Il NYTimes deve un Nobel a E. Helpman

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Paul Krugman ha vinto il premio Nobel per l'economia (quello che gli scienziati veri non vogliono sia chiamato premio Nobel). Commenti a caldo. (Anche se l'economia internazionale non e' il mio forte).

Il premio e' stato assegnato a Paul Krugman

for his analysis of trade patterns and location of economic activity

I contributi di Paul Krugman a quella che gli economisti chiamano "new trade theory" sono importanti. La "new trade theory" e' un insieme di modelli che spiegano il commercio internazionale in parte attraverso un nuovo fattore: le economie di scala (costi per unita' decrescenti al crescere della quantita' prodotta).

La mia impressione (da esterno all'economia internazionale) e' che la new trade theory sia un po' in un angolo, oggigiorno; e che invece Eaton-Kortum sia piu' di moda.

La questione pero' non e' tanto questa, un Nobel alla new trade theory ci puo' stare. La questione e' che Elhanan Helpman vi ha contribuito tanto quanto Krugman. (Ed Prescott il Nobel lo ha diviso con Finn Kydland, nonostante i due abbiano uno status molto diverso nella professione.) Il paper fondamentale di Krugman sull'argomento e' del 1980, quello di Helpman e' del 1981. Il libro accademico che raccoglie sistematicamente la new trade theory e' scritto da entrambi. Tra l'altro, Helpman ha anche poi contribuito ad "endogenous growth theory" , che ha tanti difetti (Michele ne sa qualcosa) ma che comunque ha avuto enorme impatto; molto, molto piu' che i paper di Krugman su "location of economic activity", cioe' in urban economics.

La mia impressione e' che la menzione "location of economic activity" sia stata aggiunta proprio per escludere Helpman, ma che i contributi di Krugman a urban economics non siano da Nobel, nonostante le citazioni. Pero' magari mi sbaglio su questo punto.

Insomma, il Nobel da solo e' il problema, non il Nobel per se'. Il problema e' che lo abbia avuto da solo, senza E. Helpman. Questo, immagino sia dovuto alla fama inter-planetaria di Krugman, ai vari libri divulgativi di successo, e alla colonna sul NYTimes (su cui ho scritto, qui , qui , e altrove), e forse anche [aggiunto perche' Antonella Tutino mi ha convinto che ero stato troppo diretto] al potere di Princeton che generosamente assume i membri del Comitato che assegna il Nobel.

 

 

 

 

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Commenti

Ci sono 103 commenti

doverosa correzione: una cosa di cui sono sicura è che nessuno a Princeton (international trade o altri fields) avrebbe mai sponsorizzato Krugman per il nobel. Chiedi conferma a chiunque nel dipartimento di Economia se vuoi verificare.

È vero che la scelta e terribile e io non riesco a capacitarmene ma suggerire che Princeton abbia avuto un qualche peso nella sua determinazione è come minimo disturbing - ammetto, non quanto la scelta di per se, ma aggiunge beffa al danno.

 

 

Antonella, credimi, non e' cosi' folle. Non ho dubbi che il dipartimento non lo ami particolarmente, ma per l'universita' e' un big deal. E princeton ha un track record nel dare  posizioni ai membri del comitato. Non offenderti, ma queste cose sono spesso fatte dai Deans; il dipartimento non c'entra.  Poi il mio commento cattivo viene anche da invidia, ci mancherebbe, non per Krugman ma per il fatto che noi facciamo lo stesso ma da fratelli stupidi (ad almeno uno di quelli cui Princeton ha dato un posto, noi abbiamo dato una casa a NY per tenercelo amico; sempre organizzato dai Deans, naturalmente). 

 

Grazie Alberto per aver accolto l'invito ad aprire una discussione sul Nobel di quest'anno. 

Alla faccia di chi ha osato dubitare della rapidissima operatività mattutina della redazione di nfA!

 

Dopo aver invaso Gustavo Piva commento in un luogo più appropriato. Non so quanto sia giusto o ingiusto il nobel a Krugman (di cui ho letto qualcosa solo grazie ad Alberto, che talvolta lo linkava), non ho idea se lo doveva dividere o meno, penso solo che sarebbe bello complimentarsi con una lettera (di Nfa ?), dicendogli che forse lo ha sottratto anche a qualcun altro, ma che comunque ci complimentiamo.

