La lettera tragicomica del governo greco

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Venerdì scorso la Grecia ha inviato ai partner europei una proposta di riforme in 7 punti. Il contenuto della lettera rende palese l'inaffidabilità del governo greco.

Il quadro generale

La posizione della Grecia all'interno della moneta unica si gioca su un sottile equilibrio di due elementi: il tempo e la fiducia.

Da un lato, vi è il riconoscimento unanime che il paese ha bisogno di tempo per mettere a posto i propri conti, per riformarsi e per ricominciare a crescere. È proprio a fronte di tale riconoscimento che si giustificano i prestiti con scadenze lunghe e tassi bassi che, ormai da cinque anni, la Grecia riceve dall'Europa e dal Fondo Monetario. Si tratta dunque di guadagnare tempo e creare spazi di manovra per il governo attraverso la relativa tranquillità garantita da un “prestito ponte” a condizioni favorevoli. E qui entra in gioco il secondo elemento, cioè la fiducia.

Il “ponte finanziario” è un progetto, che richiede fiducia. La fiducia riguarda, innanzitutto, l'effettiva possibilità che il ponte, se eseguito come da progetto e se il progetto era stato fatto bene, possa effettivamente stare in piedi. Nel caso delle Grecia, il ponte starà con successo in piedi al momento in cui il paese riuscirà di nuovo a finanziarsi da solo sul mercato internazionale. La fiducia riguarda anche un altro fattore cruciale, cioè la volontà e capacità del governo greco, che è l'esecutore, di portare davvero a termine il progetto. Se salta la fiducia nella volontà e nella buona fede dell'esecutore salta anche il finanziamento, e con esso il ponte.

Tsipras ha vinto le elezioni greche promettendo ad un elettorato entusiasta di voler rinnegare le basi del prestito ponte firmato dai precedenti governi. Per usare un eufemismo, diciamo che non partiva bene in quanto a fiducia. Ma, si sa, le elezioni sono le elezioni. Era l'epoca in cui dall'Italia partivano le autobattezzate “brigate Kalimera” della sinistra di opposizione italiana (Fassina, Civati, Vendola...), in viaggio studio per imparare come replicare anche in patria una “primavera greca”. 

Passate le sbornie della vittoria, Tsipras ed il nuovo ministro delle finanze Varoufakis si sono però ben presto trovati di fronte all'amara realtà. La situazione finanziaria del governo greco è fragilissima e il prestito ponte è necessario per evitare il collasso al paese. Inoltre, la situazione di bilancio è stata nel frattempo gravemente peggiorata proprio dalla campagna elettorale della "primavera greca", caratterizzata da slogan irresponsabili quali “toglieremo la tassa sulla casa” (vi ricorda qualcosa?). In un paese da sempre dedito all'evasione le promesse di Tsipras hanno suonato come un “tana liberi tutti”. Risultato: il gettito fiscale è crollato. A quanto pare anche per i contribuenti la fiducia conta - nell'ennesimo condono fiscale e nella volontà politica di chiudere un occhio sull'evasione.

A Bruxelles, Tsipras e Varoufakis non si sono soltanto scontrati con la durezza dei conti del loro Paese, ma si sono anche trovati di fronti all'inevitabile muro posto dai finanziatori-ponte, che non hanno potuto fare altro che ripetere l'ovvio: non si va da nessuna parte senza fiducia e senza promesse credibili di misure strutturali – cioè permanenti – atte a garantire nel lungo periodo la crescita economica e la stabilizzazione finanziaria del paese. Costruire un ponte che sappiamo già non poter essere terminato non ha senso.

Dopo estenuanti giornate di trattative, Tsipras e Varoufakis sono riusciti ad ottenere alcune settimane per fornire un nuovo piano di misure da adottare, volte a rassicurare i finanziatori della buona fede e volontàdel governo greco di proseguire lungo un percorso comune di stabilizzazione del paese. Di fronte a promesse serie e credibili, la Troika (adesso non si chiama più così, ma noi guardiamo alla sostanza) si è impegnata a sborsare la nuova tranche di finanziamenti agevolati.

Le riforme di Varoufakis

Il governo greco ha quindi recentemente presentato una lista di 7 riforme che intende adottare. Questa lista dovrebbe essere la base che instilla, nei finanziatori-ponte, la sensazione che il governo greco è un partner serio, e non un furbetto che fa promesse mentre è dedito solo a ciurlar nel manico.

Partiamo dal piatto forte (proposta numero 3 nella lista), cioè la riforma anti-evasione. Questo è il punto dove, in teoria, ci si aspetterebbe la maggiore convergenza fra Tsipras, che ha fatto della lotta all'evasione il suo cavallo di battaglia, e la Troika, che su questo fronte da sempre cerca di impegnare il governo ad un'azione più incisiva. La proposta è tragicomica. Il governo propone testualmente di assumere, in via temporanea, “studenti, casalinghe e anche turisti” che, muniti di “strumenti per la registrazione audio e video”, passeggeranno in giro per la città registrando le violazioni nell'emissione degli scontrini e ricevute di pagamento IVA. Questo, sempre testualmente, dovrebbe portare, in un paese dove “l'evasione fiscale è radicata profondamente”, ad “un cambiamento molto rapido dei comportamenti, diffondendo un senso di giustizia nella società, generando una nuova cultura di rispetto delle norme fiscali – soprattutto se accompagnato da un'appropriata comunicazione del semplice messaggio che è arrivato il tempo in cui tutti devono contribuire al finanziamento dei beni e servizi pubblici”. 

