La verità, meglio tardi che mai

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TPS e VV, sotto la guida di Prodi e con il supporto di Bertinotti, sembrano aver fatto peggior danno all'economia italiana di quanto i subprime mortgages abbiano fatto (e se ne han fatto!) a quella degli USA.

La notizia economica del giorno, in Italia almeno, è questa. Tralasciamo le ironie, già debitamente fatte in questo blog, sulla confusione fra livelli e tassi di crescita. Non posso non dire che l'avevamo detto: rileggersi i commenti alla Finanziaria 2007, scritti nell'autunno 2006 quando gli altoparlanti di regime ineggiavano a destra e a manca al miracoletto, al risanamento, all'Italia che sotto (l'unto scarpone di) Prodi ripartiva per dei destini luminosi. Mio nonno ripartiva, ma per l'osteria! Loro mentivano sapendo di mentolo, invece.

E non ripartiva un assoluto niente, una fiammata temporanea, dovuta al ciclo europeo o alla pura casualità. L'economia italiana è cresciuta un pelo nel 2006, quasi nulla nel 2007 e nulla nel 2008 - vedrete che a fine anno, ma forse anche a settembre, riconosceranno che il numero vero non è nemmeno +0.6% ma un nice and round 0.0%! La crescita vera e duratura si ottiene in ben altre maniere, e certo non aumentando l'imposizione fiscale e la spesa pubblica improduttiva, come invece hanno fatto con le finanziarie 2007 e 2008 i nostri anti-eroi.

Questi i fatti: l'Italia ha smesso di nuovo di crescere, anche a livello aggregato. Se tenete conto che, per effetto dell'immigrazione, è probabilmente cresciuta (e crescerà ancora di un pochino) l'occupazione a buon mercato, al consuntivo del 2008 scopriremo una crescita negativa (per i giornalisti economici: diminuzione) della produttività del lavoro. Il reddito disponibile degli italiani probabilmente diminuirà, mentre aumenterà ancora una volta la percentuale di risorse controllate dal moloch statale, che come abbiamo osservato altrove ha già raggiunto il 60%! Come corollario scopriremo che gli investimenti produttivi, che si erano appena mossi in positivo, son ritornati a farsi benedire (possibilmente fuori del territorio nazionale), che il carico fiscale su imprese e lavoro è ancora più insopportabile di prima e che, perdippiù, visto che hanno speso quello che non avevano e che il gettito fiscale (nonostante l'aumentata tassazione) smetterà di crescere perché non cresce la torta, anche il deficit pubblico tornerà ad allargarsi! Che poi la fortuna ci scampi e liberi dall'altra nera possibilità: una bella fiammata inflazionistica, la ECB che alza i tassi, il premio al rischio sul debito pubblico italiano che cresce ulteriormente (lo sta già facendo: i mercati non sono del tutto ciechi, quella è la loro corretta valutazione del "risanamento" prodiano, altro che le balle complimentose di Almunia!). Ma quale tesoretto, ma quale Italia che riparte: un disastro di politica economica. Attila, in confronto a TPS&VV&Prodi era la benedizione celeste!

Meditate gente, meditate quando andate a votare voi che intendete andarci. E non votate quelli che vi promettono che risaneranno i conti pubblici e faranno ripartire il paese con politiche indolori e a "zero costo per il bilancio pubblico" ed altre amenità del genere. Se non mettono per iscritto davanti ad un notaio (basta un notary public americano, non servono quelli costosi dell'ordine italiano dei monopoli) CHE tasse taglieranno e CHE spese pubbliche decimeranno, non credete loro e non votateli.

Si stancheranno mai gli italiani di farsi raccontare truculente balle dalle corte gambe da parte dei loro governanti e dei loro pseudo tecnici?

 

 

 

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Commenti

Ci sono 22 commenti

Ehi, almeno il sottosegretario di TPS Paolo Cento e i suoi allegri compari saranno contenti di aver quasi raggiunto il loro obiettivo...

