Ma io tifo Renzi

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In questo post provo ad interpretare le recenti vicende politiche già oggetto del precedente post di Giulio. Giungo a conclusioni diverse sulla base di una interpretazione complessiva della situazione italiana. Non sono un sociologo, politologo o un esperto di sondaggi elettorali e quindi non posso dimostrare le mie affermazioni con dati empirici. Sarò quindi volutamente breve ed apodittico: Renzi è il meno peggio.

La premessa, che val la pena ricordare sempre è che in una democrazia, per quanto imperfetta, in ultima istanza il ceto politico rappresenta i cittadini. I politici traggono vantaggi personali più o meno consistenti (quelli italiani molto consistenti) ma alla fine fanno quello che i votanti vogliono.

Credo che tutti i frequentatori di questo blog (e non solo loro) concordino su un fatto. L’Italia è in declino economico, sociale e politico da almeno quindici-venti anni, perché, a differenza di altri paesi avanzati, si rifiuta di fare i conti con le conseguenze della seconda globalizzazione. Molti a parole riconoscono la necessità di profonde riforme, ma (quasi) nessuno è disposto a subirne i costi per la propria posizione personale.  Quindi la stragrande maggioranza degli italiani cerca una soluzione alternativa. Per parecchi anni, molti si sono affidati a Berlusconi, che prometteva un radioso avvenire per tutti senza sacrifici. Dopo quasi vent’anni ed una serie impressionante di fallimenti, il suo carisma si è appannato, ma è stato sostituito da Grillo. La narrativa di Grillo è formalmente differente e, a mio avviso, più pericolosa ma risponde alla stessa esigenza di non fare i conti con la realtà. Infatti cerca un capro espiatorio da additare al pubblico ludibrio come responsabile di tutti i mali.  Qualche volta se la prende con gli immigrati, spesso con l’euro e l’Europa, ma sempre con la casta. Basterebbe mandare a casa i politici attuali e sostituirli con altri, magari diretti dal popolo attraverso la rete e tutto si sistemerebbe. La sua retorica illude chi vuole disperatamente farsi illudere.  Non a caso, partendo dal nulla ha preso il 25% dei voti, mentre FARE prima dell’affaire Giannino al massimo poteva aspirare a passare la soglia del 4% dei voti e solo con una propaganda anti-tasse molto violenta.  La Lega si sta posizionando su una linea simile a quella di Grillo, accentuando la retorica anti-europeista, e probabilmente Forza Italia farà lo stesso. Non starò a spiegare perché la vittoria di Berlusconi/Lega o, Dio non voglia, Grillo alle prossime elezioni politiche sarebbe devastante per l’Italia. Ricorderò solo, alle anime belle che sostengono che il popolo è sovrano, che una crisi del debito italiano porterebbe al collasso del sistema bancario europeo, con un forte rischio di una crisi economica mondiale molto peggiore di quella del 1929.

Ritengo che Renzi sia l’unico argine a questa deriva. Non ritengo affatto che sia un grande statista con una visione di lungo periodo per la modernizzazione del paese. E comunque se l’avesse, la rimetterebbe immediatamente nel cassetto, per una semplice ragione.  Dovrebbe partire dalla riforma della pubblica amministrazione e dal taglio delle pensioni in essere e l’elettorato  del PD è fatto in gran parte di pensionati e dipendenti pubblici. Il PD crollerebbe al 15%. Penso invece che Renzi sia l’unico politico a poter cavalcare l’ondata di antipolitica, nella speranza che la ripresa mondiale attenui la crisi in Italia e che quindi fra due-tre anni sia possibile tornare al business as usual.  Per questo, Renzi deve far approvare alcuni provvedimenti demagogici. La legge elettorale maggioritaria è necessaria per poter essere rieletto ma non è certamente sufficiente per vincere le elezioni.  La trasformazione del Senato in camera delle regioni è già molto più utile, in quanto appare un provvedimento anti casta e Renzi potrebbe sfidare Grillo sul suo terreno. Poi Renzi dovrebbe aggiungere qualche provvedimento di semplificazione amministrativa (se riesce a farlo passare dalle grinfie dell’alta burocrazia ministeriale) e qualche misura per l’occupazione, pomposamente ribattezzata Jobs Act, se riesce a trovare qualche soldo nelle pieghe dei bilanci (magari rinviando qualche spesa impopolare come gli F-35). Se poi avesse la fortuna di risolvere il caso dei marò o di affrontare qualche emergenza nazionale (alluvione etc.) con piglio decisionista e buone photo-opportunities potrebbe presentarsi alle elezioni con buone probabilità di successo. Certo Renzi è infinitamente più abile di Letta e Monti nello sfruttare i mezzi di comunicazione, nascondendo i fallimenti ed esaltando i successi.

Tre considerazioni conclusive

i) io pensavo, come il 90% dei commentatori, che a Renzi convenisse tenersi Letta come parafulmine – per scaricare su di lui gli eventuali insuccessi. Renzi ha deciso di rischiare in prima persona. E’ la sua terza scommessa, dopo la candidatura a sindaco di Firenze e le primarie 2012.  Finora ha dimostrato un intuito politico molto superiore a quello di tutti i suoi avversari, compreso lo stesso Berlusconi (e questo è  un complimento).  Ed ha avuto fortuna a trovare Bersani che è riuscito a perdere le elezioni già vinte. Magari ha ragione lui

ii) se ho ragione nel leggere le sue mosse, non spingerà per elezioni politiche prima della riforma del Senato, che, in quanto legge costituzionale, richiede almeno un anno. D’altra parte i suoi alleati hanno tutto l’interesse a prolungare la legislatura – Scelta Civica perché scomparirebbe alle prossime elezioni ed Alfano perché ha bisogno di tempo per consolidare NCD e proporsi come prossima guida del centro-destra. Berlusconi nel 2018 avrà 82 anni e Forza Italia potrebbe esplodere nella guerra fra gli eredi. Poi, come disse MacMillan, ‘events, my dear boy, events’. Renzi è molto spregiudicato e quindi potrebbe cambiare strategia.

iii) tutto questo servirà all’Italia? Spero di si, e per questo tifo Renzi, ma solo nel senso che eviterà un disastro totale.  Non nel lungo periodo, ma questa non è ‘colpa’ di Renzi.  Può darsi che prima o poi gli italiani si sveglieranno e nascerà un vero movimento riformatore, quando il declino sarà divenuto insopportabile. Ma non so quando e temo che per me sarà troppo tardi.

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Commenti

Ci sono 145 commenti

Giovanni, da buono storico, offre una riflessione piu' lucida, piu' lungimirante, e meno "di pancia" della mia. Il ragionamento fila alla perferzione, ma resta un ma. Lo riporto dal commento in margine al precedente post, direi che possiamo continuare qui la discussione.

Leggendo il racconto del giorno dopo del Corriere, continuo a non capire. Se davvero e' andata cosi', cioe' una fondamentale impasse sulla legge elettorale e quindi niente elezioni in vista fino al 2018 e quindi in maniera molto, molto meno strategica di quanto stiamo ipotizzando nei commenti allora resta la domanda: ma come diavolo puo' credere di poter fare queste riforme di cui il paese ha bisogno (in primis la legge elettorale) da premier, con la stessa maggioranza che sosteneva Letta e che e' la causa prima dell'impasse stessa?

