Vignette di politica economica

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Discutere di politica economica sembra essere diventata, oramai, una perdita di tempo. Infatti, me n'è passata la voglia. Mi limito, quindi, a vignette ed aforismi.

Tassarsi per Costas. Ridicolo coro di tutta l'Europa che "conta" (da FT all'Economist, passando per gli editorialisti pseudo liberali del Corriere della Sera) a favore del salvataggio per il "bene supremo del continente". Ma perché? Perché, cari signori, sarebbe legittimo e doveroso lasciar che le banche falliscano, che c'è il moral hazard, mentre la Grecia no, la Grecia non può fallire? Può fallire l'Argentina, ma la Grecia no? Come dice il mio amico Rody: noi almeno i numeri del PIL non li avevamo truccati, nel lontano 2000 ... Quale diabolico effetto può causare, alla moneta comune, il default sul debito pubblico di un paese che vale meno del 3% del GDP della zona Euro? Cosa potrebbe mai succedere all'Euro? Che la Grecia se ne va e decide di svalutare/inflazionare? Good, affari loro, no? Questo rafforzerebbe il resto e la ECB, o no? E se l'Euro perde un 15% contro il dollaro, lo Yen o anche lo Yuan (improbabile assai) cosa ci sarebbe di tanto drammatico? Non c'è lo spettro deflazionistico? Bene, un po' di svalutazione/inflazione aiuterebbe, no? Parlo seriamente, cari saggi soloni macroeconomici: quale è il problema, quindi? Politico? Quale sarebbe il problema "politico"? Che dobbiamo tutti farci del male perché Costas continui a far finta di essere ricco e famoso, anche se non fa un beato cazzo da mane a sera, da anni ed anni? Perché?

La bolla cinese. Se ne parla poco, in Italia, ma la bolla immobiliare (finanziaria, infatti) cinese è in piena espansione. Tanto per dare un'idea: gli appartamenti da classe media a Pechino o Shanghai vanno a prezzi equivalenti a 100-150mila USD. Il reddito medio di una coppia di classe media, se lavorano entrambi, arriva forse all'equivalente di 10mila USD. Fate voi. Peggio di Miami circa 2006 ... Origini? Due chiaramente: lo "stimulus package" cinese del 2008/2009 e la politica di tassi a zero delle tre grandi banche centrali mondiali (FRB, ECB, BofJ): il carry trade sta producendo stupendi risultati. La cosa "divertente", si fa per dire, è che poi ci spiegheranno ... cosa ci spiegheranno questa volta? Ah ci spiegheranno che ... c'è stato un saving glut e che le politiche monetarie non hanno potuto farci nulla. Veniva dal Brasile e dall'India. Quello dopo, invece, verrà da Marte, vero Ben?

L'ossessione deflazionistica. Non passa giorno che un qualche grande saggio su qualche famoso giornale economico non ci spieghi che la deflazione è proprio un problema drammatico e che qui occorre fare qualcosa. Ci vogliono altri stimoli fiscali, altre spese, occorre abbassare i tassi, svalutare. Chi diavolo debba svalutare non si capisce, visto che dal Giappone agli USA all'Europa tutti soffrono del medesimo "problema" ... suppongo tutti meno la Cina, ma basterà? Scherzo, cercate di capirmi ... Ad ogni modo, tutti ritengono che la deflazione sia un grande problema. A me sembra una benedizione: cosa altro possiamo aspettarci, se non deflazione? Non si capisce cos'altro potrebbe succedere in un mondo dove i prezzi nominali degli assets, da immobiliari a finanziari a tutto il resto, sono diminuiti di circa il 30% in due anni. Visto che il prezzo del "resto", ossia dei beni durevoli e non che vengono prodotti con questi assets, in una maniera o l'altra deve riflettere i prezzi degli assets medesimi, cosa ci si dovrebbe aspettare? Inflazione? Il prezzo dell'output cresce quando i prezzi degli inputs calano? Quando si è visto? Eppoi, insisto, perché la deflazione sarebbe un problema? Perché gli indebitati non ce la fanno a pagare? Amen, non pagheranno. Che differenza fa? Che non paghino perché non ce la fanno o che non paghino perché il valore nominale di ciò che debbono pagare viene azzerato dall'inflazione, cambia forse qualcosa per il creditore? Se ti devo 100 e faccio default, recuperi solo 50. Se ti ripago 100 ma i prezzi sono nel frattempo raddoppiati, ricevi comunque 50. Dove starebbe la differenza?

