Renato Soru for President

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Avrei dovuto scrivere "Renato Soru for secretary," ma non suona altrettanto bene. Ancora una volta, nonostante tutti i segnali che hanno ricevuto dall'elettorato ulivista, Fassino & Co. non hanno resistito alla tentazione di decidere per noi. L'investitura di Walter Veltroni come segretario del costituendo Partito Democratico e' ormai cosa fatta. A questo punto, l'unica speranza e' che un Cavaliere Bianco (o rosso, o rossiccio) si faccia avanti e si opponga all'arroganza dell'establishment. Che Renato Soru sia la persona giusta per il ruolo?

Ci siamo quasi. Ottobre non e' poi cosi' lontano. Il 14 di quel mese,

eleggeremo il segretario del Partito Democratico. Dico eleggeremo,

perché immagino che anche qui a New York vi sarà almeno un seggio per

le primarie, cosi' come ci fu nel 2000. Il comitato dei maggiorenti che

e' incaricato dell'organizzazione del costituendo partito prima che gli

organi sociali vengano eletti, ha deciso che vi saranno liste bloccate,

ognuna delle quali collegate con un candidato per la carica di

segretario. A detta dei leader dell'Ulivo, ciò farà si' che saremo noi

semplici elettori a scegliere la prima guida del nuovo soggetto

politico.


Purtroppo, come previsto, si sta rivelando un'ennesima presa per il c... L'inizio della messa in scena e' toccato a Fassino, il quale, giorni addietro, e' stato il primo ad avanzare il nome di Walter Veltroni, asserendo che tutti i DS sarebbero stati felicissimi di sostenere la sua candidatura a segretario. Poi, uno ad uno, larga parte dei DS stessi, nonche' alcuni pezzi grossi di DL, si sono accodati. Infine, e' toccato a Veltroni

entrare in scena, all'inizio titubante, e poi sempre più sicuro di

accettare l'investitura. Perfetto! E' cosi' che si lascia la scelta

agli elettori? Con quale coraggio un'altra persona con un po' di

orgoglio si opporrà a Veltroni, quando tutto l'establishment ha dichiarato di appoggiare quest'ultimo? Vi immaginate se, mesi addietro, al momento in cui HillaryClinton

sciolse la riserva sulla sua candidatura a Presidente degli Stati

Uniti, i leader democratici del Senato avessero manifestato

pubblicamente il loro sostegno? Prima che il parco dei contendenti si

fosse completato? Sarebbe stata un'iniziativa inaudita. In Italia, non

solo e' successo. Nessuno si e' meravigliato. Secondo Repubblica, cosi'

Fassino si e' espresso in risposta al giornalista De Marchis, che gli chiedeva se consigliasse a Bersani di ritirarsi:


 

Bersani o altri sono liberi di decidere. È utile una pluralità di liste

e di candidati. Tuttavia penso che su Veltroni si realizzi una larga

convergenza unitaria. Ed è così che il suo impegno viene percepito dai

cittadini. Uno dei nostri problemi di sempre è la Babele di linguaggi,

il mettere troppo in evidenza più le divisioni che i punti in comune.

Credo che di questo dobbiamo tenere tutti conto. La nostra gente vuole

segnali di forte coesione e unità. Per una volta che possiamo essere

davvero uniti perché presentarci divisi?".

 


Io, tra Bersani e Veltroni, non avrei alcun dubbio. Voterei per Bersani. Ma questo non e' il punto. Il punto e' che la pluralità che ha in mente Fassino e' quella fasulla di stile vetero-sovietico: i potenti e potentelli

cooptano il leader, e sulla scheda elettorale aggiungono qualche altro

nome per dare una parvenza di democrazia. Un po' come i dittatori

africani fanno per aggraziarsi gli osservatori internazionali. Al

popolo bue e' demandata la semplice ratifica. La leadership dei DS

non ha capito assolutamente nulla. Non ha capito che la gente comune e'

stanca di sentirsi imporre nomi dall'alto. Che e' stanca dei

professionisti della politica, o classe dirigente del Paese, come suole

definirla D'Alema. Walter Veltroni,

con tutti i pregi che nessuno gli nega, e' il professionista della

politica per antonomasia. Pur proclamandosi giornalista (e' iscritto

all'ordine, ma cos'altro?), ha passato tutta la vita a fare solo ed unicamente il politico. Dalla FIGC

al Consiglio comunale di Roma già a 22 anni, e cosi' via, fino

all'incarico di vice-presidente del Consiglio e quindi al Campidoglio.

