Storia di un non-intervento

/ Articolo / Storia di un non-intervento
  • Condividi

Il 20 luglio ho partecipato a Roma all'assemblea organizzata da un gruppo di quindici parlamentari del PD il cui obiettivo è porre quella che hanno chiamato "agenda Monti" al centro della prossima legislatura. Eravamo (noi = nFA) stati invitati ad intervenire e il mio compito era farlo a nome della redazione di nFA, per convincere i presenti della necessità di costruire una nuova forza politica per realizzare questo obiettivo. In un post separato potete leggere il testo dell'intervento che avevamo preparato come redattori, da bravi scolaretti che fanno i compiti prima di essere interrogati. In questo post invece vi racconto l'illuminante storia del perché, alla fine, non sono riuscito a intervenire.

Il testo era stato preparato con cura. Ci sembrava una buona occasione per iniziare concretamente ad aggregare quel "partito che non c'è" di cui abbiamo discusso alle giornate di Moncalieri. 

Il 20 luglio però, ahimè, non sono riuscito a dire una sola di tutte queste belle parole. Cos'è successo?

La versione breve è che non è rimasto tempo, non una singola slot di 10 minuti tra le 21 che erano comprese tra le 15 (orario di inizio) e le 18:30 (orario di chiusura) per farmi parlare, nonostante fossimo stati invitati per farlo. La presidente dell'assemblea ha cancellato gli ultimi due interventi per mancanza di tempo. Sfortunatamente, ero l'ultimo. Può darsi che questo tipo di pratica sia abituale in incontri di questo tipo. Io e gli altri redattori di nFA però non ci siamo abituati; siamo invece abituato ai convegni accademici, dove il tempo non manca mai perché chi presiede, se necessario, toglie la parola a chi ha esaurito il tempo a disposizione e non cancella interventi già in programma. Ci sembra peraltro una forma molto sensata di procedere, ma supponiamo sia un ulteriore elemento di differenziazione tra la classe politica e la società civile.

La versione lunga e più interessante è la seguente.

L'intervento iniziale di Paolo Gentiloni dà il LA chiedendosi cosa succede a maggio 2013; non tutte le incertezze, dice, possono essere risolte ma una sì: adottare l'agenda Monti, in primis ridurre spesa per ridurre tasse sul lavoro; vabbeh, c'è stata anche una sparata per cui la riduzione della spesa deve servire anche ad aumentare la spesa sul digitale, si è eccitato a vedere Monti con Zuckerberg dimenticandosi che quest'ultimo non ha avuto un solo cent di finanziamento pubblico per sviluppare Facebook. Dopo Gentiloni ero nella lista degli iscritti a parlare.

Ma, qui inizia il bello, ho poi iniziato a scivolare in basso nell'ordine degli interventi e poi di nuovo più in basso man mano che notabili del PD e persone di più alto rango arrivavano e venivano notati muoversi in sala. Così sono stati concessi dieci minuti a Claudio Petruccioli il quale si è esibito in una serie (che a me pareva infinita) di riflessioni del tutto fuori tema. Non le ho mai frequentate, ma mi pareva di essere a una riunione della sezione del PCI di Pescara (o dell'analogo DC di Lucca, for that matter) nel 1977.

Poi un'altra decina di minuti a Bruno Tabacci, che ha donato ai presenti perle di saggezza come le seguenti: (1) lo spread si abbasserebbe con una "patrimoniale soft" consistente nel far pagare la temutissima tassa patrimoniale ma dando in cambio il controvalore in titoli del debito pubblico con rendimento forzoso pari all'analogo titolo tedesco (oh, sì, come si abbasserebbe lo spread! Vedreste!). Oppure, (2) siccome in italia c'è il 30% di economia sommersa (in realtà non è più del 15-20, ma facciamo finta che Tabacci abbia dato il numero giusto) allora 1/3 delle famiglie non paga tasse.

E come non far intervenire Franco Bassanini, il quale sedeva per caso in prima fila, non aveva chiesto la parola ma la presidente dell'assemblea l'ha gentilmente invitato a fare un saluto visto che c'era. Lo schivo Franco ha salutato per quasi 10 minuti sproloquiando di investimenti, le colpe delle macroeconomic imbalances europee e non ricordo cos'altro (il cervello si spegne in queste circostanze, mi spiace).

