Doctor Beppe and Mr. Grillo

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Qual è la politica economica del Movimento 5 Stelle? Non è facile da capire e per questo chiediamo aiuto ai lettori.

È molto probabile, al netto di possibili cambiamenti della legge elettorale, che nel prossimo parlamento troverà rappresentanza il Movimento 5 Stelle. È quindi utile cercare di capire cosa pensano i dirigenti e i militanti di questo movimento sui principali temi di politica economica. Questo non è un compito agevole. Da un lato il movimento, almeno per quel che mi è dato capire, non ha elaborato documenti di politica economica che si possano interpretare come linea condivisa. Dall'altro, Beppe Grillo (che, volenti o nolenti, resta una figura carismatica con ampia influenza nel movimento) si comporta spesso come Dr. Jekyll e Mr. Hyde, assumendo identità e profferendo pensieri completamente divergenti, spesso nello spazio delle stesso articolo.

Prendiamo per esempio un tema ''caldo'' come quello delle pensioni.Il 18 agosto Grillo scrive:

 

Ma qualcuno sano di mente pensa realmente che con 19 milioni di pensionati e 4 milioni di dipendenti pubblici possiamo farcela? Per mantenerli vengono spalati ogni anno nelle caldaie della locomotiva Italia, sempre più lenta, in affanno, con salite ormai proibitive, altri 100 miliardi di debito pubblico, come fossero carbone, che corrispondono almeno a 5 miliardi di interessi annui in più. Pagati dai sempre più rari contribuenti, le aziende chiudono e ci sono 4 milioni di disoccupati.

 

Partendo da queste premesse, qual è la soluzione? A me parrebbe logico proporre di ridurre il numero di pensionati e dipendenti pubblici. Ossia, per quel che riguarda i pensionati,  è necessario aumentare l'età pensionabile (visto che tutti aborriamo le soluzioni cruente). Invece no. Nello stesso articolo Grillo scrive:

 

La riforma delle pensioni deve iniziare da chi in pensione c'è già senza alzare continuamente l'asticella dell'età pensionabile accampando la scusa risibile dell'aspettativa di vita. Non me frega un cazzo delle statistiche. Dopo 35 anni di contributi ho il diritto di riposarmi.

 

Queste sono veramente parole sconcertanti. L'aumento dell'aspettativa di vita è una ''scusa risibile''. Nel disegnare il sistema previdenziale possiamo allegramente ignorare tutto quello che sappiamo sulla durata media della vita, e quindi su quanto a lungo le pensioni vanno pagate, (''frega un cazzo delle statistiche''); per cui, chi inizia a lavorare a 20 anni, deve poter andare in pensione a 55 (''ho diritto di riposarmi''). Non sembra sfiorare la mente di Grillo che i 19 milioni di pensionati derivano proprio dal fatto che, grazie al meccanismo delle pensioni di anzianità, moltissima gente è andata in pensione relativamente giovane. E a causa dell'allungamento della vita media, che grazie al cielo è una solida realtà e non una ''scusa risibile'', continuerà a restare pensionata molto a lungo. 

Cosa si deve concludere dalla lettura di un post del genere? Personalmente, sono abbastanza a disagio. Da un lato devo riconoscere a Grillo il coraggio di dire qualcosa che nessuno ha il coraggio di dire: occorre diminuire le pensioni di chi in pensione c'è già, e che gode di condizioni vastamente migliori di quelle di cui godranno le generazioni future. È una posizione radicale ma, a mio avviso, sostanzialmente corretta. Al tempo stesso, sentir ribadire che la gente deve andare in pensione dopo 35 anni di contributi, condito con un discreto rifiuto della realtà (perché questo significa ignorare le statistiche e il fatto che l'aspettativa di vita sia aumentata) va esattamente nella direzione contraria e lascia seri dubbi sul fatto che Grillo comprenda come funziona la spesa previdenziale. Cosa mi devo aspettare dal Movimento 5 Stelle su temi pensionistici una volta che questo entrerà in Parlamento? Per esempio, sarebbe a favore o contro il blocco della indicizzazioni per le pensioni oltre una certa cifra, che è stato introdotto come misura temporanea dal governo Monti? Sono costretto a rispondere che non ho capito.

Veniamo a un altro esempio. Lo scorso 14 febbraio Grillo scrive:

 

Le leve del debito e dell'aumento delle tasse non sono più utilizzabili mentre il gettito fiscale è destinato a diminuire drasticamente per il fallimento di decine di migliaia di imprese e per il mancato Irpef di un milione di disoccupati in arrivo. La spesa è in contrazione. L'unica alternativa per Monti è la rottura del Cerchio Magico dei pensionati e dei dipendenti pubblici che finora hanno sofferto la crisi meno dei privati. L'adozione della soluzione greca è inevitabile. Licenziamenti di decine di migliaia di dipendenti della Pubblica Amministrazione e taglio delle pensioni sopra a un certo tetto con l'introduzione della pensione massima che potrebbe essere di 2000 euro al mese.
Monti non ha scelta, ma preferisce non scegliere perché sarebbe subito defenestrato.

 

Cosa significa un pezzo del genere? Si dice abbastanza chiaramente che le tasse non possono aumentare e il debito non può essere una soluzione. Quindi occorre tagliare la spesa. Fin qui niente da obiettare, anzi. Ma è la proposta di Grillo o è una qualche catastrofe inevitabile? I licenziamenti nella pubblica amministrazione e la riduzione delle pensioni esistenti sono provvedimenti giusti e necessari o sono semplicemente una disgrazia che gli attuali governanti non sono in grado di evitare? E se al governo ci fosse il Movimento 5 Stelle cosa succederebbe? Di nuovo, sono costretto a rispondere che non ho capito.

Ma il seguito del pezzo accresce ancora di più la confusione.

 

Intere aree del Centro Sud vivono di pubblica amministrazione e di pensioni. Non si lasceranno morire di fame per salvare le banche.

 

Per come è messa la frase sembra che l'alternativa sia tra dichiarare la bancarotta sul debito pubblico e ridurre la spesa pubblica assistenziale. Ma Grillo da che parte sta? Perché l'idea che il debito pubblico vada pagato solo ''per salvare le banche'' francamente sconcerta. Ha una vaga idea Grillo di cosa succederebbe se veramente l'Italia dichiarasse che non paga il proprio debito? La questione non è salvare le banche, è evitare l'inverno nucleare su tutta l'Europa, e anche più in là. D'altra parte sulle banche Grillo sembra avere le idee incredibilmente confuse. Pochi giorni fa ne ha proposto la nazionalizzazione. Proprio così:

 

Dalla privatizzazione delle grandi banche voluta da Prodi negli anni '90, queste si sono allontanate dal loro compito. Sono mostri in libertà. Vanno ri-nazionalizzate. Messe sotto il controllo dello Stato e dei cittadini.