E' questa la ventata d'aria nuova di cui si ha disperatamente bisogno?

A me sembra un miasma proveniente da una discarica.


Sentite ancora Fassino nell'intervista citata:


 

... In primo luogo perché Walter è un dirigente dei Ds ed è stato

addirittura il leader del partito. La sua appartenenza politica è

chiara. Ma Veltroni rappresenta anche tutto l'Ulivo e il Pd, cioè uno

spettro molto ampio di posizioni. I Ds erano in grado di mettere in

campo altri dirigenti, ma poi bisogna tenere conto delle condizioni

politiche. E queste condizioni hanno portato alla scelta più idonea.

 


E poi:


 

...É un dirigente stimato da tutti. Ha un profilo che lo rende

riconoscibile a un elettorato più largo del centrosinistra. La sua fede

ulivista è sempre stata dichiarata. E' anche un esponente dei Ds e in

questo c'è il riconoscimento del ruolo del nostro partito. Racchiude in

sé le caratteristiche di unità e di novità.

 


VELTRONI NOVITÀ ?????? Fassino, che droghe stai prendendo? Infine, alla domanda "Perché Veltroni sì e altri no, a parte i sondaggi?", il Nostro risponde:


 

Per i tratti del suo profilo di cui parlavo prima. E perché venendo

dal Campidoglio non si porta dietro le ferite delle battaglie di questi

anni. E' il più fresco di noi. E può unire più di ogni altro.

 


Ma che c.... vuol dire? In questi giorni, Rudy

Giuliani sta viaggiando come un ossesso da una parte all'altra degli

Stati Uniti per perorare il suo caso come candidato a Presidente. Per

la maggior parte del tempo, parla dei suoi trascorsi come Sindaco di

New York. Questo perché, e' ovvio, la gente utilizza la history

del candidato per formare aspettative su quello che sarà il suo

comportamento nell'evenienza che venga eletto alla Casa Bianca. E per history,

intendo cifre: il calo nel numero di reati commessi a New York durante

i suoi otto anni in carica, il miglioramento dei risultati medi degli

studenti della scuola pubblica nei test standardizzati, il calo del

deficit di bilancio del governo cittadino, la diminuzione dei newyorkesi

che richiedono assistenza pubblica, e cosi' via. Penso che, anche in

Italia, la gente non ne possa più delle solite risposte sofistiche cui

siamo stati abituati dalla nascita. Se Veltroni

vuole fare il segretario, ci dica quali, tra le iniziative che ha preso

come Sindaco di Roma, dovremmo utilizzare per formare aspettative circa

le decisioni che prenderà come segretario ed, eventualmente, come

Presidente del Consiglio.


La mia speranza e' che, a qualche

momento durante l'estate, un outsider, una persona con un passato

professionale, si proponga come alternativa all'uomo prescelto dal Politburo.

Intendo una personalità che si sia guadagnata il nostro rispetto con il

proprio lavoro e la propria integrità. Ci sono molte amministrazioni

locali che sono guidate con successo da non-professionisti della

politica. Sono convinto che diversi/e di questi signori/e sarebbero

eccellenti candidati alla carica. Un nome e' quello di Renato Soru, attualmente Presidente della Regione Sardegna. Per quanto ne so, Soru

non e' stato attivo in politica fino all'eta' di 47 anni. Prima di

allora, come tutti noi, aveva un lavoro. Anzi, caso atipico per

l'Italia, ne ha avuti diversi, di lavori. Con l'ultima attività, l'azienda Tiscali,

e' diventato ricco. Devo ammettere che non ho avuto occasione di

seguire attentamente il suo operato durante i primi tre anni da

Presidente della Sardegna. Ciò che ho registrato, ascoltando in bassa

frequenza, e' per lo meno un minimo di creatività e di indipendenza

dall'establishment del suo partito, nonché una certa capacita' di

decidere e di implementare. Avrei tanto voluto aggiungere il

nome di una donna, ma devo ammettere che, unicamente per mia ignoranza,

non sono riuscito a identificarne una con credenziali simili a quelle

di Soru. Sono

convinto che un segretario, ed eventualmente un presidente del

consiglio donna, potrebbe contribuire con più efficacia di un uomo a

quello scossone al baraccone cui tanti di noi anelano. Spero di leggere

altri nomi nei commenti a questo pezzo.

 

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Commenti

Ci sono 52 commenti

Ah gia', Soru, quella della tassa sul lusso, cosi' i notai non vanno piu' in barca in Sardegna...

