Della corruzione e delle pene

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La terra dei Lupi. 

Secondo uno studio OCSE la percezione della corruzione nella pubblica amministrazione in Italia raggiunge il 90%. In questa speciale, e poco onorevole, classifica siamo primi davanti a Grecia e Portogallo e lontanissimi dai Paesi più virtuosi come Svezia e Danimarca. Insomma, non è vero che non sappiamo fare nulla, vi sono cose nelle quali ci impegnamo per davvero.

Che il Belpaese sia maglia rosa di questa bizzarra consuetudine lo si capisce sfogliando un qualunque quotidiano sia nazionale che locale anche senza ricorrere a complicati algoritmi statistici.

Sono passati 23 anni dallo scoppio di tangentopoli ma l’impressione è che da Mario Chiesa a Ercole Incalza nulla sia cambiato nonostante una legge ad hoc sui pubblici appalti (la 109/1994), decaloghi e raccomandazioni sia italiani che esteri, e un’authority nuova di zecca il cui funzionamento è stato illustrato su queste pagine da Paolo Piergentili.

Perché in Italia ogni appalto pubblico, ogni opera grande o piccola, ogni evento finanziato dalla tassazione di (quasi) tutti diventa ghiotta occasione per arricchire i già rigonfi portafogli dei soliti noti? Dal Mose all’Expo, dal G8 alla cooperazione, e via via a scendere in ambito locale, non c’è appalto che non sia sfiorato da fenomeni di corruzione e concussione.

Il legislatore reagisce come suo solito - ma sarebbe meglio dire fa finta di reagire - discutendo una nuova legge anticorruzione che inasprisce le pene e allunga i tempi di prescrizione dei reati. Se valesse la regola per cui basta aumentare di due anni la pena – nella fattispecie, da quattro a sei – per evitare la commissione di un reato, allora si potrebbe scrivere un nuovo codice penale che innalza tutte le pene di N anni. Fatto è che il puro inasprimento delle pene può essere funzionale, ma non decisivo, ad una effettiva risoluzione del problema. Se fosse vero l'assunto per cui una pena molto severa ha totale efficacia deterrente contro un crimine, allora in Texas, dove viene applicata alacremente la pena di morte, non avverrebbero più omicidi.

Il problema evidentemente sta (anche) altrove. 

Primo. In Italia non è mai esistito un sistema politico-elettorale capace di generare una vera alternanza nel controllo dei centri di potere, alternanza che implicasse un regolare ricambio sia della classe politica che dell'alta burocrazia pubblica. Anche i nuovi attori di oggi non sono altro che l’espressione dei vecchi sistemi di potere che perpetuano le loro dinamiche. Lo si vede nella timidezza con cui il governo, al di là dei proclami che non costano nulla e fanno sempre audience, affronta, nei fatti, il tema del ricambio della classe politica e di quella burocratica - un esempio su mille: Renzi che "blinda" De Gennaro. Lo si vede nei comportamenti dei parlamentari di Forza Italia, partito che più ha governato negli ultimi 20 anni: il gruppo parlamentare, come in un "pronti, via!" ha opposto con un emendamento la pregiudiziale di incostituzionalità al DDL in discussione al Senato. Lo si vede, alla fine, nella continuità nelle cariche apicali della pubblica amministrazione locale e dei ministeri.

Secondo. Nonostante il codice appalti esistono ancora troppe stazioni appaltanti che hanno il potere di dettare regole ad usum di chi con la PA ha un rapporto quotidiano e confidenziale. Alberto Heimler in un intervento alla Scuola Nazionale Superiore dell’Amministrazione così descrive il fenomeno:

 

i) I mercati degli appalti pubblici sono frequentemente caratterizzati da cartelli

ii) I concorrenti si mettono d’accordo per suddividersi fra loro le gare e aggiudicarsele ad un prezzo più elevato

iii) L’accordo si risolve (quasi) sempre in una rotazione su chi si aggiudica la gara di turno

iv) Talvolta i concorrenti si accordano per non partecipare ad una gara in cambio di un subappalto

 

È evidente che chi può riesce ad aggirare le regole, spesso grazie aalla collaborazione di chi, nell’ente appaltante, dovrebbe garantire il regolare funzionamento della gara e il miglior prezzo e le migliori condizioni per la pubblica amministrazione.

Ah, a proposito di "insiders", l'ironia della sorte, nel cercare materiale per questo post, ci ha portato qui. Non male come esempio di scuola, no? 

Terzo. La cultura di cui è permeato il paese tratta la corruzione e la collusione con indulgenza perché rappresenta per tanti la scorciatoia segreta attraverso la quale si aggira la competizione e si evita l’investimento in produttività ed efficienza. Funziona meglio il capitalismo di relazione che il capitalismo di competizione, almeno in un sistema come quello italiano; il problema è che funziona per pochi e sempre i soliti. Paga esser vicini al politico potente che può garantire corsie preferenziali negli appalti, ma anche nell’accesso al credito, nelle assunzioni, negli incarichi di consulenza ecc.

Dunque non può essere una legge o una singola norma a "moralizzare" un insieme di interessi ben saldi e consolidati.

Serve un corpo di leggi quadro che di concerto operi su quattro grandi capitoli: a) semplificazione delle procedure, perché dietro la complessità delle norme si nasconde sempre il vantaggio di chi quelle norme sa come interpretarle e utilizzarle; b) piena e totale trasparenza sui criteri di aggiudicazione delle gare e sulle procedure di affidamento degli incarichi, perché i fenomeni corruttivi (e concussivi) non possono essere combattuti solo ex post ma soprattutto evitati ex ante; c) un'authority dotata di pieni poteri che garantisca meritocrazia ed esercizio della libera concorrenza fra imprese, che sia finalmente sopra le autorità speciali dei ministeri, come ad esempio la Struttura Tecnica di Missione affidata ad Ercole Incalza prima come dirigente poi come consulente esterno; d) incarichi a tempo determinato delle posizioni apicali a nomina politica della pubblica amministrazione per evitare che si consolidino rapporti troppo stretti fra chi detiene il potere di orientare gli appalti e chi partecipa alle gare. 

Non è un caso se la legge 109/93, prima, e il codice appalti (dlgs. 163/2006), poi, si siano rivelati inefficaci nella prevenzione della corruzione. E non è un caso se le cosidette grandi opere siano state quasi sempre affidate a commissari speciali dopo che erano stati scoperti gravi episodi di corruzione. Poco o nulla si è fatto in questi 20 anni sul fronte della trasparenza, vero nodo gordiano del problema. Manca un open data set che consenta a chiunque di consultare come e a chi i bandi sono assegnati, quali soggetti prestano le controgaranzie richieste dai disciplinari e altre cruciali informazioni. Un portale in cui tutti i record relativi alle assegnazioni siano di pubblica consultazione. Sarebbe questo un deterrente molto più efficace degli aumenti di pena e dell'allungamento dei tempi di prescrizione.