Se le vere motivazioni e intenzioni sono quelle riportate da Aldo Cazzullo, allora e' davvero irrimediabilmente finito (senza alcuna necessita') nel pantano. Si e' messo cioe' nell'unica posizione dove nemici interni ed esterni potevano farlo fuori. Per questi ultimi e' ottimale tenerlo a un minimo vitale facendogli annusare quelle riforme che non gli faranno mai veramente fare. Dopodiche', nel 2018, gli eredi Berlusconi potranno dire: "Visto? Neppure Renzi , dopo Letta, ha fatto alcun miracolo, il PD si e' confermato incapace di sollevare il paese. Votate per noi."

 

 

allora resta la domanda: ma come diavolo puo' credere di poter fare queste riforme di cui il paese ha bisogno (in primis la legge elettorale) da premier, con la stessa maggioranza che sosteneva Letta e che e' la causa prima dell'impasse stessa?

 

i) la legge elettorale presumo sarà approvata con l'accordo FI e PD. Tutti e due sperano di poter vincere le prossime elezioni col maggioritario e sono sicuri di non vincerle col proporzionale.

ii) nessuno può fare  le riforme di cui il paese ha bisogno (rectius di cui noi, la EU ed i mercati finanziari internazionali pensiamo che il paese abbia bisogno) finche gli italiani non le vorranno. Quindi

iii) Renzi può fare qualche provvedimento popolare e demagogico che, se va di lusso, può andare nella direzione giusta. Ma potrebbe fare qualche provvedimento popolare che va nella direzione sbagliata.

CIò detto, anch'io, razionalmente e da osservatore esterno (e vecchio), penso che abbia sbagliato.  Ma 'razionalmente' Renzi non sarebbe arrivato dove è arrivato. Quindi, vediamo. Non sottovalutare la sua abilità mediatica - pari solo a quella di Berlusconi nei suoi giorni migliori.

 

 

 

 

 

Può darsi che prima o poi gli italiani si sveglieranno e nascerà un vero movimento riformatore, quando il declino sarà divenuto insopportabile.

 

Su questo sei troppo ottimista. Proprio questa settimana l'Economist ci ricorda il perche'.

 

i) siamo nell'Euro (salvo catastrofi) e quindi la svalutazione/iperinflazione non è un'opzione

ii) l'Argentina ha enormi risorse naturali, noi no.

 

nella speranza che la ripresa mondiale attenui la crisi in Italia e che quindi fra due-tre anni sia possibile tornare al business as usual.

 

L'Italia potrebbe aspirare di tornare al business as usual solo tra 40 anni, quando molti degli over 40 attuali saranno morti, oppure se qualcuno ne convincerà abbastanza (milioni) a emigrare, o a suicidarsi, oppure (IMHO di gran lunga la migliore opzione) importando una dozzina di milioni di persone nei prossimi 20 anni, di cui 6 milioni nei prossimi 3 o 4 anni.

La struttura demografica del paese è una forca caudina ineludibile, o si aggiusta quella, o sperare in un miglioramento del funzionamento del paese è una vana speranza.

Concordo sul punto che tra le forze politiche viste all'opera fino ad oggi, il PD sia stato il migliore a mitigare il declino, ma non ad arrestarlo, né ad invertirlo.

  Ho molti dubbi sulla possibilità - delineata da Federico - che si possa tornare con piccoli aggiustamenti al "business as usual". Diversi fattori militano contro questa possibilità: una delle quali indicata da Riolo. Ma ve ne sono molti altri. La desertificazione industriale è il prodotto di un combinato di molti elementi. Tassazione folle su lavoro ed imprese; burocrazia opprimente, inefficiente e talvolta corrotta; leggi sul lavoro e sulla sicurezza che sembrano fatte apposta per scoraggiare gli imprenditori.  Una spesa pubblica impazzita che cresce continuamente, utilizzata da decenni per comprare il consenso. Il declino che sperimentiamo da molti anni ha consolidato, per così dire, i lacci che imprigionano la società italiana. A tutto ciò, che riguarda principalmente l'economia, si aggiunge lo scontro sociale tra parassiti o utenti dell'inferno normativo e larghi strati di popolazione vittime del sistema. Questi ultimi vorrebbero fermamente le riforme, accontentandosi anche sulla loro qualità, ma queste non sono possibili per l'opposizione di quanti - forse minoranza - beneficiano dell'attuale situazione. E per non rimanere nel vago, bisogna aggiungere che tutta l'alta burocrazia, a cominciare dalla magistratura di ogni ordine e grado, è l'intrasigente custode dello statu quo.  Trovo che una situazione del genere potrebbe essere giudicata pre-rivoluzionaria se non si trattasse di un Paese nel quale le rivoluzioni vengono attuate utilizzando i mezzi pubblici o affidandosi ad eserciti stranieri. Può darsi, e lo spero, che Renzi riesca a fare una vera rivoluzione, indispensabile per uscire dalla palude. 

Mi duole dissentire da persone di cui nutro una grande stima, maturata in anni di lettura passiva di un blog che mi ha aiutato ad informarmi.

Pero' oggi mi trovo a dissentire su diversi punti.

Dissento che in Italia, il ceto politico, rappresenta gli italiani. E' vero in generale, l'ho sempre pensato anch'io, ma nel contesto attuale italiano, no, non sono d'accordo. Il ceto politico attuale e' quanto di piu' lontano siano, oggi, gli italiani. Non ho dati per supportare questa mia posizione, se non la mia pancia ed i miei familiari/amici/conoscenti, che o mi mentono, o nessuno si sente rappresentato. Quello che e' successo in Italia e' la presa di potere da parte di un ceto sociale abbastanza ristetto, rappresentato da chi fa politica, senza che l'Italia abbia gli anticorpi per fare in modo che tale ceto sociale faccia il bene anche dell'Italia e non solo di se' stesso. Situazione non troppo dissimile (ovvio, dissimile, ma con similitudini) di quanto e' avvenuto in Venezuela.

Inoltre, io non ho nessuna fiducia in Renzi (non ne avevo in Letta, ne avevo in Monti, mal riposta). Non c'e' l'ho poiche' credo nell'integrita', che almeno, prima facie, deve esserci, e che in gran parte del mondo civilizzato viene considerata un elemento scontato (ministri anglosassoni, ritenuto competenti, si dimettono per non aver pagato contributi alla colf, mentre Renzi mi risulta condannato in primo grado per danno erariale). Non ce l'ho perche' Renzi parla di riforma elettorale, fuori dal contesto istituzionale, con un condannato definito. Ed in questo mi ritrovo con chi afferma che i mezzi devono avere la stessa natura dei fini (i.e. non si puo' perseguire un giusto fine attraverso un mezzo "non" giusto). Non ho nessuna fiducia perche' a Natale ero in Italia (vivo all'estero) ed ho visto la mia citta' (Verona) distrutta dalla crisi, aziende di amici una volta floride, chiudere, ed in questa emergenza non sapere qual'e' il programma di Renzi. Tutti facciamo ipotesi su cosa Renzi forse fara', ma nessuno ha un suo programma da cui si evince cosa effettivamente voglia fare: per contrasto, del tanto vituperato M5S, abbiamo un programma, facilmente scaricabile, su cui si puo' essere in disaccordo, ma che ci indica cosa il M5S intende fare. Il M5S, nel bene o nel male, non sorprende: fa quello che ha detto di voler fare.