 

Stavo per proporre Topo Gigio (per farsi due risate) o la Fenech (un mio vecchio cavallo di battaglia), ma Boldrinomalandrino ha sparato una delle sue bordate, quindi in attesa della risposta altrettanto caustica del Clementi (e il rinnovo di questa eterna lotta tra il bene e il male, che ormai dura da un bel po' di tempo), io provo a fare la persona seria.

Il mio nome è: Enrico Letta.

Giovane, bravo, moderato, più esperto di Soru (governare la Sardegna non è come governare l'Italia) e più concreto di Veltroni.

 

No, non ci siamo, dimentichi che con la strategia della sinistra essere bravi e preparati non significa alcunche'. Questo direi a livello planetario. Dopo le scoppole rimediate dalla destra negli anni 80, la sinistra, dove ha vinto, ha dovuto giocare la carte del belloccio di successo che piace alle donne (vedi Clinton, Blair) e ai media.

Questo significa due cose: Letta non va bene, come aspetto fisico potrebbe fare il redattore di Noisefromamerika, Rutelli e' il candidato ideale.

 

 

 

Ho come l'impressione che di Soru esista il mito, e che il mito sia difficile da sradicare, anche con la realta' dei fatti. Se parlo di Soru con i miei amici, sembra quasi che sia il salvatore della Sardegna. Ma se seguo il criterio suggerito da gian luca, non posso fare a meno di notare le seguenti politiche piene di creativita':

1) la tassa cd. "sul lusso": una gabella per le barche da diporto di non residenti in Sardegna, ovviamente subito aggirata in vari modi (grazie alle scappatoie che la stessa legge regionale permetteva, probabilmente non ingenuamente, ma perche' l'idea stessa della tassa era semplicemente ideologica e fatta per soddisfare un certo tipo di elettorato con invidia sociale elevata) dai manager dei porti turistici sardi; secondo le stime (di parte, ovvio, ma da parte della Regione stime non ne sono state fatte, ne' prima ne' dopo), c'e' stato un forte calo degli attracchi nei porti sardi, NONOSTANTE appunto i tentativi di aggirare la normativa, e a tutto vantaggio di localita' alternative (Croazia, ecc). La geniale stupidita' della legge in questione e' stata giustificata cosi': siccome la tassa e' moooolto moooolto ridotta, e incide pochissimissimissimo sul costo dell'attracco al porto, il suo effetto sulla domanda sara' piccino piccino; peccato che esista una cosa chiamata elasticita' al prezzo...

2) un'altra gabella sulle seconde case di proprieta' di non residenti: idem con patate; 

3) il bilancio della Regione non e' stato approvato in tempo, per cui si e' andati in esercizio provvisorio;

4) appena insediato, Soru ha bloccato completamente le opere edilizie a distanze inferiori a 2 km (due chilometri!) dalla costa, fermando tutti i progetti turistici gia' iniziati e approvati nei piani urbanistici: altra mossa iperideologica per accontentare altri elettori iperideologizzati; per una regione che vorrebbe sviluppare un turismo all'avanguardia, tra le politiche creative 1), 2) e 4)  siamo andati veramente al ridicolo.

5)  suscita ancora moltissime critiche il suo conflitto di interessi, poiche' ancora detiene quote significative di Tiscali (uno dei punti forti del suo programma era cablare la Sardegna, ancora siamo in alto mare)

6) Ha creato un caso internazionale sulle servitu' militari, altro totem ideologico

7) non ha ancora sbloccato il regime cd. di continuita' territoriale: un sistema per cui ad una compagnia e' garantito il monopolio su una tratta (es. Cagliari Roma, o Cagliari Milano, o Olbia Milano, ecc) in cambio di prezzi ridotti per i residenti sardi. In pieno boom di low cost, questo e'  (ovvio, e' un monopolio) causa di una strutturale carenza di voli. Basterebbe lasciare fare al mercato: la tratta Olbia Milano e' fra le piu' profittevoli d'Italia. Ryanair e' gia' entrata sul mercato attivando tratte su Pisa. Cosa si sta aspettando?

Chiaro, cose buone ne ha fatto (penso ad esempio al programma "Master and Back" che finanzia corsi di specializzazione post laurea per studenti residenti, non so con che probabilita' di riportarli indietro, e allo sfoltimento del sottobosco parassita del governo regionale). Ma se si legge il documento ufficiale della Regione che fa il punto dopo 3 anni di governo, a parte l'italiano traballante, se ne scoprono delle belle. Altro che Giuliani.

