E se si votasse? Il Senato

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Proseguendo nella nostra analisi, rivolgiamo lo sguardo al Senato. A parte l'elettorato più vecchio, il Senato ha un sistema elettorale diverso da quello della Camera, e richiede una analisi a livello regionale. Cerchiamo quindi di capire quali sono gli scenari più probabili, guardando in dettaglio le varie regioni. La mia conclusione è che la situazione è di grossa incertezza. Se si votasse immediatamente, anche un moderato successo del partito di Fini, diciamo 5-6%, porterebbe alla sconfitta della coalizione di destra.

Riassumendo brevemente il sistema elettorale del Senato, ricordiamo che in questo caso i premi elettorali sono assegnati su base regionale. In ciascuna regione la coalizione che giunge prima ottiene il 55% dei seggi in palio nella regione. Anche le soglie di esclusione sono determinate a livello regionale; in breve, i partiti che si presentano da soli (probabilmente comunisti e grillini) devono ottenere almeno l'8% del voto regionale per ottenere senatori in una data regione, mentre i partiti che appartengono a coalizioni che superano il 20% devono ottenere solo il 3%. Si noti che questo implica che una eventuale alleanza di centro (Fini, Casini, Lombardo, Rutelli e altri minori) dovrà presentare una unica lista, dato che in moltissime regioni il consenso di tale coalizione è appunto tra l'8% e il 20%.

Dato che, anche in queste elezioni, appare abbastanza sicuro che la destra otterrà il premio di maggioranza alla Camera, la domanda principale è se il gioco dei premi di maggioranza regionali, insieme alla presumibile distribuzione territoriale del voto, darà la maggioranza alla destra anche al Senato. Quindi la parte più importante dell'esercizio è cercare di capire quanti seggi la destra è in grado di ottenere in ciascuna regione. Per il resto della disussione sarà utile fare riferimento a questa tabella, che riporta le percentuali ottenute da ciascuna alle elezioni del 13 e 14 aprile 2008 nelle 17 regioni in cui vige il ''porcellum'' (sono escluse Trentino-AA, Val d'Aosta e Molise).

Voto 2008 Coal. destra Coal. sin. Sini. Arc. UDC Storace
PIEM47,538,23,35,32,7
LOMB55,132,03,24,21,6
VENETO54,431,62,25,71,7
FRIULI-VG48,536,13,06,02,4
LIGURIA44,143,13,53,82,3
EM-ROM36,649,43,84,62,1
TOSCANA34,450,55,14,22,4
UMBRIA36,746,43,16,03,0
MARCHE38,446,43,16,03,0
LAZIO44,241,43,34,83,2
ABRUZZI43,641,03,34,83,2
CAMPANIA51,133,92,76,91,5
PUGLIA47,736,02,97,81,8
BASILICATA37,044.63.46.62.0
CALABRIA44,636,63,37,91,9
SICILIA54,728,92,69,61,7
SARDEGNA43,740,43,35,60,0

Torneremo a questa tabella per cercare di ragionare su come possono essere assegnati i seggi al Senato in caso di voto immediato. E' difficile avere a disposizione sondaggi regionali, però possiamo usare le elezioni regionali del 2010, le elezioni europee del 2009 e i sondaggi nazionali per avere una qualche idea di quali sono i cambiamenti possibili. Direi che le seguenti tendenze sono state abbastanza visibili: 1) il centrosinistra come coalizione tende a essere stabile, dato che la debolezza del PD è compensata dalla forza di IdV e SeL. 2) il centrodestra appare in espansione nelle regioni del nord dove la Lega raccoglie maggiori consensi; tuttavia il PdL manifesta areee di debolezza al sud (si veda il risultato delle elezioni regionali pugliesi) che è probabile verranno accentuate dalla scissione di Fini.

I seggi anomali e le regioni piccole

Cominciamo prendendola un po' alla larga. Ci sono al Senato una serie di seggi (Trentino-Alto Adige, Molise, Val d'Aosta, Estero), per un totale di 16, che vengono assegnati in modo ''anomalo''. Per questi seggi mi limito ad assumere che, se si votasse ora, l'allocazione sarebbe la stessa che nel 2008. La situazione è questa.

 

Seggi

''anomali''

 
destra7
sinistra7
altri2

Gli ''altri'' qui sono gli autonomisti valdostani e un senatore del sudamerica, entrambi vagamenti riferibili al centro. L'ipotesi che i seggi restino gli stessi non è proprio pacifica, per alcuni di questi seggi il margine era abbastanza ridotto. Comunque al momento mi pare l'ipotesi migliore.

Le regioni ''piccole'' sono quelle in cui vengono aggiudicati tra 7 e 9 seggi, ossia Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Abruzzi, Basilicata, (7 seggi), Liguria, Marche (8 seggi) e Sardegna (9 seggi). Per queste regioni è più facile prevedere la ripartizione dei seggi perché la soglia di sbarramento dell'8% è di fatto irrilevante (bisogna comunque avere più dell'8% per aver seggi, dato che i seggi sono pochi) e perché sono necessarie forti differenze di voto (che tipicamente non si verificano) per avere qualcosa di diverso dalla ripartizione 4-3 (regioni a 7 seggi), 5-3 (regioni a 8 seggi) o 5-4 (regioni a 9 seggi).  Questa è stata la ripartizione dei seggi nel 2008.

