Saviano ed il Nord

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Hanno sollevato qualche malumore alcune accuse sollevate da Roberto Saviano durante il programma Vieni via con me. La parte incriminata è quella i cui Saviano accusa la Lega Nord di intrattenere rapporti con la 'ndrangheta. Mi interessa di più il messaggio generale del monologo (la parte rilevante qui, a partire dal minuto 3:30 circa). Ne abbiamo parlato un po' fra redattori nella nostra mailing list, e penso sia interessante sollecitare il dibattito con i lettori riportando alcune mie idee, ringraziando gli altri per avermele chiarite.

In sostanza Saviano sottolinea che la criminalità organizzata "è al Nord che fa la maggior parte di affari. La Lombardia è la regione con il più alto tasso di investimento criminale d'Europa" e così via. Alcune osservazioni.

1. Che la criminalità organizzata vada dove ci sono i soldi e gli affari non stupisce molto: si tratta di incentivi. Di criminalità organizzata al Nord ne sento parlare da quando ero bambino (la famosa mafia del Brenta). Fa bene Saviano a sottolineare una possibile ripresa e consolidamento del fenomeno, in particolare a Milano.

2. La retorica, però, è confusa e disinformatrice, e stupisce che venga da un autore peraltro bravo e acuto nel riportare cronache e fatti. A sentire Saviano, pare che la mafia sia un problema del Nord. A mio modo di vedere, la mafia al Nord, dove c'è, è principalmente un problema di ordine pubblico e controllo della legalità. Al sud invece è un problema sociale. Nel Brenta, a New York, a Chicago, la mafia è esistita ed esiste per cercare di sfruttare l'esistenza di monopoli naturali (appalti di opere pubbliche gestiti da pubblici ufficiali corruttibili) o di monopoli legali (droga, prostituzione, alcohol durante il proibizionismo...). Tali organizzazioni criminose vengono contrastate e combattute iniettando risorse nell'ordine pubblico, se necessario con misure speciali e preventive. Al sud, per quel poco che mi è dato di conoscere, la mafia convive simbioticamente con una parte sostanziale e non irrilevante della politica e della società, che dipende da essa.

Mi pare una differenza sostanziale. Dov'è il confine crimine e problema sociale? Sta nella possibilità per un poliziotto o per un giudice nel trovare difficoltà o meno ad arrestare e condannare un malvivente. In un caso, un aumento marginale delle risorse implica una riduzione del crimine o dell'incentivo a commetterlo; nel secondo caso, il responsabile dell'ordine pubblico viene contrastato da una società collusa ed omertosa. Gli aneddoti, a volerli cercare, si sprecano. A nulla servono le leggi se il poliziotto viene ostacolato dalla società (non necessariamente tutta omertosa e collusa: superata una certa soglia basta la paura per la propria pelle).  È questa la situazione del Nord? Stanno le cose cambiando? Sarebbe interessante saperlo. Per ora, mi limito ad osservare che in comuni vicini a dove sono nato i vigili urbani comminano senza problemi multe a chi non ricicla in modo appropriato.

3. La retorica è confusa anche per un secondo motivo. Sembra, a sentir Saviano, che la causa della mafia, e con essa dei problemi del Sud, sia l'imprenditoria del Nord. L'avevamo già sentito, questa logica perversa, commentata su questo sito sia da parte di Alberto che di Michele: al Nord si produce la monnezza, poi siccome la mafia la distribuisce per le strade del sud, allora il Nord è responsabile (potrebbe pure fare a meno di produrla, questo Nord). Strano che non ci si chieda come mai la mafia non preferisca distribuirla per le strade del Nord, questa monnezza, risparmiando i costi di trasporto. Per una risposta, rimando al punto 2. Il controllo sociale non è acqua.

4. Infine, infastidisce ed è sinceramente ridicola e controproducente l'esasperata contrapposizione Nord/Sud del problema, esasperata al punto tale da sottolineare (si veda il minuto 5:20 del video linkato sopra) la volontà della 'ndrangheta milanese di scindersi dai milanesi perché "siamo noi i più forti". La retorica ripeto si presta ad un difetto interpretativo: al Nord i soldi e dai soldi l'incentivo al crimine. Al Nord la mafia è forte, ricca e potente, al sud è al più costume e folklore. È davvero così? Io l'immondizia per strada non l'ho mai vista a Vicenza, e neanche a Milano. Amministrazioni comunali commissariate? Sparatorie? Giudici fatti saltare per aria?

A questa contrapposizione Nord-Sud, contribuisce, certo, l'opposta retorica di stampo leghista/polentone che pretende di fare la morale ai terroni. Invece no, anche i comuni del Nord sono infiltrabili, anche gli imprenditori del Nord sono corruttibili. E i furti è più probabile succedano nelle banche che dai fruttivendoli. Ma il problema sociale nel Sud mi pare di natura diversa. Avendo ripetuto in questo paragrafo i punti 1 e 2, mi fermo per evitare di fare un altro bel giro in tondo.

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Commenti

Ci sono 217 commenti

Penso che quello che Saviano volesse sottolineare, è appunto che anche a nord il problema mafioso diventa sempre di più un problema sociale, piuttosto che di sicurezza.

Basti pensare agli appalti per la TAV o l'Expò di Milano: Cosche + Politica + Sindacati (?).

La mafia è potere a ogni costo.

Credo che tu abbia colto il nocciolo di quello che voleva dire Saviano. Non bisogna sottovalutare la pericolosità dell'organizzazione.

Per approfondire l'argomento consiglio la lettura di questo libro:

http://www.unilibro.it/find_buy/Scheda/libreria/autore-john_dickie/sku-12010830/cosa_nostra_.htm

Spiega da straniero cosa nostra agli anglosassoni.

Un libro fatto bene e ben documentato.

 

A me sembra che che la mafia insegua non tanto il denaro quanto l'intervento dello stato. In questo caso è al nord a sfruttare appalti pubblici. Le società piu' ricche non sono mafiose. Direi il contrario perchè l'incentivo non è il denaro ma l'uso di denaro altrui e allocazioni politiche

 

Son d'accordo. Di fatto il problema mafioso diventa un problema sociale quando si mischia alla politica e alla gestione della cosa pubblica.

mi sembra un'analisi superficialotta.

Ad esempio sulla questione rifiuti infatti il Nord non e' che sia responsabile dello smaltimento dei rifiuti al Sud - e mi permetto di far notare comunque che negli ultimi tempi discariche abusive,bonifiche finte e termovalorizzatori sospetti appaiono anche al Nord - ma che sullo smaltimento illegale dei rifiuti al Sud ci abbia lucrato un bel po' - nel senso di minori costi - chiudendo gli occhi o peggio.

Ah, come si ricordava in una discussione di qualche giorno fa, a Milano nel 1997/8 c'erano le montagne di rifiuti, eccome. Il problema se non erro fu risolto con la discarica di Cerro maggiore, e con appropriato giro di tangenti che vide il Paolo berlusconi condannato a pagare non so quanti milioni di euro.

Io, da meridionale, non ho letto l'intervento di Saviano come una chiamata di correita', ma come un allarme serio sulla presenza della mafia al Nord. Allarme confermato da DDA e Confindustria, peraltro.

 

Pero' sono abituato alle reazioni piccate degli amici nordici, che credo dipendano da un lato dalla scarsa comprensione del fenomeno - la forza della mafia e' nella zona grigia, piu' ancora che nel controllo sociale - sia da una autorappresentazione - piu' o meno inconscia - di essere migliori dei terroni

 

 

Sono solo in parte d'accordo con l'articolo.

Ricordo che qualche tempo fa il fiume lambro fu riempito di petrolio. Nel quartiere santa giulia di milano stavano costruendo un quartiere intero su una falda inquinata. Ho l'impressione che anche al nord le cose stanno peggiorando parecchio. A mio avviso, il problema sta pian piano diventando sociale oltre che economico.

Se lasci cadere l'argomento del derby nord-sud mi sa che dal tuo post scoprirai che le occasioni criminali sono create dal fallimento della politica, dalla violazione delle premesse necessarie a un'economia di mercato (nel caso la proprietà privata)

A me sembra un luogo comune rimandare tutto (come già in precedenti threads) alle carattersitiche "razziali" dell'iatliano medio, al "sociale". Queste categorie mi suonano un po' metafisiche

 

chiudendo gli occhi o peggio

Premesso che non spetta all'imprenditore il ruolo del poliziotto, io credo che comunque possa esercitare una adeguata vigilanza e segnalare ovvie violazioni delle leggi (camion guidati da sedicenni, tanto per fare un esempio estremo). Al di la di questo, la stragrande maggioranza degli imprenditori probabilmente affida i rifiuti a degli intermediari insospettabili a prima vista. Davvero dobbiamo trasferire l'onere di indagine e polizia all'imprenditore? 