 

Qua veramente si resta esterrefatti. Prima di tutto, Grillo non sembra essere cosciente che le grandi banche italiane continuano di fatto a essere governate, mediante le fondazioni bancarie, dalla politica. Chiama ''privatizzazione'' i timidi e fallimentari tentativi di recidere il legame politica-finanza effettuati da vari governi (non solo Prodi) negli anni '90, e invoca il ritorno ai bei tempi che furono in cui le banche erano ''sotto il controllo dello Stato e dei cittadini''.

Ora, finché uno fa l'eroe romantico che si batte contro la casta gli si lascia anche passare un po' di ignoranza e la mancanza di logica. Ma dall'esponente di un movimento che probabilmente entrerà nel prossimo parlamento dobbiamo pretendere di più. Non so se Grillo abbia idea di cosa fosse il sistema bancario durante la prima repubblica, quanto era appunto ''sotto il controllo dello Stato e dei cittadini''. Era un terreno per guerre tra bande, con ciascuna corrente e sottocorrente di partito intenta a piazzare i suoi uomini. Continua più o meno a esserlo, dato che la politica dalle banche non è mai uscita. Quindi, di grazia, cosa risolverebbe mai la nazionalizzazione? Sembra di leggere Tremonti, che infatti del nostro sistema bancario in mano alla politica e che ''non parla inglese'' era tutto orgoglioso.

La mancanza di chiarezza su questi temi fondamentali è abbastanza scoraggiante. Il Movimento 5 Stelle ha risposto a una domanda di rinnovamente presente nell'elettorato che gli altri partiti hanno scelto di non ascoltare. Il movimento è stato molto coerente nel denunciare i privilegi della casta, e l'eliminazione di tali privilegi è cruciale per rimettere il paese su un sentiero di crescita. Ma la denuncia della casta e dei privilegi non basta, se poi le idee sono irrimediabilmente confuse, quando non pericolose. Cosa si pensa succederebbe con una rinazionalizzazione massiccia delle banche? Hai voglia di eliminar privilegi se poi ridiamo alla politica il controllo assoluto del sistema finanziario. Il movimento è relativamente giovane, quindi è possibile che le sue idee di politica economica evolvano e si chiariscano. Speriamo, perché sembra essercene un gran bisogno.

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Commenti

Ci sono 112 commenti

 

i timidi e fallimentari tentativi di recidere il legame politica-finanza effettuati da vari governi (non solo Prodi) negli anni '90

 

Credo volessi dire "le astute e ben riuscite manovre per mantenere il controllo pubblico  delle banche nonostante la pivatizzazione formale".

gattopardesche secondo me sono quelle in corso da tempo ad es.sulle municipalizzate, in stile bipartisan e senza eccezioni.

 

 se vogliamo invece riassumere il percorso delle privatizzazioni bancarie, diciamo dalla riforma amato?,  bisogna ammettere che il sasso in piccionaia lo hanno tirato, magari con intenzioni sospette ma poi l'evoluzione è risultata incontrollabile. il sistema bancario odierno è incomparabilmente diverso da quello di vent'anni fa, e quello di vent'anni fa era inguardabile.

del resto gli anni '90 erano perlomeno politicamente caotici, e una riforma che si è poi rivelata dirompente è "passata" perchè certi antichi capibastone erano impegnati ia altre faccende.

 

Vedo Grillo come uno dei tanti furbastri di periferia, sommariamente scolarizzati, impermeabili alla ragione, avvezzi a dormire di giorno e a star svegli di notte, aggirandosi per bar e "locali" a sparare cazzate alla rinfusa, con l’impegno di un ripetente, la coerenza di uno schizofrenico, la sapienza di un analfabeta, la passione di un piazzista e le intenzioni di “chissenefrega”. Delle tante qualcuna la centrano, anche se “non credono” alla statistica. Grillo ha centrato il successo, giustamente, perché la sua platea è vasta. In chi lo segue vedo le pulsioni, la razionalità e la coerenza  di un bambino indolente. Sono tutti lì a far danni da tempo e ci saranno sempre, Grillo o non Grillo. Credo e spero che non ne faranno troppi oltre a quelli che già stiamo subendo.

 

si accettano scommesse: se il Movimento 5stelle riesce a mandare dei candidati in parlamento, difficilmente ne manderà abbastanza da formare un gruppo, quindi avremo degli eletti senza un vero partito e delle sedi in cui decidere una linea, che finiranno a fare i prossimi Scilipoti. Oltre a tante belle interrogazioni sulle scie chimiche e il signoraggio.

Sono abbastanza sicuro che Grillo non volesse dire questo ma secondo me sui 35 anni "potrebbe" avere anche ragione. "Potrebbe" nel senso che se il contributivo si applicasse a tutti (uso l'imperfetto non a caso: l'ho capito che non si applica in maniera pura a tutti), allora dovrebbe portarsi dietro anche la flessibilità e la libertà di andare in pensione quando si vuole. Se è la spesa pensionistica che si vuole tenere sotto controllo, più anni di pensione significano pensioni meno generose mentre meno anni di pensione significano pensioni più generose. Ma, in termini di spesa pubblica, è indifferente quale delle due scelte si opera. Nell'attuale riforma Monti-Fornero, questa flessibilità mi sembra limitata proprio all'osso; per dirla tutta e in maniera brutale, scegliere di fare lavorare più a lungo - obbligatoriamente - in un regime totalmente contributivo significa sperare che il lavoratore schiatti prima del tempo.

e quelle non le discute nessuno.

 

per la prima obiezione, si riassume con quella solita: deve essere obbligatorio accantonare contributi? perchè non posso scegliere non solo di andare in pensione presto con pochi soldi, ma anche di non avere pensione?

 

la risposta quasi universalmente adottata, è che non ci si può fidare troppo del buonsenso di una persona giovane e in forze, che avrà sicuramente bisogno di molto denaro nell'ultimo periodo della vita. le cicale poi cmq busserebbero alla porta della formica. un minimo bisogna costringere ad accantonare...

Che Grillo spari un po' a casaccio non c'è da meravigliarsene; in fondo di mestiere ha fatto sempre il comico. Pretendere da lui coerenza economica sarebbe come pretendere che un medico progetti un ponte e che quel ponte resti su.

Detto questo passo all mie osservazioni.

 

1) Pensioni

E' vero che l'importo delle pensioni di chi è andato in pensione anni fa con un sistema molto generoso va ridotto. Quelle persone hanno pagato pochissimi contributi e oggi in molti casi ricevono un trattamento economico migliore di chi fa lo stesso lavoro.