 

"E non votate quelli che vi promettono che risaneranno i conti pubblici

e faranno ripartire il paese con politiche indolori e a "zero costo per

il bilancio pubblico" ed altre amenità del genere."

 

Allora hai cambiato idea: non suggerisci piu' di votare per la CdL, ma di astenersi!

 

Si dimentica troppo spesso che molti milioni di persone , in Italia, campano benissimo alle spalle del resto dei cittadini che producono la ricchezza per tutti. Questo nocciolo, che è trasversale dal punto di vista politico (conservatore perché deciso a mantenere lo status quo economico, ma che sta più a sinistra che a destra elettoralmente parlando), rappresenta, insieme all'elettorato ideologicamente refrattario al cambiamento, il vero elemento di perpetuazione della casta. Perché è quello che si reca in massa alle elezioni, e vota costantemente per una sostanziale immobilità, e delle politiche e dei politici che le rappresentano.

 

Ottima valutazione. Ineccepibile dire. Per quanto riguarda il

"blocco compatto" che campa alle spalle dei pochi lavoratori, non c'è

problema, perché quando la torta diminuisce, anche costoro subiranno il

contraccolpo e saranno costretti a cambiare. Perché, ormai è inutile

negarlo, o il prossimo governo fa un vero Miracolo, e quindi dimezza la

spesa pubblica, oppure prepariamoci all'Argentina. Alla guerra civile,

alle fucilate per le strade.....

Non siamo lontani da questa ipotesi. 

 

C'è un piccolo dettaglio: anche se la fetta si restringe, è pur sempre immeritata e spesso, anzi quasi sempre, ricevuta in cambio di poca o punta fatica.

 

 

Allora hai cambiato idea: non suggerisci piu' di votare per la CdL, ma di astenersi!

 

lo aveva già detto in un post precedente di, credo, circa un mese fa.

 

Anche se per assurdo si scendesse al 60%, la cosa non avrebbe nessuna influenza, i politici direbbero due paroline di circostanza e poi incasserebbero. La gente vota per svariati motivi, anche per vedersi con gli amici o perchè la vita è fatta così. Per questo anche il principio di votare turandosi il naso può essere accettabile. Oltre al voto ci sono altri modi per farsi sentire, ma il discorso sarebbe lungo.

 

sarà che già nei commenti qui e qui avevo sostenuto l'importanza di votare scheda nulla per mandarli tutti via, ma dissento fortemente da quanto dice stefanoc.

se i voti non nulli fossero il 60 per cento e i nulli "identificabili" fossero il 30 per cento, si che conterebbe. meglio ancora se finisse 50 vs 40 (vs 10 di bianche e nulle per sbaglio). tutto sta nell'andare a votare e votare nulla per fare capire che non si tratta di disaffezione alla politca, ma di amore per la politica!

e poi se quel 30 per cento prendesse confidenza della propria forza, si potrebbe anche manifestare a Montecitorio (anche se la vedo dura convincere Boldrin a fare questo...).

per me (E RIPETO PER ME!) quello che è inconcepibile è proprio votare il meno peggio, alias votare col naso turato. perché un conto sono le finanziarie sprecate di Prodi e TPS (che alla fine non muore nessuno), ben peggio è lo schifo che i "meno peggio" hanno perpetrato a Napoli e in Campania in 15 anni di malgoverno e nongoverno.

un altro modo di identificare il voto nullo (oltre a "Mancini allenatore simpatico") sarebbe: "meno peggio? no grazie". tutte battute, ok?   :-)

 

 

 

D'accordo, ma che altro c'è sul mercato oltre a Beppe Grillo?

e poi non è un pò troppo complicato l'orizzonte descritto (voti nulli identificabili, far capire che è amore per la politica, ...)?

e poi come conterebbe, cioè cosa accadrebbe, quale organizzazione nascerebbe con quel 40% che non vota (che poi la metà di questi non-voti sono del tutto oziosi).

Bello, auspicabile ma irreale.

