I recenti scandali che hanno agitato l'Italia sembrano fatti apposta per riempire i giornali durante la sonnolenta stagione estiva: troviamo nobili, potenti, prosperose signorine, sesso e quant'altro può essere utile per solleticare la morbosa curiosità delle masse. Conosciamo ben poco del mondo dello spettacolo, ma la roba che vediamo ci appare in verità abbastanza banale. Il carattere umano del cialtrone millantatore che si aggira per cinecittà è stato immortalato perfettamente da Walter Chiari in Bellissima più di mezzo secolo fa. Non sembra sia cambiato molto da allora.
Saremmo tentati di terminare lo sbadiglio e voltare pagina, guardando rapidamente a che ora inizia la prossima partita della World Cup. Ma prima di farlo, siamo costretti a riconoscere che la vicenda ci riguarda purtroppo assai più da vicino di quello che vorremmo. Ci riguarda per una semplice ragione: questo circo di concussori, concusse e duchinobilibaroni lo paghiamo noi.
Qual è, una buona volta, la ragione per mantenere tre canali pubblici? L'informazione che viene prodotta è di qualità talmente scadente da far paura, e almeno per quanto riguarda la politica italiana è grottescamente ossequiante verso il capoccia di turno. Ogni volta che vedo l'ennesimo telegiornale in cui la parte centrale viene dedicata a ripetere inanità di venti secondi dei vari capi e sottocapi di partito, con il palese e unico scopo di mostrarne la faccia in televisione, mi intristisco pensando a quanti italiani usano la rai come il principale mezzo di informazione. Per i programmi di intrattenimento va anche peggio. Non hanno nessuna caratteristica che li possa rendere ragionevoli candidati per l'intervento pubblico, e infatti i privati (sia in Italia sia all'estero) li producono benissimo. Se proprio si ritiene che sia importante una presenza pubblica per soddisfare una domanda di beni culturali che il mercato non è in grado di produrre, o il cui consumo genera esternalità positive, un canale basta e avanza.
Nulla di tutto questo è particolarmente nuovo. Nemmeno è nuova la ragione per cui nel mondo politico la privatizzazione della Rai non è mai presa seriamente in considerazione. Chiaramente, le rendite che si estraggono dal controllo pubblico sono estremamente attraenti, e a quanto pare non si limitano solo alla manipolazione dell'informazione politica. Nella prima repubblica l'equilibrio, dopo la lunga notte del dominio democristiano, era stato raggiunto regalando una riserva indiana al PCI. Erano quelli i tempi in cui al governo stavano sempre gli stessi, quindi l'opposizione andava accontentata in questo modo. Oggi sembra che l'equilibrio sia diverso. Le maggioranze in effetti si alternano, quindi tutti possono sperare in un giro sulla giostra rai.
Ora, le responsabilità individuali non vanno sottovalutate, ed è possibile che il centrodestra abbia, data la scarsa qualità umana e morale di tanti suoi esponenti, fatto più danni del solito. Ma il nodo centrale rimane. Non c'è giustificazione per mantenere una massiccia presenza statale nell'industria radiotelevisiva. La rai va privatizzata quanto prima. Ovviamente la privatizzazione va fatta evitando di creare nuove situazioni di monopolio, o ancora peggio rafforzare le rendite esistenti. Il governo di centrosinistra comunque sembrerebbe il più adatto a farlo, visto che è improbabile che favorisca Mediaset. Ma dei dettagli possiamo sempre discutere dopo. Privatizzare la rai, subito!
Sono d'accordo su quasi tutto (va beh, questo è banale), tranne sul far fare alla RAI i programmi culturali. Come on, sono certo che hai visto enough History Channel, per esempio, per sapere quanto egregiamente una televisione commerciale possa fare dell'eccelente programmazione culturale. No, la RAI non deve esistere, punto. Il fatto che esista la BBC (è l'esempio che usano quelli che la vogliono mantenere, quando sono alla frutta nella argomentazione) non implica logicamente la necessità dell'esistenza dui una rete pubblica, anche perchè la RAI non diventerà mai la BBC (data la storia che ha alle spalle). Per quanto riguarda la paura di creare un unico monopolio privato in mano a quel'individuo lì, beh, se allora esiste unico l' equilibrio ed è il presente duopolio, perchè la sfiducia nelle sorti del Bel(????)Paese non dovrebbe assoluta?