Al tempo stesso è anche vero che in molte attività l'azienda non ha nessuna convenienza economica a tenere alle sue dipendenze un 55enne che costa molto e non tiene il passo con una persona più giovane. Dipende certamente da un insieme di fattori, sicuramente un medico di una certa età ha dalla sua una tale dose di esperienza che compensa ampiamente i limiti dettati dall'età. Ma lo stesso non è valido per un manovale. Si tratta magari di inventare una formula diversa dal pre-pensionamento

 

2) Dipendenti pubblici

4 milioni sono sicuramente troppi, ma in particolare lo sono per il tipo di attività che svolgono, burocratica. Essi quindi creano intoppi al lavoro altrui, perché, dovendo in qualche modo giustificare la loro esistenza, si inventa sempre un timbro in più. Senza volerli licenziare in tronco, basta mandarli, ad esempio, a pulire le strade sporche delle nostre città. Ne guadagneremo come qualità della vita e come riduzione delle pratiche necessarie per fare qualsiasi cosa.

 

3) Banche nazionalizzate/private

Come giustamente osservato nel post le banche sono rimaste nel recinto della politica attraverso le fondazioni. Con una differenza: che mentre prima tutti capivano quanto i politici giocassero con le banche e quindi, in un certo senso, erano costretti a "limitarsi" per timore delll'opinione pubblica, oggi nessuno ha chiaro che i politici continuano a controllare le banche e quindi questi possono fare veramente tutto ciò che gli pare senza neanche il timore di essere additati al pubblico ludibrio.

Certo, sarebbe meglio che fossero veramente private, e lasciate fallire nel caso di cattiva gestione (ma non è avvenuto neanche in America  tranne che per Lehman), ma dovendo scegliere tra due mali è meglio quello delle banche nazionalizzate.

 

4 milioni sono sicuramente troppi, ma in particolare lo sono per il tipo di attività che svolgono, burocratica. 

 

hai arrotondato molto per eccesso: sono 3,4 milioni (56/1000 abitanti; germania 55, Francia 80)

di 3, 4 milioni 0,7 sono per lo più medici o infermieri, 1,2 insegnanti o docenti e ricercatori universitari, 05 militari o forze dell'ordine e pertanto meno di un terzo svolge attività burocratica.

 

Casomai il pbm è il numero di dirigenti (1/13) e il loro costo ( il più alto in Europa) 

 

da dati OECD

 

Concordo sul timore che nelle liste M5S siano eletti uomini di buona volontà ma di scarsa preparazione, esposti ai venti dei professionisti della politica e al rischio di dire sciocchezze incommensurabili su argomenti di cui non sono a conoscenza. E se invece chi segue con attenzione il M5S e le sue posizioni  potesse in qualche modo contribuire a prevenire gli errori e a formare i suoi esponenti, non nel modo tristemente "classico" della politica? Prendiamo la vicenda TAV. Se si escludono le posizioni pasionarie di alcuni fanatici del no comunque e dovunque, è innegabili che le argomentazioni tecniche portate a sostegno del M5S da chi ne capisce siano state un valido supporto alle opinioni.

Seguo spesso il blog di Beppe Grillo (per curiosità più che altro) e anche io avevo notato (difficile non farlo) una certa confusione. Si leggono posizioni sensate insieme ad idiozie allo stato puro (come le storie sul "complotto" delle banche e delle agenzie di rating), non so sinceramente se questo è dovuto a semplice confusione (o ignoranza) o se è un "calcolo politico": bisogna infatti ricordarsi che la parte maggioritaria degli elettori e dei potenziali elettori del M5S sono giovani attivi su internet e molti di loro cadono nelle "trappole" dei siti/blog su complotti e cose simili (banche, agenzie di rating, il solito neoliberismo, nella peggiore delle ipotesi Rothschild e signoraggio); c'è la possibilità quindi che Grillo faccia certi discorsi per ottenere consenso da parte di questi gruppi.

L'altra possibilità è la semplice ignoranza: più volte mi è parso che Grillo stesso si sia fatto influenzare da qualche idiozia letta su internet.

 

Comunque, per quel che riguarda i punti del programma del M5S, qualcosa si può trovare (anche se Grillo resta padre-padrone del movimento, quindi tutto può essere messo in discussione all'ultimo), per esempio:

www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf

oppure www.lombardia5stelle.org/economia.html

 

In questi linki si leggono cose sensate (rappresentanza degli azionisti di minoranza, divieto di ricoprire cariche in società per i condannati in via definitiva), cose che andrebbero spiegate meglio (sussidi di disoccupazione: con che soldi?), cose in netto controsenso (abolizione monopoli ma tenere acqua, enrgia e trasporti come monopolio pubblico?) e cose che fanno ridere (abolizione legge Biagi, impedire delocalizzazioni di imprese manifatturiere con prevalente mercato interno).

Francamente, mi pare di capire che questi punti sono frutto di "referendum", vengono "dal basso", quindi si trova un po' di tutto: ciascuna delle frangie degli elettori del M5S ha aggiunto il punto che voleva in base alle proprie convinzioni/ideologie.

Se proprio dobbiano cercare una base "ideologica" a queste proposte, mi pare che andiamo verso un sistema dirigista in salsa "verde": banche pubbliche, energia pubblica, telecom pubblica, incentivi ai negozietti e alle produzioni locali anche se non competitive e via dicendo.

 

Concludo specificando che però la mia impressione e che i punti presenti nel programma possono cambiare molto velocemente: Grillo è imprevedibile.

Leggo "...cose che fanno ridere (...., impedire delocalizzazioni di imprese manifatturiere con prevalente mercato interno). Oggi stesso, in un commento su un altro sito ho scritto che per uscire dalla crisi bisognebbe abbondonare le posizioni ideologiche estreme e cercare in ogni ricetta quello che di buono c'è. Se immaginiamo il bilancio complessivo di una nazione come quello di una famiglia in cui le entrate e uscite devono essere bilanciate, la cosa non è tanto assurda. A casa mia non potrei mai accettare che qualcun altro decida di assumere un cuoco perc laa sola ragione che cucina meglio di chiunque altro in famiglia. A chi avesse questa bella pensata direi che se lo vuole fare prima deve garantire un entrata pari almeno alla spesa per lo stipendio del cuoco. Certo, se sono multimiliardario me ne posso fregare, ma non è questo il caso mio o dell'Italia. Una produzione per uso interno va fatta all'interno a meno che le risorse liberate importandola dall'estero, ovvero delocalizzando la fabbrica, non consentano di generare almeno altrettante entrate. insomma, visto che noi Italiani siamo i maggiori consumatori di pasta al mondo, farci fabbricare la pasta in Ruritania perché lì gli operai costano di meno non avrebbe nessun senso a meno che i risparmi così ottenuti non possano venire investiti per fabbricare qualcosa da vendere ai Ruritani. Altrimenti dovremo comunque dare us sussidio agli operai che perdono il posto di lavoro, a meno di non decidere di lasciarli al loro destino, scelta comunque legittima ma forse moralmente non accettabile, e nel contempo pagare gli operai Ruritani. Non a caso l'antica saggezza popolare che si esprime attraverso i proverbi dice sia "l'unione fa la forza" ma anche "chi fa da sè fa per tre"

Da tempo ho notato anch'io le contraddizioni che fa notare sandro brusco. Mi sembra che Grillo cerchi innanzi tutto di fare proseliti attraverso frasi buttate lì che cerchino di incontrare il favore di chi legge.  Si tratta della stessa strategia del venditore di auto che un momento ti dice che la sua auto è una scheggia, ma poi ripiega sul "sicura e silenziosa" quando vede che hai famiglia. Un po' come Berlusconi.