L'istituzione del Consip è stata un passo avanti non sufficiente su cui torneremo in un prossimo pezzo. Trasparenza serve sui bilanci dei partiti, sulle donazioni ricevute dai politici e dalle fondazioni da loro fondate o a loro riconducibili.

D'altra parte le disposizioni emanate dall'Anac per prevenire fenomeni di corruzione sembrano destare poco interesse fra i destinatari. Entro il 31 gennaio 2014 tutte le amministrazioni comunali dovevano presentare un piano triennale di prevenzione della corruzione (PTPC) e darne attuazione. I dati puntuali relativi all'attuazione dei PTPC si possono consultare in questa pagina curata da Franco Mostacci. L'interesse mostrato dalle amministrazioni locali si evince dal dato desolante relativo al divieto di presenza di condannati nelle commissioni e negli uffici: solo in sette comuni è stata fatta un'attività di verifica di questa condizione. In generale sembra esserci un imbarazzante scollamento fra percezione della corruzione e cronaca quotidiana da una parte e reazione delle amministrazioni pubbliche dall'altra. 

Emblematico è il caso del responsabile della trasparenza e della prevenzione della corruzione al comune di Roma, Italo Walter Politano, indagato per associazione a delinquere di stampo mafioso. Dopo il provvedimento di garanzia la giunta Marino l'ha sostituito ma non ha potuto sospenderlo fino a chiarimento della sua posizione, perché la legge non consente la sospensione di un dirigente. Politano oggi è a capo dell'Ufficio Decentramento. È dunque la legge stessa ad impedire che un (presunto) lupo sia a guardia del gregge.  

I partiti invece preferiscono spostare pilatescamente il dibattito sulle tecnicalità giuridiche e sull'uso delle intercettazioni.

I politici di destra senza alcun ritegno, quelli di sinistra più sommessamente (fa eccezione D' Alema), si lamentano della pubblicazione delle intercettazioni; in alcuni casi addirittura dello strumento stesso dell'intercettazione. Essere coinvolti, loro malgrado, mentre qualcuno suggerisce di acquistare 2000 bottiglie di Pinot e Cabernet perché chi lo produce è politicamente più influente di una Cantina Bentivoglio qualsiasi, può essere spiacevole; ma un politico senza macchia dovrebbe limitarsi a rivendicare la qualità del proprio vino, non minacciare di querela chiunque capiti a tiro. Anzi dovrebbe essere il primo a chiedere trasparenza, dopo che, svariati lustri ai vertici della politica italiana, per la trasparenza ha fatto nulla. È bene ricordare che, salvo rarissimi casi, le intercettazioni finiscono sui giornali perché sono già diventate atti pubblici e quindi la loro pubblicazione non solo non viola alcuna norma ma nemmeno alcuna segretezza. La secretazione di rapporti men che limpidi non è meno indesiderabile della gogna pubblica che deriva dalla pubblicazione di conversazioni riservate: dipende dal valore relativo che uno pone su moralità della vita pubblica e privacy del politico o del burocrate. Personalmente privilegio la prima, visto che il costo sociale della sua continua violazione è diventato enorme. Chi occupa ruoli di responsabilità politica e amministrativa non può invocare ragioni di privacy se lo scudo della riservatezza può nascondere illeciti comportamenti. Il diritto dei cittadini di sapere da chi sono governati è sacrosanto al pari della democrazia; anzi ne è parte fondante.

La corruzione non è solo un danno d'immagine per il paese. Calcolarne l'impatto sui conti pubblici è pressoché impossibile, anche se in giro qualcuno che abbia provato a fare i conti si trova. Le stime più a la page parlano di sessanta miliardi all'anno sebbene la stessa Corte dei Conti, cui si attribuisce la cifra, abbia dichiarato che non è possibile una quantificazione puntuale. È certo però che il danno c'è ed è enorme perché, oltre a rimetterci contabilmente, la PA ci rimette in efficienza e il paese ci rimette sotto il profilo della crescita della ricchezza. Si pensi solo a quante aziende straniere non investono in Italia per non trovarsi invischiate in meccanismi da terzo mondo; si pensi a quanti operatori italiani non investono perché fuori dal "giro giusto"; si pensi a quante aziende continuano a preferire di essere sottodimensionate pur di non rischiare che gli investimenti fatti per diventare competitive siano vanificati da un sistema in cui non si "deve" competere.

Mentre scriviamo queste righe il manager della Cpl Concordia Francesco Simone arrestato nell'inchiesta di Ischia, svela come funzionava il giro di mazzette che consentiva alla cooperativa di aggiudicarsi gli appalti. Ieri il Pio Albergo Trivulzio e il partito socialista; oggi una cooperativa e un giro di sindaci e senatori. Ventitre anni e non è cambiato niente.

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Commenti

Ci sono 47 commenti

con molto meno Stato e barriers to entry nell'economia. Io includo a livello sistemico anche i soldi di Pantalone a beneficio privato di unaccountable). e Reservoir of consensus per la politica: money in exchange for a job! sotto barriere all'ingresso, impossibili da "eradicare". 

Anche a costo di riespandere la cornice della "fattispecie". Il sistema va radicalmente semplificato, ma direi rifatto from scratch per evitare anche simili, ulteriori, scempi (link in calce):

"Mafia a Roma, dopo le inchieste si sveglia anche la politica".

Come tutti gli stranieri confermano da millenni..."pizza, sole, mafia e mandolino"? Non mi piace generalizzare, come scritto, ma in assenza di mercato e merito...chi vince? I danni della corruzione (che, in ambito pratico, si traduce in assenza di merito e prodotti sempre discutibili - la statistica e le news lo confermano - a prezzi fissati non si sa da chi, sono ben maggiori. Non alludo a curve propiettate su assi cartesiani, ma ad assenza di tutto: ICT, banda larga, infrastrutture, trasporti, compagnie non sussidiate, e sistema formativo barzelletta, oltre a Treni-taglia, e salvataggio di Ali-taglia, monopoli televisivi ed autostrade regalati. Sufficiente confrontare i dati di bilancio di Trenitaglia e compararli con SNCF

Mi spiace per la fonte, ma non leggo altro, di Italiano...:"Mafia a Roma, dopo le inchieste si sveglia anche la politica. E Renzi manda Gabrieli".

www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/13/mafia-roma-dopo-inchieste-si-sveglia-politica-renzi-manda-gabrielli/1580569/

 

Lei fa bene a ricordare il "brunello di MonteBaffino", che non berro' mai, nemmeno per "trial", io invece confermo - e cito infra un "Maestro" , e vorrei sapere di chi e' figlio Luca Cordero di Montezemolo...e perche' il Dottor Antonino Di Matteo deve vivere sotto scorta nel Terzo Millennio DOPO Cristo - che:

 

"Corruptissima republica, plurimae leges" (III, 27)

 

Toni troppo duri? "impressionistici"? Approccio di tipo "manicheo"? Forse, ma non vedo vvia di uscita...Chrysler la stanno salvando. Olivetti e' finita, e non tornera' mai piu'..come tanto altro, in Italia.

