Crisi finanziaria, versione 750 miliardi di euro

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Un pezzo scritto in fretta ed in furia, a causa di molteplici impegni, con qualche osservazione sull'ennesimo tentativo di far sparire il debito creando debito addizionale.

La notizia da commentare, ovviamente, è questa (per alcuni dettagli rilevanti vedere qui, quo, qua, que e quu). Prima di andare al sodo (che è comunque molle), commenti estemporanei sullo show a cui abbiamo assistito durante il fine settimana.

Impagabile e imparabile Superman-Obama, che non perde occasione per farci notare che il leader mondiale nell'uso della chiacchiera è lui. Appelli agli europei di rimanere uniti, dichiarazioni di preoccupazione, offerta di leadership, grandeloquenza. Insomma, the Barack grandiose show all over again.

Molto abile, letalmente abile, è stato lo spagnolo Zapatero che, in qualità di presidente di turno dell'UE, ha spinto per fare il "pacco" più grande possibile, e sembra esserci riuscito. Il gioco delle alleanze non è chiaro, quindi sospendiamo il giudizio su chi era a favore di che cosa, chi ha vinto e chi ha perso.

Da un lato deve aver perso la Merkel, probabilmente indebolita dalla sconfitta nelle elezioni locali in Nordreno-Westfalia, visto che ha ceduto su due punti di fondo: (i) la UE sembra diretta ad emettere per la prima volta titoli di debito "europei" che dovranno in qualche modo essere garantiti da una leva fiscale UE (come, non mi arrischio a dire); (ii) la BCE si è impegnata ad agire sul mercato secondario dei titoli di debito pubblico europeo, acquistandoli per "stabilizzare" il mercato. Quest'ultima notizia significa che la BCE ha ceduto, almeno in via di principio, e ha accettato di emettere euro per comprare debito pubblico dei vari paesi pericolanti; un primo passo verso la monetizzazione del debito pubblico europeo.

Dall'altro, devono aver ceduto qualcosa anche i governi dei paesi più pericolanti visto che la Grecia ha annunciato nuove misure di riduzione della spesa pensionistica e sia Portogallo che Spagna si sono impegnati a ulteriori tagli del loro deficit pubblico, di un punto percentuale e di un punto e mezzo (in due anni) rispettivamente. Poiché queste sono cifre relativamente piccole rispetto a quelle necessarie per un aggiustamento fiscale serio in quei paesi, il mio giudizio è che i PIGS abbiano perso meno di quanto abbia perso la Germania.

Nei vari comunicati che ho avuto tempo di leggere non vedo menzione di misure italiane, né la stampa italiana né riporta. La qual cosa ha dell'incredibile, ma così è per il momento.

Cosa è stato deciso?

Devo riconoscere che, sulla base di quanto son riuscito a leggere sino ad ora è molto difficile farsi un'idea precisa. Siccome ho un certo sonno lascio al dibattito che seguirà nel corso della giornata aggiungere i dettagli e chiarire in che cosa consista l'accordo. Vado per punti, senza ordine particolare.

1. Sembra esserci un accordo più forte che la scorsa settimana su interventi di politica fiscale nei paesi più esposti. Di Grecia, Portogallo e Spagna ho già detto. Sull'Italia non vedo nulla, idem per gli altri. Le poche misure annunciate hanno un qualche effetto solo su tempi che sono molto lunghi (diciamo, due anni) rispetto a quelli dei mercati finanziari i quali, oramai, ragionavano e probabilmente ragionano in termini di giorni, settimane al più. Quindi, buio pesto da quel lato.

2. È stata presa la decisione di emettere debito UE, per 60 miliardi di euro al momento ma estendibile (dice la stampa) sino a 600 milairdi (!!). Qui mi sembra perfetta la breve sintesi commentata del Telegraph inglese

 

The walls of fiscal and economic sovereignty are being breached. The creation of an EU rescue mechanism with powers to issue bonds with Europe's AAA rating to help eurozone states in trouble -- apparently €60bn, with a separate facility that may be able to lever up to €600bn -- is to go far beyond the Lisbon Treaty. This new agency is an EU Treasury in all but name, managing an EU fiscal union where liabilities become shared. A European state is being created before our eyes.

 

Se così e se tale quantità di debito verrà emessa, questa è una decisione epocale le cui conseguenze immediate sono ovvie: le tasse dei tedeschi, francesi, olandesi, eccetera pagheranno il debito dei greci, degli spagnoli, degli italiani, eccetera. Aspettiamo i dettagli.

3. Esistono poi varie affermazioni circa un "loan guarantee" di circa 440 miliardi di euro che sarebbe fornito dai vari paesi membri agli ... altri paesi membri della UE. Non si capisce se questi 440 miliardi fanno parte dei 600 di cui sopra al punto 2. (sospetto di sì, altrimenti le addizioni non tornano) e non si capisce nemmeno come questo meccanismo possa funzionare, chi garantisca che cosa e a quali condizioni. Certo l'idea, per esempio, che il Portogallo o la Spagna possano garantire una emissione di debito greca sembra improbabile; idem se fosse, tanto per dire, l'Italia a garantire emissioni di debito tedesco. Quindi, alla fine e siccome il Regno Unito sembra essersi chiamato fuori dalla giostra, questi 440 miliardi dovranno essere promesse soprattutto tedesche (forse un po' francesi e simbolicamente olandesi, danesi, eccetera) ai paesi del Sud Europa che dovessero incontrare difficoltà a finanziarsi sul mercato a tassi "normali", whatever that means.

4. In cima a questo vi sono 250 (220 in altre versioni) miliardi di euro di provenienza FMI. Questa è una cifra alta, a naso mio, per il Fondo quindi suppongo che sia possibile solo con un'approvazione (di fatto) del G-20: BRICS rescuing PIIGS, non male come svolta storica e segnale che il mondo è cambiato!

5. Infine, e qui secondo me c'è un altro grande segnale, c'è la decisione della BCE di intervenire sul mercato secondario dei titoli governativi dei paesi UE acquistandoli, a cambio di emissioni di euro, per tenerne alti i prezzi. L'ammontare di questo impegno non mi è chiaro da quanto son riuscito a leggere. Potrebbe quindi essere simbolico ma potrebbe anche essere (specialmente nel breve periodo, ossia nelle prossime settimane e mesi) sostanziale. In ogni caso, cambia la natura della BCE e, incredibile, una decisione di tale levatura è stata presa in un fine settimana! Questo provvedimento, nelle parole di un collega con cui chiacchieravo in linea poco fa, ha la seguente interpretazione (scusate, non ho tempo per tradurre, ho sonno ...):

I would agree with that: it would amount to a disguised bailout, but could avoid a contagion to other countries and avoid a possible collapse of the monetary union. I am still not sure if it can be fiscally financed by euro member countries, or would require the ECB as guarantor of last resort (another term in disguise to indicate a lender of last resort).

Queste, in sostanza le misure prese questo fine settimana.

La morale a breve.

La morale della storia sembra chiara: incapaci per mesi, anni, di prendere le decisioni di politica fiscale necessarie ad evitare il collasso, i governi europei hanno deciso di cercare di fermare una crisi causata da eccessivo indebitamento e deficit di (quasi tutti) i loro stati membri ... indebitandosi ancor di più con il resto del mondo! La mia previsione è che non servirà a nulla se non si prenderanno le misure di politica fiscale ovvie (ma sempre più dure con il passar del tempo) che le cassandre come yours truly invocano da un paio di decenni. Non sono per niente convinto che finisca qui, anzi.

Su altre questioni che, a breve, le decisioni prese questo fine settimana sollevano rimando a questo editoriale di Boone and Johnson sul NYTimes. Hanno un po' troppo il dente avvelenato con i francesi (che non è colpa solo dei francesi, dai!) ma l'analisi è condivisibile.

La morale a lungo.

A lungo la morale è, oltre che la precedente, anche la seguente. Meglio, le seguenti.

Come avevamo sostenuto negli anni '90 svariati di noi - economisti mercatisti e reazionari - l'intero impianto dell'euro, maastricht e tutto il resto, era un castello campato in aria che violava le leggi più elementari dell'economia. In particolare, l'idea di una moneta unica per paesi così eterogenei (e che, con la fretta di far entrare tutti nell'euro, ancor più eterogenei son diventati) sia per condizioni economico-sociali, che per tendenze di crescita di lungo periodo che, soprattutto, per politiche fiscali, ha generato rischio morale, ha incentivato trucchi sporchi, ha creato "free riders" ed ha generato la crisi del debito sovrano europeo che stiamo vivendo in queste settimane. Una grande crisi economica creata da decisioni politiche sbagliate, prese da politici populisti contro l'opinione degli economisti: Voltremont e Mangiamorte vari, prendete nota!

In tutto questo, checché ne dicano i populisti che in questi giorni si sono inventati complotti mondiali dei soliti speculatori cattivi contro l'euro, il ruolo di protagonisti unici l'hanno giocato i politici europei e i governi che essi gestiscono. Le banche ed i banchieri sono attori forse pessimi ma senz'altro secondari. Hanno più responsabilità, oltre ai politici, le banche centrali che hanno praticato la politica di tassi bassi (per compiacere sempre i soliti politici che tali tassi chiedevano a bassa voce, e non han smesso di chiederli) che non i signori di Goldman-Sachs che comprano e vendono CDS sul debito dei paesi europei. A proposito del qual argomento, cito da un altro scambio epistolare, questa volta con colleghi di banche centrali

 

Darrell Duffie, finance professor at Stanford University's Graduate School of Business, said [durante un'audizione recente al Congresso USA] research he conducted with Boston College professor Zhipeng Zhang found no statistical correlation between amounts of credit default swaps on debt issued by Greece and California and their borrowing costs.

What has caused Greek borrowing costs to rise is the revelation of information that has decreased the probability that investors will not be repaid, he said, adding, "It's quite hard to imagine how speculation by credit default swap investors has caused Greece to borrow more than it can pay back," Duffie said.

 

Sul tema della moneta unica gira in rete un articolo scritto da Luigi Zingales per il Sole 24Ore di ieri in cui - non ho fatto in tempo a leggerlo - sembra che Luigi sostenga l'opportunità di avere due monete europee, o due euro. Quello per il Nord e quello per il Sud Europa. Mah, non so.