Da notare che quella citata non è una delle tante proposte fatte dal governo per far fronte alla piaga dell'evasione in Grecia. È l'unica proposta. Una proposta del genere equivale a dire al mondo che il governo e l'amministrazione pubblica greca rinunciano definitivamente a mettere in piedi un sistema serio di controllo fiscale, gestito in modo sistematico e da personale selezionato e professionale. La Grecia rinuncia ad essere un paese avanzato, e Tsipras e Varoufakis ci spiegano fieramente il perchè: “le autorità fiscali sono a corto di personale e sono immerse nella logica del controllo documentale, mentre il problema dell'evasione risiede fuori dai documenti. L'esperienza mostra che quando il personale dell'autorità fiscale lascia le proprie scrivanie per effettuare controlli sul luogo […], tali controlli non sono solo rari (a causa di carenza di personale), ma sono spesso attesi (dai controllati, ndr)”. In altre parole, il governo greco rinuncia ad obbligare i propri dipendenti, che a tale scopo erano stati assunti, a mettere in pratica le tecniche che consentono una efficace lotta all'evasione. Piuttosto che credere di cambiare le abitudini del finanziere greco, meglio prendere uno studentello e fargli fare la spia al supermercato. Il governo, lamentandosi della carenza di organico nel settore della lotta all'evasione, ci spiega anche che rinuncia a ri-utilizzare parte dei suoi dipendenti, in eccesso in altre aree dell'amministrazione, per re-impiegarli in attività socialmente più utili di sostegno alla lotta all'evasione. In fondo, se basta un corso base per impiegare in tale attività una casalinga o un turista, non si capisce perché non sia possibile fare cioè reimpiegando un dipendente pubblico che già è stipendiato.

Veniamo poi alle proposte 5 e la 6, che il governo ha inserito nella sezione intitolata “Politiche per promuovere la crescita”. La proposta 5 è la fantomatica vendita di licenze e raccolta di tassazione dal settore dei giochi online (vi ricorda qualcosa?). Guardate, non sto scherzando, è così, questa è una delle due proposte per la crescita e una delle 7 proposte complessive. La proposta 6 è invece intitolata “Lotta alla burocrazia – programma per un settore pubblico auto-informato”. Di lotta alla burocrazia ce n'è indubbiamente parecchia da fare in Grecia. La proposta del governo è una sola: “Il governo intende introdurre una legislazione che impedisca all'amministrazione pubblica di richiedere ai cittadini documenti che certifichino informazioni che lo stato già possiede” (vi ricorda qualcosa?). Lo so, qualcuno dei più saggi fra i lettori avrà già pensato che proposte del genere soffrono comunque del problema di innalzare, a regime, il personale necessario per far funzionare la pubblica amministrazione. Ma questo è niente. Come ci raccontano Tsipras e Varoufakis, il vero problema in Grecia è un altro, e cioè che i documenti dell'amministrazione pubblica non sono ancora digitalizzati, e gli uffici non sono ancora collegati via internet. Agli occhi di qualsiasi homo sapiens tale situazione rappresenterebbe, almeno al momento, un muro invalicabile per la proposta del governo. Agli occhi di qualsiasi homo sapiens prima bisogna digitalizzare la pubblica amministrazione, e solo poi, eventualmente, pensare a misure più ambiziose quali quelle proposte dal governo. Tsipras e Varoufakis non sono però come tutti noi, sono più di noi, sono dei visionari che scorgono opportunità dove gli altri vedono ostacoli. Recita infatti la lettera del governo: “L'argomento usuale contro tali proposte legislative sarebbe che prima bisogna digitalizzare l'amministrazione. Il governo greco non concorda su questo, anzi crede che l'opposto sia vero […]. Se i dipendenti pubblici non vengono prima obbligati a raccogliere i documenti per conto dei cittadini e delle imprese, essi si opporranno all'introduzione di servizi basati sulla rete [faranno ciò per inerzia e/o riluttanza a darsi da fare per apprendere nuove abilità]. Ma se i dipendenti pubblici sono prima obbligati a raccogliere i documenti per conto di cittadini e imprese, saranno loro a domandare ai propri superiori l'introduzione di servizi di IT!”. Certo, o Tsipras e Varoufakis si sono drogati, o hanno deciso di ciurlare nel manico e prendere in giro il mondo. Ma la cosa più grave è che, ancora una volta, questi due prodotti della democrazia greca ci dicono che la Grecia ha rinunciato ufficialmente, di fronte al mondo, a diventare un paese moderno. Il governo ci indica esplicitamente che i dipendenti pubblici sono completamente fuori dal suo controllo. Non vi è nemmeno modo di obbligarli ad usare un PC. I dipendenti pubblici, protetti dietro illicenziabilità e sindacati, possono bloccare qualsiasi innovazione a favore dei cittadini, e questo per il solo fatto che le innovazioni richiedono loro di sbattersi (“bother”) ad imparare ad usare Excel. Tutto ciò non lo dice la Troika, lo dicono Tsipras e Varoufakis.

