Continuiamo a farci del male

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A urlare al lupo di continuo, il lupo finisce per arrivare. Una modesta proposta per uscire dalla crisi finanziaria: con ogni probabilità una pirlata grossa come una casa.

 

Molti osservatori ed economisti ormai convengono che non ci sia più

nulla da fare, che un qualche bail-out (salvataggio; ma ormai bail-out

è entrato nel dizionario italiano, direi) si debba necessariamente

approvare. Incluso persone

ragionevoli - o irragionevoli - che la pensano come molti di noi sul

piano di Paulson e Bernanke - cioè che sia costosissimo e forse anche poco utile. Non solo, ma molti prominenti economisti

europei chiedono a gran voce che qualcosa di simile al piano Paulson e Bernanke sia approvato in

fretta dalle autorità europee. Di questi giorni è l'appello su vox.eu (e su lavoce.info in italiano) i cui primi firmatari sono Alberto Alesina, Richard Baldwin, Tito

Boeri, William Buiter, Francesco Giavazzi, Daniel Gros, Stefano

Micossi, Guido Tabellini, Charles Wyplosz, Klaus Zimmerman. Più

prominenti di così....

 

 

 

 

 

Perché questa convergenza di opinioni e questi appelli? Come

abbiamo già notato l'amministrazione Bush, così come Paulson e

Bernanke, hanno esagerato nell'urlare al lupo. Così fa Nouriel Roubini, ormai da tempo. Non c'è dubbio però che i mercati

del credito siano bloccati. Questo spiega, io credo, il fatto che molti economisti abbiano deciso di appoggiare il piano di bail-out, più o meno tappandosi il naso. La

serie storica recente del TED, la differenza tra il il tasso interbancario, che

le banche richiedono ad altre banche per prestiti a breve, e il tasso

di interesse sui titoli del Tesoro - i T-bills, è la misura principale della liquidità dei mercati del credito, una misura della

fiducia tra banche. I dati aggiornati ogni quarto d'ora sono su Bloomberg. Ieri notte il grafico aveva questo aspetto:


 

 

 

 

 

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Ogni rettangolino in verticale misura un punto percentuale: a ieri

notte quindi il TED era circa il 3.3%. Roba mai vista. Il salvataggio di Fannie e

Freddie è stato annunciato il 7 Settembre.

Il 13 è crollata Lehman Brothers. Il TED ha cominciato a crescere il 9

Settembre ad un ritmo impressionante. È sceso solo il

18 e il 19 Settembre di circa 80 punti base (.8%), all'annuncio del piano di

Paulson e Bernanke, per poi risalire alle prime difficoltà del piano

al Congresso.

 

 

 

 

 

Due punti vorrei fare:

 

  1. Grosso errore annunciare il piano: una volta annunciato il piano deve passare, perché i traders trattengono il fiato e se non passa rischiano di soffocare, portandosi dietro il mercato del credito; e per farlo passare, in queste condizioni politiche, bisogna urlare al lupo della irreparabile crisi finanziaria; e ad urlare al lupo - o arriva il lupo, o la gente si spaventa davvero e comincia a correre alle banche - un lupo ancora più grosso. Comunque, vabbé questa è fatta.
  2. Se il problema è il mercato del credito, allora bisogna agire sulla trasparenza dei bilanci delle banche, perché ognuna di esse conosca la situazione di bilancio delle altre, e il credito possa riprendere almeno tra le banche in buone condizioni e si possa procedere a ricapitalizzare le altre. Ma siamo sicuri che il piano di Paulson e Bernanke faccia questo? A me non sembra; almeno non esplicitamente.

 

Io sono un po' di giorni che ho una ideuzza semplice semplice, una alternativa almeno parziale al piano. Ci penso, senza avere il coraggio di dirlo a nessuno per paura di dire una pirlata grossa come una casa. Anzi, l'ho raccontata la mia idea in privato e sottovoce a un amico economista di cui mi fido molto che mi ha risposto che è una pirlata grossa come una casa. Quindi sto qui ad aspettare che lo dica qualcun altro, ma nessuno lo fa. E allora ci provo.