Ai miei tempi, come mi ricordava Mimmo Pagliarini sempre via email, noi si sosteneva che forse ci sarebbero volute ... due diverse "lire", una per il Sud ed una per il Nord dell'Italia. Certo due euro sarebbero oggi meglio che uno, ma 4 o 5, chiamati "dracma", "peseta", "lira", "marco", eccetera, forse sarebbero ancora meglio, date le circostanze. Ma con i se e con i ma non si fa la storia, per cui inutile guardare indietro. Decidere ora, su due piedi, quali sarebbero i costi ed i benefici di una UE con due monete, o tre, non lo so fare, per cui mi astengo. Mentre capisco - ovviamente che lo capisco: ricordo come mi spernacchiavano ai meetings del CEPR quando avanzavo sostanziali dubbi sull'euro proprio per le ragioni per cui oggi tutti si strappano i capelli ... compresi tanti colleghi italiani che dell'euro entusiasti erano! - le ragioni di tali proposte, sono sempre scettico nei confronti dell'ingegneria sociale che spera di risolvere problemi strutturali con operazioni "finanziarie". Una qualche versione di Modigliani-Miller vale anche nel campo del debito pubblico e delle monete emesse da stati sovrani, o da unioni improprie dei medesimi. Comunque, discutiamone perché mi sembra ovvio che qualcosa vada cambiato radicalmente nel prossimo futuro.

Alla fine della storia - "fine" per modo di dire: questa non è finita qui ma io ho sonno! - mi ritrovo nel commento fotografico che ha proposto il nostro Rabbi (Antonio Mele) via Facebook.

I debiti non si eliminano con altri debiti (che anche la moneta altro non è che un debito statale) ma solo in due modi: o non pagandoli (che s'arrangi il creditore ...) o lavorando, producendo e risparmiando per pagarli!

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Ci sono 274 commenti

Ai miei tempi, come mi ricordava Mimmo Pagliarini sempre via email, noi si sosteneva che forse ci sarebbero volute ... due diverse "lire", una per il Sud ed una per il Nord dell'Italia. Certo due euro sarebbero oggi meglio che uno, ma 4 o 5, chiamati "dracma", "peseta", "lira", "marco", eccetera, forse sarebbero ancora meglio, date le circostanze.

Dipende, se fossimo stati capaci di obbligare i governanti ad andare sul serio avanti nell'unificazione o nella creazione di una confederazione piu spinta, lasciando fuori  chi non sa se preferisce noi a washington e che ormai non ha quasi piu nullla a che fare con il commonwealth, allora l'unione monetaria sarebbe stata sì "un federalismo dalla backdoor" come disse Maggie Tatcher, e quindi cosa giusta, dato che presi singolarmente in 27 non contiamo una fava.

Nei vari comunicati che ho avuto tempo di leggere non vedo menzione di misure italiane, né la stampa italiana né riporta. La qual cosa ha dell'incredibile, ma così è per il momento.

2) non si riporta nulla perchè SB e GT son costretti a studiarsi qualcosa per non apparire troppo contaballe: le misure servono, solo che siccome fino a ieri sera han detto "va tutto bene" prima di smentirsi han bisogno di almeno 24 ore....e anche GT ha bisogno di tempo per scrivere un libro per attaccare qualche combricola di mercatisti filo-cinesi-upperclass-espatriati che scrivono dall'amerika, e aizzando il livore contro chi porta orecchini.

questa la domanda: secondo lei Gordon Brown ha fatto bene a tirarsi fuori dal'immaginifico piano? secondo me si

Tema scottante e molto interessante. Da perfetto ignorante in materia riporto che su "La Stampa", nel titolo dell'articolo della redazione, si cita "Londra si sfila poi ci ripensa.". Ma se poi si clicca sull'articolo non trovo traccia del fatto che Londra abbia dato il consenso al "salvataggio". Dove sta la verità?

Le misure adottate, anche con l'intervento della BCE, porteranno all'aumento dell'inflazione? Cioè vale a dire che stiamo scaricando i problemi sui nostri figli?

Sta a veder che il Sud (Italia? Europa?) "is spoiling" il Nord (Italia? Europa? - la storia si ripete più in grande?)

Cioè vale a dire che stiamo scaricando i problemi sui nostri figli?

Stiamo scaricando il problema semplicemente sui creditori, genitori o figli che siano. Ció che abbiamo prestato agli stati, questi se lo sono speso e ora non ce la fanno a ripagare il debito. Hanno 2 soluzioni. Una é dire "signori non possiamo ripagare", come ha fatto l'Argentina. L'altra é far finta di niente e far stampare moneta alla banca centrale europea. In questo modo dato un valore nominale del debito di 100 euro, con una base monetaria che passa da 100 a 200 euro, lo stato ti rende sempre i 100 che ti deve, ma adesso con quei 100 ci poi comprare solo la metá dei beni. Ora bisogna vedere se la base monetaria passa a 200, 300, 500.....

 

Tema scottante e molto interessante. Da perfetto ignorante in materia riporto che su "La Stampa", nel titolo dell'articolo della redazione, si cita "Londra si sfila poi ci ripensa.". Ma se poi si clicca sull'articolo non trovo traccia del fatto che Londra abbia dato il consenso al "salvataggio". Dove sta la verità?

 

Il cancelliere Alistair Darling e' stato un po' ambiguo. Il Times dice:

Britain's involvement in the bailout could cost taxpayers £15 billion. The country was already exposed to a potential £7 billion cost under the original scheme and its ultimate liability under the enhanced plan will be a further £8 billion, Treasury officials say.

The Chancellor told the BBC's Today programme that there was "no way that non-eurozone countries should be asked to underwrite the currency".

He said: "It is a good deal for Europe and we have minimised our exposure and that is a very, very important feature of what I managed to agree last night.”

Insomma, par di capire che la Gran Bretagna fornira' garanzie per 15 miliardi di sterline, ma ai cittadini britannici e' meglio non dirlo chiaramente :-)

Ma è da escludere del tutto l'ipotesi che l'Europa abbia imparato la lezione?

Ma è da escludere del tutto l'ipotesi che l'Europa abbia imparato la lezione?

In cuor mio spero che si sia imaprato qualcosina, ma è probabile che chi fino ad ora ha "abusato" continui a farlo..

 

Ma è da escludere del tutto l'ipotesi che l'Europa abbia imparato la lezione?

 

L'Europa chi è ? Io qui vedo solo governi e politici vari.

La lezione da imparare, poi, bisogna mettersi d'accordo su quale sia ...

Imho non faranno "materialmente" nulla. Durante i momenti di "panico" i movimenti dei mercati (lasciando da parte l'azionario, pensiamo ai tassi sul rollover del debito) sono unicamente psicologico/speculativi, questa è potenzialmente la notizia giusta per toglierli dal feedback loop positivo (non nel senso di "buono"). Se - al contrario - stampassero davvero moneta, allora non ne uscirebbe nulla di buono, sono d'accordo...

Imho non faranno "materialmente" nulla.

Bravo FDG, mi congratulo per la sagacia - e poi non è certo dal Telegraph che ci facciamo dare gli ordini.

RR

P.S.: in realtà "qualcosa" sarà fatto, però materialmente molto meno di quanto il parare bellum abbia già provocato nei comportamenti e nelle aspettative, come dice anche Spaventa. Per il resto, è ovvio che i vari Paesi dovranno comunque continuare i loro compiti a casa - su questo non ci piove.

 

 

Mah, con l'età mi sto rincretinendo, avevo messo questo commento in un altro thread, perchè non avevo proprio visto questo post. Eccolo di seguito:

Non so dove posizionarmi, ma leggendo le ultime notizie (che non linko, se ne trovano di tutti i colori), più che regolamentazione finanziaria in UE si è parlato di "monetizzazione" del debito.

Per  non far fare a Spagna, Grecia e Portogallo quello che hanno già fatto nella loro storia,qui una storia dei debiti sovrani, l'Europa avrà un bel periodo di inflazione, unita a bassa/nulla crescita. Mi sembra si chiami stagflazione, l'abbiamo già avuta negli anni '70, la lezione non è servita a niente, evidentemente.

Nel frattempo la regolamentazione dei mercati finanziari, e soprattutto del meccanismo perverso delle agenzie di rating è tutto lì, intonso, evidentemente del conflitto di interessi non frega niente a nessuno anche a livello intergovernativo.

Come curare una malattia prendendo a bastonate l'ammalato, mi verrebbe da dire...

Solo una nota per Michele Boldrin: la massima "non esistono pasti gratis" dovrebbe essere corretta con l'aggiunta "a meno che non ti puoi stampare da solo il denaro per pagare il pasto". Il corollario, inevitabile sarà: "stampa pure, ma non appena l'oste si accorgerà che la tua moneta non vale niente ti prenderà a legnate nei denti". Il dentista attende fiducioso.

 

Sarebbe interessante un vostro commento al pezzo di Spaventa oggi su Repubblica.

Il punto cruciale in cui – mi pare di capire – Spaventa non concorda con l’analisi di Michele è che la crisi dell’euro potrebbe essere sostanzialmente aggravata da un atacco speculativo che mira a portare la moneta a un valore più basso di quello “giusto” (whatever that means, direbbe Michele).

Il punto, mi pare, è se i problemi legati al debito di Grecia & Co siano o meno effettivamente così gravi, i.e. se il debito europeo, nel suo complesso, sia o meno insostenibile nel medio-lungo periodo. In altri termini: la corsa al ribasso è un diabolico piano ordito da agenti in grado di influire pesantemente sul mercato oppure è l'outcome di una moltitudine di agenti che fanno previsioni "plausibili"? Come dire: siamo così inguaiati veramente oppure c’è qualche problemino che solo la speculazione potrebbe rendere drammatico?

Almeno qualora valesse la seconda, la soluzione di Spaventa sarebbe sensata? Grazie!

 

 

 

Il punto cruciale in cui – mi pare di capire – Spaventa non concorda con l’analisi di Michele è che la crisi dell’euro potrebbe essere sostanzialmente aggravata da un atacco speculativo che mira a portare la moneta a un valore più basso di quello “giusto” (whatever that means, direbbe Michele).

 

Perche' questo sarebbe un male per l'Eurozona? La aiuterebbe a esportare e percio' ne aumenterebbe un po' le prospettive di crescita economica...

Nella lista di vincitori e vinti c'e' da sottolineare tre volte che la grande vincitrice di questa nuova politica europea e' stata l'Italia. Il debito italiano e' sei volte quello greco, e mentre con la Grecia bastava tirarle un osso (imprestare anziche' stampare) con l'Italia l'unica via d'uscita e' un intervento diretto della BCE (stampare euro per mangiarsi il debito emesso dagli stati e cosi' inflazionare l'economia e eventualmente indebolire l'euro).

Pero' non ne sono del tutto sorpreso perche' Germania e Francia si erano italianizzate per conto loro. RIspetto a un paio di anni fa la media di indebitamento statale europea e' salita mi sembra quasi del 50%. Germania e Francia ora hanno un 80% abbondante di debito/Pil, percio' questa politica da tipografia la fanno anche per loro stessi. E una cosa e' certa: la Banca Centrale Europea non fa una politica monetaria indipendente da pressioni politiche. Ergo, inflation bias, baby.