La ripresa americana. Questa è la favola più bella. La ripresa americana è al momento una fantasia, però una fantasia a cui credono tutti. Anche Business Week, che però s'è unito al coro Krugmaniano e chiede un altro stimulus package al più presto possibile. Evidentemente non abbiamo un deficit grande abbastanza, occorre farlo crescere di più. Ciò che trovo affascinante è che dopo quasi DUE ANNI dall'inizio della recessione tutti facciano finta che le politiche adottate funzionino anche a fronte di una disoccupazione al 10% ed anemici tassi di crescita del PIL, mentre il debito pubblico continua ad accumularsi. Ma va bene così. Barack Obama non può avere sbagliato, oramai l'uomo è un santo infallibile. Temo sia nient'altro che il ramoscello a cui un mondo in denial si aggrappa per poter continuare a ripetersi che non è successo niente, che non abbiamo sbattuto contro un grosso muro la cui presenza e consistenza ci erano ignote. Possiamo continuare come prima, non preoccupatevi: Barack, l'uomo del "change you can believe in" è diventato, in realtà, l'uomo della conservazione. Sarò un fottuto cinico, ma a me fa sorridere assai ... Ah, a proposito del muro contro cui abbiamo sbattuto: ci siamo fatti male un casino perché andavamo troppo forte, a causa delle politiche monetarie, ma il muro c'era lo stesso. Ora ve lo descrivo.

Se avesse ragione DKL? Non mi ricordo se ho avuto occasione di raccontarla, ma il mio amico DKL sostiene (ok ... ce lo siamo inventati assieme, ma mi piace sostenere che è un'idea sua, così posso fare il bastian contrario a pranzo: appena finisco gli argomenti prende lui la mia parte, quando ha finito anche lui scriviamo il paper ... è lunga, ma i papers vengono meglio ..) che la chiave di tutto (over and above le politiche monetarie e regolatorie demenziali dal 1995 in poi, ovviamente) sta nel fatto che abbiamo "urtato il vincolo". Il vincolo, che sarebbe il muro della vignetta precedente, è quello delle risorse naturali, fonti energetiche in particolare. Detto altrimenti: data la tecnologia oggi a disposizione, non ce n'è abbastanza per permettere ai BRICs di crescere al ritmo a cui sembrano capaci di farlo ed al vecchio OECD di crescere al ritmo a cui avrebbe bisogno o desiderio di crescere. Appena la grande recessione si è attenuata i prezzi di tutte le materie prime hanno ricominciato a crescere. Alla grande. E, si noti, il grosso del mondo OECD non sta ancora crescendo. Morale No 1: se ha ragione DKL, son cazzi amari per un tot, ossia sino a che (innovazione dopo innovazione) il vincolo delle risorse naturali non venga rilassato ... Morale No 2: inutile "iniettare moneta" (cosa vorrà dire, non lo so ...) o fare deficit spending per stimolare, cari macroeconomisti ufficiali. Se non ce n'è (ossia costan troppo) non ce n'è (ossia, il loro prezzo crescerà in proporzione). Ovviamente vi è sempre la possibilità che DKL abbia torto, ed io con lui ...