 

 

 

 

 

E se la FED richiedesse ad ogni istituzione finanziaria del paese di una certa entità di aprire i libri (non so se si dice in italiano, in inglese è "open the books"). Meglio, li obbligasse a farlo. Qualcosa di simile a "portare i libri in tribunale", solo che al "tribunale" stanno i nostri amici che lavorano per Bernanke [sostituisci con i tuoi tecnici preferiti]. Il compito della FED sarebbe quello di rendere pubblica la posizione in Mortgage Backed Securities (MBS) e derivati su MBS di ogni istituzione finanziaria, ripulire i bilanci delle situazioni più sconvenienti (cioé azzerare un po' di attivi e passivi), magari anche comprare dei blocchi di strumenti finanziari in casi particolari [qui si può discutere quali siano questi casi particolari], aiutare la ricapitalizzazione di chi ne ha bisogno - non a fondo perduto naturalmente [anche qui si possono aggiungere dettagli]. In sostanza una gestione a breve del sistema finanziario, come fanno i giudici delle società in fallimento. Allo stesso tempo la FED potrebbe garantire la liquidità dei mercati del credito per il periodo necessario alla ripulitura. Naturalmente la FED dovrebbe operare sotto supervisione del Congresso e per un periodo breve e definito in anticipo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È davvero roba da pazzi? Proprio una pirlata grossa come una casa? Comments welcome, dicono qui. Ho le spalle grosse - dateci dentro. Grazie in anticipo.

 

 

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Commenti

Ci sono 65 commenti

Visto che il rischio di dire pirlate è autorizzato, dico la mia.

Da ex revisore: quante ore di lavoro ritieni siano necessarie per "aprire i libri" ma anche per leggerli e capirli? In uno spazio di tempo che penso si dovrebbe misurare in giorni, massimo settimane? Una revisione di una grande banca italiana prende 50.000 ore, forse limitando il lavoro solo all'MBS (ma con un lavoro ben più accurato del solito, vista la crisi, le maggiori responsabilità , ecc.) potrebbero essere 20.000 ore, moltiplicate per 100 banche importanti USA  sono 2 milioni di ore, diviso 12 ore al giorno di lavoro per 15 giorni servirebbero 11.000 persone, tutte ovviamente altamente qualificate e, naturalmente, indipendenti.

 

se ho capito bene lo stato entra nelle banche per controllarle e gestire la crisi . C' è qualcosa di più socialista ?

Quando un bosco brucia gli alberi grossi bruciano per lasciare posto alle piccole piante che cresceranno dopo qualche anno. Il problema non è di sistema . Il problema è generazionale e questa generazione di manager che ha preso per il culo il mondo deve pagare . Meglio se con la galera. E' almeno 3 anni che chiedo al mio consulente come fa una società a mantenersi col terziario senza il manifatturiero . Le risposte vertevano dal ruolo della globaizzazione al fatto che la cina e bla e bla e bla. La risposta è una: non può. La mia sarà una valutazione qualunquista da uomo della strada. Ma per uscire da questo casino bisogna ritornare a fare cose tangibili come le schede elettroniche che come me altri producono e vendono. Prodotti veri a fronte di contanti.Per le scommesse basta las vegas

 

L'idea non mi sembra affatto peregrina. Con quale motivazione il tuo amico ha sostenuto che trattasi di una pirlata?

Semmai vedo un problema di altra natura, almeno per il Bel Paese, altrove non so. Le banche sono soggette ad una penetrante supervisione da parte di BdI. La sua vigilanza sta lì proprio per questo. Open the book significa dire che esiste la possibilità, concreta e reale, che il vigilante non abbia fatto bene il suo mestiere. Inoltre i soggetti più attrezzati per farlo sono in primis quegli ispettori di BdI. Conoscono a menadito le banche e la loro operatività. Saprebbero, più di altri, dove andare a guardare e cosa cercare. D'altra parte se non vengono utilizzati loro, ammesso che ce ne siano altri disponibili e capaci, la delegittimazione istituzionale di BdI sarebbe totale e irreversibile.

Occhio e croce l'effetto di sfiducia da parte dei risparmiatori sarebbe enorme e difficilmente controllabile. Alberto tu in fondo stai chiedendo al controllore, vecchio o nuovo che sia, di fare quello che il buon vecchio Nietzsche sconsigliava

 

Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro. E se tu riguarderai a lungo in un abisso, anche l'abisso vorrà guardare dentro di te.

 

1) Secondo me quella che proponi e' una soluzione irrealistica (giusto un'impressione la mia, sono tutt'altro che un esperto!). Come fa notare Mario, "aprire i libri"  e leggerli richiede molto tempo. Tempo durante il quale banche di primaria grandezza dovrebbero dare informazioni molto delicate in mano ad una legione di "supervisori". Tempo durante il quale il mercato potrebbe essere bombardato da rumors di ogni tipo,con conseguenze sui titoli delle banche stesse e, piu' in generale, sul valore dei loro assets (mark to market). Insomma, l'incertezza che tu stesso descrivi, coi trader a sudare tenendo il dito sul "bottone rosso", permarrebbe per settimane (o quarters, per usare riferimenti "che contano"). A meno che tu non stia suggerendo di sospendere i titoli e/o chiudere del tutto i mercati per tutto il tempo necessario...