Ora, quello che sara' interessante vedere e' non tanto come si comportera' la Germania (che ormai e' da considerare come paese stra indebitato come il Belgio), ma come reagiranno tutti quei paesini fiscalmente responsabili tipo l'Austria, la Slovenia, la Finlandia, l'Olanda, il Lussemburgo, e la Slovacchia. Vale la pena far parte di una unione monetaria di stile mediterranea? O conviene far parte della UE senza subire una politica inflazionistica? Il discorso vale altrettanto per chi e' in lista d'attesa per entrare nell'euro tipo i paesi baltici e la Danimarca. Forse vale la pena fare come la Svezia e avere i benefici del mercato comune della UE ma mantenere una banca centrale indipendente.

Michele, l'unica cosa del tuo post con cui non mi trovo d'accordo e' il tuo collega che hai citato in inglese:

 a disguised bailout, but could avoid a contagion to other countries and avoid a possible collapse of the monetary union

Ma dove? Ma che contagion e che collapse. La medicina qui e' peggio della malattia (pexo el tacon del buxo). Per evitare uno sgretolamento a Sud, potrebbero causare una disassociazione a Nord.

 

 

stampare carta per pagare il debito? mi pare che in africa qualcuno l'avesse fatto: ZIMBAWE ed il di cui risultato si è visto :rislutato inflazione piu che galoppante e instabilità. certo quelle sono estreme conseguenze, ma con il già risicato potere d'acquisto, i cartelli delle compagnie petrolifere (parere personale) e quant'altro, non so come si reagirebbe con una svalutazione dell'euro

 

Sulla meridionalizzazione dell'Italia (e a questo punto dell'Europa) insisto da tempo, però una cosa la vorrei dire: come imprenditore l'Euro è di una comodità sconvolgente (e qui sembra nessuno lo tenga presente): l'acquisto di materie prime, pur con le inevitabili fluttuazioni di mercato, è abbastanza stabile, l'export anche, non c'è bisogno di fare calcoli complicati (tenendo presente che la massima parte degli scambi avvengono in area EU), i costi di transazioni finanziarie, monetarie, irrisori, insomma la moneta unica a chi produce fa dannatamente comodo, anche perchè le varie svalutazioni della vecchia liretta erano solo illusorie, poi il conto arrivava, eccome se arrivava.

Ho l'impressione che il problema non sia "l'attacco all'euro" (che quando nacque aveva una semi-parità con il dollaro, mantenuta per molto tempo, addirittura ricordo l'euro a 0,80, adesso si strappano le vesti perchè è sceso a 1,25..), quindi un "attacco alla moneta" come è stato sperimentato negli anni '90, ma una semplice considerazione : il paese XZY è in grado di ripagare il debito, con l'attuale trend? Poi la "speculazione" ha morso i più deboli (anzi, IL più debole), ma facendo semplicemente il suo mestiere, che è quello di massimizzare il profitto con pochi rischi, da questo punto di vista potrei anche accettare il discorso : lacrime e sangue per ridurre il debito, ma prestateci qualcosa per mangiare domattina, anche se forse la cosa meno dolorosa era il default, ma non mi va che il debito sia "monetarizzato", proprio per il discorso da imprenditore: l'euro è comodo, ma se diventa carta straccia diventa un problema.

Infine un'ultima considerazione: 750 mld di euro sono una dicitura "sino a.." in politica una dicitura simile può significare tutto, anche io speriamo che me la cavo.

 

Michele, l'unica cosa del tuo post con cui non mi trovo d'accordo e' il tuo collega che hai citato in inglese:

 a disguised bailout, but could avoid a contagion to other countries and avoid a possible collapse of the monetary union

Ma dove? Ma che contagion e che collapse. La medicina qui e' peggio della malattia (pexo el tacon del buxo). Per evitare uno sgretolamento a Sud, potrebbero causare una disassociazione a Nord.

 

Lodovico, condivido quanto scrivi.

Il bicchiere è drammaticamente (quasi) vuoto. Dico quasi perchè tutto dipende a quali condizioni scatteranno i salvataggi. Se le condizioni sono quelle di riportare in ordine i conti con misure "lacrime e sangue" allora forse non tutto il male viene per nuocere. Il politico di turno é più facile che adotti queste misure quando ha una pistola alla tempia piuttosto che quando sa che può scappare con il malloppo. Gli permette di sostenere che è il mercato cattivo (magari con complotti della finanza internazionale governata da gnomi feroci e senza patria) che impone quelle misure impopolari. Torna utile per le competizioni elettorali successive. Io concentrerei l'attenzione sulla governance dei (prossimi) salvataggi: meccanismo rigoroso o concertazione al ribasso. Ho la vaga sensazione che ai piccoletti si può anche chiedere di smettere di usare il dentifricio, alla Francia no. Quindi resta da vedere se i paesi con problemi sono in grado di far digerire ai propri cittadini misure draconiane prima che scatti la mannaia del mercato.

Dico quasi perchè tutto dipende a quali condizioni scatteranno i salvataggi. Se le condizioni sono quelle di riportare in ordine i conti con misure "lacrime e sangue" allora forse non tutto il male viene per nuocere.

giusto, ma non sembra essere questo quello che sta succedendo.  questo sarebbe l'equivalente di un fondo monetario europeo (che non avrebbe senso perche' tutti i paesi europei aderiscono gia' a quello internazionale), qui si sta mettendo in campo la potenza di fuoco della bce per mandare il messaggio che non si lasceranno fallire i governi (una decisione presa in un weekend non puo' essere condizionata a un serio piano di rientro dal deficit).  e se la grecia non riporta i conti in ordine che succede?

 

Gli impegni presi da Spagna e Portogallo mi sembrano vaghi, inoltre manca un intervento sul patto di stabilità (rendendo le soglie e/o tempistica più realistiche e rendendo più efficace il potere coercitivo).

Chiedo lumi sul lato BCE. Non credo si possa parlare di QE visto che l'impegno ad acquistare debito di stati in difficoltà sarà bilanciato da vendita di altrettanti titoli più affidabili. E' così?

Il mega prestito dell'anno scorso all'1%, destinato a ripetersi quest'anno su scala maggiore, non era de facto QE?

Insisto nel ritenere che parte del problema sia la mancanza di un contrappeso politico: uno stato federale sarebbe stato più efficiente e si sarebbe basato su logiche diverse non dovendo negoziare tra n stati.

In definitiva si è guadagnato tempo, al prezzo di un più che probabile "botto" futuro.

Non mi è chiaro cos'hanno da festeggiare le borse: se bastasse fare debiti per creare ricchezza il mondo sarebbe molto diverso.

Cha sia cambiato senza che io me ne accorgessi?

I mercati saranno anche sovrani ed onnipotenti, ma il significato dei movimenti in corso mi lascia un po' perplesso - forse sono troppo semplicistico, però io ragionerei come segue.

L'Euro vecchia maniera consiste, diciamo per brevità, in una specie di  Gold Standard, in cui invece del tallone metallico abbiamo i genialoidi della ECB che devono limitare M1 no matter what eresistere alla pressione dei politici. Ora, se i debiti sovrani degli Euro-P(I)IGS diventano via via più rischiosi, devono crescere i relativi spread: e ciò è infatti accaduto regolarmente. Invece, il valore esterno dell'EURO nella circostanza descritta, in continuità di "Frankfurt Standard", non dovrebbe necessariamente cadere - o mi sbaglio?. Il problema creditizio e finanziario è infatti di colui il quale detiene la carta tossica (Grecia/PIGs), ed in ultima istanza in costanza di regime monetario Euro si troverà il suo credito ristrutturato (default) e/o denominato nella pizza de fango del Peloponneso (uscita della Grecia dall'EURO); mentre invece chi detiene obbligazioni sovrane tedesche, male che vada se le ritrova denominate in Euri "depurati", o in "Neuri" o al limite in vecchi DM... 

Insomma, non avrei visto particolari motivi per fare cadere il cambio dell'EURO in connessione con la crisi Greca, o almeno li avrei visti soltanto sull abase di una congettura di cambio di regime valutario: in pratica, all'aggravarsi della crisi del debito Greco / PIGs il mercato in realtà argomenta "la situazione non è tenibile, quindi prima o poi il Frankfurt Standard scoppia ed anche la ECB si attacca al ciclostile, pena la crisi di tutti gli Euro debiti sovrani; quindi l'EURO dovrà prima o poi svalutarsi".

Poi però (nello scorso weekend) quanto paventato avviene (o, comunque, gli Euroministri sostengono che stia avvenendo), e cosa succede al cambio dell'EURO? esso risale (!!) - mentre a me pare invece che in queste ore dovremmo osservare un cambio debole (la probabilità dello scenario di monetizzazione sale, e quindi scende il "valore atteso" dell'EURO) e spread fortemente decrescenti tra Nord e Sud dell'Eurozona al rialzo (verso la media pesata degli Eurospread vs Treasuries)...

Invece vediamo un cambio "forte", e ciò 1) mi parrebbe indicare che il mercati non bevono la storiella dell'integrazione fiscale Eurozona, 2) dovrebbe portarci a vedere un nuovo allargamento degli spread infra Euro dopo un overshooting iniziale?

Meditiamo...

 

 

 

Anche se meno immediatamente pressata, all'Italia nessuno ha chiesto interventi di risanamento?

Qualcuno aveva dubbi che fosse "merito" suo?

Quello che e' successo politicamente nell'ultima settimana e' importante almeno come i 750 miliardi.

Sta accadendo sul piano politico quello che e' gia' successo negli USA nel settembre/ottobre 2008. In Inghilterra vince un conservatore che sembra un laburista. In Germania la Merkel perde le elezioni regionali. Conseguenza della sconfitta, la linea dura in europa diventa soffice, e in Germania di tagli alle tasse sul reddito non si parla piu'. Queste elezioni cambiano il gioco. Gli elettori avevano scelta: fra il rifiuto di continuare a pagare per il fallimento di politiche Ponzi, per di piu' fatte in altri paesi, o la paura. Paura vuol dire sospetto dei mercati e fiducia, in mancanza di meglio, nei politici.

Mi pare chiaro chi abbia vinto.

