"Anno I E.R."?

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Un anno fa, il 15 febbraio 2014, scrissi un post dal titolo Ma io tifo Renzi.  Facevo alcune previsioni, sostenendo che Renzi era il meno peggio dei politici italiani. A distanza di un anno …

Avevo previsto che Renzi

i) avrebbe fatto approvare alcuni provvedimenti demagogici. Avevo ragione, anche se francamente pensavo a qualcosa di molto più modesto del decreto degli 80 euro.

ii) Avrebbe fatto approvare una legge elettorale maggioritaria, ‘necessaria per poter essere rieletto’ e la trasformazione del Senato in camera delle regioni, come provvedimento anti-casta.  Ci sta provando, con fatica, ma l’impegno è chiaro.

iii) Non avrebbe chiesto elezioni politiche anticipate prima dell’approvazione della riforma del Senato, venendo incontro agli interessi dei suoi alleati. In effetti, dice sempre di voler aspettare la fine della legislatura e razionalmente  gli conviene. Più si va avanti nel tempo, più una ripresa economica è probabile. Inoltre, votando con la legge attuale (il Porcellum modificato) rischia fortemente di non avere la maggioranza dei seggi. Una volta approvate le riforme avrà un’arma di ricatto formidabile per costringere il parlamento a fare quello che vuole.

Sembrerebbe quindi che io ci abbia azzeccato abbastanza. Ma aspettate prima di chiedermi i numeri del lotto. Infatti, mi ero sbagliato su due punti essenziali

Primo, contrariamente alle mie previsioni, Renzi ha fatto almeno una riforma, il Jobs Act (insufficiente, ma comunque meglio di niente) e ne ha messe in cantiere altre (legge sulle banche popolari, riforma della pubblica amministrazione, riforma della giustizia etc.) anche se non è chiaro se arriveranno in porto e quanto saranno incisive nella loro (eventuale) versione finale. 

Secondo, avevo notevolmente sottovalutato le capacità di Renzi. Mi sembrava bravo – ed infatti ho scritto che ''finora ha dimostrato un intuito politico superiore a quello di tutti i suoi avversari, compreso lo stesso Berlusconi (e questo è un complimento)''. Si è dimostrato un fuoriclasse nella tattica politica, come ormai riconosciuto persino da Scalfari. Pensavo per esempio, che ''Forza Italia potrebbe esplodere nella guerra fra gli eredi'' di Berlusconi – ed invece l’ha fatta esplodere molto prima. Pensavo che Renzi ''potrebbe presentarsi alle elezioni con buone probabilità di successo'' – ed ha preso il 40.8%.  È riuscito a bloccare l’ascesa del M5S (vi ricordate le previsioni del sorpasso alle europee?) aiutato dall’insipienza politica di Grillo. Ha ridotto gli alleati a comprimari, disposti a votare qualsiasi cosa pur di evitare le elezioni e la propria scomparsa politica. Infine, sta profittando dell’ascesa della Lega, l’avversario di destra ideale. A questo proposito, mi domando se la sua reazione sprezzante alla rottura del patto del Nazareno, invece di essere, come ritenuto da molti commentatori, manifestazione di arroganza  e presunzione giovanile, non sia una scelta politica.  Spingendo Berlusconi fra le braccia di Salvini renderebbe impossibile rifare una coalizione di destra con NCD alle prossime regionali e quindi darebbe ottime chances al PD di vincere anche in Veneto e Campania. Sarebbe un trionfo. Non è detto che gli riesca tutto. In particolare, non è chiaro se riuscirà a raccogliere abbastanza ''responsabili'' per garantirsi l’approvazione delle riforme se la sinistra PD riprendesse a fare ostruzionismo. Ma se ci riuscisse, sarebbe quasi sicuro di vincere le prossime elezioni e quindi di governare a lungo.