2) La mia versione della "pirlata" e' la seguente: invece di stanziare dei soldi subito e darli in mano a chissa' chi, perche' lo stato non si limita a scrivere su un foglio di carta "da oggi io metto la mia garanzia su questo, questo e quest'altro" (dove, a questo punto, la lista sarebbe lunga....). Se davvero il problema principale e' quello di ridare fiducia negli investitori, mi pare che questo sia il metodo migliore: dai un messaggio forte e chiaro, semplice. E sul tavolo, all'inizio, non devi mettere una lira...

Ancora: scrivere una lista di cose da proteggere, in astratto, e' meno politicamente sensibile che creare un fondo di moneta sonante. Si perderebbe meno tempo, secondo me.

 

EDIT: sia chiaro, non sto dicendo che proponi cose sbagliate. Qualcuno, prima o poi, dovra' fare pulizia in quei libri (le banche stesse o lo zio Sam). Non mi pare adatto come primo passo, pero'. Non credo sia una soluzione x i problemi di questi giorni.

 

 

Alberto, io non sono un economista, per cui non sono in grado di dire fino a che punto è una pirlata, sono d'accordo sia con Mario che con Ne'elam che i problemi ci sarebbero: quante persone a controllare, e poi soprattutto significa che i controlli fino ad oggi sono stati una farsa: se devono aprire i libri, temendo chissà cosa c'è dentro siamo tutti portati a pensare che fino ad oggi ci hanno preso in giro, o che continuano a farlo, visto che il commercialsita della Valtellina contninua a dire che noi non corriamo alcun pericolo.

Un punto, però, mi sembra essenziale: nessuno si fida più dell'altro, tanto che il TED è arrivato a punte impensabili: della serie, se proprio ti servono soldi me li devi pagare cari e amari, che il lume valga la candela, ovvero bisogna riporatre la fiducia nei mercati.

E poichè si parla di fiducia, ed è quella che io ripongo ogni giorno nei miei clienti, ed a sua volta quella che ripongono in me i miei fornitori, io espongo un'altra pirlata: obbligare per un certo periodo di tempo (sei mesi ?) le banche a prestarsi il denaro non in base al supposto (penso che sei pieno di titoli marci), ma in base all'evidenza già nota (i tuoi titoli non so come sono, ma li guardo per quello che hai dichiarato), ad un tasso prefissato dalla Banca Centrale (prestatore di ultima istanza), con un TED di (?) e garantiti dalla stessa. Così la Banca Centrale non sarebbe obbligata a iniettare liquidità, liquidità che poi le banche non reimpiegano. I conti, così, si farebbero alla fine, non adesso che sembra che venga giù tutta la baracca.

In sostanza, i miei fornitori non guardano chi sono i miei clienti, si fidano che li abbia saputi scegliere, e comunque la mia azienda, nel caso, ha anche l'appoggio di un prestatore di denaro, in caso di mancanza di liquidità.

L'unica cosa su cui tutti mi darete ragione, è che c'è un errore nel titolo: si dice continuIamo, non continuamo.-)

 

Buiter, qualche giorno fa:  "I propose that the authorities for the time being socialise the interbank market.".

Non so, mi puzza di moral hazard.

 

La pensata di forzare in qualche modo le banche a prestarsi denaro (con garanzie pubbliche) l'avevo fatta anche io...

Vorrei aggiungere una osservazione alla proposta di AB sui "libri aperti": secondo me, anche se fosse una cosa fattibile in cinque minuti, verrebbe rifiutata. Mi sembra molto ingenuo pensare che le banche (o di riflesso i loro amministratori) non abbiano molto da temere, anche sul piano penale, da un eccesso di trasparenza...

 

..non si potrebbe oltre che "costringere" le banche, non a prestarsi denaro, ma ad avere fiducia, utilizzare strumenti che nella pratica commerciale sono noti come "stand-by Letter of credit "? Io banca A chiedo, a breve termine, il denaro a una banca B, oltre al tasso prefissato dalla Banca Centrale ricevo una stand-By LC dalla Banca Centrale : se A non paga alla scadenza la Banca Centrale ti paga, B non rischia niente e i tassi scendono di loro, inoltre si potrebbe anche prevedere una sorta di "vigilanza intensa" su quelle banche che chiedono un pò troppe volte denaro rispetto alla media (lo so, già succede, ma in questo caso potrei chiedere ad A, e non a tutte le banche di aprire i libri, risparmiamo tempo e denaro e accendiamo i fari su chi sta inguaiato, poi decidiamo il da farsi). Così andiamo avanti con la pirlata di Alberto, ma non stiamo lì a guardare tutti i libri e a portare tutti i CEO delle banche in tribunale...