Poi via di Ivan Scalfarotto, secondo il quale la svolta vera ed epocale sarebbe un ministro dell'economia donna. In Germania, ci pare, sono parecchio più avanti, con un primo ministro donna. Dev'esser per quello che vanno meglio.

E infine, "spiacenti non c'è più tempo perché dobbiamo passare subito alle conclusioni di Umberto Ranieri per chiudere in tempo alle 18:30". Il quale Ranieri sviolina, come qualcuno prima di lui, sulle responsabilità del governo tedesco e della corte costituzionale tedesca che follemente rimanda a settembre la suprema decisione sull'ESM (ah, appena prima di Ranieri c'è stato anche tempo per far intervenire nonricordochi che ha parlato del "senso della narrazione"; uno spasso).

Per dovere di cronaca, aggiungo che ci sono stati anche interventi interessanti sul punto. Il tema di fondo di questi interventi era che il PD ha buone probabilità di vincere le elezioni e per quel momento ci vuole decisione a continuare l'agenda Monti (decisione che ora non c'è). Ecco tre esempi che ho appuntato.

Marco Follini dice "facciamo noi un pezzo di rivoluzione liberale; agenda Monti non perché serve ad avere consenso (al contrario) ma perché è nell'interesse del paese".

Giorgio Tonini osserva che nessuna delle due coalizioni è pronta ad affrontare il voto impegnandosi in modo credibile sull'agenda Monti (o lettera BCE, che è la stessa cosa). Berlusconi non è stato in grado di rispondere alla lettera e alla fine si è fatto da parte. E Bersani ha avuto l'onestà di riconoscere che se il PD avesse vinto elezioni anticipate, non sarebbe stato neppure lui in grado di fare quello che chiedeva la BCE. Essere pronti a realizzare appieno quell'agenda per le elezioni del 2013 è a questo punto fondamentale. Questo illustra benissimo da dove nasce il "documento dei 15".

Enrico Morando sembra essere uno dei pochi a capire che l'agenda Monti include politiche "supply side", quelle cioè che modificano gli incentivi e di cui avrei parlato se me ne avessero dato l'opportunità.

Ora, qua a nFA siamo adulti e abbiamo tutti le spalle piuttosto larghe. Pazienza quindi per il mancato intervento; chiaramente a quel punto avrei preferito restarmene in vacanza e mandare il testo scritto da mettere agli atti, ma sono gli incidenti del mestiere e non val la pena starci a ricamare più di tanto. In ogni caso, visto che alla fine ci sono andato, ecco le mie impressioni finali:

Primo, queste assemblee servono a poco o niente. Alla fine sono passerelle per politici influenti o aspiranti tali col 75% delle cose che si dicono del tutto fuori tema. Le vere alleanze e il resto avvengono, probabilmente, altrove. Avevo dimenticato che Roma funziona così. Mi rattrista profondamente che anche un gruppo potenzialmente dirompente all'interno del PD alla fine rinunci a fare un'assemblea vera dove si discute focalizzandosi su ciò che si è messo in tema con tempi contingentati per tutti e non sappia fare niente di meglio della solita, deprimente, passerella.

Secondo, questo documento dei 15 ha suscitato interesse e in tanti hanno cercato di farsi vedere, mostrare che ci sono anche loro e, possibilmente, saltare sul carro se la cosa avesse mezza chance di vincere.

Terzo, quando parlavano della situazione economica italiana ho spesso avuto la sensazione che parte della nostra classe dirigente sia come Schettino nei 60 minuti dopo il botto allo scoglio delle Scole: si, vabbuò, stiamo imbarcando acqua, ma vediamo, prendiamo tempo su in plancia, chiamiamo questo e quello che magari riparano la falla e si riparte.

Indietro

Commenti

Ci sono 29 commenti

una testimonianza piu' candida non potevi farcela: non abbiamo proprio nessuna speranza ma solo finiremo con l'affondare

A questo punto se fossi in voi, se veramente vi sta a cuore l'Italia perche' avendo studiato l'economia vedete che, sulla carta, uno straccio di possibilita' c'e', cercate queste benedette vie traverse, questi corridoi segreti dove far giungere i vostri appelli e le vostre proposte, ma da come l'avete descritta qui...non c'e' uno straccio di chance

 

Grazie comunque del vostro indefesso impegno, come cittadina del tutto normale e priva di qualsiasi sfera di influenza VI AMMIRO

Purtroppo il paragone con Schettino mi sembra azzeccato.