 

 

 

La notizia economica del giorno, in Italia almeno, è questa. Tralasciamo le ironie, già debitamente fatte in questo blog, sulla confusione fra livelli e tassi di crescita. Non posso non dire che l'avevamo detto: rileggersi i commenti alla Finanziaria 2007, scritti nell'autunno 2006 quando gli altoparlanti di regime ineggiavano a destra e a manca al miracoletto, al risanamento, all'Italia che sotto (l'unto scarpone di) Prodi ripartiva per dei destini luminosi. Mio nonno ripartiva, ma per l'osteria! Loro mentivano sapendo di mentolo, invece.

 

che il tesoretto non ci sia è appurato (in fondo solo VV e i comunisti continuavano a sbandierarlo), che il risanamento dei conti non ci sia stato non ci sta invece. l'obiettivo era fare 2,4 di deficit nel 2007 e hanno fatto 1,9. Nel 2008 andrà peggio dell'obiettivo fissato l'anno scorso. ma nella sostanza sarà così perché l'economia va molto peggio di quanto si aspettavano (concordo con te che se ti avessero dato retta, non avrebbero sbagliato la previsione).

che i Governi possano fare qualcosa per impedire un downturn sappiamo tutti che è impossibile. può "smussare" la caduta certo. ci torno su dopo...

 

L'economia italiana è cresciuta un pelo nel 2006, quasi nulla nel 2007 e nulla nel 2008 - vedrete che a fine anno, ma forse anche a settembre, riconosceranno che il numero vero non è nemmeno +0.6% ma un nice and round 0.0%! La crescita vera e duratura si ottiene in ben altre maniere, e certo non aumentando l'imposizione fiscale e la spesa pubblica improduttiva, come invece hanno fatto con le finanziarie 2007 e 2008 i nostri anti-eroi.

 

perché fermi l'analisi al 2006 e 2007? certo, non è un ex-kathedra, ma servirebbe dire che da 15 anni l'Italia cresce sotto la media europea; il che vuol dire che quando il mondo va giù, l'Italia va più giù di tutti (specie in Europa). questo è avvenuto sotto Prodi e TPS, così come sotto tutti i governi precedenti.

la critica vera su cui sto dalla tua parte, Michele, è che Prodi e TPS hanno risanato i conti alzando le tasse (la spesa ha leggermente rallentato, ma il successo del 2007 è prevalentemente entrate), ma i problemi strutturali del Paese (scarsa concorrenza, scarsa produttività del lavoro, alta pressione fiscale, eccessiva ingerenza del moloch nell'economia, spesa pubblica improduttiva, etc etc) non li hanno affrontati sul serio. loro come gli altri non-governanti del passato. Sono questi problemi strutturali che fanno si che l'Italia stia sempre sotto le medie europee.

se ci fosse più efficienza, più mercato, più merito in Italia, i downturn continuerebbero ad esserci (come gli aumenti automatici del deficit), ma farebbero meno paura.

votare nulla per mandare a casa tutti (ma proprio TUTTI) i non-governanti degli ultimi 15 anni (facciamo anche 60 anni?)  :-)

 

Bah. Io questa cosa dell'astensionismo la sto combattendo da un pò.

Ma veramente CREDETE che ci sarà una percentuale di astenuti, nulle e invalide maggiore di un totale del 40% ?

E

con un 60% degli aventi diritto che ha espresso un voto valido, ma mi

voglio rovinare, ipotizziamo un 40% degli aventi diritto che ha

espresso un voto valido, calcoli il lettore il numero di secondi che

impiegherà la politica per mettere da parte l'argomento astensione e

continuare come prima.

Già vedo i commenti:

Vittoria Berlusca:

Il

grande numero di astensione indica senz'altro la disaffezione della

politica generata da uno scellerato governo Prodi ... bla bla.... 

Nostro compito sarà anche coinvolgere nuovamente l'opinione

pubblica.... bla bla... Ciao

 

Vittoria Veltroni

Indubbiamente

l'alto numero di astenuti indica un malcontento generale verso una

politica vecchia, fatta di palazzi e di caste, politica che il partito

democratico ha deciso di invertire candidandosi da solo e facendosi

interprete del nuovo. L'alto numero di astenuti vuole dare un segnale

forte alla politica ma anche fungere da pungolo per una nuova politica,

che sia veramente al servizio del cittadino.