 

Che mi dite di Illy? Anche lui (ex?) imprenditore come Soru, pressochè coetaneo e, che ricordi, meno "fantasioso".

Enrico Letta lo casserei: parla bene ma razzola male: è autore dell' emendamento che ha sbloccato i fondi per le nuove provincie (in fondo al pezzo); inoltre ho sempre avuto il sospetto che lui e lo zio siano in società.

P.S. la cosa più odiosa delle varie tasse sul lusso di Soru è che non ha avuto il coraggio di farle pagare ai residenti

 

Ho appena visto la puntata di Report sulle amministrazioni locali. Non ci sono parole. Marcello, grazie per averla segnalata. Quelli come Letta, in Romagna li chiamiamo pastrucioun (pastrocchioni).

 

Durante la punta di Report si parla anche dei comuni dell'Alta Val Marecchia che hanno tenuto un referendum sul passaggio dalla provincia di Pesaro-Urbino a quella di Rimini. Dal punto di vista pratico, ovviamente, non cambiebbe molto per gli abitanti. Faccio due brevi considerazioni di carattere topografico-sociologico. La Val Marecchia e' tagliata trasversalmente in due all'altezza di Verucchio. Il paese dopo, risalendo la valle, e' in provincia di Pesaro. Il senso comune direbbe che e' un po' una boiata. A causa principalmente delle migliori comunicazioni, dal punto di vista economico, quei comuni hanno sempre gravitato attorno a Rimini. Infine, gli abitanti pensano che Rimini sia glamorous (non chiedetemi perche').

 

Aggiungo alcune notizie su Soru rispetto a quelle che riporta Rabbi

La genilità di Soru è quella di avere creato Tiscali poco prima che ci fosse il boom di information technology. Grauso (altro noto imprenditore regionale) aveva fatto la stessa cosa pochi anni prima con Italia on Line ma anticipo' di troppo i tempi e gli andò male. Soru è diventato ricco cosi: l'azione Tiscali valeva 71.30 euro il 27 ottobre 1999 quando entrò in borsa. E' salita fino a 1058 euro il 13 marzo 2000. Il 25 aprile 2000 ogni azione valeva 50 euro. Da allora c'è stato una costante riduzione. La valutazione attuale è di 2.32 euro. Non è difficile immaginare come ha fatto i soldi, ha venduto gran parte delle azioni durante il picco. Per quanto ne so, ma non ho dati, Tiscali non ha mai fatto utili.

Il programma master and back, di cui stanno usufruendo tantissimi studenti sardi è stata un idea dell'assessore Francesco Pigliaru che Soru ha cacciato poco dopo obbligandolo a dimettersi. Ovviamente Soru, da grande economista, ha preso la programmazione economica.

A chi gli chiede perchè istituire una tassa (sul lusso) che costa (in termini di riscossione) più di quanto fa incassare lui risponde che una tassa, se è giusto metterla, la si mette anche se non rende (detto esplicitamente in una intervista TV).

Ma la parte più divertente è come ha risanato il bilancio sardo: ha messo come entrate correnti i trasferimenti dovuti dallo stato verso la regione sardegna nel... 2013-2014-2015. Ossia ha tappato un buco da 1,5 miliardi di euro con entrate future. Facile no? Non contento sta ripetendo il giochino quest'anno con le entrate 2010-2011-2012. Questa è la politica economica di Soru. Non capisco perchè non la usi anche il governo nazionale...

Con tutto il rispetto GianLuca, in confronto a Soru, Tremonti pareva Samuelson e Padoa-Schioppa pare Lucas e Prescott messi insieme. 

 

Grazie delle informazioni, Alessio. Come ho notato nel post, so veramente poco del personaggio. La mia intenzione era di iniziare un dibattito.

Un paio di noticine: 1) nell'ultimo me se ho giocato con dati di executive compensation. Tutti i fondatori di imprese dotcom o IT, ITC, hanno venduto come matti nel 2000. A questo proposito, non mi sento di attribuire loro nessuna colpa. Le vendite erano comunicate alla Security & Exchange Commission puntualmente 2) quella di appaiare il nome del commercialista demente di Sondrio a Samuelson, non te la perdono. Sara' usata contro di te a vita :-)

 

Soru è diventato ricco cosi: l'azione Tiscali valeva 71.30 euro il 27

ottobre 1999 quando entrò in borsa. E' salita fino a 1058 euro il 13

marzo 2000. Il 25 aprile 2000 ogni azione valeva 50 euro. Da allora c'è

stato una costante riduzione. La valutazione attuale è di 2.32 euro.

