L’illusione keynesiana

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Un breve saggio che illustra perché la teoria economica di J.M.Keynes assomigli all'illusorio mulino a moto perpetuo di M.C.Escher

1. Introduzione

La visione keynesiana dell'economia esercita un fascino molto forte. Secondo i suoi sostenitori la cura per la crisi economica è una maggiore spesa governativa, senza preoccuparsi sul come verrà finanziata. Non solo la medicina keynesiana cura le nostre malattie, ha persino un buon sapore quando la si butta giù. L’austerità è perciò un orribile errore. La Grande Recessione sarebbe stata evitata se solo il governo avesse speso di più. Sarebbe stata infinitamente peggiore senza le misure di stimolo. Tutto questo è ripetuto da persone le cui opinioni io rispetto: il giurista Richard Posner, il blogger Kevin Drum e molti altri. E tutti noi sappiamo che la teoria sottostante è quella di John Maynard Keynes.

Lasciatemi riportare la descrizione della teoria keynesiana che Richard Posner dà nel suo articolo su New Republic, dove egli spiega perché è diventato un keynesiano.

 

Il reddito speso in consumi, contrariamente al reddito risparmiato, diventa il reddito del venditore del bene di consumo. Quando compro una bottiglia di vino, il mio costo è il guadagno del venditore, e ciò che spende di quel guadagno sarà il guadagno di qualcun altro, e così via. Quindi, l’investimento attivo che ha prodotto il reddito con cui io ho comprato la bottiglia di vino avrà prodotto una reazione a catena – ciò che Keynes chiama "effetto moltiplicatore". Per Keynes, in altre parole, è il consumo, piuttosto che il risparmio, che promuove la crescita economica.

 

Da qui la conclusione che il governo dovrebbe stimolare la domanda durante le crisi, poiché per ogni dollaro speso l’attività economica crescerà non di un dollaro, ma di un dollaro moltiplicato per il moltiplicatore, cosicché la spesa, in effetti, si autofinanzierà.

Questo ragionamento è composto di due parti: la storia del moltiplicatore e la conclusione sulla spesa governativa. La prima è del tutto sensata: noi tutti sappiamo che se una città costruisce un grande stadio, allora i venditori locali di hamburger trarranno beneficio dagli aumenti nelle vendite e di conseguenza acquisteranno in maggiore quantità altre cose come tagli di capelli e tatuaggi, portando quindi beneficio ai parrucchieri e ai disegnatori di tatuaggi. Ciò sembra supportare la prima parte della storia. Il supporto per la seconda parte – e la dimostrazione che dominò la professione economica per decenni – fu la Grande Depressione e in particolare la fine della Grande Depressione. Oggi è difficile comprendere quanto terribile fosse la Grande Depressione – quanto alto fosse il numero di persone di classe media che finirono nella povertà,  e capaci a malapena di nutrire le proprie famiglie. Si parla spesso come se la Grande Depressione sia in qualche modo confrontabile a quella odierna– ma non lo è affatto, negli Stati Uniti. E come finì la Grande Depressione? Con la Seconda Guerra Mondiale – semplicemente come Keynes sembrava aver suggerito: con il governo impegnato in ampie spese finanziate da prestiti ed emissioni monetarie – e voilà: la Grande Depressione trasformata in grande prosperità.

Il fatto è che la prescrizione keynesiana – spendi di più e non preoccuparti del conto che ti verrà presentato – sembra troppo bella per essere vera, un po’ come la macchina del moto perpetuo o come certi disegni di M. C. Escher. Quello che segue mostra un canale con l’acqua che fluisce in discesa e curva un paio di volte fino a raggiungere una cascata che fa funzionare un mulino, per poi rifluire in discesa fino a tornare in alto.

È come una macchina del moto perpetuo, che sappiamo essere impossibile. Come lo sappiamo? Se misuriamo gli angoli attentamente e facciamo i calcoli scopriremo, di certo, che l’acqua fluisce in salita. Viene spontaneo chiedersi se la ragione per cui Keynes è così popolare con coloro che non sanno la matematica non sia perché essi non sanno misurare gli angoli accuratamente.

Un’altra cosa che potremmo fare con il diagramma di Escher è provare a costruire la macchina - in tal caso scopriremmo che è impossibile. Arriveremo alla stessa conclusione analizzando la teoria keynesiana.

2. La teoria di Keynes, nella misura in cui ce n’è una

In questo scritto voglio analizzare la storia di Keynes, per misurarne gli angoli con attenzione. Potrei farlo utilizzando della matematica complicata, e se volessi essere realistico farei solo quello, ma è il suo ragionamento che voglio illustrare e posso farlo con un semplice esempio, che pur essendo preciso evita la matematica, ed è la precisione che conta.

Consideriamo uno stato popolato da persone vere che producono e consumano cose. Per semplificare, immaginiamo che vi si trovino quattro persone: uno che produce cellulari, un venditore di hamburger (chiamiamolo “paninaro” per brevità), un parrucchiere e un disegnatore di tatuaggi. Ipotizziamo che il paninaro desideri solamente possedere un cellulare, il parrucchiere solo un panino, il disegnatore di tatuaggi solo un taglio di capelli e il venditore di cellulari solo un tatuaggio, e così il cerchio si chiude. Assumeremo che ciascuno possa produrre, rispettivamente, un cellulare, un panino, un taglio di capelli e un tatuaggio e che ognuno valuti l’unità di ciò che vuole comprare più dell’unità di ciò che vuole vendere. Cioè, il parrucchiere è disposto a tagliare capelli se può ottenere un panino, e così via. Ciò che succede è abbastanza chiaro: il tipo dei cellulari ne produce uno, lo cede in cambio di un tatuaggio al disegnatore di tatuaggi, il quale cede il cellulare in cambio di un taglio di capelli al parrucchiere, il quale lo cede in cambio di un panino al paninaro. Tutti lavorano, tutti ottengono ciò che vogliono e tutti sono felici.

Ora, supponete che il venditore di cellulari all’improvviso decida che non gli piacciono più i tatuaggi, almeno non così tanto da voler lavorare per ottenerne uno. Questo è sufficiente per spezzare il cerchio del commercio e questa è una catastrofe. Tutti sono disoccupati. La domanda è insufficiente. Non c’è abbastanza consumo, anzi, non ce n’è per niente. Notate la situazione: una persona, l'antipatico produttore di cellulari, è la causa di tutti i problemi, perché non vuole più comprarsi il tatuaggio. Nel linguaggio degli economisti costui è “disoccupato volontario”: ha cambiato i propri gusti e non vuole lavorare (per il salario che otteneva prima, ossia il tatuaggio). Gli altri tre sono “disoccupati involontari”, ognuno di loro è disponibile a lavorare in cambio di un salario, infatti dello stesso che aveva prima. Il paninaro preparerebbe panini se potesse ottenere un cellulare, il parrucchiere taglierebbe capelli se potesse ottenere un panino e il disegnatore di tatuaggi lavorerebbe se potesse avere un taglio di capelli, eppure sono tutti disoccupati. Manca il cellulare a fare da "trait d'union" e mettere in moto la macchina dello scambio.

Veniamo ora al moltiplicatore. Supponiamo che, invece di costruire uno stadio, il governo dia un cellulare al nostro ex produttore di cellulari. Successivamente, quest’ultimo lo venderà per un tatuaggio (il cellulare non gli è di alcuna utilità, come quando tutto funzionava), il disegnatore di tatuaggi userà i proventi per pagarsi un taglio di capelli, e così si chiuderà il cerchio. Piena occupazione. Basta inserire un telefonino e otterrai anche un taglio di capelli, un tatuaggio e un panino! Questo è il moltiplicatore, similmente a ciò che osserviamo quando il comune costruisce uno stadio. Non c’è nulla di misterioso.

Ma come ha fatto il governo a procurarsi il telefonino da dare all'ex produttore di telefonini? Questo è quello che qualunque individuo che abbia compreso i principi basilari dell'economia, secondo cui non esistono pasti gratis, si chiederebbe. A questo proposito, lasciatemi ricordare una vecchia barzelletta che gira da decenni nei dipartimenti di economia:

“Un fisico, un chimico e un’economista sono naufraghi su un’isola, senza alcunché da mangiare. Una scatoletta di zuppa giunge alla riva. Il fisico dice, “Apriamo la scatoletta con un sasso”. Il chimico dice, “Prima accendiamo un fuoco e scaldiamo la scatoletta”. L’economista dice, “Supponiamo di avere un apriscatole…”.”

Il Keynesismo si basa, dunque, sull’assunzione che il governo abbia un telefonino da dar via? Beh, forse no. Forse il governo dovrebbe seguire il consiglio di Keynes e stampare un po’ di moneta e darla al tipo dei telefonini. Così egli potrebbe pagarsi un tatuaggio e il disegnatore di tatuaggi potrebbe permettersi il taglio di capelli e il parrucchiere potrebbe acquistare un panino, e il paninaro – ooops… egli non può comprarsi un cellulare perché non ce ne sono in giro. A questo punto, ci sono due possibilità. La prima prevede che il paninaro capirà che non dovrebbe vendere il panino perché poi non potrebbe acquistare nulla di ciò che vuole con il ricavato della vendita, e così siamo di nuovo al punto in cui siamo tutti disoccupati. Oppure, magari non lo capisce e rimane senza nulla. Questo tipo di schema ha un nome: si chiama schema Ponzi. È vero che ogni tanto la gente effettivamente lavora senza accorgersi della fregatura: alle persone capita di fare errori, ma qualche altra volta la gente non ci casca. Di conseguenza, sembra davvero ingenua una politica economica basata sulla speranza che il paninaro sia uno stupido disposto a rimanere col cerino in mano.