In attesa (mi ripeto..) di festeggiare il Nobel qualcuno dei redattori di Nfa, che seguiamo e alle voltepazientemente tolleriamo  -)) .

O forse dovremmo attenderci un Nobel a GT, visto che aveva previsto (???) la crisi e le sue conseguenze ? (TG1 ore 20,30 sabato sera). O, perchè no, a me, visto che in un commento avevo detto che un modo per ristabilire la fiducia era "assicurare" il credito fra le banche ? Insomma, uno non può avere un'idea del piffero che subito i governi te la copiano -).

 

Alberto e Antonella, premesso che sono d'accordo che l'esclusione di Helpman e' una vergogna, mi incuriosisce la discussione sul ruolo di Princeton. In particolare, mi chiedo come sia possibile che nessuno del dipartimento volesse sostenere la sua candidatura. Anche ammesso che non nutrano simpatia per il collega, sicuramente sanno che hanno solo da guadagnare dall'avere un Nobel in casa. L'alternativa e' che Krugman abbia rotto i cosidetti in modo estremo... ma mi riesce difficle immaginare come!

Alberto, io non vedo Eaton-Kortum come alternativo a NewTrade. Alvarez e Lucas stessi riconoscono la connessione. Che la letteratura piu' recente sia piu' empirica e anche dovuto al fatto the Helpman-Krugman hanno posto queste questioni in termini formali, e quindi operativi. 20+ anni di ricerca hanno generato un progresso notevole. Secondo me non e' questione di moda. E' che per certe applicazioni Eaton-Kortum e' piu' semplice (come Alvarez e Lucas spiegano).

 

Pietro: Krugman non e' un uomo simpatico, ma non credo sia questo il problema. Credo che in generale in accademia si tenda a non amare chi "lascia" la professione per qualcosa di piu' lucrativo in termini di danaro o fama. Si puo' chiamare invidia o intregrita', a seconda di che parte stai. 

Sono d'accordo che Eaton-Kortum viene abbastanza da NTT. Non conoscendo bene la letteratura non so bene quanto. La questione della moda: niente di male nella moda, secondo me. Non lo intendo in senso troppo negativo. La ricerca segue mode, e' naturale; e' importante che il processo abbia suffcienti anticorpi che evitino generazioni di Sraffiani, ma non e' certo questo il caso. Il fatto the Eaton-Kortum sia empirico e' ovviamente bene. 

Faccio due domande sincere a Pietro o a chiunque voglia rispondere.

Cosa predice la teoria del commercio internazionale proposta da Krugman, Helpman, Grossman e poi alla fine anche Romer?

Qual'e' l'ipotesi dirimente di tale teoria, l'ipotesi che la separa e differenzia dalle idee ricardiane o anche solo da Hescher-Olin?

 

Ed Leamer, da cui ho imparato quel poco che so di international trade,  mi aveva convinto che di "new" nella "new trade theory" non ci fosse proprio nulla.

Oltretutto, sembra avesse iniziato ad ammetterlo anche PK

 

OT: grazie per l'illuminante discussione sulla crisi finanziaria!

 

 

 

Non capisco il secondo commento. E' un paper del '99, non di pochi mesi fa. Inoltre, riconoscere un debito intellettuale non significa che il contributo per cui uno e' premiato non meriti riconoscimento.

 

Mi pare che si stia sorvolando sulla questione fondamentale: di chi e' stata la seminal contribution? Il nobel committee ha un buon track record su questo; si possono discutere le scelte su quale contribution sia meritevole, come mi pare stia facendo Michele, ma una volta scelto occorre chiedersi di chi e' stata l'idea. L'esempio di Kidland & Prescott mi pare fuori luogo: hanno scritto assieme entrambi i seminal papers che hanno originato la letteratura per cui hanno preso il premio. 