Certo che quel titolo con la I mancante....-).

 

Marco, tu ci dici queste cose quando è notte fonda... Evidentemente sono stato il primo redattore a svegliarsi o comunque leggere il post di Alberto, ho subito messo la ''i''. Grazie mille.

 

E' una pirlata grossa come una montagna, mica come una casa.

Perche'? Primo, ci vuole tempo e soprattutto ettolitri e ettolitri di caffe'.

Secondo, il motivo per il quale il TED e' al 3-4%, oltre allo sparare al lupo, al non fidarsi e l'indisponibilita' delle banche d'affari a ricapitalizzarsi a brevissimo per non ammettere di essere deboli, e' che le banche stanno usando il discount window della FED come fosse il loro bancomat personale per ottenere cassa.

Qui qualcuno si fara' male, bailout o non bailout. Cash hoarding porta a un arresto cardiaco, per cui non mi stupirei se il weekend annunciassero la nazionalizzazione di qualcuno.

 

 

No, aspetta, sono confuso. D'accordo con il punto 1, che già aveva sollevato Mario Morino: ci vuole tempo e fatica a controllare i bilanci delle banche, e questo può rendere la proposta poco pratica.

Però non ho capito che tipo di causalità hai in mente sulla faccenda crescita tasso interbancario--uso della discount window FED. Sarò naive ma a me pare che se il tasso interbancario cresce diventa per le banche più conveniente usare la Fed, esattamente come appare nei dati che riporti, no? Questo non signifca che non sia allarmante la crescita del tasso interbancario. Cosa non ho capito?

 

 

Mi sembra che questa tua idea poggi i piedi sull'immagine del lemon market: eliminato il velo di ignoranza sulle rispettive posizioni di rischio, il mercato si "normalizza" attribuendo un corretto pricing agli assets in circolazione.


Se ci trovassimo in un universo parallelo in cui FED e SEC, già dalla fine degli anni '90, avessero predisposto un sistema di risk rating e di informazione obbligatoria (magari usando quella benedetta information technology che proprio negli USA è nata e si è evoluta, oggi tutte le banche operano attraverso transactional databases ma a nessuno è venuto in mente di interfacciare i singoli sistemi privati con un elaboratore centrale pubblico a scopo di vigilanza e controllo real-time), per attuare quanto suggerisci basterebbe una banale query.

Probabilmente, però, in quel mondo alternativo qualche sistema ex lege di rating avrebbe già evidenziato l'anno scorso che alcuni intermediari avevano sviluppato rischi di controparte e di concentrazione un po' alti, e i relativi assets avrebbero (a parità di earnings attesi) subito una riduzione del prezzo di mercato (altrimenti dovremmo negare l'intero impianto teorico della frontiera efficiente di Markowitz, e non mi pare il caso). Quindi forse, oggi tutto il casino non sarebbe arrivato a gonfiarsi in questo modo osceno.


Ma noi siamo in quest'altro universo, dove il rating dei titoli è stato lasciato in mano a società private, e i sistemi informativi bancari sono isole blindate e poco accessibili. Posto pure che in poco tempo e con costi ragionevoli si riesca a conoscere la composizione di portafoglio e la posizione di rischio di ciascun intermediario (idea un po' ingenua, ma facciamo finta), otterresti comunque una caduta a picco degli assets più "inquinati", una caduta conseguente del flottante totale di mercato, un peggioramento dei bilanci anche per quegli intermediari i quali, attraverso catene di vario genere (es. chi ha in portafoglio quote di un fondo di investimento, che contiene azioni di una banca, la quale ha stipulato dei CDS con un'altro intermediario che a sua volta ha molti MBS...) subiscono perdite. Il sistema bancario così com'è mi pare troppo interconnesso per sperare che il mismatch fra domanda e offerta, e la conseguente crisi di liquidità, si plachi in breve tempo semplicemente indicando dove sono i titoli toxic.

 

 

 

Insomma, e perdona la prolissità, la tua idea secondo me sarebbe stata la soluzione perfetta in una fase di vigilanza ex ante, ma a cose fatte oramai... meglio secondo me, al punto in cui siamo, la proposta di Zingales, che in un sol colpo ricapitalizza gli intermediari (è da vedere ovviamente con quale rapporto di conversione trasformare i crediti in azioni, cosa non semplicissima), accolla le perdite a coloro che già hanno valutato erroneamente il profilo di rischio dell'intermediario al quale hanno concesso credito, e magari può spingere gli azionisti, vecchi e nuovi, all'istituzione di sistemi interni di governance più efficaci (o ad azioni di responsabilità verso i CdA più imprudenti...).