Ma c’è qualcos’altro che potremmo provare: potremmo obbligare il tipo dei telefonini a produrne uno, egli poi potrebbe venderlo e farsi un tatuaggio ed il mondo sarebbe di nuovo a posto. È sufficiente che ognuno accetti che il costruttore di  telefonini venga forzato a costruirne uno contro la propria volontà. In un certo senso potrebbe valerne la pena: dopotutto, abbiamo aiutato tre persone – il disegnatore di tatuaggi, il parrucchiere e il paninaro - sacrificandone solo una, il tipo dei telefonini. In questo caso, tuttavia, smettiamo almeno di pretendere che ci sia un pasto gratis: ammettiamo che stiamo fregando il tipo dei telefonini per aiutare tutti gli altri. Non sembra essere ciò di cui Keynes e i keynesiani hanno sempre parlato: forzare le persone a lavorare contro la loro volontà è una politica economica piuttosto fallimentare, come i paesi socialisti ci hanno insegnato.

Torniamo quindi all’esempio della Seconda Guerra Mondiale, perché il punto precedente descrive esattamente ciò che fece allora il governo americano: non solo spese un sacco di denaro preso a prestito o stampato, ma impose anche la leva militare e forzò molte imprese a produrre e fare cose che esse avrebbero preferito non fare. Per quanto l’attività economica possa essere cresciuta durante e dopo la guerra, rimangono dubbi sul fatto che i soldati morti in guerra ne abbiamo beneficiato allo stesso modo. Dunque la grande evidenza in favore del keynesismo scompare quando la analizziamo un po’ più da vicino, e ciò che accadde sembra accordarsi piuttosto bene con la molto semplice e molto classica teoria economica.

Parliamo ancora un po’ di come il governo potrebbe ottenere un telefonino, l’esempio perfetto per l’anti-austerità al momento è la Grecia. Cosa accadrebbe se la Germania regalasse un telefonino alla Grecia? Che meraviglia: se in Grecia il tipo dei telefonini ottenesse un telefonino, come già sappiamo, si ritornerebbe alla piena occupazione, grazie al moltiplicatore e a tutto il resto. Tuttavia, cosa accadrebbe se la Germania fosse come la Grecia, fatta eccezione per il suo tipo dei telefonini che invece ama lavorare e produrre telefonini in cambio di tatuaggi? Se privassimo il tipo tedesco del suo telefonino, allora la Germania cadrebbe nella disoccupazione: il moltiplicatore funziona altrettanto bene al contrario. Lo stesso accade con gli stadi: un nuovo stadio va benissimo per l'attività economica nei suoi dintorni, ma i soldi per costruirlo non piovono dal cielo e, di sicuro, tutte le aziende che solitamente facevano affari con chi aveva i soldi usati per finanziare lo stadio saranno destinate a soffrire di "assenza di domanda" una volta che i soldi vengano dirottati verso il nuovo stadio. Nel nostro esempio tutto si bilancia – possiamo avere occupazione in Germania o in Grecia ma non in entrambe, e poiché è il tipo tedesco a voler produrre il telefonino, non sembra complicato capire cosa accadrà.

Ma Keynes (e Posner) sono molto preoccupati per l’investimento e i risparmi. Quindi, cosa accadrebbe se la ragione per cui il tipo dei telefonini aveva smesso di produrne e di pagarsi tatuaggi fosse perché voleva spendere il suo tempo a realizzare la “prossima grande idea” che avrebbe portato nel mondo pace e prosperità entro pochi anni? Ossia, per fare un investimento? Potremmo risolvere il problema della disoccupazione costringendolo a produrre telefonini, ma poi di certo la “prossima grande idea” non viene realizzata. Non possono esserci investimenti o ricerca e sviluppo senza risparmi, quindi attenti alla teoria secondo cui la via verso la crescita maggiore passa per minori risparmi: minori risparmi = minori investimenti = minori innovazioni ...

Rieccoci qua: se prendiamo la teoria di Keynes e misuriamo gli angoli attentamente scopriamo che le macchine del moto perpetuo non si possono costruire.

3. Ne puoi costruire una?

Questa è tutta teoria, ed io sono sicuro che voi siate persone pragmatiche. Diversamente da Keynes io posso elaborare una teoria coerente che spiega i fatti relativi allo stadio, ai moltiplicatori e alla Seconda Guerra Mondiale. Essa nega il moto perpetuo. Forse che la mia teoria è sbagliata e si possono realmente costruire macchine del moto perpetuo? Beh, c’è chi ci ha provato. Per esempio Richard Nixon, il quale in risposta alla recessione che iniziò nel 1969 disse, nel 1971, “Ora sono un keynesiano in economia”. Come conseguenza gli Stati Uniti finirono in un decennio di stagflazione con alta disoccupazione e alta inflazione, un risultato che la teoria keynesiana non poteva spiegare (l’inflazione dovrebbe curare la disoccupazione, secondo quella teoria), e fu qualcosa per la cui spiegazione gli economisti keynesiani spesero un numero impensabile di ore e di pubblicazioni scientifiche, con così poco successo che, fatta eccezione per pochi irriducibili, il resto della professione, giustamente, abbandonò la teoria. Abbiamo provato a costruire la macchina del moto perpetuo, e non ha funzionato.

Per coloro tra voi che, sensatamente, sono interessati ai fatti, ricordatevi che il principale canone del keynesismo è che il segreto per crescere è non risparmiare. Il paese che ha avuto la crescita più fenomenale, nell'intera storia del mondo, è stata la Cina degli ultimi decenni. Vi sorprenderebbe sapere che il tasso di risparmio in Cina, durante questi decenni, sia stato all’incirca del 50% - probabilmente il più alto nella storia del mondo?

4. M. C. Escher versus J. M. Keynes

Il confronto tra Escher e Keynes non rende sufficiente giustizia a Escher, il quale disegnò uno strumento semplice ed elegante non affinché qualcuno provasse a costruirlo, ma per produrre un’intelligente illusione. Al contrario, la teoria di Keynes non è né semplice né elegante – la "Teoria Generale" è una sorta di macchina di Rube Goldberg (tipo quella della figura qui sotto) con molte ruote che girano, piccoli ponti, pesi che vanno su e giù sui fili ... se attentamente esaminate, molte parti non hanno alcuna connessione con le altre.

Quelli che conoscono un po’ Keynes potrebbero obiettare alla mia precedente discussione del moltiplicatore perché non era ciò che Keynes aveva in mente, nonostante la mia interpretazione sia in grado di predire tutti i fatti di cui Keynes parla. Nello specifico, Keynes discute la possibilità che, anche se il tipo dei telefonini volesse produrne, potrebbe non esserci alcuna possibilità di scambio perché il disegnatore di tatuaggi potrebbe non voler accettare un telefonino in cambio di un tatuaggio perché teme che il parrucchiere non accetterà il telefonino e così via. Questo equilibrio caratterizzato da fallimenti nella coordinazione fra individui, dove nessuno scambia perché nessuno crede che chiunque altro vorrà scambiare, ha altre (ovvie) differenti implicazioni politiche rispetto all’interpretazione che il problema sia causato dal tipo dei telefonini che non vuole produrne uno. Sfortunatamente, non è chiaro cosa possa fare il governo al riguardo: anche regalando un telefonino al tipo dei telefonini o forzandolo a produrne uno, ciò non sembra risolvere il problema visto che gli altri continuano a pensare che quello che ricevono non serva a nulla.

Il fatto è questo: la possibilità di fallimenti nella coordinazione delle aspettative fra individui non ha pressoché nulla a che fare con il moltiplicatore. È vero che se c’è uno scambio bilaterale (il tipo dei telefonini vuole un tatuaggio e il disegnatore di tatuaggi vuole un telefonino) è improbabile che il problema si presenti, perché immaginiamo che i due possano incontrarsi e risolvere la cosa. Ma, non appena cresce il numero di agenti necessari per scambiare, la possibilità di fallimenti nella coordinazione delle aspettative diventa plausibile. Inoltre, nonostante Keynes parli di fallimento della coordinazione, non credo che tale concetto sia riconducibile alla sua teoria. Da una lato, non fa parte della maggior parte di quelli che vengono considerati “modelli keynesiani”. Dall'altro lato, fa potenzialmente parte di ogni modello economico moderno nel quale vi sia la moneta (anche se pochi di questi vengono reputati “keynesiani”). È certamente vero che se la moneta non ha alcun valore intrinseco ed è usata per scambiare allora c’è la possibilità che il sistema degli scambi collassi perché nessuno si aspetta che la moneta abbia alcun valore. Ma se succede questo allora difficilmente il governo potrà risolvere il problema attraverso l’emissione di nuova moneta che nessuno vuole.

Keynes parla anche del ruolo delle aspettative nel fallimento della coordinazione – ottimismo e pessimismo. Per esempio: i pessimisti si aspettano che la moneta non abbia alcun valore, essi non scambiano, pertanto non ha valore: una profezia che si autoavvera; gli ottimisti si aspettano che la moneta abbia un valore, quindi scambiano e la moneta serve ed ha valore: anche questa è una profezia che si autoavvera. Dunque, il governo potrebbe mettere a posto le cose (se le cose vanno, in effetti, male) convincendo le persone ad essere ottimiste. Ciò sarebbe magnifico, ma sfortunatamente l’evidenza suggerisce che il giochetto non funziona. Franklin Delano Roosevelt era capace di grandi affermazioni come “Non c’è nulla di cui aver paura se non della paura stessa”, le quali risollevavano molto gli spiriti; ma questa “iniezione di fiducia” non fece nulla per far finire la Grande Depressione. Oppure, considerate l’attuale crisi in Grecia: con l’elezione del governo Syriza l’ottimismo, secondo i sondaggi, è andato alle stelle. Se il Keynes delle aspettative ottimistiche/pessimistiche avesse avuto ragione, ci aspetteremmo che l’attività economica aumenti vertiginosamente, che le persone tornino al lavoro, che comincino a pagare le loro tasse, che la borsa greca si risollevi, e così via. Nient’altro potrebbe essere più lontano dalla verità: l’attività economica in Grecia non è mai stata tanto anemica, il numero di disoccupati è più alto che mai, poche persone stanno pagando le tasse, e tutti stanno ancora cercando di portare i soldi fuori dal paese.