Mi sembra ormai palese che l'obiettivo (dapprima solo pensato, ma non da tutti, ma via via  sempre più palese) sia quello di tenere in piedi tutto il possibile fornendo liquidità a tassi bassissimi, sperando che non si generino nuove bolle speculative. Ormai il default di qualsiasi cosa è visto come un possibile vettore di contagio. Poco importa che siano stati i tassi troppo bassi i principali fattori scatenanti della crisi attuale. In fondo siamo in presenza di una economia "tossicodipendente" che viene assistita con ulteriori dosi di stupefacenti. I "policymakers" per primi, piuttosto che affrontare la realtà e farla affrontare ai loro elettori - che, giustamente, li spedirebbero a casa - preferiscono farsi le "canne" coi tassi a zero. Il decennio perduto del Giappone non è più ciò che andrebbe evitato, quanto piuttosto una evoluzione tutto sommato accettabile. Poco importa che il Giappone sia il campione mondiale di debito pubblico, basta che sia ancora lì, in piedi (su gambe piuttosto malferme). Ora è stato messo in piedi il "grande salvataggio". La potenza di fuoco che è stata messa in campo è tale da scoraggiare temporaneamente la speculazione. Le misure intraprese sono intrinsecamente inflazionistiche, anche se si pretende di "sterilizzare" l'immissione di liquidità derivante dall'acquisto diretto di titoli pubblici attraverso la vendita...di altri titoli pubblici (tedeschi e, forse, francesi). Finchè ce ne sono. Le conseguenze sul bilancio della BCE sono facilmente immaginabili. La speculazione per un pò starà a guardare, per capire i punti di debolezza delle misure annunciate. Poi è probabile che tornino all'attacco. Basta che qualche governo (Grecia in primis) decida di non rinunciare alla nuova occasione di azzardo morale che viene nuovamente fornita. Le scuse addotte saranno innumerevoli, ma purtroppo l'andamento dei disavanzi è di pubblico dominio e periodicamente sarà oggetto di verifica e giudizio. Magari hanno stretto un patto sangue e si sono giurati reciprocamente di rispettare tutti i covenants. Magari.   

davvero non capisco: situazione mondiale piu che fluida (sbalzi di petrolio e altre materie prime), convenienza nella moneta unica con la prima economia al mondo (aggregando anche i soli 15). Certo, la moneta senza politica è male, ma tornare ai 27 cosa singoli a chi gioverebbe? il problema delle democrazie è che i il voto "di pancia" vale come quello ragionato. Spiego meglio: ha fatto bene la BRD  ad accordarsi per sistemare alla emglio il caso Grecia? si? no? si poteva fare meglio? bene: l'elettore del NRW che fino all'altro ieri avrebbe votado CDU-CSU ha detto "a che pro usare li soldi mia?" e ha lasciato a piedi nel Land e nel -Rat la Merkel. Però non credo abbian ragionato anche solo sull'effetto negativo della svalutazione dell'euro sul pieno di benzina.Ecco cosa intendo con "pancia".L'E.U è un crogiolo di stati? si, ma non è un buon motivo nemmeno per teorizzare "2 monete" perchè le due monete porterebbero, specialmente al sud-europa, a politiche quali quelle italiane anni 80 con svalutazioni atte alla ricerca del vantaggio momentaneo nell'export, spiegando al popolo che è bene cosi, senza dirgli "tanto pagherete di piu le banane". Io son contento dell'euro: ci ha salvato ai tempi di Cirio e Parmalat e nelle botte ascensionali del barile di petrolio- che ribadiamolo, nonostante GT disse il contrarioo non erano sintomi di cambiamenti epocali-. Non è l'euro ad esser sbagliato, non è Maastricht (come concetto di sanzioni se sgarri) è che si è passati dalla fondamenta al pennone senza passare per la struttura: un presidente UE che conti, un vero parlamento che la pianti di decidere su zucchine, una vera politica difensiva comune etc etc etc.Che poi Goldman sachs e altri abbiano ricamato sopra l'incapacità d operare riforme serie e ridurre deficit e debiti endemici, non è colpa dell'€, non è difetto del progetto, è da pigliare i governanti tutti ed esporli al pubblico ludibrio, in dibattiti, per strada,sui giornali, sennò beh, tutti su una nave Vogon e via

Ho letto un po' frettolosamente sia i comunicati riguardanti le decisioni (non molto chiari in effetti, ieri qualche giornalista confondeva USD con SDR, per un attimo ho pensato che l'euro fosse crollato drammaticamente) mi pare sostanzialmente un consolidamento di debito, che non riduce né aumenta il debito complessivo dei paesi euro verso il resto del mondo, sempre che le emissioni di debito europeo corrispondano ai titoli acquistati dai singoli paesi.

In astratto la BCE e l'FMI potrebbero finire per rappresentare l'unico creditore della Grecia o di altri paesi europei deboli.

Per questi paesi sarà sempre più difficile collocare autonomamente il proprio debito, questa sarà a mio avviso la leva che utilizzerà la UE per imporre politiche virtuose. Se tali politiche non fossero praticate o non avessero effetto, un eventuale default di Grecia o altri paesi dovrebbe essere assorbito direttamente dalla UE, con meccanismi che a tutt'oggi non mi pare siano stati attivati. Intanto però le banche e gli altri stati non avrebbero quasi più in portafoglio titoli greci o simili.

Sfida rischiosa questa della UE e dell'euro, ma interessante da analizzare, senza pregiudizi

La morale a breve.

Che piangano un po' anche quelli del Telegraph e i loro compagni di merende.

RR

 

Eccolo là che si rivela alla prima opportunità, il parassita europeo.

una domanda: ma quanto Ponzi c'e' in tutto cio'? O e' solo un one-off?

Da quello che ho letto non si tratta di una monetizzazione tradizionale del debito. La BCE acquisterà i titoli dei paesi in difficoltà, ma venderà altri titoli in modo da drenare la liquidità immessa sul mercato. M1 non si muove, così come non si muove il ciclostile. La BCE semmai si assume del rischio (sostituisce titoli americani e tedeschi con titoli spagnoli e portoghesi) ma non genera inflazione.

Più che monetizzazione questa secondo me è una scommessa: se l'utilizzo del fondo viene vincolato a misure lacrime e sangue (per evitare il moral hazard) e se il debito complessivo dell'UE oggi è sostenibile (dipende se avremo o meno ripresa economica), allora la scommessa riuscirà. In caso contrario, invece di cadere in pochi cadranno tutti ( i.e. vera monetizzazione del debito).

Però, onestamente se si vuole salvare l'UE e l'euro non vedo altra strada. E i passi avanti per associare alla politica monetaria la seconda gamba (qualcosa che surroghi una politica fiscale) sono notevoli. Io sono ottimista: credo o forse spero che l'Europa ne uscirà molto più unita da questa crisi. I 60 miliardi di bond targati UE sono un bel segnale: è una cifra minuscola per poter dire che creiamo debito su debito, ma è un passo avanti significativo nelle competenze della commissione che, se emette debito, deve anche avere delle attività. Molto in piccolo, ma è così che dovrebbe funzionare un Tesoro europeo (alla faccia di quegli avvoltoi del Telegraph).

Mi piacerebbe sentire le voste opinioni su questi due punti (monetizzazione ed UE più forte a fine crisi se riesce la scommessa).

 

Well, lasciamo stare la parte puramente "de gustibus".

Ad alcuni piace l'Europa unita e centralizzata per ragioni simili a quelle per cui mi piace l'Inter. Non so che dire. A voi sembra un valore, a me sembra un disvalore. Voi sembrate pronti a pagare (spero non a morire) per Strasburgo o Bruxelles capitali d'Europa, io preferisco la Serenissima Repubblica. Ripeto, de gustibus.

Tolto quell'elemento - che molti amano chiamare "politico" ed io considero frutto di cattive risposte alla domanda "Cosa mi fumo stasera?" - rimangono i conti.

- Il debito potenziale non sono 60 miliardi. Sono altri 440 di "garanzie" ed un massimo di 600 d'emissioni. Siccome dubito che gli stati membri riducano la pressione fiscale per permettere l'entrata indolore della nuova tassa UE che dovrà finanziare questo debito, io questa la chiamo imposta per pagare il debito greco (e magari un po' di quello italiano). Vedremo che ne diranno quelli del Nord Europa quando si accorgeranno che si va per quella strada.

- Monetizzazione. Considera il seguente esempio. Al mercato normalmente le banane buone valgono 1 euro e quelle cattive 50 cents. La banca del paese ha un frigo dove può conservare intatte le banane ed emette carta moneta in cambio delle banane che depositi. Sino all'altro giorno la banca accettava solo banane buone: gliene portavi dieci, le depositavi alla banca e la banca ti dava dieci biglietti da un euro. Da stamattina la banca accetta anche banane cattive e putrescenti. Paga comunque un euro per ciascuna di esse. Sembra che, a fare la fila davanti alla banca, ci siano oggi solo concittadini con borse piene di banane marce. Si dice che molti di loro, sino a venerdì scorso, fossero usi andare in banca a depositare banane buone.

- UE più forte. Non so cosa voglia dire la parola "forte" in questo caso, almeno se mi attengo all'economia. L'euro, si facevano i conti anche oggi a pranzo, è tutt'ora sopravalutato. Un cambio ad 1,1 o persino a 1 dollaro sembra ciò che una ragionevole PPP suggerisce. Quindi il problema mi sfugge completamente. Il dollaro era a 90 centesimi ed anche meno contro l'euro nei primi anni 2000. Ad un certo punto è arrivato a cadere di più del 50% rispetto a quella posizione. Non ho visto disastri a causa di tale "debolezza". Se poi "forte" vuol dire che esporta di più, allora alla UE conviene un euro che si svaluti un po' dalla posizione attuale. Ancora, "forte" magari vuol dire poco indebitata e con tassi bassi perché c'è fiducia sui mercati e poco rischio d'insolvenza: beh, mi sembra chiaro che o ben si prendono le misure fiscali che quelli come me invocano da anni ed anni o questa manovra farà indebolire la UE, non l'opposto ...

Insomma, non so bene di cosa parliate quando dite "UE forte". Se me lo spiegate, ne parliamo.

Infine, inviterei caldamente a non farsi entusiasmare per la reazione odierna dei mercati azionari. Davvero. Per due ragioni. Una: che anche dopo gli annunci di piani di riscatto dell'amministrazione Bush i mercati si entusiasmarono, per un po' ... Due: che il benestare dei cittadini europei non lo misurano solo i mercati. Se questa manovra significa che si tassano gli europei, specialmente quelli del Nord, per trasferire ai detentori di debito greco, spagnolo ed italiano, allora questi ultimi (che includono le banche) son probabilmente contenti ma la maggioranza degli europei è bene che non lo sia. Son becchi e bastonati.

Però, onestamente se si vuole salvare l'UE e l'euro non vedo altra strada.