Voto 2008destrasinistra
Abruzzi43
Basilicata34
Friuli VG43
Umbria34
Marche35
Liguria53
Sardegna54
TOTALE2726

Basilicata, Marche e Umbria sono regioni sicure per la sinistra, e finché perdura la forza della Lega, Friuli VG è sicuro per la destra. Le altre regioni  sono più incerte, con differenze abbastanza piccole tra le due coalizioni principali. Il centrosinistra ha perso le elezioni regionali sia in Abruzzi sia in Sardegna, mentre il Liguria ha vinto le regionali solo grazie all'alleanza con Rifondazione e UDC (che non potrà ripetersi alle politiche). E' chiaro però che il risultato del 2008 rappresenta un limite superiore per la destra. Anche se questa volta Storace starà nella coalizione di destra, basta che Fini porti via 3-4% dei voti per cambiare potenzialmente il risultato in ciascuna di queste tre regioni. Al contrario, la destra non sembra avere speranza di guadagnare alcun seggio. La mia previsione quindi è che in questo gruppo la destra perderà 1-2 seggi.

Le regioni grandi del nord

In Lombardia e Veneto il centrodestra vincerà sicuramente, e in Piemonte quasi sicuramente. Il PdL in queste regioni ha perso molto consenso nei confronti della Lega. La domanda è se la perdita di consenso si allargherà verso i partiti di centro, e se tale perdita più che compenserà l'avanzata della Lega. Però qui potrebbe giocare un ruolo una delle bizzarrie del porcellum, il cosidetto effetto soglia.

Prendiamo il cao della Lombardia. In questa regione ci sono 47 seggi in palio e il premio di maggioranza è pari a 26 seggi (55% dei seggi arrotondato). Alle ultime elezioni la destra ha preso il 55,1% dei voti. Quindi, direte voi, ha preso 26 seggi senza neanche bisogno del premio di maggioranza. Sbagliato. Il punto è che per la distribuzione dei seggi contano solo i voti ai partiti che superano la soglia dell'8%. Una buona percentuale di voti andarono dispersi da Sinistra Arcobaleno e UDC, dato che entrambi rimasero sotto la soglia. Alla fine solo la coalizione di sinistra, con il 32%, e la coalizione di destra, con il 55,1, parteciparono alla assegnazione dei seggi. Quindi la percentuale del PdL sui voti validi ai fini dell'assegnazione dei seggi fu 55,1/(55,1+32)=63,3%, e questo consentì alla destra di ottenere ben 30 seggi in Lombardia.

Questo significa che, anche se la coalizione PdL-Lega mantiene o migliora leggermente le percentuale del 2008 (o anche delle regionali del 2010) rischia di perdere seggi in Lombardia e Veneto se la nuova coalizione di centro supera l'8% in queste regioni. La seguente tabella mostra quale è stata la ripartizione dei seggi nel 2008 in Lombardia e quale sarebbe nel caso in cui si presentasse una lista UDC-Fini che spostasse il 4% dei voti dal PdL a tale lista.

 

Voti 2008

Lombardia

 
 

Seggi 2008

Lombardia

 
 

Voto con

ipotesi Fini 4%

 
 

Seggi con

ipotesi Fini 4%

 
destra55,12%3051,12%26
sinistra32,02%1732,02%17
centro4,22%08,22%4

Come vedete, perfino nella roccaforte del centrodestra un buon successo di Fini può fare parecchi danni. Un effetto simile può verificarsi in Veneto, ma su scala ridotta dato che ci sono meno seggi (24 in totale, premio di maggioranza 14). In Piemonte invece l'effetto non dovrebbe essere rilevante.

Riassumendo: nelle regioni grandi del nord la coalizione di destra ottenne nel 2008 un totale di 58 seggi (13 Piemonte, 30 Lombardia, 15 Veneto). Anche questo appare come un limite superiore difficile da superare. La coalizione dovrebbe confermare i seggi in Piemonte, perdere tra 2 e 4 seggi in Lombardia e perdere un seggio in Veneto, dove è probabile che la coalizione Fini-Casini superi l'8%. Un aiuto alla destra potrebbe arrivare dai grillini; a meno di eventi al momento imprevisti tale partito resterà sotto l'8% in ciascuna di queste regioni, quindi disperderà i voti e accrescerà i seggi che vanno al centrodestra. Comunque direi che si può ragionevolmente supporre che il centrodestra perderà almeno 2-3 seggi in questa area.  Il danno può essere maggiore se una lista Fini-Casini supera l'8% in Lombardia.

Le regioni ''rosse'' grandi e un riassunto della situazione

In Emilia-Romagna e Toscana ovviamente il premio di maggioranza andrà al centrosinistra, ma anche qui l'effetto soglia può fare scherzi strani. L'Emilia Romagna ha 21 seggi e un premio di maggioranza di 12.  La coalizione di centrosinistra prenderà i suoi 12, ma i restanti 9 potrebbero non andare tutti alla destra. Grillo ha preso il 7% alle regionali, per cui se aumenta dell'1% partecipa alla ripartizione dei seggi. L'UDC in questa regione è deboluccia, ma se Fini porta un 4% ce la fa pure la coalizione di centro. La sostanza è che in Emilia-Romagna il centrodestra rischia di perdere 1-2 seggi.

