Riduzione Irpef: per favore, fatela bene

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I contorni della proposta di riduzione dell'Irpef di Renzi sono ancora nebulosi. L'unica cosa chiara è che il provvedimento dovrebbe essere messo in atto prima delle elezioni europee di maggio, ma per il resto come si possa attuare la promessa di ''1000 euro in più a chi guadagna meno di 1500 euro al mese'' non è affatto chiaro. Non vorremmo che nella fretta si facesse qualche disastro, e un recente articolo su lavoce.info di Pellegrino e Zanardi ci ha un po' inquietato. Se l'analisi dell'articolo fosse corretta infatti ci troveremmo con una struttura di aliquote marginali effettive completamente sballata, con picchi del 60% per redditi tra 25.000 e 30.000 euro lordi annui, che poi scendono per redditi più alti. Proviamo un po' a spiegare come questo sia possibile.

Da quel che si è capito, Renzi non ha intenzione di cambiare la struttura delle aliquote. Sembra invece che voglia intervenire sulle detrazioni da lavoro dipendente. Le attuali detrazioni sono state recentemente modificate dall'ultima legge di stabilità (si veda il comma 127; grazie mille ad Alberto Zanardi per l'indicazione) e sono riassunte nella seguente tabella.

 

 

 
 

Aliquota

 
 

Detrazione

 
 

Aliquota effettiva

 
 

Fino a 8.145

 
 

23%

 
 

1.880

 
 

0

 
 

8.145-15.000

 
 

23%

 
 

978+902x((28.000-Y)/20.000)

 
 

27,51%

 
 

15.001- 28.000

 
 

27%

 
 

978+902x((28.000-Y)/20.000)

 
 

31,51%

 
 

28.001-55.000

 
 

38%

 
 

978x((55.000-Y)/27.000)

 
 

41,62%

 
 

55.001-75.000

 
 

41%

 
 

0

 
 

41%

 
 

Oltre 75.000

 
 

43%

 
 

0

 
 

43%

 

 

 
 

Aliquote, detrazioni per reddito da lavoro dipendente e aliquota marginale effettiva

 

La struttura delle detrazioni è fatta in modo che il lavoratore dipendente che guadagna meno di 8.145 euro non paghi imposta. Dopo gli 8.145 euro di reddito la detrazione decresce linearmente con il reddito. Questo significa che se guadagnate, per esempio, 9.000 euro l'anno allora quando il vostro reddito aumento di 100 euro non solo pagate i 23 euro di aliquota normale ma perdete ulteriori 4,51 euro perché la detrazione diminuisce (il 4,51% viene dal rapporto 902/20.000). Quindi l'aumento di 100 euro del reddito lordo si traduce in un aumento di 72,49 euro del reddito netto, implicando un'aliquota effettiva del 27,51%.

L'aliquota marginale effettiva che ha di fronte un lavoratore dipendente è quindi data dall'aliquota ''normale'' più l'aliquota implicita che deriva dalla riduzione della detrazione, e la sua struttura è riportata nell'ultima colonna della tabella. Questo effetto delle detrazioni descrescenti è ben noto e universalmente visto come problematico (si veda per esempio qui e qui). Anche se il problema è stato parzialmente affrontato dalla modifica delle detrazioni contenuta nella legge di stabilità, resta il fatto che i lavoratori dipendenti pagano aliquote marginali assai alte anche a livelli di reddito bassi.

L'articolo di Pellegrino e Zanardi pone la seguente domanda: come si fa a modificare le detrazioni da lavoro dipendente in modo da dare 1.000 euro in più a tutti i dipendenti che guadagnano meno di 1.500 euro netti al mese? E, al tempo stesso, riducendo il gettito Irpef al più di 10 miliardi?

La risposta è che in realtà non si può. Il primo problema è che è impossibile ridurre l'Irpef di 1.000 euro a chi già adesso paga meno di 1.000 euro. L'unico modo per farlo è istituire una qualche forma di imposta negativa: per esempio, bisognerebbe che un dipendente con un reddito di 8.000 euro, e che quindi paga zero di Irpef, ricevesse dallo stato un sussidio di 1.000 euro. In principio un'imposta negativa è possibile ma in questo momento in Italia non ne parla praticamente nessuno,  e comunque Pellegrino e Zanardi mostrano che costerebbe troppo; con ''soli'' 10 miliardi non ce la si farebbe.