E chiudo con FARE: aveva un bellissimo programma, ma questo programma va spiegato alla gente. E per farlo ci vogliono anni. Indicare che 9 milioni di italiani hanno votato Grillo per un fatto di retorica (premesso che la retorica non e' un male in se'), affermare che Grillo e' partito "dal nulla", vuol dire dimenticare che Grillo parla dell'Italia da 20anni (almeno, io 20 anni fa ero stato ad un suo spettacolo e ricordo che gia' parlava di politica, economia ed altri temi correlati), che il suo blog era attivo da anni prima delle votazioni, che aveva gia' riempito piazze. Cosa che FARE deve ancora iniziare a fare (spiegare il programma alla gente), e che spero ri-inizi presto.

due sole notazioni

i) L'idea che Renzi non avrebbe dovuto fare accordi con Berlusconi è  ridicola. Le ricordo che Roosvelt e Churchill tennero  parecchi vertici e presero accordi con uno dei più sanguinosi dittatori della storia, esponente di un movimento che aveva giurato di distruggere il sistema occidentale. Casomai domandiamoci  se l'accordo convenga a Renzi o a Berlusconi e quali possano essere le conseguenze per l'Italia

ii) non so cosa facciano i  suoi parenti di Verona. Le suggerisco però alcune domande da fare loro

a) (se pensionati) sono disponibili a passare al sistema contributivo puro per tutte la pensione superiore ad un minimo (diciamo 1000 euro netti) se i risparmi venissero interamente destinati al calo delle tasse sull'impresa?

b) (se lavoratori pubblici): sono disposti a collegare la loro retribuzione ad una valutazione esterna della performance, e, qualora le loro mansioni specifiche siano rese ridondanti dalla semplificazione amministrativa, sono disposti a cambiare mansione anche trasferendosi di città?

c) (se lavoratori autonomi): sono disposti, in caso di consistente riduzione dell'IRAP e delle altre tasse sull'impresa e di drastica semplificazione delle procedure amministrative, a denunciare integralmente i propri redditi?

Continuo a non concordare.

i) Non concordo con il paragone storico (la seconda guerra mondiale), ed i personaggi. Sarò brevissimo: non vedo in Renzi il Churchill/Roosevelt di turno e non vedo la situazione italiana simile a quella antecedente la seconda guerra mondiale. Quello che vedo è  il mio paese, repubblica parlamentare, in cui un condannato in primo grado diventa primo ministro senza il normale percorso parlamentare (sfiducia delle camere a Letta),vedo il medesimo che fa un accordo con un condannato, tutto questo quando esistono (e questo vorrei sottolinearlo), quando esistono, procedure parlamentari. Se tali procedure (a cui aggiungerei, usi e consuetudini) non esistessero o se qualcuno ammassasse carri armati alla frontiera italiana, sicuramente la penserei diversamente.

Con queste premesse rispondo alla prima domanda: poichè esistono queste procedure parlamentari, sono dell' opinione che un accordo elettorale tra Renzi e Berlusconi, qualunque questo sia, è un male per l' italia, in quanto, con questa maniera di operare, si delegittima l' organo predisposto all'interno del nostro ordinamento giuridico (il parlamento).

riguardo ii)a)b)c) ritengo che alle sue domande tutti risponderebbero no, cioè concordarebbero con lei (tranne forse alla ii)a) i miei genitori, pensionati pubblici, spinti da senso civico).

Ma alla mia di domanda: italiani tutti, siete disposti a pagare le tasse tutte e tante, come le pagano gli Svedesi (o, generalizziamo, gli scandinavi) per ricevere tutti, ma proprio tutti, i servizi che ricevono loro? A questa domanda sono convinto che tutti, ma proprio tutti, mi risponderebbero di sì. E questo mi conforta nel ri-affermare la mia convinzione che gli italiani non si ritrovano in nell'odierna classe politica ed, ahimè, vengono obbligati a decidere  tra i meno peggio, pur non essendo un meno peggio sul modello Obama vs Hillary (presidenziali americane 2008), ma un meno peggio tra un condannato in primo grado vs un condannato in appello (parlamentarie italiane, 201?).

Non vorrei che il mio post sia inteso come una polemica nei sui confronti, la stimo troppo per permettermi. Prenda il mio come uno sfogo di chi ha ascoltato in diretta il discorso di Obama alla Nazione, che si commuove pur non essendo americano e neanche troppo di sponda democratica (e vivo a Panama), e si domanda: perchè noi Italiani no? La risposta penso di conoscerla, ma tale consocenza non mi conforta.

Gli Svedesi evadono le tasse eccome! Un po meno degli Italiani comerisulta dai dati World Bank, ma evadono. Questa dell'evasione fiscale è diventata un pretesto per non mettere mano ad una spesa pubblica palesemente insostenibile: "se non fosse per l'evasione, allora i servizi funzionerebbero, le aziende rifiorirebbero e a Letta ricrescerebbero i capelli". Gli Italiani invace evadono più o meno come i Polacchi e i Coreani, senza che ciò rappresenti un ostacolo insormontabile allo sviluppo economico (sulla qualità dei servizi non saprei dire).

Si potrebbe cominciare con lo spendere correttamente (e parcamente) i fondi pubblici da subito, e continuare parallelamente la lotta all'evasione, senza aspettare di aver preso l'ultimo evasore per cominciare a lavorare. Poi ci sarebbe quella che Stefano Fassina ha definito, senza quantificarla, "evasione per necessità", vale a dire imprese che non sono in grado di sopravvivere se costrette a pagare tutte le tasse. Potrebbe valere comunque la pena di perseguirle per ragioni morali, di trasparenza, di equità eccetera, ma non si recupererebbe gettito.

PS Come vanno le cose a Panama, dove sembra che si evada oltre il doppio che in Italia?

e mi spiace constatarlo. Trovo che questo malcompreso machiavellico "pragmatismo" sia una delle ragioni per cui siamo ridotti in questo modo. L'idea che non si debba dialogare con Berlusconi non è "ridicola", è basilare, se de questo ventennio vogliamo uscire, perché è ovvio che non si esce dal ventennio berlusconiano dialogando con Berlusconi.