Non è difficile immaginare come ha fatto i soldi, ha venduto gran parte

delle azioni durante il picco. Per quanto ne so, ma non ho dati,

Tiscali non ha mai fatto utili.

Ma insomma qual e' il modo per diventare ricchi che vi piace? Quello che descrivi, se e' cosi' facile, fallo te, ah!, ma dimenticavo, tu non lo fai perche' diventare ricco ti fa schifo. Gia', gia' gia'...

 

Tremonti pareva Samuelson e Padoa-Schioppa pare Lucas e Prescott messi insieme.

I paragoni sono troppi irriverenti. Nel mio personalissimo mkt: 1 Tremonti = 3 Samuelson. Chi ti fa quello che ha fatto Tremonti (ma mettiamoci pure Reagan e Thatcher), dimostra che Samuelson Lucas e Prescott servono a poco.

 

 

Al massimo l'azione Tiscali è arrivata a poco più di 114. Quotata intorno ai 7 euro.

 

ma avanzoprimario(PIL)^-1 non è andato a picco dal 2001 al 2005?

 

veramente no.

www.menostato.it/fatti_AvanzoPrimario_PercentualePIL.html

e' in discesa dal 1997. 

 

Intanto all'anno fiscale 2005 (il cui gettito e' stato raccolto nel 2006, ma il governo attuale la stampa e gli economisti (come lo spiegano se no Tremonti?, hai voglia trovare un Samuelson che ci scrive il libro e Clementi che se lo legge, ci vogliono altri 30 anni) se ne dimenticano) si aveva avanzo primario con tasse piu' basse di quelle al 2001 e con un PIL che se nel frattempo era aumentato lo era di poco.

Invece, il buon TPS con tanto di master in economics e non dimentichiamo il mai abbastanza compianto (anche dai redattori di questo blog) Faini (pace all'anima sua) con tanto di phd, banca mondiale etc. hanno fatto la peggior finanziaria da "lira a quota 90 in poi".

 

Vorrei cercare di riorientare il dibattito sulle primarie del PD. Mi chiedo se sia possibile, nonostante l'investitura di Veltroni, che vi sia una competizione vera e propria. E nel caso positivo, chi possa essere lo sfidante der Sinnaco. Soru e Letta sono stati un po' sputtanati nei primi commenti. Invece non si e' discusso di Illy. Chi ne conosce vizi e virtu'? Ci sono altri nomi out there?

 

Oggi il Corriere non esclude che Bersani si candidi (credo in un tandem con Enrico Letta). In effetti una competizione vera sarebbe positiva, anche se l'esperienza francese dimostra che le primarie non cancellano necessariamente i problemi dei partiti. Ségolène ha vinto le primarie nascondendo i problemi e rinviando le scelte impopolari, ma poi questa impostazione non ha pagato nelle presidenziali.

 

 

Gianluca, messo da parte il caso Soru, perchè Veltroni ti piace cosi poco? Il fatto che sia da una vita nel partito cosa vuol dire? Sarkozy ha fatto la stessa cosa e mi sembra che, anche in questo sito, la gente ne stia tessendo le lodi quando ancora non ha fatto niente. Per quanto riguarda la Spagna, Gallardon, il sindaco di madrid è il miglior politico del partito popular (e rajoy lo sa) e anche lui ha passato la vita nel partito. Sta gestendo madrid in maniera fenomenale. Perdona il ripetermi ma Soru in sardegna è stato eletto come salvatore della patria sperando che facesse le cose che auspichi tu a livello nazionale. 

Sono d'accordo che in Italia ci voglia molta aria nuova, ma non è detto che questa venga necessariamente da una persona che in politica non c'è mai stata. Secondo me Veltroni è il candidato ideale perchè, a parte lo spessore politico (in italia ormai si contano sulle dita di una mano quelli che riescono a farsi ascoltare dalla gente: Prodi, Berlusconi, Fassino?, Fini?, Casini?) è uno dei pochi che non è finito nello scandalo intercettazioni (D'alema, Fassino), non ha fallito (di brutto) con le liberalizzazioni (Bersani) e dal poco che so, ha gestito Roma abbastanza bene. Se riesce ad avere il successo che ci si aspetta, la destra sarà costretta a fare altrettanto presentando un candidato più giovane e mettendo da parte Berlu. E forse (moooooolto forse) riusciremo ad avere una destra e una sinistra "normali" anche in italia.

 

Ecco un altro nome, ovviamente con speranze pari a zero.