Sarà stato l'effetto delle lunghe e grigie serate olandesi. Sarà che son nato a cresciuto nell'Italia centrale (e quindi raramente tirata in ballo nella contrapposizione nord-sud). Sarà che a me la contrapposizione nord-sud è sempre sembrata uno slogan da piazza più che una cosa seria su cui dibattere. Mettici pure che son fazioso e di parte.

Però... Però quando io ho ascoltato il discorso di Saviano quello che tu scrivi nei punti dal 2 al 4 (ovvero quasi tutto) non l'ho proprio sentito. Ripeto, magari la colpa è mia, però la mia impressione è che tu ci abbia sentito quello che ci volevi sentire e non quello che è stato detto.

Andiamo per punti:

2 "A sentire Saviano, pare che la mafia sia un problema del Nord." Quello che ha detto (e ripetuto almeno 3 volte) è che la mafia è un problema anche del nord. Che, sebbene le mafie siano capillarmente diffuse ed endemiche al sud un milanese non può pensare che basti voltarsi dall'altro lato. Che le mafie fanno soldi dove ci sono i soldi. E quindi gli appalti pubblici a Torino fanno più gola di quelli ad Acireale. Insomma, un appello ad alzare la guardia.

3 "la causa della mafia [...] sia l'imprenditoria del Nord" Quello che ha detto è che una parte dell'imprenditoria del nord ha fatto affari (consapevolmente o meno) con le mafie per anni. Che se cerchi chi ti smaltisce i rifiuti con un appalto al massimo ribasso questo lo vince la camorra perché è in grado di sversare illegalmente qualunque porcata al sud. Insomma, un altro appello ad alzare la guardia e a non far finta che "qui queste cose non succedano".

4 "l'esasperata contrapposizione Nord/Sud del problema" A me che un gruppo di 'ndranghetisti che lavora in Lombardia decida che loro stanno facendo molti più soldi dei loro colleghi di Reggio Calabria e che quindi si sono stufati di obbedire e si vogliano separare, pare una cosa assolutamente normale. Così come mi pare una naturale evoluzione delle premesse che il centro di controllo in Calabria soffochi la rivolta nel sangue. Nulla di bello o moralmente giusto ma tutto perfettamente prevedibile dati i fatti. L'unica contrapposizione nord-sud che vedo è quella che al nord, mediamente, l'economia funziona meglio che al sud e quindi si possano fare più soldi in meno tempo (sia che si parli di attività lecite che di attività criminali). E non mi sembra che questa sia una gran novità.

 

Alla fin della fiera poi ciascuno di noi vede le cose con le proprie lenti colorate, Resto dell'opinione che tu abbia disperatamente cercato nel discorso di Saviano un attacco al nord che non c'era e non ci voleva essere.

Quoto in pieno.

Aggiungo al punto 2 che Saviano diceva chiaramente che la "MCN" (Mafia,Camorra,'Ndrangheta) si stava espandendo al Nord e che questa espansione derivava proprio da comportamenti sociali errati, in pratica Saviano diceva: non fate come al Sud, dove questi comportamenti già esistono, e fate attenzione, perchè al Nord ci sono persone che già sono colluse con loro. E poichè l'MCN sa che ha bisogno anche di appoggi politici, e sta cercando quelli di qualche mela marcia, non dateglieli.

Al punto 3 aggiungo che la camorra sversava in Campania non perchè non ci fosse controllo sociale (che è comunque flebile), ma semplicemente perchè i terreni costavano meno (con le buone o con le cattive), perchè la camorra sversava nei suoi terreni.

Al punto 4 aggiungo semplicemente che la MCN ha bisogno sia di guadagnare, sia di riciclare, e il riciclo avviene dove girano soldi. Cioè al Nord. E' questo che dice Saviano, e per me non è nulla di nuovo, anche perchè lo scrive chiaramente nel suo libro "gomorra" con un intero capitolo dedicato a Aberdeen, Scozia. E Non mi pare gli scozzesi se la siano presa, anzi, hanno cercato di reprimere il fenomeno.

quoto in pieno.

 

Però... Però quando io ho ascoltato il discorso di Saviano quello che tu scrivi nei punti dal 2 al 4 (ovvero quasi tutto) non l'ho proprio sentito.

Sul punto 2 sono d'accordo e l'ho anche detto nel post ( "Fa bene Saviano a sottolineare una possibile ripresa e consolidamento del fenomeno, in particolare a Milano" ho scritto all'inizio.). Sul 3 vedi quanto ho scritto sopra in un altro post. A meno di casi eclatanti, non capisco quale sia secondo te l'onere dell'imprenditore se non di cercare il prezzo piu' basso e segnalare alle autorita' le evidenti constatate violazioni della legge. PUnto 4:  

Alla fin della fiera poi ciascuno di noi vede le cose con le proprie lenti colorate, Resto dell'opinione che tu abbia disperatamente cercato nel discorso di Saviano un attacco al nord che non c'era e non ci voleva essere.

Non mi pare di aver parlato di attacco al Nord, anzi, ho scritto che ha fatto bene a segnalare certe tendenze. Pero' la retorica sorvola sulla questione fondamentale del problema della mafia al sud che e' da tempo ben oltre dall'essere un problema di ordine pubblico. Questo il mio punto. 

 

 

Alla fin della fiera poi ciascuno di noi vede le cose con le proprie lenti colorate, Resto dell'opinione che tu abbia disperatamente cercato nel discorso di Saviano un attacco al nord che non c'era e non ci voleva essere.

 

Anch'io ho avuto la stessa impressione, e non è a prima volta che vedo su questo blog un attacco a Saviano che definirei "strumentale". Il che risalta ancor di più in un sito che già abituato ad attaccare su fatti concreti (e sì ce ne sarebbero di cose per cui criticare Saviano).

quoto anche io

"Al Nord la mafia è forte, ricca e potente, al sud è al più costume e folklore. È davvero così? Io l'immondizia per strada non l'ho mai vista a Vicenza, e neanche a Milano. Amministrazioni comunali commissariate? Sparatorie? Giudici fatti saltare per aria?"

Il mestiere del mafioso non è gettare l'immondizia per strada, fare commissariare le amministrazioni comunali, organizzare sparatorie, fare saltare in aria giudici. Il mafioso è un imprenditore ed il suo mestiere è fare soldi ma, a differenza degli imprenditori tradizionali, è disposto a infrangere la legge per conseguire il suo obiettivo. Se il mafioso trova opportunità di fare soldi nel nord Italia (o in Spagna, o in Venzuela, o in Giappone, you choose) lo farà, senza necessariamente uso di armi da fuoco o esplosivi.

Premesso che sono un fan di Saviano, e che purtuttavia l'operazione mediatica che sta portando avanti con Fabio Fazio non mi sta piacendo molto, perché trovo gli interventi più superficiali del Saviano cui sono abituato, non condivido parte dell'articolo di Andrea Moro. In particolare dove dice:

"Al sud invece è un problema sociale. Nel Brenta, a New York, a Chicago, la mafia è esistita ed esiste per cercare di sfruttare l'esistenza di monopoli naturali (appalti di opere pubbliche gestiti da pubblici ufficiali corruttibili) o di monopoli legali (droga, prostituzione, alcohol durante il proibizionismo...). Tali organizzazioni criminose vengono contrastate e combattute iniettando risorse nell'ordine pubblico, se necessario con misure speciali e preventive. Al sud, per quel poco che mi è dato di conoscere, la mafia convive simbioticamente con una parte sostanziale e non irrilevante della politica e della società, che dipende da essa."

Questa distinzione mi pare speciosa. Con i livelli di corruzione e quindi di corruttibilità dei soggetti preposti in Italia alla gestione della cosa pubblica, dal più infimo burocrate fino ai vertici governativi, i capitali mafiosi entrano nelle stanze del potere quando e dove c'è vantaggio a farlo.