Per quanto riguarda NTT, invece, il scientific background paper del sito nobel.se si focalizza su un paper del 1979 di Krugman, cita diversi papers di helpman, il primo dei quali pubblicato nel 1981. Chiaramente e' una biased source, non ne so abbastanza di storia della NTT, due anni sono pochi in economia, e' perfettamente possibile che abbiano sviluppato le loro idee contemporaneamente e per vari motivi Helpman sia riuscito a pubblicare 2 anni dopo. 

L'influenza di princeton sul nobel non e' irrilevante, ma l'influenza sull'assegnazione solo a Krugman mi pare piuttosto speculativa.  L'influenza dovuta alla fama, al NYT, ai libri divulgativi secondo me e' pari a zero. Se contasse Lucas e Prescott non avrebbero mai preso il premio. 

I criteri con cui il comitato nobel determina la seminal contribution sono oscuri.

Basta vedere cosa è accaduto al nobel per la fisica di quest'anno, per il quale è stato dimenticato Cabibbo ed anche il fatto che il paper fondamentale per il quale è stato premiato Nambu è stato scritto con Jona-Lasinio

 

Domanda non banale: che ha detto di nuovo John Nash in dieci pagine, visto che ne avevano gia' scritto ampiamente Von Neumann e Morgenstern e li cita nella tesi, e ha utilizzato un teorema di punto fisso dimostrato da altri?

Ecco, se vi ponete questa domanda capite perche' Krugman (e non Helpman) e' stato molto originale rispetto a Ricardo o Ohlin.

 

  di chi e' stata la seminal contribution? Il nobel committee ha un buon track record su questo

Visto che non lo ha fatto ancora Michele, lo faccio io: Debreu senza Arrow (il secondo) e senza  McKenzie? Io non sono sicuro sul track record. 

 L'esempio di Kidland & Prescott mi pare fuori luogo: hanno scritto assieme entrambi i seminal papers 

 Hai ragione solo in parte. Io voglio argomentare che la seminal contribution in questo caso e' il libro. Scritto da entrambi. 

 L'influenza di princeton sul nobel non e' irrilevante, ma l'influenza sull'assegnazione solo a Krugman mi pare piuttosto speculativa.

Beh, ovviamente, mica c'ero nella stanza. E nemmeno mi mettono in cc nelle e-mail. 

 L'influenza dovuta alla fama, al NYT, ai libri divulgativi secondo me e' pari a zero. Se contasse Lucas e Prescott non avrebbero mai preso il premio. 

Randomizzano, my friend, randomizzano. O forse e' un ciclo deterministico? Qualcuno ha scoperto il pattern? 

solo una domanda: a chi altro avreste dato il nobel per l'economia in questo momento?

 

Tutta la vita a Sargent and Sims, per avere sviluppato gli strumenti fondamentali della moderna macroeconomia dinamica, al limite insieme a Lars Hansen (anche se a lui io ne darei uno tutto suo fra qualche anno per aver "divulgato" GMM).

 

"in questo momento" cosa vuol dire?

A chi avrei dato il premio Nobel l'ho già detto giorni fa: a McKenzie e Brock (e Cass, che è morto), o a Sargent-Sims-Hansen.

Mi chiedo cosa c'entri il "momento" nella domanda: è lì per caso o vuole suggerire qualcosa di particolare di questo momento, ottobre 2008?

 

Condivido e ribadisco: Sims, Sargent e Hansen.

forse il comitato 'in questo momento' non e' riuscito a riassumere i loro contributi in sole 20 pagine. Magari con un altro anno di tempo, la Royal Academy ci riesce. 

 

 

 

A Eaton & Kortum. Motivazione: per la VNTT (very new trade theory). E soprattutto, per essere riusciti ad avere un paper di Lucas con il loro nome nel titolo. 

 

... io ne darei un paio (anche tre) ancora a Arrow... quasi tutta la micro e pezzi della macro originano dai suoi lavori...

poi per un fatto personale e affettivo a tre grandi vecchi semidimenticati:

Dreze, Hahn e Malinvaud...

 

Per rispondere a Michele Boldrin, che chiede:

 Cosa predice la teoria del commercio internazionale proposta da Krugman, Helpman, Grossman e poi alla fine anche Romer? Qual'e' l'ipotesi dirimente di tale teoria, l'ipotesi che la separa e differenzia dalle idee ricardiane o anche solo da Hescher-Olin?

