Padani o Polinesiani?

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Il sindaco di Varallo di Sesia, Sig. Buonanno, il sindaco di Oppeano, Sig. Montagnoli, il sindaco di Verona, Sig. Tosi, le mamme della stessa Verona nonché i loro bambini devono essere tutti nati e cresciuti in Polinesia. Infatti a me pare che le donne che indossano il "burkini" siano perfettamente adeguate ai nostri usi e, soprattutto, costumi.

burkinis

 

suora al mare

 

 

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Commenti

Ci sono 85 commenti

mah, a naso quella della seconda foto parmi una suora, non una donna che indossa il burkini. e le suore non sono donne come tutte le altre, se indossano certe vesti è perché hanno scelto consapevolmente di farlo, e perché quelle vesti indicano proprio una scelta particolare, e non il semplice, fisiologico e inevitabile avvento della pubertà.

poi, per carità, si mettano pure addosso quel che vogliono, per quel che mi può importare. almeno non si vedono le gambazze pelose.

non discuto sulle diverse ragioni -- ne' tantomeno sulla liberta' di scelta -- per portare in pubblico un abito integrale in ogni stagione e circostanza.

quello che volevo sottolineare e' che se gli argomenti sono che la ragazza in burkini spaventa il bimbo e che quell'abbigliamento e' estraneo alla nostra cultura, siamo sul piano degli argomenti debolucci e contraddittori.

Giulio, per me si vestano come accidenti vogliono ..... ci mancherebbe!

Devo dire, peraltro, che il sentimento che suscita in me un tale abbigliamento è solo una certa tristezza: le signore in questione mi fanno un po' pena, perché non posso fare a meno di pensare che troppo spesso non sia una libera scelta.

Poi, una riflessione. Mi piacerebbe davvero che chi impiega il suo tempo a difendere strenuamente il (sacrosanto) diritto di ciascuno ad essere ciò che è - e di mostrarlo in pubblico - dalle nostre parti prendesse anche ferma posizione in merito alle molte regole che non paiono garantire esattamente la pari dignità in altri luoghi. Insomma, eviterei un certo razzismo "al contrario", che puzza alquanto di ideologia anti-occidentale, apparentemente diffuso in taluni ambienti politici che, tante volte, abbiamo visto e sentito cianciare di disarmo unilaterale e simili facezie ....

Come sai, infine, io non faccio grande distinzione d'integralismi. Mi pare solo una questione di tempi, nel senso che alcuni secoli orsono il potere della religione qui dominante era tale che le regole non erano molto differenti da quelle in vigore oggi in ambito islamico. Tutto qui, direi che l'Occidente - pur con tutti i suoi problemi - sia semplicemente una civiltà più avanzata. Ma è solo un'opinione.

 

 

 

Devo dire, peraltro, che il sentimento che suscita in me un tale abbigliamento è solo una certa tristezza: le signore in questione mi fanno un po' pena, perché non posso fare a meno di pensare che troppo spesso non sia una libera scelta.

 

Stai pensando per loro, magari é una loro libera scelta.

 

Come sai, infine, io non faccio grande distinzione d'integralismi. Mi pare solo una questione di tempi, nel senso che alcuni secoli orsono il potere della religione qui dominante era tale che le regole non erano molto differenti da quelle in vigore oggi in ambito islamico. Tutto qui, direi che l'Occidente - pur con tutti i suoi problemi - sia semplicemente una civiltà più avanzata. Ma è solo un'opinione.

 

O per vederla da un'altro punto di vista, la nostra civilità é  più corrotta (il flop delle nascite e Barbara D'Urso* ne sono prova)

*tanto per citare un simbolo della cultura della stupidà di oggi

 

 

Tutto qui, direi che l'Occidente - pur con tutti i suoi problemi - sia semplicemente una civiltà più avanzata.

 

cosa intendi per avanzata? le società verso dove avanzano o dovrebbero avanzare?

non è che forse il ragionamento è viziato dal fatto che noi (occidentali) nel giudicare abbiamo in mente un'idea di libertà così come è concepita nella cultura occidentale e quindi non permette una diretta comparazione delle diverse culture/civiltà...