La Teoria Generale di Keynes è un libro lungo, e qualunque libro pieno di aneddoti e di idee è destinato ad azzeccarci di tanto in tanto. Ma, qualsiasi cosa esso sia, non è né generale né una teoria ... e come guida alla ricerca economica o all’attuazione di politiche economiche è essenzialmente inutile.

5. Conclusione

Il punto è che Keynes è tanto affascinante e attraente quanto il disegno di Escher, e ha altrettanto poco senso pratico. Gli economisti hanno lavorato per decenni cercando di dare un senso alla teoria di Keynes e usarla per spiegare le depressioni, le recessioni, le crisi, la disoccupazione e quant’altro. E non è certamente vero che gli economisti abbiano respinto Keynes e rifiutato di prenderlo seriamente, insomma che la professione economica non gli abbia mai dato una possibilità. Infatti è vero il contrario: alcune delle menti più brillanti della disciplina, convinte dell’assoluta verità delle idee di Keynes, hanno speso decenni per provare a far funzionare quelle idee. Loro e noi abbiamo fallito.

Conosco Keynes e il keynesismo. Sono abbastanza vecchio da aver imparato la teoria di Keynes quando era l’ortodossia, sia prima sia dopo la laurea. Mio padre, un PhD in economia il cui mentore fu il grande keynesiano e premio Nobel James Tobin, considerava il proprio essere keynesiano alla stregua di un credo religioso. Durante la mia giovinezza mio padre ed io scrivemmo un articolo empirico usando un modello keynesiano. Ho studiato con professori keynesiani, ho frequentato le lezioni di Bob Solow, un fedele keynesiano, ho lavorato come assistente alla ricerca per Stan Fischer conducendo ricerche empiriche con un modello keynesiano. Uno dei miei mentori fu Axel Leijonhufvud, il cui più grande e famoso lavoro fu un libro chiamato “L’economia keynesiana e l’economia di Keynes”. Quando ero studente dovevamo studiare la storia del pensiero economico: ho letto la Teoria Generale di Keynes e alcuni dei suoi lavori minori. Ho ricevuto persino il massimo dei voti in un esame su queste opere. Ho partecipato (come testimone silente, per la maggior parte) a un lungo dibattito tra Leijonhufvud e Don Patinkin (un altro grande keynesiano) su ciò che Keynes realmente pensava ed effettivamente diceva. La conoscenza del keynesismo e dei modelli keynesiani è ancora più profonda per i grandi premi Nobel che aprirono la strada alla moderna macroeconomia, una macroeconomia con persone che comprano e vendono cose, che risparmiano e investono, Robert Lucas, Edward Prescott, e Thomas Sargent tra gli altri. Anch’essi crebbero con la teoria keynesiana come ortodossia, ancor più di me. E rifiutammo il keynesismo perché non funziona, non per via di qualche senso estetico secondo cui la teoria non è sufficientemente elegante.

Il lavoro di Keynes è composto da divertenti aneddoti e storie ingannevoli. Il keynesismo, secondo alcune persone come Paul Krugman e Brad DeLong, è una teoria priva di persone, razionali o irrazionali che siano, una teoria di grafici ricavati in gran parte dal nulla, una serie di previsioni che sono per la maggior parte sbagliate, insieme alla vana speranza che possano essere sistemate se solo le curve nei grafici vengono orientate nella giusta direzione. È accaduto che abbiamo sviluppato teorie molto migliori, teorie che spiegano molti fatti, teorie che forniscono consigli sensati di politica economica, teorie che funzionano ragionevolmente bene, teorie che non sono un’illusione. Le versioni attuali di queste teorie sono molto diverse da teorie su persone completamente razionali e tutte identiche. Le teorie attuali non sono perfette, ma, diversamente dalla teoria keynesiana della macchina a moto perpetuo, esse spiegano molto e contengono molta verità. Un macroeconomista attivo che legga Krugman e DeLong si sente come si sentirebbe un dottore se il ministro della sanità si alzasse e dicesse che la cura per il cancro è il salasso con sanguisughe.

Attenzione ai politici che dicono “non ci avete mai avvisati” mentre la verità è “abbiamo ignorato i vostri avvisi” ... ed attenzione ugualmente agli economisti che fanno vuote promesse di macchine a moto perpetuo. E quando si parla di debito pubblico ricordatevi che, se nel lungo periodo siamo tutti morti, è altamente probabile che i nostri figli siano vivi.

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Commenti

Ci sono 159 commenti

Poi ci dicono che viviamo nell'epoca della fine delle ideologie,e dei dogmi in ambito politico,economico,etc! Questo articolo,e questa analisi, comprovano il contrario,almeno nell'ambito economico! Parafrasando il grande Toto',risponderei a questo dogmatico antikeynesiano:"Ma mi faccia il piacere,se ne vada!".Nel senso che,dogmaticamente,appunto,si sostiene che keynes ed il keynesismo,sono inconsistenti sul piano economico-scientifico,ed il liberismo sia'l'unico modo di leggere,interpretare,spiegare,sviscerare,il fenomeno economico! Sul piano scientifico ci sono almeno 50 anni di letteratura che contraddicono tutti questi assunti,e vari Nobel,tra cui Krugmann,Stiglitz,che continuano a produrre copiosa letteratura in senso contrario a quello qui esposto! Derubricare Paul Krugmann a un santone,e'assurdo!L'ultimo arrivato e'l'Economista francese Thomas Piketty ( non e'ascrivibile in senso keynesiano,ma sicuramente non e'neanche liberista!) che,nel suo volume di quasi 1000 pagine "il Capitale nel XXI secolo", frutto di un lavoro di analisi e ricerca durato 15 anni,pone questioni cruciali sulla diseguaglianza dei redditi e deipatrimoni indotta dalla deregulation Economica,Finanziaria,Fiscale,che dovrebbero interrogare qualunque libero pensatorenon dogmaticamente orientato! 

Al netto di dotte disquisizioni dottrinali  ed economiche,da libero pensatore,e da curioso di cose economiche,osservoi seguenti fatti. Le crisi più grandi che l'economia abbia mai avuto,denominate in Letteratura "grandi depressioni", quella del 1929/45, e quella attuale,sono intervenute in ambiente prevalentemente liberista! Quella attuale,iniziata nel 2007/2008, e'intervenuta in un contesto di totale deregulation dei mercati,sopratutto finanziari,conseguente alla deregulation iindotta  dallarivoluzione liberal-liberista"del mitico duo Tatcher,Reagan,e proseguita,dopo il crollo dell'Ursss,dai governanti dei principali paesi occidentali,persino quelli di matrice labourista: Clinton,Blair,john major,Mitterand,bush junior/senior,etc! Mi pare sia pacifico in dottrina che gli USA siano usciti dalla crisi grazie a politiche sostanzialmente neo-keynesiane,o comunque di stampo interventista,altro che liberismo! Obama,e lo Stato Americano sono intervenuti direttamente iniettando liquidita'nel sistema economico ( Crhrysler,Bank of America,FreddyMae,FreddyMac,etc), il deficit nei primi anni della crisi e'arrivato al 10% del Pil,facendo aumentare il debito considerevolmente! Le Federal Reserve e'stata interventista come non mai espandendo il bilancio fino a 5000$, ed ha impedito il fallimento ed il crollo del sistema finanziario Americano,lehmann brothers a parte! Il bello e'che queste politiche sono state sostenute anche dal governatore della Fed Americano di estrazione Repubblicana,tendenzialmente liberista,non certo Keynesiano! Se gli USA,E igovernatori della Fed,avessero dato ascolto al Tea-party,e ai fondamentalisti del liberismo,la disoccupazione sarebbe ancora al 11%, e la crisi mondiale sarebbe stata ancora più grave negli Usa e nel mondo! Questo perche'gli Americani non sono dogmatici come gli europei,e non stanno a questionare se occorrono politiche interventiste,o liberiste,neo-keynesiane,liberiste,monetariste, x uscire da una grave crisi: non importa il colore dei gatti,l'importante e'che acchiappino i topi! Gli Americani sono pragmatici,non dogmatici,sanno che le politiche da mettere in campo variano a seconda del contesto,quindi adottano quelle più opportune scaturite da 70 anni di letteratura economica! Prendiamo esempio da loro! Se l'Europa,i singoli Stati,le sue istituzioni, fossero piùpragmatici come gli Usa,saremmo usciti dalla crisi da un bel pezzo!

 

 

Nel senso che hai un deficit, sostanziale.

Di capacita' di lettura (da nessuna parte nel testo la parola liberismo viene menzionata e/o si sostiene una qualche visione "liberista", whatever that means, dell'economia) e comprensione (non hai proprio capito cosa DKL dica e sostenga, davvero).

Di conoscenza dei fatti (il tuo "sommario" della crisi fa ridere i polli)

Di conoscenza della "dottrina" (no, non e' pacifico un beato cazzo in dottrina, credimi)

eccetera.

Deficit gravi, credimi. Molto gravi. 

sono due cose diverse. l' articolo si occupa del secondo e afferma che il keynesianesimo intende promuovere  la spesa pubblica,  a debito o a stampa,sempre e comunque, in modo cioè non tanto pragmatico.

noi, che il debito pubblico lo avevamo già allegramente coltivato negli anni precedenti con pessimi risultati di crescita, l'opzione di aumentarlo alla bisogna adesso non ce l'abbiamo proprio.

 

Le Federal Reserve e'stata interventista come non mai espandendo il bilancio fino a 5000$

 

Altro che Great Recession, a saperlo gli facevo un bonifico io alla FED ed eravamo a posto. Qualcuno ha l'IBAN di Mario, per caso, così stasera risolviamo anche questa cosetta della Grecia?