Se in alcune zone del sud la penetrazione delle criminalità organizzate è pervasiva, è perché sino ad oggi le mafie hanno tratto grande vantaggio dalla presenza sul territorio e dal controllo delle popolazioni locali. È noto che ad es. in Campania, molti gruppi camorristici seguivano veri e propri programmi di spesa sociale: pensioni per le famiglie degli affiliati arrestati o ammazzati, spese per feste patronali a proprio carico, e perfino in certi casi donazioni agli indigenti ed il mantenimento della sicurezza pubblica contro i piccoli reati.

Oggi, e lo riportano diversi studiosi così come Saviano (che parla in Gomorra di "ristrutturazione postfordista"), tutto questo sta cambiando: le grandi organizzazioni criminali hanno adottato modelli organizzativi dove il territorio gioca un ruolo sempre più secondario. Se ancora alcuni gruppi italiani fanno i soldi con le cave di cemento ed il pizzo sui piccoli commercianti, quelli che lavorano nel traffico internazionale di droga e armi se ne fregano del territorio di riferimento, ed infatti la spesa sociale mafiosa, almeno in Campania, si è ridotta clamorosamente.

È vero che per ragioni storiche che tutti dovremmo conoscere, al sud il fenomeno mafioso ha attecchito di più. Ma la distinzione tra fenomeno sociale e non qui proposta, mi pare sempliciotta e al più fotografa lo stato delle mafie di un 15-20 anni fa, non certo quello che appare evidente accadere oggi. A meno che non si confondano i piccoli gruppi criminali locali, quelle che a Los Angeles sono le gangs e che da noi sono piccoli gruppetti di estorsori, con i grandi e più pericolosi gruppi criminali internazionali che all'epoca hanno investito ingenti capitali in Chicago e Las Vegas, ed oggi trattengono per sé oltre il 60% del prezzo finale di vendita delle droghe spacciate in Europa e negli USA e possono gestire appalti pubblici da centinaia di milioni di euro. Quello che Saviano intende denunciare, secondo me, è questa maggiore mobilità territoriale di alcune mafie meridionali che oggi, facilmente, impiegano i propri capitali a Milano, in Germania e in UK lasciandosi alle spalle la necessità di mantenere una "guapparìa" a presidio del maniero feudale.

Interessante, Diego. Hai delle referenze riguardo alla spesa sociale della mafia in Campania? Davvero sta diminuendo?

Quanto ai risvolti sociali mi permetto di segnalare questi duearticoli, sull'omerta' che si sta diffondendo anche al Nord.

Volevo commentare punto per punto, ma faccio una sola considerazione:

attenzione a non fare come i meridionali di trent'anni fa (la mafia non esiste). Tutti i nsieme potremmo pentircene amaramente.

 

 

Per il punto 3, il problema non è la monnezza prodotta al nord, ma sono i rifiuti chimici smaltiti sotterrandoli nelle discariche del sud. Se per caso o per sbaglio qualcuno risolvesse i problemi con la spazzatura della Campania, poi vedremo come reagirai quando sotto casa non ti ritroverai la monnezza ma un bel fusto di qualche acido.

Qui l'unico retorico confuso sembri essere tu.

Puo' darsi che io sia confuso, ma vorrei chiedere perche' tali rifiuti siano stati sotterrati in Campania e non in Friuli. 

 

2. La retorica, però, è confusa e disinformatrice, e stupisce che venga da un autore peraltro bravo e acuto nel riportare cronache e fatti. A sentire Saviano, pare che la mafia sia un problema del Nord. A mio modo di vedere, la mafia al Nord, dove c'è, è principalmente un problema di ordine pubblico e controllo della legalità. Al sud invece è un problema sociale.

 

 

E' vero che Saviano "parla male".  Basti sentire come tira in ballo la Lega nel famoso discorso...   Concordo però col senso lato di quel discorso e con il sentimento di allarme che intende suscitare.

La distinzione che introduci nel paragrafo qui sopra a me sembra fittizia. Mi pare che tu stia sorvolando sulla potenziale dinamica del processo di infiltrazione mafiosa.  Immagina cosa succederebbe a seguito di un declino sostenuto della situazione economica del Nord Italia. Prendi ad esempio una provincia la cui economia si basa su un distretto manifatturiero, e nella quale la mafia controlla settori significativi come l'edilizia e le discoteche.  Non pensi che un fallimento del distretto potrebbe risultare in un grosso ampliamento della sfera di influenza della criminalità organizzata?

Permettere che la mafia controlli parte dell'economia di una regione significa correre il rischio che essa arrivi a influenzarne pesantemente le dinamiche sociali nel momento in cui diventa il soggetto economico dominante.

In altre parole ancora: pensi davvero che la società del Nord abbia gli anticorpi necessari per opporsi al  fenomeno mafioso in uno scenario in cui l'economia "legale" declina?   Io sono di Milano e non sarei così ottimista (aneddoto verosimile a caso qui).  "Nel Brenta, a New York, a Chicago" le cose finora sono andate bene.  Sarebbe "interessante" vedere cosa succede nel momento in cui una di queste regioni viene colpita da un massiccio cataclisma economico.

 

Sono d'accordo con le preoccupazioni da te sollevate e ne ho di fatto gia parlato sopra (commento 18:34). Occorrerebbe conoscere esempi concreti per farsi un'idea piu' precisa. 

Non credo sia una questione di geni o anticorpi, quanto di "massa critica", come credo tu dica. 

Tutte le impressioni descritte da Andrea Moro sono le stesse che ho avuto. Tra l'altro, Saviano certo non ha detto che la Lega è mafiosa, ma certo il messaggio che passava suggeriva un collegamento di questo tipo che, con tutto il rispetto in questa fase storica, mi pare abbastanza ridicolo.

Anche tra questi commenti, però, mi pare di notare una differenziazione territoriale dei commenti, a conferma del fatto che esistono diversità profonde su come si percepiscono i fatti che riguardano le diverse parti di questo stato.

 

Anche tra questi commenti, però, mi pare di notare una differenziazione territoriale dei commenti, a conferma del fatto che esistono diversità profonde su come si percepiscono i fatti che riguardano le diverse parti di questo stato.

Perchè frasi tipo la mafia è un problema di ordine pubblico e limitazione dell'illegalità fanno immediatamente scattare in un meridionale non un campanello d'allarme ma un concerto di sirene a vapore!

Le abbiamo già sentite e sappiamo già quali esiti porteranno (pessimi).

Per una semplice smentita ad alcune tue affrmazioni, bsterebbe ricordare cosa accade in alcuni quartieri di Milano (vedi il più recente: la morte del tassista che aveva investito un cane) in cui comportamento omertosi tipici della crimialità organizzata si stanno verificando (non so dire quanto diffusi) anche al nord.

Ma già da anni esiste una realtà di quartieri perifericidi Milano in cui la presenza ed il condizionamento della criminalità organizzata è ben radicata.

Dai, i quartieri periferici di Milano sono le aree meno rappresentativa del Nord che uno possa immaginare. Comunque prendo atto della situazione che va tenuta d'occhio, ovviamente. Che la criminalita' ci sia a Milano ed altrove nel nord nessuno l'ha mai negato. 

Molto interessante. Sia nel post sia nei commenti, nordisti e sudisti, mi sembra ci sia gran parte della verità. Andando un po' OT, mi chiedo come potrebbe incidere sul tutto una legalizzazione della droga (oltre a una riduzione dell'intervento pubblico nell'economia).

inciderebbe molto togliendo il principale rubinetto alla mafia

Rimando a questa pubblicazione che è carina :)

www.voxeu.org/index.php

In riferimento all'argomento "Mafia al Nord" segnalo che sul "Venerdì della Repubblica" della scorsa settimana c'era un articolo che riguardava la presenza mafiosa nella città di Reggio Emilia, comparsa in seguito ai trasferimenti di polizia dei 'ndraghetisti, ed esplosa con i cantieri della Tav.

Qui il link

www.reggio5stelle.it/Articoli/2010-11-05-Repubblica%20Venerdi'-L'uomo%20che%20al%20nord%20ha%20fatto%20cento%20passi.pdf

 

Amici di reggio Emilia mi confermano che il fenomeno è preoccupante.

Vorrei inoltre far notare che le stesse fonti affermano che non si tratta di mafiosi con base al sud che fanno affari su, ma di vere e proprie organizzazioni che sono svincolate dalle terre d'origine e operano al nord direttamente.

verissimo, infatti è risaputo che una delle regioni in cui la criminalità organizzata al Nord è più diffusa è proprio l'Emilia.