Per la Toscana le cose sono messe un po' meglio per la destra. Qui i seggi sono 18 e il premio è di 10. Alle ultime elezioni, per un meccanismo simile a quello della Lombardia, la sinistra prese più del premio, 11 seggi. In principio la destra può strappare un seggio, ma appare quasi impossibile, dato il buono stato di salute mostrato dalla sinistra alle ultime regionali.

Tiriamo ora le somme parziali prima di passare all'area in cui l'incertezza è maggiore, ossia le regioni medio-grandi del Centro-Sud. Finora abbiamo preso in considerazione aree territoriali che assegnano un totale di 201 seggi. Nelle elezioni del 2008 la destra prese 108 di questi seggi, mentre 91 andarono alla sinistra e 2 ad indipendenti.

Facendo i conti, la destra non sembra poter far meglio che nel 2008; direi che dovrebbe con grande probabilità perdere tra 4 seggi e 7 seggi, qualcosa in più se Fini e Casini raggiungono il quorum in Lombardia. La maggioranza al Senato è di 158 seggi, ma l'esperienza del governo Prodi ha mostrato chiaramente che un margine così ridotto è molto pericoloso. Quindi la domanda può essere posta in questi termini: è in grado il centrodestra di guadagnare 60 seggi nelle 5 regioni che ancora non abbiamo analizzato? Se la risposta è sì, la destra non dovrebbe aver paura delle elezioni. Se è no, le elezioni sono molto rischiose.

Le regioni medio-grandi del Centro-Sud

L'incertezza del risultato elettorale nel Centro-Sud deriva principalmente dal fatto che è probabile che in queste regioni Fini abbia più consenso della media nazionale. A ciò si aggiungono vari movimenti locali di centro (non solo l'Mpa di Lombardo ma anche Rutelli e varie altre formazioni minori) che possono contribuire parecchio a un'affermazione di una formazione centrista.

Ci sono due regioni grosse, Lazio e Puglia, in cui è abbastanza probabile che la destra perda il premio di maggioranza. Questi sono i numeri recenti per il Lazio, assegnando Storace alla coalizione di destra (potete controllarli qui, qui e qui).

Lazio 

Senato

2008

 
 

Europee

2009

 
 

Regionali

2010

 
destra47,37%44,72%45,24%
sinistra41,41%43,26%45,56%
centro4,81%5,54%6,13%

Per le regionali, ho tolto alla coalizione Polverini i voti UDC e ho tolto alla coalizione Bonino i voti di Rifondazione. Il Lazio è una regione in cui Alleanza Nazionale era forte. Se effettivamente Fini riesce a raccogliere una parte non piccola dell'elettorato di quel partito, è molto probabile che il Lazio passi alla sinistra. Nel Lazio si assegnano 27 seggi e il premio di maggioranza di 15. Nel 2008 finì 15-12 per la destra. Questa volta il centro, sommando i voti di Fini e di Casini, dovrebbe passare la soglia dell'8%, quindi prenderà uno o due seggi che verranno sottratti a chi non prende il premio. Conclusione: nel Lazio è probabile che il centrodestra perda 4-5 seggi.

In Puglia la storia è simile. Se ripetiamo l'esercizio fatto per il Lazio (dati qui, qui e qui), abbiamo i dati seguenti.

Puglia 

Senato

2008

 
 

Europee

2009

 
 

Regionali

2010

 
destra49,53%46,62%42,25%
sinistra36,01%39,15%45,56%
centro7,83%9,11%8,71%

Qui la novità è la ritrovata vitalità della coalizione di sinistra, grazie soprattutto a Vendola. Se si votasse a breve è improbabile una replica esatta del successo della sinistra delle ultime regionali (il comportamento al voto amministrativo non sempre è identico a quello del voto politico e inoltre l'elettorato del senato è più vecchio), ma è chiaro che a Fini basterebbe sottrarre il 3-4% alla coalizione di destra, portandolo in dote al centro, per infliggere un colpo durissimo alla coalizione di destra. Anche qui, non solo il PdL perderebbe il premio di maggioranza ma dovrebbe spartire i seggi dell'opposizione con il centro. La Puglia ha 21 seggi, il premio di maggioranza è 12. Anche qui quindi la destra rischia facilmente di perdere 4-5 seggi.

La Calabria assegna solo 10 seggi, con premio di maggioranza 6; c'è poco da dire, probabilmente andava messa nel sacco delle regioni piccole. E' quasi certo, a meno di un massiccio spostamento del voto clientelare, che si replicherà la situazione del 2008, con 6 seggi alla destra e 4 alla sinistra.