In breve: Le teorie pre-NTT, ossia Ricardiane (tra cui Eaton-Kortum) e Heckscher-Ohlin, prevedono solo "interindustry trade", non "intraindustry trade": io esporto vino e tu mi dai tessili in cambio, perché io sono relativamente più produttivo di te a fare il vino. Oppure: io esporto tessili e tu macchine manufatturiere, perché io sono relativamente più dotato di lavoro che di capitali. 

La stragrande maggioranza del commercio, invece, è di tipo intraindustry: io esporto e importo automobili, tu esporti e importi automobili. Tutto questo è inconcepibile in un modello Ricardiano o Heckscher-Ohlin. Grazie a Dixit-Stiglitz, product variety e all'"imperfect competition", siamo riusciti a costruire un modello che lo spieghi. Se questo non è poco... 

Poi, per quanto riguarda i test empirici, il discorso si fa un po' più astratto e ci allontaniamo un po' dai modelli di Krugman e Helpman, e si dovrebbe parlare dei gravity models.

Ad ogni modo: mi sembra un peccato che alcuni non sembrino in grado di apprezzare questo enorme contributo... va bene, va bene, i vostri eroi sono Sims e Sargent, ma comunque...

Poi, per parlare degli sviluppi più recenti, mi sembra più interessante Romalis e il suo tentativo di combinare Heckscher-Ohlin con NTT che non Eaton e Kortum (paper meraviglioso, non c'è che dire, ma un filino troppo stilizzato), anche se capisco che E&K e i paper che da esso derivno siano più congeniali a chi ama Sims e Sargent che non il resto della letteratura su trade.

Either way: poor Elhanan Helpman! 

Grazie per la risposta, ora possiamo discutere.

 

 

Le osservazioni che seguono sono opera di un non economista che condivide assai la perplessità di molti sul premio conferito (a P. Krugman) e simultaneamente non è in grado di articolare "master evidence and argument" la posizione di chi "avrebbe" dovuto ricevere tal riconoscimento al posto suo.

È più interessante, dal mio punto di vista, osservare che per tanto starnazzare degli economisti la disciplina è assai più vicina alla letteratura che alla fisica. Non ho visto nessuno che ha il Nobel in fisca, vivo o morto, che sia un fisico minore o minimo. Vedo, con un qualche grado di dispiacere, che Grazia Deledda ha il Nobel, non avendolo Proust, Kafka, Musil, Joyce. Non sto ad agitarmi su scienze vere e scienze fasulle, ma forse una riflessione è dovuta sullo stato di una disciplina, forse in bilico tra una forma (minore, a modesto avviso del sottoscritto) di matematica applicata e varie attività predittive ed esplicative che avvicinano l'economia più alla storia che ad ogni altra attività. Erro?

 

 

secondo me, erri. Mi spiego: anche in fisica secondo me sono messi malino.

 

 

La trattazione sarà adeguata, se avrà tutta la chiarezza compatibile con la materia che ne è l’oggetto: non bisogna infatti ricercare la medesima precisione in tutte le opere di pensiero....Bisogna contentarsi, quando si parla di tali argomenti con tali premesse, di mostrare la verità in maniera grossolana e approssimativa, e, quando si parla di cose solo per lo più costanti e si parte da premesse dello stesso genere, di trarne conclusioni dello stesso tipo. Allo stesso modo, quindi, è necessario che sia accolto ciascuno dei concetti qui espressi: è proprio dell’uomo colto, infatti, richiedere in ciascun campo tanta precisione quanta ne permette la natura dell’oggetto.

Aristotele Etica Nicomachea, Libro I (non stava parlando dell'economia, ovviamente)

 

E' roba un po' vecchia, ma direi sempre attuale...che poi è la definizione di cio che è "classico".

 

eppure eppure in filigrana ci leggo nelle tue parole il tic tipico dell'umanista che non perde occasione ad attaccare discipline più strutturate della propria. :-) Sbaglio?