 

sono decisamente d'accordo con Zingales

 

A me l'idea di fondo non sembra per niente una pirlata. D'altrondo e' opinione abbastanza condivisa che uno dei motivi della lentissima ripresa del sistema bancario Giapponese dalla sua crisi degli anni '90 sia stata propria la opacita' dei balance sheets delle sue banche e istituzioni finanziarie, anche favorita dal sistema Giapponese di accounting backward looking. Douglas Diamond chiamava questo il caso degli "zombie" (probabilmente ne avete gia' discusso qui), banche e istituzioni finanziarie che si ostinavano a non riconoscere il problema (impedendo un'opera di sana "pulizia") ma de facto era in condizioni talmente gravi da non poter far altro che tenere chiusi i rubinetti del credito (l'ormai infaustamente noto credit crunch). Quando parlai con alcuni economisti del Financial Regulation Office della Bank of Finland, erano fieri di sostenere come la rapida ripresa della Finlandia e ancora piu' della Svezia dalla loro profonda crisi bancaria dei primi anni '90 fosse stata proprio facilitata da un'opera di "riconoscimento" rapido dei problemi dei balance sheets (in contrasto con l'approccio Giapponese).

Cio' detto a livello di principio, non so se e come l'idea potrebbe essere implementata.

 

Mica male l'idea.

Certo, come e' stato detto, il problema principale e' sui tempi.

Allora, per lavorare tutti in modo piu' sereno, si potrebbe eliminare il "quarter" e far ragionare borsa e aziende meno freneticamente.

Magari non aiuta alla causa ma, visto che le pirlate non vanno mai da sole...

 

Idea teoricamente buona, ma praticamente deleteria, perchè credo che farebbe precipitare ancora di più la fiducia nel sistema: in sostanza il messaggio sarebbe "tutta la vigilanza fatta dalle banche centrali  sino ad oggi è inaffidabile, tutti i controlli interni (sindaci, società di revisione ecc.) sono carta straccia, quindi fateci vedere come stanno realmente le cose e ne riparliamo dopo".

La conseguenza sarebbe una corsa a riprendersi i risparmi, la sospensione delle quotazione in borsa dei titoli bancari, la contrazione del credito. 

Questa naturalmente è una valutazione fatta "a naso" da un ignorante, poi magari ci sono considerazioni economiche a me sconosciute che fanno sì che abbia detto una pirlata

 

 

Allo stesso tempo la FED potrebbe garantire la liquidità dei mercati del credito per il periodo necessario alla ripulitura.

 

La FED non ce l'ha i soldi per coprire il credito giornaliero interbancario con la flessibilita' con cui lo fanno le banche. Solo il commercial paper sono quasi 2 trillioni, figuriamoci il resto. Come si dice: you cannot print your way out of this mess.

 

 

 

La FED non ce l'ha i soldi per coprire il credito giornaliero

interbancario con la flessibilita' con cui lo fanno le banche. Solo il

commercial paper sono quasi 2 trillioni, figuriamoci il resto. Come si

dice: you cannot print your way out of this mess.

 

Pero' mica le transazioni sono in banconote... Considera che FED e BCE (e probabilmente ormai anche BoE e altre banche centrali minori) non sono solo "Lenders of Only Resort", sono anche "Deposit Takers of Only Resort", dato che le banche con temporanei eccessi di liquidita' ormai si fidano solo a depositarli nella banca centrale (ricevendone interessi molto bassi). A questo punto, forse sarebbe piu' semplice se le banche centrali si limitassero a garantire i prestiti interbank, dato che l'effetto pratico e' lo stesso... Almeno in America la FED gia' ha una buona visibilita' sui flussi interbancari dato che essi prevalentemente passano tramite Fedwire, la camera di compensazione in tempo reale che usa i saldi dei depositi infruttiferi che le banche devono tenere con la FED. 

 

Grazie a tutti. Il mio post era un tentativo di pensare ad alta voce in modo di avere reazioni. Che naturalmente ho avuto. Voglio provare a rispondere - ancora pensando ad alta voce - anche se non ho tempo (insegno). Rispondo quindi veloce veloce e poi tornero' con piu' calma sui punti.