Che ne pensate di Capezzone? 

 

Per essere un politico di professione non mi dispiace, ma ho sempre l' impressione che reciti una parte.Concordo che non ha nessuna chance.

 

entrambi, in modo diverso, fuori dalla politica (italiana)

 1. Lippi: se e' riuscito a far andare d'accordo i calciatori dell'italia, e, nonostante non fossero poi granche' (sicuramente la squadra era piu' debole del 1982 e del 1970) a farli vincere, il tutto tenendosi buona la stampa, deve essere un grande politico (latu sensu). Diamogli due anni, e vediamo.

2. Blair: anche se probablmente e' stanco, potrebbe portare con se' tutti i ministri che Brown licenziera', che avranno voglia di mettersi in mostra per tornare in inghilterra, fregandosene delle manfrine italiane, senza paura di pestare i piedi ai sindacati e ai notai (e a tutti gli altri gruppi).

 

 

Non direi, in entrambi i casi i candidati hanno bisogno di altro per funzionare; nel caso di Lippi di un'ottima squadra (per me non c'e' paragone almeno con la squadra che ricordo bene, quella del 1982, che ha vinto dal 1978 al 1986 solo le 7-8 partite del mundial di fila, e tra l'altro in odore di scandalo-carnetina, non riuscendo a qualificarsi per il successivo europeo; secondo me, cio' che dici e' il classico effetto prospettico per cui cio' che e' passato e' sempre piu' bello, tipico tra l'altro dei sinistrorsi, noi di dx. di solito si guarda al futuro...).

Nel caso di Blair, per funzionare  ha bisogno...della Thatcher, ma, ahime', Berlusconi non lo e' stato abbastanza thatcheriano.

In realta', quello che dico di Blair pone un problema di non poco conto: io non credo che un politico di sinistra sia in grado di introdurre mercato laddove mercato non c'e'. Non si e' mai verificato storicamente. Al piu' quello che puo' accadere e' di avere un politico di sinistra che va al potere e che rende un po' piu' presentabile ai "compagni" le riforme fatte da altri prima di lui, ovviamente di destra.

Se questo e' vero (non mi vengono controesempi, a meno che non vogliate considerare Craxi e Gonzales di sinistra, ma cmq. il problema non si pone, perche' i sinistrorsi spagnoli e italiani, da volpi astute quali sono (?!?), rinnegano la tradizione del socialismo riformista), significa che non dobbiamo trovare il capo del PD per avere mkt. in Italia, dobbiamo trovare la Thatcher.

Che esiste peraltro, a parer mio: Letizia MORATTI for PRESIDENT!   

 

La Moratti? è sindaco di Milano attualmente e l'unica cosa degna di nota fino d'ora è l'avere fatto la guerra alle feste notturne"senza autorizzazione" nei parchi di milano.....e chiedere uomini e soldi al governo centrale! dovrebbe fare di piu per potere aspirare ad essere assunta a nostra paladina o no?

La simpatica ha chiuso pure le colonne di S.Lorenzo... oddio questa è reazionaria piu che liberista...

 

Scusa ma vi siete già dimenticati di Albertini e che cosa ha reso possibile a Milano (in tandem con la regione)?  il mega depuratore Nosedo, la nuova Fiera di Rho, la ristrutturazione della vecchia fiera (in corso), la ristrutturazione dell'area delle Varesine (in corso), il completamento del Passante, la creazione di nuovi parcheggi a Milano, lo studio di due nuove linee Metro?? e molte altre cose....

Sono risultati visibili a tutti! E' stato un ottimo sindaco, capace, laborioso e mai polemico. Sarebbe un ottimo premier, altro che la Moratti.

 

ciao

 

 

 

 

 

Sono d'accordo, ma non e' uno stronzo, e se vuoi sopprimere Scalfari, Epifani, Moretti, etc. o sei stronzo o muori.

 

Quoto:

"La leadership dei DS

non ha capito assolutamente nulla. Non ha capito che la gente comune e'

stanca di sentirsi imporre nomi dall'alto. Che e' stanca dei

professionisti della politica, o classe dirigente del Paese, come suole

definirla D'Alema".