 

ICT....e, in vena di citazioni..."we live in an age of transition".. Aut si cambia radicalmente paradigma, aut, davvero "pizza, sole, mafia - tanta - e mandolino...". 

 

Bisogna cambiare la testa della gente, e "reimportare" Maxwell e Galilei. Io leggo FAZ; FT, un po' di WSJ, The Economist, Les Echos...ed Il Fatto Quotidiano...con qualche 'Gramellinata'-...contro crociate contro gli algoritmi. E non scrivo per pro-vocare. Meglio andare in Chiesa, che leggere un 'pezzo' Italiano....

 


 

La l. 109/1994 è un tale casino che l'art.2 (in generale quello da cui poi partono gli altri) è stato cambiato 6 volte, l'ultima volta è stato direttamente abrogato.

Un mio amico, Ingegnere Civile, che lavora come consulente per varie stazioni appaltanti mi disse : "quella legge serve solo per far corrompere meglio, la vecchia era decisamente meglio (fatta ai tempi del fascismo)", d'altronde è talmente complessa che al 4° articolo mi stavo addormentando, comunque la parte succosa è l'art.3, comma 6 e comma 7:


   6. Il regolamento, con riferimento alle norme di cui alla presente legge, definisce in particolare:
      a)  le  modalita'  di  esercizio   della   vigilanza   di   cui all'articolo 4;
      b)  le  sanzioni  previste  a  carico  del   responsabile   del procedimento  e  la  ripartizione  dei  compiti  e   delle   funzioni dell'ingegnere  capo  fra  il  responsabile  del  procedimento  e  il direttore del lavori;
      c) le forme di  pubblicita'  dei  lavori  delle  conferenze  di servizi di cui all'articolo 7;
      d) i  requisiti  e  le  modalita'  per  l'iscrizione,  all'Albo nazionale dei costruttori, dei consorzi stabili di  cui  all'articolo 12, nonche' le modalita' per la partecipazione dei consorzi  stabili alle gare per l'aggiudicazione di appalti e di concessioni di  lavori pubblici;
      e)  la  disciplina  delle  associazioni  temporanee   di   tipo verticale e l'individuazione dei lavori ad alta tecnologia ai sensi e per gli effetti dell'articolo 13, comma 7;
      f) i tempi e le modalita' di predisposizione, di inoltro  e  di aggiornamento dei programmi di cui all'articolo 14;
      g) le ulteriori norme tecniche di  compilazione  dei  progetti, gli elementi progettuali relativi a specifiche categorie  di  lavori, le possibili deroghe alla soglia percentuale di cui all'articolo  16, comma 8;
      h) gli ulteriori requisiti delle societa' di ingegneria di  cui all'articolo 17, comma 9;
      i)  la  misura  percentuale  del  costo  di  progettazione   da destinare alla costituzione del fondo di cui all'articolo 18, nonche' i criteri generali di ripartizione delle risorse dello stesso fondo;
      l) specifiche modalita' di progettazione e di  affidamento  dei lavori di scavo, restauro e manutenzione dei beni tutelati  ai  sensi della legge 1 giugno 1939, n. 1089, e successive modificazioni, anche in deroga agli articoli 16, 19, 20 e 23 della presente legge;
      m)  le   modalita'   di   espletamento   dell'attivita'   delle commissioni giudicatrici di cui all'articolo 21;
      n) le specifiche tecniche ed i  criteri  di  selezione  di  cui all'articolo 23 in  caso  di  licitazioni  private,  con  particolare riguardo a lavori di importo inferiore alla  soglia  di  applicazione della normativa comunitaria, tenuto conto del decreto del  Presidente
del Consiglio dei ministri 10 gennaio 1991, n. 55;
      o) le procedure di esame delle  proposte  di  variante  di  cui all'articolo 25;
      p) l'ammontare delle penali di cui all'articolo  26,  comma  6, secondo l'importo dei lavori e le cause che le  determinano,  nonche' le modalita' applicative;
      q) le modalita' e le procedure accelerate per la  deliberazione prima del collaudo, da parte del soggetto appaltante o  concedente  o di altri soggetti, sulle riserve dell'appaltatore;
      r) i lavori in relazione ai quali il collaudo si effettua sulla base  di  apposite  certificazioni  di  qualita'  dell'opera  e   dei materiali e le relative modalita' di rilascio; le  norme  concernenti le modalita' del collaudo di cui all'articolo 28 e il  termine  entro
il quale il collaudo stesso deve essere effettuato  e  gli  ulteriori casi nei quali  e'  obbligatorio  effettuare  il  collaudo  in  corso d'opera;  le  condizioni  di  incompatibilita'  dei  collaudatori,  i criteri  di  rotazione  negli  incarichi,  i  relativi  compensi,   i requisiti professionali secondo le caratteristiche dei lavori;

s) le forme di pubblicita' di appalti e  concessioni  ai  sensi dell'articolo 29;
      t) le modalita' di attuazione degli  obblighi  assicurativi  di cui all'articolo 30,  le  condizioni  generali  e  particolari  delle polizze e i massimali garantiti, nonche' le modalita' di costituzione delle garanzie fideiussorie  di  cui  al  medesimo  articolo  30;  le modalita' di prestazione  della  garanzia  in  caso  di  riunione  di concorrenti di cui all'articolo 13;
      u)  la  disciplina  riguardante  i  lavori   segreti   di   cui all'articolo 33;
      v)  la  quota  subappaltabile  dei  lavori  appartenenti   alla categoria o alle categorie  prevalenti  ai  sensi  dell'articolo  18, comma  3,  della  legge  19  marzo  1990,  n.  55,  come   sostituito dall'articolo 34, comma 1, della presente legge;
      z) le norme riguardanti la consegna dei lavori e le sospensioni disposte dal titolare dei lavori al fine di assicurare l'effettiva  e continuativa  prosecuzione  dei  lavori  stessi,  le   modalita'   di corresponsione agli appaltatori e  ai  concessionari  di  acconti  in
relazione allo stato di avanzamento dei lavori;
     aa) la disciplina per la tenuta dei documenti contabili.
   7. Ai fini della predisposizione del  regolamento,  e'  istituita,dal Ministro dei lavori  pubblici,  apposita  commissione  di  studio composta da docenti universitari,  funzionari pubblici ed  esperti  di particolare qualificazione professionale. Per il funzionamento  della commissione e per la corresponsione dei compensi, da determinarsi con decreto del Ministro dei lavori pubblici, di concerto con il Ministro del tesoro, in riferimento all'attivita' svolta,  e'  autorizzata  la spesa di lire 500 milioni da imputarsi sul capitolo 1030 dello  stato di previsione del Ministero dei lavori pubblici.