1) Sul fatto che "controllare i libri" richieda (impossibilmente) tanto lavoro. Sono d'accordo che sia operazione ciclopica - anche se credo meno di quanto stimato nei commenti:

 

  1.   Si tratta "solo" di controllare le posizioni OTC e di MBS; non tutte le operazioni; molte banche avevano sezioni apposite;
  2. La Fed ha un mucchio di gente; alcuni addirittura tra di noi, il cui lavoro potrebbe essere meglio utilizzato :)
  3. Le societa' di rating hanno gente specializzata, assolutamente inutile nel loro lavoro presente; si potrebbero precettare
  4. La cosa va fatta in ordine, le grosse banche prima,... in modo da avere un pezzo per volta del sistema finanziarion che funzione (anche se questo puo' essere complicato a causa della interrelazione delle posizioni)
  5. Molti chiedono allo stato di costituire una grossa agenzia immobiliare; crediamo che questo sia un gioco? 


2) Sul fatto che sia socialismo. Un po' si'. Ma qui in Amerika, mi fido abbastanza. Per questo comunque  chiederei tempi pre-definiti!

 

3) Sul fatto che significhi ammettere che il vigilatore non abbia fatto il suo lavoro.  C'e' qualcuno che pensa il contrario, almeno negli USA? Io credo non ci siano dubbi, ne' i vigilatori di stato, ne' quelli privati (agenzie di rating) hanno fatto bene il loro lavoro. Questo pero' non significa che non lo sappiano fare; soprattutto al livello di quelli che fanno i conti. Il problema era di incentivi e di ideologia delle istituzioni. Non di incompetenza, credo. Ed e' per questo che non avrei problemi a farlo fare a loro il lavoro - non mi riferisco ai capi, ma ai quadri e agli impiegati. 

 

4) Sul fatto che l'idea sia basata su un errato pre-concetto. Cioe' sul fatto che il TED misuri davvero liquidita' sul mercato del credito. Mentre invece la liquidita' viene dalla window della FED. Questo mi pare un punto importante. Assolutamente. Sembra plausibile. Nel qual caso forse ci stiamo preoccupando troppo. Pero'  vorrei vedere i dati dei volumi. Quanta liquidita' viene dalla window, in termini relativi al mercato interbancario? Prima e dopo la crisi. 

 

5) Sul fatto che bisognerebbe sospendere trading e che cio' terrorizzerebbe ancor di piu' i mercati.  Difficile rispondere. Io non credo sia vero che bisognerebbe sospendere trading. Credo che la pulizia dei bilanci stia avvenendo adesso in modo non-coordinato e estremamente lento. E credo che sia questo a bloccare i mercati, se davvero sono bloccati. E non credo sia possibile avere piu' terrore di cosi'. 

 

[da continuarsi] 

 

mi pare il caso di far notare:

dealbook.blogs.nytimes.com/2008/10/02/hedge-funds-score-a-victory-in-short-selling-rules/

e anche

www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2008/09/30/AR2008093002602.html

 

ossia: forse complete transparency non si puo fare, ma mi sembra che qui ci si stia muovendo in direzione diametralmente opposta

 

...per contribuire un po alla discussione. Questo credo si possa ricollegare al dato sul Ted riportato da Alberto.

La crisi di liquidita' sembra essere soprattutto dopo i 20 giorni se si guardano ai dati della FED sul commercial papers. Per il mese di Settembre, fino a  venti giorni, i volumi di commercial papers sono anzi superiori alla media (Non capisco bene il perche' di questo non essendo un esperto di economia monetaria). Dopo i venti giorni parecchio inferiore alla media e dopo gli 81 giorni il 30% inferiore alla media.

Il che mi fa pensare che anche in questo senso il piano Paulson appena passato non giovera' di molto a ridare liquidita', come suggerisce Michele in un altro post aggiungendo varie e interessanti ulteriori ragioni.

 

6) Sul fatto che si ricapitalizzi con equity a' la Zingales. Ci mancherebbe, se si ricapitalizza che si faccia con equity. Ma il mio punto e' che e' meglio separare la realizzazione delle perdite e la ricapitalizzazione (la realizzazione delle perdite secondo me deve essere coordinata nel sistema - per fare in fretta -  per questo mi par bene che lo faccia la FED o chi per loro). Sono due operazioni diverse e indipendenti. Una volta realizzate le perdite un bel po' di ricapitalizzazione verra' fatta dai mercati privati, che le banche sono molto, molto poco care di questi tempi. 

7) Sul fatto che si potrebbe iniziare dall'assicurare i mutui come dicono Michele e i Repubblicani.  Qualcosa in questo senso va fatto. Ma si noti che i) il problema di moral hazard e' immenso - aspetto di vedere come Michele pensa di risolverlo, ma a me pare immenso; ii) il tutto comporterebbe l'entrata attiva dello stato nelle transazioni immobiliari, una cosa che sanno fare ancora meno che non controllare i bilanci, iii) il tutto cmporterebbe il completo bailout dei banchieri cattivi; forse e' inevitabile comunque - non e' certo solo un problema di questo approccio, ma...