A questo punto, la domanda vera è un’altra. Stabilito che Renzi è il meno peggio ora (e presumibilmente nel prossimo futuro), sarà anche sufficiente per fermare il declino? Su questo ho parecchi dubbi, confermati da alcuni provvedimenti di Renzi. Una prova evidente è la prevista assunzione di 150.000 precari della scuola, a quanto si dice senza alcun filtro qualitativo (cfr. articolo di Gianna Fregonara sul Corriere). Come ho già detto, penso che gli italiani non vogliano fermare il declino e finché non lo vorranno, nessun politico potrebbe costringerli a farlo. Non mi ripeterò qui. Per deformazione professionale, nei giorni scorsi mi sono messo a comparare Renzi con i primi ministri della storia italiana. Io vorrei un Cavour – un uomo di grandissima levatura intellettuale con un programma di modernizzazione ben precisa e lungimirante, fatto ingoiare al re ed al paese con una tattica parlamentare spregiudicata. Non mi sembra il caso di Renzi. Se va bene è un Giolitti. Uomo personalmente integro, con un programma di modernizzazione vago e altamente flessibile e subordinato all’esigenza prima di rimanere al potere con tutti i mezzi (cf. il libro di Salvemini "Il ministro della malavita", sull’uso del clientelismo meridionale). Comunque, alla fine si è rivelato un grande primo ministro, anche favorito dalla congiuntura economica internazionale. Il periodo 1895-1913 (non a caso chiamato età giolittiana) è stato tra i migliori, dal punto di vista economico ma anche del progresso sociale, dall’Unificazione all’inizio del miracolo economico. Se va maluccio, avremo un Depretis. Per certi versi simile a Giolitti nella tattica parlamentare (fu il principale beneficiario del trasformismo) ed anche nell’ambizione riformatrice, ma con risultati molto peggiori. Se va male, c’è solo l’imbarazzo della scelta fra i numerosi primi ministri della seconda repubblica, abili nella tattica parlamentare ma disastrosi nell’azione di governo.

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Commenti

Ci sono 73 commenti

Del primo non sapremo mai gli effetti sulla politica italiana e sulla costruzione post unitaria, divenuta accentratrice, e pur avendo un ottimo giudizio su Cavour quale uomo di stato non riesco a individuare i suoi limiti su un panorama più vasto.
Giolitti è stato il primo democristiano, e forse hai ragione paragonando Renzi a lui, si assomigliano in tante cose.

Al di là delle idee comunque la penso come te: questo è almeno due spanne sopra gli altri, si è liberato facilmente del "Nazareno" senza far resuscitare Berlusconi, operazione che invece il PD faceva benissimo prima, il CDX scivola verso la confusione e Salvini (che sono la stessa cosa),e al momento regna incontrastato.
Anno I E.R., sicuramente.

è il più grande uomo politico europeo del 19 secolo

Renzi è un ambizioso, credo sia animato da buonissime intenzioni, ma deve fare i conti con la gente che c'è in Parlamento. Per valutare appieno la sua capacità di uomo di Stato temo bisognerà aspettare la prossima legislatura, e vedere come saprà gestire le lobby (ed i cittadini) contrari alla modernizzazione del Paese.

Un punto negativo è certamente che la sua ambizione lo porterà a contrastare (su questo in buona compagnia internazionale) cessioni di sovranità alla Comunità europea, a meno che non veda una vaga possibilità di diventare lui il primus inter pares. Cosa di cui dubito.

i punti di massimo renziano: lo stop secco imposto a peppe g., confermato poi a suon di voti.

il decreto sulle popolari, di cui si sta comprendendo in queste ore i reali motivi di urgenza. per una volta, non è un tema che possa portare facili consensi, e questo raddoppia i meriti.

i minimi: il benservito a cottarelli e il foglietto portato in consiglio dei ministri la vigilia di natale.

umanamente è un ballista ignorante che ha però precisa nozione della assoluta inconsistenza dei rivali politici, dentro e fuori il partito. sperem.

basta questa frase

 

Come ho già detto, penso che gli italiani non vogliano fermare il declino e finché non lo vorranno, nessun politico potrebbe costringerli a farlo.

 

Non se la prenda Giovanni, che intanto sa gia' come la penso.

Certo che fra stare a fare il tifo per un pagliaccio di questa fatta

www.corriere.it/politica/15_febbraio_18/renzi-italia-paese-manifatturiero-secondo-solo-germania-cbf79662-b782-11e4-bef5-103489912308.shtml

e raccogliere francobolli, meglio la seconda.

Purtroppo l'antica regola "Montanelli" di turarsi comunque il naso ed appoggiare il meno indecente dei candidati a far da capo ha portato l'Italia la' dove sta ora.

Ma, ovviamente, e' colpa del popolo bue che non s'inventa da solo un "Cavour" (per citare l'eroe di Giovanni) e non invece dei potenziali "Cavour" che, per antica cultura signorile, preferiscono servire il capitano di ventura di turno ... storia antica delle borghesie italiche :)

 è un popolo di individui razionali che pensano al proprio interesse personale immediato piuttosto che lasciarsi guidare verso il sol dell'avvenire da noi intellettuali illuminati.  Comunque, se vuoi fondare un partito ....