 

Devo fare i complimenti per Sandro per l'articolo, che in qualche misura condivido.
Io da circa quattro anni collaboro a vario titolo con il M5S, mi sono occupato di formazione e di economia, e parteciperò alle elezioni del mio comune come capolista.
Cerco di darvi, più che risposte, alcuni elementi per valutare il Movimento e farvi un'idea.

1) I post sul blog di Beppe riflettono (forse) il suo pensiero e (sicuramente) il suo personaggio
Quando andate a vedervi uno spettacolo di Grillo pretendete coerenza? Probabilmente no.
Il comico grillesco è un miscuglio di cose vere, iperboli, invettive...
Il blog non è solo "comico", ma sicuramente un miscuglio e non può non riflettere il personaggio.

2) il MoVimento è in movimento...
Il MoVimento così com'è è un gruppo nutrito di cittadini che sta portando un certo pluralismo e ricambio negli Enti dove si presenta, e questa parte di  missione è stata svolta.
La creazione di programmi coerenti che creino consenso attorno a delle soluzioni si sta verificando nei comuni (con qualche problemino), ma è tutta da fare e tutta da pensare per gli altri livelli istituzionali.
Nel MoVimento oggi c'è un po' lo smarrimento che regna nella società italiana, con il vantaggio, però, che il dibattito prende le mosse dalla constatazione della non-riformabilità  dello Stato in varie sue parti e non esclude soluzioni che altre forze spesso bollano come futuribili solo perché non possono prescindere dagli interessi che rappresentano.

3) Cosa funziona nella grillonomics
La carica distruttiva di Grillo aiuta i militanti a superare i vari dogmatismi da cui provengono.
Ci sono componenti che vengono dalla sinistra che nel MoVimento finalmente discutono politiche non-dirigiste, come ci sono componenti libertarie o atee che si devono confrontare con credenti o pianificatori pubblici...
Alcune prese di posizione di Grillo (ad esempio la partecipazione all'assemblea Telecom) sono state pietre miliari della consapevolezza economica.

Molte informazioni le ha date solo Grillo.
Va poi detto che Beppe ha saputo tenersi alla larga (anche se non esplicitamente) da nuovi dogmatismi quali quelli dei signoraggisti o della decrescita, mantenendo il proprio blog in una dimensione informativa ancorché aggressiva.

4) Cosa non funziona nella grillonomics
C'è un problema di fondo nel movimento che investe in particolare l'aspetto economico (ma anche altri), ed è la pretesa non dimostrata di fondare la politica sulla sola informazione.
Qui giustamente si possono riportare gli esempi "nazionalizziamo le banche" o "usciamo dall'euro" per i quali la situazione è forse ancora più grave di quanto descrive Sandro: pensare che dal riportare fatti veri possa "derivare" una politica.
Quindi se faccio un post in cui denuncio le banche e poi sparo un sondaggio sulla nazionalizzazione ecco che "i cittadini" promuovono la nazionalizzazione con una maggioranza bulgara.
E' un'ingenuità sia di Beppe che di Casaleggio, il visionario gestore della comunicazione di Beppe, non dovrebbero diffondere, ma che è compensata da un certo dibattito interno che loro stessi non possono (e spero non vogliano) controllare.

Altra terribile ingenuità è, a mio avviso, trascurare l'importanza della leadership che rischia di far assomigliare il MoVimento ad una specie di Partito Radicale.

Vedremo.

5) Problemi del MoVimento e problemi dell'Italia
Non voglio quindi negare che esistano nel MoVimento i problemi e le incoerenze descritti da Sandro: la mia risposta è che la soluzione è cercare di elevare la quantità e la qualità del dibattito pubblico, cosa che faccio quasi quotidianamente.
Francamente non so se il MoVimento arriverà a formulare una politica economica degna di questo nome, so che sta svolgendo una funzione informativa e critica.

So che per ora (penso ad esempio al caso di Venezia) le cose denunciate dal MoVimento sono così macroscopicamente assurde sul piano economico che forse non è ancora il tempo di pensare a un programma.
Io nel mio piccolo sto cercando di portare il MoVimento verso una capacità di impostare, a livello locale e anche più ampio, i problemi inserendo la SOSTENIBILITA' come variabile determinante, e così ho fatto anche collaborando recentemente a un riuscitissimo corso di formazione politica.

Se prevarranno quelli come me sicuramente ci sarà diffidenza per qualsiasi tipo di dirigismo, poi però ci sono anche quelli a cui piace il comitato centrale o il centralismo democratico...

Nessun'altra forza politica sta prendendo sul serio la questione della sostenibilità quanto il MoVimento: è in certa misura naturale che ci siano problemi ed incoerenze e non è detto che alla fine non prevalgano anche qui aspetti utilitaristici che dominano altrove.
Ultima nota che voglio fare, in particolare a Sandro: hai notato come tutte le forze politiche che avete analizzato in NfA (ricordo FassinaPD, Lega ed infine IDV, ad esempio) hanno rivelato DRAMMATICI problemi di coerenza? Pensi sia un caso?

Ciao e grazie per il Post

 

...e votate M5S, mi raccomando! :-)

 

Ultima nota che voglio fare, in particolare a Sandro: hai notato come tutte le forze politiche che avete analizzato in NfA (ricordo FassinaPD, Lega ed infine IDV, ad esempio) hanno rivelato DRAMMATICI problemi di coerenza? Pensi sia un caso?