A me non importa molto dirimere la questione che poni, nel senso che non sarei nemmeno capace di dare patenti di scientificità a discipline che non conosco, però posso sempre usare critiche interne ai tuoi argomenti per dimostrare che non mi convinci affatto.

Intanto come tu stesso dici, ci sono controversie anche sul Nobel per la letteratura, anche quest'anno intendo e poi ovviamente anche se la letteratura non è una scienza (ma chi l'ha detto che tutte le scienze devono avere come modello la fisica?) ciò non toglie che si possa usare la scrittura in modo più o meno corretto oltre che esteticamente gradevole...è una questione di gradi fra chi lo sa fare e chi no.

 

osservare che per tanto starnazzare degli economisti la disciplina è assai più vicina alla letteratura che alla fisica.

 

Allora, secondo quello che dici, hanno fatto bene a darlo a Krugman, visto che è uno scrittore così prolisso anche di politica e di cose non strettamente economiche?

 

Non sto ad agitarmi su scienze vere e scienze fasulle, ma forse una riflessione è dovuta sullo stato di una disciplina, forse in bilico tra una forma (minore, a modesto avviso del sottoscritto) di matematica applicata e varie attività predittive ed esplicative che avvicinano l'economia più alla storia che ad ogni altra attività.

 

Vabbe, lasciamo stare le storie sulla storia, che adesso è la nuova disciplina cui l'economia assomiglierebbe...però io mi chiedo che idea hai tu della conoscenza? Qualcosa tipo Il Codice da Vinci, cioè una conoscenza piena, rotonda totale, coerente, depurata da conflitti (politici e sociologici di qualsivoglia sorta)? Che una volta acquisita è quella per sempre? Sarebbe come dire, siccome non abbiamo una scienza perfetta, pura da conflitti extra-scientifici, siccome tutti gli scienziati litigano tra loro...allora tu (che sei persona a modo) accosti la scienza alla storia...ma un altro meno a modo di te potrebbe spingersi molto oltre e finirla con cristallo terapie e cose del genere.

La mia idea è che una super-idealizzazione della scienza (tipo: gli scienziati seguono solo la verità, non sono condizionati dal potere politico ecc. ecc.), prima o poi apre la strada o alla disillusione degli stessi che hanno creduto a tali esagerazioni oppure induce coloro che non hanno mai avuto tale fiducia nel metodo scientifico a usare la falsità di quelle esagerazioni per confortare i propri giudizi.

Mi sembra più sensato guardare alle cose come sono senza immaginarsene di altre che mai ci sono state nè mai ci saranno. Secondo me, se sei un umanista dimmi cosa ne pensi, un nuovo illuminismo dovrebbe proprio cercare di elaborare una visione filosofica molto più umana, direi quasi cinica, della scienza e del lavoro degli scienzati...per evitare fraintendimenti.

 

 

(quello che gli scienziati veri non vogliono sia chiamato premio Nobel)

(Alberto Bisin)

 

Ma non è che vi portate dietro tutta una serie di complessi di inferiorità di cui (da persone intelligenti e competenti quali siete) fareste bene a liberarvi? Che ciascuno consideri la propria disciplina un gradino sopra le altre è anche vero ma non vale solo per i fisici: i medici considerano la medicina più importante delle altre discipline, i giuristi considerano più importante lo studio delle leggi, i matematici quello della matematica ecc ecc. Banalmente se non avessi ritenuto la fisica più interessante dell'economia avrei scelto un corso di studi diverso (e viceversa per voi immagino).

A che scopo continuare a recriminare contro gli "scienziati veri" (parole vostre, non mie)?

 

 

 

anche in fisica secondo me sono messi malino

(Andrea Moro)

 

Aridaje!  Certo, se per fisica intendi solo la teoria delle stringhe, la gravità quantistica a loop, la twistor fog e la teoria dell'universo a bolle (tutti argomenti dai quali grossa parte dei fisici sta ben lontana ma che sono ottimi per scrivere libri di successo) allora come "scientificità" siam messi malino. Ma se guardi un po' oltre ti accorgerai subito che il 90% della fisica riguarda ricerche su argomenti decisamente verificabili (o falsificabili a seconda di come la volete vedere).