 

Ovvero la "Legge sugli appalti" è di fatto un Regolamento emanato dal Governo dell'epoca, visto che la legge nulla dice, Regolamento predisposto in massima parte da funzionari pubblici e consulenti del Ministero. Il gregge in custodia ai Lupi, appunto.

E dire che la 109/94 nacque all'indomani di tangentopoli con l'intento dichiarato di porre un freno ai fenomeni corruttivi di quella stagione!!!

E' l'approccio tipico dell'apparato politico/amministrativo italiano: creare complicatissime procedure che dovrebbero garantire principi e valori. Credo che il caso più grave e scandaloso in questo senso sia il SISTRI (il sistema di gestione informatico dei rifiuti) elaborato da Finmeccanisca e su cui non sarebbe male indagare.

Che senso ha? Che indagini si possono fare 18 anni dopo i fatti, ammesso che i protagonisti siano ancora vivi? Le banche (almeno fino a qualche anno fa) conservavano i documenti per 5-6 anni, il doppio se c'era movilento di contante e poi li mandavano al macero; quindi niente prove documentali. E le testimonianze? Chi ricorda cosa ha fatto 18 anni prima? Se uno è una persona onesta che ha pagato una sola mazzetta in tutta la sua vita potrebbe anche ricordarselo, ma se è uno che le mazzette le paga tutte le settimane in perfetta buona fede dirà che non se lo ricorda, e non credo che le abbia registrate in contabilità.

Mi riferisco allo scambio di commenti tra Marco Esposito e Costantino De Blasi, qua sopra. Di quale legge parlate?  Il Codice degli Appalti è una legge del 2006, che recepisce Direttive UE (17 e 18/2004) - peraltro adesso ce n'è una nuova (24/2014), da recepire entro il 2016. Perché discutete la legge Merloni (109/1994), abrogata?

E poi: si rischia di confondere corruzione e collusione (le citazioni di Heimler sembrano decontestualizzate... ok, certo che collusione e corruzione son collegate, ma vogliamo spiegare come e perchè?), non si esplicita il perché del riferimento alla SNA, si dice che la legge è inefficace quando in molti casi si è agito "per emergenza" in deroga rispetto al codice stesso (e non necessariamente, in molti di tali casi, a seguito della scoperta di pratiche corruttive!), si identificano cause e soluzioni che ormai sono sulla bocca di tutti... insomma, mi pare che da NfA sia lecito attendersi un contributo più approfondito.

E se un problema fosse anche che, di quanti parlano di appalti, in molto pochi hanno mai lavorato sulla materia? In molto pochi conoscono direttamente le leggi, hanno mai scritto o anche solo letto un capitolato di gara, si sono mai seduti in una commissione aggiudicatrice, hanno mai letto la (pochina, al di fuori di un'enorme produzione di commentari giuridici) letteratura scientifica in materia?

Lascio il resto delle osservazioni avanzate nel commento all'autore dell'articolo ma, visto che la righetta sugli stipendi della SNA è redazionale (nello specifico, mia), me ne assumo la responsabilità.

L'osservazione è duplice.

1) Da un lato, quando confrontati con gli stipendi di professori ordinari nel sistema universitario pubblico (come lo e' la SNA), gli stipendi dei docenti della SNA sono decisamente anormali. Forse ho letto male la pagina, ma non credo. Le cifre riportate, per quanto mi è dato intendere, sono le cifre che la SNA paga a questi docenti per i corsi che danno alla SNA. Mi sembrano sostanzialmente superiori. Perché? Son queste persone particolarmente qualificate? Dai loro CV non mi sembra proprio! In base a cosa, allora, vengono pagate il doppio, triplo e financo quadruplo dei loro colleghi nelle università italiane? Non solo alcuni di quegli stipendi sono drammaticamente superiori a quelli del sistema universitario ma sono anche estremamente differenti fra di loro. A cosa si deve questa differenza? Al mercato? Quale mercato? Posso parteciparci? Non so quanti corsi di Economia Internazionale insegni alla SNA il signor Luigi Paganetto ma se, come sospetto, siamo a 100mila euro al corso, mi offro volontario per 90mila a corso. Non credo di avere un curriculum peggiore. E, sia chiaro, non ho scelto lo stipendio maggiore perché non oso immaginare di poter avere le stesse competenze del signor Alberto Heimler nello studio e nell'insegnamento dei Metodi di Valutazione Economica. Ma per 1uasi 300mila euro addizionali all'anno prometto che mi impegno ed imparo qualcosa di economia, magari pubblico anche un paper o due su qualche rivista simile a quelle dove ha pubblicato lui.

2) Come osservato ognuno di questi/e signori/e è o ben dipendente a tempo pieno di un altro ente pubblico o ben in pensione (suppongo sia questo il significato di "quiescenza" :)) . Ora, o ben questi sono dotati del dono dell'ubiquità o, cosa più probabile, vanno alla SNA, insegnano e tornano al loro lavoro "principale" (indicato accanto ad ognuno di loro e, se non ho letto male, in qualche ente pubblico per ognuno di essi ... guarda caso).  Mi sbaglio? Ecco, non so come dire ma a me, povero grullo, sembra un po' anomala questa cosa secondo cui alcuni possono avere due lavori a tempo pieno in due differenti enti pubblici italiani. Qui da me, università privata, se mi beccano con un lavoro a tempo pieno in un altro posto, pubblico o privato che sia, mi licenziano in tronco anche se ho la magica tenure, immaginati se non ce l'avessi! 

Onde per cui a me questa pagina, trovata per caso, sembra un esempio da manuale di quella immoralità (ho scritto immoralità, non illegalità, son sicuro che tutto è fatto secondo qualche particolare legge o regolamento ad hoc) che sembra permeare diffusamente ed a livello micro l'intero sistema pubblico italiano. I "furbi", parecchi ma comunque una minoranza privilegiata, e tutti gli altri "tonti" che invidiano i "furbi" e vorrebbero, comprensibilmente, godere dei medesimi privilegi ... le radici diffuse della corruzione dilagante sono anche queste.

Non mi sembrava difficile arrivarci ma, visto che hai chiesto, ho spiegato in dettaglio quel che penso. Dove mi sbaglio? 

Buongiorno Marco, provvedo a risponderle. C***o c'entra la Merloni? Probabilmente niente, se non che viene definita "Legge quadro in materia di lavori pubblici" e che è stato il primo tentativo del legislatore di riordinare in modo organico questa materia. Certo poi ci sono state una Merloni bis, una ter e un Codice appalti (D.lgs 163/2006). Quindi mi meraviglia la sua meraviglia.

