riguardo al quale la competenza scientifica è essenziale.

Senza competenze scientifiche un argom,ento così complesso si ridueca chiacchere da bar basate su pregiudizi, non importa se presentate con un apparenza di serietà.

@Ivan Crema

Le attuali teorie sul GW passano dall'assegnare all'intervento dell'uomo il 100% della colpa, al 30-40%. Non ce ne sono di serie che dicano che l'uomo è totalmente innocente.

Quindi un intervento sui gas serra sarebbe comunque utile.

Temo che queste vicende giungano all'opinione pubblica in modo da confonderla terribilmente. Non mi riferisco ovviamente al post ma al dibattito che anima i sostenitori di una tesi e di quella opposta. E le opinioni pubbliche alla lunga contano. Mi ha impressionato vedere rappresentate incertezze sulle metodologie di campionamento e sulle metodologia in generale. Sono la madre di ogni possibile solida conclusione. Da persona qualunque sono sempre più confuso in argomento..

 

Da persona qualunque sono sempre più confuso in argomento..

 

non ne ho dubbi. Ho scritto un post per fna cercando di definire quali siano le due parti in gioco (scienziati vs negazionisti) perche' spero possa aiutare a capire che non c'e' nessun bisogno di cercare siti "che stiano in mezzo". La terra non ha una forma a meta' tra sferica e piatta solo perche' alcune persone ancora sostengono che lo sia. Spero quel pezzo esca oggi stesso.

 

 

Fare debunking dei negazionisti e' molto piu' semplice di quello che si creda. Proviamoci a vedere le cose cone almeno un minimo di obiettivita

 

Un buon inizio sarebbe sostituire 'negazionisti' con 'scettici'. 'Negazionista' ha acquisito un'accezione che lo rende un insulto dei peggiori, inutile spiegare il perchè.

Interessante comunque notare che, partendo dal fatto che alcuni scienziati favorevoli alla tesi dell'origine antropica del riscaldamento globale pare abbiano 'sexed up' i loro rapporti, si finisce per mettere alla berlina i 'negazionisti'. E sarà una coincidenza che si sia iniziato ad usare questo aggettivo, anzichè il più neutro 'scettici'?. Che ci sia anche qui opera di pubbliche relazioni da parte di qualche scienziato ben introdotto nei meccanismi mediatici?

 

 

 

sarà una coincidenza che si sia iniziato ad usare questo aggettivo, anzichè il più neutro 'scettici'?

 

'Scettico', per uno scienziato, non è un termine neutro ma positivo.

Certe volte non capisco... in un post uscito insieme a questo si parla dell'inquinamento dell'ILVA di Taranto, con cifre e dati poco tranquillizzanti, dall'altro si cerca (quasi) di far passare il GW come il passatempo di alcuni matti fissati.

La mia, modestissima, opinione, è che il riscaldamento della Terra è accelerato negli ultimi anni (dieci circa), ovviamente parliamo di decimi di grado, nulla di apocalittico, questi decimi di grado si spiegano solo in parte in maniera naturale, stante che anche quando la Terra si è raffreddata e riscaldata in altre ere non lo ha fatto repentinamente, e dieci anni è repentinamente, e in parte si spiegano con l'attività umana, soprattutto il fatto che in Asia si sono affacciati paesi produttori con una "sensibilità" ecologica minore o assente.

Da qui a dire che i mari si alzeranno di 6 metri c'è una differenza abissale, quelli che dicono queste cose estrapolano un dato, uno solo, lo moltiplicano x N, dove N è un numero a caso, e dicono: ecco.

Questi sono quelli da combattere: gli ecologisti da strapazzo che prendono l'aereo e poi pagano le emissioni di CO2 per sentirsi la coscienza tranquilla, così come quegli altri che non negano l'aumento di CO2 (il sito di Roberto Vacca, citato da Francesco Forti ne è un esempio), ma dicono: ne sappiamo troppo poco, i dati non sono concordi, 20.000 anni fa non è stato così, e via cianciando.

