Letture per il fine settimana, 18-5-2013

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Ritorna la rubrica dopo un lungo iato elettorale. Questa settimana: opinione pubblica in Europa; la strategicità dei supermercati; elezioni locali e potere economico; le elezioni islandesi; chi paga le tasse sulle imprese?; il dibattito Bisin-Fassina

Buona lettura e buon fine settimana.

  • Il sito Monkey Cage, gestito da scienziati politici, riassume i dati di un sondaggio di Pew sull'opinione pubblica europea (il rapporto completo lo trovate qui). È da osservare l'ampio supporto che esiste quasi ovunque ai tagli alla spesa pubblica. Su questo però è opportuno un importante avvertimento: tipicamente il consenso ai tagli alla spesa è alto quando la domanda è generica, come in questo caso, mentre tende a evaporare quando si chiede consenso a tagli specifici. È quasi certo che se la domanda fosse stata ''volete tagliare la spesa pensionistica [o qualunque altro tipo]?'' il grado di consenso sarebbe stato molto più basso. Resta comunque molto divertente il fatto che italiani e tedeschi siano d'accordo su quale è il paese che merita maggior fiducia (la Germania) e quello che merita minor fiducia (l'Italia, ma i tedeschi sono così gentili da aggiungere la Grecia a pari [de]merito).
  • Mario Seminerio commenta la notizia dell'investimento del Fondo Strategico Italiano in supermercati. Il FSI è un braccio della Cassa Depositi e Prestiti (e quindi del Tesoro, anche se persiste la finzione giuridica che CDP sia privata), e come c'era da attendersi anziché servire a promuovere innovazione serve ai politici e agli amici dei politici. Lo vogliamo dire anche se è antipatico? Lo diciamo: noi l'avevamo detto.
  • Un fenomeno emerso in Italia negli ultimi decenni è quello del ''capitalismo municipale''. In sostanza, anziché effettivamente privatizzare molte imprese pubbliche si è passati a un modello in cui i privati contribuiscono parte del capitale ma il controllo resta pubblico, anche se spesso passa agli enti locali anziché allo stato centrale. Le fondazioni bancarie e alcune grosse utilities sono gli esempi più importanti. La conseguenza è che il controllo degli enti locali è diventato una pedina importante per il controllo del potere economico pubblico. Un articolo di Alessandro Da Rold de Linkiesta racconta qual è la reale posta in gioco nelle elezioni amministrative di fine maggio.
  • Anche se con un po' di ritardo segnalo questo articolo di approfondimento sulle elezioni islandesi di fine aprile sul sito World Elections. La sinistra, che andò per la prima volta al potere dopo la crisi finanziaria, ha perso e il potere è tornato ai conservatori. Ma perché la sinistra era impopolare? Secondo il pezzo di analisi ''The left-wing government has been criticized for being too friendly to the IMF and foreign interests, not preoccupying itself enough with the country’s living conditions.'' Lo ammetto, pensando alla marea di cazzate che si dicono in Italia sugli eroici islandesi che si sono opposti al capitalismo sono scoppiato a ridere. 
  • Un articolo di Chris Dillow richiama un po' di evidenza empirica sull'incidenza delle tasse sui profitti delle imprese. Conoscevo gli argomenti teorici, ma ignoravo che l'evidenza empirica sul fatto che la tassa viene traslata in grossa misura sul lavoro fosse così forte (vedere anche qui). Chris si chiede come reagire a questa evidenza ''da sinistra'', e le proposte che fa mi pare non convincano appieno nemmeno lui (la battuta ''nationalizing companies so that the state can grab their profits might be like buying an airline to get free hot towels'' è decisamente divertente). I lettori possono segnalare lavori sull'incidenza delle tasse sulle imprese in Italia? 
  • Segnaliamo infine un interessante dibattito fra un "moderno uomo di governo di orientamento socialista" ed un "liberista non dogmatico".
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Commenti

Ci sono 30 commenti

Bentornata ad una delle mie rubriche preferite.

In attesa di leggere approfonditamente una domandina al volo:

esistono gli scienziati "politici" ??? O - O

 

 

Resta comunque molto divertente il fatto che italiani e tedeschi siano d'accordo su quale è il paese che merita maggior fiducia (la Germania) e quello che merita minor fiducia (l'Italia, ma i tedeschi sono così gentili da aggiungere la Grecia a pari [de]merito).

 

Divertente anche notare che:

1 Per i polacchi la Germania è sia il paese "more trustwhorty" sia il paese "least trustwhorty". Ne sono ossessionati !

2 Ogni popolo ritiene il proprio paese il più "compassionate"

3 I greci ritengono se stessi i più degni di fiducia !!! In genere mi piacciono i greci ma mi ha sempre fatto sorridere il loro sovrastimarsi sempre, a dispetto di ogni evidenza.

PS

Anche i tedeschi si ritengono i più degni di fiducia, ma non è sovrastima quella. Solo la loro "classica" arroganza (mitigata dal fatto che, probabilmente, hanno ragione).

