Cosa ha veramente detto Visco?

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Mi sono letto il rapporto al parlamento di Visco sull'evasione fiscale e ho cercato di separare il grano dal loglio.

Seguendo prassi consolidata, i maggiori media hanno dato notizia della relazione Visco ripetendo il sommario preparato dalla fonte. Sole 24 Ore, Corriere, Repubblica e pure Il Giornale ripetono più o meno le stesse cose, che risultano poi essere i punti riassuntivi proposti all'inizio della relazione stessa (che potete scaricare dal sito del Sole 24 ore). Succede purtroppo molto spesso, sia in ambito politico sia in ambito industriale e finanziario; non è necessariamente indice di un atteggiamento collusivo e cospiratorio (infatti Il Giornale si comporta come gli altri), sono convinto che il più delle volte sia semplicemente dovuto al fatto che per il giornalista è più importante dare la notizia in modo tempestivo che in modo accurato.

Però questo è un blog di professori di economia, quindi magari non siamo tempestivi ma cerchiamo di guardare i documenti un pelino più a fondo. Mi sono quindi letto per intero la relazione di Visco e riporto qui i punti che a me paiono più importanti. In modo un po' poco rituale inizierò da quello che non c'è nella relazione. 

Quello che non c'è: l'evasione a livello regionale. A pagina 4, paragrafo 11 della relazione si afferma, e molti quotidiani ripetono,

A livello geografico, le differenze tra nord e sud del Paese sono spesso minime. I dati dell’evaso IRAP sono, in termini assoluti, simili in Campania e Lombardia, come simili sono in Veneto e in Puglia e per città come Napoli e Torino. In termini relativi, l’evasione risulta tuttavi maggiore in alcune regioni del sud del paese, sebbene a livello provinciale tanto nel nord come nel sud d’Italia ci sono province in cui la base imponibile evasa supera addirittura la base imponibile dichiarata.

Alcuni di noi hanno già fatto notare che la comparazione dei livelli assoluti dell'evasione stimata è decisamente fuori luogo, data la diversità di popolazione e di Pil pro-capite tra le regioni menzionate. Qui mi preme sottolineare che la relazione non riporta alcun dato nuovo riguardo al riparto regionale dell'evasione. Non ci sono tabelle né grafici. I dati su cui si basano le affermazioni sono apparemente quelli relativi al periodo 1998-2002 contenuti in questo documento di lavoro di Pisani e Polito, e di cui ha già parlato Alberto Lusiani su questo sito. Vengono invece presentati dati sull'evasione nei diversi settori, in formato pie-chart. I dati sono a pagina 4 sono stati ampiamenti ripresi, ma si tratta in realtà di dati vecchi tratti dal documento appena menzionato. Nessuna vera notizia su questo fronte, quindi.

L'unico dato contenuto nella relazione che presenta una disaggregazione territoriale è la tabella di pagina 22 sui provvedimenti di sospensione dell'attività attuati nel 2007.

Numero provvedimenti di sospensione/chiusura notificati dall’Agenzia delle
entrate sulla base della nuova normativa 565
di cui Nord Italia 275
di cui Centro Italia 134
di cui Sud e Isole 156

Sono ovviamente dati molto limitati ma che sembrano indicare una maggiore attività repressiva al Nord. Se c'era una notizia da riportare era questa.

L'efficacia della lotta all'evasione. Il rapporto fa uno sforzo per valutare gli effetti della lotta all'evasione. Il Sole 24 ore riporta, così come altri quotidiani

23 miliardi di euro di maggiori entrate non pagate recuperate fra il

2006 e il 2007, legate al miglioramento della tax compliance dei

cittadini e all'aumento del 20% delle entrate da ruoli e riscossioni.

La terminologia è ambigua. 'Fra il 2006 e il 2007' va inteso come 'Nel 2006 e 2007', ossia i 23 miliardi sono da spalmare su due anni. Leggendo la relazione risulta che i miliardi recuperati sono 11,2 nel 2006 (tabella pag. 13) e 12,1 nel 2007 (tabella pag. 18).