La Campania invece presenta in piccolo una situazione simile a quella lombarda. La regione assegna 30 seggi, premio di maggioranza 17. La coalizione di destra nel 2008 ne ottenne 18, grazie al fatto che l'UDC non raggiunse il quorum. In caso di elezioni è praticamente certo che l'alleanza Fini-Casini supererebbe la soglia dell'8%. Questo farebbe perdere un seggio alla destra, che dovrebbe accontentarsi del ''solo'' premio di maggioranza.

Resta la Sicilia. La comprensione della politica siciliana va al di là delle capacità dei comuni mortali, e sicuramente delle mie. Al momento il governatore è un tizio, Raffaele Lombardo, che si è alleato con Berlusconi alle politiche del 2008, con Storace alle europee del 2009 e ora governa con l'appoggio esterno del PD. Il PdL si presenta in due versioni, PdL e basta e PdL-Sicilia, entrambe con rappresentanti nel governo nazionale ma su lati opposti del governo regionale. Al Senato nel 2008 il PdL prese da solo il 46,84% dei voti, ma alle europee la percentuale cala al 36,45%, mentre esplode il movimento di Lombardo. In sostanza, qua è veramente difficile valutare il possibile risultato futuro guardando ai risultati passati. Un recente sondaggio di Demopolis dava una possibile coalizione Fini-Casini-Lombardo praticamente alla pari del PdL. A me pare che la Sicilia sia il terreno più fertile per la ''rivolta del Sud''. La situazione di spaccatura nel PdL si può facilmente tradurre in una rottura, con un passaggio al centro di una parte del PdL che va oltre l'elettorato con simpatie finiane. La Sicilia ha 26 seggi, il premio di maggioranza è 15. Se la destra perde il premio di maggioranza a favore del centro le conseguenze in termini di seggi sarebbero drammatiche, dato che si troverebbe a spartire gli 11 seggi dell'opposizione con la sinistra. Finirebbe probabilmente 7-4 per la destra, ma 6-5 non sarebbe impossibile. Conclusione: in Sicilia la destra rischia di perdere 8-9 seggi. Si noti qui l'estrema volatilità del possibile risultato: se la destra vince, anche di un pelo, rispetto al centro si tiene tutti i 15 seggi, altrimenti li dimezza.

Tirando le somme

Prima di analizzare le 5 restanti regioni del  Centro-Sud avevamo raggiunto la conclusione che alla destra servivano circa 60 seggi in questa area per  governare con un minimo di tranquillità, e almeno 55 per raggungere una maggioranza risicata. Ne dovrebbe prendere 6 in Calabria e 17 in Campania. Il resto è tutto per aria.

Lo scenario più da incubo per la destra è quello in cui perde il premio di maggioranza in Lazio, Puglia e Sicilia, uno scenario a bassa  probabilità ma non impossibile. In tal caso il PdL otterrebbe 11 (Lazio) +8 (Puglia) + 8 (Sicilia) =27 seggi, ma potrebeb anche andar peggio se il centro risulta essere più forte. Questo porta il totale a 50 seggi, che non sono abbastanza nemmeno per una maggioranza risicata. Se il PdL conservasse il premio di maggioranza in Sicilia il totale andrebbe a 57 seggi, veramente il minimo indispensabile. Se dovessi azzardarmi ad attaccare un numero, senza alcuna tecnologia sofisticata dietro, direi che la probabilità per la destra di perdere il Senato è intorno al 60%.

Direi quindi una situazione di grande incertezza. La coalizione di centrodestra si trova nuovamente di fronte alla pesante contraddizione territoriale che aveva già caratterizzato l'elezione del 2008. Non può vincere senza la Lega ma nemmeno può vincere senza la componente assistenzial-clientelare del mezzogiorno. Quanto a lungo tali componenti potranno stare assieme è impossibile dire. Di certo questa appare situazione assai poco propizia all'attuazione di qualunque riforma, e di quella federale in particolare.

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Commenti

Ci sono 67 commenti

Ho trovato la soluzione per il BS. E' risaputo che conviene avere una coalizione minima per raggiungere la maggioranza (si divide la torta tra meno gente). In questo caso ai due lombardi (BS e UB) conviene allearsi solo con Lombardo in Sicilia e ottengono un numero decente di senatori. Poi per la torta devono solo curarsi dell'assistenzialismo alla Sicilia.

Avere un forte partito regionale finira' per pagare per la Sicilia.

Se Lombardo si allea di nuovo con i lombardi non è più un politico ma merita di essere iscritto d'ufficio fra i professionisti delle arti circensi.

Seguendo il tuo ragionamento, forse potrebbe bastare un alleato piccolo piccolo tipo Storace o la nuova DC (sempre che non sia già stata assorbita nel PdL).

articolo ottimo come al solito. a caldo dico: ma non è che 'sto Fini viene sopravvalutato in termini di consensi? speso si sottostimano le capacità elettorali di SB. comunque per me nello scenario attuale il consenso raggiunto dal PDL nel 2008 è praticamente un estremo superiore quasi ovunque.

una cosa:

La Calabria assegna solo 10 seggi, con premio di maggioranza 6; c'è poco da dire, probabilmente andava messa nel sacco delle regioni piccole. E' quasi certo, a meno di un massiccio spostamento del voto clientelare, che si replicherà la situazione del 2008, con 10 seggi alla destra e 4 alla sinistra.

 probabilmente il "10 seggi" va corretto con 6. spero non abbia influito nel conto finale

 

 

 

Corretto, grazie; no, nella conta finale ho usato il numero giusto.