Ho avuto una discussione abbastanza surreale con un amico oggi più o meno sulla falsariga di ciò che lei ha scritto.

 

Mi iscrivo di diritto nella categoria dei "deficienti", le mie conoscenze di economia si fermano a domanda e offerta, ho una vaghissima idea di che cosa significhi "essere Keynesiano" e ancora più vaga di che cosa significhi non esserlo. Però forse la mia totale ignoranza mi aiuta nel leggere ciò che DKL scrive e non ciò che io penso abbia scritto.

Quel che mi sono portato a casa io dall'articolo è semplice: l'assunto che un incremento di spesa statale sia efficace _a priori_ per affrontare una crisi non funziona nemmeno su modelli semplici. Il toy model che usa è semplice e mostra con semplicità come maggiore spesa non produca alcun beneficio al sistema economico, e (nell'addendum) come questo sia indipendente dall'avere commodity money o outside money. Non dice che "l'approccio liberista risolverebbe questa crisi" or whatever, ma solo che l'applicazione dell'imperativo categorico di maggior spesa statale può essere inefficace. Nell'addendum poi dà un micromodello di crisi causata da "people who want to save too little and consume too much".

 

La conclusione che estrapolo io è anche semplice (forse semplifico troppo): le policies per uscire dalla crisi devono essere data-driven e non school-driven.

 

E' possibile che il modello di DKL sia sovrasemplificato. E' vero che bisogna distinguere tra demand shock e supply shock. Ma la punchline -- che la ricetta di maggior spesa pubblica non sia _sempre e invariabilmente_ la miglior risposta -- mi sembra ben argomentata.

 

@moderatori: sarebbe possibile mergere le discussioni tra l'articolo inglese e quello italiano?

Più che analizzare i buchi logici del keynesismo, mi pare che sarebbe molto più interessante cercare di capire il perché del suo successo, non tanto tra i politici, perchè soggetti eticamente malati è ovvio che auspichino Stato "from cradle to grave", ma tra i comuni cittadini: perché questo avviene, perché Syriza o Podemos non li voto io, perché i referenda sull' acqua, ... ecc. ecc.. Se se ne parlasse con gli psicologi ?

Forse lo slogan : ci pensa lo stato quindi non tu è più efficace... Ad ogni modo trovo più incredibile il successo tra gli economisti, mi permetto di fare un paragone azzardato: facendo un paragone con la fisica è come se esistessero fisici newtoniani e gli einsteniani, sarebbe assurdo, uno è un fisico punto, oggi se un fisico dicesse:" no ma io non credo in Einstein, per me il tempo è una grandezza assoluta", sarebbe una tale assurdità che costui non sarebbe un fisico, ora non so se i termini sono proprio cosí ruvidi, è vero la materia è differente però... 

L'esempio della mini economia di produzione e consuno è utile perchè consente di vedere l'errore ----

".... supponete che il venditore di cellulari all’improvviso decida che non gli piacciono più i tatuaggi, almeno non così tanto da voler lavorare per ottenerne uno. Questo è sufficiente per spezzare il cerchio del commercio e questa è una catastrofe. Tutti sono disoccupati. La domanda è insufficiente. Non c’è abbastanza consumo........Il Keynesismo si basa, dunque, sull’assunzione che il governo abbia un telefonino da dar via? Beh, forse no. Forse il governo dovrebbe seguire il consiglio di Keynes e stampare un po’ di moneta e darla al tipo dei telefonini. Così egli potrebbe pagarsi un tatuaggio e il disegnatore di tatuaggi potrebbe permettersi il taglio di capelli e il parrucchiere potrebbe acquistare un panino, e il paninaro – ooops… egli non può comprarsi un cellulare perché non ce ne sono in giro. ... ----

Come è stato fatto notare da Nick Rowe, sia in un breve commento sul blog di Cochrane che più estesamente sul suo blog, (http://worthwhile.typepad.com/worthwhile_canadian_initi/2015/03/david-levines-accidental-monetarism.html) in realtà, se  pensi bene all'esempio qui sopra di Levine, il primo operatore/consumatore cioè il produttore/venditore di cellulari, è il governo (o la Banca Centrale che agisce per conto del governo) e il cellulare è IL DENARO, "money". L'economia moderna, anche se stilizzata e semplificata al massimo in questo modo, richiede per funzionare che vi sia un medium of exchange, "money", il denaro insomma, con cui scambiare poi cellulari,  panini, tatuaggi e  tagli di capelli....

In questo esempio il primo tizio dei cellulari è in realtà lo Stato/Banca Centrale, che hanno denaro e ne possono creare quanto vogliono, come le recenti notizie di Draghi che "stampa" 1,100 miliardi ex nihilo prova.

La storia di Levine contiene questo errore basilare, non vede che il primo che offre qualcosa per pagare il panino offre denaro (a meno che non voglia ipotizzare un economia di baratti a catena che non è molto realistica). E il denaro viene creato da qualcuno. E se questo qualcuno non ne crea a sufficienza, come accade ora in Eurozona, hai appunto disoccupazione e produzione industriale crollata del -27% come in Italia oggi

Non è il denaro, ma il valore del denaro.

 

Lo schema Ponzi è pertinente.

 

Vorrei rivendicare di essere stato il primo (ed originale) deficiente. Gli altri sono pallidi tentativi di imitazione (ref Settimana Enigmistica)

 

Credo di averlo fatto notare gia' a 5 persone diverse. C'e' un addendum nel posto di DKL che parla proprio di inside e outside money. Il bello e' che tocca leggere pure commenti del tipo "questi economisti che si scordano la moneta mi fanno sorridere". Inoltre non so su quali basi si possa dire che in Europa non viene creata abbastanza (o troppa) moneta.

E' proprio quello che David vi (a te e DeLong e gli innumerevoli altri che parlano a cazzo senza capire) spiega nell'appendice. Che OVVIAMENTE il cell e' "commodity money" (no, it is NOT fiat money e David ti spiega anche quello e perche' e per come!) ed e' appunto quello il punto. 

Ma perche', davvero, perche' state tutti a voler discettare di cose di cui non avete nemmeno la piu' elementare comprensione? Perche' non avete l'umilta' di studiarle e capirle prima di mettervi a fare i teorici del cazzo della MMT delle suole delle mie scarpe? 

Ammetto di essere un po’ masochista, quindi provo a vedere se riesco anch’io a prendermi la mia bella dose di insulti.

Vorrei provare a calare nella realtà i personaggi stilizzati che popolano il modellino proposto.

Inizio dal “disoccupato involontario”: si tratta di quegli individui che rifiutano stage, contratti e contrattini di vario genere che garantiscono di norma remunerazioni  tali da coprire i costi di trasporto per recarsi sul luogo di lavoro e, se si è fortunati, la possibilità di acquistare un panino e una lattina di coca per pranzo (da consumare ovviamente a casa, perché la pausa pranzo non è prevista, il che, peraltro, risolve anche il problema della cena). I signori che rifiutano tali proposte, il più delle volte, non se ne stanno nel garage di casa a progettare la macchina che cambierà le sorti dell’umanità, ma frugano nei bidoni della spazzatura, attività che, a ragione, trovano più nobile del farsi sfruttare.

Il problema è comunque risolto: in Germania a questi cialtroni che rifiutano offerte così allettanti tolgono l’assistenza sanitaria, così, per la gioia di Amazon e delle altre multinazionali, in quel luogo felice la manodopera a prezzi cinesi non manca mai. Sono dunque keynesiane le politiche del lavoro che ci vogliono imporre in tutta Europa?

Poi c’è il genio, il “paninaro” che ha capito tutto e si rifiuterà di lavorare perché sa che non c’è nessun telefono per lui. Ha qualcosa a che fare con le aspettative razionali? Con quell’idea in base alla quale a fronte di politiche espansive finanziate con il debito la gente smette immediatamente di consumare perché sa già che in futuro dovrà pagare maggiori tasse? Un’idea affascinante finché si vive in mezzo ai libri, ridicola appena si mette il naso fuori dall’Università (cosa che suggerirei di fare a molte persone).

A voler pensare male, poi, nel finale dell’articolo quando si dice che “nel lungo periodo siamo tutti morti” ma “è altamente probabile che i nostri figli siano vivi” si potrebbe anche trovare un sano pizzico di omofobia. Non è infatti raro, nei virili ambienti conservatori, ricondurre all’omosessualità di Keynes il suo presunto disinteresse per le generazioni future.

 

A voler pensare male, poi, nel finale dellarticolo quando si dice che nel lungo periodo siamo tutti morti ma altamente probabile che i nostri figli siano vivi si potrebbe anche trovare un sano pizzico di omofobia. Non infatti raro, nei virili ambienti conservatori, ricondurre allomosessualit di Keynes il suo presunto disinteresse per le generazioni future.

 

Seguendo la teoria di Michele su qualita' dei commenti e fama del blog, dopo aver letto questa apocalittica stronzata direi che NfA dovrebbe fare gli stessi accessi di Facebook. 

La prima prte del suo commento, Silvio, è pura demagogia. La chiusa è delirio. Ma si può?

che la crescita dell'imbecillità sia correlata negativamente alla comprensione dell'ironia. Non c'è causazione tuttavia..(ovvero...se hai poco sense of humor non necessariamente sarai la causa di un omologo tanto imbecille)

Cit : Granger

Malgrado il giustificato giudizio negativo, abbastanza ben illustrato, sulla spesa pubblica che si pretenderebbe essere virtuosa di per sé, tutto sommato non credo che ridurre uno sforzo sincero, visionario? e sia pure così derubricato! ma sul quale tuttavia si sono consumate le migliori menti di generazioni di studiosi, a una marchiana cantonata senza sbocco ed “essenzialmente inutile” sia una operazione corretta. Si dovrebbe credo, allora, almeno sentire su di sé l'onere di spiegarne le motivazioni, recondite o palesi che fossero ritenute: ad esempio un amore per lo statalismo inconfessato o addirittura una militanza marxista inconfessabile, ovvero una pochezza generale di spirito o peggio una deficienza prima precoce e poi senile.