Come si calcolano questi numeri? Essenzialmente si utilizza il 'modello di previsione delle entrate in uso presso il Dipartimento per le Politiche Fiscali (MEF, 2006)' (non sono riuscito a trovarlo sul sito dell'Agenzia delle Entrate, se qualcuno lo trova per favore lo metta nei commenti) per stimare l'incremento di entrate dovuto alla crescita economica. Secondo tale modello, dei €35,8 miliardi di nuove entrate 2006 rispetto all’anno precedente, circa €11 miliardi sono puramente dovute alla crescita. A questi si aggiungono 8,7 miliardi di entrate straordinarie e una tantum (si veda pag. 12 per una descrizione) e 5 miliardi dovuti alle nuove tasse. Il residuo, afferma Visco, è dovuto a minore evasione fiscale e da lì si ricavano gli 11,2 miliardi. Personalmente non conosco il modello di previsione delle entrate usato, e mi sarebbe piaciuto vedere qualche dato in più sull'affidabilità statistica delle stime. Per esempio, quanto si è discostata la previsione dal gettito effettivo negli anni passati? Però a naso direi che l'effetto sembra esserci.

Evidenza addizionale sulla riduzione dell'evasione si trova a pagina 12, dove si presentano stime dell'elasticità del gettito tributario rispetto al PIL (ossia di quanto crescono in percentuale le entrate se il PIL aumenta dell'1%). Il dato 2006 si discosta enormemente  dai dati anteriori, è 2,5 contro una media inferiore a 1. Il dato è abnorme e non so se ci possono essere altre spiegazioni o problemi di stima, ma credo fornisca supporto alla tesi di una diminuzione dell'evasione.

Il resto del documento. Non c'è molto. Ci sono altri dati che cercano in vario modo di dimostrare un aumento della tax compliance, e c'è una bella lista di buone intenzioni per il futuro. Vediamo se il governo regge, e se regge cosa combina.

 

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Malgrado lo sforzo, anch'io non sono riuscito a trovare "il modello di previsione delle entrate in uso presso il Dipartimento per le politiche fiscali" se non un risibile documento in ppt di 3 pag. di Sabatino Alimenti. I primi documenti da mettere nel sito del Ministero dovrebbero essere le strutture dei modelli usati per le previsioni ed i risultati in dettaglio delle medesime per consentire agli addetti ai lavori di valutarne la bontà. Poi per quanto riguarda le pagine economiche dei quotidiani; aumenta l'approssimazione delle analisi visto che i giornalisti sono costretti ad occuparsi di tutti gli argomenti e le uniche cose decenti restano le analisi degli opinionisti ospitati. Due punti presenti nel documento che hanno attirato la mia attenzione: punto 18) il livello di evasione di un paese (sic!) dipende anche da variabili quali la complessità delle norme fiscali ed il grado di regolamentazione dell'economia (lamentela simile a quella di colui che dopo aver ucciso i genitori si prostra alla clemenza della corte affermando: "abbiate pietà di me sono un orfano"); -)"Le piccole e medie imprese occultano al fisco quasi il 55% in più della base imponibile di quanto facciano le imprese di maggiori dimensioni (dimendicando di dire che le piccole imprese sono assoggettate ad un aliquota reale di molto superiore)

 P.S. La stima dell'elasticità del gettito rispetto al PIL del 2,5% mi sembra eccessiva; neanche con i condoni l'abbiamo raggiunta: è stata sempre intorno ad 1 come ci dice la media.  

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"Nel 2006 e 2007', ossia i 23 miliardi sono da spalmare su due anni. Leggendo la relazione risulta che i miliardi recuperati sono 11,2 nel 2006  e 12,1 nel 2007"

Molto chiaro. Sandro mette tra l'altro bene in luce che il tanto sbandierato "effetto Visco" sull'evasione sempre che ci sia è di dimensioni risibili. Il cambiamento dall'era Tremonti (2006) e quella Visco (2007) è di fatto inesistente. A meno che si pensi che già il solo insediarsi a giugno 2006 abbia portato il cambiamento terrorizzando gli evasori che si sono precipitati a tempo di record...

E' evidente che gli eventuali successi di Visco si potranno forse vedere a partire dal 2008. Il resto era già nella pipeline....

Per quanto sia scettico sull'effetto Visco, c'è da dire che alcuni provvedimenti attuati appena insediato hanno effetto retroattivo.Un esempio per tutti è la norma per cui una percentuale degli ammortamenti di investimenti immobiliari (mi pare il 20%) non è più detraibile. Tipico esempio delle tecniche di "recupero della base imponibile" di VV.