Veniamo, brevemente, alla proposta 1. Essa prevede la creazione di un organismo autonomo (“fiscal council”) che abbia il compito di dare un parere autorevole ed indipendente riguardo al reale impatto sulle finanze pubbliche delle leggi di bilancio. Buona proposta, no? Ah si, certo. Il problema però che mettere questa tra le proposte di contrattazione è un'ennessima e sonora presa per i fondelli. Con la firma, il 2 marzo del 2012, del cosiddetto Fiscal Compact, la Grecia si è già da tempo impegnata, assieme a tutti gli altri paesi europei, a mettere in piedi un fiscal council. Quel trattato fu firmato proprio con un occhio particolare all'impegno dei paesi in situazione di maggiore stress fiscale, Grecia in primis. Come controparte degli impegni assunti da tali paesi, la Banca Centrale Europea poco dopo annunciò, assieme al famoso “whatever it takes” di Draghi, il lancio del programma di Outright Monetary Transactions (OMT). Nonostante tutto questo, però, la Grecia ha pensato bene di non dare seguito alle sue promesse. E ora Tsipras ripresenta la stessa promessa sul piatto della contrattazione di patti addizionali: che Varoufakis, nelle sue teorie dei giochi, si sia dimenticato che al tavolo della contrattazione non puoi ripresentare promesse che hai già fatto e, in cambio delle quali, hai già ricevuto? Si è dimenticato cosa succede alla reputazione e credibilità di chi si comporta in questo modo? Gli impegni (giurin giuretta) della Grecia ad attivare un fiscal council in realtà ormai non si contano più. Oltre alla firma del citato fiscal compact, questo impegno fu preso nuovamente e con scadenza agosto 2013 in concomitanza della First and Second Review del progamma Troika (31 dicembre 2012), per essere poi fatto ancora una volta e con scadenza promessa ottobre 2013 in occasione della revisione del programma Troika del luglio 2013. Finalmente, come proprio la lettera del governo greco recita, “il precedente governo ha legiferato la costituzione di un Fiscal Council, legge 4270/2014. […] Ma il Fiscal Council non è finora mai stato attivato in pratica e, alla data corrente, non è operativo, mancando una struttura dirigenziale ed essendo sprovvisto di personale”. In conclusione, Tsipras e Varoufakis non solo portano al tavolo della contrattazione un impegno già più volte firmato, ed in cambio di cui gli altri hanno sborsato come promesso, ma lo portano proprio quando la legge è già stata approvata dal governo precedente! Il loro impegno, è quindi, di applicare una legge già fatta, di nominare i dirigenti e assumere i segretari del fiscal council.

Le altre due proposte di riforma le lascio a voi. La numero 7 intitolata “Crisi umanitaria” è una richiesta, più che un'offerta, del governo greco ai suoi interlocutori. Una richiesta utile magari, e che i partner europei sono forse pronti ad accettare. La numero 2, intitolata “Preparazione del budget e legge organica di budget” è una brevissima proposta di riassetto delle procedure di formazione delle leggi fiscali in Grecia. La numero 4 propone misure per gestire l'annoso problema, messo in luce molte volte nei documenti Troika, di gestione delle tasse in arretrato.

In questo articolo ho commentato le 7 misure proposte dal governo greco agli interlocutori europei. Credo sia bene ricordare al lettore che temi quali la lotta all'evasione fiscale, il miglioramento dell'amministrazione pubblica e delle procedure di formazione del budget non sono una novità introdotta dal governo di Tsipras. Questi temi sono già da anni una parte cruciale del programma Troika. Per avere un'idea di ciò, basta dare uno sguardo ad uno qualsiasi dei rapporti Troika e delle lettere, firmate dai governi greci, che indicano le misure che il governo si impegna ad attuare. Prendiamo per esempio la Fifth Review. Le sole misure di riforma del fisco, dell'amministrazione pubblica che si occupa della raccolta delle tasse e della lotta all'evasione, rappresentano una fitta e dettagliata lista che va da pagina 144 a pagina 156

Conclusione

La conclusione di questo articolo è desolatamente negativa. Il governo di Tsipras ha presentato proposte che variano dal ridicolo al vergognoso. Esse non solo mettono in luce la sua totale inaffidabilità, ma rivelano inoltre, con spaventoso candore, come il governo ammetta di non avere la volontà di trasformare il proprio paese in un paese moderno, che si sia lasciato alle spalle lo stadio di economia in via di sviluppo. Nonostante le parole spese in campagna elettorale, la resa di fronte all'evasione fiscale è totale. Nonostante i proclami contro i tentativi della Troika di intaccare i privilegi dei dipendenti pubblici, il nuovo governo alza bandiera bianca di fronte all'auto-referenzialità ed incontrollabilità della pubblica amministrazione, a tutto danno dei cittadini e dello sviluppo economico del paese.

Tsipras ha fatto grande leva, in campagna elettorale, sulla “dignità del popolo greco”. La dignità incarnata nelle proposte dell'esecutivo greco ha sicuramente una sfumatura molto diversa quella che a tale concetto viene data da governi, anch'essi democraticamente eletti, in altri paesi europei. Sono serie divergenze culturali, queste, su cui si innestano, non a caso, grosse differenze di performance economica. La difficoltà di alcuni governi del nord nel presentarsi al proprio elettorato con in mano proposte di questo tipo da parte del governo greco sono davvero forti. Probabilmente l'Europa deciderà di andare avanti con le negoziazioni, ma la natura tragicomica della situazione è sempre più evidente. Sulla nostra stampa di ciò non si parla. Troviamo un gran numero di articoli sull'austerity e sulla deflazione salariale tedesca, ma non troviamo nulla riguardo ad un governo greco che fa continuamente il gioco delle tre carte, e che non ha alcuna intenzione di prendere in mano il problema della produttività del suo settore pubblico. Quella dei media italiani è una litania un po' piagnona e autoconsolante che impedisce davvero di capire la realtà.