Seguendo, invece, chi faceva l'esempio d'altre discipline, questa ruvidezza quando pure si presenta altrove appare decisamente più misurata. Non è affatto assurdo dire che le teorie di Einstein non sono più attuali e che sono state superate e integrate in visioni più generali, lo si legge anzi dovunque anche sui giornali divulgativi, ma non lo si passa per questo per uno che ha profuso parecchi aneddoti che si sono oramai rivelati solo sciocchezze ingannevoli, e questo per via che nella scienza essere superati è una legge naturale, e ridurre i vecchi studiosi a limitati buontemponi perdigiorno, altrimenti, potrebbe essere messo in atto per chiunque, anche per gli attuali depositari di teorie “più affidabili”.

Eulero non conosceva bene le proprietà dei numeri immaginari, vogliamo concluderne che non conosceva quindi i numeri? I grandi fondatori della chimica moderna Lavoisier e Gay-Lussac credevano che la materia fosse continua e non composta di atomi, dunque non sapevano nulla di materia? La fisica moderna potrebbe sbeffeggiare Newton, Lord Kelvin, Einstein, e forse tutti quelli che sono esistiti prima degli ultimi trent'anni, i matematici potrebbero dire che Hilbert sapeva e capiva solo cose che oramai si studiano nei primi anni dei licei, e dove mettersi le mani per tutti i biologi di prima della scoperta della catena del DNA e per tutti i medici dell'800? È un gioco troppo facile. Insomma, un conto è esaltare il progresso della scienza, che supera sempre se stessa, un conto è irridere gli studiosi del passato. Tutto si risolve, nel migliore dei casi, nello screditare la propria disciplina e dunque se stessi.

Io credo che Keynes sia portatore di un pensiero ispirato a principi liberali, e ispiratore di mentalità sollecita verso il miglior funzionamento del mercato, e non orientata ad un becero statalismo clientelare, e che si voglia negare questa sua peculiare modalità di sollecitudine verso il mondo della produzione mi pare veramente ingeneroso. Si possono e si debbono ben rimproverare i suoi lontani, troppo disinvolti, ripetitori che non hanno aggiornato le loro competenze, i politici che acchiappano al volo frammenti d'idee secondo quello che meglio gli conviene, i sindacati troppo recentemente e superficialmente più acculturati sui problemi generali dell'economia, la vecchia sinistra orfana di un pensiero radicale e in cerca di un nume tutelare creduto malleabile, il popolino sempre pronto ad affezionarsi a ricette semplici e gradevoli, ma cosa c'entrerebbe con tutto questo lo studioso Keynes?

Si vuole gettare giù dalla torre escheriana Keynes?, allora temo si sia poco riflettuto intorno all'impatto che questa leggerezza possa avere sull'identità del liberalismo in generale ma prima di tutto anglosassone.

P.S. La chiamata in correo di Nixon, e in una maniera oltremodo iperbolica, la trovo particolarmente irritante.

P.P.S. In Escher l'acqua scende ed è solo per un errato effetto prospettico che torna al punto di partenza.

Condivido in toto quello che matteo ha scritto,aggiungendovi un paio di considerazioni. Non mi risulta che Einstein sia stato superato,tranne per qualche aspetto marginale. I capisaldi della cosmologia moderna sono sempre quelli di Einstein,la teoria della relativita'generale,quella ristretta,buchi neri,onde gravitazionali,etc.La concezione  fisica e gravitazionale di Einstein che ingloba quella Newtoniana che rimane comunque valida per certi versi,che considera le masse celesti come "curvature" dello spazio-tempo e'un caposaldo della astrofisica moderna! Ovviamente,dopo Einstein,si sovrappongono nuove scoperte,il modello standard sembra ormai consolidato con la conferma sperimentale del bosone di Higgs,ma Einstein rimane sempre un caposaldo! La sintesi,il raccordo,tra la fisica quantistica,e la teoria gravitazionale ( teoria del tutto)non e'stata ancora realizzata neppure oggi a 50 anni dalla morte di Einstein! Per quanto concerne Keynes,credo che se la sua teoria sia fallace,se scomposta,analizzata,sezionata a livello micro,a livello logico-matematico,lo sono anche tutte le altre a mio avviso,perche'l'economia non e'riducibile interamente alla logica matematica! Secondo la fisica meccanicistica,un calabrone non potrebbe volare,ma invece vola! L'Economia non e'un calabrone,ma il concetto e'quello!Poi non capisco perche'ce l'abbiano tutti con Keynes nel momento in cui,da almeno 40 anni,a livello mondiale,accademico,politico,giornalistico,mediatico, etc l'orientamento economico prevalente e'antikeynesiano? Secondo voi la politica della U.E e'keynesiana? La linea economica della U.E e del Fmi,si ispirano alla "austerita espansiva", teorizzata,tra l'altro,da Alberto Alesina,dichiaratamente liberista! Se c'e'qualche rigurgito di mini-keynesismo,viene proprio dagli Usa,dove c'e'krugmann che ha qualche voce in capitolo,e la politica di Obama/Federal Reserve,di stampo interventista (ma a piccole dosi,non mi sembra che Obama abbia sfasciato il deficit Usa: e'stato in deficit per 3/4 anni,gli anni più duri della crisi,ora mi sembra stia tornando verso il pareggio!). Per quanto riguArda la critica di questo autore alla relazione Keynesiana tra risparmi ed investimenti e consumi,mi pare sia la parte più debole del suo articolo,peraltro raffinatissimo: keynes non ha mai scritto che i risparmi non servono a niente,o devono essere il più bassi possibili! Evidenziava che,nell'immediato,la domanda aggregata e'spinta più dai consumi,che dai risparmi in quanto i risparmi non necessariamente si tramutano in investimenti (possono rimanere sotto il materasso,o inattivi in banca,perche'gli imprenditori sono sfiduciati e non investono; un pò come accade adesso in Italia,le banche hanno liquidita',ma non prestano,e gli imprenditori non chiedono per sfiducia verso il futuro!). Il caso della Cina,preso come esempio x dimostrare che un paese che risparmia molto,cresce anche molto,mi sembra completamente sballato! A parte che un caso non fa una regola,si possono citare decine di controesempi! Gli Usa,e il Uk,hanno risparmi bassi,e crescono molto Proprio come teorizza keynes!Il Giappone ha,forse,lo stesso tasso di risparmio della Cina,e cresce poco; la stessa Italia,nonostante la crisi,continua ad avere risparmi alti,e cresciamo poco: il patrimonio privato italiano,nonostante la crisi,dati banca d'Italia,ammonta a circa 7000 miliardi di €( 5 volte il Pil!) di cui,almeno,4000, sono depositi,titoli,conti correnti,polizze vita,fondi,ossia asset finanziari! Poi il paradosso e'che abbiamo un debito enorme: italiani mediamente ricchi,Stato povero,crescita asfittica!

a me questi articoli fanno impazzire. li adoro: descrivono la logica dei meccanismi nelle teorie economiche. illustrano gli ingranaggi del pensiero del sistema.

complimenti.

sarò ripetitivo però, se magari ci si potesse aggiungere qualche riferimento a libri per cercare ( per me, sarà un tentativo...) di approfondire, ne sarei felice.

nel senso che le teorie del tutto possono risultare affascinanti quando non si parla di atomi ma quando si ha a che fare con i comportamenti umani le cose a mio avviso si complicano un tantino. quindi tendo a diffidare da tutta questa semplicità e keynes mi fa appunto questa impressione. però vorrei chiedere come mai nella traduzione italiana la crisi, che nella versione originale era causata dal fatto che il produttore di cellulari un giorno di sveglia e non vuole più produrre cellulari, viene invece causata dal fatto che questi non vuole più farsi fare un tatuaggio. lo chiedo perché proprio Krugman nel suo blog ha rapidamente liquidato Levine come "ignorante" proprio perché nella sua versione veniva ipotizzato uno shock di offerta e non di domanda (come nella crisi attuale secondo lui) e quindi tutta l'impalcatura keynesiana non poteva essere applicata. premetto che probabilmente non cambia nulla nella sostanza o che forse mi sono perso qualche pezzo (possibilissimo) ma a questo punto vorrei una chiarificazione da parte vostra. grazie