Sembra che si consideri "evasione recuperata" anche l' adeguamento agli studi di settore in sede di DR. Ma queste somme hanno natura ben diversa. Non so dove se ne parli nel documento. La cosa è però specificata nei messaggi intranet che collegano i vari uffici dell' Agenzia delle Entrate.

D' altronde sappiamo bene quale sia da 3/4 anni il modo politicamente corretto per alzare l' imposizione alle piccole/medie imprese: basta manovrare una qualche oscura variabile statistica nella funzione dei ricavi minimi pretesi. Dall' anno scorso lo si puo' fare (leggina ad hoc) anche senza nemmeno più consultare le categorie.

Se la lotta all'evasione effettivamente ha prodotto maggiore gettito per 11 mld nel 2006 e 12 mld nel 2007, non mi azzarderei a chiamare i risultati risibili. In fondo la cifra di cui si parla per la finanziaria 2008 è intorno ai 18 mld. Il problema è l'affidabilità della stima. Quanto è buono il modello usato per predire gli effetti della crescita? Quanto è buona la stima degli effetti una tantum? Io, semplicemente, non lo so.

È ovvio che una piena analisi degli effetti richiede più tempo e dati migliori, che probabilmente non verranno mai perché il governo cadrà in tempi brevi. I dati presentati nella relazione sono parziali, e può darsi che per qualche ragione strana il dato 2006 sull'elasticità delle tasse al PIL sia un outlier. Però, in assenza di spiegazioni migliori, direi che al momento il successo nella lotta all'evasione rimane il miglior candidato per una spiegazione. Ci possono essere altre spiegazioni, come quelle proposte da Marcello e Broncobilly. Il rapporto sostiene di aver tenuto conto degli effetti di nuove tasse e di entrate una tantum derivanti da legislazione precedente, ma non ho le conoscenze sufficienti per dire se questa 'depurazione' è stata ben fatta.

Il rapporto non dice invece quasi nulla su dove si sta svolgendo la lotta all'evasione. I dati che ho riportato nell'articolo, gli unici presentati con un minimo di disaggregazione territoriale, sembrano indicare maggiore attività repressiva al Nord, ma si riferiscono solo a provvedimenti estremi (chiusura dell'attività) che comunque sono in numero molto piccolo. Nel rapporto non c'è alcun dato che permetta, per esempio, di vedere se l'elasticità del gettito tributario al PIL è cambiata in modo diverso nelle diverse regioni. Questi si che sarebbero dati interessanti.

 

Il rapporto non dice invece quasi nulla su dove si sta svolgendo la lotta all'evasione. I dati che ho riportato nell'articolo, gli unici presentati con un minimo di disaggregazione territoriale, sembrano indicare maggiore attività repressiva al Nord, ma si riferiscono solo a provvedimenti estremi (chiusura dell'attività) che comunque sono in numero molto piccolo.

Personalmente non lo trovo così strano che l'attività anti-evasione sia oggi maggiore al centro-nord che al sud.

In questo momento, oltre che per ragioni di equità, il recupero di evasione serve anche a far cassa, dato che sia nella finanziaria 2007 che in quella in fase di approvazione (forse), una bella fetta delle nuove entrate deriva da "lotta anti-evasione".

Stando così le cose, l'amministrazione deve concentrare le risorse, ergo deve andare lì dove ci sono i soldi, vale a dire prevalentemente centro-nord.

Detto in altri termini, se è vero che controllando 100 imprese calabresi probabilmente ne troverei 80 non in regola, è anche vero che, dato il livello medio di fatturato/ricchezza di tali imprese porterei a casa pochino, molto meglio allora "accertare" 100 imprese venete o marchigiane, sicuramente più ricche, trovarne forse 30/40 non in regola, ma recuperare molto di più che non dalle 80 calabresi.

Va poi ricordato che gli imprenditori del sud (quanto meno la triade Campania-Calabria-Sicilia) pagano tasse occulte che, contrariamente a qulle statali, è per loro meglio pagare subito http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/italia/news/2007-10-25_125118410.html rimandando a dopo i dibatti sulla tax compliance.

 

E' scaricabile qui l' analisi di Francesco Forte, il quale opina sul recupero dovuto a tax compliance.