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Commenti

Ci sono 63 commenti

Anche in Italia a molti piacerebbe fare come propone il governo greco. Parafrasando Tomasi da Lampedusa, ....

ottimo post.  Personalmente credo che sia ora di chiarire una volta per tutte cosa si vuol fare dell'europa. Rincorrere le varie crisi non produce risultati, come il caso greco conferma

Forse il Nuovo Governo Greco è un precursore di qualcosa che attende di manifestarsi nella pancia dell'Europa: la tentazione di abdicare ad ogni sforzo per affrontare le sfide (ed i pericoli) di un mondo sempre meno governabile,per rifugiarsi nel quieto vivere e lasciare ai posteri il compito di fare le scelte che non si vogliono fare oggi.

Probabilmente il NGG confida nella diffusione del mood anti-europeo emergente in diversi SM dell'UE, nell'incapacità di questa a dotarsi di una governance efficace, in non dichiarati appoggi esterni: in definitiva, nella dissoluzione dell'UE attuale e nella sua sostituzione con qualcosa di diverso, non ben definito ma in ogni caso ispirato a generici principi di solidarietà fiscale tra gli SM che permetta a chi è incapace di essere moderno d'essere mantenuto da chi lo è.   

Non credo. 

Se l'UE si dissolvesse, sarebbe probabile il ritorno al passato con limiti agli scambi e reintroduzione di barriere varie. Il tutto in un clima avvelenato da rancori reciproci di cui già si vedono i segni. Difficile attendersi solidarietà.

 

Forse il governo greco si è ripromesso di "togliere la tassa sulla casa" perchè semplicemente non è in grado di incassarla: in Grecia non esiste catasto...

A parte questo l'idea dei turisti con lo smartphone che scoprono i magheggi degli armatori greci è irresistibilmente esilarante.

realizzato con le segnalazioni dei turisti potrebbe essere la prima pietra del catasto ellenico, se il NGG lo vorrà.

con salvezza dei diritti dei vari lenders. Mi sembra l'unica opzione.

Ma taluni degli scenari descritti non sono molto lontani da vicende domestiche, che non intendo trascurare, per quanto fuori tema.

Lei scrive molto bene, ma e' stata eccessivamente...limitata nel definire ambito e scope..'Corruption Is Seen as a Drain on Italy’s South'. Cosa sono? 150 millenni per due chilometri di autostrada?

www.nytimes.com/2012/10/08/world/europe/in-italy-calabria-is-drained-by-corruption.html

L'idea di utilizzare ragazzi armati di smartphone mi ha ricordato un autore letto qualche anno fa:

"Simple exhortations to “do better” are of little use to resource-strapped administrators faced with difficult tasks. Nor are the various gimmicks or quick fixes that seem to come easily to the minds of clever policy designers of much use in resolving tax administration problems". (l'enfasi è mia).

Sarei curioso di sapere cosa ne pensa R. Bird di questa proposta.

La grecia non dovrebbe, piu che uscire dall'euro, uscire da un'unione economica che le impedisce di difendere una dignitosa redistribuzione del reddito,a causa della totale mobilità delle merci e dei capitali? E' chiaro che i greci siano poveri, e lo diventaranno, sia nell'euro che fuori dall'euro. Ma dentro l'euro, e quindi dentro l'unione europea, sono costretti a mettere in competizione il lavoro greco con quello tunisino o algerino essendo le produzioni tunisine algerine e greche molto simili. Ma il lavoro greco è molto piu caro, quindi i prodotti nazionali costerebbero troppo e i greci preferirebbero i prodotti d'importazione. Allo stesso tempo le imprese nazionali non vendendo licenzierebbero e riallineerebbero il costo del lavoro greco con quello dei competiri. Ma a questo punto si innesca la crisi umanitaria. Un costo del lavoro troppo basso rende i prodotti greci competitivi nell'export verso i paesi ricchi europei, ma impedisce ai cittadinoi lavoratori greci di poter consumare i prodotti stessi che essi producono, ed essendo il valore aggiunto gia molto basso, una quota piccola di reddito da lavoro di un valore aggiunto basso è una miseria. Non so se mi sono spiegato bene. Grazie a tutti, Ciao.

PS: per chiarire : chiudendo il proprio mercato la grecia potrebbe redistribuire il reddito prodotto verso le classi piu povere, visto che una bassa quota salari su un valore aggiunto alto (come in germania) restituisce un reddito da lavoro decente per vivere, mentre una bass quota salari su un valore aggiunto basso da un reddito non sufficiente. Visto che in Grecia non sono in gredo di aumentare la qulità dei loro prodotti, bisognerebbe forzare traminte politiche pubbliche e chiusura dei mercati esteri una quota salari piu alta. E' questo il motivo per cui sono in rovina, secondo me. Hanno una quota salari troppo alta rispetto al valore aggiunto che il mercato internazionale riconosce ai loro prodotti.

Le sfugge forse che :

1. la Grecia NON HA produzioni industriali di rilievo

2. Chiudere significa subire chiusure dagli altri (leggasi dazi)

3. Le reti produttive e tecnologiche del 2015 sono leggermente diverse dalle visioni autarchico-bucoliche che hanno già efficacemente dimostrato di non funzionare ai tempi del fascismo.

