Il voto utile (2): tutto il voto utile, regione per regione.

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Questo è il secondo di due articoli sul voto utile, in cui spiego con dettaglio cosa fare, regione per regione. Il titolo del post è liberamente ispirato alla grandissima trasmissione "Tutto il calcio minuto per minuto", unica e vera colonna sonora dell'infanzia di chi appartiene alla mia generazione. Io, purtroppo, radiocronista sportivo non sono riuscito a diventare. Mi accontento di discutere i destini elettorali del paese.

Nel post precedente ho spiegato quali sono a mio avvviso gli obiettivi plausibili degli elettori dei vari partiti e i dati empirici su cui dovrebbero basarsi le loro decisioni. È ora tempo di andare nel dettaglio analizzando il voto utile regione per regione. Lo farò solo per il Senato perché alla Camera sostanzialmente non ci sono opportunità di voto utile. A meno di strabilianti e improbabili rimonte veltroniane il primo partito sarà il PdL, che otterrà quindi i 340 seggi che garantiscono la maggioranza. Sia SA sia l'UDC dovrebbero passare senza problemi la soglia nazionale del 4%. La cosa migliore è quindi votare per il partito preferito: voto sincero e voto strategico coincidono.

Nell'analisi del voto utile al Senato farò riferimento soprattutto a due scenari. Il primo considera la ripartizione dei seggi regione per regione nel caso in cui il voto 2008 coincida con il voto 2006. Il secondo ipotizza "uniform national swing" e usa le percentuali date dall'ultima media di tocqueville.it (la metodologia è descritta in dettaglio qui). Chiamerò questa la "media sondaggi". Come ho detto nel post precedente cercherò di raggiungere conclusioni robuste e che non dipendono troppo dai numeri particolari dei sondaggi, e utilizzerò considerazioni addizionali basate sui sondaggi regionali e sul buonsenso. Bando agli indugi e passiamo all'analisi regione per regione.


Val d'Aosta. C'è un solo seggio che viene assegnato al partito con più voti. Il PD è dato vincente, un partito autonomista è secondo, i partiti del PdL sono separati e senza speranza. Direi che l'unica opportunità di voto utile è che gli elettori del PdL votino per il partito autonomista, sperando che sia malleabile in caso di Senato in bilico. Non ho idea però di quali siano i rapporti tra gli autonomisti e il centrodestra, quindi non sono sicuro che questa strategia abbia senso.


Piemonte. Sia il dato 2006 sia la media sondaggi danno il PdL in netto vantaggio; chiaro quindi che il premio andrà al PdL. La Sinistra Arcobaleno era ben sopra l'8% nel 2006 ma nella media sondaggi è all'8,13%, appena sopra la soglia. L'UDC era sotto la soglia nel 2006 e nella media sondaggi è a 5,66%. Non ha quindi alcuna speranza di superare l'8%. La verità però è che se SA fallisce la soglia nulla accade ai seggi del PdL, che resteranno comunque 13 (quelli del premio). Direi che in questa regione non ci sono opportunità di voto utile, ciascuno dovrebbe votare sinceramente per il proprio partito.


Lombardia. La Lombardia è di gran lunga la regione più interessante. Vale la pena di riportare in dettaglio i valori che abbiamo stimato per questa regione usando la media sondaggi e la metodolgia "uniform national swing".

Partito Voti assoluti  

Percentuale voto

totale

 
 

Percentuale voti

validi (solo partiti sopra soglia)

 
Numero seggi
PdL 3.085.509 53,14 65,17 31
PD 1.649.100 28,4034,83 16
SA 443.977 7,65 0 0
UDC 304.677 5,25 0 0

Come si vede, SA fallisce la soglia di poco. Siccome a quel punto solo PdL e PD partecipano alla ripartizione dei seggi, il 53,14% dei voti totali del PdL diventa il 65,17% dei voti validi (quelli dei partiti che superano l'8%). Con tale percentuale il premio diventa irrilevante e il PdL prende ben 31 seggi.

Supponiamo ora che 22000 voti (lo 0,38% del totale) passino dal PD alla SA. La nuova situazione è la seguente.