 

 

E' un frutto della totale mancanza di autorevolezza e della grave ignoranza di economia dei politici italiani, che corrono dietro a tutti gli istinti dei loro elettori

Francamente, il quadro che tu dipingi del movimento 5 stelle è tale da farlo scendere nelle mie preferenze possibili al di sotto del PDL e quasi alla pari della Lega e di SEL

Il problema del M5S, che in realtà è il problema della democrazia italiana, è di scivolare verso il populismo spicciolo come ha già fatto l'IDV,  rimasto in mezzo al guado per un po' e poi,  grazie al suo principale (AdP ovvero l'antagonista di SB) ha preferito la deriva massimalista perchè pensa che dal punto di vista elettorale sia la scelta più premiante, costi quel che costi per il paese. Anche il M5S, in base a ciò che scrivi, si trova in mezzo al guado come l'IdV:  nasce come un movimento di protesta verso la classe politica ma alla fine ha bisogno di darsi una propria identità. Beppe Grillo non si può dire che non  contribuisca  a creare confusione, dato il tenore delle affermazioni che dispensa.

Vorrei sbagliarmi, ma vedo andare  anche il M5S nella stessa direzione dell'IdV: l'unica cosa che potrebbe trattenerlo è solo il rischio di pescare nello stesso bacino elettorale.  Tuttavia tenuto conto della chiara propensione della maggioranza dell'elettorato italiano a votare chi le spara più grosse, non vedo grossi problemi di razionamento.

Anche l'eccezione Monti rischia di sparire, nonostante goda di ampio consenso nei sondaggi. Il principale atout di Monti è stato il paragone immediato tra lui e gli altri politici ovvero tra 'onesti' e 'ladri' che ha immediatamente fatto presa sugli elettori. Tuttavia i seguenti nodi stanno per arrivare al pettine: a) le misure (le nuove tasse) che ha introdotto devono ancora arrivare a raschiare il fondo dei portafogli degli elettori (in particolare, l'IMU non è ancora stata pagata e l'aumento dell'IVA annunciato per settembre non è ancora operativo);  b)  non tutti gli esponenti della compagine governativa hanno la stessa immagine di Monti, anzi molti di loro sono assai legati al 'marciume' della vecchia classe politica;  c) Monti non è ancora riuscito a far vedere di essere in grado di ridurre in modo generalizzato i vari lacci e privilegi che  connotano la società italiana e, appena tenta di farlo, le sirene della vecchia politica corrono in soccorso delle categorie colpite facendo credere che ci siano delle strade alternative meno gravose. Il rischio è che la maggioranza degli elettori, appena comincerà a sentirsi colpita nella carne viva, corra, turandosi il naso, a rifugiarsi tra le braccia dei vecchi politicanti e dei venditori di fumo (come è tuttora anche il M5S).

Non ho idea di quali siano ad oggi le opinioni di BG in tema di economia, ma nel 2009  sono stato candidato consigliere comunale per una lista " a 5 stelle " e qualche idea su cosa sia il movimento me la sono fatta.

  1. A)

A livello locale dipende veramente tutto dalle persone che lo compongono lista per lista.

Nel movimento c' erano persone simpatizzanti per ogni parte dello spettro politico  ( PD, Lega, Ferrando, destra sociale, cattolici, Radicali ), è quindi evidente che difficilmente si può avere un' idea precisa su quali politiche possano essere promosse in genere dagli appartenenti a queste liste, fatte salve le questioni ambientali ( no inceneritori e sì raccolta differenziata) e poco altro. Ancor più evidente, a mio parere, che una simile varietà di idee a livello locale implichi che a livello nazionale si dovrà trovare un denominatore comune, che saranno BG stesso e le sue idee.

B)

A livello culturale, le teorie complottiste ( massoneria,signoraggio etc) la fanno da padrone. A volte mi sono arrivate per mail inviti per conferenze su pratiche " mediche " definite senza alcun valore scientifico già nel '800. Francamente vedo il successo di BG legato indissolubilmente alla potenza motivazionale che hanno simili teorie che promettono paradisi dietro l' angolo.

C)

Come in tutte le associazioni non strutturate c' è  ovviamente molta impreparazione e una iniziale difficoltà di organizzazione. Il rischio di infiltrazioni di personaggi provenienti da altri partiti chee tentano di riciclarsi è secondo me assai scarso, il rischio di tramutazione in novelli Scilipoti una volta eletti e assaporato il potere invece è assai presente.

D)

La "base" è composta da persone in buona fede. Sembra poco, ma credo che un sia requisito fondamentale per chiunque voglia impegnarsi in un dialogo con loro.

 

Infine il mio resoconto personale.

 

A me BG è sempre stato antipatico da quando ha iniziato ad occuparsi di politica.

Ritenevo, e ritengo tutt' ora, che la persona non sia per niente affidabile e dubito fortemente della sua buona fede. Le panzane che spara in continuazione ( a partire da quella sulle mitiche palline a raggi-gamma-che-neanche-Mazinga che fanno risparmiare detersivo ) aggiungono pericoloso fumo alla cultura media italiana, infliggendo colpi alla già scarsissima cultura scientifica di questo paese.

 

Accettai comunque di fare parte della lista perché ritenevo affidabili le persone che la componevano e perché credo nella necessità della concorrenza in politica, ossia che in un paese di 18000 anime nel nord est toscano la rossa maggioranza che alle precedenti elezioni aveva incassato il 75% di preferenze non avesse di per se alcun incentivo a governare bene vista la sicura riconferma. Per la cronaca, il nostro canditato sindaco era uno studente lavoratore di 24 anni, leader effettivo e tra i fondatori di un piccolo movimento cittadino cui la lista si era fusa.

Grazie anche ad un' altra lista civica capitanata da un influente ex assessore interno alla maggioranza, e sostenuta dal CDX, si andò al ballotaggio. La nostra lista prese circa il 5%, risultando determinante. Fra i due turni arrivarono anche fumose offerte, ovviamente declinate, di posti di lavoro nella locale municipalizzata della raccolta rifiuti in cambio di un sostegno.

Vinse il csx per ca 70 voti, la nostra lista non volle apparentarsi ed è rimasta fuori dal consiglio comunale.

 

Comunque, consci del suo peso politico i nuovi assessori tengono adesso in considerazione il mov., ascoltando le sue proposte e dialogandoci su questioni come la raccolta differenziata, impianti fotovoltaici o software oper source nelle scuole.

 

Dopo un paio di anni il mov. locale, cui da tempo non facevo più parte, si è allontanato da Grillo e le sue incoerenze, ed è tornato ad essere una semplice associazione civica. " Ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti: chi di noi voterebbe davvero BG se si presentasse a livello nazionale?  Nessuno"

 

In tutto ciò ci rimisi circa 300 euro ( perché essere candidati implica ovviamente non poter essere scrutatori...) e forse un posto di lavoro per l' estate in una famosa cooperativa operante nella grande distribuzione alimentare che qualche giorno prima della firma del contratto ci ripensò dicendomi che non avevan più bisogno di personale. In compenso da quel giorno sono diventato un po' paranoico sulla rintracciabilità delle mie idee politiche.