Le sue obiezioni sono due: 1) il povero Bersani è stato messo all' angolo, considerata nulla l' eventuale emersione dovuta alle sue liberalizzazioni; 2) il coefficiente di elasticita delle entrate sul PIL è stato stimato dal ministero pari a 0.96. Il che non rispecchia la progressività del nostro sistema.

Ringrazio per il riassunto della relazione di Visco che ho scorso velocemente anche io.

Per quanto Visco, TPS e questo governo non abbiano la mia simpatia, mi sembra che l'evidenza presentata sul recupero di evasione sia ragionevole per il momento, e corroborata anche da diversi aneddoti circolati anche su questo sito.

Stando ai numeri di Visco, il sommerso italiano e' su livelli "quasi doppi a quelli registrati in Francia, Germania e Regno Unito", e corrisponde a 100 GEuro di imposte evase. Lasciando perdere le evidenti fandonie di TPS sull'evasione zero "a portata di mano", Visco dovrebbe porsi come obiettivo di ridurre l'evasione ai livelli dei paesi sopra elencati, quindi a passare da 100 a 50GEuro ai prezzi di ora, e quindi recuperare altri 40GEuro di imposte, al netto di inflazione, crescita del PIL, e aumento delle aliquote. Su questo obiettivo dovra' essere misurato il suo lavoro di questi anni a mio parere.

La mia impressione e previsione sul futuro e' che non ci sara' ulteriore recupero di evasione, perche' Visco e TPS stanno martellando il bersaglio sbagliato, il Nord, dove l'evasione fiscale e' gia' uguale o minore di quella europea, e non c'e' molto altro da recuperare tenendo conto del livello della pressione fiscale sia teorica sia effettiva, e dell'efficienza degli apparati statali italiani. Se Visco e TPS volessero veramente combattere l'evasione fiscale in Italia, dovrebbero porsi come obiettivo di ridurla ai livelli europei regione per regione. Credo invece che i loro obiettivi siano di fatto diversi e meno nobili: trovare denaro per il bilancio statale dove questo e' fattibile e dove questo a loro giudizio danneggia meno il consenso elettorale della propria maggioranza, indipendentemente da considerazioni di equita', giustizia sociale, convenienza economica e interesse generale.

Prima di fare altri commenti tuttavia voglio dare un'occhiata alle referenze citate da Visco, in particolare sui livelli di evasione degli altri paesi europei, che lo portano a mio parere a sovrastimare le differenze tra l'economia sommersa italiana e quella di altri paesi.

Visco è un grande bugiardo al Parlamento il 25 luglio dice che l'evasione è il 18% del pil, circa 230/245 miliardi, dice che in Italia evadono tutti grandi e piccoli, dice che non ha catastizzato il reddito delle piccole imprese, dice che non ha reintrodotto la minim tax

sono tutte affermazioni necessarie per rimanere al Governo, perchè per far fronte alle spese e visto che in Italia la tassazione è la più alta dell'Europa, non avendo quindi consensi per l'aumento delle tasse, deve colpire l'evasione, su tali discorsi trova tutti d'accordo, però occorre fare una riflessione l'evasione in Italia ha diverse origini:

- vi sono chi specula per utili illeciti con l'inefficienza del fisco ( vedi le frodi carosello, le importazioni di auto  ecc)

- vi sono i lavoratori dipendenti che fanno il doppio lavoro in nero perchè è stato provato che in Italia non si può vivere con 1000 euro mese

- vi sono i lavoratori autonomi che non possono chiudere il bilancio in perdita perchè gli studi di settore dicono che devono minimo dichiarare una somma pari alla  media del settore

- vi sono le grandi imprese che non evadono ma con la globalizzazione possono spostare i redditi dove voglio

quindi per una efficace lotta all'evasione  si deve trovare  frenare gli illeciti prima denunciati, permettere al lavoratore dipendente di tassare il secondo lavoro forfettariamente, eliminare gli studi di settore a  livello di tassazione possono rimanere a livello di accertamento in presenza di irregolarità, rendere  la tassazione del nostro paese uguale ai nostri prtner europei così forse possiamo attrarre anche noi i grandi richhi come fa l'Inghilterra con la tassazione per i cittadini non residenti (vedi Valentino Rossi)

 

E' sui giornali di oggi la notizia che è stato pubblicato il "rapporto eures sull'evasione fiscale in Italia" http://www.asca.it/ascanew/modfocus.php?idfocus=1597

Occorre tenere presente che l'indagine non utilizza dati oggettivi, ma è il frutto di una serie di interviste ad un campione di cittadini e misura la virtuosità dei comportamenti fiscali  in rapporto a pubblici esercizi, piccoli artigiani e liberi professionisti percepiti attraverso il rilascio o meno dei documenti fiscali (scontrino, fattura, ricevute) dopo aver usufruito della prestazione o aver acquistato il bene.

