There is no try. Una valutazione del governo Monti

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Come è ben noto, tutta la saggezza umana ha trovato il suo compendio nella saga di Star Wars. Per questo offriamo al governo Monti il consiglio che il maestro Yoda diede a Luke Skywalker: ''Do. Or do not. There is no try''. Un consiglio che al momento è largamente disatteso.

Introduzione

Il titolo è scherzoso, ma il il tema è abbastanza drammatico. La domanda è molto semplice e molto seria: quanto dobbiamo essere pazienti con il governo Monti? La nostra risposta è: poco. In effetti, la nostra pazienza è già finita. Ed è finita per una semplice ragione: la finestra di opportunità riformista che si è aperta lo scorso novembre si sta chiudendo, e probabilmente è già chiusa. L'unica cosa seria che il governo ha da mostrare per questi mesi è la riforma delle pensioni. Che va bene, ma è ben lontana dall'essere decisiva o dal mettere al riparo i conti pubblici per il futuro.

E proprio la riforma delle pensioni è stato l'unico caso in cui il governo ha seguito il consiglio di Yoda. They did. No try. Niente defatiganti trattative con l'ABC sindacale o con l'ABC partitocratico. La riforma è stata fatta e il parlamento è stato posto di fronte alla responsabilità di votarla o di far cadere il governo. Poi basta. Il decreto liberalizzazioni è pieno di buchi. La riforma del diritto del lavoro è stata ridotta a ben poca cosa. La parte più rilevante sembra essere un aumento del costo del lavoro atipico, in parte dovuto a un aumento dell'imposizione e in parte dovuto a nuovi adempimenti amministrativi. L'orizzonte futuro non appare particolarmente promettente. Le elezioni verranno tenute, presumibilmente, nell'aprile del 2013. Questo significa che sostanzialmente l'attività parlamentare si arresterà nel febbraio 2013. Restano quindi circa 10 mesi di lavoro, con in mezzo l'estate, senza nessuna chiara prospettiva su come superare le resistenze conservatrici che hanno bloccato l'azione del governo nell'ultimo paio di mesi.

Cosa è stato fatto

Per fornire una valutazione sull'operato del governo fino a questo punto è utile partire dal testo della lettera della BCE. Come è noto la BCE, lo scorso agosto, comunicò al governo italiano la necessità di ''un'azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori.'' L'invito avveniva contestualmente a una forte iniezione di liquidità sui mercati che permettava di bloccare temporaneamente l'aumento dei tassi di interesse sul debito della repubblica italiana. Qui è utile precisare che la lettera della BCE, che nel dibattito italiano è stata  spesso presentata come una violenta intrusione nella dialettica politica di uno stato sovrano, era in realtà poco più di una serie di consigli tecnocratici minimali tesi a evitare il disastro. Per cambiare veramente il paese ci vorrebbe molto di più, un programma politico serio che cambi gli equilibri politico-sociali del paese, ma questo (giustamente) non può essere offerto dalla BCE. Questo punto è ancora ben lontano dal'essere assimilato nel dibattito italiano, che continua a vedere le indicazioni della lettera BCE come un massimo politicamente irraggiungibile, una serie di misure inutilmente draconiane, anziché come il minimo necessario.

Cosa successe dopo la lettera BCE è noto. Il governo, che fino a quel momento aveva dato pessima prova, arrivò a vette di comicità quasi sublimi, di quella comicità che fa piangere anziché ridere. Chi ricorda il dibattito sull'eliminazione del periodo di servizio militare per i contributi alla pensione, o l'ennesima lista di province da eliminare per poi giungere al solito nulla di fatto? La manifesta pochezza e inettitudine di fronte a una situazione via via più drammatica alla fine poterono più dell'attaccamento alla poltrona, e portarono alle dimissioni del governo Berlusconi-Bossi-Tremonti.

Con la nomina del governo Monti era lecito attendersi che le prescrizioni contenute nella lettera della BCE venissero finalmente messe in atto. Anche perché la BCE nella lettera spiegava abbastanza chiaramente che ''vista la gravità dell'attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di settembre 2011.'' Il governo Monti, nominato a metà novembre 2011, partiva dunque già con quasi due mesi di ritardo, mesi durante i quali infatti lo spread era andato alle stelle. Cosa ha fatto da allora? Andiamo a vedere punto per punto le misure contenute nelle sezioni 1 e 2 della lettera e come il nuovo governo ha risposto. Nel seguito, i pezzi in corsivo sono tratti direttamente dalla lettera della BCE.

La sezione 1 conteneva l'indicazione di tre misure atte alla ripresa del processo di crescita.

a) E' necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala.

A questa richiesta teoricamente si è risposto con il ''decreto liberalizzazione''. Di ''privatizzazioni su larga scala''  non vi è alcuna traccia. Su quanto siano stati liberalizzati i servizi pubblici locali o i servizi professionali meglio evitare commenti.

b) C'é anche l'esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione.

Questo è l'unico punto su cui era intervenuto il precedente governo, che aveva inteso con l'art. 8 della legge 148/2011 (approvata a settembre) potenziare la contrattazione decentralizzata. I dubbi sull'efficacia della norma persistono, e in ogni caso occorrerà tempo per vedere quale sarà l'atteggiamento della giurisprudenza nell'interpretazione della legge.

c) Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi.

La riforma del mercato del lavoro appena attuata dovrebbe essere la risposta del governo. Credo vi sia consenso da parte degli osservatori minimamente imparziali che la riforma cambia molto poco la situazione attuale ed è assai improbabile che induca maggiore dinamismo nel mercato del lavoro.

La sezione 2 richiedeva di ''assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche''. In specifico suggeriva tre misure.

a) Ulteriori misure di correzione del bilancio sono necessarie. Riteniamo essenziale per le autorità italiane di anticipare di almeno un anno il calendario di entrata in vigore delle misure adottate nel pacchetto del luglio 2011. L'obiettivo dovrebbe essere un deficit migliore di quanto previsto fin qui nel 2011, un fabbisogno netto dell'1% nel 2012 e un bilancio in pareggio nel 2013, principalmente attraverso tagli di spesa. E' possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012. Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover e, se necessario, riducendo gli stipendi.

L'anticipo delle misure di correzione ha significato, essenzialmente, un anticipo degli aumenti di tasse già previsti da Tremonti (e da lui codardamente posticipati, una tecnica alla quale peraltro questo governo non è del tutto estraneo), come l'IMU. È abbastanza ovvio, dato il peggioramento del quadro congiunturale, che il pareggio di bilancio nel 2013 non verrà raggiunto. Ci sarà molto probabilmente (a meno di una recessione molto peggiore di quella attualmente prevista) un miglioramento dei saldi di finanza pubblica, ma affermare che ciò verrà ottenuto ''principalmente attraverso tagli di spesa'' appare uno scherzo un po' crudele. L'intervento sul sistema pensionistico rappresenta chiaramente il maggiore (e finora unico) successo del nuovo governo. Come detto all'inizio, è l'unico campo in cui il governo ha proceduto con decisione senza farsi impastoiare da tavoli, comitati, sottocomitati, consultazioni e via postponendo e annacquando. Di ''riduzione significativa dei costi del pubblico impiego'' invece non c'è traccia.

b) Andrebbe introdotta una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi di deficit sarà compensato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali.

Qui, francamente, è meglio stendere un velo pietoso. Le riduzione ''automatiche'' sono quasi impossibili da conseguire, dato che in un paese sovrano si può sempre fare una leggina all'ultimo momento per renderle meno automatiche, o per spostarle fuori bilancio mediante qualche trucco di finanza creativa. Su questo punto la BCE avrebbe fatto miglior figura tacendo.

c) Andrebbero messi sotto stretto controllo l'assunzione di indebitamento, anche commerciale, e le spese delle autorità regionali e locali, in linea con i principi della riforma in corso delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo.

Le ''relazioni fiscali tra i vari livelli di governo'' continuano a essere l'immensa schifezza che erano prima, e la finta riforma federale calderoliana ha solo aggravato le cose. Peraltro la riforma è stata ormai seppellita dal solito flusso di interventi centralistici caotici e incoerenti sia sul lato delle entrate sia sul lato delle spese, che ha caratterizzato il governo Berlusconi-Bossi-Tremonti. Dal governo Monti non è arrivata alcuna novità, a parte l'anticipo delle nuove tasse locali (che, chi lo avrebbe mai detto, non sono state compensate da alcuna diminuzione delle tasse centrali).

La lettera si conclude con una terza sezione: un invito accorato alla riforma della pubblica amministrazione. Essendo questo un processo necessariamente più lungo, la BCE ha riconosciuto che non era possibile porre scadenze strette.

Incoraggiamo inoltre il Governo a prendere immediatamente misure per garantire una revisione dell'amministrazione pubblica allo scopo di migliorare l'efficienza amministrativa e la capacità di assecondare le esigenze delle imprese. Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l'uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell'istruzione). C'é l'esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province). Andrebbero rafforzate le azioni mirate a sfruttare le economie di scala nei servizi pubblici locali.