 

Il problema è che, anche se l'occidente è una civiltà più avanzata, l'Italia è mediamente molto più arretrata da questo punto di vista, la percentuale di dirigenti donne nella grande e media industria e nella pubblica amministrazione, cioè in tutti i posti dove la "cultura" dominante è più importante del merito, è a livelli da paese islamico, e molto inferiore alla media europea.

In realtà la critica principale che si può fare all'azione dei politici leghisti è che data la loro incapacità di combattere le cause si accontentano di nascondere la sporcizia sotto il tappeto, anche in questo caso la proibizione non è indossare il burka, ma mostrarlo in pubblico.

La mia impressione è che per alcune persone l' importante non sia la libertà o  il rispetto della dignità individuale, ma evitare il fastidio che la visione di comportamenti diversi dai nostri può destare in chi questi comportamenti li attua per pigro conformismo e non per "cultura".

La mia opinione negativa sul burka è decisamente attenuata quando il costume è attillato, molto colorato e la ragazza che lo indossa è vistosamente truccata , l'effetto finale molte volte è più attraente e piacevole di molte sciatte ragazzine con la trippa che deborda da pantaloni a cavallo bassissimo.

Forse chi vuole proibire certi comportamenti in pubblico come contrari alla nostra cultura dimostra una sfiducia terribile nella sua forza e nella sua superiorità, o uno stupida illusione di superiorità intellettuale, per cui si crede che gli "altri" siano troppo stupidi per capire che in una società occidentale si vive meglio che in una teocrazia islamica.

Guarda io mi accontenterei che certi diritti venissero rispettati almeno nello stato in cui risiedo. Franco, lasciatelo dire amichevolmente: questo modo di screditare come faziosi quelli che non la pensano come te e l'accusa di "razzismo al contrario" (cosa sara' mai Franco il razzismo al contrario?) e di ideologia anti-occidentale e' particolarmente fastidioso: e' chiaro, normale e sano che ogni cittadino sia interessato ai diritti di casa sua e meno (molto meno) ai diritti in casa d'altri.

Questa retorica della reciprocita' poi e' una sciocchezza inenarrabile, quasi il sintomo di un ossessione ancestrale, tipo "mamma li turchi". Il mondo e' pieno di posti di m**da: dobbiamo abbassarci al livello di tutti oppure solo al livello degli odiati mori? Mi chiedo come uno che si professa liberale non riesca distinguere tra le responsabilita' degli individui e quelle delle istituzioni statali in cui per sua sventura risiede. Come fai a non capire che il sig. Mohammad non deve pagare in Italia per le leggi illiberali che vigono nel suo paese d'origine? E se lo capisci, a che serve questo distinguo per cui "si va bene i diritti ma quelli sono anti-occidentali, non hanno credibilita', che stiano zittini"?

Condivido a grandi linee il punto di Giulio Zanella,

Sapendo che il miglior modo per radicare l'uso del burkini è quello di vietarlo, mentre il modo più efficace (ed efficiente) per eliminarlo è esporre le persone che lo indossano al pubblico: lasciate che le donne col burkina si integrino con gli Italiani, ci penseranno poi gli Italiani stessi, con la loro endemica intolleranza all'anticonformismo (si pensi a cosa deve sopportare chi indossa calzini bianchi...) a spazzare via qualsiasi voglia di burkina.

Appare dunque chiaro che le decisioni dei sopracitati sindaci abbiano l'unico effetto di alimentaqre tensioni sociali, ma siano politicamente obbligatorie al fine di ottenere consensi elettorali. Un vero peccato.

 

 

"Il burqa non è il benvenuto sul territorio della Repubblica. Non si tratta di un problema religioso, ma di dignità della donna. È un segno di asservimento, di avvilimento."N.Sarkozy

Personalmente concordo al 100% con Sarkozy

Partendo dal fatto che simili comportamenti sono il frutto di anni di sudditanza psicologica (spesso accompagnata da violenza) e dal più bieco maschilismo, mascherato da dogma religioso(nel corano non vi è nessuna imposizione a tal comportamento), ma usanza tradizionale.