Avanzi ed eventuali. Si, poi ci sarebbe l'Italia. Il paese più solido e prospero d'Europa. Il paese dove scorre latte e miele. Il paese che trainerà tutti fuori dal guado. Vi dispiace se faccio a meno di commentare? Cosa volete commentare, come dice il mio amico Palma? I gagliardetti? Le banche del Nord che sono della nuova razza padrona (ma siete proprio nati schiavi? Non riuscite a non avere una casta padrona?) I pranzi finiti male fra i due co-fondatori? Ah, Fini ha scoperto di avercelo nel culo? Hombre, que no me habia enterado yo! Cosa dovrei commentare? Che gliel'avevamo, perlomeno avevo, detto a costoro (in pubblico ed in privato) che così sarebbe finita? Che la stagnazione italiana semplicemente continua, imperterrita, celebrando il decennale? Mi dispiace, nulla da commentare. Ah, a proposito, il PD l'ha visto qualcuno in giro? Mi han detto che Nicola Rossi, il cervello pensante dei PieDini liberisti, ha scoperto che ci vorrebbe meno stato (che ci voglia più mercato non è chiaro se l'abbia detto, stanno ancora dibattendo la questione nell'apposita commissione del partito): un verdadero hombre de genio, carajo!

Buenas noches, damas y caballeros.

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Commenti

Ci sono 80 commenti

 

un verdadero hombre de genio, caraco!

 

carajo, non caraco...

oops ... la tarda notte ...

Ma su questo sito non ci sono i trackback, vero?

http://phastidio.net/2010/04/16/ex-kathedra/

 

Ma no, non ci sono perché siamo elitari :)

Seriously, io questa cosa del systemic risk la capisco poco. Sono disposto a berla per il casino dei subprime, ma per il debito greco no. Dimmi dove sbaglio, visto che non sono un esperto:

Il Pil greco è solo il 3 per cento del totale di Eurolandia. [...] Il debito greco è all’incirca il 6 per cento del totale di Eurolandia. Ma, soprattutto, le banche sono mostruosamente interconnesse: gli istituti tedeschi posseggono importanti stock di debito greco, così come quelle portoghesi e spagnole. Le banche italiane, che non parlano inglese, posseggono titoli di emittenti tedeschi, spagnoli e portoghesi, e così via. Quello è l’aspetto sistemico

Se ci sono 10 banche tedesche, portoghesi e spagnole che posseggono questo 6%, fa 0.6% ciascuna in media. O c'è una sola banca che controlla tutto, e allora è quella a rischiare, e basta o farla fallire o promettere di salvarla, o il debito è ripartito fra molte, e allora si tratterà di scrivere una linea negativa in bilancio, (o salvarle). 

Ma assumiamo anche che le banche tedesche falliscano e veniamo al rischio di sistema. Se 10 banche italiane controllano il 10% di queste banche, sono esposte ciascuna per lo 0.006% del debito totale.  Possibile che questo sia un rischio per il sistema finanziario italiano? 

Capisco l'obiezione possibile: c'è UNA banca tedesca che detiene tutto il debito greco, e c'è UNA banca italiana che detiene il 10% di questa banca, ma non si conosce la loro identità. Quindi nessuna banca presta a nessuna banca tedesca, e nemmeno a quelle italiane. Però la cosa puzza assai: il 10% è una cifra enorme per una partecipazione in una banca tedesca. Più probabili sono cifre del 2-3%. Possibile che una banca non possa permettersi di tagliare 2-3% del capitale senza rischiare che nessuno voglia fare a ffari con loro?

Chiedo anche: davvero nonostante la montagna di regolamentazione le partecipazioni fra banche sono così sconosciute anche a questi livelli? Davvero è difficile chiedere alle banche di rendere note le proprie quote di debito greco? E poi, quanto di questo debito greco è detenuto dai greci? Se si scopre che di quel 6% metà detenuta dai greci stessi, allora il problema è dimezzato in partenza. 

A me questa del rischio sistemico pare una favola. La verità è che il salvataggio è tutto politico, e che la politica sta nel salvare la grecia così si può ripetere lo stesso giochetto in casa propria. Cosa questo salvataggio puo' far scatenare nella testa del politico italiano lo si puo' solo immaginare. Stupisce che i tedeschi siano stati al gioco, davvero. 

 

Ma su questo sito non ci sono i trackback, vero?

http://phastidio.net/2010/04/16/ex-kathedra/

 

...."Non si può essere colpevoli contemporaneamente di rogo doloso ed alluvione provocata. O no?"...