Siamo cioè una spanna sopra l'aneddoto personale e una spanna sotto la precisione scientifica, tuttavia, per l'omogeneità delle risposte e per la qualità del metodo usato, mi sembra un dato tutto sommato attendibile.

In particolar modo ci consente di valutare l'evasione quotidiana, quella cioè con la quale tutti noi abbiamo a che fare, dal muratore che fa il lavoro in nero, all'architetto che sottofattura, anzichè quella - ben più corposa, ma  da noi più distante - rappresentata dall'evasione dell'industria manifatturiera.

A mio parere il rapporto è interessante, perchè ci consente di valutare anche i dati disaggregati per macroregioni e getta un po' di luce sul dibattito nord/sud ed vasione.

Sostenevo  in un commento ad un altro articolo su Padoa Schioppa e l'evasione fiscale che "è comune esperienza che l'evasione ha un'incidenza molto maggiore tra le piccole imprese, attive soprattutto in  servizi, agricoltura e commercio, rispetto alle grandi imprese manifatturiere ed alle utilities, che magari hanno altri mezzi più sofisticati e sfuggenti di elusione (holding lussemburghesi, trusts, triangolazioni estero-su-estero ecc.) che non la banale non emissione della fattura.

Nell'economia settentrionale il peso della impresa medio-grande  è prevalente così come comincia ad essere prevalente, nel mondo delle libere professioni, il fenomeno dei grossi studi internazionali, sicchè l'associato di Clifford Chance avrà un grado di evasione infinitesimale rispetto al piccolo avvocato di Poggibonsi o di Canicattì.

E' quindi ovvio che in termini assoluti, determinati sul volume d'affari, prevalgano comportamenti apparentemente virtuosi, dato che è alquanto improbabile che la Telecom o la Edison, il cui fatturato totale è forse pari all'intera economia della Calabria, possano mettersi a sottofatturare. Ciò che andrebbe  verificato è se il popolo delle piccole partite IVA settentrionali, comparabile con la dimensione di gran parte del mondo economico meridionale ha comportamenti virtuosi (con evasione quindi al 20/25%) oppure a soglie di evasione più alte."

Ora, non sono riuscito a trovare in rete il rapporto 2007, mentre è possibile invece leggersi quello del 2005, riferito al 2004 http://www.eures.it/ricerche_sv/EVASIONE_FISCALE_DEFINITIVO.pdf. vero è che sono passati due anni, tuttavia mi pare improbabile che siano avvenuti mutamenti epocali

Leggendo il rapporto è agevole rilevare che c'è una sostanziale omogeneità di comportamenti evasivi tra tutti i piccoli imprenditori/professionisti/commercianti, senza apprezzabili differenza, tra nord, centro e sud (fatti salvi ovviamente singoli casi specifici)

Leggendo il rapporto è agevole rilevare che c'è una sostanziale

omogeneità di comportamenti evasivi tra tutti i piccoli

imprenditori/professionisti/commercianti, senza apprezzabili

differenza, tra nord, centro e sud

Ho scorso velocemente il rapporto, e ti ringrazio per l'utile contributo di informazione. Devo dire tuttavia che leggendolo attentamente si deve concludere che le differenze geografiche esistono e sono significative. Cito alcuni brani:

Osservando infine l’area geografica degli intervistati, appare evidente la tendenza della maggior parte delle categorie artigiane considerate a porre in essere comportamenti contrari alla normativa sulla emissione di fattura o ricevuta, principalmente nelle regioni del Centro- Sud.