Non capisco da cosa deduca che io confonda corruzione con collusione. Forse ero io che avevo bevuto quando ho scritto l'articolo e dovrei fare un'indagine sulle proprietà alcoliche del caffellatte perché neanche stamattina riesco trovare dove ho fatto quest'errore. Forse lei intende dire che avrei dovuto dare in ogni passaggio del pezzo la definizione esatta da codice penale delle due tipologie di fattispecie di reato. Se è così faccio ammenda e prometto che starò più attento la prossima volta.

Cordialità

Sono stato fuorviato dalla citazione della Legge nell'articolo, in effetti,chiedo scusa, la Legge è abrogata, fatto salvo l'articolo 8, che riguarda la certificazione.
Quindi ? Cambia poco, salvo il numero dell'articolo, che èl'art.5 del Codice degli Appalti, che difatti  recita:

 

1. Lo Stato detta con regolamento la disciplina esecutiva e attuativa del presente codice in relazione ai contratti pubblici di lavori, servizi e forniture di amministrazioni ed enti statali e, limitatamente agli aspetti di cui all'articolo 4, comma 3, in relazione ai contratti di ogni altra amministrazione o soggetto equiparato. 2. Il regolamento indica quali disposizioni, esecutive o attuative di disposizioni rientranti ai sensi dell'articolo 4, comma 3, in ambiti di legislazione statale esclusiva, siano applicabili anche alle regioni [e province autonome]. (comma dichiarato costituzionalmente illegittimo da Corte Cost. con sentenza n. 401 del 2007, con efficacia dal 29/11/2007, limitatamente alle parole «e provincie autonome») 3. Fatto salvo il disposto dell'articolo 196 quanto al regolamento per i contratti del Ministero della difesa il regolamento di cui al comma 1 é adottato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio di Stato, ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400. (comma così modificato dal D.Lgs. 26/01/2007 n. 6 in vigore dal 01/02/2007) 4. Il regolamento é adottato su proposta del Ministro delle infrastrutture, di concerto con i Ministri delle politiche comunitarie, dell'ambiente, per i beni culturali e ambientali, delle attività produttive, dell'economia e delle finanze, sentiti i Ministri interessati, e previo parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Sullo schema di regolamento il Consiglio di Stato esprime parere entro quarantacinque giorni dalla data di trasmissione, decorsi i quali il regolamento può essere emanato. Con la procedura di cui al presente comma si provvede altresì alle successive modificazioni e integrazioni del regolamento. 5. Il regolamento, oltre alle materie per le quali é di volta in volta richiamato, detta le disposizioni di attuazione ed esecuzione del presente codice, quanto a: a) programmazione dei lavori pubblici; b) rapporti funzionali tra i soggetti che concorrono alla realizzazione dei lavori, dei servizi e delle forniture, e relative competenze; c) competenze del responsabile del procedimento e sanzioni previste a suo carico; d) progettazione dei lavori, servizi e forniture, con le annesse normative tecniche; e) forme di pubblicità e di conoscibilità degli atti procedimentali, nonché procedure di accesso a tali atti; f) modalità di istituzione e gestione del sito informatico presso l'Osservatorio; g) requisiti soggettivi compresa la regolarità contributiva attestata dal documento unico, di cui all'articolo 2, comma 2, del decreto-legge 25 settembre 2002, n. 210, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 novembre 2002, n. 266, certificazioni di qualità, nonché qualificazione degli operatori economici, secondo i criteri stabiliti dal presente codice anche prevedendo misure incentivanti stabilite dalla legislazione vigente volte ad attenuare i costi della qualificazione per le piccole e medie imprese; (lettera modificata dal D.Lgs. 113 del 31/07/2007 in vigore dal 01/08/2007) h) procedure di affidamento dei contratti, ivi compresi gli incarichi di progettazione, i concorsi di progettazione e di idee, gli affidamenti in economia, i requisiti e le modalità di funzionamento delle commissioni giudicatrici; i) direzione dei lavori, servizi e forniture e attività di supporto tecnico-amministrativo; l) procedure di esame delle proposte di variante; m) ammontare delle penali, secondo l'importo dei contratti e cause che le determinano, nonché modalità applicative; n) quota subappaltabile dei lavori appartenenti alla categoria prevalente ai sensi dell'articolo 118; o) norme riguardanti le attività necessarie per l'avvio dell'esecuzione dei contratti, e le sospensioni disposte dal direttore dell'esecuzione o dal responsabile del procedimento; p) modalità di corresponsione ai soggetti che eseguono il contratto di acconti in relazione allo stato di avanzamento della esecuzione; q) tenuta dei documenti contabili; r) intervento sostitutivo della stazione appaltante in caso di inadempienza retributiva e contributiva dell'appaltatore; (lettera modificata dal D.Lgs. 113 del 31/07/2007 in vigore dal 01/08/2007) s) collaudo e attività di supporto tecnico-amministrativo, ivi comprese le ipotesi di collaudo semplificato sulla base di apposite certificazioni di qualità, le ipotesi di collaudo in corso d'opera, i termini per il collaudo, le condizioni di incompatibilità dei collaudatori, i criteri di rotazione negli incarichi, i relativi compensi, i requisiti professionali secondo le caratteristiche dei lavori. s-bis) tutela dei diritti dei lavoratori, secondo quanto già previsto ai sensi del regolamento recante capitolato generale di appalto dei lavori pubblici, approvato con decreto del Ministro dei lavori pubblici 19 aprile 2000, n. 145. (lettera aggiunta dal D.Lgs. 113 del 31/07/2007 in vigore dal 01/08/2007).

Ho evidenziato in grassetto i punti, già presenti nella Merloni, che sono espressione di un Regolamento Ministeriale, non della Legge, cioè i burocrati decidono su se stessi, possono vestirli come vogliono, ma sempre gli stessi rimangono (libera traduzione dal napoletano di un proverbio).

il post è ottimo e condivisibile. La corruzione è un problema grave e prioritario. per questo andrebbe affrontato nella maniera spiegata nel post, evitando le stime fantasiose che tanto piacciono ai media. Davide De Luca qui e qui racconta ottimamente da dove viene la bufala dei 60 miliardi di euro (che in origine sarebbero $ tr l'altro).

analogo discorso può esser fatto sul sondaggio sulla percezione della corruzione. il corriere pubblica il sondaggio. lo leggo. mi arriva la telefonata che mi chiede di partecipare al nuovo sondaggio, memore della notizia letta sul corriere dico che la corruzione è alta. ecc.ecc.

A ben pensarci, questa cosa della SNA, in cui mi sono imbattuto per caso, e' uno scandalo da rendere pubblico, denunciare e far finire. Me ne son reso conto ieri scrivendo il commento di risposta al lettore che chiedeva chiarimenti ed i commenti di Andrea e Giovanni me lo confermano: questa e' una specie di camarilla di amici degli amici che si pappano ogni anno chissa' quanti milioni di euro in cambio di poco o nulla in termine di servizio pubblico!