Come no? Certo che è possibile. Come colui che prevedendo che la donna prima o poi sarebbe rimasta incinta (dimenticando di raccontare che la stuprava dall'età di 4 anni) poi le procura un aborto per mascherare il problema.

Francesco

 

APPALUSI!

 

Nel mio piccolo è quello che cerco di dire nel mio "circondario", venendo guardato come un marziano.

 

Soprattutto il discorso sulle materie prime. Basta guardare i grafici di produzione e prezzi degli ultimi 15 anni del xx sec. e i primi 10 del xxi sec. per capire come stanno le cose.

Sul primo punto. Ma i titoli greci chi li ha in portafoglio? Se la stima di 20/30 miliardi in pancia alla banche tedesche dovesse essere confermata, il problema è notevole per i suoi potenziali effetti sul sistema creditizio. La Germania è intervenuta nel 2008-09 con immissioni di capitale pubblico nelle banche tedesche per qualcosa dell'ordine di 80 miliardi. Ulteriori interventi per l'ammontare dei titoli greci (che nel momento in cui dovessero diventare carta straccia determinerebberoo un immediato drenaggio dal patrimonio delle banche) non sono poca cosa. E non vi è il rischio che si avvii un effetto domino che mandi in pappa tutto il sistema finanziario europeo? Ai contribuenti tedeschi conviene di più prestare a costas prima che scoppi l'incendio o dover subentrare a piè di lista a favore del sistema bancario tedesco in uno scenario potenzialmente molto più incerto?

Sull'ultimo punto. "ma siete proprio nati schiavi? Non riuscite a non avere una casta padrona?": sbaglio o è un appello (domanda retorica?) alla dignità degli italiani? popolo al quale l'autore non appartiene (cosa che l'uso del voi lascia intendere)? Professore, non ci lasci soli; cosa ce ne facciamo di un economista anglosassone di lingua italiana? D'altro canto, se è vero che per amare l'Italia bisogna essere antitaliani, l'ultimo punto mostra chiaramente il suo essere arcitaliano.

 

Vedi sopra. Non capisco cosa impedisca al governo tedesco di prendere i soldi trasferiti ai greci e darli alle banche che detengono titoli greci. La sola promessa salverebbe le banche italiane e francesi, o whatever, che detengono titoli delle banche tedesche. 

 

@ Al Bart. Non credo cha a Boldrin o a nessuno serva la mia difesa. Il mio è un moto spontaneo. Non pensi che sarebbe il caso di farla finita con la sciocchezza di anti-italiano, pro-italiano? Perchè sostituire con questa sciocchezza il dibattito di cui Boldrin ed altri sono partecipi fa danno solo al'Italia. dove nell'ufficialità e non solo si ascoltano non dibattiti ma stronzate.

La domanda sulla razza padrona no la vedo come retorica ma sostanziale. La Lega di lotta, di governo e di sottopotere, stravaccata come e più di altri al banchetto delle cadreghe e dei quattrini è la quitessenza del peggior craxismo di ritorno.

W l'italia!

Non riesco a commentare, mi viene solo da applaudire. Sul perchè queste semplici vertà, che dovrebbero essere di per se evidenti, trovino cosí poco seguito trovo consolazione nel Vangelo di Giovanni:

"19E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie."

http://www.bibbiaedu.it/pls/bibbiaol/GestBibbia09.Ricerca?Libro=Giovanni&Capitolo=3

"Ah, a proposito, il PD l'ha visto qualcuno in giro? Mi han detto che Nicola Rossi, il cervello pensante dei PieDini liberisti, ha scoperto che ci vorrebbe meno stato (che ci voglia più mercato non è chiaro se l'abbia detto, stanno ancora dibattendo la questione nell'apposita commissione del partito): un verdadero hombre de genio, caraco!"

Ha scoperto che ci vorrebbe meno Stato solo ora che lo Stato lo controlla SB. Con un pó di fortuna se SB rivince le elezioni anche nel 2013 potrebbe anche scoprire che ci vorrebbe più mercato. Il genio ha bisogno d'ispirazione, dopotutto anche per Newton ci volle una mela...

Scusate, c'è un link per le dichiarazioni di Rossi?

