La fonte dei dati citati è OECD Education at a glance 2010 (disponibile, a pagamento, sul sito www.sourceoecd.org ). Si tratta di un volume di 474 pagine, ma non è necessario leggerlo. Per la gran parte, riporta tabelle e grafici, con un minimo di note illustrative. Ci sarebbe moltissimo da dire, ma qui mi limiterò a porre la seguente domanda, di evidente attualità: quanto si spende per l'istruzione primaria e secondaria in Italia? Si spende poco, come dicono i sindacati? Oppure si spende troppo, come vorrebbe dire il ministro Gelmini, ma non può per ovvie ragioni di opportunità politica?
Per rispondere, confronterò le spese in Italia con la media dei paesi OECD nel loro complesso (aggregato che comprende una vasta gamma di casi, dagli Stati Uniti alla Polonia) e con due paesi europei in particolare: Germania e Finlandia. Il motivo per usare la Germania come pietra di paragone è abbastanza ovvio, dati i recenti ed ampiamente pubblicizzati successi del modello tedesco. La Finlandia, invece, può essere definita la best practice in Europa. Infatti è il paese europeo con i migliori risultati nei test PISA di valutazione delle capacità matematiche, letterarie etc dei ragazzi di 15 anni.
Iniziamo con alcune avvertenze metodologiche. Primo, i dati si riferiscono al 2007 o 2008 e quindi sono precedenti alla recessione del 2008/2009 e non considerano l’impatto di eventuali tagli alle spese. Secondo, sono espressi in dollari correnti a parità di potere d'acquisto e quindi tengono conto del diverso livello dei prezzi. Terzo, molti dei confronti sui giornali si basano infatti sul rapporto spesa/PIL. Questo indicatore è una buona misura di quanto "sforzo" il paese compie in educazione, in percentuale della sua capacità di sopportarlo. Però non è una buona misura di quante risorse abbiano a disposizione scuole ed insegnanti per insegnare. Questo perché l'indicatore spesa/PIL è influenzato dal numero di studenti che frequentano, a sua volta dipende dalla struttura demografica (il rapporto potenziali studenti/popolazione) e dal numero di anni di scuola, che viene in sostanza deciso dalle famiglie, dato il quadro normativo sull'obbligo scolastico. In teoria, le decisioni dipendono anche dalla qualità della scuola, ma in questo post ignoro il problema e assumo dato il numero di studenti.
Per quest'ultima ragione, l’indicatore più adeguato è la spesa per studente, che misura gli inputs nel processo educativo (per l'output, ossia i grandi successi in termini di qualità degli studenti italiani, si vedano i test PISA già citati). Se le preferenze individuali e collettive per le scelte di allocazione del reddito fossero uguali in tutti i paesi e se costi e funzione di produzione fossero uguali, allora la spesa per studente dovrebbe essere proporzionale al PIL pro-capite. Nel 2008, quello italiano era di 30.774 dollari, contro una media OECD di 33.749 e contro cifre ancora più alte per la Finlandia (35.837) e Germania (36.018). Quindi, a parità di altre condizioni, la spesa italiana (per studente, d'ora in poi ometto se non necessario) avrebbe dovuto essere inferiore del 9% alla media OECD, del 14% a quella finlandese e del 15% a quella tedesca. Anche una spesa uguale ad uno dei tre punti di riferimento implica una scelta di spendere nell’istruzione di più della Germania, della Finlandia o della media OECD. A maggior ragione il discorso varrebbe se la spesa fosse superiore. Cosa dicono i dati?
La prima cifra da citare è la spesa totale per la scuola primaria e secondaria per studente [OECD tab B1 3a]. Per istruire una persona dalla prima elementare alla maturità, l’Italia ha speso nel 2008 100.903 dollari, che è più della media OECD (94.589 dollari). Finlandia e Germania hanno speso relativamente poco rispetto alla media (rispettivamente 87.013 e 91.966 dollari). La media è spinta in alto dalle forti spese in paesi come gli Stati Uniti (129.000) Norvegia (140.000) e Svizzera (147.000), per non parlare del Lussemburgo (oltre 200.000 dollari). Come detto, però la spesa totale dipende anche dalla lunghezza della carriera. È più rappresentativo il costo annuale per iscritto (Tab 1). In Italia questo costo appare particolarmente elevato per l'istruzione primaria e le medie inferiori, basso per le medie superiori ("licei" per brevità)
[NdA Una versione precedente includeva anche le spese per l'università, che non è trattata nel resto dell'articolo].
Tab 1 Spesa media annuale per studente
Elementari |
Medie |
Licei |
| |
Italia |
7,383 |
8,222 |
7,864 |
|
Finlandia |
6,234 |
9,730 |
6,806 |
|
Germania |
5,548 |
6.851 |
9,557 |
|
Media OCSE |
6,741 |
7,598 |
8,746 | |
Fonte: OECD tab B1.1a e B1.7
La spesa annuale per studente è in linea con il livello di reddito italiano per i licei (si spende l'89% della media OECD), molto superiore per medie (108.3%) e sopratutto elementari (109.5%) Come mai l’Italia spende tanto alle elementari ed alle medie?
La tabella successiva fornisce una prima risposta: l’Italia occupa un numero di insegnanti nettamente superiore alla media.