Il secondo problema, che è quello su cui ci vogliamo concentrare qua, è che non si possono dare 1.000 euro a chi guadagna 1.500 euro al mese e zero a chi guadagna 1.501. Si finirebbe nella situazione paradossale per cui è meglio guadagnare 1.500 che 1501. Quindi, se si vogliono dare 1.000 euro a quelli che guadagnano 1.500 euro al mese occorre per forza dare qualcosa anche a chi guadagna (un po') di più. In sostanza, occorre adottare un meccanismo come quello delle detrazioni decrescenti, in cui la riduzione di 1.000 euro cala linearmente fino ad annullarsi a un certo livello di reddito.

E qui viene il bello. Quanto rapidamente deve calare la detrazione addizionale di 1000 euro per chi guadagna più di 1500 euro al mese? Tanto più rapidamente si fa calare la detrazione addizionale, tanto minore sarà il costo per l'erario, ma al tempo stesso tanto più alte risulteranno essere le aliquote marginali effettive.

Pellegrino e Zanardi osservano anzitutto che i 1.500 euro al mese corrispondono a circa 25.000 euro di reddito lordo annuale (per un lavoratore single). La detrazione aggiuntiva poi decresce linearmente ''tra 25mila euro e la soglia a partire dalla quale la detrazione rimarrà uguale a quella attualmente in vigore (attorno ai 30mila euro secondo quanto affermato dal presidente Renzi in conferenza stampa)''.

Ora, azzerare una detrazione di 1.000 euro tra 25.000 e 30.000 euro, ossia su un intervallo di soli 5.000 euro, significa imporre un'aliquota marginale aggiuntiva del 20%. La nuova struttura delle aliquote risulterebbe come segue.

 

 

 
 

Aliquota

 
 

Detrazione

 
 

Aliquota effettiva

 
 

Fino a 11.780

 
 

23%

 
 

 1.880+1000

 
 

0

 
 

11.780 -15.000

 
 

23%

 
 

978+902x((28.000-Y)/20.000)+1000

 
 

27,51%

 
 

15.001- 25.000

 
 

27%

 
 

978+902x((28.000-Y)/20.000)+1000

 
 

31,51%

 
 

25.001- 28.000

 
 

27%

 
 

978+902x((28.000-Y)/20.000)+1000 x((30.000-Y)/5.000 

 
 

51,51%

 
 

28.001- 30.000

 
 

38%

 
 

978x((55.000-Y)/27.000)+1000 x((30.000-Y)/5.000

 
 

61,62%

 
 

30.001- 55.000

 
 

38%

 
 

978x((55.000-Y)/27.000)

 
 

41,62%

 
 

55.001-75.000

 
 

41%

 
 

0

 
 

41%

 
 

Oltre 75.000

 
 

43%

 
 

0

 
 

43%

 

Come si può vedere la struttura delle aliquote marginali che risulta è assolutamente abnorme. Tenete conto che tra i 25.000 e i 30.000 euro lordi annui ci sono circa 2 milioni di dipendenti, che potrebbero trovarsi con la sgradevolissima sorpresa di avere una altssima aliquota marginale.

Che dire? Al momento nessuna fonte ufficiale ha specificato con un certo dettaglio quali sono i dettagli della proposta.

Forse Pellegrino e Zanardi hanno interpretato male i vaghi segnali lanciati da Renzi; ma mi sembra improbabile, si tratta di due studiosi attenti, capaci e bene informati.

Forse ho interpretato male io quello che hanno fatto Pellegrino e Zanardi. Senz'altro più probabile dell'ipotesi precedente, e in tal caso attendo che qualcuno chiarisca dove ho sbagliato.

Oppure, forse, né hanno sbagliato Pellegrino e Zanardi né ho sbagliato io. Il ché significherebbe che veramente al governo c'è qualcuno che o non ha capito cosa sta facendo o trova normale imporre aliquote marginali di più del 60% a gente che ha uno stipendio di 1.700 euro. E nel caso sia semplicemente un caso di mancata comprensione: sappiamo che nel PD qualcuno ci legge, per favore intervenite. 

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Commenti

Ci sono 4 commenti

Anche Phastidio ha riportato un articolo simile, riprendendo lo stesso di Pellegrino e Zanardi.