Ottimo articolo. Mi diverto  con uno scenario per evitare di lavorare

a) in ottobre, SB si dimette per forzare le elezioni

b) Napolitano affida un incarico ad X per esplorare la possibilità di formare un governo "tecnico" col compito di cambiare la legge elettorale (in senso proporzionale con sbarramento, così SB è fregato)

c) X ci mette un mese e fallisce

d) a novembre Napolitano scioglie le camere

e) si vota alla fine di febbraio  e, come da te previsto, il centro-destra vince alla camera e perde al Senato

f) Dopo gli adempimenti di rito, Napolitano constata la situazione ed affida un incarico ad Y per formare un governo "tecnico" col compito di cambiare la legge elettorale

g) Y riesce a formare il governo ma non a trovare un accordo sulla legge. A settembre si dimette

h) Napolitano riscioglie le camere ...

ETC.

 

 

 

Aggiungo altri due elementi:

- a dicembre possibile bocciatura del legittimo impedimento da parte della corte costituzionale;

- condanna di SB a Milano nei primi mesi del 2011, e lotta di successione nel PdL; Tremonti? rientro di Fini?

Io chiamerei questo scenario "sindrome belga", salvo che manca il Re....

Comunque parlando in maniera strettamente tecnica l'azione "formare un governo "tecnico" col compito di cambiare la legge elettorale" non è corretta. Le leggi le fa il Parlamento, non il Governo. Pertanto qualora esistesse una maggioranza in Parlamento su una particolare legge elettorale, questa potrebbe essere adottata a prescindere dalla sostituzione del presente governo con uno nuovo.

Rimarrebbe il non piccolo problema di mettersi d'accordo su una nuova legge elettorale; la diffusa opinione che quella attualmente in vigore sia una porcata (ispirata a quella in vigore per le elezioni regionali toscane) di per se non è sufficiente.

Il mio sistema elettorale preferito è il STV ( http://en.wikipedia.org/wiki/Single_transferable_vote ), e il vostro?

Suggerirei anche:

a1) lo spread tra i BTP e i Bund decennali aumenta del 50%

c1) lo spread tra i BTP e i Bund decennali aumenta del 50%

 

d1) lo spread tra i BTP e i Bund decennali aumenta del 50%

 

 

e1) lo spread tra i BTP e i Bund decennali aumenta del 50%

 

 

g1) lo spread tra i BTP e i Bund decennali aumenta del 50%

 

 

h1) lo spread tra i BTP e i Bund decennali aumenta del 50%

 

ETC.

 

 

Sandro, il ragionamento sul Senato (proprio perchè regionale) lo vedo molto più complesso della Camera, il problema dei resti (che hai evidenziato) era già noto nelle precedenti votazioni, tanto che conosco persone che hanno votato in maniera disgiunta al Senato e Camera.

Personalmente vedo il discorso molto contorto, primo perchè in AN la maggioranza dei votanti vedeva in Fini un politico affidabile (AN aveva molti più consensi del vecchio MSI), e oggi come oggi l'immagine (anche di affidabilità) è tutto, se Fini e Casini non fanno l'errore di imbarcare Rutelli (un impresentabile sotto tutti i punti di vista) possono fare tanti danni, evitando la riallocazione dei resti, e strappando, o contendendo fino all'ultimo, anche alcune regioni del Sud: Campania, Calabria e Puglia in primis.

Il vero ago della bilancia sarebbe ancora una volta la Sicilia del 64 a 0, Lombardo è ancora nella maggioranza di governo, ma se dovesse tornargli più utile (a lui, non ai siciliani) li mollerebbe subito, prevedo un'asta al rialzo il cui esito è assolutamente incerto, anche perchè Lombardo bussa a quattrini, e non credo che l'elettore leghista sia contento di pagare per l'acquisto di Lombardo, da questo punto di vista Fini e Casini gli garantiscono di più. Anche se un tarlo mi rode: Report mostrò, nella puntata del 15 marzo 2009 la ricevuta di vari bonifici dalla Lega all'MPA, per un importo di circa € 300.000 annui, i due partiti non commentarono, ma secondo me qualche accordino sottobanco ce l'hanno. Vedremo se tiene.

In Piemonte, tra l'altro, Cota ha vinto di pochissimo, e non è detto che lì rivinca il CSX, date le delusioni che Cota ha già rifilato ai piemontesi, anche se poi si dovrà vedere che fine fanno i grillini, i veri vincitori sulla Bresso, che ha perso proprio a causa loro.

Infine il Senato, per il suo Regolamento, è ingovernabile senza almeno 10 senatori di vantaggio, direi che 158 è poco, occorrono 163 senatori, perchè un voto lo perdi come Presidente del Senato (che non vota) e poi hai i senatori a vita. Anche perchè, poi, un Turigliatto lo si trova dappertutto...

Non oso immaginare cosa succederebbe se SB, vincente solo nel Lombardo-Veneto (grazie a Bossi) si auto-proclamasse di nuovo PdC. Scenario tragico.