 

 

Appunto per questo allora sarebbe interessante sapere perché Saviano parla solo della Lombardia: sarà mica perché decide i target da scegliere in base alle maggioranze di governo delle rispettive regioni?

Seguo Saviano saltuariamente, e ho trovato il suo intervento dell'altra sera fantastico. Una vera lezione su come agisce una organizzazione criminale. Se poi ha messo qualche virgola fuori posto, e' importante farlo notare, ma cio' non toglie nulla al valore del suo lavoro.

 

Credo abbiate fatto bene a riprendere il tema, scrivendo un po' in un campo minato.

E' molto giusto scrivere che il Nord è diverso dal Sud, ma io che vivo al Nord percepisco un graduale deterioramento della vita sociale ed economica che mi preoccupa molto, e farei fatica a dire che al sud la criminalità è un problema sociale ed al nord solo un problema criminale.

Insomma, Petra Reski scrive della ndrangheta mettendo sull'avviso i tedeschi, Saviano ci mette sullo stesso avviso pur non essendo settentrionale, e forse questo ci disturba.

Un'altra cosa importante sono gli spunti che i non-economisti come Saviano possono dare agli economisti, e quando ha parlato grossolanamente di "soldi" lui di spunti ne ha dati.

 

sta per uscire un libro che promette interessanti rivelazioni sul modo in cui in questi ultimi decenni l'ndrangheta si sta muovendo a settentrione, dal titolo piuttosto esplicativo di "METASTASI", edito da CHIARELETTERE (di ieri l'articolo linkato)

 

sul tema si può anche leggere " A MILANO COMANDA L'ANDRANGHETA" di Carlucci e Caruso

Trovo questo dibattito, come quello in seguito al post di Alberto, molto revealing.

Avrei la tentazione di infilarmici dentro, ma graziaddio ho altri pensieri per la testa e non lo faro'.

Povero paese, se queste sono le sue menti migliori ...

Sarà, però mi pare il dibattito che si merita il post: non vedo, salve alcune degenerazioni, differenze drammatiche nelle argomentazioni del post e dei commenti.

Esattamente ciò che ho pensato anch'io, Michele.

Ed arrivando a leggere tardi, quando è già presente questa rivelatrice - e prevedibile, ahimé - canea di commenti, ho deciso che non ci penso nemmeno, ad entrare in una discussione così cheap ....

Contami fuori, come dite voi (dirai: già fatto), io sono qui per imparare.

Un tempo avevo l'abitudine di rispondere per rime a commenti ed affermazioni gratuitamente insultanti che potevano essere riassunti come: "Tu la pensi in maniera diversa da me e quindi sei un cretino. Non ritengo le tue argomentazioni, quali che esse siano, degne di essere prese in considerazione. Tuttavia ci tengo a mostrarti la mia superiorità intellettuale e quindi, invece di tirare dritto senza curarmi di te, piazzo un commento sprezzante verso tutti senza fare troppe distinzioni".

Avrei la tentazione di risponderle ma, grazie a dio, ho altri pensieri per la testa e non lo farò.

Buon Sinterklaas professore (che per il natale è ancora prestino). Le auguro di ricevere tanta cioccolata.

Credo che occorra distinguere bene tra mafia in senso stretto e infiltrazioni mafiose.

La mafia è una organizzazione criminale caratterizzata dal controllo del territorio. Occorrono dunque:

- l'organizzazione, con tanto di rituali di iniziazione, struttura verticistica ecc.

- il controllo del territorio, ossia il potere di controllo pervasivo sulla società e l'economia di una determinata area.

L'elemento caratterizzante è evidentemente il controllo del territorio, in mancanza di questo si ha una organizzazione criminale, ma non la "mafia". Le organizzazioni criminali sono presenti, più o meno in tutto il mondo (e quindi in tutta Italia). 

Pensiamo alla droga, che viene spacciata  dappertutto: è evidente che per gestire questo commercio occorre una organizzazione (trasporto, laboratori, grossisti e dettaglianti), ma il controllo del territorio è una cosa diversa e, per esempio in Italia, è limitato essenzialmente a Campania, Sicilia e Calabria.

Non c'è mafia, per esempio, in Puglia, dove le organizzazioni criminali locali (molto forti e con legami con la camorra) hanno provato a organizzarsi (Sacra Corona Unita), ma non sono riuscite a controllare il territorio - salvo che in ambiti limitati.

Il fatto dunque che ci siano mafiosi al nord, che gestiscono, per esempio, lo spaccio di droga o il riciclaggio del denaro sporco, non deve meravigliare, perchè i criminali vanno dove ci sono occasioni di profitto, questo però non vuol dire che al nord ci sia la "mafia", perchè al nord, come pure in Basilicata, Abruzzo, Molise e - tutto sommato - Puglia, le organizzazioni criminali non riescono a controllare il territorio ed è molto improbabile che riescano mai a farlo, dato che la struttura economico/sociale del nord Italia  è tale da impedire questa eventualità. Il che non vuole affatto dire che non ci saranno infiltrazioni, che i mafiosi rinunceranno a organizzare anche a Milano lo spaccio di cocaina o a trovare referenti per riciclare soldi, ma lo faranno come semplice - si fa per dire - organizzazione criminale, con complici locali, non come "mafia".

In assenza di una buona teoria che spieghi (1) come la "mafia" riesca ad assumere il "controllo" del "territorio" e (2) perché "la struttura economico/sociale del nord Italia  è tale da impedire [il controllo mafioso del territorio]" nei prossimi 50 anni, distinzioni come quelle da te proposte mi convincono assai poco.  In particolare, come ho già detto prima, io temo quel che potrebbe succedere se alcune regioni del Nord dovessero attraversare lunghi periodi di stagnazione/recessione economica.

 

Nota (anche per Andrea qui sopra):  non si tratta necessariamente di "difendere Saviano".  Stiamo parlando di fenomeni (controllo del territorio da parte della criminalità organizzata) di *difficilissima* reversibilità. (Non che manchino gli esempi, pensa anche alle cronache messicane degli ultimi mesi.)   Sarò paranoico ma in casi come questi mi trovo a solidarizzare con chi predica cautela.  Sì, vale anche per il global warming  :)

Per qualche anno ho vissuto in prossimità di via Anelli, a Padova, nei tempi precedenti il famoso muro, assieme ad un ragazzo siciliano.

Nei primi giorni di soggiorno a Padova, mentre si tornava a casa passammo vicino al parchetto che c'è proprioltre il famoso "muro".

http://maps.google.com/maps/mm?ie=UTF8&hl=en&ll=45.411576,11.904336&spn=0.001857,0.004823&t=h&z=18

E disse: "che schifo che fa Padova, qui nessuno mandarebbe i bambini nel parco a giocare in mezzo alle siringhe e agli spacciatori". Ferito il mio orgoglio veneto, gli dissi: "beh, questo è il peggio che possa trova in Veneto, da voi ci sono i mafiosi dappertutto!". allora mi ha raccontato che per le strade di Catania, a intervalli regolari si trovano questi personaggi che se ne stanno fermi tutto il giorno in punti strategici a controllare il territorio, ma che nonostante questo i bambini possono giocare tranquillamente per strada, perché se un qualche drogato o spacciatore gli si avvicina, questi signorotti li massacrano di botte.

Ora, penso che sia questa la differenza che viene evidenziata da qualcuno.

Gli spacciatori di via Anelli sono considerati la feccia della società padovana, e gli abitanti del quartiere Stanga quando fantasticano su cosa farebbero agli spacciatori passano dal dare loro fuoco a prenderli a fucilate (e poi però non lo fanno, lasciano che sia l'autorità pubblica, comune e polizia a gestire la faccenda: al massimo creano comitati che rompano i maroni al commissario e al sindaco e ai giornali locali, e i bambini li portano a giocare da un'altra parte).

I signorotti apparentemente nullafacenti (che mi ha detto questo mio amico: "si riconoscono subito i mafiosi: sono quelli che stanno tutto il giorno per le strade a fare apparentemente niente"), invece svolgono un'utilità sociale riconosciuta dagli residenti: in questo caso proteggere i bambini.

 

 

 

 

 

E' giusto cercare di contrastare alcune i punti poco logici di Saviano, ma non trovo in accordo col punto 2:

A nulla servono le leggi se il poliziotto viene ostacolato dalla società (non necessariamente tutta omertosa e collusa: superata una certa soglia basta la paura per la propria pelle).  È questa la situazione del Nord? Stanno le cose cambiando?