Ora vi chiedo se richieste del genere non fossero arrivate dal mondo iscamico bensì da esponenti del mondo cattolico, ricordando che fino a poco più di mezzo secolo fa grazie a "cultura"/"tradizione" religiosa dovevano andare in chiesa a capo coperto e la gran parte delle donne metteva un foulard in testa nella vita pubblica, cosa sarebbe successo, si parlerebbe di attentati alla democrazia alla costituzione e qualunque altra cosa?

Mentre se tale attacco alla nostro attuale modo di comportarci viene fatto dagli immigrati islamici tutto diventa automaticamente lecito, poichè noi di default siamo chiusi razzisti(anche se a tal termine viene dato un significato non suo) e xenofobi, e loro sono le nostre povere vittime.

Citando un grande Abruzzese il cardinale Mazarino:" pensarmalesifapeccatomacisiazzeccaquasisempre" penso che queste siano solo piccole battaglie di una grande guerra, tra qualche anno chiederanno la poligamia, poi chiederanno forti limitazioni sull'alcool sulla vendita di carne suine ecc...

Io dissento al 100%.

Non trovo nulla di avvilente in una donna che indossa volontariamente un costume un po buffo.Al massimo va combattuta la sudditanza psicologica, magari insegnando a scuola che il corano (mi pare) richiede solo di coprire i capelli, tra le altre cose.

Certo, se qualche vescovo promuovesse il velo ci sarebbe un'alzata di scudi, ed io mi troverei in serio imbarazzo nel decidere se questa fosse più o meno ridicola dell' uscita del vescovo, ma risate a parte non avrei nulla da ridire.

Gli immigrati che vestono in modo strano non minacciano nulla del nostro modo di vivere, al massimo promuovono la sostituzione di qualche pizzeria al taglio con kebabbari, che a me sta benone.Certo che qualche imam prima o poi chiederà le cose che dici, basterà rispondere a pernacchie.Tra l'altro di recente le limitazioni alla vendita di alcoolici vengono da tutt'altra parte.

IO penso che l'unico modo di combattere certi comportamenti è l'intransigenza nei confronti di tutto ciò che umilia l'individuo senza dare nessuna importanza a deliranti idee di guerra di  civiltà o alle solite teorie del piano inclinato, per cui la libertà di vestire il burka, anche nel caso non sia frutto di imposizioni sia un male in sè.

Sul fatto che a pensare male ci si azzecca quasi sempre potrei essere daccordo, e se molti politici della lega giustificano la lotta contro l'immigrazione con il contrasto alla criminalità o con una guerra tra civiltà, potrebbe essere semplicemente perchè pensare semplicemente di mettere in galera i ladri indifferentemente dalla cittadinanza sarebbe fastidioso per qualche loro amico o collega....

 

 

"Il burqa non è il benvenuto sul territorio della Repubblica. Non si tratta di un problema religioso, ma di dignità della donna. È un segno di asservimento, di avvilimento." N.Sarkozy

Personalmente concordo al 100% con Sarkozy

Chi non e', in principio e in pubblico, in favore della dignita' della donna e contro l'asservimento e l'avvilimento? Ma cosa ottieni se in nome di questi principi umili una donna che ha trovato il modo di poter passare un giorno d'estate a mollo rispettando quello in cui crede oppure quello che le viene imposto? Ottieni che la umili, appunto, e la avvilisci ancora di piu'.

La verita' e' che a questi delle donne non importa proprio nulla. Anche il leghista medio vorrebbe la moglie schiava, solo che lei gli fa la pernacchia.

penso che queste siano solo piccole battaglie di una grande guerra, tra qualche anno chiederanno la poligamia, poi chiederanno forti limitazioni sull'alcool sulla vendita di carne suine ecc...

anche il vaticano chiede tutti i giorni limitazioni al divorzio, all'aborto, al mercato, eppure nessuno si sente nel mezzo di una grande guerra. la societa' libera inizia col whatever, altrimenti detta pernacchia di cui sopra nel commento di marcello.