Qualcuno e' disposto a dare una mano? Fateci/mi sapere. Grazie 

E' incredibile! La SNA è costata 21 milioni di euro nel 2013 (ultimo bilancio consuntivo disponibile sul sito) , 2 milioni più di quanto preventivato col bilancio di previsione. Nel 2014 prevede direttamente una spesa di 21 milioni, con un incremento del 10% (se ho saputo leggere bene i bilanci, cosa su cui non sono poi molto competente). Ha 5 (cinque!) sedi sparse per l'Italia, in tre di queste non sono annunciati corsi, in una viene riportato solo un corso del 2013. Solo Roma pare funzionare. Ha un solido apparato amministrativo (date un'occhiata all'organigramma) con direttori etc. Si, credo proprio bisgna andare alla carica. Cominciamo con twitter e facebook?

Bella iniziativa questa della SNA.

Oltre ad essere una specie di camarilla, se questo ente non funziona a dovere come potremo sperare di avere in Italia dei funzionari pubblici all'altezza del loro ruolo?

Mi sono chiesto quanto costa uno studente. Ho guardato il bilancio 2014: EUR 20'936'720, l'ho diviso per il numero degli studenti iscitti nel 2014: (4513). Si ottengono EUR 4639/cad. Il dato a dire il vero non si discosta molto da quanto richiesto dall'ENA per formare un allievo proveniente da uno stato comunitario.

Penso che oltre al costo erogato alla SNA per l'ente/amministrazione che chiede di formare un proprio dipendente ci siano anche i costi di stipendi/missioni etc.

Mi chiedo se il governo italiano finanziasse 100 borse di studio all'ENA (o ad altre organizzazioni simili in giro per l'Europa e non solo: altri sicuramentesapranno individuarne di migliori) forse potrebe ottenere una qualche forma di sconto che giustificherebbe l'aumento delle spese di missione e permetterebbe quantomeno di mettere in competizione SNA con istituti simili.

Ovviamente guai per i borsisti che non passassero le valutazioni finali!

Vuoi diventare dirigente e ne hai le capacita'? Bene ti finanzio la formazione, che mi costa direttamente (borsa di studio) e indirettamente (stipendi/missioni). Ma guarda che se non ti impegni e porti a casa il risultato ti scordi ogni avanzamento di carriera.

Come dice il titolo, non ho i titoli per fare analisi di alto livello, queste mi sembrano solo considerazioni di buon senso. Sbaglio?

La SNA non è l'unica con questo sistema di reclutamento "amicale".

Lo sono tutte le scuole pubbliche di amministrazione (ebbene si, sono un "sistema"). Dalle finanze alla diplomazia.

http://www.diritto24.ilsole24ore.com/guidaAlDiritto/amministrativo/primiPiani/2013/10/dirigenti-pa-il-regolamento-su-reclutamento-e-formazione.php

L'anno scorso questo sistema è stato accorpato nella SNA, con il decreto legge 90 del 24 Giugno 2014 (art. 21).
Sono convinto però che i decreti attuativi di riorganizzazione previsti siano ancora in alto mare. I siti delle scuole soppresse esistono ancora per esempio. E i loro docenti non appaiono ancora nel sito della SNA.

La Madìa sta pure provando a cabiarne la "governance", come piace chiamarla, dubito in meglio nonostante le dichiarazioni.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-04-01/delega-pa-scuola-nazionale-amministrazione-205922.shtml?uuid=AB0NHBJD

L'unica cosa che apparentemente resta costante è il flusso di amici ben retribuiti. Per decenza almeno hanno "sospeso" Marco Milanese, docente alla scuola del ministero dell'economia.

e non me ne adonto.
Ma se questo appello Lei lo facesse a Grillo, penso che la "covergenza" si troverebbe.
E si alzerebbe un polverone tale da farla saltare.

Una delle cose che ho imparato su NfA è l'importanza della precisione in quello che scriviamo: è la seconda volta nel giro di un mese che mi imbatto in un errore davvero marchiano: prima l'articolo sulla normativa privacy in cui si affermava che la legge fosse la 675 del 1996, norma aborgata e sostituita da 12 anni. Ora un articolo in cui si afferma che il Codice degli Appalti è la 109/1994 (cioè, la Legge Merloni): legge che è andata in soffitta da 9 anni. Possono sembrare dettagli, ma si dà l'impressione al lettore di non sapere nemmeno di cosa si stia parlando [Nota a margine: nel corso dell'articolo si parla anche di 109/93]

E ancora, si parla di Scuola Nazionale Superiore dell’Amministrazione: ci voleva molto a trovare la notizia (riportata da Stefano Longano qui sopra) che ora esiste lo SNA? Magari non sarà grave, ma dà un senso di sciatteria all'intero articolo.

Fatta questa precisazione, trovo un po' approssimativo tutto l'articolo. Comincio da questa parte che mi ha colpito molto:

Di rette e parabole

 

Se fosse vero l'assunto per cui una pena molto severa ha totale efficacia deterrente contro un crimine, allora in Texas, dove viene applicata alacremente la pena di morte, non avverrebbero più omicidi.

 

Qui si fa un assunto logico: la funzione che lega efficacia delle pene con la durata delle stesse è lineare crescente: direi che è una semplificazione assurda e insensata; ribaltando il ragionamento potrei affermare che visto che non serve allungare le pene, potrei ridurle e ho risolto il problema, il che è chiaramente un assurdo. Allora, semplifico anche io, e dico che la funzione è una parabola rovesciata: esiste una durata x per cui l'efficacia della pena diventa massima, qualcosa in meno o in più peggiora la situazione.

Fuor di metafora, nel caso italiano si è deciso di allungare le pene per evitare che il futuro imputato possa sperare nella prescrizione: non sarà una situazione ideale, ma di certo mi sembra che vada nella direzione giusta. Se guardiamo all'aneddotica possiamo dire: quante volte il più famoso imputato seriale per reati contro la PA (cioè BS) se l'è cavata per prescrizioni o depenalizzazioni?

I trust

Altro aspetto che non mi convince è il discorso di Alberto Heimler: in definitiva i quattro punti si riducono ad uno solo (ci sono cartelli di aziende) e ad una situazione in cui la PA e i suoi funzionari e dirigenti possono farci ben poco: si tratta di problemi dell'antitrust, non certo dei casi di corruzione di cui leggiamo in questi ultimi trent'anni e non vedo cosa c'entri con la questione, per cui non si capisce come tutto ciò sia legato a questa frase:

 

È evidente che chi può riesce ad aggirare le regole, spesso grazie aalla collaborazione di chi, nell’ente appaltante, dovrebbe garantire il regolare funzionamento della gara e il miglior prezzo e le migliori condizioni per la pubblica amministrazione.