Come lei io apprezzo molti commenti di questo blog, e buona parte del programma di FARE. Ma secondo il mio giudizio a FARE non manca tanto la visibilità o la comunicazione, manca il saper interpretare le istanze morali, che sono primarie e determinanti in una situazione come la presente, mentre qui vengono sistematicamente ignorate. O perché considerate marginali rispetto alle più "importanti" questioni economiche, cui pare si pensi siano scorrelate o al massimo siano consequenziali (mentre vale il contrario), oppure per non intaccare, sia mai,  il dogma del non-sconfinamento nello "stato etico", oppure per chi sa quale ragione. Sta di fatto che nel programma di FARE c'è un gran dire di economia, e poco o niente di tutto il resto. Il declino del nostro paese si fa seguire alla seconda globalizzazione, cioè a un processo storico globale di natura economica (o perlomeno qui inteso come processo economico). La si mette sì anche in relazione con una classe dirigente inadeguata e corrotta, ma non si indagano le ragioni che hanno portato questa casta al potere. Qua abbiamo un tizio che dal '93, da quando io ho iniziato a votare, a ogni tornata ci entra in casa coi suoi "videomessaggi" come quelli che faceva Gheddafi, ma di questo non ne parliamo neppure. Come se fosse normale.

Peccato.

"La logica del male minore, esattamente quella che ha portato al declino! Svegliarsi e cambiare, proprio mai?"

Fra quelli che possono vincere (BS ed MR) MR e' ovviamente il male minore, ci mancherebbe fosse anche peggio di BS!!

So what? Porta comunque al declino e manterrà lo stato di cose esistente. Capisco che chi non sta del tutto male, fa parte dei settori protetti  ed ha un orizzonte temporale non superiore ai 30 anni di vita possa scegliere una volta ancora il male minore. Inventandosi magari improbabili analogie storiche (Giovanni, you are not serious, are you?) che non spiegano nulla ed in Italia sono usate ed abusate da decenni per giustificare l'eterna palude che mantiene il privilegio ... 

E' sempre stato così ed i risultati si vedono. Sarà di nuovo così perché la demografia lo favorisce ed i migliori, fra i giovani, fuggono a tassi sempre più alti, quindi ...

Ma, dal punto di vista di chi non appartiene a quei gruppi ristretti la domanda rimane: so what? Non avendo alternativa che ci salvi ci asterremo (35% al momento) o voteremo per distruggere tutto (20% al momento). Ed entrambi questi gruppi cresceranno perché la loro condizione di non privilegiati, scarsamente educati, dispersi professionalmente, eccetera, l'alternativa politica non la possono di certo creare loro. Le alternative politiche le creano sempre le elite, sempre. Il popolo può o seguirle, o sentirsi escluso friggendo di rabbia ed esplodendo in episodici "forconi" o vendere il proprio voto al caudillo di turno. Altro non può, solo le elite possono. Mai scordarsi questa asimmetria, mai!

La responsabilità, ancora una volta, e' quindi di coloro i quali - avendo la capacità di costruire una alternativa al meno peggio - decidono di non farlo. Guarda caso si tratta, più o meno, degli stessi gruppi demografico-sociali menzionati sopra, che scelgono (perseguendo il loro miope interesse immediato) di adagiarsi sul meno peggio. E così facendo fottono un po' se stessi e parecchio i propri figli, come i fatti provano.

It's as simple as that e, ovviamente, as complicated as that perché l'azione collettiva non e' cosa automatica. Ma questo non giustifica insistere, dopo 50 anni di fallimenti, nella predica vuota ed anche un po' ipocrita (perché sappiamo che al 99,9% non funziona, quindi da buoni scienziati dovremmo cercare altrove le soluzioni!) del voto utile e della critica costruttiva! 

Please, qualcuno si inventi un'altra foglia di fico per la preservazione dei privilegi e dello status quo. Quella del meno peggio ha fatto il suo tempo e dietro a se ha lasciato solo il declino.

Giusto ! E sbagliato ! Perché da buoni scienziati dovremmo chiederci perchè ai "referenda dell' acqua" abbiano vinto i no: l' ho fatto personalmente a Giannino e la sua risposta é stata, ad essere eufemistici, nebulosa. Oppure perché "l' incidente Giannino" abbia pregiudicato anche i pochi suffragi a cui potevamo puntare: siamo stati visti come il partito del cambiamento, del costruire alternative per i giovani, od il prolungamento di Oscar ? La risposta è dentro di noi, solo che é sbajata. Dobbiamo, a mio vedere, abbandonare ipotesi di forza rivoluzionaria: é chiaro, si tratta di abbassarsi a curare le metastasi al fegato dell' Italia con la tisana di betulla; ma, persino ad un ignorante in storia come me, vengono in mente un pò di occasioni di rivoluzione mancata, in Italia: dopo Adua, dopo Caporetto, il 9/9/'43, la statalizzazione di tutto, gli anni di piombo, l' inflazione al 22% dell' '83, l' ingresso nell' Euro, l' Alitalia...: quante volte questo paese ha eretto la spina dorsale ? Addirittura nel '23 Mussolini disse che il fascismo era stato una controrivoluzione preventiva ! Proprio da aspirante scienziato debbo convincermi che le rivoluzioni non fanno per noi; e se qualcuno ci prova, lo intruppiamo con "riccioli d' argento", il bardo di Genova, altro conservatore retrivo funzionale allo statu quo sotto mentite spoglie.

Non è questione di male minore, ovviamente. La questione è come aggregare una classe dirigente che faccia le riforme necessarie col sostegno sociale che serve per farle. Non è un'impresa titanica, è un'impresa fattibile. Boldrin, tu giustamente rimproveravi il governo Monti di non avere preso misure radicali nei primissimi mesi, oltre all'innalzamento dell'età pensionabile. Se avevi ragione, come credo, vuol dire che era possibile, grazie a una contingenza particolare, che si ripresenterà, e a un'opinione pubblica che era molto favorevole a Monti, prima di venire delusa.

Quanto a Renzi, se si ritiene (a) che voglia qualcuno dei cambiamenti radicali che molti di noi vogliono, e (b) che lui e i suoi abbiano attualmente più risorse di chiunque altro per fare questi cambiamenti, il dilemma, per il nascente partito che non c'è, è: opporsi al tentativo di Renzi, qualificandolo come il tentativo più efficace per mantenere lo stato di cose esistente, o invece prendere per buoni certi intenti dichiarati, e pretendere con la massima energia che vengano messi in atto?

Sono due linee diverse, che possono avere una presa molto diversa sia sulle élites (penso a gente come Pietro Ichino, Nicola Rossi, Filippo Taddei, Corrado Passera, ho volutamente citato alla rinfusa) sia su gente comune come me e i miei figli (rispettivamente, 73, 43, 27 e 18 anni) che tutti aspettiamo al varco Renzi e il suo governo, pronti a sostenere ogni iniziativa che attacchi il Moloch burocratico, e altrettanto pronti a denunciare e protestare per ogni mossa in direzione contraria.

Non sarebbe questo l'atteggiamento più produttivo anche per il nascente partito che non c'è -- produttivo per la sua crescita?

(Sono un pensionato ben protetto, ma voglio che le pensioni attuali, la mia inclusa, vengano rivalutate col contributivo, al di sopra dei 1200 euro netti al mese, purché i risparmi non vengano dilapidati in spesa pubblica improduttiva. Lo voglio nell'interesse dei miei figli, che sono meno protetti di me, o non lo sono affatto. Io ci perderei molto, ma loro ci guadagnerebbero non poco, e a me starebbe bene. :-) )

 

Quella del meno peggio ha fatto il suo tempo e dietro a se ha lasciato solo il declino.