 

Ironia, ironia. Detto questo, e' ovvio che abbiamo un complesso, ed e' giusto che sia cosi' perche' siamo lontani. Ma la mia ironia era rivolta agli scienziati veri che, nonostante tutto, sentono il bisogno di rimarcare le loro differenze da noi, che si sentono minacciati da un branco di letterati come noi. La cosa mi diverte assai. 

Non ho nulla da dire in merito (e qui, ho letto qualcosa frettolosamente, ma mi pare ci sia materiale valido per aggiornarsi), anche perche' conosco poco in profondita' l'apporto scientifico di Krugman. Questa storia del Nobel pero', assegnato quest'anno, non mi convince troppo.

Mi pare di ricordare che gia' alla fine degli anni novanta si parlava di « Krugman in odore di Nobel » e che poi, si scrisse, non gli fu dato per un qualcosa legato all'Argentina (ma non ne sono troppo sicuro, dovrei andare a ripescare vecchi appunti che non ho la piu' pallida idea di dove siano finiti). Ergo, se e' cosi', c'era gia' allora la convinzione -almeno a livello dei media- che lo meritasse, ma l'attualita' lo sconsigliava. K ha scritto molto anche sul Giappone, in relazione alla crisi che l'ha colpito a partire dagli anni novanta. Le sue ricette non mi hanno mai troppo entusiasmato. Io la vedevo in modo diverso. Sarebbe interessante andare e vedere se sono state applicate piu' o meno alla lettera. Fatto sta' che fino ad oggi niente Nobel.

Poi entra in crisi la globalizzazione voluta, si dice, fortemente voluta dai repubblicani, e non troppo amata dai democratici (alla Obama, non alla Clinton). Torna, chi si rivede, di moda lo Stato e qualcuno, Obama, ricomincia a parlare di protezionismo. Quasi da solo l' "analfabeta" (in fatto di economia) McCain gli dice che, attenzione, cosi' si cade nella Depressione, quella vera, economica (non psichica). Intanto Madonna  definisce McCain un novello Hitler e Krugman dice, sempre di McCain, che e' di gran lunga peggio di Bush (e alcune opinioni di K su Bush sono irriferibili). E alla fine, ora, a un mese dalle elezioni americane, arriva il Nobel, con un vincitore unico. Nessun dubbio che tutto sia stato deciso nell'atmosfera piu' asettica possibile, ma il mio medico mi dice pero' che gira un po' di influenza.

 

A proposito di vera scienza e veri nobel: Sartori ieri non ha digerito la peperonata e se la piglia con voi pescivendoli.

 

Sulla pericolosissima crisi economica in corso finora non ho fiatato.

Aspettavo lumi dagli economisti. Speravo, tra l'altro, in un loro mea

culpa.

Perché il fatto è che il grosso della loro disciplina non ha

previsto la catastrofe in arrivo. Era impossibile prevederla? Balle.

Non solo era prevedibilissima, ma il punto di principio è che una

scienza economica che non sa prevedere è una scienza da poco, quasi da

punto.

Science for what? Un sapere «pratico» che consiglia male e

che prevede altrettanto male, produce guai o comunque ci lascia nei

guai.

 

Tie'!

(credo che sia l'editoriale piu' populista e vergognoso che abbia mai letto in vita mia).

 

 

A proposito di prediche (e prefiche) eccone una da un predicatore di mestiere. C'è molta confusione sotto il cielo e ognuno...si aggiusta come può: chi attaca gli economisti, chi la scienza tout court...secondo me ci aspettano tempi duri perchè in molti useranno la situazione attuale per tutelare posizioni di potere, morale ideologico o monopolista, semplicemente invocando la gravità della situazione attuale. Che si tratti di proteggere le aziende italiane da opa ostili; che si tratti di regolare i conti accademici con interi settori disciplinari; che si tratti di fare proselitismo per la propria attività assistenzial-clericale...

 

 

Manca una settimana...niente scommesse?

Ma è vera la storia che Menegatti ("Optimal saving in the presence of two small risks") è un probabile nobel 2009?? O è semplicemente una voce di corridoio??