Ma quando la mafia ha cercato di sfruttare la ricostruzione del terremoto in Friuli non e' stata rispedita al mittente?!? E se fu cosi' allora, perche' oggi accade il contrario nel Milanese?!? A leggere Storia Criminale di Ezio Ciconte pare di sentire Saviano: ma Ezio Ciconte e' tutt'altro che Saviano. Stanno entrambe prendendo un granchio?

E di maggior importanza, non e' proprio questo stato di cose che rischia di trasportare al Nord Italia gli stessi problemi sociali ? E chi se non gli elettori del Nord devono essere sensibilizzati alla cultura dell'illegalita' che si sta diffondendo?

Non e' quello di Saviano un modo mediaticamente efficace di ricordare che il problema della mafia e' un problema nazionale, nostro, non solo roba da regioni a statuto speciale disperse nel mar Mediterraneo?

E sempre sul sociale, io ho un amico che ha lasciato un posto di lavoro da sogno (al Nord) perche' si era trovato a dover trattare con dei mafiosi. Capisco che nessuno controlli, ma ci vuole proprio tutta questa moralita' per non voler lavorare con dei mafiosi? Chiaro che quel posto di lavoro da sogno adesso l'ha preso qualcun altro che di problemi non se ne e' fatti.

Dopotutto, proprio quel mio amico mi sprona a restare negli states perche' "in italia il problema e' sociale". Anche lui in sintonia con Saviano: sara' un caso?

D'accordo sul punto 4. (sul 3, non ho tempo per commentare!)

Ho la sensazione che qualche commentatore di senta  "criminalizzato" da meridionale come me quando si sottolinea che MCN è fenomeno sociale culturale oramai costituente delle società meridionali. Non tutti ne sono infetti, ma è nell'aria che si respira. Fino a prova contraria è proprio il capire come stanno le cose che aiuta ad avviare soluzioni. Confesso di avere un debole per Saviano ed arrivo ad ipotizzare che, sbagliando, abbia abbassato il suo livello per tentare di spiegarsi al pubblico televisivo. Forse è una ipotesi stiracchiata, ma alla fine, se l'intento era quello di ammonire che MCN si espande via riciclaggio ed investimenti, non dice molto di nuovo ma di certo aiuta.

Senza pretesa che questo costituisca un "dato", da quel che vedo è un allentamento nell'osservanza delle regole, un aumentarsi delle illegalità, dell'arbitrio e della tolleranza. Questa non è mafia certo ma rischia di abbassare il fondamentale antidoto del controllo sociale.

 

 

A mio modo di vedere, Saviano non sottolinea affatto che la 'ndrangheta fa la maggiorparte dei suoi affari in Lombardia. Il suo intervento, per circa 2/3, ne descrive nel modo più semplice e diretto i rituali, la struttura e l'organizzazione.

Solo a quel punto, non fa altro che riportare dei fatti già noti (pubblicati dai maggiori quotidiani italiani) e a mio avviso di una certa rilevanza, in quanto mettono in luce che il problema non è solo di una parte dell'Italia.

Vorrei far notare che Saviano sottolinea che le infiltrazioni nel tessuto sociale ed economico sono documentate dalla magistratura "anche" nel nord. A mio avviso, non parla esplicitamente del sud (anche se ripete più volte "come nel sud") semplicemente perchè lo sanno anche i sassi che le mafie in Italia nascono e sono un prodotto organico del meridione. Tra l'altro in nessun passaggio dell'intervento di Saviano ho rischiato di confondere che il problema della "N" fosse un problema del Nord.

Mi permetto infine di dire, che nonostante si naturale discutere e avere diverse opinioni su quanto detto da Saviano, se in TV ci fossero più persone come lui o come la Gabanelli (e rispettivi programmi), forse molti degli italiani che non si rendono conto dalla grave situazione in cui versa il loro paese ne avrebbero almeno un'idea.

 

 

 

Visto che si respira un'aria da derby (è la seconda volta in poco tempo che leggo un post in cui sembra riflettersi un dualismo nord-sud, riflesso poi nei commenti) faccio un ultimo sforzo per districarmi, mettendo in chiaro, se non lo fosse, che io tifo per il Sud.

Sulla storia della camorra (l'unico fenomeno che conosco, la mafia e la'ndrangheta ne so poco, e quel poco è frutto di letture e TV) penso sia meglio riportare le parole di Wikipedia:

 

Negli anni settanta, dal carcere di Poggioreale, nel quale è rinchiuso per omicidio, Raffaele Cutolo (detto 'o Professore perché uno dei pochi in carcere a saper leggere e scrivere) inizia a realizzare il suo progetto: ristrutturare la Camorra come organizzazione gerarchica in senso mafioso, sfruttando il nuovo business della droga; nasce così la Nuova Camorra Organizzata (N.C.O.).

 

Fino alla fine degli anni '70, inizio anni '80, la camorra è un fenomeno ristretto ad alcuni quartieri di Napoli e qualche paese dell'hinterland napoletano-casertano, in cui ha sicuramente il suo brodo di coltura, ma era un "fenomeno di polizia" in molti quartieri di Napoli e diversi paesi del napoletano e del casertano. Il Vomero, che era il mio quartiere fino agli '80 non ha avuto alcuna penetrazione camorristica connivente, cominciata solo negli anni '80 per espansione dei clan di Secondigliano, non per "brodo di coltura". E così per altri quartieri di Napoli e diversi paesi del napoletano/casertano, per non parlare dell'avellinese, beneventano e vaste zone del salernitano dove la camorra non c'è proprio.

Questo per chiarire che il "brodo di coltura" c'entra solo all'inizio della storia (secolo scorso o giù di lì), le organizzazioni criminali si espandono cominciando piano, quando cominciano tutti a dire "ci stanno provando, ma qui è diverso, non ci riusciranno mai", poi ci riescono, un pezzettino alla volta, perchè la camorra non è un virus, è un cancro, il virus ti aggredisce, ma lo puoi combattere, e ha bisogno di condizioni favorevoli per riprodursi, il cancro ti attacca e basta.

Non voler capire questa differenza è voler chiudere gli occhi, pensare "noi siamo meglio, perchè in alcuni paesini i vigili fanno la multa a chi non fa la differenziata" (Andrea è una forzatura del tuo pensiero, esemplifico), vuol dire blindarsi dietro certezze inesistenti, perchè nel frattempo stanno buttando i rifiuti tossici vicino casa tua e tu pensi che tutto va bene perchè fai la raccolta differenziata e non parcheggi in doppia fila (ma magari sul marciapiede, cosa che a Napoli, anche a Secondigliano, è impensabile).

Poi si comincia piano piano, si controlla un quartiere malfamato (quarto oggiaro vi va bene?), poi ci si allarga a quello vicino, poi ci si espande, si fanno affari in quartieri lontani, si "mantiene un'economia" e diventa sempre più difficile tornare indietro. Questo tipo di controllo "indiretto" è già stato narrato.

Da Isaac Asimov in "Foundation". Fantascienza. O no?

Poi se al Nord si sentono migliori, se lo sono veramente, non mi interessa nemmeno, personalmente mi relaziono solo con persone che ritengo degne secondo i miei personali standards, come credo facciano tutti, se ho scritto, commentato (e magari scritto indegne sciocchezze) è stato solo per chiarire che non tutto quel che succede è colpa degli abitanti del Sud, ma non mi piace nemmeno il sistema "ecco, siamo tutti uguali", perchè non è vero, e , secondo me, Saviano non voleva dire Nord e Sud uguali sono, ma semplicemente: aumentate il livello di attenzione, fate una chemio preventiva, perchè se il cancro attecchisce è la fine. E lo dice uno che il cancro lo conosce bene (Saviano).

Poi l'unico derby che mi interessava vincere è stato vinto, e fatemi aggiungere, con malcelata soddisfazione, che almeno qualcosa dal Sud siamo riusciti a "esportarla" al Nord: la mafia. Qui una cartina.