L'aumento medio di un qualche centigrado è un dato di fatto degli ultimi anni e dire che 20.000 anni fa c'è stato lo stesso fenomeno, senza poter quantificare l'intervallo di tempo di allora è fuorviante, quindi l'intervento umano è molto probabile, per non dire certo.Se si accetta il presupposto che il riscaldamento è in atto, possiamo dire che se è per cause naturali (big if) noi possiamo fare poco, ma se è di origine antropica dobbiamo fare qualcosa, allora  il problema è fra il fare qualcosa che al 50% può impattare, mentre non fare impatta al 100%. Peccato che sia la soluzione peggiore.

Il tutto secondo me, che non faccio il climatologo.

 

 

ma dicono: ne sappiamo troppo poco, i dati non sono concordi, 20.000 anni fa non è stato così, e via cianciando.

 

A me pare un dire, non un "cianciare". Ne sappiamo molto poco veramente e quindi è meglio essere "scettici" ed indagare su più canali di indagine. Per esempio da piu' fonti sento dire che le temperature sono amumentate anche su pianeti a noi vicini ... ma ovviamente io non posso controllare. :-)
Mi devo fidare e chiedere ad altri di riferire se sono abbagli o cose vere.

Quello che posso controllare è la serie storica di temperatura e precipitazioni del luogo in cui vivo (è pubblica la serie dal 1864) è li vedo che il riscaldamento è un dato di fatto, a partire dal 1985. Prima di quella data, normalizzando i cicli solari di 11 anni, è relativa calma piatta tranne un picco a cavallo della seconda guerra mondiale.

Rimane il fatto che indipendentemente dalla causa del cambiamento climatico, bruciare idrocarburi è stupido e quindi appena possibile dobbiamo ricavare l'energia da altre fonti. GW o no.

Francesco

 

Qui chi vuole leggersi la documentazione senza filtri giornalistici.

non sono uno scienziato, non ho dati da discutere o teorie da confermare. semplicemente, guardo un mappamondo.

e vedo uno sferoide di circa 9000 km di raggio, che si suppone composto di metallo e rocce fuse in lento raffreddamento, la cui superficie non sommersa è abitata parzialmente per uno "spessore" di 3 km circa da esseri viventi che emettono o producono altrimenti CO2, cui si aggiungono altri 10 km circa di aria respirabile. il tutto riscaldato da una stufa posta a distanza conveniente, non regolabile e soggetta a cicli suoi propri.

e allora, mi chiedo: è più facile che la variazione di alcuni decimali di °C negli anni SULLA SUPERFICIE sia causata: da variazioni di temperatura della stufa, da variazioni di temperatura della massa che ci sta sotto i piedi (della quale, occorre ricordare, conosciamo i primi 4, 5 km? rispetto ai restanti 8995?), oppure dalle attività del film organico appiccicato su un quarto scarso della superficie?

e ancora, tenendo conto dell'inerzia termica differente di acqua, pietra e aria, è verosimile che variazioni costanti della temperatura siano da attribuire all'elemento gassoso più che a quello liquido o solido?

non è che per aver sparato due missili fuori dall'orbita ci sentiamo poco poco un po' dei piccoli supermen???

o meglio, è troppo umiliante per la nostra υβρις pensare che il clima del pianeta possa mutare allegramente per i cavoli suoi, come ha fatto negli ultimi 4 miliardi di anni, e cercare di evitare di predire il tempo dei prossimi giorni basandosi sui dati meteorologici dell'ultimo secondo (le proporzioni, sempre le proporzioni....)?

mio padre era metrologo, e mi ha lasciato in eredità una grandissima diffidenza per le misure, specialmente se non accompagnate dal metodo usato per effettuarle e dalla tolleranza degli strumenti. pare invece che tutto il discorso sui mutamenti climatici (ma mutamenti rispetto a cosa, vien da chiedersi) sia condotto con una faciloneria impressionante, e le cause cercate sempre e solo in ambiti ristrettissimi.

o è solo un'impressione sbagliata?