 

David Z, mi scuso ma proprio per niente... niente affatto.

 

1. se i costumi (da bagno o da messa) sono unsegno di avvilimento e asservimento (delle donne da quel che intendo) amerei ricordare che esattamente lo stesso e' vero di tutto cio' che si porta

(esempi la tonsura dei domenicani, il kippah degli ebrei (osservanti una delle tradizioni)-- [nella tradizione, non so se abbia notato Moshe-rabeinu ha il capo scoperto, in seguito come segno di asservimento --c'e' sempre qualcuno sopra di me-- si porta kippah per questa ragione, non sto a sproloquiare sui casi recenti di chi si vanto' e in pubblico di portar il cilicio alla coscia per asservire le "tentazioni" e ricordar il mal del vivere)

suggerisco che l'unica ragione per cui tanto bruit vien fatto sul burkha, burqini o quel che vuol lei, dipenda dal fatto che e' poco elegante romper i cosidetti agli ebrei e meno ancora ai membri dell'Opus Dei.

2. e allora? se venisse permessa la poligamia? vivo, cosi' capita, in un paese in cui la poligamia e' legale, il presidente della repubblica ha u numero non ancora del tutto accertato di mogli che vivono a "turno" in Mahlamba Ndlopfu. E assolutamente nulla accade. Si supponga che venga permssa la poligamia legale, e allora? Le posso solo indicare i fatti: pochissime famiglie saranno poligame e null'altro. Vi sono per altro argomenti, forse dubbi ma non completamente imbecilli, che suggeriscono che la monogamia ha un vantaggio sociale considerevole.

3. In Israele dove vi son forti "limitazioni" come le chiama lei al consumo delle carne suina non succede assolutamente nulla. La invito quando vuole a mangiar tramezzini con prosciutto di Parma qui oceanocean

 

Bravo Giulio...

Ci sono considerazioni di due ordini da fare.

La prima riguarda la credibilità di chi, come dici tu, da un lato paventa improbabili traumi nei pargoli qualora siano esposti a usanze e costumi (sia nel senso di mores che di abiti) inusuali; e dall'altro però accetta l'inusualità di certi costumi a patto che siano graditi a lui, o alla sua organizzazione politica.  Messa così sembra un semplice problema di coerenza. Per esempio, Calderoli che invoca, a ragione, la totale libertà di indossare certe magliette anti-islam, è poi lo stesso che magari si impensierisce del burkini o denuncia chi definisce in maniera nn rispettosa il crocifisso: io ricorderei a questo personaggio che nn si possono giocare più parti nella stessa commedia, e se si è per la libertà propria bisogna esserlo anche per quella altrui...altrimenti si ricade nella sindrome del Marchese del Grillo: io so io e voi nun siete un cazzo.

La seconda considerazione è che, posto che uno si veste come vuole, almeno il viso deve lasciarlo scoperto per ragioni direi di "ordine pubblico".

Ps: burka, veli e donne assuorate nn mi piacciono, però almeno nella prima foto le ragazze, più carine della suora, indossano un materiale adatto all'acqua, invece quella suora si è buttata a mare con le prime cose che aveva...magari le è diventato tutto trasparente e ha rischiato di fare più peccato che se si fosse messa una pancera ascellare.

Ps: io i preti in costume li ho visti, se loro si, perchè le suore no?

 

magari le è diventato tutto trasparente e ha rischiato di fare più peccato

come disse don burio: piu' che un peccato e' un incubbo!

 

Anche io credo che se una vuol mettersi il burkini, ne ha tutto il diritto. E sono sicura che sia molto meno spaventoso, per bimbi e per adulti, di certi bikini.

Piano piano, così come è avvenuto per le italiane che si sono tolte il fazzoletto dalla testa, o i vestiti a lutto, o gli eterni grembiuli, anche queste donne decideranno come far evolvere la loro personalissima moda, in base a quello che riterranno di loro gusto. Saranno loro a farlo, non sicuramenti sindaci e presidenti di altri paesi.