Molto interessante la tua disquisizione su Einstein,era un personaggio controverso,complesso,contraddittorio come tutti i grandi: potremmo dire,x utilizzare un concetto logico-matematico,non lineare! Mi permetto alcune osservazioni,perche'non sono un fisico (sono laureato in Legge,ma appassionato di Economia,Filosofia della Scienza,Fisica,et similia,quindi leggo abbastanza in materia).  Goedel era un logico,forse il più grande di tutti,l'autore dei famosi teoremi che comprovano che nessun sistema puó essere consistente e coerente nello stesso tempo; tali assunti hanno importanti implicazioni filosofiche,in un certo senso "relativizzano"la scienza dura x eccellenza,ossia la matematica( anche se questa interpretazione e'controversa) e qualunque sistema formale. Quindi non darei molto peso alle opinioni che Goedel aveva di Einstein,la fisica e la logica sono 2 cose diverse,seppur collegate:la fisica e'basata,x quanto concerne la formalizzazione dei concetti e delle teorie,naturalmente sul linguaggio della matematica,e quindi anche della logica. Ma non si può ridurre la fisica interamente alla logica,sono 2 cose diverse. Per quanto concerne la fisica quantistica,x quanto mi risulta,ne esistono diverse versioni,quella di Copenaghen e'una delle tante,la più estrema,non universalmente accettata. Einstein,era "filosoficamente"contro la fisica quantistica perche'inconciliabile con il funzionamento della materia su grande scala,e quindi in contrasto con le conclusioni a cui era giunto con le sue teorie relativistiche. In particolare disse che la fisica quantistica era assurda perche porta a conclusioni paradossali sul principio di realta,infatti,disse"non e'possibile che la luna non sia li,quando io non la guardo"! Per quanto mi riguarda,con buona pace della fisica quantistica,sono d'accordo con lui!Concludendo,mi risulta che la fisica quantistica,a 80 anni dal principio di indeterminazione di Heisenberg,Bohr,max Plank,Einstein stesso ( che inizialmente contribui a farla nascere), etc,sia consolidata solo in parte: parecchie questioni sono controverse,la gran parte della fisica quantistica rimane ancora un mistero! Per le teorie relativistiche di Einstein,insisto,mi risulta che costituiscono ancora oggi il caposaldo della cosmologia moderna,che ovviamente e'in divenire con scoperte sempre nuove. Ho letto qualche tempo fa che la teoria delle onde gravitazionali di Eintstein abbia ricevuto una conferma sperimentale,cosi come accadde per la teoria della (relativita'generale/ristretta?)con l'orologio atomico trasportato sul jet supersonico,che era sfasato di qualche millisecondo rispetto a quello a terra. Tornando a keynes,e alla presunta inconsistenza logica,matematica,del suo sistema dimostrata da Levine. Da un punto di vista epistemologico,quella dimostrazione e'criticabile anche sotto un altro aspetto,a mio avviso! I sistemi economici,fanno parte dei sistemi complessi,ossia di quei sistemi con variabili ed interrelazioni multiple che nessun sistema "riduzionista" come la logica,e la matematica possono aver la pretesa di catturare! In questi sistemi,esistono le cosidette "proprieta'emergenti", ossia effetti che emergono dal sistema nel suo complesso,cioe'non sono ne osservabili,ne predicibili se scala microcosmica ( microeconomica,nel caso dell'economia!).Ovviamente questo non vuol dire che i modelli,la Econometria,le equazioni,la statistica,la matematica,non servono a nulla nella scienza economica! Sono utili,aiutano,ma non sono perfetti,non bisogna prenderli x oro colato!In pratica,semplificando,Aristotelicamente parlando"il tutto e'maggiore dell'insieme delle parti"! Ovviamente questo vale x La teoria Keynesiana,e per tutte le altre teorie economiche ( classica,neoclassica,monetarista,etc) che pretendono di predire gli accadimenti dei sistemi economici scomponendo,analizzando,sezionando i singoli elementi e i comportamenti delle unita'elementari che lo compongono! Può darsi che Keynes abbia colto,intuitivamente,fortuitamente,casualmente alcuni effetti aggregati del sistema ecomomico inintelligibili, apparentemente inconsistenti a livello micro!

Qualcuno sa dove trovare antibiotici per i germi www?

Probabilmente son cose già proposte... però un sistema di ranking dei commenti non sarebbe male.

Qualcosa del tipo: i commenti valgono in funzione dei voti (pesati) ricevuti, con il peso del commentatore a sua volta funzione dei voti (pesati) ricevuti dai propri commenti: thread interi, sottothread, blocchi di commenti sullo stesso livello, singoli commenti, se sotto un certo valore vengono ridotti nella scritta in piccolo "... altri N commenti di Tizio, Caio e Sempronio qui dentro, cliccare per espandere". E se non basta il moderatore si può auto-assegnare la facoltà di abbattere arbitrariamente il rank dei commenti che vuole. Al massimo rimane il dettaglio del  peso da dare ai nuovi entranti per non penalizzarli troppo.
Fatto così non sarebbe nemmeno necessario sconvolgere l'ordine temporale riordinando i thread in base al rank ricevuto, e almeno visivamente la discussione principale non verrebbe disturbata. Se poi uno vuole proprio leggere tutto gli basta espandere le discussioni ridotte.

Per il problema del costo di sviluppo... potete sempre batterli con la loro stessa moneta: tassa una tantum di 2 euro per il diritto di commentare o 10 cent a commento. Male che vada rimane il materiale per poter scrivere il pamphlet "Come i cattivi comportamenti generano spesa altrimenti non necessaria, il cui approviggionamento di risorse deprime il valore complessivo del mercato (nel caso la tassa faccia desistere i commentatori passeggeri che altrimenti avrebbero spunti interessanti da offrire)" :)

E se va ancora peggio.... almeno la soddisfazione di farvi cappuccino e brioche a spese dei troll.

Si potrebbe quantificare monetariamente il diritto(o il dovere motivato e sentito) di critica penalzzandolo rispeto all'ossequioso lecchinaggio. Paghi 10 euro a commento se non sei d'accordo con una qualsiasi argomentazione generica proposta ma...scrivi gratis se vuoi complimentarti con l'autore e manifestare la tua completa, incondizionata, indefessa sudditanza intellettuale verso quanto da lui espresso. Ottima proposta liberista Padovan. Complimenti :)

di trolls, elfi, gnomi, freaks, nani e ballerine ... aux armes, citoyens!

Il mondo delle bettole pentastellato/leghiste deve aver scoperto il blog e deciso di venire a scaricare qui il letame che i vari grillo/bagnai/salvini/borghi/napoleoni/rinaldi/casaleggio hanno accumulato fra le loro orecchie. 

Faro' presente alla redazione e prenderemo provvedimenti. Discutere con critici intelligenti ed informati e' un arrichimento, stare ad insultare una banda di lemmings drogati dalle scie chimiche e' solo una perdita di tempo. 

Alcune osservazioni cosi in ordine sparso:

1. I calabroni volano e la fisica (incredibile) li spiega perfettamente

2. La matematica è un linguaggio per costruire sistemi formali NON una scienza dura

3. Io ho il massimo rispetto per Tolomeo ma chi crede che il sole giri intorno alla terra mi fa molto ridere, nonostante lo sforzo profuso per giustificare una simile idea. Lo stesso accade per il flogisto, la medicina dell'800, eccetera. Un grande genio del suo tempo può aver commesso molti errori e rimanere un genio. I suoi piccoli emuli sono solo un pochino comici.

4. Tutte le leggi delle scienze sono di natura empirica, qualunque cosa non abbia una base empirica non ha le caratteristiche necessarie ad essere parte di un sistema scientifico. Il fatto che le scienze sociali abbiano un problema di riproducibilità degli esperimenti non cambia di un ette l'approccio metodologico ne la validità dei risultati.

MA SOPRATTUTTO

Kurt Godel ha provato che qualunque SISTEMA FORMALE sufficientemente potente da contenere l'aritmetica contiene enunciati indimostrabili. Alan Turing ha provato successivamente che non saranno nemmeno decidibili. Quello che i loro teoremi mostrano è che la matematica non si riduce alla deduzione dei teoremi a partire dagli assiomi. Alla incessante costruzione dell'edificio matematico (teoremi e deduzioni) andrà associata una continua evoluzione e revisione delle fondamenta (assiomi) su cui esso si poggia per introdurre assiomi sempre migliori che eliminano (nel limite dello sviluppo raggiunto) temporaneamente l'emergere di possibili contraddizioni.

Kurt e Alan hanno provato che la matematica è un castello infinito.

E,ovviamente, questo non fa di Hilbert un cretino.

Potrebbe ricordare qualcosa di utile anche nel contesto dei commenti a questo articolo. Dopodichè se si potesse chiudere il Bar Sport non sarebbe male, l'ora dell'aperitivo è passata

intelligent life out there.


Grazie Luca, chiunque tu sia.

Faccio sommessamente notare che tutta la macroeconomia recente è microfondata.

Prende di keynes quello che è giusto prendere (la rigidità nei salari in primis), include agenti microeconomici, include aspettative e quant'altro. In sostanza la costruzione è quella degli antiquati modelli di concorrenza perfetta degli anni '80 con incluse però ipotesi realistiche di funzionamento dell'economia. Mi sembra invece che la cosa passi dimenticata in quest'articolo e che si preferisca criticare un libro vecchio di 80 anni (il povero Keynes si sognava gli strumenti che abbiamo oggi) piuttosto che guardare allo stato dell'arte.

Saluti da uno che macroeconomista non è. :)

Ah, simple reference il libro di Galì

Non contano la realtà o i calcoli matematici, ma giungere a conclusioni che soddisfano le assunzioni che fanno in partenza. Assumono che il moto perpetuo possa essere generato, e sono disposti a inventare centinaia di modelli dissociati dalla realtà, o anche dalla logica, per dimostrarlo. Esattamente come le persone che vanno dal cartomante: l'importante non è la logica, ma che gli venga detto cio' che vogliono sentirsi dire. E' per questo che le teorie di Keynes hanno cosi' tanta presa nell'opinione pubblica.