Tab 2 Numero di studenti per docente
Elementari |
medie |
Licei | |
Italia |
10.6 |
9.7 |
11.8 |
Finlandia |
14.4 |
10.6 |
15.9 |
Germania |
18.0 |
13.7 |
14.0 |
Media OECD |
16.4 |
13.7 |
13.5 |
|
|
Fonte: OECD tab. D2.2
Alle elementari, il rapporto studenti/docenti italiano è il più basso in assoluto, insieme a Polonia ed Ungheria. Alle medie il rapporto italiano è superiore solo a quello belga e portoghese. Invece il rapporto alle superiori, pur basso, non è molto distante dalla media OECD. Si noti come la Finlandia non si caratterizzi per un numero di studenti per docente particolarmente basso: i suoi ottimi risultati educativi non dipendono dall'affollamento di professori.
Come prevedibile, un alto numero di docenti aumenta la percentuale delle spese correnti nel complesso, e dei salari in particolare, sul totale delle spese, come mostra la seguente tabella.
Tab. 3 Composizioni della spesa totale
Elementari |
Secondaria | |||
corrente |
Salari |
Corrente |
salari | |
Italia |
95.2 |
78.2 |
96.6 |
79.6 |
Finlandia |
91.8 |
61.5 |
91.0 |
59.0 |
Germania |
92.0 |
75.1 |
90.5 |
74.0 |
media OECD |
92.2 |
73.7 |
92.6 |
72.9 |
Fonte: OECD Tab B6.2a
Si noti la bassa percentuale dei salari sulle spese totali in Finlandia. Spendono più in capitale (edifici etc.) ma sopratutto in altre spese correnti - tipo aggiornamento insegnanti, materiale didattico, sosstegno psicologico agli studenti etc.
La tabella più interessante però arriva in fondo al volume. L’OECD calcola la differenze fra il costo medio dei docenti per studente nei singoli paesi e la media dei suoi membri e calcola l’effetto di quattro fattori: i) il salario degli insegnanti, ii) l’orario scolastico per studente (tanto più gli alunni stanno a scuola, tanti più insegnanti sono necessari e quindi tanto più costano), iii) l’orario di insegnamento (tanti meno sono i docenti, tanto più devono insegnare) e iv) il numero di studenti per classe (tanto più le classi sono ridotte, tanti più docenti sono necessari)
Tab. 4 Il costo del lavoro per studente
Spesa |
Differenza |
Salario |
Ore per studente |
Ore per docente |
Studenti per classe | |
Elementari | ||||||
Italia |
2,876 |
568 |
-497 |
534 |
202 |
330 |
Finlandia |
2,433 |
126 |
5 |
-674 |
383 |
411 |
Germania |
2,915 |
607 |
997 |
-636 |
-39 |
286 |
Media OCSE |
2307 |
36496 |
806* |
794* |
16# | |
Medie | ||||||
Italia |
3,495 |
546 |
-595 |
463 |
581 |
97 |
Finlandia |
3,970 |
1,020 |
-29 |
-451 |
673 |
828 |
Germania |
3,813 |
864 |
1,299 |
-228 |
-177 |
-30 |
Media OCSE |
2950 |
39470 |
944* |
720* |
16# | |
Licei | ||||||
Italia |
3,138 |
-312 |
-744 |
338 |
286 |
-192 |
Finlandia |
2,711 |
-738 |
54 |
-229 |
547 |
-1,109 |
Germania |
4,376 |
927 |
1,521 |
-375 |
-339 |
118 |
Media OECD |
3449 |
42303 |
984 * |
655* |
18.4# |
* ore; # studenti per classe. Fonte OECD Tab B7 1-3
Consideriamo il caso delle elementari, dove il divario fra Italia e media OECD è maggiore – addirittura del 25% (invece che del 10% per la spesa totale). I bambini italiani stanno a scuola più a lungo della media OCSE (a 7-8 anni 941 ore obbligatorie contro le 759 della media, e le 608 della Finlandia [tab. D1.1]), i maestri insegnano meno ore (735 invece delle 786 della media, contro le 805 della Germania e le sole 677 in Finlandia [tab. D4.1]) e le classi sono meno numerose (18,7 contro una media di 21,6 [Tab D2.1]). La combinazione di questi tre fattori produrrebbe un costo totale superiore alla media di ben 1.066 $ per alunno/anno. Invece si risparmia sui salari: il salario di un maestro varia da 26.074 $ all’inizio a 38.381 al top della carriera (contro una media che va da 28.949 a 48.022 – si noti che la gamma è di 1:1.47 contro 1:71 [Tab D3.1]). Gli insegnanti elementari con 15 anni di anzianità sono pagati in Italia 31.520 $, circa l’80% della media OECD. Gli stipendi finlandesi sono praticamente eguali alla media OECD, mentre quelli tedeschi sono molto più alti (inferiori solo a Corea, Lussemburgo e Svizzera). I risultati sono simili per le medie. Invece il costo del lavoro per studente alle superiori è più basso della media OECD perché le classi delle scuole superiori italiane sono abbastanza affollate (stranamente l’OECD non riporta il dato).
Si potrebbe continuare a lungo, trovando molti spunti interessanti. Riassumiamo i tre elementi importanti emersi da questa pur incompleta analisi:
- La spesa per istruzione primaria e secondaria nel 2008 in Italia è stata relativamente elevata.
- Una percentuale molto elevata della risorse è usata per pagare un gran numero di docenti che lavorano poco (in termini di ore di insegnamento), hanno pochi strumenti integrativi e, in media, sono pagati poco.
- Il numero di docenti è particolarmente elevato alle elementari ed anche alle medie, più o meno in media ai licei.
In sostanza, sembrano suggerire questi dati, una scuola funzionale alla creazione di posti sottopagati più che alla qualità dell'insegnamento.
La situazione e' la stessa qui. Se interessati, si puo' speigare.