Due precisazioni Marco.

1) Non ho visto il servizio di Report, ma nel 2006 Lombardo si presentò con il simbolo della Lega Nord (il ché diede origine al buffo fenomeno della Lega Nord che prende il 6,5% nel collegio Sicilia 2!). Se non ricordo male la legge sui rimborsi elettorali prevede che vengano erogati in tranche annuali per la durata della legislatura, anche se la legislatura si interrompe. C'è quindi una spiegazione perfettamente logica degli assegni che Bossi stacca a Lombardo. Poi magari Report ha detto qualc's'altro o di più, non lo so. La ragione dell'alleanza Lombardo-Lumbard nel 2006 è banale. La Lega aveva paura da sola di non farcela a superare il 4% a livello nazionale (aveva preso il 3,94% alla parte proporzionale nel 2001) e quindi cercò alleati per raggranellare voti. Lombardo fu contento di aderire per lo stesso motivo; ha fatto lo stesso con Storace alle europee nel 2009, anche se lì gli andò male.

2) Alle regionali del Piemonte la Bresso ha quasi pareggiato con Cota solo perché aveva in coalizione UDC (3,93%) e Rifondazione (2,65%). Senza quelli il centrosinistra sarebbe andato sotto di più di 6 punti. A me pare che la sinistra abbia pochissime speranze in Piemonte.

Caro Sandro,

complimenti per l'analisi, credo sia molto chiara; lo scopo era di vedere lo scenario, i dettagli che possono cambiare sul filo di lana alcune regioni chiave, sono poco prevedibili ad oggi .

Se cosi è , concordo con te, c'è una elevata possibilità che il CDX perda il Senato; bisognerebbe conoscere bene le dinamiche elettorali del SUD per provare a proseguire il discorso nelle regioni meridionali che appaiono decisive

A questo punto , visto che il gioco si fa duro, sulla base dei risultati delle regionali del 2010, converrebbe al CDX presentarsi col PDL e LEGA separate; rischiare(moderatamente) in Lombardia e Veneto (e magari Friuli), e portare a casa sia il premio di maggioranza che la spartizione dei perdenti dove il partito dei 2 minoritario farebbe comunque quoziente con gli altri perdenti.

Si possono rifare i conti, il CDX riguadagnerebbe credo almeno 10 seggi, forse qualcuno in piu
Con questo scenario credo il CDX potrebbe affrontare le elezioni con piu tranquilita, con forse addirittura un effeto traino vantaggioso al nord; sarebbe d'altro canto una situazione ancor piu grave per il paese con spaccatura nord-sud evidente.

CIao

No, non credo. Una simile manovra poteva funzionare quando la principale forza del centrodestra anche al nord era il PdL. Ora che le forze tra PdL e Lega si stanno pareggiando il rischio è troppo grosso. Se guardi ai dati Senato 2008 per la Lombardia vedrai che la coalizione di sinistra prese il 32%, il PdL il 34% e la Lega il 21%. Alle regionali del 2010 è andata anche peggio da questo punto di vista: sinistra 33%, PdL 32%, Lega 26%. E' un margine troppo risicato per rischiare. Senza menzionare che questa strategia provocherebbe con certezza la perdita del Piemonte. Certo, potrebbero dividersi in Lombardia e Veneto ma non in Piemonte, ma credo ci sia un limite alle bizzarrie che l'elettorato può sopportare.

Il più grande effetto del "porcellum" è stato quello di consegnare il 12% che raccoglieva Alleanza Nazionale nelle mani di Berlusconi e Bossi, ed ora è dura per Fini ritornare sui suoi passi e rimediare al danno fatto.

Le grandi manovre del centrodestra che pensa al dopo Berlusconi non sono legate tanto alla successione all'interno del Pdl quanto al raccogliere i voti che piano piano il "Forza Italia allargato" inevitabilmente perderà. A mio modesto parere Casini è quello che più meriterebbe di raccoglierne l'eredità politica, tuttavia le dinamiche politiche sono complesse. In questa ottica il consenso che la Lega ha accresciuto in questi anni al nord è duro da scalfire anche perché non legato ad un leader, anzi l'uscita parziale di scena di Bossi è stata forse un bene per il partito (anche se c'è sempre il figlio che ne incarna bene i valori..!).

Probabilmente Fini riuscirà dopo 1000 peripezie a riprendersi il suo vecchio elettorato; di certo la Lega ringrazierà il buon vecchio puttaniere Berlusconi ancora a lungo.

Casini, se non si alleerà con il CD potrebbe anche proficuamente pescare nei cattolici che si trovano a disagio nel PD.

 

Ottimo l'articolo di Sandro e di molti commenti che ne confermano le conclusioni.

Mi si permetta di pubblicare e discutere i risultati di una mia simulazione ARITMETICA ( tranne la Sicilia basata sui risultati di un sondaggio del 10 agosto reperibile al sito "Sondaggi Politici Elettorali ) che in quanto tale non contiene , come lo studio di Sandro , considerazioni politiche.

Nonostante ciò ne conferma le conclusioni.