 

 

Come da titolo, io non parlerei di politica economica del M5S. Conosco alcuni rappresentanti locali del movimento e vari attivisti, e sembrano fatti con le stampino; o non conosco assolutamente nulla di economia - nemmeno i principi fondamentali primi della materia - (e spesso sono anche persone in buona fede), o sono una massa di complottisti che vedono massoneria e signoraggio finanche nelle piastrelle della propria casa, persi in deliri deliranti (la ripetizione è voluta) sulla bellezza che è la decrescita, la nazionalizzazione delle banche, il monopolio pubblico dei servizi...

 

Inutile dire che i soggetti "in buona fede" (e che nulla sanno di economia) vengano a farsi definitivamente rincutrillire il cervello dai soggetti che ho appena descritto, i quali hanno eletto fini ed alti intellettuali come Paolo Barnard, Loretta Napoleoni e Latouche (e siti complottisti anti-USA e anti-Merkel) a loro stella polare guida. Ve ne posso anche citare alcuni individualmente... tutti ovviamente si proclamano "esperti di economia". A quanto ho visto anche la MMT ha discreto seguito fra grillini, anche se viene confusa spesso e volentieri con la decrescita latouchiana.

 

Quello che fa particolare spavento è l'indossolubile "CERTEZZA" (scritto non a caso tutto in maiuscolo) con cui brandiscono le loro convinzioni. Per quanto riguarda Grillo; lui si fa meno problemi. Scopiazza a destra e a sinistra, cavalcando l'onda.

Signor Brusco, non cerchi una politica economica nel movimento, perché non la troverà.

IMHO il problema è a monte: non è che a Grillo e al movimento manchi una chiara politica economica, gli manca una politica e basta. Recentemente mi sono iscritto al forum del movimento 5S proprio perché volevo capire un po’ meglio di cosa si trattasse, ma ciò che ho visto non ha fatto altro che confermare la tesi di cui sopra. Grillo, intervistato a proposito delle molte lacune che lei cita nel suo articolo rispose che “con l’andare del tempo il movimento sarebbe maturato , e si sarebbe creata quella che lui definì “ una coscienza collettiva”.

Personalmente ritengo che questo non possa succedere proprio per un limite strutturale del movimento, ossia di essere stato costruito ad immagine e somiglianza del suo fondatore.

Anzi, ora come ora ho idea che il tutto si stia trasformando in una booby trap che rischia di scoppiare in mano a Grillo da un momento all’altro. Detto chiaramente, Grillo non rimarrà negli annali per essere stato un grande filosofo o un grande pensatore. Al massimo si può dire che sia un buon comunicatore, ma dal saper arringare le folle ad saper governare un paese ce ne passa…. E parecchio.

 

La strategia comunicativa che il Grillo uomo di teatro ha scelto per i suoi spettacoli è sempre stata quella di mixare informazioni, invettive, notizie e battute sempre condite con buone dosi di qualunquismo e populismo. Fin qui tutto bene, la strategia può funzionare quando il tuo scopo è quello di sensibilizzare, di dare un input su tanti temi diversi a una platea mediamente molto impreparata e lo devi fare in poco tempo e in maniera “simpatica”. Se quello è il tuo ruolo non ti si chiede di più, ma se accetti di patrocinare un movimento nazionale poi te ne assumi la responsabilità.

Una volta costituito il movimento, sarebbe dovuto scattare il Grillo 2.0 che, disattivando il “populism mode” avrebbe dovuto , (auspicabilmente dibattendo coi suoi sostenitori) determinare quattro o cinque punti fissi che costituissero la base ideologico filosofica, nonché l’identità del movimento stesso e su quella base si sarebbe dovuto costruire il famoso dibattito “dal basso” iniziando a ragionare in maniera seria sui problemi del paese, ancor prima che sulle soluzioni.

Questo non è stato fatto, anzi si è ancora una volta data un’impostazione sempre più populista, qualunquista e vaga, con lo scopo di raccogliere quanto più “pubblico” possibile, ossia il movimento è stato improntato con la stessa logica con cui Grillo organizza i suoi spettacoli.

 

Ma il risultato qual è?  Che ora ti trovi un contenitore di “indignados”, ma questi sono talmente eterogenei che non li metti d’accordo su niente se non…… su temi populisti e vaghi, per i quali la soluzione diviene, giocoforza, un ensemble di ricette qualunquiste.

E non può che essere così, sennò la booby trap scoppia sul serio, perché Grillo dopo aver strapropagandato concetti tipo Uno vale Uno o Democrazia diretta ( che senza una base filosofica ferrea sono puro populismo) oggi vorrebbe fare nuovamente la “bestia da palcoscenico”: decidere lui per tutti , cambiare, smentire, invertire la rotta, and so on. Ma a questo punto una parte del movimento non ci sta e gli ricorda che uno vale uno, mentre un’altra parte, che lo vede come un padre putativo, lo incita ad essere leader maximo con un fanatismo che ha del preoccupante. Nel mezzo, ci sono poi altre posizioni più sfumate, ma in ogni caso ognuno dei partecipanti vorrebbe che il movimento si orientasse sulle proprie posizioni.

 

Come si fa in questo contesto a delineare un’idea politica precisa? Boh….

 

“They put something in the water!” dice la signora del video su youtube constatando che se nebulizza l’acqua con cui annaffia le piante si crea un piccolo arcobaleno. Se le dai ragione e la fomenti, poi non puoi dirle, in seconda battuta, che dice delle sciocchezze, perché se quella si incacchia, non ha neanche torto. Lei sarà idiota, ma tu risulti un po’ disonesto.

Il problema per me è tutto qua.

Non so se la spiegazione che indaga su:

-  strategie e comportamenti di Grillo e

-  carenza di una base filosofica

sia del tutto esauriente.

Tuttavia mi ritrovo su una cosa:

l'aver fatto partire una macchina in cui si realizza una politica locale (se ci sono consiglieri comunali e regionali che discutono la politica c'è) sta svelando una specie di paurosa asimmetria fra un centro che ha dei poteri (simbolo e informazione) ma è clamorosamente poco attrezzato a livello strettamente politico (elaborare una linea e dirimere i conflitti) e una periferia che raccoglie consenso e aspettative.