Partito Voti assoluti  

Percentuale voto

totale

 
 

Percentuale voti

validi (solo partiti sopra soglia)

 
Numero seggi
PdL 3.085.509 53,14 59,58 28
PD 1.627.100 28,0231,42 15
SA 465.977 8,02 9,00 4
UDC 304.677 5,25 0 0


Come si vede, questo spostamento di voti permette a SA di superare la soglia. Il PD perde un seggio ma ne fa perdere ben 3 al PdL. In questa elezione 3 seggi possono determinare se ci sarà o meno maggioranza al Senato. Mi pare quindi ovvio che il PD debba dirottare parte dei propri voti su SA: il sacrificio di un seggio vale bene la possibilità di ridurre di 3 seggi il bottino del PdL. Si noti inoltre che in questa regione non c'è rischio di perdere il premio se troppi elettori PD votano SA, è chiaro che comunque il primo partito sarà il PdL. Lo stesso ragionamento si applica agli elettori dell'UDC. Il loro partito in questa regione è ben lontano dalla soglia, e a differenza di alcune regione meridionali non c'è ragione di sperare che faccia meglio della media nazionale. Il voto utile per loro consiste nel votare SA in modo da aumentare la probabilità che tale partito raggiunga la soglia e sottragga seggi al PdL. Anche in questo caso il costo è minimo, dato che comunque UDC in Lombardia resterà sotto ll'8%.


Veneto. Il Veneto è un caso complicato. Ovvio che il PdL arriverà primo, ma il gioco delle soglie determinerà se prende 14 o 15 seggi. Nel 2006 SA prese l'8,72% mentre l'UDC prese il 7,88%, entrambe le forze quindi sono molto vicine alla soglia dell'8%. Se almeno una di queste due forze supera l'8% allora il PdL prenderà 14 seggi. Se entrambe lo falliscono allora il PdL prenderà 15 seggi. La media sondaggi dà SA al 5,65% mentre l'UDC al 7,01%. Questo però è ottenuto con "uniform national swing", non sono a conoscenza di sondaggi regionali ma a naso direi che le perdite di SA nel nord saranno almeno pari a quelle della media nazionale, se non maggiori. Direi quindi che chi vuole minimizzare i seggi PdL dovrebbe puntare sull'UDC, cercando di fargli superare la soglia. Se fossi un dirigente del PD veneto commissionerei discretamente qualche sondaggio e poi farei circolare altrettanto discretamente raccomandazioni di voto utile tra i militanti. Senza addizionale informazione, invece, credo abbia senso evitare il voto utile e votare sinceramente.


Trentino A-A. Del Trentino Alto Adige abbiamo discusso in questo post. Questa regione ha un sistema elettorale diverso dal porcellum, basato su collegi uninominali. La questione si pone seriamente solo nei collegi di Rovereto, Trento e Valsugana, dato che negli altri vincerà senza dubbio il candidato SVP. In questo collegi gli unici candidati che hanno possibilità sono o quelli del PdL o quelli del PD (alleato qui a forze autonomiste). La scelta è semplice: lasciate perdere tutti gli altri. Se volete la maggioranza del PdL al Senato votate per il PdL, se volete minimizzare i voti PdL allora non disperdete i voti e votate per il candidato del PD-autonomisti.


Friuli Venezia Giulia. La regione ha solo 7 seggi, quindi la soglia effettiva per ottenere seggi è più alta dell'8%. Finirà quasi certamente 4 al PdL e 3 al PD. Se siete elettori di SA o UDC particolarmente ottimisti e vogliosi di minimizzare i seggi PdL considerate il voto al PD. Ma direi che qua le opportunità di voto utile sono scarse.


Liguria. La Liguria è una delle regioni in cui il premio di maggioranza è in discussione. I dati della media sondaggi danno il PdL in vantaggio di 3,59% punti, ma un sondaggio regionale dava in vantaggio il PD al Senato. L'UDC prese il 6,04% nel 2006 e la media sondaggi dà percentuali ancora più basse. Direi quindi che l'elettore UDC che cerca di massimizzare il potere di negoziazione del propio partito dovrebbe votare PD. Il discorso è più complicato per SA, che in questa regione è probabile superi la soglia. I frontopopolari che odiano Berlusconi e sono disposti a rischiare un seggio dovrebbero votare PD, gli altri no.