Quello che lei propone  in due parole è : dato che non sono in grado di essere moderni facciamoli tornare a 150 anni fa, vita media di 40 anni compresa (che le tecnologie sanitarie costano e parecchio). 

Al confronto la troika è un ente di assistenza 

"il maestro oggi ha detto che sono il migliore dei bocciati!"

per la Grecia ci sono esempi prossimi e recenti di economie chiuse: lo era l'Albania fino a poco tempo fa, in grado massimo. non doveva competere  con nessuno e da ciò ricavavano  la propria proverbiale ricchezza :-)

avevano però la sovranità monetaria, i beni tutti a km zero e piena proprietà sulle donne.

Roger, per favore leggi prima questo Krugman d'annata, poi riparliamo dei vantaggi dell'autarchia Se non hai voglia di leggerlo tutto tieni a mente questa frase:

 

In ogni caso, la percentuale di crescita degli standard di vita essenzialmente uguaglia la percentuale di crescita della produttività nazionale, non la produttività relativamente ai concorrenti, ma semplicemente la produttività nazionale. Anche se il commercio mondiale è oggi più sviluppato di quanto non sia mai stato, gli standard di vita nazionali sono grandemente determinati da fattori nazionali piuttosto che dalla competizione nei mercati mondiali.

 

Se la Grecia (o l'Italia) non aumenta la produttività è destinata a star male, indipendentemente da quanto si apra o si chiuda.

Sul fatto poi che l'apertura dell'economia implichi l'impossibilità di politiche redistributive, non so proprio da dove venga questa idea, che pure vedo ripetuta a iosa. Dal punto di vista teorico è chiaro che non è così. La redistribuzione pone limiti alla quantità di reddito che può essere prodotto a causa dei disincentivi che crea, ma questo è vero tanto in una economia aperta quanto in una economia chiusa. Dal punto di vista empirico, nelle economie aperte moderne la redistribuzione è massiccia, per esempio dai giovani ai vecchi. Magari uno può essere insoddisfatto di come viene fatta. Ma se la redistribuzione si fa troppo poco, o troppo, o nella direzione sbagliata o chessoio il problema è di politica interna, non di apertura nell'economia.  Per esempio, Renzi ha deciso di dare 80 euro mensili in più ai dipendenti con reddito tra 8mila e 24mila euro. Poteva darli a chi aveva tra 0 e 8mila euro, oppure poteva eliminare l'IRAP per il 2014, oppure tante altre cose.  La sua scelta è stata dettata da ragioni politiche interne. L'apertura dell'economia italiana non è certo stata un impedimento.

Non è uno scherzo.

li chiederanno anche a noi?

non ha mica torto.

che Tsipras rivendichi antichità sottratte dai tedeschi ... almeno, dall'articolo linkato non risulta.

questo commento phastidioso:

phastidio.net/2015/03/11/la-rupe-ateniese/

non supera gli stress test(s) Made in USA. Niente distribuzione dei dividendi. Che dannata sfortuna.

www.reuters.com/article/2015/01/06/us-eurozone-greece-banking-exposure-idUSKBN0KE16H20150106

 

Adoro le teorie(dei giochi) ben riuscite (Ernest Smith)

Questo post mi sembra molto di parte !

Tsipras e' arrivato al potere da poco piuì di un mese ed ha chiesto aiuto all'Europa che con atteggiamenti alla Shilock non vuole concedere nulla.

I problemi della Gracia li hanno creati i governi della destra che non ha saputo poi risolverli salvo scaricare sui piu' deboli i sacrifici.

Come ha detto ieri Varufakis a Cernobbio qui siamo di fronte al fatto che la Grecia era gia' fallita nel 2010 ma che l'Europa per salvare le banche tedesche, francesi ecc.. non ha voluto ammetterlo permettendo a loro di scaricare le loro sofferenze sui conti pubblici europei.

Ora la Grecia non ha altra soluzione che uscire dall'euro ma ha bisogno almeno qualche mese per organizzarsi e l'Europa non vuole dare a loro nemmeno questo tempo !

Con riferimento agli ultimi post di Boldrin, avevo chiesto di confutare le tesi di Bagnai qui indicate ma salvo una risposta non confrontabile non c'e' stata da parte sua e dei commentatori di NfA nessun altra risposta.

 http://goofynomics.blogspot.it/2015/01/cosa-sapete-della-grecia-fact-checking.html

Cioè la Grecia vuole uscire dall'€ (e fino a qui, fatti loro) ma pure tenersi i soldi che altri paesi gli hanno prestato (e questo si chiama furto ) e pretenderebbe pure di essere aiutata dai derubati nel frattempo per finanziare il Grexit? E in base a quale principio, di grazia?

Comunque, se la Grecia voleva fallire e andarsene dalla Ue nel 2010 poteva farlo. I paesi europei se ne sarebbero fatti una ragione. I tedeschi, soprattutto.

E se vuole farlo oggi, si accomodi. Alcuni milioni di europei sventoleranno il fazzoletto.

Questo post mi e' stato segnalato da un amico. Questa la mia risposta, a lui, e se posso accedere anche a voi:

 Quando parlavo di disinformazione sistematica ai danni di Tsipras parlavo di TV e carta stampata, ma questo post di NFA e' proprio fuffa. 