 

non parcheggi in doppia fila (ma magari sul marciapiede)

 

OT sciocco, ma è una mia fissa perdonami:

i marciapiedi milanesi su cui si parcheggia (e di cui nel resto d'Italia si sente parlare) sono larghissimi, la gente vi ha sempre parcheggiato perchè resta comunque spazio per il passaggio delle persone (e anche delle carrozzine). Spessissimo si tratta dei marciapiedi a lato dei viali, dove la gente non passa mai perchè c'è quello del controviale (cioè quello ai bordi della carreggiata). Per motivi ignoti parcheggiare su questi marciapiedi è tollerato dall'alba dei tempi, ma la cosa non viene mai regolarizzata (ci aveva provato Albertini e i radical chic che abitano in centro, e la macchina non la usano, ne hanno approffitato per fare una battaglia "verde" sul nulla). Il risultato è che, periodicamente, quando c'è da far cassa, i vigili escono e fanno centinaia di multe, gli stessi vigili che negli altri giorni ti guardavano parcheggiare li e ti facevano cenno "la lasci pure".

PS

Derby: il paese sta lentamente tornando alla normalità :-)

Non voler capire questa differenza è voler chiudere gli occhi, pensare "noi siamo meglio, perchè in alcuni paesini i vigili fanno la multa.......

Nel beneventano e nell'avellinese la camorra è arrivata da una ventina d'anni. Credo che il punto sia una differenza di carattere sociale e culturale tra nord e sud che rende il sud ben più permeabile all'aggressione in profondità delle mafie. In alcune zone ed anche in quelle aree del beneventano o dell'avellinese contigue a Napoli o a Caserta, la camorra è divenuta componente "normale" del paesaggio, un male neppure sempre considerato tale con cui convivere. Il vigile che fa la multa, non è altro che la manifestazione di un anticorpo, della sussistenza di uno spirito di sanzione sociale che rende diverso il nord rispetto al sud. E' ovvio che questo non impedisce alle mafie di espandersi allo scopo di riciclare ed investire e successivamente usare i medesimi meccanismi usati proficuamente nel sud. E' proprio per questo che come meridionale, mi sento di non condannare Saviano in quanto avverte di non sottovalutare il pericolo che alcune aree del nord corrono. e d'altronde, vivendo al nord, la mia pur lmitata visuale mi consente di osservare un progressivo allentamento degli argini di rispetto della legalità. Per dirla tutta, attribuisco questa caduta della legalità alla crescente intermediazione pubblica nella vita sociale ed economica, ma comunque sia la maggior tolleranza all'illegalità è un viatico verso passaggi peggiori. L'ineresse di ciascuno non è quello di fare barricate ma di unire le forze contro un cancro che si espande.

 

 E trovo sia un errore enorme il contrapporsi tra nord e sud. Sicuramente il fenomeno del disfacimento della società è maggiore nel mezzogiorno

Grazie marco, molto utile. Sul "noi siamo meglio" non vorrei aver dato l'impressione stressare troppo la causa "genetica" perché esiste un'altra possibilità: l'esistenza di una "massa critica" di connivenza oltre la quale il crimine organizzato prevale sull'ordine pubblico. Il riferimento aneddotico al riciclo serviva a spiegare che tale massa critica non è stata raggiunta, indipendente da eventuali differenze nei fattori "genetici", che io non ho modo di valutare. 

 

 

Fino alla fine degli anni '70, inizio anni '80, la camorra è un fenomeno ristretto ad alcuni quartieri di Napoli e qualche paese dell'hinterland napoletano-casertano, in cui ha sicuramente il suo brodo di coltura, ma era un "fenomeno di polizia" in molti quartieri di Napoli e diversi paesi del napoletano e del casertano. Il Vomero, che era il mio quartiere fino agli '80 non ha avuto alcuna penetrazione camorristica connivente, cominciata solo negli anni '80 per espansione dei clan di Secondigliano, non per "brodo di coltura". E così per altri quartieri di Napoli e diversi paesi del napoletano/casertano, per non parlare dell'avellinese, beneventano e vaste zone del salernitano dove la camorra non c'è proprio.

Questo per chiarire che il "brodo di coltura" c'entra solo all'inizio della storia (secolo scorso o giù di lì), le organizzazioni criminali si espandono cominciando piano, quando cominciano tutti a dire "ci stanno provando, ma qui è diverso, non ci riusciranno mai", poi ci riescono, un pezzettino alla volta, perchè la camorra non è un virus, è un cancro, il virus ti aggredisce, ma lo puoi combattere, e ha bisogno di condizioni favorevoli per riprodursi, il cancro ti attacca e basta.

 

Grazie Marco, hai chiarito benissimo il punto ed hai correttamente indicato in Cutolo lo spartiacque più significativo tra la "vecchia" e la "nuova" camorra. Sembra difficile far arrivare il concetto che l'esistenza plurisecolare delle camorre non implica che siano rimaste uguali a sé stesse, e che la cultura mafiosa non è il requisito, ma una conseguenza eventuale della penetrazione mafiosa.

 

 

Estratto da:

Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza Vol. I - N. 3 – Settembre-Dicembre 2007

Nelle regioni del nord Italia si registra un numero consistente di attività delittuose che sono espressione di associazioni criminali di stampo mafioso, anche se non hanno le manifestazioni diffuse ed eclatanti tipiche delle regioni del meridione.

L’esistenza della criminalità organizzata è accertata dalla presenza di componenti di nazionalità italiana oltre che da un nutrito gruppo sia di nomadi che di extracomunitari, dediti ad attività illecite connesse soprattutto all’immigrazione clandestina.

A Bologna, la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) descrive una realtà caratterizzata da associazioni criminali, anche di stampo mafioso, e, al contempo, conferma una presenza meno diffusa delle mafie tradizionali in Emilia Romagna rispetto a quella nelle altre regioni dell’Italia settentrionale.

Il distretto bolognese è sottoposto ad infiltrazioni della ‘ndrangheta, attiva nel campo degli stupefacenti e delle estorsioni; della camorra che svolge attività estorsiva in particolare nei confronti degli imprenditori edili e di cosa nostra anch’essa operante nel traffico di sostanze stupefacenti.

Per quanto riguarda il territorio bresciano, invece, “La posizione geografica del distretto della Corte d’appello di Brescia, il cui territorio è percorso da vie di grande comunicazione ferroviarie e autostradali internazionali, in particolare verso i paesi dell’Est europeo, la sua contiguità con il distretto della Corte d’appello di Milano e l’alto indice di industrializzazione che lo connota, esercitano, indubbiamente, un forte richiamo per la malavita organizzata, la quale trova in questa realtà notevoli prospettive di inserimento nei più svariati settori”36. Il coinvolgimento della criminalità organizzata anche a livello mafioso si riscontra nei circondari di Brescia e Bergamo, nei quali sono stati commessi una serie di reati connessi al traffico nazionale ed internazionale (America latina, Spagna, paesi dell’Est europeo) di sostanze stupefacenti e di armi sia da guerra che comuni.

Coesistono organizzazioni criminali tradizionali italiane accanto a organizzazioni criminali di matrice extracomunitaria che operano in settori specifici quali lo sfruttamento della prostituzione, il traffico di stupefacenti e di armi. Le associazioni criminali di cui è stata accertata la presenza sul territorio sono: la ‘ndrangheta, maggiormente presente, la camorra, la stidda (struttura minore di cosa nostra), criminalità di origine sarda, sacra corona unita.

Nel circondario di Milano, i gruppi criminali, anche di origine mafiosa, sono dediti al riciclaggio di denaro sporco che viene reinvestito in esercizi commerciali (ristorazione, autorimesse e abbigliamento), avvalendosi dell’operato di commercialisti e operatori bancari siciliani legati a cosa nostra. Le attività illecite sono perpetrate dalle tradizionali mafie italiane che operano prevalentemente nel traffico di stupefacenti, di armi, nell’estorsione, nel riciclaggio di denaro.

Per quanto riguarda il distretto di Torino, invece, la presenza più significativa sul territorio è quella della Onorata Società Calabrese (‘ndrangheta) mentre minore risulta l’insediamento degli altri gruppi criminali organizzati. Nel corso degli anni, i sodalizi mafiosi di origine calabrese hanno, infatti, assunto dimensioni organizzative analoghe a quelle dei luoghi di origine. “Le cosche della ‘Ndrangheta operano, con profitti direttamente proporzionali ai livelli di sviluppo economico della regione nella quale sono radicate, non solo nei tradizionali settori della criminalità organizzata (traffico di stupefacenti, armi, estorsioni, etc.), ma anche nel più vasto mercato economico – finanziario”. In particolare, nella relazione del 2003 si delinea una possibile linea di tendenza di nuovi investimenti: il mercato di video poker e di apparecchi analoghi che consentono vincite con modalità contrarie alla regolamentazione.