 

La cultura

Anni fa nella mia città bisognava introdurre la raccolta differenziata: fu assunto un consulente (uomo del Nord Italia) che presentò il suo piano alla popolazione. Ero presente quel giorno, quando un cittadino sollevò questa obiezione: "La cultura di cui sono impregnati i nostri cittadini impedirà la buona riuscita di questa operazione che è un puro sogno". La risposta del consulente mi colpì molto e la faccio mia: "Quando sento parlare di cultura della gente mi prudono le mani: la mentalità è fatta di norme, di procedure e di consuetudini, radicate nel tempo; cambiando le prime due si cambia anche la terza e si arriva ad una nuova mentalità". Sono passati 15 anni da allora e i comuni della mia zona hanno da diversi anni il record di differenziata nel Sud Italia.

Semplificazioni

 

Entro il 31 gennaio 2014 tutte le amministrazioni comunali dovevano presentare un piano triennale di prevenzione della corruzione (PTPC)

 

Premesso che tutte le PPAA dovrebbero avere un PTPC, il punto è che tutto questo pianificare cozza con il concetto di semplificazione: produrre un piano non è altro che un mero aempimento burocratico, come gli altri. Abbiamo, cioè, aggiunto solo burocrazia a burocrazia. Avete mai provato a partecipare ad una gara? Avete idea di quanti documenti deve produrre una ditta? Si potrebbe fare un articolo solo per parlare di quante dichiarazioni deve presentare un'azienda per sperare di avere un appalto: tutto ciò a) è assolutamente inutile ai fini della prevenzione della corruzione; b) aumenta tempi e costi per l'azienda; c) aumenta tempi e costi per la PA; d) in definitiva incentiva la corruzione perché se ho deciso di imbrogliare, non mi preoccupo di avere le carte a posto, tanto ho già il funzionario compiacente che mi copre; chi vuole partecipare onestamente avrà costi superiori, quindi si trova in situazione di svantaggio.

Mi fermo qui perché sono stato troppo lungo; mi sento di sottoscrivere il messaggio contenuto negli ultimi paragrafi: la lotta contro la corruzione passa per due capisaldi: a) semplificazione delle procedure; b) più strumenti a chi controlla.

[P.s.: è scappato anche un aalla]

Va bene che questa legge è nata sotto una maledizione (anche la mia che l'ho citata) ma più avanti nell'articolo cito anche la 163/2006 (codice appalti); non credo che qualche lettore possa aver pensato che la Merloni fosse ancora in essere.

Sul PTPC chiarisco quello che forse potrei aver espresso in modo non cristallino. La semplificazione delle procedure è condizione indispensabile per ottenere maggior effcienza; ma i ritardi degli uffici della PA nel predisporre le procedure imposte dalla legge sono il segnale inequivocabile che è in quegli uffici la trasparenza non sia un'esigenza tanto sentita. E' burocrazia? Pazienza, non tutta la burocrazia è nociva; sicuramente non quella che serve a informare i cittadini.

Lo SNA non esiste "ora" ma è stato istituito nel lontano 1957. Nel 2014 sono state soppresse altre scuole di formazione le cui funzioni "ora" sono confluite nella Scuola Nazionale dell'Amministrazione.

Sorvolo su rette e parabole. Unica cosa, in quel passaggio del suo commento c'è qualche punteggiatura di troppo.

Con simpatia

Nel post sul garante privacy ho spiegato perchè facevo riferimento alla 675.

Per quanto riguarda la questione sollevata da Michele Boldrin, la pagina segnalata è una sotto sezione della sezione Amministrazione Trasparente: la norma di riferimento è l'art. 17 del DLgs 33/2013 (Decreto trasparenza, attuativo della 190/2012).

Lo SNA è andato anche oltre la norma (anche perché per qualche ragione sembra che abbiano confuso l'art. 17 con il 10, che parla dei consulenti), visto che essa non obbliga a pubblicare CV o la data di fine incarico, ma recita (comma 2):

 

Le pubbliche amministrazioni pubblicano trimestralmente  i  dati relativi al costo complessivo  del  personale  di  cui  al  comma  1, articolato  per  aree  professionali,  con  particolare  riguardo  al personale assegnato agli uffici di  diretta  collaborazione  con  gli organi di indirizzo politico.

 

Cioè sembra scritta per quelle PA che fanno ampio ricorso a dirigenti esterni a tempo determinato. Di certo sarebbe interessante avere una data di inizio, perché 80mila euro e oltre è davvero troppo.

Ho provato a risalire la catena per capire come vengono scelti questi docenti: nella sezione dedicata ai conocorsi tutti i bandi sono scansioni (in barba al Codice dell'Amministrazione Digitale), il che li rende oltetuttto difficile da leggere e comunque non indicizzabili dai motori di ricerca; in alcuni non ho trovato nemmeno l'importo, per cui si direbbe che uno debba partecipare alla cieca. Da graduatoria come questa o quest'altra, si direbbe che tutti i partecipanti hanno vinto, ma potrei sbagliarmi.

Come dice Andrea Moro, una supplenza retribuita anche ad un ordinario viene pagata non pià di 4000 euro: e oltre alle ore di lezione (anche 80 per un corso semestrale) il docente deve anche presentarsi alle sedute di esame (facciamo sei all'anno, magari con scritto e orale): direi che sono prezzi completamente fuori mercato.

Quanto a chi dice che è attiva solo a Roma, posso confermare che è funzionante anche la sede di Caserta, dove sono andato a seguire un corso di tre giorni a febbraio e dove i miei colleghi continuano a frequentare corsi: la sede è proprio la Reggia di Caserta. Purtroppo non sono riuscito a trovare il dato che mi interessava, cioè quanto sono stati pagati i due docenti del corso che ho seguito: non li ho trovati né nella pagina indicata da Boldrin, né in quella dei collaboratori. Se le cifre sono quelle che ho letto per gli altri siamo di fornte ad uno scandalo assoluto: il mio era un corso davvero di livello basso (non per colpa dei docenti: era proprio basso il target), da pagare con poche centinaia di euro.

Ho detto che sembra funzionare solo Roma perchè nel sito della SNA a Caserta non sono indicati corsi. Solo a Roma

...che pur esiste, è grave e offensiva. Ma problema vero è l'inefficienza della Pubblica Amministrazione (quanto ci costa? Anche qui sarebbe interessante avere delle stime). La corruzione poi è "percepita", ovvero si sa che c'è perché la si legge sui giornali. Ma quella provata direttamente, quanto è? Quanti casi vi sono capitati personalmente, l'anno scorso o in tutta la vostra vita? Qui mi sembra che i numeri italiani siano invece simili a quelli di altri paesi. E quanti casi di inefficienza, pareri discordanti e mutevoli, tempi persi, pareri immotivati vi sono capitati? Scommetto molti di più.