E' vero, è vero, la gente comune, anche a sinistra, è talmente stanca da non firmare (http://www.adnkronos.com/IGN/Politica/?id=1.0.1041558790) neppure per il referendum di abrogazione di quella porcata di legge elettorale che ci ritroviamo e che, credetemi, D'Alema non ha la minima intenzione di cambiare. E' vero, la gente comune è distratta e rassegnata e pronta a dar via ancora un po' di democrazia in cambio di maggiore ideologia. Chi sta lontano dall'Italia non si rende conto di ciò che sta accadendo all'interno dell'elettorato italiano. Non dimentichiamo il margine di vittoria dell'attuale, chiamiamola così, coalizione: il Paese è completamente spaccato a metà. In queste condizioni la democrazia è in stallo, e l'elettorato, rassegnato, sta mollando la presa. Non che smetta di votare, per carità: ma, in assenza di politiche credibili da una parte e dall'altra, esprime un voto estremamente ideologizzato e sempre più lontano dalla realtà. Solo che la destra è più abile della sinistra a sfruttare una situazione del genere. Ne vedremo delle belle quando Prodi andrà a casa.

 

 

 

Mamma mia cantavano gli ABBA... si mamma mia che Italia, destra, sinistra centro... non ci si capisce proprio più nulla.

Spaccata l'Italia? credo che lo sia sempre stata negli ultimi  anni. basta vedere quanto durano i governi. Credo che la gente comune che vive dentro è stanca sia della destra che della sinistra, e noi che vivamo fuori è perchè siamo stanchi di vivere stanchi.

 

 

Paola Caporossi, membro del comitato  promotore del PD, riferisce che 

 

La riunione è iniziata alla 16 circa. Ci è stato distribuito solo

allora un decalogo di regole con un regolamento concepito dai tre saggi

presenti (Vassallo, Ceccanti, Biasia), filtrato dai tre coordinatori

Soro, Barbi e Migliavacca.

 

Da approvare pressochè senza discussione in meno di due ore, poi prorogate ad una settimana su richiesta di  Rosy Bindi ma

 

 solo per salvare una parvenza di decenza: in realtà, la vera volontà di molti autorevoli esponenti di partito era quella di votare per email il documento

 

 ed inoltre

 

a chi ha obiettato che almeno non si parlasse di unanimità del

Comitato, è stato gentilmente ricordato che “in quell’organismo non si

è chiamati a votare”.

 

Direi che le preoccupazioni della vigilia sulla composizione del comitato eran del tutto inutili, trattandosi di uno strumento puramente cosmetico.

 

Da Il Foglio di oggi (Andrea's Version):

Noi, che abbiamo letto come con Veltroni il Partito democratico potrebbe passare dal 23/25 per cento al 35/36, perché la zona che oscilla tra i Poli pesa il 14 per cento. Noi che abbiamo letto come il 23/25 di oggi sia formato dal 18/19 di elettori di Ds e Margherita, dal 2 per cento di “altri partiti” e dal 3 di indecisi o astenuti, e come il potenziale apporto di Walter potrebbe assommare un +5 di elettori della coalizione di centrosinistra che attualmente non voterebbero Margherita o Ds, un +1 della coalizione di centrodestra, un +2 di altri diessini o della Margherita stessa e un +3 di astenuti/indecisi, così da arrivare a quel +11 che sarebbe il totale potenziale dell’apporto personale di Walter al Partito democratico, che passerebbe appunto dal suddetto 23/25 al suddetto 35/36. Noi, dicevamo, non abbiamo nessuna difficoltà a riconoscere in Renato Mannheimer, l’uomo strapagato per farsi le pippe, il nostro perfetto modello di vita.

 

Mi pare di ricordare che, secondo Marcenaro, Renato Mannheimer non sia l'unico a vedere lautamente finanziata la sua attività onanistica. Ricordi, stockli, chi ricevette la stessa accusa sulle stesse colonne un paio di anni fa?

 

Che Soru sia una novita nell'angusto panorma della politica italiana è fuori discussione...il punto è che si sta scontrando con un atavica resistenza al cambiamento che noi sardi esprimiamo in ogni frangente storico.

Potrei addirittura dire che molte delle sue idee sono talmente buone che è davvero difficle applicarle al contesto sardo. Si prenda per esempio il programma Master and Back è fermo dal 30 dicembre 2006 e a tutt'oggi nessuno ne sa più nulla. Certo è una grande opportunità, ma per chi? Ovviamente i funzionari regionali potranno addurre le più solide ragioni ma rimane il fatto che il programma è inservibile. Comunque meglio soru 

 

Il neo-candidato alla primarie del (presto-su-tutti-gli-schermi) partito democratico ed attuale sindaco della capitale, e' disponibile a tutti coloro che hanno accesso a YOUTUBE.COM, dichiarando che la sua "esperienza politica" (parole sue e non mie) e' finita allo scadere del suo mandato da sindaco.