Comunque vale la pena provare a organizzare una nuova forza politica per realizzare l' "agenda Monti". Per quanto mi riguarda vi sosterro'. Buon lavoro.

Non mi sembra che il riferimento alla agenda Monti sia molto pertinente.  Monti aveva promesso che avrebbe tenuto basso lo spread (certamente sotto i 500 punti, dove era arrivato con BS), grazie alla sua politica di "rigore, equità, crescita".  Nella realizzazione pratica, abbiamo avuto solo la prima delle tre cose, con una severa stretta di bilancio che come è noto ha influito in modo non molto positivo sulla situazione macroeconomica.  Per il resto, non è chiaro perché un sito serio e credibile come nfA dovrebbe sostenere una "agenda" che nei fatti si riduce alla somma delle mirabolanti promesse di "rivoluzione liberale" di BS e di una riedizione delle pur meritorie "lenzuolate" promosse a suo tempo dall'attuale segretario del PD.  Nulla a che fare con un programma di politiche neoliberali che dovrebbe svilupparsi su un ambito molto più ampio ed includere elementi di vero e proprio nation building (a questo proposito non si può non concordare con Nicola Rossi).

Lo stesso Zanella nel suo intervento chiarisce giustamente che il suo obiettivo è non tanto la crisi immediata attuale (su cui anzi preferisce non pronunciarsi) ma lo stato di stagnazione dell'economia italiana che dura da almeno 20 anni.  Al di là della convenienza politica di breve periodo nel dichiararsi fautori della "agenda Monti" (come fanno i quindici) è irrealistico pensare che essa possa aggredire questo stato di cose.

Mi e' sembrato di leggere da qualche parte di un progetto di partito politico che avrebbe tra i suoi maggiori referenti Oscar Giannino. E' per caso questo il progetto politico al quale accennavate nel (mancato) intervento?

si, se ne parla nell'intervento mancato:

 

Fatemi aggiungere che alcuni “leaks” hanno riportato che questo di cui vi parlo sarà il "partito ultraliberista" e il "partito di Confindustria." Se ci chiamano ultraliberisti non ce ne abbiamo poi particolarmemte a male. Per quello che “ultraliberista” vuol dire in Italia, siete ultraliberisti anche voi! Noi continuiamo a insistere che siamo semplicemente economisti che cercano di usare quello che hanno imparato studiando, e che sono coscienti sia dei possibili difetti del mercato sia di quelli dell'intervento pubblico.

 

E questo pezzo valga come risposta a quelli che ancora credevano che il PD potesse combinare qualcosa di riformista. 

Avanti col partito che non c'è (ancora)!!

Ho letto l'intervento, sono abbastanza d'accordo (a parte per la necessità di privatizzare, su cui avrei delle riserve).

Mi sembra strano che voi abbiate tentato di leggerlo in quell'assemblea, non credo che gente come Tabacci avrebbe apprezzato la parte del rinnovamento della classe politica e delle forze in parlamento, che a mio avviso è la più urgente.

Mi sembra abbastanza lontana anche la possibilità che il PD rinunci a conflitti di interessi ed economie assistite, di queste voci di rinnovamento interne se ne sono viste molte, e pure quelle che non erano una moda passeggera (come il supporto incondizionato alla politica montiana mi sembra) mi pare che in fondo abbiano ben poco modificato l'orientamento del partito.

 

Vi auguro di trovare qualche buon interlocutore.

Non so se più arroganti, maleducati o autoreferenziali.

Manco aveste voluto parlare di primarie poi...

Giulio, hai fornito copia dell'intervento in anticipo?

No, non l'ho fatto.

Cos'hai in mente? Che lo potrebbero aver "censurato" se l'avessi fatto oppure che non avrebbero cancellato l'intervento se avessero visto prima che si trattava di un intervento utile?

Caro Zanella,

mi congratulo intanto con il tuo stoico volontarismo, che fa onore a te e a nFA. Avendoti incontrato a Siena e ricordando la tua garbata correttezza immagino benissimo il tuo disappunto.