L'economia studia fenomeni prodotti da una infinità di entità producendo formule che descrivono leggi "emergenti".  Tali leggi funzionano (tanto quanto) nel macromondo così come le leggi di Newton. Però non si preoccupano del singolo (l'elettrone della fisica quantisitca). Peccato che l'elettrone nel mondo dell'economia sia il singolo individuo. Per fare un esempio in ecnomia il singolo è sempre e solo un onda o sempre e solo una perticella, in realtà, come l'elettrone, può essere l'una cosa e l'altra. Gli individui e le masse nelle teorie economiche hanno comportamenti stereotipati ovviamente dedotti da studi statistici) che non tengono conto dell'imprevidibilità della natura umana ..... Mi stufo di farmi fare tatuaggi .... Grazie per l'attenzione 

 

La tua descrizione rispecchia esattamente la mia riflessione:i sistemi economici sono sistemi complessi con proprieta'emergenti prodotte dalle interazioni multiple dei suoi singoli componenti. Bella l'equivalenza tra l'elettrone della fisica quantistica,e il singolo ente dei sistemi economici!. Propriò in virtù di ciò,a mio avviso,e' "concettualmente/epistemologicamente" errato invalidare in toto la teoria Keynesiana sulla base di una sua "riduzione logicistica" ad un meccanismo, esaminando le interazioni dei i suoi singoli componenti! Praticamente e'quello che fa l'articolo di Levine,anche se poi critica la teoria anche a livello macro,ossia nelle sue conclusioni "emergenti"! Questo vale non solo per la teoria Keynesiana,ma per qualunque altra teoria economica: qualunque teoria economica,proprio in virtù di questo assunto epistemologico di base,e'fallace se esaminata con questo schema! In pratica, se prendo la teoria Classica/Neoclassica,la riduco,la microseziono,la semplifico ad un meccanismo ed esamino "logicamente"le interazioni dei suoi componenti (calando le evidenze macro,sulle interazioni a livello micro), giungo alle stesse conclusioni a cui giunge Levine per il Keynesismo: non funziona!Comunque la pianto qui,perche'constato che tanti non capiscono e/o non condividono questa impostazione,ognuno si tiene i propri paradigmi mentali! Suggerirei un po'più di tolleranza e di rispetto,perche'capisco che questo e'un blog "ideologicamente"orientato,ma credo che il confronto sia utile a tutti! Preciso qualora il prof. Boldrin si riferisse anche a me che niente ho a che vedere con i troll grillini,perche'mi reputo un "ente pensante e ragionante", quindi sono altra cosa rispetto al movimento 5 stelle! Penso che il populismo e la demagogia siano le cose peggiori che ci siano in Italia!Bagnai e'diverso,non la penso come lui,ma credo che vada rispettato perche'di Economia ne sa ( al contrario di Borghi,Napoleoni,livia Indiemi,etc),ha un pensiero coerente,del resto e'l'unico antieuro degno di essere preso in considerazione: credo che un buon liberale dovrebbe essere contrario al pensiero unico in tutte le cose! Non sono liberista,ma rispetto gli Economisti liberisti: alle ultime elezioni politiche del 2013, l'unico movimento alternativo, serio,degno di essere votato, con un certo spessore culturale e programmatico, era "FAre x Fermare il declino"; l'ho sempre pensato,e invitavo quelli che non volevano votare a sinistra a votare questo movimento( nonostante la gaffe di Giannino che ha indubbiamente danneggiato il movimento; tra l'altro quella gaffe mi ha sorpreso,ritenevo Giannino troppo intelligente per commettere un errore simile:si sapeva che non era laureato,bastava non millantare niente,a che pro l'ha fatto,boh!) invece del movimento 5 stelle,e gli altri!

Su Krugman,faccio ammenda,comunque il post e'errato ed e'partito x sbaglio!

Premesso che prima toccare JM dovevate chiedere il parere illustre del superesperto, cioè il sottoscritto o, in alternativa, il mio profe, io non ho capito questo passaggio dell'autore

 

Torniamo quindi all’esempio della Seconda Guerra Mondiale, perché il punto precedente descrive esattamente ciò che fece allora il governo americano: non solo spese un sacco di denaro preso a prestito o stampato, ma impose anche la leva militare e forzò molte imprese a produrre e fare cose che esse avrebbero preferito non fare. Per quanto l’attività economica possa essere cresciuta durante e dopo la guerra, rimangono dubbi sul fatto che i soldati morti in guerra ne abbiamo beneficiato allo stesso modo. 

 

Leggendolo sembrerebbe che il metodo prima e durante la II guerra mondiale abbia funzionato, solo che costringeva gli operatori economici a fare cose insulse ed i giovani a combattere in guerra.

Insomma, non ho capito:

1. ha funzionato, ma solo perchè gli operatori economci dovevano fare cose insulse ed i GI combattere la guerra, oppure

2. non funziona punto?

 

PS: sulla Grecia dovete tornare, miei cari, che adesso ci si è messo anche Zingales a difenderla ed io capisco ancora meno di quel poco che già non capivo prima... 

 

non si può sapere.

è musica jazz, non si può riscrivere lo spartito, e cmq avrebbe senso solo per testare opzioni circoscritte, non una guerra mondiale. vediamo però come è poi proseguita la sessione: cinque lustri di pace e crescita senza pari, nonostante la mancanza dello stimolo pubblico delle spese militari. sembra che la guerra faccia male, insomma e sette contrabbassi siano  troppi.

Caro Axel, quel punto David l'ha scritto un po' troppo velocemente. In guerra muore un sacco di gente, vero, ma se non morisse? David non menziona anche che in guerra si distrugge un sacco di capitale, quindi sarebbe uno dei casi in cui l'approssimazione di usare il prodotto interno lordo (piuttosto che netto) e' troppo grezza. E anche negli USO, dove non e' stato distrutto nessun capitale, molto capitale e' stato usato per fini "inutili", quindi il controfattuale e' che poteva essere stato usato in modi alternativi.

 

Ma supponiamo anche di avere delle guerre dove si muore "per finta" e dove si combatte con i rametti degli alberi, senza distruggere (troppo) capitale. La ricetta funziona? Beh certo che aumenta il GDP, cosi' come aumenta con i campi lavoro. Dura da sostenere indefinitamente. Insomma, torniamo allo "scavare buche e riempirle". Qualcuno devi costringere a farlo, oppure se devi pagarlo perche' sia disposto, devi togliere i soldi a qualcun altro... torniamo al cerchietto dei cellulari.

Per poco non ti prendevo per un troll...

Allora il modello durante la guerra ha funzionato facendo aumentare il GDP totale e per capita  il GDP USA  a prezzi costanti ($ 1990)  era 6673 nel 1929 (ca come la Cina ora), 4672 nel 1933, il momento peggiore della crisi (30% in meno) 5999 nel 1938, 11676 nel 1944, 8645 nel 1947. Il max bellico  sarebbe stato superato solo nel 1962

Quindi un successo clamoroso. Ma c'è il trucco. Il Valore Aggiunto della pubblica amministrazione è in sostanza pari alla somma dei salari (più una stima del rendimento del capitale). Quindi il PIL USA durante la guerra comprendeva tutti i salari dei soldati e degli ufficiali, mentre il Valore Aggiunto dell'industria era mantenuto elevato dall'ingresso nella forza-lavoro di donne (la famosa pubblicità di Rosie The riveteer).

Negli anni Quaranta/primi anni Cinquanta gli USA, con l'Europa in rovina erano rimasti quasi gli unici fornitori di manufatti ad un mondo affamato di beni di consumo Etc.

PS non direi proprio che la II GM sia stata combattuta per rilanciare la domanda e che produrre armi per combattere i nazisti sia una cosa insulsa...

A me l'articolo pare una serie di metafore poco azzeccate. La prima, la macchina idraulica perpetua, farebbe sorridere (o arrabbiare) persino il più accanito dei keynesiani "idraulici" visto che il moltiplicatore implica un moto smorzato, non un moto perpetuo. Ma quello che mi ha abbastanza sconvolto è quando Levine introduce nel suo racconto la moneta, scrivendo: "Keynes parla anche del ruolo delle aspettative nel fallimento della coordinazione – ottimismo e pessimismo. Per esempio: i pessimisti si aspettano che la moneta non abbia alcun valore, essi non scambiano, pertanto non ha valore: una profezia che si autoavvera; gli ottimisti si aspettano che la moneta abbia un valore, quindi scambiano e la moneta serve ed ha valore: anche questa è una profezia che si autoavvera." Ma in realtà Keynes afferma all'incirca opposto, cioè che il pessimismo rende la moneta riserva di valore e su questo basa la teoria della preferenza per la liquidità. Uno può condividere o meno la teoria keynesiana, ma presentarla in modo errato è solo uno straw man.

in modo coerente, Iodice, la "teoria keynesiana"?

Io aspetto, paziente. 

Come ho già detto più volte io ho studiato Economia Politica sui testi di due professori americani che appartenevano all'ala radicale post-sessantotto (Hunt e Sherman, per i curiosi).
Ebbene, anche costoro criticavano la teoria genrale di Keynes con gli stessi argomenti di Levine, aggiungendone altri, per così dire, più di sinistra (ebbene sì: parlavano anche della diseguale divisione della ricchezza, argomento assente in JMK, e che, secondo loro era fondamentale: cosa succede se il venditore di cellulari vuole 18 panini per il celulare ?).
Non divagando troppo su cose oramai lontane nel tempo devo appunto fare quello che dovrebbe fare qualsiasi persona dotata di buon senso: contestualizzare.
Giusta o sbagliata la Teoria generale è stata scritta nel 1933, in un contesto economico completamente diverso, trarne una qualsiasi logica oggi è impossibile, come è impossibile farlo per tante altre teorie, che rispondevano ai tempi (c'è qualche Colbertista ?).

La verità è politica e fideistica, siccome certa gente si sente "de senistra" cerca di dare corpo ai propri istinti religiosi attaccandosi a una qualsiasi teoria che dica che "lo Stato è bello e i ricchi fanno schifo", teoria tra l'altro valida fino a quando non gli toccano la robba, stile Gino Paoli, Keynes con la sua teoria (tutt'altro che generale, visto che si occupava di un momento in cui l'altra teoria imperante, quella neoclassica, non era in grado di spiegare la Grande Depressione) della domanda aggregata soddisfa alcuni requisiti "de senistra" e quindi è difesa più del Vangelo da parte di un Gesuita.

Ovviamente appena gli tocchi la fede arrivano, non mi stupisce quindi il numero di commenti incongrui, ignoranti (nel senso che ignorano o deficitari), non li ritengo nemmeno dei troll, fanno parte della sociologia di questo paese.

ma, ammettendo che Keynes e tutti i suoi seguaci abbiano detto solo stupidaggini, alla luce dei fatti (e forse con una certa dose di senno del poi,  lo riconosco!) non mi pare che i seguaci di chi predica/va teorie opposte abbiano ottenuto risultati fantasmagorici; a questo punto la domanda diventa. non è che in economia l'unica "teoria" che funzioni sia quella del colpo al cerchio e l'atro alla botte?