Emilia Romagna. Qua è scontato che il premio vada al PD. Il voto utile consiste nell'aiutare la Sinistra Arcobaleno, che passerà quasi certamente la soglia dell'8%, a portare via seggi al PdL. Gli elettori dell'UDC possono votare per SA senza problemi, dato che comunque il loro partito non raggiungerà la soglia. Per gli elettori del PD c'è un problema, se usano in troppi il voto strategico allora il PD rischia di perdere il premio (questo invece non accade in Lombardia). Dato però che la distanza tra i due schieramenti fu nel 2006 (ed è secondo la media sondaggi) superiore al 10% non ci dovrebbero essere problemi a spostare un congruo numero di voti verso SA. Un pezzo recentemente apparso su l'Unità è un bell'esempio di come il PD si stia muovendo. Dice ufficialmente di non usare il voto disgiunto (non vuole che troppi elettori lo pratichino) ma segnala che personalità influenti e con credibilità nell'elettorato del centrosinistra, come Gianfranco Pasquino e Mauro Zani, useranno questa opzione.


Toscana. Situazione identica che in Emilia-Romagna: UDC sicuramente sotto la soglia, SA sicuramente sopra, premio sicuro al PD. Gli elettori dell'UDC dovrebbero votare SA. Quelli del PD anche, facendo attenzione a non esagerare.


Umbria. L'Umbria ha solo 7 seggi. È una regione rossa ma il margine del PD è più limitato che in Toscana ed Emilia-Romagna. Direi che qui non c'è opportunità di voto utile, ciascuno dovrebbe votare il suo partito.


Marche. Le Marche sono un altro caso complesso. Secondo la media sondaggi PD e PdL sono abbastanza vicini, con il PD in vantaggio. SA e UDC sono entrambe vicine alla soglia dell'8%, SA poco sopra e UDC poco sotto. Direi che è troppo complicato senza informazione addizionale, per cui lascerei perdere il voto utile.


Lazio. Se guardiamo alla media sondaggi con "uniform national swing" il Lazio va chiaramente al PdL. Almeno un sondaggio regionale però ha segnalato una situazione molto più vicina tra PD e PdL. È ragionevole pensare che in questa regione la Destra faccia nettamente meglio della media nazionale (Storace è stato a lungo governatore del Lazio), sottraendo voti principalmente al PdL. È anche possibile che Veltroni, sindaco uscente di Roma, faccia salire il PD più della media nazionale. Se il PdL perde il Lazio è quasi certo che non avrà la maggioranza in Senato. Qua il voto utile dovrebbe essere quello al PD da parte degli elettori di SA e UDC.


Abruzzi. Altra regione contesa, in cui PD e PdL vengono dati assai vicini. Sono solo 7 seggi, e secondo la media dei sondaggi sia l'UDC sia SA sono assai lontani dal poter ottenere un seggio. Come nel Lazio, il voto utile dovrebbe essere quello al PD da parte degli elettori di SA e UDC.


Molise. Niente storia qui. Un senatore andrà al PD, uno al PdL. Nessuna opportunità di voto strategico.


Campania. Questa è una regione in cui è legittimo sospettare che la metodologia dello "uniform national swing" non sia molto adatta. È quasi certo che il premio andrà al PdL, con un buon margine rispetto al PD che è stato probabilmente indebolito dalla vicenda spazzatura. Sulla carta l'UDC parte da un magro 5,33% nel 2006, ma potrebbe beneficiare della liquefazione dell'UDEUR (che in questa regione prese il 5,2% dei voti nel 2006) e dell'acquisto di De Mita. Questo mi fa pensare che il PdL abbia la possibiità di votare strategicamente UDC per portare via seggi al PD. Ma senza sondaggi regionali è difficile dire alcunché.


Puglia. Altra regione in cui il PdL è in netto vantaggio sul PD secondo la media sondaggi e l'UDC è appena sotto la soglia dell'8%. Il PdL può dirottare parte dei propri voti sull'UDC per sottrarre seggi al PD, stando attento a non esagerare per non pregiudicare il premio.