 

Mi sembra evidente che le èlite italiane hanno già deciso che il declino è sempre meglio che rimboccarsi le maniche.

Storicamente le nostre élite non hanno mai prodotto granché ma, anche trascurando questo particolare, una élite crea una alternativa politica quando è esclusa dal potere.

In Italia non sta succedendo, anzi adesso più che mai sono saldamente consociate. Lo erano in maniera palese almeno dal governo Monti ed il successo elettorale del M5S con il suo estremismo ha rinsaldato il legame. Legame volto a difendere lo status quo. Così la fetta rimane la stessa, certo la torta diventa più piccola ma, cosa vuoi, è sempre meglio che andare in cucina a rifare la torta, rischiando di rimanere senza  fetta (spero si capisca la metafora...non mi è venuto niente di meglio).

La mossa del "meno peggio" serve per riguadagnare il sostegno degli esclusi, quelli che non si possono definire "èlite" ma che sono importanti per il paese ( i piccoli e medi imprenditori, il ceto medio). Sostegno che non dovrebbe essere difficile riconquistare dato che le uniche alternative sono appunto i "forconi", il M5s o l'astensione. Tutte proposte molto, troppo drastiche ed irragionevoli.

Bisogna ripartire from scratch. E l'Italia va trattata/considerata come un paese emergente GCI 2012/2013 (source: 2013 world economic forum)  49! score 4.41

Redditivita' da emerging. Questa e' la base da cui ripartire, piaccia o non piaccia. Altro ceh G8 (non si sa cosa ci faccia l'Italia, ormai quasi G10- India...)

La legge elettorale proposta appare - evidentemente - ispirata al tentativo di aggregare intorno a due soli poli (2). maggioranza vs. opposizione, eliminando le...(autocensura) dal parlamento.

In binario (0/1): avanti con Renzi.

quello che scrivi potrebbe anche essere interessante.

 

ma la forma è illegibile. cioè, mica si capisce quello che vuoi dirci.

Giovanni ti sei dimenticato una cosa: Renzi fa parte del PD, noto partito masochista-fantozziano. Si faranno male da soli e in maniera tragicomica, come i clown al circo.

Quando pensi al PD, pensa sempre a questa vignetta:
http://2.bp.blogspot.com/-SRcvChIar-U/UekM-jIykkI/AAAAAAABZOw/yACD-6L-Tn8/s1600/462384_7024892_20130421_r_20179215_medium.jpg

ha già iniziato.

Sono convinto che il Grande Problema del nostro Paese sia la Pubblica Amministrazione.
Non trovo utile cercare di scomporre il problema in singoli componenti: La Giustizia, La Burocrazia, Il Fisco, Le Regioni ecc. Sono sfaccettature dello stesso problema.
Se invece applichiamo criteri di analisi storicistica alla Pubblica Amministrazione Italiana, ci accorgiamo che Essa si muove come un corpo sociale autonomo con proprie logiche strutture, indirizzi ed obiettivi.
Proviamo a ribaltare la visione: Non è il Corpo Politico a governare la P.A., ma è la P.A. che attraverso opachi meccanismi di cooptazione esprime il Corpo Politico che governa il Paese.
Così come, quando il Corpo Politico Eletto viene collettivamente (dalla P.A.) ritenuto non pienamente affidabile è boicottato e combattuto in ogni modo. Di volta in volta bloccando decreti attuativi  nella palude ministeriale o facendo intervenire la Magistratura come punta di lancia di questo nuovo ed opaco ceto sociale.

Cosa accadrà a Mr. Renzi?

Se Mr. Renzi è una nuova emanazione (con un livello di maggior camuffamento di Letta) della Classe Burocratica, il seguito già lo sappiamo: Patrimoniale, finte privatizzazione, maggior potere alla Pubblica Amministrazione.

Se invece Mr. Renzi è antagonista alla P.A. e rappresenta il gruppo del PD che non vuole morire buricrate, ma riappropriarsi delle scelte politiche, si scatenerà l'inferno contro di lui ed i membri della direzione PD. Agguati dentro e fuori il PD, intimidazioni, boicottaggi.

Considerando che i tempi della informazione sono diventati enormemente rapidi, direi che entro due mesi avremo le prime risposte

Cioè tutti - politici, PA, ma anche capitalisti (MPS, Alitalia...), sindacati (Alitalia di nuovo), insomma tutti. Basta vedere l'esempio del calcio - un'industria in cui eravamo leader globali indiscussi fino alla fine degli anni '90, e adesso completamente in declino. Colpa della PA?

Il Grande Problema è la Costituzione. Parte tutto da lì.

Berlusconi nel 1994 ha detto l'unica cosa giusta della sua vita da politico: "la politica italiana è tutta un teatrino". Renzi in questo momento stà giocando ad "attore principale" e la partita si gioca solo e unicamente sulla "legge elettorale".

O forse, si puo' credere che con l'appoggio del NCD, LC, Pop. Italia e pulviscolo atmosferico vario la sua maggioranza sia in grado di fare altre riforme alla Costituzione con il voto di FI? non credo proprio: entro marzo 2015 siamo di nuovo alle elezioni!

che Renzi farà riforme liberali, incisive ed efficaci e che modernizzerà l'Italia.  Ho detto che prenderà provvedimenti demagogici e populisti che, se va bene, sgonfieranno  l'ondata di antipolitica e impediranno a Grillo  di arrivare al 35%-40%. Il provvedimento essenziale, in questa strategia, sarà la riforma del Senato, che può essere venduta come provvedimento anti-casta (e lo è in parte).  Ci riuscirà? Non lo so. Vedremo. Io spero di si - perchè penso le alternative siano molto peggio

E' vero che solo le elite sono in grado di influenzare le masse o popolo, ma c'e' un problema:

 Chi ci dice che le soluzioni proposte dalle elite siamo x il bene comune ??

Se invece sono solo x il loro interesse come e' avvenuto in questi ultimi decenni ??

Forse la strada da intraprendere e' quella di motivare/far capire alla gente qual'e' il loro vero interesse !!

Far capire che devono partecipare attivamente alle decisioni politiche/economiche in prima persona partendo dal livello locale che e' piu' facilmente comprensibile in quanto vissuto personalmente.

Questa strada pero' non puo' essere intrapresa da elite che sono distanti anni luce dai problemi reali  e non sanno comunicare.

Serve forse un comunicatore che sappia parlare alla gente.

In questo caso  le elite possono fare molto perche' potrebbero consigliare il comunicatore sui temi piu' importanti.

Nelle ultime elezioni nazionali un comunicatore e' stato capace di coinvolgere il 25% degli elettori su punti che in molti casi erano comuni a Fare/FiD ma che essendo elitario non era capace di comunicare.

Perche' non provare a mettere insieme le proposte ??

Io non ho alcuna certezza, e quindi esprimo i miei dubbi, presi da ragionamenti sparsi.

1. Fossi stato in Renzi avrei chiesto un rimpasto, buttato dentro un paio dei miei per capire "da dentro" cosa succedeva e avrei fatto arrivare Letta a dopo l'estate.