In Veneto la criminalità organizzata non può essere considerata un fenomeno dalla gravità paragonabile a quella delle regioni del sud d’Italia. “Pur comparendo, infatti nelle relazioni del distretto alcuni cenni al pericolo di radicamento di metodi mafiosi, nessuna notizia di fatti giudiziari specifici viene comunicata a riguardo delle pur temute infiltrazioni nei settori economici e in quello degli appalti e servizi pubblici da parte di associazioni criminali di tipo mafioso.

 

La zuffa sul pensiero di Saviano mi pare be assortita :-)

Quale dovrebbe essere la soluzione alle infiltrazioni di cui si discute?

Leggere intervista procuratore Gratteri

www.strill.it

http:notizie.virgilio.it/politica/bestemmie-rutti-in-chiesa-consiglieri-pdl-lega-nei-guai_140459.html

che chiede come mai la mafia non smaltisca al nord...

Vedasi Riso Scotti Energia

milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_novembre_17/pavia-traffico-rifiuti-riso-scotti-arresti-energia-1804189016896.shtml

Forse le condizioni stanno cambiano e pian piano ci sono piu` coperture (se non sociali come la sud, magari politice)

purtroppo il mio precedente post e` stato cancellato dall'efficacissimo "bulls#it filter" di NFA... quidi lo riscrivero` piu` stringato.

Credo che la trasmissione di Saviano non sia un gran che, che lo si usi come messia mediatico (e politico) da una parte e per reazione diventi il bersaglio dell'altra. Concordo con l'idea che con un blanket statement contro una delle poche forze politiche che culturalmente si oppongono alla MCN fa il gioco di quest'ultime e concordo che il problema MCN sia sociale piu` che di ordine pubblico e polizia pero`...

...mi sembra anche che non vogliamo (come nazione) ammettere che le cose, anche a livello sociale e culturale, stanno cambiando anche al nord. Non per i mafiosi al confino ma perche` anche il celta italico e` molto veloce a voltare la testa e bollare come "malcostume di pochi" fenomeni che in realta` sono avvisaglie di qualcosa di peggiore. Insomma, butti una carta in un angolo e in un mese diventa una discarica... in altri paesi non si butta la carta nell'angolo, punto! invece da noi, che vuoi, e` solo una carta, che fara` mai? Quando cose come come questa della Scotti accadono, si dice che` e` il management, e` la politica... ma ci sono uomini di tutti i gradi e livelli che vengono coinvolti e si girano dall'altra parte. Nella mia breve carriera in Italia, prima di emigrare, ho saputo di furti in ditta che andavano avanti nella... omerta?... generale. In Padania. Coinvolti personaggi Padanissimi. Ed omertosissimi.

Qui in Australia la gente e` convinta che la mafia e` stata sconfitta. Molti hanno visto un documentario su SBS su Provenzano e pensano che sia finita. Cosa si dice in Amerika?

Su NFA trovo sempre analisi interessantissime, tante finezze e tante osservazioni che cambiano il mio modo di vedere le cose ma, bottom line, pensate che il fenomeno stia penetrando il tessuto sociale del nord o no? Pensate che sia ancora una questione meridionale?

Sara` che Buccinasco, Quartoggiaro, Bovisa, Porta Venezia non siano un campione significativo (sono il mio...) ma nella mia breve vita ho visto un trend... e poi sono partito. Oltre Saviano e le baggianate della TV voi che vedete?

 

come ha detto Saviano... la mafia turca in germania fermata dai turchi stessi etc...

non e` che e` perche` emigra chi ce ne ha le palle piene, poi arrivano pure glia altri, i "cattivi", sentendo di fiumi di ambrosia e miele e allora, l'emigrato onesto con le palle piene dice: "eh no! non anche qui! adesso lo dico ai celerini che vi fermano adesso che siete un problema di ordine pubblico, prima che diventiate un problema di ordine sociale... perche` so cosa potreste diventare..."

Mi e` parso che Saviano dicesse cose che si son dette anche qui, ma le dicesse molto di sfuggita, perche` gli premeva di piu` dire altre cose piu` ad effetto e piu` politicanti...

 

Non so quanto Saviano volesse "colpire" il Nord, ma la chiave di lettura interessante potrebbe essere che tutto sommato tutto questo importi poco a Saviano e agli autori di "vieni via con me".

"Vieni via con me" è un programma televisivo ambizioso e costoso, se fosse un programma banale di cui si parla poco avrebbe poca "audience" e poco appeal pubblicitario, invece la Rai (sembra) ha rivisto al rialzo i propri listini dopo la prima puntata del programma, e adesso ha messo una ulteriore marcia in più, con prezzi che per Rai3 non si erano mai visti.

Se quindi Saviano ha parlato di cose tutto sommato note (su questo se ho ben capito siamo tutti d'accordo: la MCN sta investendo da tempo grandi capitali al Nord, con o senza connivenze), sia pure mettendoci il suo carico da 90 (letto in senso di contesa Nord-Sud) è stato solo per fare in modo che si parli del programma (l'idiota che pensa che RS lo abbia fatto per soldi ricordo che il compenso di RS è stato stabilito prima, ed è slegato dai risultati), ottenendo quello che in gergo si chiama "effetto traino". Non mi stupirei se stasera, a seguito della polemica Saviano-Lega ottenga risultati di pubblico ancora maggiori, con gran gioia dei pubblicitari.

Chissà, noi ci sbraniamo sulle virgole e quelli pensano alle percentuali di pubblico....

Allora sta sera Saviano ci ha spiegato che la immondizia per le strade di Napoli è colpa del Nord, e dei suoi rifiuti tossici.

Ma quanti cavoli di camion sono partiti per riempire ogni discarica di tutta una regione?

Bene, continuiamo così, che di balla in balla, le strade si puliranno da sole. Di certo non con i 150 mln nuovamente gettati dal governo.

 

Ma quanti cavoli di camion sono partiti per riempire ogni discarica di tutta una regione?

 

Non fare confusione! Noi del Nord i rifiuti li abbiamo mandati solo a Napoli, che in Irpinia, Salernitano e Beneventano il problema non esiste (o almeno non esisteva fino a quest'estate).

Perchè solo lì e non in altre zone del sud, magari meno popolate, dove sarebbe stato più facile occultarli ? Perchè siamo cattivi e invidiosi.

Battute a parte: non ho visto la trasmissione (Nadal-Roddick 3-6 !) spero tanto che non sia andata veramente come tu la racconti

 

Ed invece si: "Le discariche sono piene, ma perché? - si chiede Saviano -. Si riempiono perché la Campania è la pattumiera dei rifiuti del Nord"

http://www.repubblica.it/politica/2010/11/22/news/maroni_da_fazio-saviano-9391928/?ref=HRER2-1

Pessimo modo di dimostrare un supposto patriottismo.

Bho sono basito. Non capisco questa retorica nè per il vittimismo auto assolutore, nè capisco dove voglia andare a parare...se vuole andare a parare da qualche parte.

Può anche darsi che non lo sappia neppure lui, che sia in preda ad un delirio più o meno lucido, eccitato dalla contrapposizione con il bieco governo nordista.

Saviano è stato, seguendo un malcostume classico italiano, eccessivamente mitizzato da certi media (sinistrorsi); tuttavia è pur sempre uno che ci mette la faccia e che rischia la vita, se non per quello che dice almeno per quello che rappresenta. Aldilà delle imprecisioni dell'impianto stesso del suo pensiero (su cui si può discutere) secondo me non andrebbe discusso il valore del suo programma, che forse non sarà nulla di eccezionale ma che comunque contribuisce a spargere un po' di quel seme benefico che combatte il berlusconismo culturale. Ovvero, quello spirito che aleggia in tutto il territorio nazionale e che si nutre di grande fratello, di barbare d'urso, di studio aperto, porta a porta e degli spargitori di quel falso moralismo buonista che circonda gli interminabili servizi sul delitto di Avetrana e simili.

Era un po' di tempo che aspettavo di sentire frasi come "vado via perché non voglio saper più nulla del delitto di Avetrana". Oppure il pezzo comico dell'handicappato, così politicamente scorretto e in antitesi con i pseudo valori del berlusconismo detti sopra.