Basilicata. La Basilicata era inizialmente data per certa al PD, ma alcuni sondaggi regionali hanno mostrato una situazione più in equilibrio. I sondaggi sono ora oscurati ma avevano un alto tasso di non risposte e non so quanto fossero affidabili. Anche questa è regione complicata e impredicibile. L'UDEUR prese il 4,77% nel 2006, e non si sa dove andranno quei voti. Con tale incertezza credo che il voto sincero sia l'opzione più sensata.


Calabria. Stessa storia della Basilicata. Non è chiaro se la regione andrà al PD e PdL, non è chiaro cosa faranno i mastelliani che presero il 4,23% nel 2006. Anche qui il voto sincero appare l'opzione più sensata.


Sicilia. La Sicilia andrà al PdL con margine abbastanza largo, questo è quello che predice lo uniform national swing e questo è quanto confermano i sondaggi regionali. È l'unica regione in cui SA era sotto l'8% anche nel 2006, quindi direi che non c'è alcuna speranza che tale partito raggiunga la soglia. Questa dovrebbe invece essere comodamente raggiunta dall'UDC. Direi che l'unica opportunità di esercitare un voto utile è nelle mani degli elettori PdL, che dovrebbero in parte votare UDC per sottrarre seggi al PD.


Sardegna. La Sardegna è un'altra regione in cui non è chiaro chi prenderà il premio. Per complicare le cose sia UDC che SA danzano intorno all'8%, la media sondaggi dà SA poco sopra e UDC poco sotto. In principio SA e UDC (soprattutto quest'ultima) potrebbero cercare di aiutare il PD a ottenere il premio per minimizzare i seggi PdL, ma in assenza di buoni sondaggi regionali è veramente difficile dire.


Estero. All'estero è semplice. Gli unici candidati che hanno possibilità di essere eletti sono quelli di PD e PdL, tranne nel collegio Sudamerica dove Pallaro dovrebbe ottenere un seggio. Gli elettori che vogliono minimizzare i seggi del PdL dovrebbero votare PD, gli altri dovrebbero votare PdL. Gli elettori a cui piace Pallaro possono tranquillamente votare per il proprio beniamino.

 

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Commenti

Ci sono 21 commenti

Questo articolo è molto interessante, ma mi viene una domanda spontaneamente: come funziona questo benedetto "voto utile"? Quale criterio scegliere nel consigliare un voto a un altro partito? Come fare per ottenere in quantita "giusta" lo spostamento? La mia idea è che ci siano due possibilità principali per i candidati al "voto utile":

- criterio demografico. In questo caso, si indica tale voto alle categorie che più sono suscettibili di votare il "partito utile" come "second best". Nel caso del PD, vedo per esempio una possibile indicazione data ai giovani di votare SA.

- criterio geografico. Qui conta il posto dove si vota: per esempio in Puglia il PdL potrebbe indicare il voto utile tramite le sezioni locali di FI e AN in una provincia (per esempio quella di Foggia).

 La difficoltà secondo me sta nelle dosi: ne troppo, ne troppo poco. E poi, non si sa quale partito controlli meglio i suoi "voti". Comunque esistono precedenti illustri, per esempio si sa che tanti giovani UMP francesi (sopratutto studenti universitari) votarono per Royal al primo turno delle elezioni del 2007 per impedire a Bayrou (dato per vincitore in un ipotetico duello contro Sarkozy) di finire secondo.

E voi cosa ne pensate?

 

C'e' un altro metodo, che ha due versioni, una astratta ed una empirica.

Un metodo astratto e' suggerire a tutti gli elettori di prendere un dado opportuno (se supponiamo di voler spostare il 2,5% dei propri voti si possono usare carte da briscola ecc.) ed invitare ogni singolo elettore ad un sorteggio. Se viene una certa cosa (ad es. l'asso di denari nell'estrazione dalle carte da briscola) si da' il voto utile altrimenti no. Cosi' si sposta circa il 2,5%.

Questa teoria ha una versione empirica. Ogni frase della campagna elettorale ha una certa influenza percentuale sui voti che i partiti sanno piu' o meno stimare. Quindi se ad esempio il PDL non attacca tutti i giorni l'UDC ma solo ogni 3 giorni puo' indirizzarvi mettiano l'1% del proprio elettorato ecc. cercando cosi' di realizzare empiricamente lo schema teorica detto sopra.