 

Leggere di prima mattina il tuo resoconto è deprimente, ma quanto avvenuto non è casuale e non deve sorprendere. I convegni non sono seminari di discussione, sono riti di appartenenza per aggregati e simpatizzanti, e casse di risonanza per notabili più o meno fuori cottura. Non può stupire che l'intervento di nFA, di cui intendevi lodevolmente farti portavoce (e il cui sommario immagino tu abbia anticipato alla presidenza, secondo etichetta) sia stato percepito come un disturbo alla cerimonia e quindi artatamente e silenziosamente affondato in perfetto stile moro-doroteo. 

 

E' vero che il convegno era organizzato dai 15 (quindici!) fan PD dell'agenda Monti, ma non dimentichiamo che il "libero esame" è una cosa terribilmente seria, della quale il PD (che è figlio, non dimentichiamolo, dei DS e della DC) tollera solo dosi omeopatiche.

 

Ma volendo uscire dalla momentanea depressione, occorre forse dire che partecipare ai convegni altrui è utile fino ad un certo punto. I convegni andrebbero organizzati in prima persona, tanti e in tante città, con formule meno impegnative (e meno costose) delle Giornate. Servirebbero a "contarci" (cosa sempre utile), ma soprattutto ad offrire agli "antipatizzanti" l'occasione di spiegare quel che hanno in mente non con fumose "narrazioni," ma discutendo sui punti concreti. Questo confronto aiuterebbe, penso, tanti dubbiosi in buona fede (il cui numero nel PD è grandissimo), che si rendono conto dell'insostenibilità della situazione italiana ma sono ancora sensibili alle illusorie prospettive delle "narrazioni". 

 

Un carissimo saluto

GD

 

 

Non può stupire che l'intervento di nFA, di cui intendevi lodevolmente farti portavoce (e il cui sommario immagino tu abbia anticipato alla presidenza, secondo etichetta) sia stato percepito come un disturbo alla cerimonia e quindi artatamente e silenziosamente affondato

 

Grazie, Giuliano, per le gentili parole.

In realta' non avevo dato alcun sommario (vedi risposta a Gian Luca Clementi), per cui escluderei che sia successo questo.

Resta il fatto che e' stato scelto di allocare (molto) tempo a tromboni e trombati che hanno parlato a vanvera. Come giustamente dici tu,

 

I convegni non sono seminari di discussione, sono riti di appartenenza per aggregati e simpatizzanti, e casse di risonanza per notabili più o meno fuori cottura

 

Questa breve, ma chiarificatrice storiella, dovrebbe andare sul  blog de "IlFatto".

Giusto per far capire  chi sono i politici. My two  cents. 

e poi ci sguazzano.

Assolutamente d'accordo con Marco

capisco la sua scocciatura prof.ha passato una giornata divertente come stare in una sala d'aspetto affollata in uno studio dentistico.

da quello che ho capito  abbiamo:

un invito per nFA da parte di 15 PD che si sono fatti promotori di un'iniziativa volta a discutere una serie di riforme necessarie  che innovino la società italiana.

una presidente d'assemblea che invece di rispettare la struttura del programma ha dato la parola a personaggi con status più elevato in quel tipo di ambiente,seguendo quindi i soliti vecchi  schemi propri di una società vecchia,contravvenendo a quello che era lo spirito dell'iniziativa.

sarebbe interessante capire che reazione hanno avuto i responsabili dell'iniziativa,i magnifici 15.

solo 3 ,da quanto scrive ,hanno partecipato al dibattito con proposte interessanti.e gli altri,erano presenti? concordavano con i 3?la presidente che ha gestito l'incontro era espressione del gruppo dei 15 oppure la sua posizione e autorità dipendevano da altri componenti del partito e da fattori slegati rispetto a quello che era il fine e lo spirito dell'iniziativa?i 15 si sono resi conto che alla fine i temi fondamentali,per i quali era stato invitato,non li ha potuti esporre?e che reazione hanno avuto per questo?

forse ,inquadrandola in questo modo,si potrebbe capire di più circa la forza ,la volontà e la serietà di questi 15 nell'aggregare altri attori  e nel portare avanti un progetto che si ponga in discontinuità rispetto al panorama esistente

Grazie del resoconto, quanto e' successo collima con le mie  piu' limitate esperienze della politica italiana. In Italia contano la forma, le gerarchie, non c'e' rispetto delle regole nemmeno quando si tratta di tempi degli interventi in una riunione, domina l'arbitrio e l'approssimazione. Elementi di questo andazzo comunque sono presenti in ogni ambito della societa' italiana, dalla riunione di condominio alle riunioni di docenti universitari.