Dovresti spiegare perche' l'euro era spacciato se la BCE non prometteva 750 miliardi (duemila per ogni singolo cittadino europeo). Se non ricordo male l'appuntamento di questo mese erano i 9 miliardi di obbligazioni greche (tre percento del totale?) che scadono a meta' maggio. Dato il nervosismo del mercato sarebbero andate per un 12% anziche' un 4%? Si, un 8% di differenza, pari a un 700 milioni di premium in piu'. La mia modesta opinione e' che la miglior maniera di placare le paure del mercato e' di lasciar operare. Invece, intervenendo con la politica della tipografia, viene eliminato il mercato e quindi anche una misura del rischio effettivo del debito greco. Ecco, quando si creano ulteriori incognite allora si alimenta il potenziale panico.

 

 

 

Ne approfitto per una spiegazione didattica, se posso, e  se non disturbo troppo.

Dall'articolo:

Sul tema della moneta unica gira in rete un articolo scritto da Luigi Zingales per il Sole 24Ore di ieri in cui - non ho fatto in tempo a leggerlo - sembra che Luigi sostenga l'opportunità di avere due monete europee, o due euro. Quello per il Nord e quello per il Sud Europa. Mah, non so.

Vorrei capire perchè potrebbe essere utile avere due, o più divise?

E' perchè le divise potrebbero svalutarsi reciprocamente?

Non sono riuscito a capire, nell'articolo di Zingales, l'affermazione che i paesi del Sud Europa soffrono di competività rispetto a quelli del Nord? Oppure che il Sud Italia soffre di competitività rispetto al Nord?

Perchè la svalutazione è utile se poi finito l'effetto per le esportazioni ci si ritrova con le importazioni più care? E' perchè si stampa contemporaneamente carta moneta e quindi inflazione, e si ripagano i debiti degli stati che vi fanno ricorso?

Ringrazio per l'attenzione.

(Ecco cosa intendo per bibliografia economica divulgativa che colmi la non conoscenza dei concetti di base). 

era sul sole 24ore di sabato, credo, scopiazza stiglitz da Repubblica: due monete, vantaggi export se il sud avesse una sua moneta-.....sinceramente non condivido, proprio perchè non si fanno i conti con le importazioni, non abbastanza almento

Stasera ... se non mi viene troppo sonno :-)

Comunque, è vero: ha già detto tutto Lodovico quest'estate.

E sono comunque idee (quelle di Stiglitz e Zingales) che soffrono del difetto già detto: pensano di risolvere con trucchi monetari problemi reali. Se è uscita sabato allora davvero quella di Luigi imita l'idea di Joe che era di un paio di giorni prima ... bah.

 

 

Vorrei capire perchè potrebbe essere utile avere due, o più divise?

 

Perche' l'inflazione, i ritmi dell'economia, la disciplina finanziaria pubblica di Paesi diversi sono diverse.

Il tasso di interesse dell'Euro viene fissato con l'obiettivo di tenere l'inflazione tendenzialmente al al 2% (o meno) e compatibilmente con questo facilitare la crescita economica e il servizio dei debiti pubblici.  Ma Paesi diversi possono avere inflazioni diverse, economie che si contraggono o espandono con ritmi diversi, diversi debiti pubblici, e piu' monete consentirebbero di fissare tassi di interesse diversi e piu' adattti Paese per Paese.

Nel caso UE i Paesi meridionali hanno inflazione piu' elevata, e avrebbero bisogno pertanto di maggiori tassi di interesse e/o di svalutazioni periodiche per mantenere competitivi i propri prodotti.

 

chiedi i diritti!

Che ne pensate dello spettacolare recupero delle borse di ieri?

Io temo che sia un fuoco di paglia: non è che l'effetto annuncio permette agli speculatori di realizzare veloci guadagni, ma poi posson ritornare a speculare con ancor maggior forza?

Insomma, non è che le misure anti-speculazione siano, in definitiva, dannose?

Copio ed incollo.

Antonio Martino, 8 maggio 2010

 

Sembrerebbe che la crisi finanziaria della Grecia sia destinata a diventare crisi dell’intera Europa dell’euro. Per comprendere un importante aspetto della vicenda può essere utile uno sguardo al passato e, in particolare, alla crisi della lira del 1992. Vediamo.
Il 16 settembre di quell’anno mandai al Giornale (diretto da Montanelli ma in realtà di fatto realizzato dal vicedirettore Federico Orlando) un articolo nel quale sostenevo che la parità di cambio della lira era indifendibile e che, invece di dilapidare riserve ufficiali nel vano tentativo di impedirne la svalutazione, la Banca d’Italia avrebbe dovuto chiudere il mercato dei cambi e lasciare fluttuare la lira. Orlando mi telefonò nella mattinata dicendomi che non poteva essere pubblicato “perché crediamo nell’Europa e, quindi, anche nella creazione di una moneta europea”. Risposi che lo avrei modificato per tenere conto di questa posizione. Lo feci, scrivendo “crediamo nell’unità europea e, a certe condizioni, nella sua unione monetaria, però ... la Banca d’Italia deve chiudere il mercato dei cambi e lasciare fluttuare la lira”!
Orlando mi richiamò nel pomeriggio per informarmi che neanche così andava bene “perché crediamo che sia necessario difendere la lira”. A quel punto desistetti e mi rassegnai all’idea che il mio pezzo non sarebbe stato pubblicato. Ma la storia non era finita: la sera sul tardi Orlando mi richiamò: la Banca d’Italia aveva chiuso il mercato dei cambi e lasciava fluttuare la lira; pertanto il mio pezzo sarebbe stato pubblicato in prima pagina!
La mia non era irragionevole testardaggine ed era confortata non solo dalle più banali considerazioni di teoria economica ma suffragata anche dai dati e dal diffuso parere di molti osservatori: la nostra posizione finanziaria internazionale non era sostenibile a quel tasso di cambio. Era quindi preferibile adottare subito una misura comunque inevitabile, invece di bruciare miliardi per guadagnare tempo. La Banca d’Italia alla fine addivenne a questo consiglio ma non prima di avere bruciato sessantamila miliardi di lire nell’illusione di potere rinviare, così facendo, la svalutazione della lira.
I responsabili di quella follia furono Giuliano Amato, presidente del Consiglio, e Carlo Azeglio Ciampi, governatore della Banca d’Italia. Com’è noto in seguito vennero premiati per quella decisione: Ciampi divenne presidente del Consiglio prima, della Repubblica poi; Amato è stato considerato innumerevoli volte per le più alte cariche ed è tornato a fare il presidente del Consiglio qualche anno dopo.
Che cosa suggerisce quell’esperienza? Il risanamento di uno squilibrio finanziario internazionale può essere realizzato senza variare la parità del cambio dalla diminuzione generale dei prezzi e dei redditi interni. Com’è ovvio, tuttavia, è molto più semplice che sia il cane a scodinzolare la coda anziché la coda il cane; meglio che vari un prezzo solo, il tasso di cambio, anziché tenere fermo il cambio e far diminuire tutti i prezzi e redditi.
La crisi della Grecia è dovuta al fatto che i suoi squilibri finanziari richiederebbero la svalutazione della moneta ma questa eventualità è preclusa per l’ovvia ragione che non ha una moneta sua. E’ quindi costretta a tentare di far sì che siano prezzi e redditi interni a diminuire. Questo spiega le proteste diffuse di quanti non hanno nessuna intenzione di rinunziare al tenore di vita cui sono abituati e si oppongono alle misure di austerità che il governo ha annunziato.
La puerile idea che paesi disparati con dinamiche interne difformi potessero marciare assieme uniti indissolubilmente dalla stessa moneta senza squilibri di sorta sta mostrando in modo indiscutibile la sua insensatezza. La Grecia che, anche grazie a conti finanziari “creativi”, ha speso più di quanto potesse, non riesce a pagare i suoi debiti. Il famigerato Trattato di Maastricht vieta alla Banca centrale europea di venire in soccorso acquistando titoli del debito pubblico greco, ma non vieta che ciò possa essere fatto dagli altri stati europei.
Se, tuttavia, lo stesso problema si riproponesse per altri paesi, sarebbe a dir poco dubbio che la stessa operazione di “salvataggio” potrebbe essere realizzata anche a loro favore. Non credo che i trattati europei consentano l’”opting out”, la possibilità che uno Stato esca anche solo temporaneamente dall’euro e resusciti una sua moneta nazionale, consentendo che assuma nei confronti dell’euro un valore sostenibile. Temo, tuttavia, che questo è quanto accadrà e non solo per la Grecia. Le mie perplessità sull’euro forse giustificavano l’accusa di euroscetticismo, ma l’entusiasmo dei suoi fautori credo li qualifichi come euro-sciocchi, certamente in buona fede ma altrettanto certamente del tutto sprovveduti.

 

Oscar Fulvio Giannino, 10 maggio 2010

http://www.facebook.com/profile.php?id=1661292689

 

Antonio ha perfettamente ragione, ama a pensarla così siamo in meno di mille su 60 milionin in Italia, additati al pubbloico ludiobio in quanto "chicagoer". tutti oggi s'illudono per la fiammata delle borse all'intesa ue di ieri, preferendo non vedere che è solo l'effetto nel brevissimo della modifica di posizioni di massa "corte" in "lunghe".

In verità e in natura, esistono solo due modi di fronteggiare debiti eccessivi su questo pianeta: o li si ripudia in tutto o in parte - non pagando come l'Argentina, e usando aggiuntivamente inflazione per ridurne il valore reale rispetto al nominale ; o si lavora di più e si destina più reddito al pagamento degli interessi. L'accordo europpeo di ieri dice che a debiti eccessivi si risponde con più debiti ancora dei fondi in aiuto, più una quota di monetarizzazioen del debito a carico della bce che comprerà i titoli ripudiati dal mercato e - per non apparire pronta ai voleri della politica - dovrà veendere titolo buioni nel proprio portafoglio di apri ammontare, colo risultato che dteriorerà comunque il suo atrtivo. la parte relativas a. lavotrare di più per crescere di più e rendere possibile il pagamento dio debiti tanto ingenti, è rinviato alla pura promessa di un nuiovo patto di stabilità. al quale credo meno che mai, perchè già i governi sono riluttanti al controllo di bruxelles sui saldi opubblici, fuiguriamoci se davvero si rpesteranno a uno scrutinio da parte di funzionari di bruxelles sulle misure a favore dell'impresa, di una migfloiore biloancia dei pagamenti e commerciale.

Per questo Antonuio ha ragione: la politica conmtionua araccontare balle sull'europa, mentrre sarebbe molto megloio che qualche banca azzardosa faklisse di quando in quando invece che essere comunque certa del salvataggio a spese del coentribuente, e idem dicasi per i paesi sovgrani quando uil loro debito non appare opiù sostenjiobiloe al mercato.... ma, ripeto, bisogna ricordare che a pensarla così siamo in piochissimi, e giudicati pazzi lunari e pericolosi

 

Michele Boldrin, 11 maggio 2010

 

Yup, yup, yup ... D'accordo su tutto Oscar. Sul fatto che siamo in pochi a vederla così (e Chicago, francamente, non aiuta ... forse Minnesota? :-)) non v'è dubbio alcuno, anche se nella professione mia siamo decisamente la maggioranza silenziosa. Ma gli economisti accademici hanno rilevanza vicino a zero in questi dibattiti, da sempre.