Il fatto che non ci siano scadenze strette però non significa che si possa rimandare. Al contrario, la BCE dice che il processo di riforma della PA deve iniziare ''immediatamente''. Finora l'indicazione è stata sostanzialmente disattesa, e nemmeno mi pare ci sia alcun piano concreto per introdurre misure incisive nel periodo che manca da qui alle prossime elezioni. Non fatevi ingannare dal linguaggio blando, quello che viene richiesto in questo punto è un'autentica rivoluzione. L'uso di indicatori di performance vuol dire, per esempio, che si cerca di capire quali aziende sanitarie spendono di più e quali spendono di meno, quali scuole offrono migliore e peggiore educazione, quali tribunali funzionano meglio. E il fine dell'esercizio non è (o non dovrebbe essere) soddisfare una qualche curiosità intellettuale o compilare qualche classifica o tabella di numeri inutili. Misurare la performance è il primo passo per l'introduzione di norme che permettono di cacciare i dirigenti delle aziende sanitarie mal funzionanti etc. etc. La rivolta sindacale contro i test Invalsi nella scuola fornisce solo una pallida misura del livello di resistenza cui simili provvedimenti andrebbero incontro. Su questo punto tanto cruciale quanto difficile il governo è clamorosamente inadempiente.

Che conseguenze trarne

La nascita del governo Monti è stata salutata con notevole ottimismo, sia all'interno del paese sia all'esterno. Fin dall'inizio è apparso chiaro che l'ottimismo era più giustificato dal confronto con l'immondo governo precedente che dalle caratteristiche intrinseche del governo stesso. Guardando alla composizione, divenne immediatamente chiaro che il governo includeva certamente alcuni tecnici di alto livello ma anche una discreta raccolta dei soliti personaggi da circo Barnum della politica italiana imposti dai partiti (come l'ex consulente di Brunetta, il sottosegretario Michel Martone). 

Le aspettative erano chiaramente troppo alte. Molti hanno visto il nuovo governo come il nucleo di una nuova forza politica, in grado finalmente di avviare una svolta politico-economica e rimettere l'Italia su un sentiero di crescita. Si trattava palesemente di una illusione, e a onor del vero è giusto dire che Monti e i suoi ministri non hanno fatto nulla per alimentare tale illusione. Su questo occorre rassegnarsi. Una forza politica capace di rompere gli equilibri politico-economici attuali, colpendo le rendite che caratterizzano (e soffocano) tanta parte dell'economia nazionale sia nel pubblico impiego sia nel settore privato ci sarà solo quando una buona parte della popolazione italiana vorrà sostenerla. Al momento le cose non stanno così, e nessun governo tecnico può supplire a questa carenza fondamentale di volontà politica.

Era però lecito attendersi che il governo Monti agisse con decisione e senza ritardi per l'attuazione dei punti contenuti nella lettera BCE. Si tratta, lo ricordiamo, di provvedimenti minimi, necessari per evitare di ritrovarsi in pochi mesi di nuovo sull'orlo del baratro. L'arma che il governo aveva in mano era la pressione che i mercati finanziari stavano imponendo sul debito pubblico, e l'iniziale episodio della riforma pensionistica lasciava sperare che almeno sui famosi punti delle ''sezioni 1 e 2'' si procedesse speditamente e con decisione. La disamina che abbiamo condotto mostra purtroppo che non c'è stato nulla del genere. Quel che è peggio, la linea di comunicazione propandistica del governo è nel frattempo radicalmente cambiata. Il Monti che sbeffeggiava soavemente Calderoli e ''gli eventuali lettori de La Padania'' è diventato il Monti che rilascia dichiarazioni dal sapore tremontian-berlusconiano sui pericoli scongiurati, sull'inutilità di nuove manovre, sull'efficacia miracolosa di provvedimenti che sono in realtà solo di facciata. Michele ha ben scritto sui rischi del continuismo montiano. Qua aggiungiamo che un'analisi dell'azione del governo rispetto alle indicazioni della BCE rivela che l'unico intervento efficace, quello sulle pensioni, è anche quello che meno scardina l'attuale sistema di potere politico-economico. Interventi come la vendita della Rai, per esempio, che certo rientrerebbe tra le liberalizzazioni e privatizzazioni su larga scala invocate nel punto a) della sezione 1 della lettera BCE non sono stati nemmeno presi in considerazione. Il motivo è ovvio: gli interessi che si sarebbero andati a colpire sono assai più corposi di quelli dei lavoratori dipendenti in procinto di giungere all'età della pensione. Le intercettazioni di Belsito che appaiono in questi giorni sui giornali, in cui si parla tranquillamente di farsi mandare in Rai, alle Poste o all'ENI, sono solo l'ultima conferma dei motivi per cui la casta non vuole privatizzare alcunché. 

Questo è il governo Monti, e questo è quello che ci possiamo aspettare da qui alle elezioni della primavera 2013. Se vogliamo qualcosa di diverso, sarà bene che iniziamo a pensare a come costruirlo.

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Commenti

Ci sono 218 commenti

Quando ha detto che la crisi è superata, credevo aggiungesse: "infatti i ristoranti sono pieni". Zoccole a parte, non si vedono differenze sostanziali con Berlusconi. Entrambi hanno finto di riformare il paese e poi hanno raccontato una caterva di menzogne all'estero per turlupinare i mercati. L'unica differenza è che Monti ha una reputazione e una immagine migliori di quelle di Berlusconi, e quindi lui vagamente ci riesce.

Da ciò si evince che il giudizio su Monti dovrebbe essere peggiore di quello su Berlusconi. Un tecnico non presta la propria faccia per fare un taglio sulle pensioni e alzare le tasse sulla povera gente per poi consentire alla politica di mantenere lo status quo e continuare a depredare il paese in lungo e in largo. E' immorale e ignobile: un conto è se lo fa un puttaniere interessato esclusivamente al mantenimento del proprio monopolio TV, altro è se lo fa uno scienziato.

L’unica attenuante al suo continuismo potrei trovarla nel caso abbia l'obiettivo di vincere le prossime elezioni per avere un orizzonte temporale di 5 anni e poter fare cose serie senza il rischio di consegnare il paese nel 2013 a forze anacronistiche, alienate e deliranti. Viceversa non ci sono parole per descrivere il mio disprezzo.

Come dice Sandro, nulla può essere peggio dell'immondo govero Berlusconi. Niente mai.

non ho sottomano le cifre - e forse nessuno le conosce con precisione- ma vorrei mettere in guardia contro la retorica sui costi della politica.  In senso stretto (stipendi ai parlamentari ed ai consiglieri regionali, provinciali etc, vitalizi, costi delle assemblee, rimborsi ai partiti) si tratta al massimo di 5 miliardi su circa 600 di spese pubbliche.  Abolendoli del tutto (ed evidentemente non si può) non si risanerebbe certo la finanza pubblica. Lo stesso per i superstipendi dei manager pubblici.  I veri costi della politica sono il clientelismo, la corruzione, le assunzioni facili - ma sono prevalentemente soldi che vanno alla "povera gente" (pensionati di invalidità, dipendenti pubblici)  o al sistema economico (banche e ditte inefficienti e colluse).  Separare il grano dal loglio in questo campo è difficilissimo, senza contare le conseguenza sociali e politiche.

Altra retorica. Le tasse del governo Monti sono sicuramente alte e recessive, ma l'elemento addizionale è l'introduzione della patrimoniale, nell'unica forma i) tecnicamente possibile (tassare le case ed i depositi titoli) e ii) tale da portare un gettito rilevante. La patrimoniale è un vecchio cavallo di battaglia della sinistra e di Scalfari. Mi sembra ipocrita ora stracciarsi le vesti, sopratutto senza indicare tagli alla spesa.

 Il problema è sempre il solito: dopo vent'anni di retorica, promesse ed elargizioni, gli italiani non vogliono risvegliarsi ed i politici non hanno le capacità ed il coraggio di dire loro la verità.  Monti ha sicuramente sbagliato a non fare il big bang a novembre (come fu detto da molti in questo blog), ma la colpa principale è della "ggggente".

Concordo con l'avvertimento circa la retorica troppo facile, ma occorre far notare che nessun commentatore serio ha proposto il taglio dei "costi della politica" come misura per far quadrare i conti.  L'argomentazione dichiarata è sempre stata quella di (1) mostrare "equità" con un provvedimento che colpisse gli interessi più diretti della "casta" e (2) migliorare l'assetto istituzionale del paese.  Lo stesso può valere nel caso della corruzione e del clientelismo.  Può ben darsi che un sistema ben progettato di ammortizzatori sociali e una detassazione delle imprese non conducano ad una diretta riduzione dei costi; quel che conta sono i diversi incentivi forniti agli agenti economici e politici.

Quanto all'introduzione dela patrimoniale, IMHO non si può prescindere dall'effettiva impossibilità per il governo di indebitarsi ulteriormente sul mercato.  La promozione che ne facevano Scalfari e la sinistra radicale era diversa, motivata da basi ideologiche.  (Peraltro occorrerebbe un discorso a parte per la tassa di proprietà sugli immobili, che grava anche sulla rendita del suolo.)

vero, rimane un punto, a modesto avviso del sottoscritto incontrovertibile.