 

esistono gli scienziati "politici" ??? O - O

 

Più che altro esistono i bloggers pigri che traducono pedissequamente ''political scientist''. :-)

Anche io avevo notato che ciascuno pensa di essere il più compassionate. È un po' la storia che tutti pensano di guidare meglio della media :-)

 

notizia dell'investimento del Fondo Strategico Italiano in supermercati

 

Come da titolo del libro del commercialista di Sondrio (e da cui è "nata" appunto l'abominevole creatura finanziaria qui in questione): quando hai a che fare con certa gente, non puoi far altro che aspettarti e meritarti questo.

Ringraziamo quegli italiani che li hanno votati ancora, ma forse mi sbaglio io. Loro vogliono un Paese così, nonostante non funzioni.

 

Ringraziamo quegli italiani che li hanno votati ancora

 

Agli elettori bisogna proporre alternative valide e convincenti.

Io continuo a parlare con persone che mi dicono che fino all'affaire Giannino pensavano di votare per Fare e dopo hanno cambiato idea. Un paio mi hanno fatto notare come la cosa sia stata per loro abbastanza transitoria, nel senso che si erano convinti il giorno prima, dopo aver ascoltato il discorso del "Taci Miserabile", per poi rifuggire abbastanza nauseati il giorno dopo.

Ve la propongo io una bella lettura per il fine settimana, specialmente indirizzata al professor Bisin, visto che si tratta di un articolo del NYT e lui insegna nella NYU. Il titolo è evocativo ed esplicito quindi non credo di dover spiegare di cosa si tratti.
How austerity kills
Buona lettura.

Quando ho visto che uno degli argomenti usati è il tasso di suicidi, ho pensato immediatamente che era pura spazzatura, prima di tutto è impossibile valutare in modo realistico se non, molto difficilmente per singolo caso la causa di un suicidio, secondo se si guardano i dati OCSE sul tasso di suicidi nelle varie nazioni EVIDENTEMENTE l'austerità di un paese è un fattore irrilevante.

afterfindus.files.wordpress.com/2011/01/suicidi1.jpg

Forse qualcuno è convinto che il Giappone o l' Ungheria siano casi di nazioni"austere" ? Forse l'idea è che la spesa pubblica parassitaria crea dipendenza e la crescita drogata da interventismo insostenibile illude troppe persone di essere gli artefici del proprio successo, quando si ritorna con i piedi per terra chi fallisce perchè il suo successo no aveva basi reali e solide può crollare, ma la colpa è di chi lo ha illuso, non del fatto che alla fine non esistono pasti gratis e i conti si debbono sempre pagare. I nemici dell'austerità troppo spesso sono solo persone che si illudono di poter rinviare la resa dei conti, andiamo avanti a buttare soldi nel cesso, quando ci sarà da pagare speriamo di non esserci più!

La spesa pubblica è aumentata, dove sarebbe l'austerity?

Quali sono le alternative dei detrattori dell'austerity? Quali sono le proposte? Aumentiamo ancora la spesa e la pressione fiscale (se è ancora possibile)?

In questo post parla di austerity: noisefromamerika.org/articolo/due-argomenti-fallaci-riguardo-politica-fiscale-italia-oggi-austerita-recessione

Fra i commenti del post ce ne è uno in cui accenna ai problemi sociali connessi ad una correzione dei conti pubblici in tempo di recessione, intitolato coesione sociale.

Austerity kills. Accettiamo la premessa. Di chi e' la colpa? Chi ci ha portato a questa situazione? Qui date la colpa al dottore che fa la diagnosi di cirrosi epatica dopo essere stati alcolizzati per 30 anni. 

 

l’intervento che abbiamo fatto per il pagamento dei debiti della Pa alle imprese significa riconoscere che per dare un impulso all’economia bisogna fare più debito e più deficit per rianimare l’economia. [...] la prima manovra anticiclica in tanti anni. Non rileva sul piano macroeconomico che sono soldi già dovuti.

 

In realtà quel debito si è creato con tempo quando i precedenti governi,  di CS e CD, hanno dilazionato i pagamenti alle imprese per sistemare i conti annuali, che sono basati sull'incassato e sul pagato. Se non pago quest'anno ma l'anno prossimo, sistemo un po' i conti di questo anno. Il prossimo si vedrà. Ed ogni anno la cosa si è ripetuta fino ad arrivare a 130 miliardi di debiti scaduti (secondo l'immancabile CGIA di Mestre).

Ma quale manovra anticiclica, Fassina? Quelli sono solo una parte dei soldi che lo stato doveva da tempo alle imprese, per lavori fatti, prodotti venduti alla PA. Come si fa a trasformare soldi dovuti e pagati in ritardo, in una manovra anticiclica? Forse che il non pagare i debiti prima (il furto) era considerata una manovra "pro-ciclica"?

La cosa non rileva sul piano macroeconomico?
Mah, credo che rilevi il numero di imprese fallite o costrette a chiudere.

 

Come si fa a trasformare soldi dovuti e pagati in ritardo, in una manovra anticiclica? Forse che il non pagare i debiti prima (il furto) era considerata una manovra "pro-ciclica"?

 

Beh, adesso il ciclo economico è in recessione,  mentre prima il ciclo era in "espansione" (per quel che nell'Italia dell'ultimo quindicennio significhi espansione economica, diciamo in espansione relativa rispetto ad adesso...).


Quindi il non pagare i debiti prima era una manovra anti-ciclica, cioè frenava la seppur debole espansione economica: ed in effetti è quel che si è verificato.