2. Fossi stato un nemico di Renzi avrei brigato (soprattutto nel PD) per farlo arrivare a PdC e fotterlo con democristiana calma, un provvedimento si arena, uno si blocca, anche perchè Renzi è maggioritario (adesso) in Direzione nazionale, ma minoritario in Parlamento. Poi stretto fra Alfano e Mauro, due DC puri, figurati.

3.Fossi stato fra i suoi amici avrei detto: andiamo alle elezioni, adesso, anche con questa legge elettorale, Berlusconi è quasi fuori gioco e i burattini non sono ancora formati, se va la santanchè in televisione i voti li perdono anzichè guadagnarli, il M5S è già nella sua fase discendente, non supera il 20%.

Invece... quindi o Renzi ha un ego sconfinato ed è sicuro di riuscire a battere i nemici esterni (pochi e confusi) e quelli interni (furbi e organizzatissimi), o si è fatto infinocchiare. Ah, io son d'accordo con GF che MR è il male minore (anche se mi dò da Fare per sconfiggere il male), ma non ho mai visto un meno peggio andarsi a cacciare in un simile vicolo cieco.

ha sicuramente un ego sconfinato e quindi è convinto di riuscire a non farsi impaludare (2) e disprezza i nemici interni (Cuperlo chi?).  Anch'io sono convinto che Letta sarebbe stato comodo come parafulmine, ma evidentemente Renzi ha calcolato che questo vantaggio fosse inferiore al rischio che Letta non obbedisse e/o che non riuscisse a portare a casa i risultati e/o che  poi pretendesse di rimanere presidente del consiglio (1).  Il sistema proporzionale con la soglia richiede almeno il 43-47% dei voti per vincere. Mi sembra irraggiungibile anche per Renzi (3)

25 maggio sera. niente riforma elettorale.niente riforma del senato. scoppola epica del pd alle elezioni. Coa sarebbe accaduto alla segreteria Renzi?

MR o andava alle elezioni, e GN non gliele ha concesse, o al governo.

A noi cittadini questo conviene? vedremo.

Quella sera del 10 febbraio al Quirinale Renzi era agitato. Mentre aspettava di essere portato dal Presidente si guardò in un vecchio specchio cinquecentesco, passandosi un fazzoletto sulla fronte lucida. L’inquietudine era però positiva, come il giorno del matrimonio, pensò, l’adrenalina gli dava la carica. «Buonasera Segretario» disse una voce alle sue spalle. Si voltò e vide il Presidente in persona. «Buonasera Presidente» rispose Renzi sorpreso. Rapidamente si accomodarono in una stanza dove c’erano delle poltrone e un tavolo apparecchiato per la cena. Il Presidente si informò su di lui e i famigliari, tenendolo un po’ sulle spine, poi rapidamente venne al punto. «Ci sono molti settori importanti della società italiana molto preoccupati per la situazione.» iniziò il Presidente, «se si andasse a votare con questa legge elettorale Grillo bloccherebbe qualsiasi maggioranza stabile. Se si andasse a votare con la nuova legge è altamente probabile che vinca Berlusconi…..» «Sul serio?» interruppe educatamente Renzi « sì, certo» continuò il Presidente, «soprattutto tenendo conto che all’ultimo momento Berlusconi candiderà la figlia Marina, che sposterà un 2-3% di voti femminili che saranno determinanti. A questo punto all’estero ce la faranno pagare, lo spread tornerà a crescere e scatterà il piano di abbandono dell’Italia da parte degli investitori esteri, l’Italia non sarà più vista come un paese affidabile. Tra l’altro, come saprà, caro Renzi, ogni tre mesi mettiamo sul mercato 300 miliardi di titoli, basta un niente per farci cadere, abbiamo bisogno di apparire affidabili e soprattutto rispettabili presso la comunità internazionale». Il Presidente si interruppe un attimo, sembrando addirittura affaticato dal peso di quello che stava dicendo. Renzi, a cui non piaceva per niente la piega che stava prendendo il discorso, ne approfittò per dire: « ma Presidente, come posso fermare tutto questo? In questo momento non posso che sostenere Letta e lavorare per il futuro» «… rischia di non esserci futuro» lo interruppe il Presidente, «Renzi, devo chiederle di intervenire subito, in questo momento lei è la persona più indicata. Deve fare un governo che duri e che  faccia le riforme. La aiuteranno, non sarà solo» « Ma come faccio a mollare Letta adesso!» si chiese Renzi « penseranno che sono inaffidabile, dovrò rimangiarmi quello che vado dicendo da settimane, penseranno che sono impazzito o che mi sono fatto di coca..» Alla parola coca, pronunciata alla toscana, ‘o’a, il Presidente non gradì è resto serio. Renzi capì che la battuta non era andata a segno, cercò di non arrossire e continuò: « … e poi, Presidente, come posso farcela e fare le riforme che servono con la stessa maggioranza di Letta? Alfano è sempre Alfano.. » Il Presidente sorrise, capendo che Renzi era arrivato direttamente al punto ed apprezzando anche il fatto che non volesse rinnegare le cose che aveva detto nelle settimane precedenti. Guardò dritto Renzi negli occhi e disse: «Alfano ci sta. Non chiederà molto, capisce che se si vota dovrà andare con Berlusconi e ne sarà stritolato. Con due o tre anni di governo ha la possibilità di acquistare peso politico. Non le farà ombra. Le lascerà l’iniziativa. Ha chiesto solo di non fare la legge sulle frequenze. Questo pensa di doverlo a Berlusconi» (già un regalo da tre miliardi) pensò Renzi, e interruppe per un attimo: « lascerà fare anche la legge sul conflitto di interessi?»; il Presidente rispose pronto: «sì anche quella». Tutto sembrava già deciso a Renzi. Ma una cosa non gli tornava. Disse: «Presidente, perché non Enrico?» Qui Napolitano fece un grande sospiro; si capiva che questa era la parte dell’operazione che gli piaceva di meno. Dopo un attimo di riflessione, sollevò di scatto la testa e continuò: «il presidente Letta è una brava persona che si è impegnata senza risparmio. Però una parte essenziale dell’operazione che le propongo prevede la neutralizzazione di quella parte di burocrazia, che approfittando dell’incapacità dei politici, sta bloccandoil Paese imponendo ovunque il suo potere discrezionale dove in altri paesi le cose sono quasi automatiche. Enrico conosce troppo bene questa classe di funzionari, si ritiene che sia troppo coinvolto per essere in grado di azzerare poteri incrostati da anni. Lei Renzi appare invece come un battitore libero, che non ha mai trattato o ricevuto favori da questa gente. Ci sono quasi 500 nomine da fare negli enti pubblici, il nuovo dovrà passare anche da lì». Renzi si agitò sulla poltrona « 500 nomine?» disse spalancando gli occhi, «come posso essere in grado di azzeccare 500 nomine?» Il Presidente alzò leggermente la mano e disse: «lei deciderà in autonomia, ovviamente, ma non sarà lasciato solo, sarà consigliato» … «da chi?» interruppe Renzi impaziente; il Presidente continuo: «le persone che fanno riferimento a me non sono poteri occulti, ci sono aziende, persone che hanno investito capitali in Italia, vedrà che anche i sindacati l’appoggeranno» … qui Renzi non potè fare a meno di ricordarsi dell’atteggiamento morbido di Landini, negli incontri che avevano avuto (già, qui se affonda l’industria affondano anche i sindacati, pensò). Dopo questo inizio di colloquio, Renzi e Napolitano si sedettero al tavolo della cena, che si protrasse per poco più di un’ora. Discussero molti dettagli del progetto, solo con qualche divagazione che Napolitanpo seppe dosare con saggezza per allentare la tensione. All’uscita Renzi, prima di salire sull’auto che lo avrebbe riportato in albergo, respirò l’aria frizzante e umida di pioggia che stranamente non sapeva di smog (uno dei miracoli di Roma, pensò) e si disse: eh sì, the devil alternative, ricordando il primo romanzo in inglese che aveva letto capendolo praticamente tutto. La macchina parti sgommando sul porfido nero del piazzale. Le pietre bagnate si opacizzarono un attimo al passaggio delle gomme, disegnando la scia delle ruote. Poi la pioggia ricoprì velocemente le tracce e tutta la piazza tornò a luccicare uniforme.