Un gigantesco bubbone detto RAI ha l'unico compito di produrre la propaganda della politica. Vednuto darebbe soldi e, persino, una maggiore probabilita' che quando dicono di "risanare" ne esce un paese piu' sano. La ricetta e' facile, si oppongono Marzullo e Marrazzo, appunto come i tassisti.  Una stima (non mia) e' la seguente:

 

 

Se   un’azienda   del   mercato   televisivo   come   Mediaset,   con   un   fatturato   nel   settore 

televisivo di circa 3 miliardi di euro, vale circa 5.5 miliardi, non è azzardato pensare che 

una RAI privatizzata possa avere un’enterprise value compreso tra i 3,5 e i 5 miliardi di 

euro. Tale  enterprise value, nel caso della RAI, equivale all’equity value  (valore de

 

 

 

Se non sto "dando i numeri" vendere la Rai immobili, telecamere, camerini 

chiudendo la baracca si ottengono le stesse quantita' di euros, che giustamente Giovanni Federico, indica come un "per impossibile" chiusura del parlamento

 

I veri costi della politica sono il clientelismo, la corruzione, le assunzioni facili - ma sono prevalentemente soldi che vanno alla "povera gente" (pensionati di invalidità, dipendenti pubblici) o al sistema economico (banche e ditte inefficienti e colluse).

 

 

Vero, ma non è solo questo: è che il sistema attuale di finanziamento permette a gruppi dirigenti scadenti, clientelari, sconfitti alle elezioni, di mantenere la loro presa sui partiti impedendone il rinnovamento. Con quelle risorse i partiti non sono contendibili dall'interno o sfidabili dall'esterno, e la classe dirigente rimane quella che è. Come le tariffe doganali che proteggono le indistrie inefficienti

Caro Giovanni, io invece trovo molto retorica come argomentazione quella che tu usi ( e che si sente spesso ) I costi della politica non risolvono la situazione? La risposta più appropriata mi sembrerebbe: embe? Che razza di argomentazione sarebbe, preso da solo quasi nessun provvedimento risolve la situazione, non si vede però perchè un taglio ai costi della politica non debba fare la sua parte in un pacchetto di tagli e tasse che tocca molti altri settori molto duramente. Per esempio è vero che i tagli agli stipendi dei parlamentari da soli non cambiano molto ( dimezzandoli si risparmierebbero 100 milioni di euro ) con ciò non vedo perchè i Parlamentari italiani debbano guadagnare più del triplo di quelli tedeschi. Di questi tempi anche 100 milioni spesi in modo assolutamente inutile ( qualcuno mi dimostri che i Parlamentari italiani hanno un rendimento superiore a quelli tedeschi e son pronto a ricredermi ) non dovrebbero far schifo.

Allo stesso modo non capisco perchè i consiglieri regionali debbano guadagnare cifre che non hanno paragoni in Europa ( a pari livello di governo )

Detto questo la cirfra di 5 miliardi mi sembra comunque poco , temo che i costi della politica siano globalmente assai sueperiori ai 5 miliardi , molto superiori.

Questo studio della Uil www.uil.it/costi-perconferenza.pdf , stima dei costi che sfiorano i 25 miliardi di euro. Un taglio del 20% tanto per darci un idea , consentirebbero una forma minima di sussidio di disoccupazione per tutti ( il cosiddetto reddito di cittadinanza che peraltro il parlamento Europeo ci ha chiesto di introdurre e che sarebbe il più grande strumento contro le clientele che tanti danni fanno in Italia ) . Insomma Tagliare i costi della politica non risolve certo tutti i problemi del paese, ma di "ciccia " ce ne è , l'ultimo vantaggio sarebbe che se i nostri politici avessero standard di vita più normali si confronterebbero meglio con i normali problemi dei cittadini che amministrano.

tre mesi di monti e siamo a tremonti.

cio' che va valutato nella valutazione del nulla bocconiano e' che questo governo e' un governo politico del presidente della Repubblica. Le idee del Quirinale sono effettivamente oscure, esse hanno moltissimo a che fare con la "dignita'" nazionale, quindi lo sforzo considerevole di maquillage, i pianti alla televisione e le lenticchie acquistate a spese della consorte del primo ministro.

Fatto si e' che le opposizioni sono implose sotto questo colpo, LN travolto da un colpo di ridicolo di primavera, l'Italia dei valori affetta dalle carenze di quoziente. Quindi nella migliore delle tradizioni italiane, si fa un governicchio balneare, si spera non vi siano chocs in Iran che fan crescer la benzina, e nel 2013 ci si augura che un gruppo considerevole intorno ai vari Morando confluisca coi vari Casini per far un governo che possa non dipendere eccessivamente dai consigli di facolta' (genitivo soggettivo e oggettivo.) 

Le pregevoli osservazioni di Brusco mancano il bersaglio politico: qui il sistema e la sua casta sentirono una minaccia esterna, hanno reagito alla "badoglio."

Quello che mi chiedo è come sia possibile che nemmeno dei cosiddetti professori, gente che quindi dovrebbe essere consapevole dei problemi e delle soluzioni, non abbiano provato a presentare proposte efficaci. Anche la Fornero, difende questa riforma inutile del lavoro, ma perchè?? Non ci arriva a capire che è una ciofeca? Non gliene frega un cazzo? Boh, che senso di delusione ed amarezza, altro che Tatcher.

I ministri del cosiddetto governo Monti costituiscono l'unico caso documentato di zombies che si sono suicidati.

 

 

Bel pezzo. Utile per la chiarezza analitica e per far capire, casomai ce ne fosse bisogno, che da queste parti non si prendono seriamente le persone solo perché hanno frequentazioni altolocate e parlano un inglese mediamente superiore a quello che si biascicavano penosamente i personaggi dell'altro circo precedente a quello in carica.

 

Alcune cose, il buon Sandro, le ha dimenticate. Fra queste: l'esenzione dal pagamento dell'IMU per le fondazioni bancarie. Su questo bisogna essere chiari. Inutile fare spallucce quando si parla, in blog assortiti di destra e sinistra, del governo Monti come del governo delle banche e dei banchieri...se poi passano misure come quella dell'IMU imposta a tutti tranne che agli amici, beh allora quei blog avranno sempre vita facile. Per la serie: la retorica antipolitica di più crassa e bassa lega, che alcuni idioti soloni vedono solo come una critica qualunquista, in realtà e più che giusitificata. Fare finta che non esista perché si esprime in forme francamente imbarazzanti o perché non è quella la strada da percorrere per risolvere i problemi, è solo uno dei tanti difetti da mettere in conto all'arroganza del governo. Come dice Giovanni l'incidenza della spesa per la politica, quella diretta non quella collegata alle malversazioni e alle distorsioni indotte da mazzette, rialzi e mediazioni varie, sarà anche una frazione infima del totale della spesa pubblica...ma dal momento che il paese affronta nuovi sacrifici un gesto simbolico poteva essere fatto. Degli ultimi giorni poi è anche la tassa sui decolli, 3 euro mi pare, per pagare la "riforma"del lavoro, il tutto in un paese dove il nostro petrolio è il turismo come si ripete sino al vomito isterico ogni qual volta un'azienda chiude e non sappiamo dove sbattere le corna.

Io poi ci aggiungerei un altro punto al quadro fosco tratteggiato da Sandro, e che è stato fatto notare Venerdì scorso da Giannino: il leccaculismo imperante di alcuni giornali, quasi tutti, rispetto alle scelte del governo Monti. A parte Libero e il Giornale, chiaramente costretti a ricollocarsi per mantenere attivo il target, Corriere, Repubblica e la Stampa sembrano il Tg1: filo-istituzionali e pro-governo a prescindere.

 

Degli ultimi giorni poi è anche la tassa sui decolli, 3 euro mi pare, per pagare la "riforma"del lavoro, il tutto in un paese dove il nostro petrolio è il turismo come si ripete sino al vomito isterico ogni qual volta un'azienda chiude e non sappiamo dove sbattere le corna.

 

Concordo con lo spirito del commento, ma su questo punto mi viene qualche dubbio.  Il trasporto aereo ha un costo sociale non indifferente, sia in termini di gas serra ed altre emissioni nell'aria che di inquinamento acustico; per di più non possiamo escludere che sia indirettamente sussidiato attraverso gli aeroporti.  Bisognerebbe avere dati più precisi su queste problematiche, considerando anche che di tasse sul trasporto aereo si discute da tempo a livello UE.

Sono d'accordo che la linea dei quotidiani italiani sia troppo filogovernativa, ma - e ci mancherebbe - lo spazio per opinioni più critiche mi sembra che non sia pari a zero.


Vedi ad esempio Boeri e Garibaldi su Repubblica del 6 aprile.

http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002994.html

 

Lo sforzo è stato notevole. I risultati modesti. (…) i nostri problemi sono purtroppo ancora tutti lì. 

 

O Alesina e Ichino sul Corriere della Sera dello stesso giorno.
http://www.corriere.it/opinioni/12_aprile_06/alesina-ichino-contratti-flessibili-errore-grave_983f4a78-7fb7-11e1-8090-7ef417050996.shtml 
 

 

Ci sono riforme che anche se fatte a metà sono comunque un utile passo avanti. Ce ne sono altre che, invece, se fatte a metà peggiorano la situazione e sarebbe meglio non iniziarle nemmeno. La riforma del mercato del lavoro, di cui si sta discutendo, appartiene a questa seconda categoria.


 

Diciamo che anche il lettore di Repubblica e del Corriere meno sprovveduto un'idea se la può fare.

Grazie a Sandro per lo splendido pezzo. 

IMHO non si prendono bene di vista i presupposti qui.

La nostra è una repubblica parlamentare. Il parlamento comanda.

Di conseguenza perchè prendersela con Monti, che poveraccio sta cercando di tener insieme la baracca, quando la responsabilità delle riforme di facciata/a metà è di un parlamento corrotto?

Non pensavate mica che Marione in 6 mesi potesse sistemare pure loro!