Ahimé, temo che un dollaro sull'economia comportamentale & affini (Camerer, Rabin, Thaler) forse questa volta vada messo. Almeno sarò contento di averlo perso...

Preso da curiosita' oggi ho guardato un po' in rete e ... mi sono veramente depresso.

Riporto quialcunilinks: Williamson & Tirole for I/O, Holmstrom & Hart for contract theory, Nordhaus for environmental economics, ... Fehr e Rabin per behavioral??, ... Taylor... Gertler & Gali for monetary economics???

ogesusanto (quello vero, non il mio amico che si chiama effettivamente gesu' santo): con tutto il rispetto, ma se lo danno a questi (soprattutto alcuni di questi), mi unisco all'appello di michele.

PS: la mia opinione non e' richiesta, ma il mio "voto" personale va a Lars P Hansen.

 

il mio "voto" personale va a Lars P Hansen.

insieme a Tom Sargent, no?

[scusate, questo era in risposta al commento di giorgio t.]

 

E Chris Sim.

Infatti, il trio Sargent, Sim, Hansen è la mia "mean prediction" per quest'anno. Non è il mio risultato preferito, è semplicemente la mia predizione.

Intanto quello per la fisica è andato ad un cinese 100%, ossia non un cinese che lavora all'estero, ma uno che è stato a CUHK quasi tutta la vita.

Ma l'università italiana va benissimo, l'ha detto anche la Gelmini, no?

Per cosa gliel'hanno dato? Per i bei discorsi o per quello che potrebbe fare? Adesso i premi Nobel sono pure forward looking?

Sono perplesso.

I vari premi sono assegnati indipendentemente per le varie categorie, ma se a Stoccolma tira la stessa aria che a Oslo, allora mi aspetto qualche neo-keynesiano lunedì.

No, gliel'hanno dato per le chiacchere.

Coloro che proponevano BS come candidato sono quindi legittimati. Fonti personali mi dicono si sia piazzato "close second".

 

Sono perplesso anche io... mah..sarà ironico?!

Finora a me è parso di sentire semplicemente parole parole parole...soltanto parole!!

 

Stamattina ho trovato questa email che mi ha spedito Obama (ok ok...non è che ci sentiamo così spesso o siamo così intimi, ma durante le primarie mi ero iscritto alla sua newsletter e continuo a ricevere email che non leggo, anche se oggi ero sicuro che avrebbe parlato del nobel e l'ho letta)...insomma, dice che accetterà il premio.

 

A call to action
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 Rispondi |President Barack Obama a me
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marco --

This morning, Michelle and I awoke to some surprising and humbling news. At 6 a.m., we received word that I'd been awarded the Nobel Peace Prize for 2009.

To be honest, I do not feel that I deserve to be in the company of so many of the transformative figures who've been honored by this prize -- men and women who've inspired me and inspired the entire world through their courageous pursuit of peace.

But I also know that throughout history the Nobel Peace Prize has not just been used to honor specific achievement; it's also been used as a means to give momentum to a set of causes.

That is why I've said that I will accept this award as a call to action, a call for all nations and all peoples to confront the common challenges of the 21st century. These challenges won't all be met during my presidency, or even my lifetime. But I know these challenges can be met so long as it's recognized that they will not be met by one person or one nation alone.

This award -- and the call to action that comes with it -- does not belong simply to me or my administration; it belongs to all people around the world who have fought for justice and for peace. And most of all, it belongs to you, the men and women of America, who have dared to hope and have worked so hard to make our world a little better.

So today we humbly recommit to the important work that we've begun together. I'm grateful that you've stood with me thus far, and I'm honored to continue our vital work in the years to come.

Thank you,

President Barack Obama

 

Ostrom (mi sembra sia la prima donna a vincerlo) e Williamson. Qualcuno ha indovinato...

La prima "for her analysis of economic governance, especially the commons", il secondo "for his analysis of economic governance, especially the boundaries of the firm".

 

Confesso che quando ho visto ''Ostrom'' ho pensato che avessero sbagliato e intendessero ''Holmström'', nel senso di Bengt.  Mah.....