La misura e' vera, anche se presentata nella luce peggiore possibile, e la fonte originale dovrebbe essere questa:

im.ft-static.com/content/images/4e4b2122-c40f-11e4-a02e-00144feab7de.pdf

(fine della pagina 4 e inizio della 5). 

Dico "dovrebbe" perche' anche questo e' un leak, ma sembra verosimilmente proprio la lettera inviata dal Governo greco all'eurogruppo venerdi' 6 marzo. Non sembra si parli di telefonini, quanto piuttosto di microspie audio e video da "installare" su gente scelta casualmente (studenti, casalinghe e turisti sono solo esempi) dopo un addestramento all'uso. Contando su un effetto deterrente simile a quello delle telecamere di sorveglianza. Valuta tu se e' proprio tanto insensata.

 Solo che l'utente brighella di NFA afferma testualmente "quella citata non e' una delle tante proposte fatte dal governo per far fronte alla piaga dell'evasione in Grecia. E' l'*unica* proposta." Evidentemente non ha letto la pagina 1, dove il Governo greco scrive chiaramente "Please find attached a document regarding seven of the reforms included in our 'first list' [sottomessa fra il 20 e il 24 febbraio, NdTRu], outlined here in some detail...", evidentemente 7 punti, su N, su cui erano state sollevate perplessita' e richiesti chiarimenti, mentre gli N erano stati complessivamente giudicati dall'Eurogruppo "sufficiently comprehensive to be a valid starting point for a successful conclusioni of the review" to be "further specified and then agreed with the institutions by the end of April". 

 Quanti e quali siano gli N punti presentati all'Eurogruppo non lo sappiamo (neesun leak in merito), anche se evidentemente c'e' abbastanza polpa da richiedere 2 mesi di messa a punto: ti pare credibile che gli ultimi due virgolettati, scritti dai Ministri delle Finanze riuniti (tant'e' che il Governo greco li quota), si riferissero ai soli 7 punti analizzati con tanta saccenza e sufficienza dal brighella?

 Diro' di piu': a rileggere i 7 punti presi in esame da NFA, sembra proprio che si tratti di cinque punti abbastanza marginali, che probabilmente nella 'first list' presentata fra il 20 e il 24 febbraio erano appena accennati proprio per la loro marginalita', e quindi hanno suscitato richieste di chiarimenti; e due (il 4 e il 7) su cui sono state richieste precisazioni (vedi le struttura Q&A dei punto 4 e 6, dove sembra proprio che le Q siano state poste dai Ministri dell'Eurogruppo). Ho partecipato ad abbastanza riunioni di carattere simile (anche se su scala minore) per sapere che la maggior parte del tempo se ne va non ad esaminare le questioni piu' importanti, ma questioni secondarie che qualcuno non ha capito bene (e in cui magari sospetta una polpetta avvelenata). Se nella 'first list' comparivano punti come "rientro dei capitali", "patrimoniale", "tassazione degli armatori con misure punitive per lo spostamento della sede all'estero", sicuramente i Ministri sapevano perfettamente di che si trattava, ed hanno rinviato la discussione dei dettagli ai successivi incontri tecnici. Insomma, il brighella di NFA ha analizzato sette proposte, di cui 5 marginali e 2 parziali, come se fossero *tutto* il piano. Ovvio che concluda che e' insufficiente.

 Farebbe bene a dimostrare la sua onesta' intellettuale riconoscendo la cantonata.

Premetto che non e` un commento 'contro' cio` che lei dice, ma semplicemente descrive come ho letto io la successione di eventi.

 

A quanto ho capito io (e che mi sembra la successione piu` verosimile), non c'e` stata una cantonata da parte di brighella, perche` la lista del 20 febbraio e i 7 punti di inizio marzo sono cose diverse, credo.

 

Il 20 febbraio viene presentata una 'lista della spesa', che a quanto ho capito e` sintetizzata qui:

 

24o.it/links/=http://24o.it/M5jRwN&from=Grecia%2C+via+libera+dell%E2%80%99Eurogruppo+al+piano+di+riforme.+I+dubbi+di+Bce+e++Fmi

 

La lista viene accettata perche` va nella direzione giusta, e viene chiesto un programma in punti. Che, a quanto ho capito, vuol dire "tradurre in azioni concrete l'etereo concetto di 'lotta all'evasione', ad esempio".

 

Dopo questo, a inizio marzo arrivano i famigerati sette punti, che sono appunto la 'calata pratica' di 7 degli N punti di impegno. Questo doveva essere -- credo -- il primo step nelle negoziazioni, ed e` stato accolto con scetticismo a Bruxelles. E qui si inserisce il commento di brighella, condivisibile o no.

 

PS: io vivo in Svizzera tra colleghi tedeschi. Se lei crede che la stampa e TV italiana siano 'contro' la Grecia, dovrebbe sentire qui...

Capisco sia un hobby, pero' almeno un minimo di sforzo per fare bene almeno alla prima apparizione, ce lo poteva mettere, no? Con quello che ha scritto non vale nemmeno la pena di avvisare Brighella di replicare ...

Allegoricamente/metaforicamente

 

"Les republiques qui se sont maintenuës en un estat reglé et bien policé, comme la Cretense ou Lacedemonienne, elles n'ont pas faict grand compte d'orateurs." "l'eloquence a fleury le plus à Rome lors que les affaires ont esté en plus mauvais estat, et que l'orage des guerres civiles les agitoit" (Montaigne, Essais I, 51, p.292 s).