Concordo che il salvataggio sia politico e giustificato dall' incrollabile principio "oggi a te domani a me." Però non credo che l'argomento del systemic risk  sia proprio campato per aria provo a spiegarmi.

Nei momenti di panico mastro Buffet insegna che puoi fare affari d'oro perchè mister market ti vende aziende buone a prezzi stracciati e lui ci ha costruito su una fortuna. Non può essere che il giorno che fallisce la Grecia comincino a scottare anche i titoli italiani, spagnoli e simili?

Se oggi fallisce la Grecia, domani fallirà l'italia e tra 5 minuti chi è più lesto di me potrebbe aver già venduto i suoi titoli. E questo può succedere anche se non ci sono i presupposti perchè l'Italia fallisca perchè magari diversi operatori non possono o non vogliono correre il rischio di trovarsi col cerino in mano. Quindi la paura che le cose vadano male può farle andare peggio anche quando inizialmente non c'è il minimo presupposto perchè questo avvenga.

Sia chiaro concordo che è male salvare le banche e gli stati e qualunque altro soggetto dal fallimento, però credo che la paura possa innescare pericolosi meccanismi che si autoalimentano sai dove cominciano e non dove finiscono. Questo vale anche per le paure sono ingiustificate.

 

L'autore dell'articolo sembra assumere che in qualche luogo ed in qualche epoca parlare di politica economica sia stato un esercizio serio per non dire scientifico.

Posso, sommessamente, chiedere quando e dove?

Gli unici luoghi al piu' seriosi ma non certo seri in cui mi e' capitato di assistere a discussioni di politica economica sono a mia memoria le fumose riunioni nelle sedi dei partiti di certa sinistra italiana anni '70.

Quando, chiedo, quando la politica economica e' stato altro che il gioco di potere degli uomini potenti e il gioco da bar sport per tutti gli altri (sfigati) mortali?

Non confonderei "Politica" con "Politica Economica"

A me risulta che di economisti seri che parlano di politica economica in modo scientifico ce ne siano stati e ce ne siano pure parecchi. Alcuni scrivono aritcoli su questo sito e personalmente trovo piacevole ed istruttivo leggerli.

Che poi molti policiti si facciano i cazzi loro invece di, non dico ascoltare i ragionamenti di detti economisti, seguire i crismi del buonsenso nella gestione della cosa pubblica, penso non scandalizzi nessuno.

Politica economica è disciplina seria è rispettabile (http://it.wikipedia.org/wiki/Politica_economica) e' materia di studio nei suoi vari aspetti. Che se ne parli nelle fumose sedi di partito non basta a svilirla, li probabilmente se ne parla per vedere come aiutare gli amici degli amici (i potenti come li definisci) e quando se ne parla in tv è solo per aprire la bocca e mostrare al mondo che si conoscono i termini "politica" ed "economica", a meno che non ne parlino ad orari improponibili -purtroppo per noi- personaggi come il prof. Scarpa et gente che ne sa davvero tanto. Per lo piu, in prime time, se ne sente parlare ma da gente che siede in parlamento da 20 anni e non ha fatto altro se non il politico. Dire  che la politica economica è un gioco (con accezione negativa) è come dire "la contabilità generale è cosa brutta perchè permette di fare giochetti contabili per la riduzione o l'aumento di fasulle perdite al fine anche di evadere o coprire buchi" no, non è cosa brutta, è l'utilizzo che se ne fa che è sbagliato

Ma siam sicuri che la disoccupazione a stelle e strisce sia solo al 10 %? domanda per chi ne sa: è vero che dopo un tot di anni il disoccupato USA non viene piu calcolato nelle statistiche e che quindi il tasso potrebbe essere di molto maggiore?

 

10% dovrebbe essere il filtro U3. Quello U6 (che comprende i sottoccupati e quelli che non cercano più lavoro) dovrebbe essere al 17% anche se secondo alcuni siti in realtà sarebbe il 20%.

La ripresa americana. Questa è la favola più bella. La ripresa americana è al momento una fantasia, però una fantasia a cui credono tutti.