fra "fosse vero" e "probabilmente è più o meno così". Diciamo la seconda che ho detto. :-)

Certo che ci troviamo di fronte al meno peggio, ma qualcuno dovrebbe spiegarmi quali differenti soluzioni abbiamo di fronte.

 

Do per scontata la circostanza che Renzi sia divorato da una grande ambizione (anche se è positivo il fatto che lo ammetta, mentre gli altri tacciono anche se non sono da meno), così come che il programma non solo non è chiaro, ma che non verrà applicato.

 

Infatti Renzi se ne infischia del programma, puntando esclusivamente alle sua capacità mediatiche e di comunicazione.

 

Direi che un solo preciso impegno programmatico (anche se non scritto come si deve) è riuscito a rispettarlo: "tutti a casa e largo ai giovani!". Questo gli va riconosciuto, indipendentemente dalla (scarsa) qualità delle facce con cui si è circondato.

 

Su questo credo che sottovalutiamo la capacità di Renzi di apparire come un presentabile antiregime “soft” e non un uomo della casta. Su questo, farà concorrenza anche a Berlusconi e Grillo, lasciandoci diverse volte sorpresi delle giravolte politiche con cui darà spettacolo, riuscendo però a parlare direttamente sia al corpo elettorale che alla pancia del paese.

 

Renzi è un bravo giocatore, quindi non è affatto detto che ci riuscirà, però è certo che introdurrà delle riforme che, in alcuni settori, potranno essere veramente innovative.

 

Ad esempio, mi aspetto qualcosa di interessante sul conflitto di interessi e credo che otterrà il sostegno dell'elettorato giovane sotto i 40, che pure si ritiene non interessato o avvantaggiato da MR.

 

Invece, circa le riforme verso la Pubblica Amministrazione concordo che saranno abbastanza deludenti. Ma anche un tema fondamentale quale la lotta alla illegalità e alla criminalità non verrà affrontato fino in fondo, invece è lì che si annida il coacervo di potentati finanziari-conomico-politici che controllano e bloccano la crescita del paese. E via dicendo… .

 

Alla fine, se sarà bravo, varerà una serie di riformine che daranno una sana sgrullata allo stivale (forse qualcosa di più di una spolverata), che pure non riusciranno a invertire il declino del paese (casomai lo rallenteranno o fermeranno, certo non lo rilanceranno, perchè bisognerebbe fare molto di più).

 

Se, invece, l'azzardo non riuscirà, ci troveremo di fronte a una nuova fase di transizione. In quel caso lo spettro dell'Argentina incombe.

 

Ma la domanda è la stessa: qual’è l'alternativa?

Io non ne conosco. Non esiste alcuna opzione differente.

Non lo è certamente Grillo, ma non può esserlo nemmeno Fare. A prescindere dalle cifre inorrno allo zerovirgola, Fare ha rinunciato a qualsiasi progetto di iniziativa politica trasversale nel paese, al contrario schierandosi alla destra dello schieramento politico (addirittura candidandosi a sostituirlo) e ha rinunciato alla formulazione originaria del manifesto di Fermare il declino (non a caso entrambe le due mozioni che si stanno scontrando al congresso in corso, si confrontano sullo stesso tema politico, cioè il “purismo” liberale, o meno).

Quindi, esiste una differente opzione politica che riesca, almeno a medio-breve, a dare prospettive migliori? Io non ne vedo.

Per concludere, in mancaza di prospettive… rischiamo di morire renziani…

Ho appena visto un video in cui il nostro Boldrin chiede a Barca di unirsi a lui nel "partito che non c'è": http://www.youtube.com/watch?v=bMcpkY9Lct0  (da 2h 17' 14")

Chiederei a Boldrin e a nfa di sostenere Barca come ministro dell'Economia del governo Renzi, se lo diventasse e cercasse di fare ciò che Barca stesso e molti di noi vogliono. Per sostegno intendo, ovviamente, critica costruttiva, com'è nel costume di questo splendido blog.

Scusate l'ingenuità, ma che futuro può avere l'Italia se gente come Barca e Boldrin non si sostengono a vicenda?

Ha rifiutato secco...

La tesi sul "meno peggio" mi sembra molto debole. Dovendo dire perché potrei tifare Renzi mi pare che a parità di condizioni (regole, condizioni quadro, giocatori) lui è uno che attacca. Uno che sa prendere l'iniziativa e "gioca col bianco".  Il che non vuol dire per forza che vince sempre o che abbia sempre buone carte in mano. E che quando capita sa anche perdere. Sul piano pratico sa che deve attaccare, che non puo' stare con le mani in mano ad aspettare, come Letta. Per il paese tutto questo è positivo. Farà una squadra e se non sarà fatta da YES-MAN come facevano CD e CS, magari imparerà ad ascoltare voci critche.  Per noi un valido motivo in piu' per pungolarlo.

Condivido le aspettative, sperando che Renzi non sia talmente ambizioso da portarsi dietro di sé il Paese in caso di eventuali fallimenti (come hanno fatto in precedenza altri governi, soprattutto di centrodestra). 

una discussione sulle prospettive di politica economica del governo nascituro, quali trapelano dagli amici di Renzi, sarebbe più interessante, a questo punto.

A proposito di piazze e di euro-scetticismo, io tifo per quegli ukraini che per poter far parte dell'Europa, non avendo referendum, scendono in piazza a rischio delle vita.

Io prendrei ogni euscettico nostrano, Grillo e Salvini in testa, e li teletrasporterei a Kiev ad arringare la folla contro la UE  in piazza in questo momento, poi vediamo cosa gli fanno.

Propongo un ragionamento molto semplice per dimostrare che il simpatico sig. Renzi è solo l'ennesimo uomo bluff.

Se si condivide  il presupposto che questo paese ha bisogno primariamente di profonde riforme istituzionali (= costituzionali), notiamo che il ns. soggetto di queste non si interessa.

Da questo ragionamento consegue anche una previsione.
Che, come altri prima di lui, troppo tardi darà la colpa alla forma istituzionale per giustificare il suo fallimento.