Comunque, l'articolo di Antonio Martino, come capita spesso con questo signore che non conosco bene e che solamente leggo, non mi convince. Per svariate ragioni ...

Anzitutto per la prima parte, completamente pro domo sua: prendersela con Amato e Ciampi (che tu sai quanto poco io stimi) per il 1992 mi sembra un po' troppo facile. Il debito italiano che costoro gestirono al tempo non era certo stato da loro causato. Altri i responsabili, Bettino Craxi per primo, valanghe di democristiani e loro alleati. Ed i sindacati ed il PCI, ovviamente, a spingere da dietro ed a tirare davanti. Da allora, poi, la parte politica con cui Martino ha deciso di associarsi, e da cui non mi risulta essere uscito, ha accumulato debito pubblico ancor più che quella a cui si oppone. Di nuovo, se oggi l'Italia rischia di essere fra i paesi a rischio (e beneficiaria futura della follia approvata ieri) lo dobbiamo soprattutto ai governi berlusconiani, piaccia o meno. I numeri son lì.

Infine, l'analisi economica è erronea. Una svalutazione sarebbe dannosa per la Grecia, perché il suo debito è denominato in euro. Se non fosse denominato in euro e fosse in dracme, allora una svalutazione con conseguente inflazione, sarebbe semplicemente un'altra maniera per non pagare il debito. Ma, e qui viene il punto, se la Grecia non fosse nell'euro si sarebbe confrontata a ben altri tassi d'interesse ben prima, perché il mercato avrebbe incorporato il rischio di svalutazione.

Ed il problema della Grecia non sono i prezzi alti, questi sono la CONSEGUENZA di una politica fiscale dissennata. Il problema della Grecia è la spesa pubblica clientelare e dissennata. Ossia i politici greci e, ovviamente, i gruppi sociali che se li sono scelti.

Che il tutto si sia trasformato in una questione di "euro" è dovuto, ancora una volta, sia alla confusione mentale della classe politica europea sia all'insensata decisione si proclamare che l'euro crollerebbe (ma cosa vorrebbe dire?) se la Grecia facesse default. Forse che il dollaro crollò, nel 2000, quando l'Argentina abbandonò la dollarizzazione e fece default sul debito? No, che io ricordi. L'euro, in tutto questo, c'entra come i cavoli a merenda.

 

Quando, poco sopra, mi riferivo alla mia confusione mentale del tipo che guarda il cane che rincorre la sua coda, non pensavo alla coda da sessantamila migliardi di lire (evocata da Martino) di Ciampi!

Che il tutto si sia trasformato in una questione di "euro" è dovuto, ancora una volta, sia alla confusione mentale della classe politica europea sia all'insensata decisione si proclamare che l'euro crollerebbe (ma cosa vorrebbe dire?) se la Grecia facesse default. Forse che il dollaro crollò, nel 2000, quando l'Argentina abbandonò la dollarizzazione e fece default sul debito? No, che io ricordi. L'euro, in tutto questo, c'entra come i cavoli a merenda.

 

Concordo al 100% su questo punto (mi pare però che non emerga mai nelle discussioni): a me pare che il default greco sarebbe uno scenario analogo all'Argentina che lasciò il dollar peg, il che naturalmente non indebolì affatto la valuta USA! Viceversa, il package da 750 Bn rafforzerà pure l'Euro dal punto di vista politico (cioè ne allunga l'aspettativa di vita)  ma non può che diminuire il suo valore esterno, dal momento che aumenta la probabilità percepita che ad un certo punto vi sarà una parziale "monetizzazione" del debito Eurozona. 

Ciò mi porta a - rispettosamente - dissentire sul seguente paragrafo (o meglio a concordare con la tesi che esso intende confutare, cioè che sarebbe necessaria una svalutazione del cambio della Grecia):

Infine, l'analisi economica è erronea. Una svalutazione sarebbe dannosa per la Grecia, perché il suo debito è denominato in euro. Se non fosse denominato in euro e fosse in dracme, allora una svalutazione con conseguente inflazione, sarebbe semplicemente un'altra maniera per non pagare il debito.

Darei infatti per scontato che l'abbandono del currency peg (=uscita dall'Euro) debba andare pari passu con la ristrutturazione del debito esterno (con congruo haircut), altrimenti è ovvio che la svalutazione da sola non basterebbe a finanziare un debito immutato in hard currency. Del resto, Le chiedo: ma la deflazione implicita nel rescue package  attuale della Grecia non avrebbe un effetto simile alla svalutazione, i.e. di aumentare il valore reale del debito estero, in ultima analisi? Dunque, se è vero che comunque il valore reale del debito estero greco non può certo aumentare, in entrambi gli scenari di svalutazione e di deflazione bisognerà comunque ristrutturarlo almeno per conservarne il valore reale interno per i greci, no? Resta pertanto valido a mio parere che, per i noti motivi, la svalutazione è un percorso meno doloroso e più fattibile rispetto alla deflazione di prezzi e salari.

 

 

 

 

 

 

Guarda caso, diciamo tutti la stessa cosa noi economisti-mercatisti!

Chissà perché, quando poi arrivano i casini, la colpa è degli economisti-mercatisti e non dei politici-populisti!?

Pero es un plan que da margen de maniobra si se quieren acometer dichas reformas. (Tano Santos from Nada es Gratis)

e decisioni adottate ieri potrebbero rivelarsi inutili se non verranno ricondotti a disciplina i conti dei Paesi con forti squilibri di bilancio. «Per ora Ue, Bce e Fmi hanno soltanto comprato 3 anni di tempo», hanno sottolineato alcuni analisti. Nell’attuale situazione di mercato, infatti, i 750 miliardi di euro basteranno appena a coprire le esigenze di finanziamento dei debiti in scadenza da qui al 2012 di Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna. E, a parere del panel di 54 economisti sentiti ieri da Reuters, appena il 20% crede che Atene sarà in grado di rispettare quest’anno gli impegni di risanamento che ha preso. (Giancarlo Radice from Corriere della Sera)

Questa mi pare la sintesi del'operazione: palla lunga e pedalare.

Sul se, come e con le gambe di chi pedalerà l'Europa ho evidentemente molti dubbi, e non sono certo il solo.

Spero che qualche shock (quello dei giorni scorsi non sarà l'ultimo) aiuti noi europei a prendere delle decisioni politiche più sagge di quelle degli ultimi anni (quelli di vacche grasse, dove si generano sempre i danni più gravi), ma intanto, per favore, ciascuno privatamente pedali

La BCE annuncia una policy tipografica di qualche fantastiliardo per influenzare market expectations.

Alla vigilia della scadenza di un pacchetto di obbligazioni greche, i mercati temporaneamente ci credono, e difatti ieri gli spreads sono calati in maniera drammatica.

La Grecia questa settimana riesce a rivendere al mercato qui pochi miliardi che le scadono ad un tasso moderato (dal 6% all'8%) senza dover accedere ad un prestito europeo, del fondo, o della BCE.

Nel medium run le prospettive economiche greche migliorano, grazie anche alla riduzione di sprechi nella spesa pubblica (hanno effettivamente tagliato un 4% del loro deficit, che non è poco).

Alla fine la BCE non deve attuare la drastica policy annunciata.

E tutti vissero felici e contenti.

 

Se ha capito bene, e sottolineo SE, la posizione del prof Michele Boldrin rispetto al modo di affrontare  e leggere la crisi potrebbe essere riassunta con lo strumento della "partita doppia"

Da una parte i debiti a dall'altra i crediti (risorse) per farvi fronte. L'unico problema per evitare di fare male i compiti è di asseganre bene le varie poste nelle due colonne. In buona fede gli errori per i non competenti, in malafede per gli esperti in economia.

Ho esemplificato troppo, certamente, ma aiuta il mio schema mentale rudimentale.

Poichè sembra che i CDS sulla Grecia abbiano abbassato la quotazione, e quindi "il mercato" stia abboccando alla finta della UE, volevo proporre un CDS sintetico ai frequentatori del blog.

Qui la notizia alla base del CDS. Il CDS di emissione "Esposito" prevede un default totale dell'Italia al primo turno e come "collateral" l'ignominia dei simpatici vecchietti le cui pensioni graveranno su di noi per i prossimi quarant'anni.

C'è qualcuno che me lo quota ? Ah, a proposito, il rating dato da FC (che non è Fitch, ma Fabio Capello) è un Ha,Ha,Ha,Ha,Ha.

P.s.

I redattori mi perdoneranno l'OT, sono in pausa riunione e non avevo voglia di niente.

Ma insomma alla base c'e' tutto un problema politico: la grecia e' un paese allo sbaraglio perche' ha una classe politica allo sbaraglio; l'italia idem. C'e' ben poco di economico che si possa fare per salvare la baracca. Possiamo avere 2, 3, 4, 10 monete: sempre allo sbaraglio rimarremmo. Anzi. Se ci e' data la possibilita' di svalutare, svaluteremmo come si faceva una volta e via pedalando: gli incentivi a cambiare sarebbero sempre meno.

Inoltre: una grecia o un'italia marginali in europa in cui la moneta e' diversa ma i movimenti sono liberi risulterebbero in un'esplosione di emigrazione verso i paesi piu' ricchi, come e' ragionevole aspettare. Forse questo fa piu' paura, politicamente. Io mi auguro solo che questo sia il preludio ad una nuova era di consolidamento politico della UE in cui Roma e Atene contino sempre meno e Bruxelles e Strasburgo sempre di piu': non perche' sia contrario ad una Europa federale (anzi) ma perche' a questo punto la reputo la nostra unica via d'uscita, sinceramente. 

 

 

Io mi auguro solo che questo sia il preludio ad una nuova era di consolidamento politico della UE in cui Roma e Atene contino sempre meno e Bruxelles e Strasburgo sempre di piu': non perche' sia contrario ad una Europa federale (anzi) ma perche' a questo punto la reputo la nostra unica via d'uscita, sinceramente.