Mica tanto fantasia, qualcosa succede. I dati sotto sono PIL reale (dollari 2005) USA e arrivano al quarto trimestre (fonte: BEA). Ci vorra' molto tempo per tornare al trend (se mai ci torneremo, infatti: la tesi DKL e' affascinante e aspetto con ansia il paper...) ma in US qualcosa si muove. Immagino che il primo trimestre 2010 sia ancora salito.

 

 

giulio, guarda che la gran parte di questa "ripresa" (ah ah ah, mi viene da ridere a scriverlo) e' change in inventories. (qui, table 2).

Giulio, mi sembri un po' troppo ottimista. Potrebbe essre che si stia ripetendo il 1981.

 

Non capisco perche tutti questi musi lunghi.

Si potrebbero disegnare molte altre serie storiche (anche mensili ad es.), tutte con lo stesso andamento di quella disegnata dal prof. zanella. L'inversione di tendenza e' iniziata; naturalmente ci vorra molto tempo per riassorbire la disoccupazione e riportarla ai livelli iniziali.

La ricaduta ("double dip") e una cosa molto rara, e' successa una sola volta, nel 1981 appunto (per ragioni molto specifiche). La paura della ricaduta, invece si manifesta ogni volta che la ripresa inizia.

Ascoltate il prof. zanella, e sopratutto ascoltate i mercati.

Quando lo NBER finalmente parlera', vedrete che la recessione ha avuto termine nell'estate 2009.

 

 

i siete accorti che mentre il popolo si trastulla tra cenere e gravi crisi televisive, se casca un governicchio, avranno un governo di Calderoli e Castelli?

Consiglio a tutti la visione (anche su Repubblica) delle discussioni tra Bocchino e Santanche' (ed altri)

sul tema del tipo di maggiioranza che va formandosi.

http://tv.repubblica.it/copertina/rai2-lite-furiosa-tra-ex-an-ed-ex-fi/45684?video

 

La bolla cinese. Se ne parla poco, in Italia, ma la bolla immobiliare (finanziaria, infatti) cinese è in piena espansione. Tanto per dare un'idea: gli appartamenti da classe media a Pechino o Shanghai vanno a prezzi equivalenti a 100-150mila USD. Il reddito medio di una coppia di classe media, se lavorano entrambi, arriva forse all'equivalente di 10mila USD. Fate voi. Peggio di Miami circa 2006...

 

Tutto vero, ma, a differenza di Miami, in Cina i compratori di case non hanno molto debito, anzi hanno risparmi spesso sostanziosi e/o stanno "trading up" da case precedenti che si sono nel frattempo rivalutate. Inoltre, personal bankruptcy e' un concetto quasi inesistente nella societa' cinese, dove l'insolvenza ancora porta una stigma morale che in Occidente c'era in tempi da lungo andati. E ovviamente manca la cartolarizzazione dei mutui. Tutto questo secondo me disinnesca gran parte della pericolosita' sistemica dalle bolle immobiliari.

Scusate. Avevo scritto una risposta articolata a tutto ma ... sono riuscito a distruggerla con un click sbagliato. Morale, doppia: a volte meglio dormire che scrivere perché a scrivere ci si fa solo danno e, quindi, ci penso domani o lunedì. Chiedo scusa, ma a volte uno perde la pazienza con se stesso (save Boldrin, save your fucking notes!). Buona notte.

Per chi usa firefox: questa addon (Lazarus) serve a salvare la frittata in casi come questo.

una storiella che ha vuto molto successo in settimana sui giornali è che l'intervento pubblico americano a sostegno delle banche non sarebbe poi stato così gravoso, perché adesso il governo rivende le azioni a prezzi più alti e ci guadagna

a me sa tanto di boiata pazzesca, e credo che la fregatura da qualche parte ci sia, ma non essendo un economista chiederei un parere anche riguardo a questa cosa

Per la Grecia, ho messo un post. Sul resto:

 

"ma siete proprio nati schiavi? Non riuscite a non avere una casta padrona?"

 

Non voto in Italia da 27 anni circa, quindi non mi identifico con le scelte che chi vota fa. La Lega, che ho aiutato all'inizio, l'ho abbandonata schifato da un decennio circa, quindi credo di potermi permettere la retorica domanda a chi oggi la vota e sostiene.