Molte delle cose descritte saranno note o banali: la storia di Falcone e Borsellino (vedere critica di Marco Travaglio sul Fatto) la presenza della mafia al nord (vedere le critiche più sopra) ma io credo che gran parte di quei 9 milioni che guardano la trasmissione queste cose non le sappia o comunque dopo anni di nebbia berlusconiana, abbia bisogno di sentirsele ridire. La stessa cosa vale per gli elenchi dei valori della destra e della sinistra, forse una parentesi anacronistica (vedere critica di Aldo Grasso sul Corriere), ma io credo che fosse necessario fare chiarezza, rispiegare agli italiani che destra e sinistra potevano essere evocate escludendo Berlusconi. La possibilità cioè di poter sì dimenticare vecchi e superati valori, ma solo dopo averli genuinamente recuperati.

Infine credo che invitare il ministro dell'interno dimostri come non si voglia fare l'errore di appiattire l'avversario politico (peraltro, nel caso di Maroni, uno dei meno peggio, a mio modo di vedere) al mafioso, anche se qualche volta la differenza tra questi due casi è sfumata.

Credo quindi, che pur esprimendo perplessità sull'operato di Saviano bisognerebbe magari non estenderle all'intero suo (perché è IL SUO) programma ricordando le alternative: il grande fratello e gad lerner che parla con dell'Utri dei falsi diari di Mussolini (!)

 

p.s.

perdonatemi se non ho messo i link agli articoli che accennavo, se necessario con un po' più di tempo li cerco

Due brevi considerazioni in margine a questo dibattito.

1 - A quanto pare, l'origine di molti partecipanti influisce sulle posizioni prese. Non è una bella cosa, come non è bello un certo fastidio che alcuni dimostrano verso gli studi, anche empirici, cui contrappongono la loro esperienza di vita come criterio definitivo di verità. 

2 - Nel frattempo, crollano le banche irlandesi, le borse europee pure, Schauble paventa la fine dell'Euro e su un sito animato da economisti - ancorché amerikani - si discute di Saviano e di Maroni. A quando un bel dibattito su questioni di rilevanza globale?

 

Nel frattempo, crollano le banche irlandesi, le borse europee pure, Schauble paventa la fine dell'Euro e su un sito animato da economisti - ancorché amerikani - si discute di Saviano e di Maroni. A quando un bel dibattito su questioni di rilevanza globale?

 

E' perche' noi economisti siamo "strana gente", come ha affermato un lettore all'inizio di questo vecchio commento

 

 

A quando un bel dibattito su questioni di rilevanza globale?

 

A quando ce ne viene voglia. A dire ovvietà sono capaci tutti. Anche quelli che girano per la rete con la matita rossa e blu, a dare i voti agli altri ...

 

Saviano accusa la Lega Nord di intrattenere rapporti con la 'ndrangheta.

 

Piu' dettagliatamente ancora nel suo intervento R.Saviano afferma "la 'ndrangheta interloquisce con la Lega Nord".  La LN e' l'unico partito politico menzionato da RS nel suo intervento della settimana scorsa, come interlocutore della 'ndrangheta in Lombardia. Questa parte dell'intervento di Saviano mi e' subto apparsa non corretta e fuorviante, ma ho voluto aspettare la replica TV di Maroni.  Maroni ha affermato (cito da corriere.it 22/11/2010):

 

ha sottolineato le recenti operazioni fatte il Lombardia contro la 'ndrangheta: «Cerberus», «Parco sud», «Crimine», «Infinito», ha precisato il titolare del Viminale, hanno evidenziato il coinvolgimento e l'arresto «di esponenti di altri partiti politici ma non della Lega. Mi chiedo allora perché citare proprio e solo la Lega». Nel congedare Maroni, Fazio ha poi voluto aggiungere: «A nord c'è la Lega, sono i più forti, e la 'ndrangheta cerca probabilmente di...». «Cerca probabilmente di... è diverso da quello che è stato detto... - ha replicato prontamente Maroni -. La percezione è stata diversa...».

 

Ho controllato cercando gli arresti per 'ndrangheta in Lombardia nell'archivio di Repubblica, e Maroni ha ragione: ci sono indagati e arrestati di altri partiti ma mai fino ad oggi della LN.

milano.repubblica.it/cronaca/2010/10/21/news/_ndrangheta_tre_arresti_nel_pavese_c_anche_il_sindaco_di_borgadello-8282821/

IL CASO
'ndrangheta, tre arresti nel Pavese c'è anche il sindaco di Borgarello
Nuovi sviluppi nell'inchiesta condotta dalla Direzione investigativa antimafia di Milano
Gli altri sono un imprenditore e l'ex vicidirettore generale del Credito cooperativo di Binasco

Gli arrestati, come ha precisato la Dia, che ha eseguito le indagini, sono Giovanni Valdes, 41 anni, originario di Palermo, sindaco del comune di Borgarello (Pavia), ed "esponente di una lista civica appoggiata dal centrodestra",

ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/07/14/reggio-milano-colpo-alla-ndrangheta-300-arresti.html

Tra gli arrestati c' è Carlo Antonio Chiriaco, direttore dell' Asl di Pavia, in passato segretario provinciale della Dc:

Sono indagati Pietro Trivi, assessore comunale a Pavia per il Pdl, per corruzione elettorale, e Antonino Oliviero, ex assessore provinciale Udeur passato poi nel Pdl, per corruzione e bancarotta.

milano.repubblica.it/dettaglio/ndrangheta-e-corruzione-arrestati-politici-di-pd-e-pdl-a-trezzano-sul-naviglio/1866810

'Ndrangheta e corruzione, arrestati politici di Pd e Pdl a Trezzano sul Naviglio

Gli arrestati. Gli investigatori della Dia, coordinati dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dai pm Mario Venditti, Alessandra Dolci e Paolo Storari, hanno arrestato Tiziano Butturini, ex sindaco del Pd di Trezzano sul Naviglio (Milano) e presidente del cda di Tasm Spa e di Amiacque srl, aziende pubbliche che si occupano della gestione di risorse idriche, e Michele Iannuzzi, consigliere comunale del Pdl e componente della commissione edilizia sempre a Trezzano, anche lui nel cda di Tasm.

milano.repubblica.it/cronaca/2010/07/14/news/_ndrangheta_le_relazioni_pericolose_fra_il_boss_e_l_ex_assessore_provinciale-5588128/

Così l'ex assessore provinciale milanese Antonio Oliverio (già segretario provinciale dell'Udeur), indagato nell'inchiesta della Dda di Milano che ha portato a oltre 300 arresti, si rivolge, intercettato, a Ivano Perego, imprenditore arrestato e responsabile della Perego General Contractor, società riconducibile alla cosca della 'ndrangheta degli Strangio.

Saviano avrebbe fatto un intervento meno criticabile se avesse sottolineato che esponenti di altri partiti, come PDL, PD e UDEUR, sono stati anche recentemente indagati e arrestati per legami con la 'ndrangheta in Lombardia, mentre non esistono fino ad oggi esponenti della LN che siano stati indagati o arrestati per legami con la 'ndrangheta, per quanto recentemente siano emersi dei contatti (che a me sembrano non ben chiariti, ad oggi, in particolare non appaiono chiarite le eventuali responsabilita' del consigliere regionale della LN).

 

... poi uno legge questo articolo sul Corriere, e pensa: "ah però, fortunati loro in quel vicolo che hanno il boss camorrista a fare le veci del Comune!". Ma è modo di riportare una notizia del genere, sul primo quotidiano nazionale?

Non ho letto la relazione della DNA (ancora non la ho trovata), ma solo qualche articolo su internet come questo. Se corrisponde al vero quanto scritto, forse bisognerebbe cominciare a pensare che non e’ da escludere il rischio che anche al nord la criminalita’ organizzata non sia solo di un problema di ordine pubblico e legalita’, ma anche un possibile problema sociale.

Ci segnalano questo, a conferma di quanto sostenuto nel post. 

Fortunatamente ancora c'è qualcuno autorevole a mettere i puntini sulle "i". Temo, però, che servirà a nulla: il guaio - credo evidente a chiunque abbia un minimo di buon senso - è che ormai ogni cosa venga strumentalizzata per condurre una lotta politica con il coltello tra i denti, nella quale ogni mezzo è consentito e l'avversario è un nemico da distruggere. Ecco allora che non c'è alcun rispetto nemmeno per le evidenze empiriche e per i dati - ammesso che ci sia mai stato - perché conta esclusivamente la narrazione à la Vendola (od à la Tremonti), che nutre e corrobora un elettorato ignorante ciecamente schierato sotto differenti bandiere.

Comunque, questo almeno è un raggio di luce.

intervista all'autore di un libro interessante sul tema

 

http://www.linkiesta.it/mafia-nord