 

Non funziona cosi', queste sono le usuali buone intenzioni della sinistra di cui e' lastricato l'inferno. Se i settentrionali europei iniziano ad "aiutare" i meridionali, si mettera' in moto (in realta' gia' si e' messo in moto da tempo) l'abominevole meccanismo che opera in Italia sin dall'unificazione:

  1. dal Centro (Bruxelles, Roma) si "comperano" i voti dei meridionali costantemente sottosviluppati, poveri, inoccupati, evasori, con la spesa pubblica alimentata dalle tasse dei settentrionali
  2. i settentrionali diventeranno sempre piu' scettici e freddi riguardo l'unificazione europea (e attenzione che le elites settentrionali europee non sono cosi' obnubilate, stupide e corrotte come le elites settentrionali italiane, e il termine PIGS/PIIGS esiste gia')
  3. i meridionali diventeranno sempre piu' fautori dell'Europa unita, sempre piu' unita in qualunque forma, anche centralista/ autoritaria, possa continuare a spremere tasse dal Nord per trasferirle al Sud
  4. il potere centralista si basera' sempre piu' sul consenso meridionale comperato con la spesa pubblica e sara' sempre piu' contrastato dallo scetticismo settentrionale, ci saranno alte tasse a Nord, alta spesa pubblica improduttiva, sottosviluppo, evasione, sprechi a Sud, e bassa crescita economica per tutti: l'italianizzazione dell'Europa.

Tralasciando l'associazione meridionali corruzione dello stato che si commenta da sola, per quale motivo centralismo ed unione sono sinonimi di corruzione? Esempi?

Per quanto valgono queste classifiche, nei primi 5 stati meno corrotti c'è solo una federazione:

www.transparency.org/policy_research/surveys_indices/cpi/2009/cpi_2009_table

 

Non ho capito in quale senso devo intendere questa affermazione:

Tralasciando l'associazione meridionali corruzione dello stato che si commenta da sola,  

E' una conferma o una negazione?

 

Credo bisogna riconoscere che l´Euro e´un´unione monetaria nata imperfetta non tanto perche´siano mancati contribuiti tecnici all´altezza nel momento della sua creazione ma perche´questo sviluppo storico deve procedere tenendo conto di quello che e´politicamente fattibile.

E´ovvio che la sostanziale indipendenza fiscale non e´compatibile con una unione monetaria senza meccanismi di opt-out.  Credo che i fondatori dell´euro lo sapessero benissimo ma tuttavia decisero di partire egualmente fidando nella strategia di lungo periodo di arrivare a una integrazione sempre maggiore ma a tappe.  Ogni crisi in Europa sembra essere una occasione per proseguire questo progetto politico, rendendo possibile quello che in condizioni normali sarebbe stato difficile approvare....almeno fino adesso e´stato cosi´!

In questo senso si potrebbe dire che gli europeisti illuminati stanno realizzando una integrazione quasi al limite del processo democratico e sostanzialmente facendo un´opera di persuasione sulle opinioni pubbliche nazionali.  Il ministro delle finanze tedesco ha cercato di convincere un recalcitante Bundestag ad approvare il pacchetto Grecia ricordando il debito morale che la Germania ancora ha verso i paesi europei in virtu del recente passato.

Quello che e´stato approvato lo scorso week end e´ sostanzialmente un intervento di aiuto alla liquidita´che pero´ non modifica il tema centrale della solvibilita´siamo d´accordo su questo.  Tuttavia grazie alla presenza di questi aiuti si apre la strada a una modifica del patto di stabilita´che potra includere criteri di convergenza di politiche strutturali (flessibilita´ del lavoro, pensioni..etc) ed e´da queste riforme (che limiteranno ulteriormente le politiche fiscali nazionali) che dipendera´il futuro dell´Europa.

 

mentre man mano si sale a Nord aumentano gli euro-scettici, tanto che la Norvegia rimane felicemente fuori da tutto,

col ricavo dal Brent starei fuori anche io :)

Svezia e Uk stan fuori,vero, non so perché la svezia, forse per vantaggi con import/export e leva monetaria? ma per UK, a sentire i piu euroscettici si tratta  sia di orgoglio nazionale (io li comprendo, se avessimo avuto la loro storia negli ultimi 300 anni..) sia, come disse Brown, un'opportunità per cadere un po meglio nella crisi-

Segnalo mossa di Zapatero. Noi ovviamente siamo superiori...

 

Batti e ribatti ...

Ma non basta, proprio non basta, purtroppo. Ed ha anche tagliato dove non dovrebbe (investimenti e ricerca, quest'ultima down del 36%!) mentre continua a resistere su tre punti essenziali: finanziamento autonomie (regioni), casse di risparmio, età di pensionamento.

Comunque, un piccolo segno di non-italianizzazione.

Stessa notizia sul NYT, dove non viene richiesto abbonamento. Qui in italiano. Qui da El Pais.

 

Ovvero: ecco perché ZP ha finalmente ceduto e tagliato un po' di spesa pubblica (non basta, non basta) e Cameron sarà bene che faccia un governo in fretta e si metta sulla stessa strada, anzi lo sorpassi rapidamente.

Lo stesso grafico spiega perché, al momento, GT fa finta di avere tutto sotto controllo e di non correre alcun rischio ... In effetti, la signora che gestisce il debito italiano e' chiaramente piu' saggia ed abile delle sue controparti spagnola ed inglese. Complimenti a lei, non a chi fa la politica fiscale italiana.

Ed ecco perché, e me ne dispiace davvero, Mariano Rajoy finirà per perdere anche le elezioni del 2012; a meno di un disastro economico che, per il bene di tutti, non mi posso augurare.

Perché per candidarsi a governare occorre a volte anche guidare, non dire solo ambigue stronzate.

 

"In effetti, la signora che gestisce il debito italiano e' chiaramente piu' saggia ed abile delle sue controparti spagnola ed inglese. Complimenti a lei, non a chi fa la politica fiscale italiana."

 

Stai parlando della dott.ssa Maria Cannata direttore generale del debito pubblico? Non per nulla è laureata in matematica, allieva di Bruno de Finetti. Voleva fare la professoressa, ma le difficoltà di entrare nella scuola in presenza di interminabili file di precari l'hanno distolta. E' così che ha scelto un altro mestiere...

Lo stesso grafico spiega perché, al momento, GT fa finta di avere tutto sotto controllo e di non correre alcun rischio ... In effetti, la signora che gestisce il debito italiano e' chiaramente piu' saggia ed abile delle sue controparti spagnola ed inglese. Complimenti a lei, non a chi fa la politica fiscale italiana.

Confesso di non aver capito.... (mi mancano le basi di economia..). Se qualcuno avra' la pieta' di spiegarmi in termini semplici gli saro' grato, ma non mi offendero' in caso contrario :-)

Roma, 11 mag. (Apcom) - Non si lavora oggi a Lisbona. E non si lavorerà giovedì in tutto il Portogallo. Saranno giorni di festa: arriva il papa. Così ha deciso il governo locale, guidato dal socialista José Socrates, ma sembra che la notizia non sia stata accolta da tutti con uguale entusiasmo. I primi a insorgere, spiega il quotidiano spagnolo El Mundo, sono stati i sindacati e gli industriali che considerano una follia lo stop imposto al paese in un momento difficile per l'economia portoghese.

Leggo su Repubblica (http://www.repubblica.it/economia/2010/05/14/news/calderoli-manovra-4069429/) il titolo dell'articolo: Calderoli: "Manovra a breve, sacrifici per tutti"
Tagli del 5% a stipendi di ministri e parlamentari

A parte l'affidabilita' e la competenza di questo dentista e del governo che, evidentemente, messi con le spalle al muro e per ragioni demagogiche, hanno proposto un taglio al salario dei ministri... Niente di male, ma preferirei che il numero dei parlamentari ed il loro stipendio fosse equiparato (almeno) alle altre nazioni europee (sbaglio o i nostri parlamentari sono uno sproposito ed hanno un salario elevato?).

Ma e' il commento di Bersani che mi lascia delle perplessita':

 "Il governo - ha detto Bersani - deve tirare fuori i conti. Non ci può essere una persona soltanto che sa i conti di questo paese. Il parlamento deve essere informato sulla situazione della finanza pubblica perché da due anni non abbiamo nessuna trasparenza delle condizioni della finanza pubblica prima di parlare vogliamo vedere le tabelle".

La domanda e' la seguente: ma e' possibile che veramente sia da due anni che non si sanno esattamente i conti del paese?

Ma allora gli economisti come voi come fanno? Ma e' possibilie che non si sappiano i conti di uno stato? che so, della Russia cosa sapete?

Scusate se la domanda e' sciocca....

Niente di male, ma preferirei che il numero dei parlamentari ed il loro stipendio fosse equiparato (almeno) alle altre nazioni europee (sbaglio o i nostri parlamentari sono uno sproposito ed hanno un salario elevato?).

Sul numero possiamo anche transigere (sibbene il bicameralismo perfetto abbia rotto i... cosiddetti), ma sullo stipendio possiamo affermare con sicumera che lo spazio per la riduzione è assai più ampio del 5%...

Da questa legislatura (europea) è in vigore lo Statuto del Deputato Europeo, che prevede uno stipendio unificato di 7.000 EUR/mese tazze comprese (ma modulabili dagli stessi Stati membri per far conto della diversa situazione economica nazionale). A dire il vero, gl'Italiani avevano imposto che per due ulteriori legislature i vari Stati potevano rabboccare lo stipendio a carico delle loro casse (chissà quali tasche erano in pericolo...), ma mi è giunta voce che finora il Governo non si è ancora avvalso di questa facoltà... povero Mastella, e povere veline...

RR

 

 

 

 

"A parte l'affidabilita' e la competenza di questo dentista "

Ma perchè quando si parla di Bersani non si dice "A parte l'affidabilita' e la competenza di questo laureato in filosofia", e quando si parla di D'Alema non si dice "A parte l'affidabilita' e la competenza di questo studente fuoricorso di filosofia", e quando si parla di Rutelli non si dice "A parte l'affidabilita' e la competenza di questo studente fuoricorso di architettura", e quando si parla di Veltroni non si dice "A parte l'affidabilita' e la competenza di questo diplomato dell'Istituto Tecnico Cinematografico" etc?

Insomma a Calderoli si rimprovera di aver saputo fare qualcosa nella vita, oltre alla politica?

 

Ma allora gli economisti come voi come fanno? Ma è possibilie che non si sappiano i conti di uno stato? che so, della Russia cosa sapete?

 

Guarda, io non so cosa tu voglia chiedere con questa domanda, ma tu conosci i conti del fruttivendolo all'angolo, quello da cui ti servi? A meno che non te li mostri lui, suppongo di no.

Bene, i conti dello stato sono la stessa cosa, solo un po' più complessa. Se chi li controlla (ministro del Tesoro, il suo Direttore Generale ed il suo Ragioniere Generale) non li mostrano in modo trasparente e comprensibile, mi spieghi per quali divine virtù io dovrei conoscerli?