Mi rivedo abbastanza nelle ultime posizioni di Giovanni. Non "tifo" Renzi, è una soluzione di Nth best, se alle elezioni ci sarà un partito con un'offerta politica migliore lo voterò ma (1) credo fare politica voglia dire anche fare discorsi come quello che hai linkato, anzi direi che tra tante cagate fatte da questo governo (tipo il nuovo regime dei minimi e il non toccare le pensioni) hai preso una cosa marginale. Un po' di spirito nazionalistico alla gente piace, e dire che lagnarsi non risolve i problemi mi pare condivisibile; (2) un tentativo di creare una roba nuova è stato fatto ma non è piaciuto, per incapacità nostre, sfortuna, scarso appeal, varie e eventuali. Io dall'esperienza di FARE ho capito che fare politica è un lavoro per il quale non ci si improvvisa, costruire consenso richiede pazienza, tempo e volontà di accettare compromessi. Se fossi in Italia credo mi interesserei alla vita politica del mio comune cercando di fare cose concrete magari cercando di radunare qualce orfano di FARE, stando all'estero faccio semplicemente altro. (3) Finché Renzi mi darà l'impressione di poter fare qualcosa di marginalmente positivo mi auguro che lo faccia, conscio che l'alternativa (Grillo? SB+Salvini?) farebbe danni ben peggiori.

sul piano assunzioni c'è da dire che molte critiche sono pretestuose. "Una prova evidente è la prevista assunzione di 150.000 precari della scuola, a quanto si dice senza alcun filtro qualitativo": il problema è appunto il "senza alcun filtro qualitativo" che è un'affermazione falsa (al limite si potrebbe discutere della norma che ha reso precari della scuola tutti gli iscritti in GaE ma questa fu decisione di Fioroni), vediamo perché. Tutti i docenti in GaE hanno superato un concorso (nel 1999 o nel 1990 ma sono una minoranza) oppure un corso abilitante biennale come la SSIS, ci sono poi quelli che hanno superato un corso-concorso riservato a chi aveva un certo numero di mesi di servizio, ma la maggioranza sono docenti che hanno fatto la specializzazione biennale della SSIS o una precedente prova concorsuale. Certo ci sono alcuni che nel frattempo hanno fatto altro ma sono una minoranza. Aspetto comunque il piano definitivo (e non le indiscrezioni) per una valutazione nel merito

Quello che è mancato è un filtro che facesse passare solo gli insegnanti dei settori con carenza di personale (ad esempio matematica, probabilmente inglese).

 

Con tutto il rispetto per la musica (che a me piace molto e alle medie era una delle mie materie preferite) come si fa ad assumere 10mila insegnanti di musica? Magari bravissimi, però ecco, probabilmente non tutti necessari.

 

Ecco, io sono d'accordo ad assumere tutti i precari. Però solo per posizioni che servono. Sei un insegnante di latino a Crotone? Se sei disposto a diventare un insegnante di tedesco a Vicenza, ti assumo (pagandoti anche i corsi di tedesco, ci mancherebbe). Questo secondo me è "investire sulla scuola" con un "filtro qualitativo".

Renzi sara' anche un bravo stragega, ma talune cose fanno pensare - o meglio, sono evidenza empirica - che Renzi vuole solo il potere, e per quello e' tranquillamente disposto a sacrificare il benessere del paese.

 

Fino ad ora, la strategia e' IDENTICA ai governi precedenti: aumentare la tassazione, soprattutto patrimoniale, e tutto il resto e' praticamente cosmetica (Job acts incluso).

 

A parte i massacri fiscali assortiti (aumento della pressione fiscale, tasse retroattive, accrocchi tipo TFR in busta paga, le meraviglie sul regime dei minimi, e non parliamo della franchigia/condono del 3%): Qualcuno mi spieghi dove sono i programmi per risolvere i nodi della spesa pubblica, istruzione, giustizia, perche' sinceramente non riesco a scorgerli.

 

Ma per davvero, senza voler essere provocatorio.

e poi smetto di ripeterlo.

i) è evidente che Renzi vuole il potere, come tutti i politici.  E allora? 

ii) secondo me è animato da un sincero desiderio di fare riforme, a patto che le riforme non mettano in pericolo il suo potere e possibilmente che lo accrescano - cioè siano popolari.  Già il Jobs Act è al limite del politicamente possibile - vediamo cosa ne esce. La riforma delle banche popolari sarebbe un mezzo miracolo.

iii) quindi, Renzi non può essere il riformatore che vorremmo perchè il popolo italiano, che vota, non vuole le riforme che noi riteniamo necessarie pear il suo benessere.  Non vuole tagli effettivi alla spesa pubblica, non vuole riorganizzazioni della macchina dello stato etc. Lo ha dimostrato alle elezioni del 2013: FARE ha preso meno del 2%. Prima dell'affaire Giannino si diceva che potesse arrivare al 4%. Il 4%, non il 40% e neppure il 20%, neanche il 10%. E il programma di FARE era pieno di illusioni e false promesse. Magari fra dieci anni la situazione cambierà, ma per ora è questa.