Processo :

Sono partito dai risultati delle ultime europee raggruppando :

in DX PdL + Lega + La destra + Pensionati + MPA

in SX PD + IDV + RADICALI + SINISTRA& LIBERTA' ( Vendola )

in CNT UDC + LIBERALDEMOCRATICI

Questi dati sono esposti nella terza , quarte e quinta contando da destra

Ho quindi tolto il 10% dei voti al PdL ( colonna 2 contando da destra per effetto FiL ) ed aggiunti al centro ( CNT )

Con questo il CNT supererebbe ovunque lo sbarramento dell'8% sufficiente solo se si presentasse come UNICO PARTITO ( assumption assunta )

Ho quindi normalizzato a 100% i voti delle Coalizioni/Partiti che superano lo sbarramento ( colonne 2 , 3 , 4 contando da sinistra ) e con queste percentuali ho calcolato i seggi come da tabella.

Nella tabella sono in :

ROSSO le regioni che cambierebbero il vincitore ( comporterebbe per la dx la perdita di 22 seggi )

GIALLO le regioni vinte dal CDX che per effetto della maggiore percentuale dei voti utili ridurrebbe la percentuale rapportata a 100 del vincitore ed i seggi extra P.M.Ciò comporterebbe per la dx la perdita di 5 seggi )

 

BLU la regioni vinte dal CSX che per effetto dei due schieramenti che si spartirebbero i seggi residui da P.M comporterebbe per la dx la perdita di 5.

VERDE la regione vinta dal CSX  ( TOSCANA ) ove la DX rimane invariata perché il seggio al CNT viene dal CSX ( seggio extra P.M.conquistato nel 2008 e perso per effetto "BLU")  

Per raggiungere 158 seggi ( quorum Senato elettivo ) alla dx ( 142 quindi a - 16 ) non basterebbe vincere la Sicilia ( +9 seggi ) anche con Calabria ( +3 ) e Liguria ( +3 )

La Sardegna , anche alla luce delle ultime provinciali e delle performances di Capellacci , mi parrebbe sicura 

Diventano regioni chiave il Lazio ( +5 in caso rimanga alla dx ) e Puglia ( -5 in caso passi alla SX )

Se si verificassero entrambi gli eventi il risultato sarebbe nullo , importante per la dx se si verificasse solo il primo.

--- MOVIMENTO 5 STELLE

Non essendo presenti alle europee il modello ARITMETICO non li ha potuti considerare ma l'effetto , a meno di una esplosione , dovrebbe essere modesto.

In Piemonte ( 3,7% alle regionali ) non spostano nulla : se superassero lo sbarramento i seggi della DX  non cambierebbero , sotto lo sbarramento la soglia per determinare un seggio extra P.M . è troppo alta ( 61,36% ) per farla superare.

In Lombardia ( 2,3% alle regionali )  , dovrebbero fallire lo sbarramento ma con il 2,7% ( con 0% dalla dx ) potrebbero fare scattare un ulteriore seggio extra P.M. per la DX

In Veneto ( 2,6% alle regionali )  , dovrebbero fallire lo sbarramento ma per permettere un seggio extra P.M dovrebbero salire al 4,6% ( con 0% dalla dx ) .Improbabile

In Emilia Romagna ( 6,0% alle regionali ) se superano lo sbarramento tolgono un seggio alla DX se si fermano al 6% potrebbero fare scattare un seggio extrta P.M.- per la SX

Potrebbero però essere decisivi in Lazio e Puglia

 

Tutto questo giustifica a mio avviso la prudenza di SB.


 

 

 

 

 

 

 

Lombardo assicura fedelta' a BS (sarà ancora lui a spartire la grana)

http://siciliainformazioni.it/giornale/politica/102131/crisi-nella-maggioranza-lombardo-voto-sosterremo-berlusconi-governatore-sulle-elezioni-iattura-paese.htm

e a questo punto sembra probabile che tutte le componenti PDL si mettano insieme, e che quindi l'UDC diventi molto debole (gli elettori siciliani scappano da chi non ha potere certo). Conclusione: 15 seggi.

Nota però che il titolo dell'articolo non corrisponde alle dichiarazioni di Lombardo contenute nel testo. Il titolo dice che Lombardo appoggerà Berlusconi se si vota. Il virgolettato dell'articolo dice che Lombardo assicurerà appoggio al governo per evitare le elezioni (in cambio di Fas etc etc). Questa è la stessa cosa che dice Fini, nessuno al centro vuole andare a votare subito. Mi sbaglierò ma direi che la Sicilia resta incerta.

Qui raffinati commentatori svolgono sottili argomentazioni considerando programmi e carismaticità del candidato premier, nel laboratorio Sicilia  si tesse.

"Nell’isola infatti sono in corso prove di inciucissimo tra Mpa, Fli, Pd e Udc"

Ecco come l'amministrazione Lombardo persegue il bene della Sicilia, così la riscatta dalla sopraffazione dei barbari settentrionali, colpevoli del suo sfruttamento e del suo sottosviluppo. Sanno tutti che si sono arricchiti succhiando il sangue della Sicilia.