Renzi dovrebbe essere meno impulsivo e saccente, consultando altri suoi colleghi del governo prima di fare queste uscite (perché non credo siano così stupidi da applicare una cosa del genere, anche se l'Italia è quel che è). Altrimenti va a finire che fa come quell'altro da cui ha preso l'arte dell'orare e dell'incantare a suon di barzellette, che prima afferma e poi smentisce se stesso incolpando gli altri.

quello che hai evidenziato, se ho capito bene la distorsione delle aliquote marginali, già esisteva  e dipende proprio dalle detrazioni in se.

1) perchè renzi vuole accentuare questa distorsione, sempre che ne abbia contezza? questo è facile, si vuole riservare tutto il beneficio ai dipendenti, unica categoria che non ha subito alcun danno diretto da questi 6 anni di crisi. gli altri sono considerati tutti evasori, e votano da un'altra parte, oppure incapienti che non frequentano le urne. che almeno non si parli di equità e/0 redistribuzione a ridurre le" inaccettabili disuguaglianze, causa prima della crisi!": gli ultimi anche stavolta non vedono un quattrino, eppure spenderebbero anche loro volentieri.

2)le detrazioni per il lavoro dipendente,  perchè ci sono? mah, in buona parte è roba tremontiana...io le ho sempre viste come un arbitrio, giustificato dal fatto che le dichiarazioni del lavoro autonomo sono poco credibili. visto che non si possono certo applicare aliquote diverse a seconda dell'origine dell'imponibile, con italica mossa si sono inventate detrazioni a solo beneficio della categoria per forza di cose virtuosa. nei secoli, mi pare di ricordare che fossero considerate anche come generiche spese per la produzione del reddito o scemenze simili.

se così è,  adesso non se ne esce di sicuro, vista anche la coperta cortissima egli impegni elettorali. la distorsione ancora aumentata farà danno nel lungo periodo, il centone in busta paga lo si dovrebbe vedere subito.

 

Dovrebbe essere proibito costituzionalmente predisporre detrazioni (o deduzioni) che variano col reddito, perche' sono esclusivamente un meccanismo per confondere i cittadini (ma sono sicuro confondono anche una grande frazione di politici semianalfabeti).

Non e' un caso secondo me se in uno Stato meno stupido e piu' civile del nostro, la Germania, le detrazioni sono costanti col reddito, se interpreto correttamente quanto scritto tempo fa su lavoce.info.

Infatti detrazioni che diminuiscono proporzionalmente al reddito sono _esattamente_ matematicamente equivalenti ad una detrazione fissa col reddito e ad un'aliquota maggiorata.

Senza detrazioni, le tasse da pagare sono t = a*r; (t tasse, a aliquota, r reddito).

Con detrazione fissa, le tasse sono t = a*r - d; (d detrazione).

 Ora per fare un caso concreto, consideriamo la detrazione variabile da d=1000 euro a zero per redditi tra r1=25kE e r2=30kE che Sandro valuta nell'articolo. Come si esprimone le tasse?  t = a*r - d*(r2-r)/(r2-r1).
Con operazioni elementari piu' che acquisite (in teoria) con la licenza elementare, possiamo raccogliere r e ottenere:

t = r*(a+d/(r2-r1)) - d*r2/(r2-r1)

quindi una detrazione variabile da 1000 E a zero per redditi da 25 kE a 30 kE e' esattamente uguale ad aumentare l'aliquota di a1 = d/(r2-r1), nel caso concreto 1000/5000  = 20%, e avere una detrazione fissa d*r2/(r2-r1) = 1000 * 30k/(30k-25k) = 6000E.

Se le detrazioni variabili fossero proibite, anche politici diversamente abili in matematica potrebbero rendersi conto abbastanza in fretta quali aliquote marginali seguono dai loro piani di riforma o dalle loro affermazioni estemporanee.

quando Renzi ha detto "1000 euro a tutti quelli che etc. etc." senza ulteriori spiegazioni, o non sapeva di cosa parlava o era certo di parlare a un pubblico che non capisce.

È vero che i concetti spiegati in questi due articoli sono accessibili anche chi non ha fatto analisi uno. Ma è anche vero che (per quanto sento dire) pochi ci pensano.

 

Inoltre, dato che io starò tutta la vita nella stessa azienda con la stessa mansione, cosa me ne importa dell'aliquota marginale?