E ancora:

Anche il fattore territoriale influisce significativamente sul rispetto dell’obbligo di fatturazione da parte dei professionisti; in generale è possibile affermare che al Sud la mancata fatturazione delle prestazioni è decisamente più elevata che nelle regioni del Nord,


Per i commercianti, l'area piu' virtuosa e' il Centro ma il Sud si conferma l'area con piu' propensione all'evasione fiscale:

I commercianti più virtuosi, secondo l’esperienza degli intervistati, si trovano dunque nelle regioni del Centro, dove per 13 delle 19 categorie considerate, ... Complessivamente è il campione delle regioni del Sud a segnalare per 15 delle 19 categorie oggetto della ricerca, la frequenza più elevata di un mancato rilascio dello scontrino o ricevuta;


Le percentuali di evasori stimati dal sondaggio sono, nel testo:

Nord Centro Sud

55,5% 72.6% 64,1% falegnami
46,6% 69,6% 66,0% idraulici
47,3% 67,1% 60,1% elettricisti
24,1% 39,9% 43,4% barbieri
21,2% ------- 44,0% veterinari
22,7% ------- 41,1% avvocati
14,9% ------- 29,7% commercialisti
26,7% 65,2% 46,7% architetti

Riguardo alle tue considerazioni sul fatto che al Nord vi siano piu' grandi imprese, e che queste eludano il fisco invece di evadere, confermo che condivido l'osservazione, tuttavia va tenuto presente anche che la frazione degli occupati privati impiegati nelle grandi imprese e' piccola (circa l'11% in tutta Italia), e che gli occupati nella pubblica amministrazione (che non possono evadere) sono, in rapporto alla popolazione, circa il doppio al Sud rispetto al Nord. Inoltre e' piu' elevata al Nord rispetto al Sud la propensione al lavoro autonomo e alla piccola impresa, come sottolinea anche il rapporto Eures:

nelle regioni del Nord [...] la struttura produttiva è costituita in misura maggiore da lavoratori autonomi e piccoli imprenditori,

In conclusione, vi sono effetti contrastanti che in parte si compensano. Ma proprio questo rapporto Eures mostra che anche anche nell'ambito della stessa attivita' economica (artigiani, liberi professionisti, commercianti) il tasso di evasione stimato e' significativamente superiore al Centro rispetto al Nord, e al Sud rispetto al Centro e al Nord.


Un grosso grazie a Nicola Giocoli che mi ha segnalato il documento del Ministero dove c'è almeno una spiegazione del modello delle entrate. Lo trovate qui. La parte sulle entrate è da pag. 170.

Buona lettura a tutti. 

Visco ha recuperato davvero 23 miliardi di evasione? La cosa puo' essere verificata con un lavoro di ricostruzione e valutazione dei modelli da cui uscirebbe questa cifra. Lavoro duro, anche per l' oscurità delle fonti.

In alternativa c' è un "meccanismo" più semplice.

Siccome premettiamo che la risposta alla domanda iniziale sia un' informazione privata in suo possesso, gli si chieda in modo semplice di adempiere alle sue promesse. Ovvero di restituire, tramite sgravi fiscali, la medesima somma ai cittadini onesti. Dal comportamento che seguirà sapremo qualcosa in più su tutta faccenda.

Non che mi sorprenda, ma vale la pena ricordare il costo dello stato clericale per i cittadini italiani.

La piu' grande multinazionale con sede in territorio italiano (piu' grande per un paio di ordini di grandezza, credo) non paga le tasse perche' la grande maggioranza dei parlamentari e' da essa controllata. Poi, pero', vescovi e papi predicano spiegando agli italiani che pagare le tasse e' un dovere e che chi evade fa peccato. Ma e' santa ipocrisia, neanche quella e' peccato.

Omnia munda mundis

Sull' argomento mi era stato segnalato un dibattito tra Repubblica ed Avvenire: mi ero ripromesso di dargli un' occhiata per un' eventuale passaparola ma non ne ho trovato il tempo.

Ecco il successo della lotta all'evasione, 7 negozi su 10 non in regola nell'emissione di scontrini! Complimenti.

Parentesi: il titolo é riportato molto in piccolo sulla home page del corriere... 

 

Sinceramente non mi convince.Vabbè che l' esperienza personale non è significativa e che sono relativamente abitudinario, ma negli ultimi 2/3 anni sarò uscito da un bar o negozio senza scontrino al massimo una decina di volte, senza sollecitarlo (vivo tra la provincia di Brescia e Milano).