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Caro Lorenzo, 

condivido il tuo commento sulla situazione attuale. Pero' mi pare che non consideri il contesto della situazione italiana. Grillo faceva il Savonarola gia' nel '97 (ero a un suo spettacolo a Bolzano). Che sia riuscito creare un movimento magmatico e' piu' colpa degli altri che merito suo. Guarda un po' la classe politica e il loro apparato ideologico. Hanno qualche idea di riforma sociale economica? I politici sono nella maggioranza dei casi trombati dalla societa' economica, che non riuscirebbero a ricollocarsi fuori dal loro ruolo. Le ricette economiche o sociali sono diventate il mezzo per mantenere il potere; questa malafede e' solo benzina per messaggi come quelli di Beppe Grillo. Che poi i messaggi siano controversi, fa parte dello schema per cui nessuno ha la soluzione in tasca, tanto meno Grillo. Il mio motivo principale per votare il M5S. Vanno puniti gli altri. C'e' anche un post di noisefromameika che analizza e riconosce il merito di votare contro (non riesco in questo momento a trovarlo). Le soluzioni economiche (ma anche quelle sociali e pensionistiche) si troveranno con piu' facilita' di quanto si creda in menti confuse ma pronte a capire piuttosto che in menti falsamente ideologiche ma che rispondono alla mentalita' corporativo familistico che si trova nei partiti attuali.

 

Stara' ai partiti riformarsi eliminando il 90 % della loro classe dirigente. Poi Grillo e le sue invettive si dissolveranno. 

caro Lorenzo Fresi, mi permetto di dare una risposta e soluzione ai tuoi crucci. Disiscriviti dal forum di Beppe e tornerai a vivere più sereno. Non devi pagare nulla e non te lo ha ordinato il dottore di stare, a parole, nel Movimento 5 Stelle. Guardati intorno, hai l'imbarazzo della scelta: vai da Casini, da Rutelli, da Bossi, da Bersani, Fini, Lombardo, dal nano. Ti stanno aspettando tutti a braccia aperte

grazie a Dario, mancava ques'idea nella discussione.

Tutti hanno sottolineato la carenza di conoscenze economiche in politica, e qui non fa difetto il M5S. In questo senso non rappresenta nulla di nuovo. NfA è un movimento economico, non politico. Per questo dovrebbe sapere bene cosa tiene lontano i buoni economisti dalla politica. Se Monti è ritenuto un buon economista, cosa l'ha tenuto lontano dalla politica italiana? I buoni compensi del mondo delle corporation? I privilegi del cattedratico? Secondo me il buon economista manca di consenso. L'economista accusa il politico di essere solo un comunicatore, il politico accusa l'economista di predicare e basta. Sappiamo tutti in realtà che il buon politico ha ottimi consiglieri economici. Il M5S nasce dal basso e per merito di Grillo spinge la gente ad informarsi. Il militante potrà scegliere Barnard è la "sua" Modern Theory o potrà scegliere NfA. Questa è la forza del M5S, che porterà questi due militanti tipo a scontrarsi avendo lasciato alle spalle le rivalità partitiche. In fondo questo scontro deve derimere la domanda fondamentale che il profano si pone:"Esiste una politica economica giusta?"

 

Come direbbe Quelo: "la domanda è mal posta!".

E' mal posta in quanto non esiste una politica economica giusta.

Esiste l'economia con le sue regole e poi esistono gli obiettivi che un movimento politico si pone ed esistono i modi in cui un movimento politico decide di raggiungerli.

OK il M5S stelle nasce dal basso ma finchè non avrà definito questi punti rimarrà solo un movimento antagonista.  La sua forza (cioè scontrarsi avendo lasciato alle spalle le rivalità partitiche) sarà tale solo DOPO aver raggiunto una decisione, finche lo scontro sarà in atto questà è la sua debolezza.  E' come una comitiva di persone che pensa di andare in vacanza insieme solo perchè nessuno vuole andare a Rimini, in realtà non sanno gli uni dove vogliono andare gli altri non sanno nemmeno se vogliono andare al mare o in montagna e c'è Grillo che urla che ai biglietti ci ha già pensato lui.

Premetto che sono un attivista straconvinto del M5S, non sono un impreparato (sono ingegnere), mi informo continuamente, non sono superficialone, ecc. ecc.

Detto questo vorrei far notare come la maggior parte dei commenti postati sono chiaramente espressi da persone non del M5S, anzi decisamente contro. Dai contenuti deduco anche che o non sono per nulla a conoscenza ed informate sul M5S e tutto quanto lo caratterizza (filosofia, modo di operare sul territorio, REGOLE, metodo di lavoro, PREPARAZIONE degli attivisti, ecc.) oppure, peggio ma siamo abituati a questo, del tutto in malafede e con l'intento di creare confusione. Vedi le solite cretinate e diffamazioni personali contro Grillo (svegliatevi Grillo non è nè candidato nè il despota che detta le regole e le linee politiche), contro gli attivisti (ovviamente ignoranti, impreparati su qualsiasi tema, opportunisti, rincoglioniti dietro il loro messia e via andare...).

Noto, felicemente, dai post che ho letto (non tutti perchè lo stomaco non reggerebbe ma credo di non sbagliarmi), che appartenenti al M5S non hanno replicato o risposto agli interventi denigratori presenti. E spero continui così.

Non abbiamo tempo da perdere a rispondere a queste persone, lavoriamo sul territorio a nostre spese (caro ste.floris che ci hai rimesso 300€, non sei l'unico martire ad averlo fatto, te lo dico), ci facciamo il mazzo (purtroppo) anche per voi che scrivete qui a criticare inutilmente e a non proporre NULLA DI NULLA ( e mi rivolgo anche a presunti economisti dell'ultim'ora che scrivono a vanvera di concetti economici più o meno astrusi e non fanno un solo esempio realistico) e non avete le palle e la dignità per esporvi in prima persona per difendere i vostri stessi diritti.

Quindi continuate a fare così. Non lascerete traccia. Se l'Italia andrà a picco sarà in buona parte per merito vostro.

Giuseppe Dalpasso

Posso capire che dia fastidio sentirsi presi in mezzo a queste critiche ma forse vale la pena affrontarle.

Affermare che gli interventi siano critici perché in malafede o in malafede perché critici è un po' circolare.

Io per esempio, pur dedicandomi alle tue stesse cose, non credo che "farmi il mazzo" sia un valore assoluto né credo che uno come Beppe abbia bisogno di essere difeso dalla derisione o dalla critica.

Sei completamente soddisfatto di come affrontiamo i temi economici nel MoVimento? Puoi dirlo apertamente (io non mi sento di dirlo).

 

 

(caro ste.floris che ci hai rimesso 300€, non sei l'unico martire ad averlo fatto, te lo dico)

 

 

Ognuno è libero di dare all' impegno personale il valore che crede, ma preciso che io del martire ho solo il nome. Al più visti il mancato guadagno,  i risultati ottenuti e la considerazione ulteriore che sarebbero stati con ogni probabilità gli stessi se mi fossi limitato ad un sostegno da esterno, riguardo alla questione posso dire di aver agito da cretino.

Stefano F.