Penso che questo post, insieme con i vari articoli di Michele Boldrin sia molto importante come modo di guardare la crisi finanziaria, ed in generale l'economia.

Tutto quello che si legge altrove è chiaramente frutto di ideologie, precomprensioni, correnti, tradizioni, insomma un sacco di gente che pretende di dire cosa si deve fare. Filosoficamente, una continua confusione fra l'essere ed il dover essere.

Andando al merito, e molto umilmente:

1) Controllare i libri mi pare la risposta giusta: se i metodi di revisione attuale non sono efficienti si tratta di inventarne di nuovi, non di tirare fuori il solito problema dei costi.

2) Non è socialismo, trattasi di capitalismo nella sua forma più genuina

3) Non ho capito perché bisognerebbe sospendere il trading, visto che non si sospende ora che le informazioni non ci sono. Forse ci dovrebbe semplicemente essere un modo trasparente di diffondere le informazioni mano a mano che saltano fuori.

 

 

 

...mano a mano che saltano fuori.

 

Mi sembra il cuore del problema. Le informazioni "salterebbero fuori" in tempi diversi, a prescindere dal meccanismo di "pubblicazione" utilizzato. Ne sappiamo abbastanza per gestire un processo del genere, path dependancy del risultato finale e tutto? Chi si prende una responsabilita' del genere?

 

Alberto, l'idea è sensata, ma mi chiedo se risolverebbe il problema -- nel senso che

 

agire sulla trasparenza dei bilanci delle banche, perché ognuna di esse conosca la situazione di bilancio delle altre

 

mi pare necessario ma non sufficiente. Non solo per le ragioni suggerite da Mario, Ja e altri. Alla radice di tutto il casino (correggetemi se sbaglio) c'è il fatto che nessuno oggi sa prezzare le Mortgage Backed Securities e i derivati associati (come anche Michele suggerisce). E' questo che ha trasformato un problema relativamente "mild" come l'illiquidità in un problema assai più grave, l'insolvenza.

Insomma, se anche si aprono i libri e le posizioni "MBS e dintorni" diventano cristalline, resta una coltre -- non un velo -- di ignoranza: ma quanto valgono quei titoli?

Tra l'altro questa fondamentale (letteralmente) incertezza ha forse facilitato la strada al bailout: tra tutti gli stati del mondo c'è anche quello in cui il governo fa veramente un buon affare...

 

 

No, Giulio, non sono affatto d'accordo. Non c'e' nessun problema col prezzare MBS. Le stime dei default rates sono invece abbastanza precise, e le "pricing equations" non sono rocket science. C'e' incertezza, naturalmente sulla futura dinamica dei prezzi immobiliari, ma i prezzi impliciti nel MBS oggi sono bassissimi. Resto convinto, e varie discussioni di questi giorni con "specialisti coinvolti" mi confermano le convinzioni, che la questione dell'incertezza riguardi piu' i volumi piu' che i prezzi.

 

OT: sul corriere on line c'è un articolo in homepage, che dice :"Unicredit, Profumo:<Crisi mai vista> . Papa: <Solo la parola di Dio è solida>. "

Volevo sapere dove sono pubblicati i ratings di Dio, che sembra essere l'unico analista che sa correttamente valutare i titoli...

Mi ha fatto abbastanza ridere leggere questo titolo, facilmente travisabile, almeno per me. Per correttezza, l'articolo poi parla di cose diverse, che vi lascio immaginare ma che potete trovare direttamente sul sito corriere.it. Nel bel mezzo del caos, ci si mette di mezzo il Papa con le sue opinioni. Annamo bene...

 

A me ha fatto una tristezza enorme. Credo che del Corriere si possa salvare solo Giannelli, che ormai tratta gli argomenti con maggiore serietà dei corsivisti e dei titolisti.

 

OT:

LaStampa pubblica questo: 

www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp

A differenza dei discorsi del Papa, questo genere di notizie solitamente non viene messo in bella evidenza in prima pagina. 

Evidentemente, la parola è di Dio, ma il silenzio è d'oro. 

 

Immagino le mail infuocate che si stanno scambiando michele e alberto in questo momento e sorrido. Poi penso: ma una sintesi è proprio impossibile ? Di base abbiamo due idee: una che dice: apriamo i libri, prezziamo 'sti caspita di MBS, collateral, toxic e quant'altro è nella pancia delle banche e aiutiamo in qualche modo chi sta inguaiato, gli altri sono sani e tutto riparte.