 

In 'codice binari0': Maxwell vs. Antani/Conte Mascetti o affabulatori. Mi pare evidente. Lei davvero chiede al Dott. Brighella di commentare cosa? Provi a farsi un tour nel Peloponneso,   magari in automobile, (ma anche solo ad, andare, neppure mutatis  mutandis, ad RC in automobile, oppure a Cortina d'Ampezzo, dove e' mancata l'energia elettrica). Le ricordo, poi, quanto dichiarato da responsabili del sistema ferroviario Greco su numero ed efficienza del relativo servizio di trasporti (non parliamo di KPIs..). Il tema, in breve, e' ben diverso, ed e' affrontato ad altro (ed Alto) livello in altra sede (cfr. Zingales, Bruegel think tank, ma anche Spinelli, Amartya Kumar Sen, taluni amici Francesi MIT etc.)

In addition to this, si chieda anche dove insegnano (e perche') e quanto siano bravi i Professori che pubblicano qui. Personalmente, ho amici di origine Italiana che insegnano ad HEC, Oxford, altre localita' tutte proprio nei pressi del Rubicone...Why?

Fuor di metafora, il percorso e' arduo, e non ci si puo' rivolgere a Professionisti con la Capital P con il termine 'cantonata'. Personalmente, ho gia' scritto quello che penso sulla Grecia (ossia che sia stato un errore farla entrare), ma considero un bene in se' talune delle cose che dovrebbero essere fatte per dare spazio ai bravi ed ai talenti contro il rent-seeking e le barriere all'ingresso.

'onesta' intellettuale'....Si legga il CV del Dott. Brighella...

nel commento dell'utente.

Ho visto solo ora il commento. Esso mi pare abbastanza confuso e quindi non credo che i lettori possano trarre particolare vantaggio da un debunking del debunking. C'è però un aspetto, sottolineato dall'utente, che credo sia utile chiarire e che può legittimamente aver creato confusione.

Nel testo dico: "quella citata non e' una delle tante proposte fatte dal governo per far fronte alla piaga dell'evasione in Grecia. E' l'unica proposta." Con ciò non volevo chiaramente dire che mai l'attuale governo greco avesse fatto in altri documenti proposte, per quanto vaghe, di "riforme" nel campo dell'evasione fiscale. L'aggettivo "unica" si riferiva specificamente al documento di cui trattavo, cioè al documento citato nel titolo, nel sommario, e nel link (proprio a fini di trasparenza avevo riportato il link a tutto il documento, cosa di cui l'utente non sembra essersi accorto in quanto riporta nuovamente, e in tono dubitativo, il medesimo link nel suo commento). Che mi riferissi a quel documento mi sembrava implicito nel testo. Però, in effetti, questo aspetto poteva forse non risultare così evidente, ed è bene quindi che io lo ribadisca, qui, in modo esplicito.

La lettera di cui mi occupo nel post non è ovviamente una lettera qualsiasi. Essa e' la prima lettera  che contiene indicazioni di dettaglio spedite dalla Grecia all'Eurogruppo dopo gli incontri di fine febbraio. E' quindi una lettera  tutt'altro che marginale per comprendere il tono e l'impostazione delle negoziazioni. Per spiegare meglio il punto, facciamo un passo indietro.

A fine febbraio il nuovo governo greco si era incontrato con gli altri paesi europei con lo scopo di rinegoziare gli accordi precedenti. Come tutti sanno quegli incontri non sfociarono in una soluzione definitiva. Piuttosto, si concordò che le autorità greche avrebbero redatto nel giro di un weekend o poco più una "prima lista" di riforme, a cui dovevano poi fare seguito proposte dettagliate da sottoporre, entro fine aprile (manca solo un mese ormai...), alle "istituzioni". Era chiaro fin da subito che, avendo a disposizione solo pochi giorni di tempo, il nuovo governo (che, nel frattempo, aveva pure cambiato un buon numero di "tecnici" nei misteri) non sarebbe stato nelle condizioni materiali di fornire una lista dettaglita di riforme. Ed infatti così non fu.

Come previsto da tutti i partecipanti, la "first list" presentata dal governo greco il 24 febbraio risultò assolutamente generica. Non è vero che di questa lista non ci siano stati leak, anzi, il contenuto della lettera è stato riportato da tutte le principali agenzie di stampa. Fra i tanti, ecco per esempio l'articolo del Corriere della Sera (scusate, ma non ho tempo di tradurre in italiano il testo). Come detto, il punto principale da sottolineare è che questa "first list" era assolutamente generica, tutti lo sapevano, e tutti se lo aspettavano. Il modo in cui l'utente ricostruisce la reazione, in ambito internazionale, a questa "first list" appare assolutamente arbitrario e fuorviante. L'utente sembra suggerire che, su "N punti", la first list fosse stata giudicata chiara e esaustiva, e che quindi la prima lettera di dettaglio, quella cioè di cui mi occupo nel post, trattasse solo di elementi su cui erano state poste Q(&A) marginali e ipotetiche (ipotetiche nel senso che tutto questo è puramente ipotizzato dall'utente). La mia esperienza con gli incontri internazionali di alto livello, che trattano di queste questioni, mi suggerisce cose indubbiamente molto diverse da quella dell'utente. La prima è l'attenzione alle parole contenute negli comunicati stampa ufficiali. In particolare, il comunicato dell'Eurogruppo dice che la lista è "comprehensive", non che è "specific".  Il diavolo sta nei dettagli.