Figurati l'amarezza quando purtroppo succede ai suoi stessi iscritti e delegati che dovrebbero portar alla dirigenza le istanze degli elettori e della società in generale!  Sì scade nel ridicolo chiamando beghe interne la richiesta di discutere e metter ai voti degli ordini del giorno.  :-)

Ho trovato su Radio Radicale.it la registrazione dell'evento.   Appare il nome di Zanella (il cognome, actually) ma se andate lì sentite la fine di quello che parla del ''senso della narrazione'' e poi la presidente che dice che passa la parola a Ranieri.

Quel minuto e trentacinque a nome Zanella ricorda moltissimo la mitica " Appunti di viaggio di un viaggiatore nella terra del socialismo reale" dei CCCP. La durata segnata in copertina era di 5 minuti quando in realtà era una traccia lunga 5 secondi in cui un tipo accenna un ululato. Comunque a parte qualche eccezione ( tipo Civati & CO. ) il PD mi sembra che accetti il contributo di tutti ma perlopiù a titolo folkloristico, la curiosità intellettuale e la considerazione dei non appartenenti alla cerchia stanno intorno allo zero come ha dimostrato l' assurda vicenda del vostro intervento. Guai poi se qualcuno si azzardasse addirittura a volere entrare nella cerchia senza essersi fatto decenni di fedele servizio ai quadri. Esemplare l' ultima assemblea nazionale, dopo mesi passati a dire che sarebbe stata quella in cui si sarebbe sciolto il nodo primarie, l' argomento non era neanche in ODG, e tanti cari saluti a tutti i rompiballe.

Sandro, sei meglio di James Bond. Come fai a trovarle tutte? :-)

Gli ho scritto per rettificare l'etichetta, non vorrei pensassero che sono davvero io!

Vedo anche che ho una pessima percezione dei tempi: secondo RR Petruccioli ha preso 9'31'', Tabacci 9'25'', Bassanini 8'15''. Devo rettificare il testo del post!

sarebbe interessante sapere se ci sono state reazioni sia da parte dei 15, subito dopo il mancato intervento, sia da parte del pd dopo questo post.

Non riesco a capire perché a nFA ci si ostini a cercare il dialogo, a mio modesto avviso, tautologicamente impossibile, con le attuali forze politiche del paese. L’approccio, secondo me, è sbagliato:  nFA è e dovrebbe continuare ad essere una voce  – se volete, una forza – di ‘rottura’ con il passato e con il presente.

Non esiste un dizionario ideale in grado di tradurre il linguaggio che si parla in questo sito (ok, diciamo che per lo più si parla in questo sito) con quello farfugliato dai rappresentanti politici che si vorrebbero educare o convincere. C’è troppa distanza culturale.  

Si vuole davvero fare qualcosa di concreto per tentare di salvare politicamente il paese dall’inesorabile declino? C’è un unico modo: inventarsi ex novo una forza politica. L’idea è ottima. Ma dev’essere una foza politica totalmente nuova. Nomi nuovi, facce nuove, nuove idee e nuove intelligenze. Serve aria fresca, di montagna, un ricambio totale. Serve gente sveglia, ben educata – in tutti i sensi del termine – con degli ideali che trascendano l’arricchimento personale e il ladrocinio. E raccogliere consenso, sperando che il popolo degli elettori sia migliore dei suoi attuali rappresentanti (cosa di cui personalmente dubito assai ma che non escludo a priori). Stop.

Si può fare?

Altrimenti si resta nel campo teorico. E per carità: basta coi dialoghi inutili e i tristi teatrini comici della fantapolitica.

 

ho letto in giro che Giannino sta per pubblicare un manifesto di impegno politico al quale, si dice, aderirà anche NfA.  La notizia mi ha eccitato moltissimo, sperando che sia vera, anche se non mi aspetto sfracelli elettorali.

 

Si può fare?

 

Yes, we can :-)

Leggere domattina il post del primo caffe'.