 

Sembra che il gruppo GAL, cui appartiene Tremonti, voterà la fiducia al governo Renzi.

http://www.imf.org/external/pubs/ft/wp/2014/wp1434.pdf

temi a maggiore utilita', ad esempio, insieme ad un master integrated plan che illustri:

chi, come, cosa, entro quando, con quali coperture.

 Antropologia sociale da bar?  Chissa' se partecipa anche Oscar Giannino

bah. per fortuna ci sono anche le 'considerazioni conclusive' sul Lungo periodo.

Io la vedo cosi'. 

i) 2 poli> fino a 18 anni e > di 66 anni> ItaGlia oggi...Monumenti e festivalle de san remo.

ii) debt ---da state a  -> private, just as simple as that. Pare anche abbastanza scontato.

iii)  contrazione della popolazione in eta' da lavoro (proiezioni di banca Mondiale) intorno allo 0.3 per cento annualizzato, ossia ca. un milione di pensionati in piu' atteso entro il 2020. ma non si parla di introdurre un meccanismo ancora piu' esplicito che imponga il pareggio tra contributi pagati e prestazioni erogate...(Si tratta di proiezioni che gia' incorporano aspettative sul mantenimento di un consistente flusso migratorio...) 

Perche' non parliamo di quanto deve crescere l'Itali per stabilizzare la traiettoria del debito pubblico e della spesa previdenziale (a tassi superflat! Anche un reverend cleophus saccomannus farebbe meglio)?

Miliardari e rozzi straricchi utilizzano la politica semplicemente per alimentare la loro mania di protagonismo e per favorire i loro obiettivi, quasi sempre 'quattrini''

Tutto questo e' fattibile per il semplice fatto che milioni di persone, le più tartassate, non sono rappresentate da “nessuno”.
Se vi fosse una consistente forza politica a sostegno della “gente comune” certamente questi “intrallazzatori” avrebbero meno raggio d’azione.

Ma finche' si leggono simili ...cose...

mani di partecipazione/placarsi la coscienza.  562 hp di auto, vivo all'estero.

bla bla bla tic tic tic. 'clicco ergo sum'

. Sara' che qui bisogna deliverare rapidamente, in codice binario, ed in modo sintetico

Nec te celestem neque terrenum, neque mortalem neque immortalem fecimus, ut tui ipsius quasi arbitrarius honorariusque plastes et fictor, in quam/132v/ malueris tute formam effingas.  

 Poteris in inferiora quae sunt bruta degenerare; poteris in superiora quae sunt divina ex tui animi sententia regenerari

Vita a calamaio...

tra Renzi e Grillo si sono risolte in un monologo del secondo, inteso a far capire al primo - senza lasciarlo parlare - che non intende sporcarsi le mani con lui. Poi una conferenza stampa/comizio, a conferma dell'isolamento autistico del M5S.

Pare che Padoan sarà il nuovo ministro dell'economia del governo Renzi. Se non ricordo male se ne era parlato qui su NfA come di un sostenitore di una patrimoniale per abbattere il debito.

Inoltre ho letto su Phastidio quanto segue:

 

«Peraltro se il parametro – come ribadito lo scorso lunedì al Sole 240re dal fondatore e ceo di Algebris e consulente di Renzi, Davide Serra – è quello di consentire una riduzione del 10% dell’Irap per le aziende (che vale tra i 2 e i 3 miliardi), occorrerebbe far salire l’aliquota sulle rendite finanziarie di circa il 10 per cento. Con l’aumento di due punti percentuali ipotizzato nella legge di Stabilità si stimava in effetti un gettito non superiore ai 500 milioni. A meno che, naturalmente, non si voglia toccare il totem dei titoli di Stato che conservano un’aliquota del 12,5 per cento»

 

Insomma...io non ho patrimoni (anche se gente come Scalfari mi considera miliardario) ma se a questo nuovo inasprimento fiscale sul patrimonio non corrisponderà un abbassamento di Irpef o Irap la vedo dura per il futuro politico di Renzi (e per il futuro italiano tout court).

la "straordinaria", definita così perchè probabilmente l'ultimo atto della nostra economia come attualmente conosciuta, sarebbe destinata ad abbattere il debito. non potrebbe costituire un flusso per ridurre permanentemente altre imposte. è un bruscolino rispetto al big bang, però c'è anche questo.

il rincaro della "ordinaria", che già esiste da tempo, consente invece calcoli più attendibili almeno per un paio d'anni. proiezioni che danno gettito modesto, insufficente e con gran strepito dell'oca, spiumata come capita.

d.serra parla invece di rendite finanziarie. qua ci sono speranze di minori starnazzamenti, invece, ma sempre di gettiti modesti. sentire parlare ancora di ritoccare l'aliquota sugli interessi sui titoli di stato, fa sorridere noi (quasi) vecchioni. i btp erano da sempre e per legge esenti da imposte, poi dopo dura battaglia di un bertinotti o chi per lui, l'aliquota passò da zero al 12,50%. che scossa per l'economia, che benefici per il bilancio pubblico credi che ci siano stati? nulli, zero, nada perchè trattasi di partita di giro. se poi prevale la motivazione di perequarli agli altri redditi, cioè di inserirli in denuncia con aliquota progressiva, con ogni probabilità ci si troverebbe un gettito in calo.

 

provare a spender meno? è un salto nel buio, ne convengo, non è mai stato fatto.

come prima dichiarazione, non c'è male.

sembra chiaro, le tasse sugli interessi e sul capital gain del risparmio individuale (solo su quello,delrio lo sa?) passeranno dal 20 al 22% per adeguarsi alla media europea :-)... compresi stavolta i titoli di stato italiani.

per fortuna il nostro non quantifica, non vagheggia di investimenti, riduzioni irpef e contributive, assunzioni di precari, salari di cittadinanza ecc,  ma di certo un pensierino sul tesoretto lucrato con così poca fatica,  ce l'ha.

questo tesoretto è invece quasi nullo, non puoi tassare i btp perchè poi devi pagare per lo stesso identico importo interessi più alti. sugli altri capital gain e interessi, con i tassi a zero e il listino della borsa italiana a un livello più basso di quindici anni fa, la base imponibile è poca cosa.

non solo non si incassa nulla ( il mio conticino a spanne, che non riporto per non dovermene vergognare subito,  mi darebbe qualche centinaio di milioni, nei prossimi giorni usciranno dappertutto calcoli  attendibili), ma si va cmq ad irritare la bestia.

è troppo chiedere che non si fumi, all'interno di un magazzino di fuochi d'artificio stipati a tonnellate?

Eccola. La parola adesso ai fatti, ma le premesse non sono affatto buone.

Edit: un illuminante intervento di Poletti, per chi volesse avere un' idea del tipo.

Il governo può - e ne siamo stati tutti testimoni - distruggere economia, lavoro, ricchezza.  Ma non è in grado di "far ripartire" proprio nulla.

Perché accada ciò dovrebbe solo togliersi di mezzo.

E questo, Renzi e le sue Lucie non lo faranno mai.

io no

A quando un bilancio del primo anno di governo Renzi?

Mi sembra che Giovanni ne abbia azzeccate diverse.

domattina esce