Se proprio vogliamo occuparci di dignità della donna e vestiti che umiliano, allora è meglio che guardiamo in casa nostra ragazzi... Se proprio non possiamo fare a meno di emettere decreti e divieti, ce n'è che avanza: potremmo iniziare dalle migliaia di donne che finiscono in topless sulla repubblica o sul corriere, e in qualsiasi altro posto, giornale, televisione, ovunque. Potremmo vietare di mettere donne nude nelle pubblicità...eh? Ah ma dite che sono loro che vogliono andare in giro nude? ah allora va bene

Sbaglierò, ma mi sembra più dignotosa e libera (sì, libera) la scelta di coprirsi il viso o i capelli, che l'idea di girare in push up tra le piscine di villa certosa

Quello che penso è che l'obiettivo sia liberarsi di queste persone, e si usa la scusa dei bambini che si spaventano (dovrebbero dare un occhiata a certi cartoni animati di oggi...) e delle donne che vengono umiliate. E' la stessa schifosa faccenda del dialetto nelle scuole: a nessuno interessa che venga insegnato un non meglio identificato "dialetto" nelle scuole del bergamasco. Interessa, invece, che chi non sa insegnare quel dialetto (cioè non lo sa parlare, cioè non è nato e cresciuto a trescore  balneario), se ne vada dalla suddetta scuola.

 

Sbaglierò, ma mi sembra più dignotosa e libera (sì, libera) la scelta di coprirsi il viso o i capelli, che l'idea di girare in push up tra le piscine di villa certosa

Questo è falso. Chi va in push up (che è poi sta cosa?) gode di più libertà, in genere, di chi indossa il burka...nn ho mai capito questo argomento (femminista?) per cui la bellezza propalata nel marketing ultrafashion sia una costrizione imposta alle brutte...io sia chiaro, non sono affatto bello, quindi parlo in maniera non sospetta :-) .

dopo le parole di Bosseroliaroni non riesco più a chiudere occhio. Pur nato in alta val seriana, dalla madre maestra mi è stato proibito, a mio avviso saggiamente, l'uso del dialetto in casa. Sono un bergamasco vero, dunque? Non lo so e mi rodo nell'ansia.

(Lo so che questo thread non parlava di dialetto, ma non ho saputo resistere all'occasione).

Seriamente ora. Io non sono agnostico riguardo al merito di un valore, norma o pratica. Non mi vergogno di dire che la tolleranza, il rispetto dei diritti umani, l'amore per la libertà difesi dall'illuminismo sono un passo in avanti nella storia dell'umanità. Chi non l'ha fatto su questi valori è arretrato.

Mi pare intellettualmente debole e moralmente dubbio invece il giudizio dato su culture nel loro insieme, come ha fatto Oriana Fallaci. Intellettualmente debole perchè non è dato a chi non ci sia vissuto dentro, conoscere le culture altrui quanto basti per giudicarle. Moralmente dubbio perchè, non sapendo, si finisce per applicare alle altre il metro di giudizio della propria.

Ho visitato con molta frequenza per alcuni anni il mondo arabo. Ho provato disagio davanti all'inferiorità in cui sono ancora tenute le donne. Però ho provato ammirazione davanti al  rispetto con cui sono tenuti i poveri.

Alla fine della fiera, forse, faremmo meglio a misurare il grado di progresso di una cultura dal grado di felicità che possiede chi la pratica. E allora, temo che noi italiani scopriremmo di essere abbastanza arretrati.

 

E' la stessa schifosa faccenda del dialetto nelle scuole: a nessuno interessa che venga insegnato un non meglio identificato "dialetto" nelle scuole del bergamasco. Interessa, invece, che chi non sa insegnare quel dialetto (cioè non lo sa parlare, cioè non è nato e cresciuto a trescore  balneario), se ne vada dalla suddetta scuola.