Non so come dire: perché invece di prendervela con 'sti cazzi di "economisti" neanche fossimo una specie di monolitico partito politico, non ve la prendete con questo governo (ed il precedente, ed il precedente, ed il precedente ...) e gli alti burocrati dello stato (quelli, tanto per capirsi, che viaggiano a stipendi totali tra il mezzo ed il milione di euro) che tali conti occultano?

Ho capito cercare capri espiatori, ma non vi sembra di esagerare un pelino?

A parte l'affidabilita' e la competenza di questo dentista

medico specializzato in maxillo facciale, parecchio piu di un dentista, è un medico prima, poi specializzato , però di contabilità, economia, zero :)

un taglio al salario dei ministri

un taglio inferiore al 10% per chi piglia 10.000 euro/mese è virtualmente zero, fosse anche 50% sarebbe incomparabile, credo sia il presidente ungherese che si è a z z e r a t o lo stipendio. 

i conti come puoi farli? la contabilità pubblica è di cassa, inserisci in un capitolo di spesa quello che hai effettivamente speso in quell'anno e in capitoli di ricavi i soldi che entrano, non, come in azienda, la macchina comprata nel 2009 ma pagata nel 2010...non ci sono sostanzialmente ratei e risconti, quindi sapere lo stato della finanza non dovrebbe essere un problema, vedi il bilancio dello stato e sai i soldi in cassa. Ciò che dice Bersani è virtualmente una inutilita: deve dire qualcosa sennò gli elettori lo dimenticano. Il problema per me è altro: è che all'europa devi dire quanti soldi pensi di incassare e spendere gli anni successivi (un po come la relazione degli amministratori, ma molto piui infarcita di tabelle) , è li che fai i giochetti, supposizioni, invenzioni e creatività italica, li sarebbe interessante sapere cosa scrivono per far dire all'UE che i conti son ok. Il secondo problema è la natura delle spese: in quanti rivoli si spendono i soldi pubblici


<< [...] le banche stanno verificando la capacità degli Stati di reggere ai propri disavanzi di bilancio, creati proprio per salvare i mercati dal collasso. Un paradosso inaccettabile e intollerabile. Solo un anno fa le banche mondiali erano sull’orlo del fallimento e gli Stati sono intervenuti per salvarle, così quei debiti si sono spostati adesso sulle finanze pubbliche».

?

Di una falsità disgustosa: quanto imbottiti di ideologia sono i lettori dell'Unità e gli iscritti al PD per credersi delle balle del genere? Che vergogna!

 

Che cosa sarebbe falso, esattamente?

In questo articolo dell'Independent, il conto (salato) pagato dal contribuente suddito della Regina. Oltre, beninteso, alle conseguenze della svalutazione della sterlina, causata dall'elevata attività delle stamperie della Bank of England.

RR

P.S.: non sono nè un lettore dell'Unità nè un iscritto al PD.

 

la Grecia non stava andando in default per i prestiti alle banche, cosi come non sono un problema i prestiti fatti dall'italia (anzi, gli abbiam regalato le commissioni sulle social card...) o la spagna o il portogallo o l'irlanda. Il problema è la spesa che i politici han voluto per non scontentare certi elettori, le pensioni reversibili alle zitelle greche,gli inserimenti in organico alla PA di personale inutile (sempre in grecia, ma nche qui coi forestali della calabria...) e poi le bolle immobiliari spagnole e irlandesi, il debito alto e la crescita fondamentalmente zero del portogallo, son quelli i problemi, per quanto riguarda albione, l'inghilterra credo che il problema piu grande che abbia avuto sia stata la Northern Rock.

L'articolo dell'indipendent lo lessi pure io, però c'è un problema. il fatto è, parere personale, che in UK pensavan di risolvere la cosa come nel 29: grandi iniezioni di capitali e via, ma questa non è come la crisi del 29 benche ai politici piaccia ripeterlo in tv perchè "fa figo", è diversa, e quindi le iniezioni ci son state, i soldi son stati buttati via, e il deficit si è alzato, ma non c'entra nulla con quel che dice Fisco, l'inventore dell'IRAP. Per la svalutazione, in un certo senso son d'accordo con quanto disse Brown, che un poco di bene ha fatto, ma qui in Eurolandia non andrebbe affatto bene

 

Renzì, ce fai o ce sei? Ma te lo sé letto l'articolo? Ma nun capisci ch'a somma nun viene? Che questi confondono le spese con le garanzie? Che nun è tutto debito pubblico? E che en UK c'hanno la lira sterlina, puzzone mio, non l'euro! È l'euro che c'ha i problemi! So' li stati dell'euro ch'er Fondo deve salvà! Ce l'hanno chiesti pure i sordi a su HM a queen, e c'ha detto d'andà a fan bagno!

Ma tu, tu ce capisci quarche cosa o parli perché c'hai la bocca?

 

P.S.: non sono nè un lettore dell'Unità nè un iscritto al PD.

 

No, tu sé questo, fijo mio. So certo ch'er Boldrin, stronzo com'è, nun pensa certo che cretinotti sò solo quelli che leggono l'unità e votano PD! Ce mancherebbe!

Ma l'hai finito er PhD en diec'anni? O stai ancora a studià? Daie en tajo co li commenti e finiscete a pagina web, armeno!

Non più di paio di giorni addietro, su nfA, ho visto il link a un file pdf che annuncia una conferenza a Roma da parte di alcuni dei fondatori di nfA per il 28 di Maggio, se ricordo bene. Mi farebbe piacere esserci e segnalare l'appuntamento su FaceBook, ma non riesco più a trovare il link. Qualcuno può darmi indicazioni?

Grazie.

 

Mi pare assai interessante la tesi che piccoli Stati possano vivere bene ed assicurare benessere ai propri cittadini.  Non so se formulata qui o in altri articoli o commenti,  ma gli esempi di Svezia, Danimarca, Norvegia, Olanda ecc. sono indubbiamente significativi, fermo restando che il senso civico dei cittadini di quei paesi rispetto a noi è oro. Ma va bene: il senso civico si costruisce, anche. Non è un dato fisso e immutabile. Mi pongo, però, una prima domanda: quanto costa ad ogni singolo stato un sistema di difesa proprio, per esempio ? Non costerebbe meno un sistema di difesa europeo ? E' una domanda  non retorica. Esattamente una domanda: non ho la risposta pronta.

E' vero, poi, che a naso (per quel che mi riguarda) peseta, lira, dracma ecc. ecc. sarebbero per molti aspetti il miglior Euro disponibile, perchè più flessibili, adattabili alle singole situazioni nazionali ecc. Ma la dracma, la lira ecc. negli scambi internazionali chi se le piglia? Mi pare di ricordare che uno dei grossi problemi italiani prima dell'euro fosse di attirare valuta pregiata, specie US-$  e  marchi tedeschi, con tassi davvero assai elevati (forse sbaglio, ma se ne parlava tanto all'epoca).

Insomma: sono contro l'Europa delle nazioni e degli "stati sovrani": l'ircocervo di oggi, per capirci. A intuito, sarei per un'Europa "delle regioni" (o macro-regioni: per es., in Italia,  Nord, Centro e Sud) minima quanto a stato centrale, con pochi poteri ma chiari, precisi e ben circoscritti  e col massimo possibile di flessibilità e di autonomia per le aree locali decentrate e federate. Idem, per inciso, per i salari italiani e i contratti unici nazionali: mi paiono una vera assurdità, una camicia di forze. Ma questo è un altro paio di maniche.

Grazie per l'attenzione.   

PS: ho la sensazione che se qualche riformucola in Italia s'è fatta, è stato a volte più grazie a direttive europee che ad iniziativa politica nazionale.  Ma sarei ben felice di capire che sbaglio: si impara sempre qualcosa, il che fa solo bene.

 

i piccoli stati se la passano bene in tempi tranquilli. In tempi turbolenti la storia dice il contrario.

 

Questo è un documentario di aljazzera sulla crisi

è la prima parte.

sebbene sia concentrato troppo sui subprime ed abbia un ben preciso spin,può esser interessante.

 

Michele,

 

cosa l'ha portata a dire 

 

 

Certo due euro sarebbero oggi meglio che uno, ma 4 o 5, chiamati "dracma", "peseta", "lira", "marco", eccetera, forse sarebbero ancora meglio, date le circostanze. Ma con i se e con i ma non si fa la storia, per cui inutile guardare indietro. Decidere ora, su due piedi, quali sarebbero i costi ed i benefici di una UE con due monete, o tre, non lo so fare, per cui mi astengo


 

A sostenere oggi, se capisco bene, che un'uscita dell'Italia dall'Euro sarebbe disastrosa?

 

E' una domanda sincera, nessuna intenzione di flammare o quant'altro.

 

Grazie!

 

MP

Mi limito a qualche piccola considerazione, in attesa che Boldrin valuti di rispondere. La domanda è effettivamente pertinente, però se ne sta già discutendo in questa pagina. La frase di Boldrin non fa che prendere atto dell'opinione di molti economisti, secondo cui avere una moneta unica per l'intera Eurozona non è una buona cosa, ed avremmo ottenuto risultati migliori con aree valutarie meno estese. Ma questo fatto non implica che una dissoluzione seppure concordata dell'Eurozona oggi sia priva di rischi, né tantomeno che sarebbe una buona idea per un paese come il nostro uscire unilateralmente. Soprattutto, questa ultima scelta si tradurrebbe inevitabilmente in una operazione estremamente opportunistica (di fatto, un parziale default sul nostro debito pubblico) che ci farebbe perdere la fiducia dei mercati ed avrebbe conseguenze negative difficilmente valutabili a livello globale. Trovarci nell'euro sarà pure una cattiva notizia, ma l'idea che questa situazione sia risolvibile in qualche modo semplicistico non è presa sul serio.

Altri han gia' risposto nei commenti precedenti con parole che, grosso modo, condivido.

 

Che l'euro non fosse una buona idea io lo sostenevo nel lontano 1995, ma questo ora non e rilevante. Nel 2010 ero incerto sul tradeoff fra reputazione e politiche monetarie indipendenti. Oggi, alla luce di quanto han fatto i i politici italiani, spagnoli, etc.,  la reputazione mi sembra il fattore dominante assieme al fatto che, se lasciato a se stessi,  i governi di quei paesi mai adotterebbero la benche' minima riforma strutturale. Insomma, oggi tornare alla lira  implica una patrimoniale sostanziale sui detentori di debito pubblico ed una fuga dal medesimo con ovvie conseguenze disastrose per tutti. Mi sembra ovvio e non capisco perche' perdere tempo a dibattere le assurdita' che questi due propinano agli ignavi ascoltatori di quella pessima piazzata ideologica che e' ultima parola. Se qualcuno ci trova qualcosa di razionale e sa descrivermi come un ritorno alla lira funzionerebbe, lo scriva e mi sforzero' di capire se vi sia alcunche' di sensato . Ma lo dubito.