Quindi delle due l'una: o si invoca una dittatura illuminata che faccia le riforme  che noi riteniamo utili contro il volere del popolo italiano o ci si acconcia a sperare che Renzi riesca a fare il politicamente possibile. Nel frattempo, si possono collezionare francobolli, scrivere articoli di storia economica o dedicarsi ad opere di carità. Se si vuole, si può anche tentare di spiegare al popolo perchè le riforme sono necessarie.

 

PS Ovviamente, il mio discorso esclude  che Grillo, Salvini o il fantasma di Berlusconi possano fare le riforme.  Posso sbagliarmi: se qualcuno è convinto che uno di loro possa essere meglio da questo punto di vista, lo argomenti e ne discutiamo.

Sono d'accordo con Giovanni quando dice che Renzi e' uno che vuole stare al potere e capisco anche quando dice che dato il contesto, puo' essere considerato meno peggio degli altri.

Non sono d'accordo invece quando Giovanni diceche gli Italiani hanno dimostrato di non volere le riforme necessarie, nel senso che dimostrare questo punto mi sembra meno scontato del previsto. A una prima vista sembra banale: l'Italia e' in declino da oltre 20 anni e per tutto questo tempo non ha trovato il modo di cambiare e rialzarsi, per cui guardando ai risultati deve voler dire che agli Italiani va bene cosi'. Se guardiamo alla cosa piu' a fondo, la situazione e' meno banale e chiara. Giovanni cita il fatto che Fare ha preso meno del 2%, e secondo me e' sbagliato. Ora io vorrei rispondergli parlando di tre cose:
i. Fare
ii. L'astensionismo
iii. Il contesto Italiano

i. Fare e' nato 6 mesi prima delle elezioni di marzo 2013 e ha compiuto una traversata solitaria nel deserto contro incumbent che stavano li' da molto piu' tempo, come nota giustamente Michele.  E' imploso perche' ha gestito male l'affaire Giannino a una settimana dal voto e non sapremo mai come sarebbero andate le cose altrimenti. Questo fatto si e' trascinato e ha ucciso il partito anche dopo le elezioni, purtroppo. Io non interpreto il risultato di Fare come Giovanni che dice che questo dimostra che gli Italiani hanno scelto di non riformarsi perche' hanno preferito non votare l'unico partito che diceva loro la verita' quando ne hanno avuto per una volta uno da votare. Non lo credo perche' e' vero che gli Italiani sono individualisti razionali, ma e' anche vero che nel mondo reale non basta spiegare le cose alle persone razionalmente una volta per fargliele capire, ma bisogna vendergliele, bisogna convincerle, bisogna stare in mezzo alla gente e passare tempo con loro, bisogna fargli credere quello di cui un partito e' capace. E c'e' poco da fare, per farlo ci vuole tempo (time consistency). Grillo non ci ha messo 6 mesi ad arrivare al 25%, ma e' stato in incubazione per anni, ha fatto eventi che riempivano le piazze e raccolte di firme prima di presentarsi alle elezioni, poi se non ricordo male si e' presentato alle regionali e solo dopo alle nazionali. Inoltre, credo che avrebbe fatto una bella differenza se Fare nel 2013 avesse preso piu' dell'1% e rotti e se poi non fosse imploso na causa di lotte interne. E penso che avrebbe potuto prendere piu' dell'1% senza l'affaire Giannino. Prendiamo San Marino: e' un'enclave straniera nel mezzo dell'Italia. Li' hanno votato gli Italiani residenti a San Marino e le votazioni si sono chiuse la domenica prima del voto in Italia, come per tutti i paesi stranieri. Lo scandalo Giannino e' scoppiato il lunedi' dopo. Per cui possiamo immaginare che gli Italiani di San Marino abbiano votato senza avere lo scandalo in testa. Li' Fare ha preso il  3,75%. La settimana dopo a Rimini e Pesaro ha preso l'1% e rotti. Certo non prova niente, ma suggerisce che se Fare non si fosse suicidato probabilmente ci sarebbe stata piu' trippa. Per pura speculazione, se Fare avesse preso il doppio o il triplo di quello che ha preso effettivamente, arrivando oltre il 2 o 3%, e se, di conseguenza, non fosse imploso per lotte intestine, avrebbe potuto strutturarsi come un partito normale in vista delle elezioni successive (come il MS5 o altre start-up), andando a pescare tra le rovine del centro destra, tra i liberali del centro sinistra e tra l'astensione