Amen e riposi in pace.

Poi

mi spiegherete che cosa avrete ottenuto.  Quanto sarà l'astensione

media negli USA ? Si sono mai fatti scrupoli i presidenti???

E dai. Siete insoddisfatti? Anche io. Volete più libertà, più mercato, più economia austriaca?

L'unico modo è metterci la faccia. Scender per le strade, far conoscere le idee libertarie, liberali, fare casino e divulgare.

Con l'astensione otterrete un bel paio di "tapiri". 

 

 

Quanto sarà l'astensione media negli USA ? Si sono mai fatti scrupoli i presidenti???

 

conta il break rispetto al passato, non il livello. questo mi pare ovvio.

se l'astensionismo arriva al 30/40 per cento, allora si può cominciare a metterci la faccia. ad oggi sarebbe impossibile persino presentarsi alle elezioni.

se la gente mostra davvero disaffezione, allora comincerà a guardarsi in giro alla ricerca di idee politiche nuove.

 

"i mercati non sono del tutto ciechi, quella è la loro corretta valutazione del "risanamento" prodiano, altro che le balle complimentose di Almunia!"

A scanso di equivoci, non ho nessuna intenzione di difendere l'operato di Prodi & C. (semplicemente il peggior governo che io ricordi, persino peggio del secondo governo Berlusconi), però mi viene un dubbio: che lo spread tra il rendimento dei nostri titoli di stato e quelli tedeschi derivi non solo dalla valutazione che i mercati fanno del "risanamento prodiano", ma anche dal fatto che stanno scontando in anticipo la vittoria del PDL...

 

 

Osservazione corretta. Lo spread sui titoli decennali, dopotutto, dovrebbe riflettere la probabilità di default nei prossimi dieci anni, quindi l'operato atteso dei prossimi due governi. Questo significa che 1) i conti lasciati dal governo Prodi non sono così in ordine. Questa non è una sorpresa per nessuno che abbia seguito con un minimo di attenzione i conti pubblici; il miglioramento della situazione è chiaramento stato temporaneo, dovuto alla congiuntura favorevole e a una migliore lotta all'evasione fiscale che probabilmente non durerà. Nessun passo significativo è stato intrapreso per il controllo della spesa, né da questo né dai precedenti governi. 2) I mercati non si aspettano che la situazione migliori, in parte perché non credono che il centrodestra riduca la spesa e in parte perché temono che non si formino maggioranze chiare.

Anche così devo dire che a me l'ammontare dello spread sorprende un poco. Tutto sommato non mi pare che la probabilità di default sia poi così alta.

Aggiornamento.  Un analista di Moody's , oltre a ripetere che il problema è la spesa e che tale problema non è stato affrontato, afferma (se capisco bene) che l'aumento dello spread è dovuto a una maggiore avversione al rischio dei mercati. Che forse è vero, ma puzza di spiegazione buona per tutte le stagioni.

 

 

 

John Williams sul sito http://www.shadowstats.com ha

ricalcolato l’inflazione americana usando i criteri pre-Clinton, cioè quelli

che il bureau of labor statistics utilizzava prima della riforma del 1996. Ne

viene fuori che attualmente l’inflazione sarebbe tra il 7 e l’8%. Il metodo di

calcolo dopo il ‘96 è stato modificato in maniera “sospetta”, per cui se oggi

compri un computer più potente allo stesso prezzo di ieri, ad esempio, col

nuovo metodo il prezzo risulta diminuito.

 

Scusate, sara' che io non capisco un cazzo di economia e di statistica e indici per vederci alcunche' di sospetto o di conspiracy, ma siccome per calcolare indici bisogna calcolare lo stesso paniere di beni omogenei in media (quindi un computer di pari potenza confrontato tra l'anno base e l'anno corrente), non e' di per se' il fatto che grazie al progresso tecnologico ora puoi acquistare ceteris paribus un computer piu' potente allo stesso prezzo equivalente a una diminuzione dei prezzi? Che c'e' di sospetto, qui?