L'alternativa (detta Big Bang) era la seguente: invece di fare un Salva Italia, un cresci-Italia, un decreto per le semplificazioni etc mettere TUTTO (e fatto bene) in un solo decreto legge a Novemebre 2011 e minacciare di dimettersi se non approvato.

non si dican sciocchezze per dar "aria alle tastiere."

Il senatore Monti poteva benissimo continuare a fare il senatore (a vita per altro, senza nemmeno la dabbenaggine di dover far la "campagna" elettorale.)

Egli decise, come penso sia chiaro, in concordanza con la presidenza della Repubblica di manovrare le dimissioni del governo (BBB era il governo BerlusconiBossiBrunetta) e di andare in parlamento con i suoi disegni. Non lo disse ne il parlamento ne Moses ne il padre eterno a Barca di fare il ministro. Il parlamento, pur paralitico che sia per non esistenza di opposizione, prese il fatto compiuto. A modesto avviso del sottoscritto al parlamento il tutto aggrada assai, avendo la capacita' di far firmare l'armistizio a Bce e altri da uno sotto la bizzarra nozione che le misure sono "tecniche."

tutti a dire arriva lui, lui si  che risolverà tutt0, lui il grande eco nomista che scrive sul corriere, beh forse è meglio lo rimandiamo a fare il preside alla bocconi, dove adesso in mongolia quando dici bocconi si mettono a ridere....

monti il becchino del paese....

dategli una laurea in leccaculo della casta burocratica

Gianni Z.

Come ben ha detto il compagno Palma sopra, questo commento a questa funzione serve.

 

E proprio la riforma delle pensioni è stato l'unico caso in cui il governo ha seguito il consiglio di Yoda. They did. No try

 

Ma con un neo non strutturale ma pesante. Se non si prenderanno in giro i circa 350k "esodati" coinvolti nei prossimi anni si avranno oneri imprevisti per almeno 7 miliardi (350kX20K che andrebbero in pensione alla vecchia scadenza e non dopo 6 anni). La Fornero, sicuramente studiosa capace, è stata tradita dalla sua supponenza (l'ex ministro e compagno di scuola Damiano l'aveva messa in guardia prima dell'approvazione)

 

Il punto c della sezione 1 della lettera BCE si riferiva più ai licenziamenti colletivi che a quelli individuali. Vista l'ostilità di Confindustria e sindacati l'applicazione delle norme sui licenziamenti collettivi  è stata rimandata di 6-7 anni e non contiene nulla circa la formazione e riconversione dei licenziati espressamente richiesta dalla BCE. Si sono concentrati tutti sull'articolo 18 dove il governo, secondo me ancora per la supponenza e la incapacità tattica della Fornero, ha rimediato una brutta figura: bastava proponessero dall'inizio la legislazione tedesca tale quale.

 

L'anticipo delle misure di correzione ha significato, essenzialmente, un anticipo degli aumenti di tasse già previsti da Tremonti


 È abbastanza ovvio, dato il peggioramento del quadro congiunturale, che il pareggio di bilancio nel 2013 non verrà raggiunto

 

in effetti oltre ad anticipare la manovra Tremonti, a regime, ha specificato 20 mld lasciati inindeficati da Tremonti ed ha aggiunto una "pacca" di 22 mld (14,6 mld di maggiori imposte, 5,4 mld di minori spese, che potrebbero essere annullati dal problema "esodati",  e 2 di maggiori imposte o minori spese a seconda della buona volontà dei comuni che finora li stanno trasformando in maggiori imposte locali)

 

Per quanto riguarda il pareggio di bilancio potrebbe essere ancora possibile (entro 0,0 e -0,5%) perchè gli interessi giocati nel piano sono gonfiati (a meno rispuntino altri derivati come quelli che ci sono già costati 3,4 M$). Non raggiungere il quasi-pareggio nel 2013 sarebbe esiziale perchè parte il fiscal compact e il delta debito/pil -3% annuo sarà possibile, senza manovre per le quali sembra non esserci più spazio, solo se non si crea nuovo debito in modo che il -3% derivi automaticamente dal +3% di crescita del pil a prezzi di mercato.

 

 Andrebbe introdotta una clausola di riduzione automatica del deficit...

 

la clausa imlicita c'è: pareggio di bilancio in Costituzione. Tutto sta nella capacità di osservarla. 

 

Le ''relazioni fiscali tra i vari livelli di governo'' continuano a essere l'immensa schifezza che erano prima, e la finta riforma federale calderoliana ha solo aggravato le cose.

 

è triste ma mi sto sempre più convincendo che l'unica possibilità è cancellare le regioni assieme alle province: negli ultimi 30 anni il costo per il personale degli enti locali è passato dal37,8% al 45,6% del costo totale dei dipendenti pubblici. Risuscitiamo l'INAM e il costo standard sarà automatico; inoltre dovremo tenere d'occhio solo un decimo dei potenziali ladri di oggi.

 

Incoraggiamo inoltre il Governo a prendere immediatamente misure per garantire una revisione dell'amministrazione pubblica

 

speranza vana fin dall'inizio visto che Monti ha imbarcato i massimi rappresentanti della casta dell'A.P. 

Catricalà, Malaschini, Malinconico, Peluffo, Griffi, Terzi, Cancellieri, De Stefano, Di Paola, Grilli, Polillo, Improta, De Vincenti, Catania, Clini, Cecchi, Balduzzi,  Cardinale.

 

Infine Monti in molte sue dichiarazioni pubbliche non fa mistero di badare all'immagine trasmessa quanto o più che alla sostanza e non riesco a spiegarmelo.

 


la Fornero ha ridmensionato il numero a 65k

Avevo però letto nel pomeriggio che 65 k sarebbero solo gli esodati che non proseguono i veramenti volontari.(su corriere on line da cui ora la notizia è sparita)

Ora si parla di 65k pensionandi secondo le vecchie regole entro 24 mesi.

In ogni caso non è che chi prosegue i versamenti non sia un problema e sono la maggior parte. Di solito l'incentivo consiste in :

-equivalente dello stipendio fino alla pensione

-equivalente versamenti volontari fino al raggiungimento o del pensionamento o dei 40 anni di versamenti

- una cifra di spinta

non prosegue i versamenti solo chi ha già raggiunto il requisito di contribuzione ma non di età per la pensione

La materia è complicata, vedremo gli sviluppi sperando che 65k sia il numero giusto.

è solo la volontà di non ammettere la realtà(tutti fuorchè il berlusca) che permette a molti che intervengono di scusare monti dicendo che è da poco tempo al comando...dimenticandosi i vari interventi sul corriere e i suoi suggerimenti..(fate come la grecia il migliore)....e non parliamo di politica economica perchè non ve n'è uno straccio in essere...in bocconi esiste un economista , si chiama Tabellini.... forfriends of left divisi tra il fondatore e il direttore di rep ciaoooooo

Gianni Z.

Inutile ripetersi.  

Se penso all’operato attuale del governo Monti e alle varie esternazioni, mi viene in mente il nome di quel canale di youtube: “WTF? Pictureisunrelated”.
O forse la definizione migliore sarebbe “portrait is unrelated”, nel senso che questo governo ci è stato dipinto come un’entità composta da opaci-sobri tecnici tutti intenti ai numeri, naturale e sana reazione all’orgia pop – folk  (sex, viagra and apicella’n’roll) del ventennio precedente.
Però Questa teknocrazia non si sta dimostrando tale, anzi Monti si sta dimostrando molto più politik-mediatico  di quanto si credesse, anzi si sta dimostrando più tale che propriamente tecnico.
La definizione “continuista”  coniata da Boldrin è sacrosanta: Monti come Mussolini, Badoglio, Berlu e altri, ossia quelli della rivoluzione di facciata e del continuismo tout court.
In tale contesto è anche degno di nota come rimanga fedele nei secoli il pensiero dell’italiano medio sempre in cerca di  quel “Lui” che ci venga a togliere le castagne dal fuoco quando le cose si mettono male o più in generale  a cui poter delegare l’onere della politica, dato che la partecipazione alla vita politico - sociale del paese non è molto nelle corde dell’italiano tipo.

Quindi, Monti si sta rivelando uno dei tanti.

But...But...But...But...
 
Personalmente è da un annetto buono che qualcosa non mi quadra riguardo alla figura dell’Italia nel contesto politico – strategico europeo.
Dalla Libia ( ampiamente sottovalutata dal punto di vista politico) all’imminente rischio Grecia 2, dal ruolo di Napolitano novello salvatore della patria (???) all’inserimento non proprio “fair” di Monti a capo del governo, alla passività con cui il parlamento italiano ha accettato tutto questo, ecc. ecc. ecc.
Il conto non torna, e sulla stessa linea, (appunto in continuità) non torna l’operato del governo Monti, le riforme che poco riformano, le rassicuranti dichiarazioni political-giornalistiche and so on.
Sembra che tutto perda di importanza, anche queste elezioni 2013 sembrano una cosa lontana, eterea, a cui la stessa politica si riferisce con una sorta di remissività: forse si fanno, forse no, ma che ce frega?

Se ci si riflette un attimo troppe cose non si spiegano, almeno che non siano inserite in un disegno politico di più ampio respiro e di matrice nettamente esterna alla sfera italiana.