L'altro (more or less) dice: non capisci niente, l'unica cosa da fare è ripartire lì dove il casino è cominciato, diamo i soldi a chi ne ha bisogno per pagare i mutui e la baracca riparte.

Sintesi terroniana: fare entrambe le cose. E' proprio impossibile, ad esempio, far aprire i libri a chi dice: "aiuto" (ma anche a chi non lo dice in una seconda fase), trovare i mortgage da cui si è generato il problema e andare a ripianare solo quelli ? E per "quelli" intendo i mutui sottostanti, non gli MBS.

Diamine, non tutti mutui sono in default, ci sarà pure qualcuno che lo sta pagando per non perdere la casa ! Così (può darsi) si evita di dare soldi a chi non è in difficoltà, come banca, soprattutto si fa chiarezza, perchè la mancanza di fiducia è figlia della mancanza di trasparenza. E la trasparenza nel piano Paulson sembra assente...

 

Non essendo esperto di questi argomenti, ho evitato d'intervenire (dicendo, magari, sciocchezze epocali) e mi sono limitato a seguire la discussione.

L'intervento di Marco mi pare, però, molto pragmatico - sarà perché di mestiere fa l'imprenditore, sebbene "terronico" .... :-) - e vorrei anch'io capire se la sintesi è possibile, eventualmente con una programmazione temporale degli interventi.

Poi, naturalmente, a situazione "normalizzata" rimane sempre necessaria una modifica al sistema di regole, che non prescinda da una reale trasparenza ...... o no?

 

 

Poi penso: ma una sintesi è proprio impossibile ? Di base abbiamo

due idee: una che dice: apriamo i libri, prezziamo 'sti caspita di MBS,

collateral, toxic e quant'altro è nella pancia delle banche e aiutiamo

in qualche modo chi sta inguaiato, gli altri sono sani e tutto riparte.

L'altro (more or less) dice: non capisci niente, l'unica cosa da

fare è ripartire lì dove il casino è cominciato, diamo i soldi a chi ne

ha bisogno per pagare i mutui e la baracca riparte.

Sintesi terroniana: fare entrambe le cose.

 

Allora: invito di nuovo alla calma ed ai nervi distesi, che altrimenti facciamo la fine di Bernanke ...

La sintesi terroniana c'è già da tempo. Mi dispiace: mi autocito, ma invito a leggere le quattro proposte messe alla fine del mio articolo con David Levine (qui, tanto per non citare sempre nFA ... eppoi lì ci sono altri commenti interessanti sulla questione!). Qui nessuno ha la priorità di nulla, cerchiamo di capirci!

OGNUNA delle idee che circolano ha qualche antecedente o è già stata proposta da qualcun altro, magari in qualche crisi bancaria anteriore. Tanto per dire, negli ultimi giorni ho passato vario tempo al telefono ed a corrispondere (fra gli altri) con Rolf Lüders, dal quale ho appreso che, appunto, tutto quanto uno si inventa è stato usato (bene o male) in qualche crisi precedente. 

Il problema, quindi, non è di proprietà intellettuale delle proposte, ma di discutere e chiarire quali funzionino e quali no. E, date le circostanze attuali, soprattutto quali funzionino in tempi ragionevolmente brevi per fermare il panico che chiaramente sta pervadendo i mercati finanziari. Una cosa è certa, Bernanke che parla non è utile. Stabilito questo, ci chiediamo cosa possa essere utile. 

Infine, sul dibattito specifico tra Alberto e me: non ha nulla a che fare con la sua proposta di "open the books", che mi trova perfettamente consenziente. Ha a che fare con il fatto che io non condivido la sua affermazione secondo cui dare dei prezzi, oggi e nelle condizioni concrete in cui siamo, ai titoli chiamati genericamente MBS (o derivati su di essi) è fattibile in modo relativamente rapido e credibile. Lui lo crede, io credo proprio di no ed ho dato le mie ragioni.

Il resto sono faville di fuochi artificiali che, nella profonda oscurità in cui tutti ci troviamo in questi giorni, luccicano molto apparendo più grandi di quanto in realtà siano.

 

 

Il santone? Quello che nel 1996 (!), si 1996 non 2000, parla di esuberanza irrazionale e poi sta zitto per tutti gli anni successivi visto che gli dicono quanto e' bravo?

 

Speriamo. Oggi sul WSJ:

 Active efforts are underway to develop stronger netting, clearing and settlement arrangements for certain derivatives, in particular the notional trillions of credit default swaps, the absence of which has contributed to uncertainty and large demands for scarce collateral.  [...] P. Volker