Quindi (un po' provocatoriamente) penso che il tema sia un altro. Che cioè norme e regolamenti siano appositamente confusi e contraddittori, per permettere all'apparato pubblico (comunque denominato) di avere sempre l'ultima parola. E che la magistratura intervenga su cavilli e sempre in modo scenografico, proprio per giustificare la propria esistenza e quello dell'apparato burocratico cavilloso (quanti avvisi di garanzia e rinvii a giudizio si trasformano, dopo anni, in un nulla di fatto? E non solo perché c'è la prescrizione...). Quanti "signor no" giustificano la loro esistenza perché si autonominano "baluardo" contro la corruzione? Quindi insomma il tema non va dimenticato, è grave, ma il vero problema è un altro: l'incertezza del diritto, l'incertezza sui tempi, l'incertezza sugli esiti di qualunque procedimento abbai a che fare con la PA. Chi volete che investa in un paese così?

Inefficenza e corruzione vivono in simbiosi, non e' possibile (salvo casi sporadici e di breve periodo) l'una senza l'altra.

Questo e' vero di fatto, basta guardare nel mondo i sistemi burocratico-statali: piu' sono inefficienti piu' sono corrotti e viceversa. Valeva nei regimi socialisti, in queli dittatoriali ed in quelli piu' o meno democratici. Questo e' un fatto rilevabile empiricamente e cosi' tante volte rilevato da storici e studiosi della materia che mi riesce veramente difficile come si possa ancora ragionare assumendo le due cose non siano strettamente connesse.

Ed e' ovvio cosi' anche sul piano logico, degli incentivi. L'efficiente e' un corrotto per definizione, non fa cio' che ha promesso di fare e per cui e' pagato. Quindi e' disposto a violare regole per il tornaconto personale, ad essere quindi corrotto da terzi. Non solo: i sistemi inefficienti sono tali perche' opachi e privi di catene di responsabilita': nessuno e' responsabile di nulla, nessuno controlla, punisce o premia. Da cui l'arbitrio burocratico, quindi la corruzione.

O ben s'intende che le due cose sono una sola o non se ne esce dividendosi fra quelli che denunciano i corrotti e quelli che denunciano i fannulloni o gli inefficienti. Sono la stesse persone, gli inefficienti ed i corrotti, le stesse.  

allegoricamente. La differenza tra Berlusconi e Renzi è per certi aspetti evidente.
Berlusconi è sceso in politica soffocato dai debiti.
Ovviamente senza le televisioni non sarebbe mai riuscito in tempi rapidi a penetrare nella case e soprattutto nella testa degli elettori  

La Zanicchi cantava: lasciatelo lavorare…..
Con un bombardamento mediatico senza precedenti ha ammaliato o meglio illuso o meglio ancora imbrogliato gli italiani riuscendo per un decennio a fare nulla per il paese e contemporaneamente a fare gli affari suoi.

In questo compito è stato facilitato da una situazione politica particolare: la lega era alla ricerca di una presentabilità fuori dalle osterie e le faccette nere, orfane di Almirante, erano alla ricerca di una nuova verginità.

Vi erano tutti gli ingredienti per formare un governo saldo e spartirsi il paese come di fatto è avvenuto.

Renzi non ha monopoli da difendere, ma ha un “megalomania” fuori del comune. 

Vuol essere un Blair “nostrano” con le “palle” della Thatcher.

Come Berlusconi non ha remore ad allearsi con chiunque pur di perseguire i suoi obiettivi, in particolare una legge elettorale che lo incoroni imperatore per almeno un decennio.

Sicuramente è abile: invece di otto milioni di baionette , un milione di posti di lavorio, Renzi si vanta dei suoi 80 euro……

E’ anche fortunato in quanto la congiuntura politica lo aiuta: spread sotto terra e benzina al prezzo inferiore di quello del “Tavernello”.

E’ oltremodo fortunato dal fatto che lo scenario politico non offre molto: FI ormai è ancor di più impresentabile, la lega senza gli immigrati è praticamentenulla ed il M5S non è in grado di presentare una “faccia” di governo a causa della mediocrità “conclamata” dei suoi leaders.

Molti non amano Renzi, ma per certi aspetti è sempre meglio di altri personaggi sgangherati.

Da notare che dal punto di vista economico non sta succedendo quasi nulla.

Il primo, Berlusconi, era caduto da cavallo disarcionato dallo spettro del fallimento (spread verso i 600 pb.).

Vedremo cosa farà Renzi quando sarà alle prese con qualche turbolenza sui mercati finanziari.

Tralascio i confronti “ormonali” : olgettivamente queste tempeste ormonali senili hanno portato il paese sotto la soglia del ridicolo.

In conclusione: per la gente normale non è cambiato nulla, come d'altronde per i poteri forti.

Attendiamo sempre un Mahatma Gandhi nostrano: astenersi comici e perditempo


VELTRI! Ma Di Dantesco, LA TESTA della GENTE. L'Italia e' solo il contenitore. Provi a promettere 1000 euro a chi le spieghi UN ALGORITMO..

paese CONSERVATORE fino Alle....SINAPSI..mettiamo un IQ TEST Sulla mazzetta, e per dirigere. Altro che ululati lupini...

PS - non so cosa concretamente sia una televisione...e ho TONNELLATE  Di cose da fare, scrivere, leggere...Giovanni Pico DM - chi ha voglia Di vivere Di Zanicchiate.....non si lamenti se con ..magliette e MOZZARELLA non Ci si tira su il GDP...

Articolo de Lavoce.info che espone le risposte legislative agli episodi corruttivi e la loro inefficacia. Che le rende risposte atte a placare lo sdegno (temporaneo) ma del tutto inadatte (volutamente) a contrastare il fenomeno.

Il problema in effetti non è la corruzione, ma tutto il sistema pubblico che dietro inefficienza, complessità normativa e opacità operativa la rende non solo possibile, ma anche difficilmente scopribile.

Si dice che l'occasione faccia l'uomo ladro, e il nostro impianto amministrativo e normativo crea occasioni anzichè limitarle.

Ho operato nel pubblico, anche come RUP, e la cosa che mi ha sempre stupito è la enorme mole amministrativa necessaria a svolgere i compiti, frutto di leggi come il codice degli appalti, che in realtà rendono assai difficile comprendere a chi non sia direttamente conivolto nel procedimento cosa stia accadendo.
Aggiungendo a questo la sostanziale impunità di organi politici e tecnici dell'amministrazione (Esecutivo, organi amministrativi e società pubbliche) quando non rispondano o lo facciano falsamente a atti di sindacato ispettivo rende il nostro sistema (volontariamente) favorevole a fenomeni di corruzione. 
E rende l'intervento della magistratura l'unico deterrente, che poi si cerca di spuntare con normative "tecnicamente furbe". Come il togliere la possibiltà di intercettazione per i falsi in bilancio delle società non quotate.