ii. L'astensione appunto. In Italia il numero di astenuti e' in crescita costante. Questo puo' essere visto come contrario all'ipotesi di Giovanni che gli Italiani non vogliono riformarsi. Io la vedo cosi': gli Italiani sono scoraggiati e non credono nel sistema, perche' pensano che il sistema li freghi. Facendo cosi' non votano, perche' hanno capito che i vari partiti sono manifestazioni diverse della stessa casta. Non votando, la castacontinua a vincere, perche' il numero di seggi in partlamento e' fisso e si spartisce tra quelli che partecipano al gioco. In questo senso, alla casta non gliene frega molto dell'astensione. Per fargliene fregare bisognerebbe cambiare la legge elettorale e dire che il numero di parlamentari totali eletti non e' fisso, ma e' proporzionato al numero di votanti. :-)
In ogni caso, l'astensione e' un segno che c'e' una maggioranza relativa di Italiani non contenti, che pero' non riesce a organizzarsi e a trovare rappresentazione...

iii. ...perche' la casta ostacola fortemente questa possibilita':
- Lo fa mettendo barriere all'ingresso per nuovi partiti (vedi le firme da raccogliere anche solo per presentarsi)
- Lo fa mettendo in campo leggi elettorali che premiano la fedelta' al capo piuttosto che l'accountability elettorale (gli italiani avevano votato a un referendum negli anni 90 per avere il sistema maggioritario, e la casta non ha mai obbedito alla legge in pieno, perche' ha messo in campo il matterellum che era un sistema misto, e poi se ne e' fregata e ha proprio cambiato la legge e lasciato perdere sta cosa del "si vota la persona e non il partito" che c'era con i collegi uninominali)
- Lo fa controllando l'informazione, tramite finanziamenti diretti e moral suasion indiretta (in Italia l'informazione non e' libera secondo gli standard internazionali) e questo influenza in maniera determinante quello che gli Italiani considerano normale e accettabile. I giornali e i telegiornali Italiani sono dichiaratameente di parte e annacquano le notizie, se le danno, e sopiscono i commenti, in modo che alla fine niente sembra uno scandalo e la gente si assuefa a come vanno le cose
- Lo fa organizzandosi militarmente e da una parte mentendo spudoratamente agli elettori, confidando sulla compiacenza dei mezzi di informazione, e dall'altra comprando consenso coi soldi pubblici presso le proprie constituency e occupando le posizioni che contano

In conclusione, non sono convinto che gli Italiani in generale non vogliano riformarsi, potrebbe essere cosi', ma la situazione che abbiamo non ci da prove decisive. Invece sono convinto che ci sia una casta, cioe' una minoranza ben organizzata, che impedisce in tutti i modo che ci possa essere un ridirezionamento della politica Italiana in un verso a lei ostile. Per cui, alla fine, concordo con Michele: una volta che stabiliamo che qualcuno (e.g., un Renzi) passa la linea e diventa parte della casta, non ha piu' tanto senso stare a vedere chi e' meno peggio dell'altro.

Penso che, forti dell'esperienza, gli Italiani non debbano accontentarsi di nessun politico che non sia al di sopra di una soglia minima.

la tentazione filatelica ben capisco  (mi occupo di tutt'altro che di politica) ma il realismo mi preme.

alternative a Renzi sono una destra di stronzette xenofobiche (Meloni) o di cretino con le amanti della rai (salvini). l'alternative di sinistra e' bertinotti senza il cravattino (Landini), mi spiace ma minetti non e' Merkel, per cui mettiamo tutti giu' i fuciletti flobert, fare/fermare/etc. fu un fallimento integrale, per immaturita' temporale, per Giannino, e perche' il suo pubblico e' minuscolo. da quel che mi risulta Malagodi non fu subornato da un giornalista "con rapporti dadaisti" col mondo, eppure mai prese nulla. in verita', in verita', non so davvero se qualcuno volesse esser messo in quanto terza ruota di scorta di bondi, giovanardi, santanche' e -- che dio ce ne scampi, sottosgretario di tremonti....

Qualcuno avverta il Prof Federico che dovrebbe lavorare su un articolo per il pessimo Anno II dell'era Renzi :)