... spunta all'orizzonte un nuovo soggetto politico a difesa degli ormai famigerati "beni comuni"..

 

http://www.linkiesta.it/quarto-polo

 

Spiccano nomi di grido della "(dis)intelletualità" italiota.. tra gli altri: Ugo Mattei, l'amico del Brusco Stefano Rodotà, Lucianone Gallino e niente popò di meno che l'ecoeconomista (si definisce così) Guido Viale..

Giuseppe, intervenendo in questa discussione come ha fatto lei, secondo me, ha perso una buona occasione.
Beppe Grillo ed il Mov5S ( quindi anche lei) hanno liberamente scelto di diventare un soggetto politico nazionale, no?
Ebbene, è normale quindi che come tali siano esposti alla valutazione, al giudizio ed alla critica di ogni cittadino.
Allora cos’è tutto questo livore verso le critiche? dove sta il problema?
Se non le stava bene quello che c’è scritto in questa discussione, poteva intervenire per smentirci, per illustrare la sua posizione e spiegare perché certe opinioni sul M5s sono sbagliate. Perché non l’ha fatto? Personalmente non chiedevo di meglio!

Invece lei se ne viene qui con la saccenza dell’evangelizzatore di provincia a tenere un pistolotto nel quale da del cretino a chiunque, dice che siamo tutti in malafede, lamenta diffamazioni nei confronti del suo mentore e attacchi pretestuosi al suo Movimento. Tutte cose motivate, a suo dire, dal fatto che noi si sia nascostamente esponenti della vecchia politica che temono l’ingresso delle 5 stelle in parlamento.
Poi a me personalmente dice pure che se non mi va bene il Forum 5 Stelle (a cui, lo ripeto, mi sono iscritto per capire meglio di che si trattasse) mi posso anche levare dai c…….
A parte che potrei risponderle che cancellarsi dal Mov5S non è cosa tanto facile, basta cercare su Google “Cancellarsi dal Movimento 5 Stelle” per capire che  “Houston we have a problem….. of web-based democracy!”
Ma non è questo il punto anche perché al momento non è mia intenzione cancellarmi da quel forum.

Il punto è che lei non ha risposto nel merito ad una che sia una delle critiche che sono state fatte al suo Movimento.
Lei ha risposto insultando, facendo la vittima, cambiando discorso, e buttandola in caciara qualunquist-populistica.
Cioè tutte quelle “peggio cose” che da anni caratterizzano la politica italiana.

Vede che allora ho ragione io?
Lei non rappresenta una reazione innovativa al vecchio sistema politico, lei ne è un prodotto perché usa gli stessi toni e lo stesso modo di fare del panorama politico che ci caratterizza da un ventennio, e che lei a parole, ma non nei fatti, tanto odia.
Potrebbe differenziarsi nel merito? Non lo so, perché io di “sostanza” nei suoi interventi  ne ho vista ben poca.

un saluto a tutti, rispondo ai post dedicati alla mia lettera scusandomi se andrò un po' "a caso" nelle mie repliche senza citare esattamente a quale post mi riferisco:

innanzitutto non ho dato dei cretini a tutti ma ho parlato di cretinate intendendo le solite accuse rivolte a Grillo che ormai non fanno più effetto. E ribadisco che continuo a non capire perchè ci si accanisca contro la sua persona. Non è ora nè mai candidato, nè eletto in qualsivoglia istituzione. Facile puntare il cannone su di lui. E' ovvio che ogni tanto esagera nell'esprimersi, ma nel merito non sbaglia mica tanto. Chi vuole, se la prenda col M5S, facendosene una ragione del fatto che ormai esiste ed è composto da persone che magari ne capiscono qualcosa e non è facile prendere per il c.

Se qualcuno si è sentito offeso in prima persona dalle mie considerazioni, non so che farci e non era mio intento farlo. Infatti ste.floris mi pare non se la sia presa ma ha replicato alla mia critica (pesante lo ammetto) in modo concreto, civile, senza dire che gli ho dato del chissàchecosa. E rispetto la sua opinione pur senza condividerla.

Parlando invece di temi economici e di banche in particolare, la mia opinione è che state guardando un aspetto del problema, chiaramente mostruoso, ma non è IL problema.

E non posso che condividere l'amico Sandro Brusco sul fatto di ripulirle ecc.ecc.

Ma il disastro globale in cui siamo immersi non è solo banche.

Faccio una domanda semplice: nessuno MAI parla di riconversioni economiche. PERCHE'?

C'è sempre e solo il traguardo del PIL. Se poi qualcuno nomina "decrescita felice" si grida alla bestemmia, giornalisti comme Stefano Feltri del FQ svengono addirittura.

Ecco: il M5S, per dare un esempio di proposta, promuove e segue questa filosofie eretiche della diminuzione (matematica) del PIL correlata ad un più intelligente sfruttamento delle risorse. Ma questi principi del M5S si conoscono ma si fa finta di non vedere per convenienza di qualcuno. Ancora ieri mi toccava ascoltare Oscar Giannino parlare di stoccaggi ultra sicuri ed efficienti di CO2 sotto terra. Come al solito male informato o interessato a dire così. Non per niente ha fatto quella figura memorabile con Fukushima.

Concludo sostenendo che l'operazione da fare è enorme. Le fasi toccherebbero ovviamente pure le banche, il sistema finanziario, partitico, il mondo del lavoro e della sua sregolamentazione, ecc., ma sono tutti pezzi del problema e ce n'è da fare un bel po'. Un passo alla volta, partendo dalle cose piccole, nei consigli comunali (dalle parti mie e di Brusco, tanto per fare un esempio, le criminose centrali a biomasse che stanno cercando di piantare, stanno avendo vita molto dura grazie al M5S) e poi crescendo. I cervelli non ci mancano per farlo

Politica economica M5S: lo stato dell'arte un anno e qualche mese dopo, si parla di uscita dall'euro.
Ho trovato questo documento redatto dalla deputata Laura Castelli che mi pare essere quello disponibile più compiuto in materia (sono 71 pagine) e che vada oltre i post-propaganda del blog.
Al momento ho letto solo lo scenario 5 (11 pagine, lettura veloce e consigliata), non commento perché non basterebbe lo spazio (e ce ne sarebbe da inorridire), quindi lascio a voi, sperando possa essere di interesse.

dalla quarta riga del primo paragrafo, dove si afferma, in grassetto, che grandi benfici deriverebbero dalla possibilità dello Stato di dirigere l’economia e di regolamentare il sistema economico reale e finanziario

sono arrivato poi solo al punto in cui si sostiene che i tassi di interesse sul debito pubblico sono fissati arbitrariamente dai creditori. è tempo perso e l'autrice, una buontempona baciata dalla sorte.

btw che fine ha fatto mauro gallegati? epurato?