Meno male che in Sicilia c'è la Chinnici a tutelare la legalità, anzi fare della Sicilia - come ognun sa - un faro di legalità per l'italia. Pratiche analoghe portano la Sicilia ad allungare avide mani, in nome di pretese arroganti, sul settore statale del resto d'italia (le spetta per diritto divino).

E se vincessero? Altro che territorializzazione del voto. C'è il rischio che la tensione salga alle stelle.

Eppure gli intellettuali sanno soltanto enfatizzare il mostro leghista, misconoscendo la giusta insofferenza che il mostro leghista ha cavalcato, interpretandola (con una faccia non si può dire come) come gretto egoismo e colpevolizzandola, e bacchettandola, come rigidi maestrini che osservano la realtà attraverso lenti parzialissime e deformanti e la filtrano attraverso vecchi schemi. Continuino pure a dormire, chissà che il risveglio non sia brusco.

 

Quando si tenta di dare un peso a Fini si dà quasi per scontato un'erosione di voti al centro-destra.

Non è possibile che Fini prenda voti anche dalla base di IDV o da chi ha votato everything but Berlusca per via della piccolissima questione morale ma in realtà ha idee di destra (in qualunque salsa)? O da qualcono affascinato dal flavour liberal di Futuro e Libertà?

 

è certo

ma nei circoli di FiL ( finora 500 ) ci sono solo ex Pdiellini.

Eppure un sondaggio in questo senso mi pare proprio di averlo letto; indicava i voti di FLI provenienti per un 50-55% dal PDL, per un 15-20% anche da PD.. e per un 20% dal non voto.

Cercherò di recuperarlo.

SeL è Vendola che mi pare voglia partecipare alle primarie di coalizione

Altra cosa R.C. e Ferrando

Vi sono degli errori.

Il primo è quello del Trentino Alto Adige. Qui si utilizza il vecchio Mattarellum secondo il quale 6 seggi sono assegnati con il metodo plurality in altrettanti collegi uninominali mentre 1 è assegnato con metodo proporzionale (con lo scorporo totale).

Prendendo i dati più negativi per il Centrosinistra (quelli del 2008) si nota che alla coalizione progressista andrebbero 6 seggi su 7 (uno, per scorporo proporzionale al Pdl) poichè vincerebbe anche nel collegio di Trento (qui la Sinistra prende l'8% grazie al partito dei verdi che è molto forte in Trentino Alto Adige) e di Pergine Valsugana. Quindi 6+1(Molise)+1(Europa)fanno 8 e non 7.

La Liguria e l'Abruzzo alla Destra sono un po' eccessivi, soprattutto dopo lo scandalo della protezione civile (nel 2008, annus horribilis, se Pd-Idv e sinistra fossero stati alleati avrebbero preso il premio). 

In Basilicata (regione meridionale) se Fini toglie il 6% all'alleanza nordista Pdl-Lega, sommato al 6.6% dell'Udc ed allo 0.6 dell'Mpa il polo centrista potrebbe aggiudicarsi un seggio a scapito del Pdl.

Nell'ipotesi più pessimistica ciò potrebbe accadere anche nelle Marche (dove l'Udc arrivò al 6%).

In Toscana il Centrosinistra potrebbe anche rischiare una doppia coalizione (come accade alle regionali) ma forse il gioco non vale la candela visto che lo sbarramento dell'8% è più alto di quello delle elezioni regionali, quindi andrà compatta e spererà di superare il 55% dei voti validi (dati ai partiti sopra la soglia).

Infine è folcloristica la dizione "componente assistenzial-clientelare del mezzogiorno" come se la Lega nei casi Alitalia e Malpensa non sia stata clienterale (vabbè, non citiamo nemmeno Berlusconi, la cui Forza Italia ha avuto dal '94 al 2006 a Palermo le percentuali più alte d'Italia e le cui clientele ben conosciamo con Dell'Utri, Schifani e Nania).

 

 

 

 

 

Scusami nikola, vedo solo ora il tuo intervento.

Siccome prima di scrivere l'articolo avevo fatto due conti e mi ero reso conto che il centrodestra rischiava la perdita di controllo del Senato, ho cercato di mantenere le ipotesi più conservative possibili. Le ipotesi che fai sono tutte legittime e hanno probabilità positiva, ma non sono conservative. Per esempio, come dici tu per sottrarre un seggio al centrodestra in Basilicata si deve spostare il 6% da dal PdL a Fini. Possibile, ma tutt'altro che ovvio.

In modo analogo, i seggi del Trentino possono certamente cambiare di mano e tornare alla sinistra, ma è un dato di fatto che la Lega in questa regione è in espansione e tale forza può compensare la debolezza del centrodestra. Per non parlare dei seggi esteri che sono abbastanza una lotteria (nel 2008, per esempio, sia il seggio Afria-Asia-Oceania sia il seggio Nordamerica videro una differenza tra primo e secondo inferiore a mille voti). Ho deciso quindi di evitare ipotesi che potevano apparire troppo audaci. A mio avviso questo rafforza le conclusioni del pezzo.

http://www.ilgiornale.it/milano/candidati_ora_spunta_lipotesi_cacciari/11-09-2010/articolo-id=472739-page=0-comments=1

Insomma, qualcuno dovrà pur perdere, no?