 

Un carry trade puro non so se riesci a farlo viste le restrizioni all'acquisto di yuan...

 

Vero. Diciamo che sto congetturando che molta della liquidità generata nell'occidente economico (che include il Giappone) stia finendo in Cina e paraggi per svariati canali, fra cui il sistema bancario cinese. Così dicono gli amici del giro. Fra i lettori c'è qualcuno che ha notizie più circostanziate che confermino/smentiscano? Diciamo che, da quanto capisco, la grande liquidità di cui la Cina oggi dispone non mi semrba tutta prodotta da loro o da HK. Enzo?

 

Anch'io non capisco sta cosa de "l'urtare il vincolo". Che vincolo? La quantità di petrolio e altre materie prime? E i prezzi? Credo Michele voglia dire che i prezzi delle materie prime crescano troppo rapidamente con la ripresa. Così rapidamente da bloccare la ripresa stessa. O qualcosa di simile? Aveva ragione Tremonti?

 

Tremonti? Che c'entra? Scherzi a parte, chiedo scusa per l'oscurità: mi sembrava di averne parlato e volevo evitare l'effetto di "ochepallequestofissato" ...  l'ipotesi è banalmente la seguente: data la tecnologia a disposizione, se i BRICs crescono a pieno ritmo (diciamo 7-8% di media) e l'OECD al suo (diciamo 2% di media), i prezzi delle risorse naturali tendono a crescere rapidamente, con i problemi che ne conseguono (Enzo: il tuo secondo paragrafo, che condivido, contraddice il primo). È un'ipotesi, ovviamente, sulla quale DKL ed io ci trastulliamo da tempo e le implicazioni della quale stiamo esplorando. Voltremont, se non erro, predica disastri in assenza della sua protezione ed una Cina acchiappa-tutto, che non è nello scenario che abbiamo in mente. Infatti, nel nostro scenario chi ne soffre di più sono i BRIC che si confrontano con difficoltà molto alte al loro processo di crescita. Voglio dire, i morti di fame sono ancora loro ed il prezzo che noi possiamo pagare per un barile di petrolio loro non se lo possono di certo permettere ... mi spiego?

I commenti di MC sulla politica economica intesa come disciplina che, apparentemente, in Italia si insegna e su cui si fa ricerca, con tutto quello che ne è seguito ... non li ho capiti, quindi li salto.

Enzo, per il quale sembra sempre più vero che Cina e cinesi non possano fare un errore, sostiene che

 

Tutto vero, ma, a differenza di Miami, in Cina i compratori di case non hanno molto debito, anzi hanno risparmi spesso sostanziosi e/o stanno "trading up" da case precedenti che si sono nel frattempo rivalutate. Inoltre, personal bankruptcy è un concetto quasi inesistente nella società cinese, dove l'insolvenza ancora porta una stigma morale che in Occidente c'era in tempi da lungo andati. E ovviamente manca la cartolarizzazione dei mutui. Tutto questo secondo me disinnesca gran parte della pericolosità sistemica dalle bolle immobiliari.

 

Mi permetto di dubitare. Anche perché se erano poveri da far piangere sino a 10-20 anni fa, non avendo reddito, nemmeno avevano ricchezza accumulata. Sono cresciuti, ma ai 10mila dollari annuali di reddito ci sono arrivati da pochi anni. Non possono certo aver fatto, collettivamente, tutto questo "trading up" da case che valevano 1000-2000 dollari (Shanghai, Pudong, middle 1990s) a case che ora ne valgono 100 volte tanto. Nè possono, in un decennio e mezzo, essere riusciti a risparmiare, in media, 6 o 7 volte il loro reddito annuale attuale: implica tassi di risparmio del 50-70% medio! I dati suggeriscono che si stanno indebitando alla grande e che il tasso di crescita dei prezzi delle case ha sorpassato quello della Miami degli anni "migliori" ... Se i soldi non ce li hai, non ce li hai. Magari ti suicidi per la vergogna, o suicidi chi ti ha prestato i soldi così si vergogna lui, ma i soldi non è che spuntano così ...