@marco esposito: Mi spiace, lei parte da un assunto errato: che quelli di sinistra siano più inclini di quelli di destra a restare vittime di fedi, nel caso di specie economiche. Mi permetto di osservare che, a mio avviso, è esattamente il contrario. Capisco che qui impera un dialogo tra sordi e si rischia un rimpallo di accuse degno di “Per chi suona la campana” (non Hemingway ma John Donne), però ci provo lo stesso. Io penso che, al netto della grossolanità insita nelle generalizzazioni, sia la scelta politica che quella di aderire ad una "fede" economica è frutto della struttura psicologica, determinata prevalentemente dell'educazione. I laici di sinistra moderata acquisiscono una maggiore propensione al dubbio ed allo scetticismo, che si riflette sulla capacità critica; tendenzialmente, sono persone logiche, pragmatiche, mosse dal dubbio, spinte da ideali, alla perenne ricerca di soluzioni concrete ai problemi, e che, pur patendo ancora il complesso edipico (altrimenti non sarebbero di sinistra), non se ne lasciano dominare. Discorso diverso per quelli della sinistra massimalista, a-logici, a-pragmatici, “benaltristi”, obnubilati dall’ideologia, i quali, non avendo risolto il complesso edipico, se ne lasciano dominare e non gli va mai bene nessuna soluzione e perdono tempo ad "ammazzare" tutti i giorni il proprio padre. Mi pare almeno intuitivo che quelli educati secondo i canoni tipici di destra - a maggior caratura autoritaria - siano, invece, in generale più portati ad assumere atteggiamenti fideistici sia in politica che in economia. Il luogo del misfatto è soprattutto in famiglia, nei primi anni, dove spesso non si inculcano le basi dell'analisi critica, da parte di genitori che, per la loro struttura psicologica, determinata fortemente dall’educazione autoritaria ricevuta, non coltivano dubbi, ma certezze; non consentono, ma reprimono; non tollerano, ma vietano. Faccia una riprova: tutti i figli di genitori “fascisti” hanno sempre un alto concetto del loro padre - perché sono usciti sconfitti dal conflitto edipico - e conservano questa loro propensione a seguire un “capo”, da cui farsi dirigere ed in cui immedesimarsi. E immancabilmente si schierano con i ricchi e i potenti. E, poiché hanno la coda di paglia, diventano talvolta campioni e (quasi) sempre vittime della triade menzogna- negazione freudiana- proiezione. Come nel suo caso. Se riesce a vincere la censura interna, si faccia un bell’esame di coscienza. Così forse diventerà meno seguace fideistico dell’ideologia economica dei ricchi potenti: come indubitabilmente è il neo-liberismo.

Tralasciando di commentare insulti, ragioni sparse, e una generale indisponibilità, mi pare invece di poter constatare una sostanziale convergenza di vedute di fondo, ebbene si! A partire da Levine tutti qui sembrano condividere il fatto che la Teoria Generale sia costituita da entimemi a sfondo escatologico, cioè una sequenza di sillogismi imperfetti e teleologicamente orientati, una serie di premesse iperboliche selezionate appositamente per conseguire un preciso risultato sperato. Addirittura, come sembra, nessuno, di nessuna fazione, vorrebbe rinunciare a questa narrazione, e ci si divide semmai solo sul giudizio di valore da dare ad un tale modo di procedere. Ovvero si crede di potersi dividere, si suppone di poterlo fare. Io, mi sono solo permesso di aggiungere che Keynes era consapevole di questi suoi eccessi, per un riequilibrio nella valutazione storica, ma questo non cambia il fatto oggettivo. Il dilemma è dunque quello vecchio come il cucco di ragionare in termini di speranza o di fede. Come la giri e la rivolti siamo messi male; magari se si collaborasse invece di litigare ….

Ma per quanto forti sembrino le espressioni che tentano di istituire questa radicale diversità, l'ambito continua a restare comune nella sostanza. Una diversità che si proclama in modo così rutilante, lo fa perché non può nascondere di essere una distinzione solo fittizia. Se fosse così assoluta come si pretende che sia, la distinzione sarebbe solo espressione di identità, e rimarrebbe da appigliarsi solo alle manifestazioni empiriche immediate e disarticolate per pretendere di istituire ancora quella presunta diversità. Ma le manifestazioni empiriche sono riconoscibili, diventano significative per il ragionamento, solo dopo che esse sono inquadrate in uno schema, cioè solo se vengono assunte all'interno di quei presunti diversi che invece, come si è visto, fin'ora sono l'identico. Allo stadio si può scegliere tra essere romanisti o laziali, nel ragionamento la questione è alquanto più impegnativa.

Faccio un disperato tentativo:

“... the class war will find me on the side of the educated bourgeoise” JMK

 Domanda: Chi qui non si sente appartenere per costituzione alla stessa collocazione scelta da Keynes?

 N.B. Si avverte che la possibilità di scegliere una risposta ha senso solo nell'ipotesi che esista ancora l'ambito della premessa, se poi sia mai esistito. E poiché appare accertato almeno che la premessa ora esiste solamente come forma retorica, la domanda è solo una richiesta di presa d'atto. (Ci spero poco!)

talk about feeding the trolls :-)

seriously, i commenti contengono enough bullshit che stavamo pensando di chiudere le discussioni, ma lascieremo scemare on its own  ...

per favore, chiudete i commenti! non se ne può piu, davvero!

Non so cosa abbiano in mente di fare, ma per me non è la strada giusta.

Per ora, DFTT.

Allora come ho gia' commentato in un altro punto chiudete il blog e trasformatelo in un Club virtuale dove possono accedere solo i Soci !!

Ma per favore cancellate dalla vostra presentazione come blog

 " Per il resto, libertà di parola più assoluta" 

altrimenti siete poco credibili !!

Questo le sembra un commento ben argomentato ??

"Il mondo delle bettole pentastellato/leghiste deve aver scoperto il blog e deciso di venire a scaricare qui il letame che i vari grillo/bagnai/salvini/borghi/napoleoni/rinaldi/casaleggio hanno accumulato fra le loro orecchie. "

A me sembra arroganza pura !

Avevo chiesto in altri commenti su Euro, Grecia, Area monetaria ottimale di confutare le affermazioni del Prof. Bagnai ma nessuno lo ha fatto !

Qui Bagnai viena definito "letame"  dal Prof. Boldrin senza nessuna motivazione !

Chi ha dato al prof. Boldrin l'autorita' di definire un altro economista che la pensa diversamente da lui  "letame" ??

 Ognuno puo' dire le "cazzate" che vuole ma per favore non vendetele come opinioni intelligenti !

Penso proprio che smettero' dopo anni di leggere NFA cosi' sarete contenti e felici !!

anzi, te la tengo spalancata io.

E, come commiato, lascia che te lo dica: o ben sei un deficiente che non sa l'italiano o sei in mala fede. O entrambe le cose.

Non solo perche', se fosse vero che leggi nFA da anni, sapresti benissimo come le puttanate dei tuoi eroi siano state qui regolarmente e sistematicamente smontate. Infatti, la volta che il loro capo ha voluto dibattere pubblicamente con me ed un altro economista vero ha fatto la figura che ha fatto ed ha persino cercato di non scendere nel merito dei suoi argomenti! Perche'? Perche' sa perfettamente che sul piano tecnico le fantasie che vi vende e sulle quali ha costruito la sua carrierina di guru tali sono: chiacchiere buone solo per i gonzi o per gli avventurieri della politica come Salvini e la sua banda di accoliti. Dopodiche', sul suo blog puo' lanciarsi in tutti i comizi pseudo-dotti che vuole ma lui SA che quanto dice non reggerebbe mai ad un confronto serio con qualsiasi economista minimamente preparato. PUNTO ED A CAPO.

Lo sei anche perche', fra le mille prove di deficienza che i tuoi commenti spandono, questa frase 

"Qui Bagnai viena definito "letame"  dal Prof. Boldrin senza nessuna motivazione !"

mi ha particolarmente infastidito. Perche', vedi, io ho scritto che Bagnai&Co vi hanno riempito la testa di letame NON che Bagnai&Co sono, qua persone, letame!

Questo e' palese a chiunque sappia l'italiano e non sia platealmente deficiente o in grande mala fede. Non devo nemmeno riprodurre la mia frase, l'hai fatto tu stesso nel tuo commento, per poi avere la faccia tosta di affermare, 4 righe piu' sotto, una tale bestialita'.

Vergognati e, per quanto mi riguarda, se ti togli di mezzo per sempre mi fai solo un favore. Con persone come te io non ho alcun piacere di discutere e, quando escono da casa mia, apro le finestre per far entrare aria e disinfettare l'ambiente.

Fine delle comunicazioni.
 

spesa su gdp USA

Quel neolibberista di clinton e quel socialista di reagan... perchè se non si capisse dal grafico la spesa su gdp sotto Reagan è aumentata.

 

I am not worried about the deficit. It is big enough to take care of itself.

Ronald Reagan

 

Ma fortunatamente, non più di tanto.

Salve.

Per quanto ne so la teoria di Keynes prevede anche il pareggio di bilancio all'interno di un ciclo economico. Ovvero lo stimolo fiscale in deficit viene usato dallo Stato in una fase di recessione per essere poi compensato da una stretta fiscale in una fase di espansione, quando il PIL effettivo è al di sopra del PIL potenziale. Riprendendo l'esempio dell'articolo, lo Stato fornisce un cellulare al produttore di cellulari (preso a prestito da qualcuno) per prevenire il collasso dell'economia, ma si riprenderà indietro un cellulare dal produttore nel momento in cui l'attività sarà maggiore e circoleranno due cellulari, due tatuaggi, due tagli di capelli, due panini.

Questa seconda gamba su cui poggia la teoria è quella che (per ragioni politiche) viene sempre ignorata. Sarà forse che al keynesismo vengono attribuite proprietà taumaturgiche che non sono presenti nella teoria di JMK stesso, e le politiche keynesiane vengono invocate troppo spesso come la cura di qualsiasi male dell'economia?