Ritorna la rubrica dopo un lungo iato elettorale. Questa settimana: opinione pubblica in Europa; la strategicità dei supermercati; elezioni locali e potere economico; le elezioni islandesi; chi paga le tasse sulle imprese?; il dibattito Bisin-Fassina
Buona lettura e buon fine settimana.
- Il sito Monkey Cage, gestito da scienziati politici, riassume i dati di un sondaggio di Pew sull'opinione pubblica europea (il rapporto completo lo trovate qui). È da osservare l'ampio supporto che esiste quasi ovunque ai tagli alla spesa pubblica. Su questo però è opportuno un importante avvertimento: tipicamente il consenso ai tagli alla spesa è alto quando la domanda è generica, come in questo caso, mentre tende a evaporare quando si chiede consenso a tagli specifici. È quasi certo che se la domanda fosse stata ''volete tagliare la spesa pensionistica [o qualunque altro tipo]?'' il grado di consenso sarebbe stato molto più basso. Resta comunque molto divertente il fatto che italiani e tedeschi siano d'accordo su quale è il paese che merita maggior fiducia (la Germania) e quello che merita minor fiducia (l'Italia, ma i tedeschi sono così gentili da aggiungere la Grecia a pari [de]merito).
- Mario Seminerio commenta la notizia dell'investimento del Fondo Strategico Italiano in supermercati. Il FSI è un braccio della Cassa Depositi e Prestiti (e quindi del Tesoro, anche se persiste la finzione giuridica che CDP sia privata), e come c'era da attendersi anziché servire a promuovere innovazione serve ai politici e agli amici dei politici. Lo vogliamo dire anche se è antipatico? Lo diciamo: noi l'avevamo detto.
- Un fenomeno emerso in Italia negli ultimi decenni è quello del ''capitalismo municipale''. In sostanza, anziché effettivamente privatizzare molte imprese pubbliche si è passati a un modello in cui i privati contribuiscono parte del capitale ma il controllo resta pubblico, anche se spesso passa agli enti locali anziché allo stato centrale. Le fondazioni bancarie e alcune grosse utilities sono gli esempi più importanti. La conseguenza è che il controllo degli enti locali è diventato una pedina importante per il controllo del potere economico pubblico. Un articolo di Alessandro Da Rold de Linkiesta racconta qual è la reale posta in gioco nelle elezioni amministrative di fine maggio.
- Anche se con un po' di ritardo segnalo questo articolo di approfondimento sulle elezioni islandesi di fine aprile sul sito World Elections. La sinistra, che andò per la prima volta al potere dopo la crisi finanziaria, ha perso e il potere è tornato ai conservatori. Ma perché la sinistra era impopolare? Secondo il pezzo di analisi ''The left-wing government has been criticized for being too friendly to the IMF and foreign interests, not preoccupying itself enough with the country’s living conditions.'' Lo ammetto, pensando alla marea di cazzate che si dicono in Italia sugli eroici islandesi che si sono opposti al capitalismo sono scoppiato a ridere.
- Un articolo di Chris Dillow richiama un po' di evidenza empirica sull'incidenza delle tasse sui profitti delle imprese. Conoscevo gli argomenti teorici, ma ignoravo che l'evidenza empirica sul fatto che la tassa viene traslata in grossa misura sul lavoro fosse così forte (vedere anche qui). Chris si chiede come reagire a questa evidenza ''da sinistra'', e le proposte che fa mi pare non convincano appieno nemmeno lui (la battuta ''nationalizing companies so that the state can grab their profits might be like buying an airline to get free hot towels'' è decisamente divertente). I lettori possono segnalare lavori sull'incidenza delle tasse sulle imprese in Italia?
- Segnaliamo infine un interessante dibattito fra un "moderno uomo di governo di orientamento socialista" ed un "liberista non dogmatico".
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Bentornata ad una delle mie rubriche preferite.
In attesa di leggere approfonditamente una domandina al volo:
esistono gli scienziati "politici" ??? O - O
Divertente anche notare che:
1 Per i polacchi la Germania è sia il paese "more trustwhorty" sia il paese "least trustwhorty". Ne sono ossessionati !
2 Ogni popolo ritiene il proprio paese il più "compassionate"
3 I greci ritengono se stessi i più degni di fiducia !!! In genere mi piacciono i greci ma mi ha sempre fatto sorridere il loro sovrastimarsi sempre, a dispetto di ogni evidenza.
PS
Anche i tedeschi si ritengono i più degni di fiducia, ma non è sovrastima quella. Solo la loro "classica" arroganza (mitigata dal fatto che, probabilmente, hanno ragione).
Più che altro esistono i bloggers pigri che traducono pedissequamente ''political scientist''. :-)
Anche io avevo notato che ciascuno pensa di essere il più compassionate. È un po' la storia che tutti pensano di guidare meglio della media :-)