Purtroppo, (come sempre accade quando si prova a decifrare i fatti mentre questi accadono), non abbiamo i tools necessari per ottenere una visione globale, ma sembra quasi che Monti stia agendo più con mansioni da traghettatore, che da riformista reale.
Traghettatore si, ma non verso un nuovo governicchio, ( che è l’unica cosa che la politica attuale può offrire al paese) piuttosto verso un progressivo ma netto limite alla sovranità nazionale dell’Italia.
Sembra come se ad un certo punto l’Europa si sia resa conto di due cose: on the one hand l’Italia da sola non riesce a creare una classe politica/dirigenziale in grado di riformare il paese, but on the other one l’Europa stessa non può permettersi che l’Italia diventi una Grecia 2 perché il contraccolpo rischierebbe di mandare a puttane tutto l’assetto europeo attuale, non solo in termini economici.
In quest’ottica potrebbe forse essere plausibile la figura di un Monti “imposto da fuori” il cui compito reale non sia quello di riformare l’irriformabile, ma di  cominciare a trasferire quote sempre più rilevanti di potere decisionale (o di sovranità) da Roma a Bruxelles ( tanto per dire) per far si che l’Italia venga messa in condizioni di smetterla con un autolesionismo che diventa pericoloso non solo per sé quanto per gli altri.
Tutto ciò contestualmente ad una forte accelerazione della politica europea verso la creazione di uno “Stato Europa” che in ogni caso deve necessariamente avvenire in tempi brevi perché ci sono grossi rischi di instabilità che minano il concetto stesso di Europa.
A quel punto le dichiarazioni tipo “la crisi è finita” o “ le riforme epocali” diventano solo pane per i giornali, perché chi realmente deve essere rassicurato da Monti, sa cosa realmente questi deve/vuole fare e dunque sa che non si tratta della riforma dell’Art. 18.

Tutto ciò, ovviamente, IMHO.

ma lo spero.  Una ventina di anni di sovranità limitata forse sarebbero sufficienti per fare le riforme necessarie che il popolo non vuole

miei ringraziamenti per un'ipotesi da prender in seria considerazione. Le Valkirie prenderanno di nuovo i fili del destino in mano. Le ricordo anche la fine di Goetterdaemmerung. con le mise scuse perche' non ho idea di dove sta Umlaut.

Che vi sia la sensazione di una imbecillita' congenita degli europei sud-Latini mi venne confermato da due diplomatici di cui non posso far nome, non e' razzismo in senso proprio, ma vedono alcuni tecnocrati veri il loro mestiere secondo le linee dell'occupazione americana del Giappone dopo la resa, vale dire, ricostruttivo, autoritario, benevolo quando si vuole, ma deciso secondo parametri che non vengono ne scelti ne calibrati dalla popolazione locale o dalle elites che essa esprime.

Forse si sottovaluta l'effetto devastante che puo' avere sul morale della truppa il verificare che, 20 inutili anni dopo, ci si ritrova con quello che si credeva un grande professore alfiere del liberismo e della modernita', e una delle poche speranze per un rinnovamento intelligente dell'italia, agire facendo le ultime delle cose che ci si aspettava fossero utili in un paese gia' fra i piu' tartassati e diretti dall'alto, del mondo. Sparata la penultima cartuccia, l'ultima non puo' che servire a...

Non mi meraviglierei più che tanto se l'ipotesi di Lorenzo Fresi si realizzasse.

 

L'Unione Europea agisce in maniera soft - ma palese - per prendersi competenze che gli SM non avevano inteso attribuirle, almeno da quando è stato introdotto il voto a maggioranza: finché era richiesta l'unanimità, anche uno SM piccolissimo avrebbe potuto impedire l'adozione di politiche sgradite; il voto a maggioranza fu introdotto, formalmente, per snellire i processi decisionali ma, in effetti, permette alla Commissione di imporre sue scelte politiche se queste giovano ad una maggioranza di SM - si ricordi che si tratta di maggioranze ponderate, già questa scelta tecnica implica una riduzione della sovranità degli SM.

Naturalmente, occorre poi che le politiche perseguite dalla Commissione trovino una base nei Trattati: ma la valutazione se tale base sussista è rimessa alla Corte di Giustizia, organo che storicamente ha fornito un contributo decisivo all'espansione delle politiche dell'UE.

Suppongo che non si raggiungerà mai la prova inconfutabile che la BCE abbia operato come strumento consapevole di un programma di ulteriore limitazione della sovranità degli SM (non solo dell'Italia). Ma la sua istituzione stessa è frutto di un trasferimento di sovranità, ancorché volontariamente accettato dagli Stati aderenti all'eurozona; l'intervento sulla politica economica italiana a salvaguardia della moneta comune non può sorprendere. Monti - anche per le sue connessioni con l'UE - è il PdC ideale per condurre l'Italia nel fiscal compact che è un ulteriore limite alla sovranità nazionale: ma siamo pur sempre nella "gloriosa" tradizione del "ce lo chiede l'Europa".

Il voto a maggioranza fu introdotto come ineluttabile conseguenza dei successivi allargamenti: se ci sono 27 stati ed ognuno ha il potere di veto è pressochè impossibile raggiungere qualsiasi decisione: ce ne sarà comunque almeno uno che si oppone, magari con qualche ragione. Ma veniamo al nocciolo: l'ultima Commissione che aveva una volontà propria era quella di Jacques Delors. Al momento le istituzioni europee sono controllate da Angela Merkel e Nicholas Sarkozy, e non è complottismo sostenere che il loro obiettivo primario è di vincere le prossime elezioni nazionali nei rispettivi paese ed il loro obiettivo secondario quello di tutelare gli interessi dei propri elettori, al fine di raggiungere il primario. Di risanare l'Italia gli importa anche meno di quanto importase a Bossi&Berlusconi: semplicemente gli Italiani non gli servono per la rielezione. Oppure si vuole riporre ogni speranza nel presidente Barroso, un fulgido esempio della casta portoghese, non migliore di quella italiana. Ho ragione di dubitare che un governo teleguidato da Bruxelles non sia il migliore possibile per questo paese.

 

"L'Unione Europea agisce in maniera soft - ma palese - per prendersi competenze che gli SM non avevano inteso attribuirle, almeno da quando è stato introdotto il voto a maggioranza"

 

 

È interessante questo punto. Qualche anno fa Olivier Blanchard, cercando di spiegare per quale ragione gli stati membri decidono eventualmente di rinunciare a parte della propria sovranità a favore di un organismo sovranazionale (in questo caso l'UE), proponeva le seguenti due:

1) i governi nazionali non si rendono conto completamente di quel che fanno, e aderiscono a trattati che non sono sufficientemente binding per quanto riguarda le limitazioni al potere ceduto al soggetto sovranazionale;

2) i governi nazionali vedono una convenienza a delegare ad un soggetto "altro" taluni compiti che, pur necessari e utili sotto diveri profili, sono politicamente sconvenienti.

 

Ora, la domanda che molti si pongono è: la UE (anche attraverso canali non istituzionali, come potrebbe essere la "imposizione" del governo Monti all'Italia) sta agendo nella maniera più favorevole per gli Stati membri del Sud? Se così fosse, sarebbe avvalorata la tesi sub 2. Al contrario, prevarrebbe la tesi sub 1... ed in tal caso sono cavoli amari. La stranezza è che il governo Monti, nel suo "continuismo", pare lavorare a vantaggio di obiettivi di breve termine che sono condivisi da Italia e UE, ovvero evitare un tracollo dell'Eurozona sotto la pressione dei disequilibri di bilancio dei paesi meridionali. Ma allo stesso tempo, nel mantenere intatti privilegi e rendite delle caste nazionali e tassando sempre più, il governo Monti sembra minare alla base gli equilibri futuri (ammesso, come io credo, che il fiscal compact da solo non risolve nulla perché non affronta l'andamento divergente nelle produttività nazionali), la qual cosa va a detrimento SIA del popolo italiano, SIA del futuro dell'Eurozona.

 

 

A me fa paura il fatto  che un governo "tecnico" abbia continuato nel solco dei governi precedenti, eccetto la breve parentesi delle pensioni (caso strano: l'ultimo governo"tecnico" fu quello Dini del 1995, anche quello cominciò con le pensioni, deve essere un mantra) per il resto assolutamente nulla di nuovo, anzi peggio: tasse, tasse e tasse.

 

A me fa paura che la Camusso dichiari "La forma normale di assunzione è il tempo indeterminato"  e nessuno dica "scusi, lei si è bevuta il cervello, abbiamo fatto tanto per introdurre il divorzio e adesso lei vuole il matrimonio a vita con i dipendenti ?"

 

A me fa paura che 500 taxisti (500!!) dicano "NO" e NO è.

 

Ma questo è niente rispetto alle politiche del 2013, tanto che comincio a sperare che i Maya abbiano ragione e tutto finisca il 21.12.2012.

 

A me,quindi, fa paura che il governo Monti sia ricordato come l'ultima, fallita, speranza dell'Italia, perchè tale non è.

Perchè il Governo "tecnico" del sig. Monti è come le elites italiane e gli italiani lo vogliono: can che abbaia non morde (a me). Se non cambiano le elites italiane il Sig.Monti è il massimo a cui possiamo aspirare,e a me questo mi fa pensare che la risposta al "problema Italia" sia altra. Si devono cambiare gli italiani, altrimenti rischieremo di rimpiangere Monti.

dotto' "tecnico" una cippa di...

il governo e' un governo incaricato da Giorgio (Giorgione era solo Amendola) Napolitano e votato ad immensa maggioranza da gruppi e gruppetti che pensano a come nascondere il malloppo. Il resto son batture da bar sport di sotto alla gazzetta di forli'...