 

Questi sono pretesti intellettualmente disonesti e ingiustificati per negare l'insegnamento a scuola dei dialetti a chi lo desidera. Io sto dalla parte di Tullio De Mauro ("e' diritto sacrosanto avere la propria madrelingua insegnata a scuola"), dalla parte del circa 50% di friulani che scelgono l'insegnamento facoltativo della lingua friulana a scuola, dalla parte dei Catalani che difendono il catalano e dalla parte dei Baschi che difendono il basco.

Aggiungo che ritengo intellettualmente disonesto accomunare l'intolleranza per abiti diversi e inusuali rispetto al conformismo italiano in materia di abbigliamento con la richiesta di riconoscere lingue locali che esulano dal conformismo linguistico benpensante italiano.

mi sembra in discussione la discussione che avvenne in France (vedasi il precedente "fattore b.")

non si sa bene che cosa sia esattamente il comune senso del pudore, e nemmeno si sa bene che cosa sia la determinazione che la dipendenza, e.g. economica, sia un fattore che determina l'oppressione. Dopo tutto tutti i bambini (compreso il sottoscritto nel secolo scorso) vennero vestiti senza alcuna scelta dai loro genitori. Avrebbe avuto Favaretto-Fisca il diritto di dire a mia madre come vestirMI?

A parte qualsiasi considerazione, il cosidetto burkini, non e' sgradevole e non copre il volto, per chi debba applicare le regole anti-terrorismo. Si configura come una pura scemenza di qualche demente che pensa di combattere le crociate (quando capiranno i cattolic che non sono la maggioranza di nulla?)

Quoto, ed osservo che la cosa è ancora valida tra italiani, tanto che si incontrano spesso ragazzine con lo zainetto col cambio per la discoteca.

E poi credo che le ragazze cui è consentito frequentare piscine miste in burquini siano molto lontane dai peggiori casi di segregazione.Anzi, trattandosi di un' indumento abbastanza gradevole mi sembra un' imposizione minore.

Una cosa che trovo particolarmente buffa è che di regola nelle piscine coprire la testa è un' obbligo!

Cosa trovano di male nel burqini? Le maniche? i pantaloni? o il colletto?

Ho solo un' appunto: gli xenofobi (islamofobi?) non sono solo cattolici, e viceversa.Questi sono minoranza, quelli non credo.

bah... vi sottopongo due dubbi che mi tormentano.

1) il mio capo mi costringe a venire al lavoro ogni giorno con la cravatta, anche se ci sono trenta gradi e l'ufficio è praticamente deserto. non è questa una forma di oppressione? nessun sindaco mi viene in aiuto?

2) ma la suora è riuscita a parare? o c'è il gol?

mah... secondo me il burka (e le sue propaggini estive) sono frutto della saggezza centenaria che ha avuto a che fare appunto per centinaia di anni con l'aggressività sessuale maschile. C'è tutto, nel burka: la protezione del maschio, la difesa della/e propria/e donna/e, la coscienza che il maschio è un essere molto visivo, la coscienza che una donna è biologicamente portata a provocare sessualmente, e che in ogni caso lo fà anche involontariamente. Il burka è una specie di indice della fiducia che certe culture hanno del maschio. Il vero scontro dovrebbe essere tra chi ritiene il burka un sorpassato strumento di controllo sociale e chi non ha sufficiente fiducia nelle società moderne e nelle direzioni che stanno imboccando, che gli fanno ritenere ancora sensata l'applicazione di vecchi metodi, in linea generale. Non sono uno psicologo, ma secondo me il burka ha una grande affinità con le campagne dei telegiornali sui rumeni che stuprano le italiane, ironicamente. Padani e Afgani.       

Vorrei fare un'osservazione, altamente banale a mio avviso ma che, in questo dibattito e soprattutto in quello più rumoroso che avviene sui media italiani, banale non sembra.

Non vi è assolutamente nessuna equivalenza e nemmeno alcuna implicazione di necessità da un lato e dall'altro, fra libertà di culto e tolleranza di usi e costumi altrui (che non violino il codice penale) ed il supposto relativismo culturale secondo cui tutte le culture/morali/religioni sono equivalenti in quanto "la verità non esiste". Chi lo sostenga sostiene una gigantesca panzana.