 

una storiella che ha vuto molto successo in settimana sui giornali è che l'intervento pubblico americano a sostegno delle banche non sarebbe poi stato così gravoso, perché adesso il governo rivende le azioni a prezzi più alti e ci guadagna

a me sa tanto di boiata pazzesca, [...]

 

La storiella è una boiata, ma occorre stare attenti ai dettagli. Le azioni delle grandi banche a cui il governo aveva partecipato valgono effettivamente di più oggi di quando il governo federale le acquisì. La ragione fondamentale per cui valgono di più, ovviamente, è che le grandi banche sono state sussidiate con denaro pubblico in almeno tre maniere (TARP, spread FF e debito pubblico, potere di monopolio dovuto ad aumentata concentrazione) e sono quindi riuscite a recuperare una situazione patrimoniale che prima era altamente compromessa.

 

Mi permetto di aggiungere un'ulteriore vignetta (spero sia possibile ...) sugli aiuti di stato.

Dal corriere della sera ...

 

«AIUTI ALLE COMPAGNIE» - L'Ue ha detto che la situazione attuale non è sostenibile, anche perché le compagnie aere hanno chiesto una revisione della no-fly zone dopo ave condotto i voli di prova durante il fine settimana senza che gli aerei avessero alcun problema passando attraverso la nube di cenere. A tal proposito il commissario alla concorrenza, Joequin Almunia, ha spiegato che la Commissione europea sta pensando di utilizzare gli stessi strumenti di aiuto alle compagnie aeree che vennero usati all'indomani dell'11 settembre 2001. «Date le circostanze straordinarie, pensiamo di reagire come reagimmo l'11 settembre. Quindi, se gli stati membri decideranno di aiutare le compagnie tramite aiuti di stato, faremo in modo di renderlo possibile», ha aggiunto il commissario Ue a Bruxelles parlando a un dibattito organizzato da European Policy Centre.

 

Ok, le compagnie ci stanno perdendo ma anche operatori turistici, uomini d'affari che non riescono a conludere contratti, privati che devono rimanere in albergo più del previsto, trasportatori con merce fresca (come il nostro pesce o la nostra frutta) che sta marcendo.
Cosa facciamo, aiutiamo tutti?
A mio avviso a parte il danno per la merce deperibile (e qui dovrebbero a mio avviso assicurarsi, non piangere miseria a mamma stato) tutto verrà gradualmente ricuperato, perché l'occupazione degli aerei è al 70% e per qualche settimana andrà al 100%, per trasportare chi è rimasto indietro. Quindi il danno economico è relativo e comunque non è certo limitato solo a compagnie ed aereoporti.

Francesco

 

Mi piace la metafora del muro, ma che il vincolo ci fosse mi pareva talmente ovvio da essere scontato, ed era stato già preveduto da diverse fonti, cito per tutte l'ASPO (http://www.peakoil.net/); il punto è che, rispettando la metafora, malgrado fosse prevedibile incontrarlo "andavamo troppo forte".
E' il fatto che le previsioni non siano state considerate da nessuno che avesse potere di decisione l'elemento più preoccupante, che involge i meccanismi di selezione di governo.
Per carità, temo sia nella natura umana tendere a non preoccuparsi di un rischio futuro, anche prevedibile, finché non non sia davvero imminente o già in atto (e può darsi ciò corrisponda davvero in genere ad un'economia di azioni), ma un'ipotetica selezione virtuosa dovrebbe premiare chi abbia una visione più ampia, non più angusta.
Ovvero - ma è discorso ulteriore e complesso - i vantaggi di chi dirige non coincidono con quelli di ciò che è diretto: e questo si manifesta non solo nella gestione degli stati, ma anche in quella delle grandi imprese, in cui tende a crescere il peso del management rispetto a quello della proprietà, e non sempre gli obiettivi dello stesso (top) management son coerenti con quelli dell'impresa - non per caso ciò si è evidenziato nel comportamento delle banche nella crisi, e sùbito prima di essa.