Nel gioco degli equilibrismi dei comunicati stampa, "comprehensive" va preso proprio in senso letterale. Vuole sostanzialmente dire che i titoli in cui il documento è organizzato toccano una gamma giudicata sufficientemente ampia di temi generali. Ma i dettagli sono un'altra cosa. Un discorso è dire "renderò la pubblica amministrazione più efficiente", e un discorso è specificare come lo si vuol fare (per esempio uno può provarlo a fare mettendo per ultima, strategicamente, la digitalizzazione...). Questo punto dovrebbe essere particolarmente chiaro in un paese, come l'Italia, che soffre di "annuncite" e di leggi generiche approvate ma mai applicate.

Come dicevo, il giudizio sulla vaghezza della first list si rintraccia nell'uso di "comprehensive", invece che di "specific", e nell'ulteriore chiarimento che si tratta solo di uno "starting point". Il giudizio di generalizzata genericità, se mi si passa l'espressione, della first list è chiarito ancor meglio dal comunicato ufficiale dell'IMF: "Sebbene la lista delle autorità sia comprehensive, essa è in generale non molto specific, cosa che forse è da attendersi considerato che il governo è appena entrato in carica. In alcune aree, come la lotta all'evasione e alla corruzione, sono incoraggiata da ciò che appare essere una più forte determinazione da parte delle nuove autorità di Atene, e non vediamo l'ora di sapere di più riguardo ai loro piani". Nel mondo di pillole indorate, di cui sono costituiti i comunicati stampa di inizio contrattazione, questo si traduce in: Mi fa piacere che il governo scriva (si veda link al Corriere) che la Grecia "modernizzerà il suo sistema di tassazione" e che "renderà una priorità nazionale la lotta alla corruzione", però aspetto di vedere come, nel dettaglio, volete fare tutto ciò, in quanto finora di dettagli non se ne sono visti granché.

Ecco, appunto, i dettagli. I primi dettagli sono stati presentati nella lettera che ho commentato nel post.

Non credo ci sia bisogno che mi soffermi su quanto questi primi dettagli siano stati importanti per confermare ai partner europei, e alle "istituzioni", che aria tirava. Il clima di gelo di queste settimane ne è l'indicazione. Lo stallo, dopo questa "lettera di primi dettagli" è evidente. E' molto probabile che altre lettere ufficiali con "dettagli" di riforme non siano proprio state più inviate. L'unica lettera ufficiale inviata nel frattempo, e di cui si ha notizia, contiene sostanzialmente una richiesta del governo greco di sbloccare alcuni strumenti di liquidità/finanziamento.

Arriveranno altre lettere di dettaglio? Conterranno alcune proposte che non siano ridicole, o sensate ma marginali?

Io credo proprio di sì. Il motivo è semplice. Se il governo greco non lo facesse, vorrebbe dire che avrebbe rinunciato a qualsiasi possibilità di ottenere i finanziamenti internazionali. Ormai sarà evidente anche a Tsipras che, dall'altra parte del tavolo, ha partner sì pazienti, pronti a scrivere comunicati stampa zuccherini (che rafforzano l'interlocutore, cioè Tsipras, agli occhi degli elettori greci), ma che nondimeno sono partner che non bluffano. Qualcosa di sensato lo dovrà quindi tirar fuori dal cappello. Basterà? Non resta che attendere per scoprirlo.

PS: Qualsiasi ricostruzione parzialmente alternativa (di ricostruzioni totalmente alternative dubito ve ne siano)  dei fatti che ho raccontato è bene accetta, se fondata. Se qualcuno conoscesse altri leak (ampiamente diffusi da giornali e agenzie di stampa affidabili) ne faccia menzione. Senza cadere nel complottismo, però, e soprattutto senza inventarsi mondi immaginari.

Oggi sullo Spiegel un'autorevole esponente della SPD, al governo in coalizione in Germania riapre la questione. Sono perplesso perchè secondo me il momento per sollevare il problema sarebbe stato quello dell'adesione della Grecia alla UE (1981): se c'erano delle pendenze con uno Stato Membro sarebbe stato opportuno regolarle prima dell'adesione.

Fino al 1989 la Germania semplicemente non esisteva, ma esistevano due entità distinte (Est e Ovest), per quanto assurdo possa sembrare tutto era regolato dal Trattato di pace imposto alla Germania, separazione e occupazione compresa.
Quando nel 1991 (a memoria) si è riunificata ufficialmente la Germania si è dovuto modificare il Trattato di pace, in quell'occasione si è anche ufficializzata la rinuncia ai "danni di guerra", che diverse nazioni avevano già fatto unilateralmente.
Quindi nel 1981 la Grecia non poteva "rinunciare ai danni di guerra verso la Germania", semplicemente perchè la Germania non esisteva.

Trasmessoci da Jean Quatremer, decano dei giornalisti stranieri a Bruxelles.

Cito dal TImes on line di oggi

 

Mr Tsipras says that Greece’s bailout programme failed, but the goal of the programme was not to guarantee Greek citizens a certain standard of living: it was to restore Greece’s market access. On this basis, the programme was succeeding. The Greek government was able to issue bonds last year and Greek banks were able to issue shares.