Si preferisce che si faccia come in passato, quando un computer in ufficio era una rarita' sottorappresentata nei panieri di acquisto e dove piu' o meno il prezzo di un computer o di un cellulare rimane costante indifferentemente dal fatto che si tratta ora di un bene diverso - il perche' e' ovvio, perche' l'hardware e' cambiato! - e quindi non contribuisce significativamente all'inflazione?

Quanto alla polemica inutile sulla core inflation e sul "petrolio che valeva 20 o 30 dollari al barile" e sul costo cinico e baro dei mutui della soia e del granturco, io intorno al 1980 ero appena nato, ma ti assicuro che i prezzi reali (sia del grano che dell'energia ) di allora erano quasi il doppio di adesso, lo rimasero fino al 1985, e questo non ha impedito all'inflazione di scendere.

 

Premesso che non comprendo le ragioni di questo tono leggermente sprezzante che usi, mi pare che le tue obiezioni non colgano nel segno: resta il fatto che dal '96 la metodologia di calcolo dell'inflazione è cambiata, e che l'inflazione calcolata col vecchio metodo sarebbe più alta. Se poi sia preferibile l'uno o l'altro, oppure altri sistemi differenti è una discussione tutt'altro che chiusa. E questo senza ricorrere a teorie del complotto.

Riguardo alla "polemica inutile sulla core inflation" e al "costo cinico e baro dei mutui della soia e del granturco", faccio notare che nel mio commento non ho mai sostenuto che il costo di queste merci sia "cinico e baro", né che impedirebbe all'inflazione di scendere. Ho solo detto, e lo ripeto, che secondo me il dato "core" non fornisce una buona fotografia della realtà.

 

... e questo mi sembra un caso.

Non so se il sito che GR indica sia, statisticamente parlando, serio o meno (qualche dubbio ce l'ho visto che dal grafico uno ha l'impressione che l'inflazione vecchia sia uguale alla nuova più una costante, evento piuttosto improbabile) però è vero che per fare confronti intertemporali sull'impatto che una certa politica monetaria o fiscale ha o meno sull'inflazione è bene avere dati omogenei di inflazione. Dire, come si dice in ambito Fed, che la politica monetaria è oggi più saggia e causa meno inflazione sulla base di un indice d'inflazione calcolato con metodi diversi dal passato, è affermazione rischiosa. Magari la politica monetaria è tale e quale quella del passato e, se la misurassimo con il vecchio indice, scopriremo che genera lo stesso tasso d'inflazione. Questo, a mio avviso, è un dato rilevante. Ripeto, se il calcolo del vecchio indice viene fatto correttamente, cosa che non so.

D'altro lato, è vero (e gli economisti ci dibattono da una vita) che gli indici d'inflazione dovrebbero calcolare la perdita di valore reale della moneta (perdita di capacità d'acquisto) e non il fatto che, siccome ora possiamo, non compriamo più nazionali senza filtro per fumare ma ottimi sigari cubani. Insomma, se compri beni migliori e quelli costano di più non è che c'è inflazione, c'è che sei diventato più ricco e ti compri cose migliori e più costose. Rimane la questione di decidere se l'aumento di qualità è più o meno proporzionale all'aumento del prezzo, che è ciò che quelli che calcolano il nuovo indice dovrebbero, in teoria, fare. Se ci riescono non lo so, non sono un esperto.

Infine, anche io condivido che l'insistenza sul "core" sia una baggianata. Infatti, quasi tutti gli economisti che conosco, compresi quelli che lavorano nelle Fed, hanno un'opinione simile. Di nuovo, la core inflation qualcosa dice, ma soffermarsi solo su quella per capire le variazioni nel potere d'acquisto della moneta è limitativo. Tanto per restare in tema, ti impedisce di vedere che l'inflazione sta avvenendo nei prezzi delle case e di altre commodities, il che implica che non capisci la conseguenza delle tue azioni di politica monetaria. Poi, quando ti svegli e te ne rendi conto, è troppo tardi.