Gentile Si. Esposito, per cambiare le elites italiane bisognerebbe prima di tutto presumere che esistano, poi individuarle, quindi renderle inoffensive.

Mentre io ritengo che il principale deficit italiano sia proprio quello di non aver mai avuto una elite (almeno a partire dal dopoguerra), una borghesia che fosse in grado anche di comprendere e farsi carico degli interessi generali del paese.

...che gli italiani siano differenti dagli altri popoli. Sarebbe una gravissima forma di razzismo e discriminazione. Sarebbe come ammettere che i meridionali siano "inferiori" ai settentrionali. No. Il problema non sono gli italiani, ma la loro istruzione e le stupide convinzioni passate cui ancora va appresso oggi la maggioranza. Purtroppo per far comprendere certi concetti, talvolta bisogna raggiungere il punto limite di sopportazione e magari superarlo.

 per la scarsa 'istruzione' nonché la credenza nelle 'stupide convinzioni passate' (che tanto passate è ancora tutto da dimostrare siano)... a chi le vogliamo attribuire? Agli Svizzeri, forse agli Scandinavi? E' colpa dei Greci o della Chiesa? Suvvia, ammettiamolo, non c'è nulla di male nel dire le cose come stanno...

Questo è il governo Monti, e questo è quello che ci possiamo aspettare da qui alle elezioni della primavera 2013. Se vogliamo qualcosa di diverso, sarà bene che iniziamo a pensare a come costruirlo.

 

Lo scenario che prende forma è il seguente: i mercati tornano ad agitarsi, ritornano i venditori sul debito sovrano, chi può va corto. Anche i francesi soffrono per un possibile contagio ma, almeno per il momento, se la cavano meglio di noi. Lo spettro del default torna ad aleggiare. Lo spread riprende quota e risale velocemente verso i precedenti massimi, anzi li supera d'un solo balzo. La barcaccia torna a solcare il mare, a gonfie vele verso Portogallo e Grecia.

 

Che succede in questa situazione?

 

Potrebbe accadere che governo tecnico, rappresentanze parlamentari e italiani vari si spaventano una seconda volta, al quadrato, e sull'onda emotiva si rimettono al lavoro per approvare alcune delle svariate cose che il buon senso economico e la BCE suggerivano di fare da tempo. Ora però le finte non bastano più perché gli investitori vogliono vedere cose molto concrete prima di tornare a finanziare un paese sull'orlo della bancarotta. Passerà ancora del tempo e il ritardo costerà svariati miliardi aggiuntivi. Però c'è una speranza che stavolta si intervenga più seriamente.

 

Nemmeno lo spread a quota 800 fa paura?

 

Resta l'alternativa: nell'impossibilità di mettere d'accordo il parlamento, MM si dimette e si indicono nuove elezioni. La situazione politica italiana la conosciamo bene e la conoscono tutti anche all'estero. Formazioni nuove al momento non ve ne sono e votare turandosi il naso non porta a nulla di buono, come sempre. Eccoci servito il default, cari italiani, potremmo chiamarla bancarotta fraudolenta. Forse dovremo impoverire ulteriormente prima che qualcosa possa davvero cambiare.

 

 

 

Stamane sentivo per radio che lo spread (che, non dimentichiamolo, è un segnale della fiducia che il nostro Paese ha sui mercati internazionali) è risalito a quota 387.

 

Magari, dopo le opprtune telefonate, riscenderà, ma è chiaro che sui mercati (ri)cominciano a suonare le campane di allarme. E per il delirio di continuismo che comincia ad affliggere il "governo tecnico" MM dichiara che ha un alto consenso nel paese. Come Berlusconi prima del naufragio. Dante aveva ragione.

Che salga e metta un po' di pressione a questi "tecnici" voltremontiani.

E' vero quanto riguarda l'anticipazione IMU: pero' attenzione, ora meta' dell'introito della cosiddetta imposta municipale va per legge direttamente allo stato, e l'incremento delle rendite catastali del 60 per cento (escluse banche e assicurazioni che sono beneficate da un solo 20 per cento di aumento, poverine), il leggero incremento delle aliquote, piu' la reintroduzione sulla prima casa, raddoppia circa il gettito della tassa, cosi' da mantenere per i comuni all'incirca lo stesso introito di prima. Non credo che cio' fosse nell'intenzione originaria dell'introduzione di questa imposta, che avevo capito dovesse invece unificare le varie imposte comunali per i servizi. Questo e' un ennesimo atto di dirigismo centralista e arrogante da parte del governo. Del resto la sostituzione del ministero per il federalismo con quello per la "coesione territoriale" qualcosa doveva far sospettare, oltre ad essere un chiaro segnale politico e non tecnico...

Non sarà che Monti fin dall’inizio non era affatto interessato a riformare realmente il mercato del lavoro, ma semplicemente a raccontare una “bella storia” alla stampa economico-finanziaria anglosassone (WSJ, FT, Economist...)?

 

In fondo è quello che fa qualsiasi CEO, racconta una “storia” e se è bravo gli investitori se la bevono...

 

In questo senso, un buon giro di bustarelle a giornalisti ed analisti è di prassi... chissà se esiste l’apposita voce di bilancio (PR finanziaria?).

 

lui la storia l'ha raccontata,ma ilWSJ non l'ha bevuta:

http://www.corriere.it/economia/12_aprile_06/monti-dietrofront-wsj-thatcher_7bcb6984-7fcc-11e1-8090-7ef417050996.shtml

e giovedi collochiamo i BTP con lo spread risalito a 390 punti.

Inoltre,la spesa per interessi 2012 era stata calcolata prendendo come base il tasso del 7%.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-04-10/priorita-assoluta-063546.shtml?uuid=AbXuufLF.

Ora come ora siamo al 5,60%

Non sono molto d'accordo con l'atteggiamento verso il governo Monti. Per rimanere in campo Star Wars " Anger leads to hate. Hate leads to suffering.” e, come è noto quella è la via per il lato oscuro.

Monti ha dei vincoli politici pesantissimi, non potrebbe fare più di tanto (bicchiere mezzo pieno: vedi ad es. il fatto che pare certa l'asta delle frequenze invece del beauty contest.) Il riferimento a Salvemini viene fuori per quelli che dicono che Monti è l'ultima spiaggia delle caste e cricche, messo lì da Napolitano per difendere la politica "as it is". Salvemini, anche lui convertitosi (e giustamente) al liberismo radicale, pensò a un certo punto che l'interventismo sarebbe stato la chiave per abbattere l'odiato sistema giolittiano. E finì con allearsi con i Salandra e i Sonnino, i nazionalisti di Rocco, Corradini e Federzoni (quelli che celebravano il "bagno di sangue" a venire) , e  con l'industria pesante (protezionista e monopolista) e ancora nei primi anni '20 scrisse che Mussolini era meglio di Turati, perché, appunto, Mussolini stava sbaraccando il sistema giolittiano (noi diremmo, consociativo). I risultati li sappiamo. E qualcosa del genere è successo anche verso Berlusconi e Bossi, a cui è stato dato immeritato credito per anni perché erano il "nuovo" post-Tangentopoli.

 

P.S.: da untuoso statolatra, condivido quasi tutte le proposte di Giannino sul taglio della spesa pubblica.

 

P.P.S.: a proposito di art. 18  

 

 

nessuno dica alla Camusso "scusi, lei si è bevuta il cervello, abbiamo fatto tanto per introdurre il divorzio e adesso lei vuole il matrimonio a vita con i dipendenti ?

 

 

l'art. 18 permette il divorzio, se quello che si vuole è il ripudio stile Sharia, basta dirlo... e il dipendente adultero lo possiamo lapidare? (cit. da una famosa, vecchissima pubblicità dell'Amarena Fabbri...)

Marino, elaborare strategie politiche non è il mio mestiere, e non ho certo la faccia tosta di paragonarmi anche solo lontanamente a Salvemini. In questo situazione non saprei che fare, anche se resto ottimista sul fatto che la situazione sia migliore di quella che ci condusse al macello della prima guerra mondiale.

Ho semplicemente dato un giudizio sulla politica economica che il governo Monti ha messo in atto, attenendomi il più possibile ai fatti. Per quel che mi è dato capire le indicazioni di riforma che la BCE dichiarava urgenti e da approvare entro il settembre 2011 restano disattese, con l'eccezione della riforma delle pensioni (su cui pesa, come ha fatto giustamente notare Aldo Lanfranconi, la vicenda degli esodati).

Possiamo guardare al bicchiere mezzo pieno, e dire che né Prodi né il centrodestra sono stati  in grado di fare anche solo una riforma del genere.  Ma secondo me è un po' da stolti.

Se non si dà una scossa forte agli equilibri politico-economici, anche i risparmi della riforma delle pensioni rischiano di finire nel buco nero. Questo è la lezione che io traggo dall'esperienza 1995-2005. La riforma Dini e gli aumenti delle tasse hanno messo una pezza all'andamento insostenibile del debito, ma nessun equilibrio è stato seriamente intaccato. Si è poi incaricato Tremonti nel 2001-2005 di mangiarsi i risparmi indotti dal calo dei tassi d'interesse a seguito dell'entrata nell'euro. Se le cose continuano a restare come sono (il ché è purtroppo probabile) il prossimo Parlamento continuerà a vivacchiare, mangiandosi i risparmi previdenziali con nuovi aumenti di spesa non appena possibile; il limite, come accade ormai da 20 anni, sarà dato solo dal vincolo esterno dei mercati finanziari, non da una pressione politica interna per una politica economica diversa.