L'interessante intervista e' disponibile: e' sufficiente digitare veltroni & fazio su YOUTUBE.COM


La cosa e' acutamente un'indicazione di quanto peso si possa dare alle dichiarazioni dei politici: poco? nulla?

Mi rendo conto che la morale (uno dei pochi quasi assiomatici e da tutti accettati, con differenti ragioni, elementi della morale e' "non mentire") abbia poco a che fare con questi argomenti.

Piu' rilevante in questo contesto e' come si debba prendere il personaggio? Ci prende per i fondelli, con tutto il rispetto?

Piu' interessante ancora la marcata preferenza per modelli di ruolo un po' impressionanti (Kennedy? il presidente che piu' fece per infognare gli Stati Uniti in Vietnam?)

Chiedo solo, come modesto contributo critico al generalizzato osanna elevato al candidato da tutta la stampa, il cinema, la televisione, gli orfani in Africa, il popolo della sinistra (ora denominato popolo centrocampista, in omaggio alle ossessioni calcistiche) e cosi' via.

 

Non credo sia molto facile al momento - per la sinistra - trovare una valida alternativa a Veltroni.

Veltroni, infatti, possiede una delle doti più necessarie per un politico: sa vendere sogni agli elettori.

Intendiamoci non c'è nulla di male in questo.

Dato che l'epoca dei grandi partiti ideologici di massa è finita oggi quello che  essenzialmente fa ogni leader politico è questo: vende sogni.

Qualche volta questi sogni diventano realtà, qualche volta nascondono incubi, più spesso rimangono sogni.

L'elettorato raramente vota con la testa: il più delle volte vota soprattutto con le viscere, guidato da sensazioni e istinto più che dalla ragione.

Ergo, un leader deve essere capace di smuovere quelle viscere se vuole essere seguito e l'unico modo non è certo quello di parlare di numeri o di tecnica legislativa, ma di sogni.

Del resto è vendendo sogni che - parlando dell'altro schieramento - Berlusconi ha costruito la sua notevole carriera politica. Il suo sogno era Berlusconi stesso: guardate me, sono l'uomo più ricco d'Italia, ho una bella moglie, ho vinto tutto quello che si poteva vincere nel calcio, datemi fiducia e potrete diventare come me, io vi libererò dai lacci che ogni giorni vi ingabbiano e, soprattutto, non vergognatevi di quello che siete, non è colpa vostra se le cose non vanno, ma degli altri, dello stato sciupone, della magistratura, della guardia di finanza ecc. 

Sia chiaro, non è una critica a Berlusconi, anzi è un complimento: i grandi leader si fanno seguire senza che la gente dia peso alle contraddizioni in quello che dicono, ai fondamentali economici delle loro teorie, ai costi delle loro proposte.

Può piacere o no, ma oggi nel centro sinistra l'unico che può fare qualcosa di simile è Veltroni.

Ci potrebbe essere forse Bersani, che non è così conosciuto come Veltroni, sa parlare bene (forse) agli industriali, ma poco alla "ggente", però ha dalla sua  la parola magica di questi anni: liberalizzazione, che è in effetti uno di quei sogni che ben possono essere venduti agli elettori e dietro al quale può raccogliere seguaci.

Il vero buco nero al momento è la destra.

Per un semplice fatto anagrafico Berlusconi ha finito la sua parabola politica, il suo futuro potrà forse essere quello di prossimo Presidente della Repubblica in caso di vittoria dell dx, ma difficilmente potrà guidare la prossima campagna elettorale.

Fini ha perso il suo momento, se mai lo ha avuto.

Potrebbe esserci Tramonti, ma il sogno che lui può vendere è troppo settoriale e non andrebbe oltre la cerchia di alcuni economisti.

C'è Casini in agguato, ma che sogno potrebbe vendere ? la buona vecchia DC di una volta ? Certo è un bel sogno, ma è come certi vecchi sceneggiati RAI in bianco e nero, che trasmetto sul satellite, per 10/15 minuti ti scatta l'operazione nostalgia, poi ti scocci e cambi canale.

Io punteri sulla Moratti. Non ha nessuna importanza se a Milano governa bene o male, ma la "ggente" la percepirebbe come una novità vera.

 

Sabino, grazie per l'intervento. Una brevissima nota, en passant. Cosa ti fa pensare che ci possano essere economisti che sosterrebbero Tremonti? Il ragioniere di Sondrio e' lo zimbello della nostra categoria, essendosi distinto per aver detto (e fatto) immani castronerie.