Difendere il diritto della signora ad andare in piscina, o in sauna o a fare shopping, in burkini NON implica dover concludere che l'etica che la sua religione sostiene vale tanto quanto la mia. Permettere ai musulmani di compiere le loro preghiere ed abluzioni o ai preti cattolici di sciogliere sangue rappreso dicendo parole strane, NON implica accettare l'insieme di credenze incoerenti su cui tali pratiche si reggono.

Le morali non sono equivalenti, né lo sono le culture e le religioni. Alcune sono "meglio" di altre, alcune financo "molto meglio". L'infibulazione è una pratica insana, tanto quanto i tattuaggi di serpi e volatili sulle braccia, a mio avviso. Vale la pena spiegare a chi pratica l'una e l'altra che sta facendo una gigantesca scemenza? Certamente. È appropriato impedire a persone consenzienti di compiere tali atti di auto-mutilazione? No. Lo stesso vale per il burkini ed il vestito della suora: è demenziale andare in spiaggia/piscina vestiti come le due signore in questione? Certamente, e se uno ne ha voglia può anche spiegarglielo, farci l'ironia, cercare di convincerle che ci si gode l'acqua del mare meglio nuotando nudi. Questo NON implica impedire alle due signore in questione d'andare così ridicolmente conciate in piscina.

La libertà non implica il relativismo e la difesa di un sistema di valori come "migliore" d'un altro non implica l'intolleranza. Son certo che lo sa anche il sindaco di Verona, ma da politicante qual'è preferisce diffondere l'intolleranza per rimestare nel torbido e pescare voti facili, invece di "governare" in una direzione liberale il dibattito sulla questione. È un problema di qualità umana e di sistema di valori: quelli del sindaco di Verona, in questo caso, sono entrambi peggiori di quanto è auspicabile fossero.

Aggiungo un'altra cosa: relativismo culturale non implica l'abolizione del giudizio individuale, nè di quello collettivo anche nella forma di norme pubbliche.

Ad esempio, io sono un relativista etico, per il semplice fatto che non sono un assolutista. Non esistono canoni, caratteristiche, valori etici indipendenti dal pensiero dell'essere animale che li formula. Nella realtà naturale (nè in quella "ideale") non ci sono proprietà etiche rilevabili con qualche esperimento o metodo "oggettivo".

E con ciò?

Non mi sono certo evirato della facoltà di giudicare. E di sostenere la bontà di certe norme piuttosto che altre. Certo, l'essere relativista mi farà vedere il mondo etico e politico-sociale in modo diverso, ma non per questo vedo un mondo in cui tutte le vacche sono nere.

RR

 

Certamente, non c'e' relazione di necessita'. Infatti le due discussioni (tolleranza di usi e costumi da un lato e possibilita' di ordinare questi stessi usi e costumi su qualche scala) sopra sono separate; e mentre tutti concordiamo sul principio di tolleranza, non la pensiamo tutti allo stesso modo sull'ordinabilita' -- mentre dovremmo se se la prima implicasse l'impossibilita' della seconda.

Ci sono indubbiamente aspetti di ordinabilita' oggettiva di singoli aspetti delle culture: qualunque medico direbbe che l'infibulazione e' pratica insana, cosi' come direbbe che e' pratica insana (sebbene meno insana) mangiare il grasso del maiale e bere brandy entro un raggio r dall'equatore. E indubbiamente val la pena spiegarlo mentre non e' appropriato impedirlo a chi e' consenziente (finche' questo non limita la liberta' altrui).

La questione pero' e' meno banale di come la poni, nel senso che mentre non c'e' relazione di necessita' tra tolleranza e relativismo, l'intolleranza in pratica e' associata all'argomento della superiorita' di una cultura rispetto a un'altra. Non dico che ci sia relazione di necessita', dico che e' improbabile trovare un intollerante che sia anche relativista. E il motivo e' che sebbene l'intolleranza sia ingiustificabile, l'intollerante (quello vero come quello opportunista) ha bisogno di una giustificazione. Pur essendo illogico, questo sembra funzionare per qualche "legge delle viscere".