Questo è quanto sono in grado di dire. Su come dare la scossa necessaria, con chi allearsi etc.  veramente non so.

 

P.S. Ma la pubblicità dell'amarena Fabbri non diceva ''capitano, lo posso torturare''?

Soffiamo tutti sullo spread, nostra unica speranza...

Sono colpito dal vostro ottimismo. Io temo che, non cambiando il medico, difficilmente cambi la medicina; rischiamo solo dosi più massicce e, soprattutto, temo ne muoia il paziente.

Come dice giustamente il prof Brusco non ci resta che sperare nel vincolo esterno. E' quasi da sperare in un aggravamento della crisi per forzare simultaneamente un cambiamento delle aspettative degli italiani su quali siano i diritti naturali (molte volte non altro che privilegi ) e una scossa alla casta. Il pericolo e' tirare troppo la corda e per cui alla fine escano dei Masaniello che traghettino l' Italia verso il sudamerica. Secondo me Monti fa il possibile visti i limiti patologici del caso ma certo sono pronto a ricredermi se fondera' un partito o si presenta alle prossime elezioni!

Sono piuttosto deluso dal comportamento di MM. E' chiaro che per fare approvare i provvedimenti del governo ha bisogno dei voti del parlamento, tuttavia non mi sembra che fino ad ora abbia dimostrato di voler mettere i parlamentari di fronte alle proprie responsabilità. Fino ad ora la sua politica ha mirato  solo alla riduzione dello spread BTP-Bund e dei tassi di finanziamento del debito (minimizzando gli attriti politici, ovvero senza mettere in discussione i privilegi della 'casta'), che sono sicuramente di importanza fondamentale, ma non arrivano solo aumentando la pressione fiscale per la quale, così come per il debito, c'è un problema di sostenibilità. I mercati hanno ricominciato ad essere nervosi perchè le prospettive di crescita sono piuttosto 'magre'.

Chissà se MM deciderà alla fine di giocarsi tutta la posta minacciando implicitamente, perchè la casta è assai permalosa,  di mandare  tutti a casa.

Per adesso MM sembra essere solo tasse e distintivo (mentre il suo predecessore SB era 'chiacchiera e distintivo').

che cioè i tanto decantati tagli "alla spagnola" sono probabilmente tagli in conto capitale all'amministrazione centrale (e non alla spesa corrente) e che la spesa locale e sanitaria rimane fuori controllo?

 

http://phastidio.net/2012/04/09/lerba-spagnola-non-e-piu-verde-della-nostra/

 

Comunque vadano le cose, non esiste motivo per entusiasmarsi per i cosiddetti tagli di spesa spagnoli. Si tratta di una voce eterea dietro la quale si nascondono, come detto, ipotesi irrealistiche oppure furbate autolesionistiche, a spesa corrente largamente invariata. Suggeriremmo quindi ai commentatori italiani di non sbandierare i tagli spagnoli e di conseguenza di non erigere Madrid a modello a cui ispirarsi: è già accaduto in passato, sappiamo come è finita. E qualcuno deve ancora spiegarci, fuori di moralismo, il perché del drammatico e sistematico fallimento tra preventivi e consuntivi di finanza pubblica che sta colpendo pressoché tutti i paesi dell’Eurozona, da quando questo tafazzismo fiscale è iniziato. Tutti fannulloni e truffatori? E quanto alle riforme supply side, quella spagnola del mercato del lavoro è un modello (anche di durezza), ma non servirà a nulla, se non a ridurre l’attrito che si frappone alle espulsioni di forza lavoro.

 

Tutte queste considerazioni non modificano di una virgola la chiave di lettura del quadro generale: in Eurozona è in atto una stretta fiscale inutilmente e tragicamente pro-ciclica, che accomuna le manovre correttive nella efficace definizione anglosassone di self-defeating

 

Forse MM sta solo cercando di non fare passi azzardati o controproducenti (poi, MM sarà pure "tasse e distintivo" ma ho paura dell'aria gruppettara da Lotta Continua d'antan, "tutto e subito! No ai bidoni!". Che come commentò una volta il Manifesto, quelli che erano bidoni in passato diventavano poi conquiste irrinunciabili nel presente), e così magari ci ritroviamo in futuro o un governo della casta senza se e senza ma, o un populista bosso-grillo-forzanuovista che inneggia al default, all'uscita dall'euro e alla sovranità monetaria. Per rimanere al mio parallelo, dopo la Grande Guerra e il fascismo, Giolitti l'hanno rivalutato tutti...

 

che cioè i tanto decantati tagli "alla spagnola" sono probabilmente tagli in conto capitale

 

Con uno spread così elevato, i tagli in conto capitale sono un'operazione di buonsenso.  Perché effettuare investimenti dall'esito quantomai incerto, quando si possono usare gli stessi soldi per ritirare debito dai mercati e risparmiare sugli interessi?

Sulla stretta fiscale prociclica ho scritto sopra, ma attenzione: il problema riguarda essenzialmente i PIGS.  La situazione aggregata dell'Eurozona al momento è IMHO sotto controllo, grazie a LTRO e LTRO2: ciò che preoccupa sono i possibili squilibri tra paesi. 

Dell'articolo questo mi ha più colpito , in pratica il problema principale del Governo Monti sarebbe secondo l'autore il "non aver applicato adeguatamente la ricetta BCE"

Mi aspettavo un po' di spirito critico, la ricetta BCE è la solita ricetta neolibersista , sono proprio questi dettami ad averci portato dove siamo.

 

Prendo in considerazione un solo punto per essere breve ma la critica andrebbe estesa a quasi tutto il contenuto della lettera BCE; le privatizzazioni dei servizi pubblici locali. ( e le privatizzazioni in genere ) dove sono state fatte non hanno dato affatto vita a crescita economica come si vuol dire, hanno solo creato delle rendite parassitarie del capitale. A parte casi partiocolari, i servizi pubblici locali ( tipo acquedotti e trasporti ) rispondono ad esigenze prettamente pubbliche e riguardano monopoli. La gestione privata inassenza di concorrenza e per via delle notevoli implicazioni esterne a quei mercati risulta inefficiente, provocando scarsi investimenti aumenti delle tariffe , peggiori servizi a maggior costo. Questo è un dato di fatto, è successo più o meno ovunque si è applicata questa ricetta.

C'è un ulteriore grave danno che provoca questa apertura di posizioni di rendita parassitarie ( in Italia il caso classico sono le Autostrade , divenute la gallina dalle uova d'oro e che in pochi anni hanno ottenuto il doppio record di autostrade peggioiri e più costose d'europa ), il danno ulteriore è la distruzione dell Impresa con la I Maiuscola: perchè gli imprenditori dovrebbero rischiare il proprio capitale in operazioni industriali quando possono ottenere lautissimi 8 ed ingiustificati ) profitti investendolo in una rendita?

 

Ultimo fatto ( o visto che molti qui auspicano la fine della democrazia , forse non sapendo ciò che dicono o ciò che rischiano ) il 57% degli Italiani si è appena espresso contro, per cui mi dispiace per la BCE, se ne può tranquillamente fare una ragione.

In Italia non c'è stato niente di tutto ciò, sono state fatte solamente delle privatizzazioni, non liberalizzazioni. I consigli della Bce sono quelli che qualunque economista serio direbbe, ormai l'hanno capito un po' tutti che le politiche socialiste sono un fallimento. Lasci perdere quello che pensano gli italiani, economicamente i giornalisti e gli esperti dei media sono ignoranti, figuriamoci la gente comune.

 

Mi aspettavo un po' di spirito critico, la ricetta BCE è la solita ricetta neoliberista , sono proprio questi dettami ad averci portato dove siamo.

 

Davvero ? Una qualunque dimostrazione di questa teoria strampalata ? Vediamo... in Italia il 50% dell'economia è pubblica (dello Stato), ma in Italia c'è un liberismo selvaggio, giusto ? Le ricette giuste sono quelle che sono applicate in Nord Corea, notoriamente uno degli Stati  più sviluppati al mondo giusto ? Concordo con te Kim il Sung  e basta!

 

Allora, se leggi questa risposta ti invito a ripetere a voce alta con me:

 

Liberalizzazione: quando in un settore economico non esistono limiti di accesso e il prezzo è formato dal mercato.  O anche quando  un servizio pubblico (trasporti, acqua, luce) è dato in gestione al miglior offerente (prezzo più basso= costo minore per la collettività)

Privatizzazione: quando un servizio pubblico monopolista è venduto/regalato agli amici, con concessione in secula seculorum.

 

In questo sito troverai solo fan del primo tipo per il secondo tipo ti devi rivolgere a PD,PDL e Terzo Polo, nonchè Lega, SEL e IDV, movimento 5 stelle non (ancora) pervenuto.

 

 

Ultimo fatto ( o visto che molti qui auspicano la fine della democrazia , forse non sapendo ciò che dicono o ciò che rischiano ) il 57% degli Italiani si è appena espresso contro, per cui mi dispiace per la BCE, se ne può tranquillamente fare una ragione.

 

Per l'esegesi di questo periodo sono ricorso anche al divino Otelma, ma niente non ne vengo a capo.  Quando ti passano i postumi ti dispiace darci un'occhiata e spiegare anche ai comuni mortali ?