Io, a mo di chiosa a questo post, direi che quando la Lega parla mi ronzano sempre le cose peggiori che dice, anche se leggendo i commenti dei leghisti che scrivono qui su nfa ho capito anche come la vede la Lega, a capirne le ragioni.

Chiedo insomma ai leghisti, o a quelli che votano Lega, ma queste cose non vi disturbano? Non vi disturba il violentismo? Non vi distrubano i toni?

Ps: ovviamente so che i leghisti che frequentano nfa non sottoscrivono nulla del video che ho linkato, ma continuo a chiedermi come fanno però a sopportare cose del genere...non è un processo il mio, ma sana curiosità: come può gente a modo, come quella che ho conosciuto a Firenze; gente colta, educata e così via (e lo dico sul serio), ascoltare certi comizi? O votare chi li fa?

 

Marco, la domanda è un pochino unfair. O meglio, la domanda è giusta ma non vedo perché debba essere rivolta solo ai leghisti. In tutta franchezza, si trovano esternazioni e dichiarazione di poliitici di qualunque partito che appaiono irritanti e senza senso. Quando poi arriva il giorno delle elezioni tutti dobbiamo porci la domanda: lascio perdere o scelgo il meno peggio? O più precisamente, se voglio un miglioramento rispetto alla situazione attuale, cosa mi conviene fare? Non votare o scegliere uno dei partiti presenti sulla scheda, a dispetto del fatto che in ciascuno di questi ci sono personaggi e posizioni politiche che trovo intollerabili? La risposta a questa domanda non è facile, e qui su nFA abbiamo avuto e, sono sicuro, avremo in futuro posizioni diverse; sia sull'opportunità di votare sia, nel caso si decida di farlo, sul partito che crea meno danni. Certo, i leghisti sono spesso particolarmente appariscenti e violenti nelle loro espressioni. Però, quando si va alla sostanza, tante volte le minacce maggiori alla libertà vengono in realtà da partiti che usano un linguaggio mellifluo e accomodante.

Paragonando suore a donne laiche ci si mette allo stesso livello dei Buonanno però. Mi sarei aspettato su NfA una analisi più approfondita del perchè in Francia ci si attacchi al "burkini" quando l'obiettivo  è un altro e di come questo sembri essere l'inizio di un nuovo atteggiamento verso i musulmani più retrogradi ( mi riferisco alle recenti uscite anti burka della Merkel). Va be' è estate per tutti :-)

Ma lei prima di scrivere, hai controllato il tasso alcolico?

0) Ti informo che le suore sono donne ... sorprendente, no?

1) L'articolo è di 7 anni fa e risponde ad eventi di 7 anni fa. Era, effettivamente, anticipatorio. Ma noi questso lo sapevamo già ...


2) Il giudizio non è cambiato e vale comunque.

3) Non ho ben capito cosa ci sia di erroneo a comparare i vestiti imposti dalla religione alle suore con quelli imposti dalla religione ad altre donne! Laico cosa vorrebbe dire? Che siccome nella religione X solo il tipo A di donna deve vestirsi in modo ridicolo mentre nella religione Y anche le donne di tipo B devono vestirti in modo ridicolo il confronto non si può fare? Ma cosa ti sei bevuto per mandare a fare in culo la logica con tanta facilità?

4) In cosa consisterebbe la sofisticata strategia francese, scusa? Io vedo solo follie persecutorie e suicide di un'elite razzista che non essendo riuscita ad integrare, in mezzo secolo, i milioni di persone emigrate dalle proprie colonie ora ha deciso di ... reprimerli ancora un po' di più al fine di ... di cosa? 

Okkei, è estate. Facciamo finta sia quella la ragione di tante assurdita' in un commento solo anche se, temo, e' solo un indice della degenerazione del dibattito pubblico italiano. Stavo giusto riflettendo sulle "mutazioni" che l'emergere dell'islam militante sta causando nell'antropologia culturale europea e questo commento aggiunge un altro tassello ...