 

 

Guarda quello che ho scritto nel testo sulle regole automatiche per il pareggio di bilancio e poi chiediti ancora se sono deferente verso la BCE. 

Sul resto, sono già intervenuti altri. Quello che dici è il mantra automatico che viene emesso da qualunque conservatore italiano che veda minacciate rendite di posizione. Non mi pare il caso di perderci tempo.

Se dopo l'intento è quello di criticare certe misure e operazioni compiute dalle banche centrali, allora si può essere d'accordo, purché argomentandolo.

Ma non c'entrano nulla i deliri sul neoliberismo e altre amenità.

Dal Sole24Ore:

 

 

"Sui finanziamenti per gli interventi sulle calamità ci sono tre strade. Le Regioni possono aumentare l'imposta sulla benzina «fino a un massimo di cinque centesimi per litro». Il governo, inoltre, può innalzare l'accisa sulla benzina e sul gasolio, sempre al massimo per cinque centesimi. «In alternativa» o «in combinazione» con l'incremento fiscale sul carburante, ecco la novità: «tassazione fino a una misura massima di due centesimi di euro» per l'invio di sms da «cellulare, computer o siti internet».

I gestori delle società di telecomunicazione «provvedono al pagamento dell'imposta, con facoltà di rivalsa nei confronti dei clienti». "

 

Oddio, cosa ho letto?!? Altre tasse, pure sugli SMS cioè soprattutto sui ragazzini telefonino-dipendenti? E con Decreto Legge... un hurrà per il governo Monti!

Io tasserei piuttosto gli alcolici e certi hamburger-schifezza stile McDonald's.

Forse ho dato un suggerimento a questo governo, che di tecnico ormai ha ben poco.

Siamo qui a fare gli avvocati del diavolo ma la realtà è questa...

http://www.corriere.it/economia/12_aprile_12/tassa-su-sms-protezione-civile_0ac21b2a-847c-11e1-8bd9-25a08dbe0046.shtml

E bravo MM!

Caro Outlier e caro Diego, il problema non è l'ennesima tassa.

Non lo dico perchè io sia ricco di famiglia.

Il problema è la cialtronaggine.

Questo governo, che è lì per le competenze "tecniche",  fa riforme e tagli senza accorgersi di quel che combina !!!!

Questa tasse sugli sms è una toppa (per la protezione civile), altre toppe servono per gli esodati.

La cosa è preoccupante:  riforme poche, tasse tante e sparando nel mucchio, programmazione e pianificazione poca (a giudicare dalle toppe). Se questo è un governo tecnico figuriamoci quando torneremo ai politici...

 

Ho partecipato a questa discussione e di fronte alle mie obiezioni mi sono sentito dare dell'ignorante ( ovviamente senza che nessuno mi abbia chiesto quali autori ho letto e perchè abbia certe opinioni ).

 

Mi è stato detto che non posso criticare la lettera della "BCE perchè Mario draghi è un economista serio e almeno ha studiato. Per ora mi fermo su Mario Draghi : Certamente ha studiato , certamente anche più di me, però 1) non è stato in grado di predire la crisi del 2008 che alcuni economisti avevano annunciato nel 2005 2) Da governatore della Banca d'Italia ha detto cose sullo stato delle banche Italiane poi rivelatesi non vere 3) era Vice Presidente di Goldman Sachs europa quando Godman Sachs certificò i conti del governo come sanissimi... Permettere ( o anche se non lo permettete fa lo stesso ) che da Ignorante io possa almeno avere qualche dubbio che mi potreste spiegare ( magari dicendomi che falsificare i conti del Bilancio dello stato Greco era in realtà un ottimo modo per far ripartire l'economia, poi ditemi anche ciò che non ha funzionato please )

 

Personalmente ho solo fatto gli esami economici della facoltà di giurisprudenza sono solo 2 e ho preso 27 e 30 e lode , poi siccome l'argomento mi appassionava negli ultimi 10 anni ho proseguito con letture personali (Keynes, Pareto. Roubini , Stiglitz , Boeri , Rfkin , Latoussi) , ma ho letto molto anche di ciò che dicono dell'economia altre scienze ( o meglio le scienze visto che l'economia è al massimo un arte ma non certo una scienza ).

 

Matematici , fisici , metereologi ecologisti o storici ( qualcuno di voi mi potrebbe per esempio spiegare in termini economici la crisi irreversibile dell'isola Di Pasqua nel 1500? ) Si tratta di un fatto realmente accaduto , non spiegabile con nessuna delle teorie economiche.

 

L'idea che personalmente mi sono fatto è che c'è una falla immensa nella sedicente scienza economica ed è un approccio ideologico basato sulla logica della crescita esponenziale , crescita che semplicemnte non è possibile nel lungo periodo. Su questo ci sono Prove scientifiche abbastanza solide la pietra miliare rimangono i calcoli del Club Di Roma per decenni irrisi dai cosiddetti "economisti seri" eppure anche quella era gente che aveva studiato, erano ricercatori del MIT non capre, forse anche meglio di Mario Draghi.

 

Da questa mancanza di scientificità nascono tutta una serie di affermazioni ( come quelle neoliberiste ) che hanno carattere religioso più che scientifico, se qualcuno ( chiunque ignorante come me , o genio come i ricercatori del MIT ) le mette in discussione viene deriso insultato etc..

Qualcuno mi spieghi allora perchè sta venendo tutto a Rotoli...

 

Ah qualcuno in realtà lo spiega in un libro pubblicato nel 1970 in cui si prevedevano crescenti difficoltà di approvvigionamento delle commodities , di produzione agricola, di esplosione demografica e di smaltimento delle scorie a partire dal 2010 secondo lo scenario più pessimistico o dal 2040 secondo il più ottimistico per arrivare ad una vera e propria fine dell'espansione umana tra il 2040 e il 2080.

 

Studiate gente, avete rqagione, ma ogni tanto leggete anche qualche testo di qualche scienziato vero e non solo quelli degli economisti.

 

PS. un economista serio e preparato aveva creato una bellissima equazione per Lehman Brothers , questa equazione riguardava le modalità sicure per emettere mutui senza rischiare iol default , il signore era certamente preparato come e più di voi, purtroppo lehman è fallita perchè i parametri fisici che erano stati presi erano sbagliati.

Non so se l'economia si possa considerare una scienza o un'arte.

Qualunque cosa sia, le rendo nota questa citazione: l'umiltà in tutte le scienze e in tutte le arti è la base del vero sapere.

a Latina l'acqua non è privata,è sempre pubblica visto che l'acqua fa parte del demanio pubblico.E la gestione è in capo ad una società a partecipazione maggioritaria pubblica e minoritaria privata,quindi,la proprietà della società di gestione è pubblica.

L'idea che l'economia si basi sulla "crescita esponenziale illimitata" è assolutamente falsa, almeno per quanto riguarda la scienza economica.  Già dai tempi degli economisti classici si discute dell'economia di stato stazionario, come futura conseguenza pressoché inevitabile della scarsità di risorse naturali.  Coloro che affermano il contrario (tra cui alcuni studiosi dell'ecologia) semplicemente travisano la questione, forse ingannati da una certa retorica del sistema produttivo contemporaneo che con l'economia in sé ha poco a che fare.

Il rapporto Limits to growth era considerato dagli stessi autori un insieme di casi di studio più che un tentativo di fare previsioni.  Fu criticato da alcuni economisti perché in gran parte sottovalutava il ruolo dei prezzi di mercato nelladattamento alla scarsità di risorse.

Meraviglioso l'economista Latousssi (ovviamente inesistente). Una combinazione tra Latouche e Fitoussi, cioè i due "economisti" più clueless in circolazione. Idiozia pura al quadrato. 

...sia o no una scienza, non sta a te stabilirlo. Esistono delle evidenze empiriche e degli studi teorici che hanno permesso di capire come certe soluzioni non possano andare bene, quindi io credo che l'economia sia molto vicina ad essere considerata una scienza. Non a caso, nelle università ci sono facoltà che prendono il nome di "scienze economiche".

Lasciamo stare l'arte per favore...

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voglio esplicitare : uccidere è inteso come paradosso del sinonimo eliminare....come molte volte scritto dal prof. Boldrin , questa elitè dirigenziale solo con elimanazione potrà essere sostituita...andare a votare cambiando partito non serve a nulla, come ben evidente da 20 anni a questa parte....solo non votando si eliminano i candidati presentati....uccidere (o eliminare ) per rinascere....unico modo....(si inizia dalla testa... il presidente deve essere votato/scelto dagli italiani e non il mercato delle poltrone come oggi)....io non ho scelto e potuto dire no o si a napolitano.....

NB... definire Monti una supercazzola non è un offesa alla persona,  ma definire quello che oggi sta facendo da tecnico, una supercazzola....

oppure si può continuare a fare post per altri 20 anni .

Gianni Z.

scusate poi non disturbo più.....un contadino  alla mia domanda come liberarmi di alcune erbe infestanti mi ha detto : butta il diserbante e moriranno tutte....mi ero dimenticato che per i compagni  bisogna usare la neolingua(orwell a volte lo dimentico)... trovato la parola DISERBIAMO......DISERBIAMO....( dirlo con accento romagnolo)

Gianni z.

Anche F. Scacciavillani da una valutazione negativa delle riforme:

 

in.reuters.com/article/2012/04/15/italy-monti-idINDEE83E08C20120415