 

Oppure, come dice Brusco, si fa circolare il suggerimento solo con certi canali che si puo' presumere raggiungano una certa percentuale prefissata del proprio elettorato. 

 

 

Innanzitutto complimentoni per l'articolo, veramente esauriente e ben fatto. L'unica cosa che non mi torna riguarda la Lombardia: non capisco perché il PdL non usufruisca del premio di maggioranza (visto che secondo le statistiche non supererebbe la quota del 55% dei voti). Secondo quanto avevo capito chi ottiene meno del 55% dei voti arriva a prendere comunque il 55% dei seggi e il resto diviso tra gli altri partiti (in questo caso solo il PD), per cui secondo il mio ragionamento al PdL andrebbero 26 seggi e al PD 21 (nel caso in cui SA non arrivi all'8%).  Mi sto sbagliando?

 

Sbagli, perchè la prima ripartizione dei seggi avviene tramite un quoziente calcolato SUL TOTALE DEI VOTI VALIDI DELLE LISTE SOPRA-SOGLIA. Solo dopo si verifica se i seggi così attribuiti corrispondono ala quota del 55% dei seggi.  Se in Lombardia sono sopra l'8% solo PDL e PD, l'effetto probabile è quello segnalato nell'articolo: 30-31 seggi al PDL.

 

Condivido nel complesso l'analisi, tranne su un punto: nelle regioni "rosse", la scelta pù razionale, per l'elettore che voglia minimizzare i seggi del PDL, senza rischiare effetti imprevisti a danno del PD, è quella di rispettare il proprio precedente voto (Ulivo o area SA). Se solo si riproducono i precedenti rapporti di forza, il PDL, in queste cinque regioni, perde 5-6 seggi rispetto al 2006.  L'elettore che voglia votare "strategicamente" corre un rischio: non sa quanti altri elettori si comporteranno come lui. E quindi i possibili effetti inintenzionali sono dietro l'angolo. Ricordate Jospin nel 2002: tanti (troppi !) elettori assumevano come scontato il passaggio al 2° turno del candidato socialista, e si divertirono a votare per la galassia trotskista, con il bel risultato che al ballottaggio andò Le Pen !!

Quindi, è assolutamente razionale il voto utile al PD nelle 5 regioni "incerte" (Lazio, Liguria, Abruzzo, Calabria e Sardegna), è sicuramente utile il voto alla SA in Lombardia, mentre nelle altre, alla fin fine, può essere indifferente

 

Ennesimo articolo interessante, complimenti.

Sotto il profilo metodologico, condivido l’adozione dell’uniform national swing per la stima delle percentuali di voto regione per regione. Mi chiedo però se e come si riesca a tenere conto dei due fattori seguenti:

 

  1. L'adozione di tale approccio implica la previsione che si abbiano variazioni assolute dei votanti, diversificate da regione a regione. Mi spiego con un esempio banale: supponiamo che vi siano 4 liste/coalizioni e che nel 2006 a livello nazionale il 40% dei voti sia andato alla lista A, altrettanti alla lista B e il 10% ciascuno a C e D. Supponiamo inoltre che in una data regione la distribuzione dei voti sia stata la seguente: 300.000 ad A, 400.000 a B, 200.000 a C e 100.000 a D (in tutto, un milione di preferenze). Se i sondaggi nazionali danno la lista A in crescita fino al 50%, la lista B stabile, la C e la D in calo fino al 5% ciascuno, nella regione in esame ciò si tradurrebbe in 360.000 voti per A, 400.000 per B, 100.000 per C e 50.000 per D, per un totale di 910.000 voti, ossia il 9% in meno rispetto a quanto riscontrato nel 2006.
  2. Correttamente, nelle previsioni si sottolinea la presenza di regioni dove l’ipotesi di variazioni omotetiche della distribuzione dei voti quasi sicuramente non si verificherà. Ad esempio, in Campania il PD è dato in forte calo e l’UDC in probabile crescita. Supponiamo ad esempio che a causa della scomparsa dell’UDEUR e del trasferimento dei voti di De Mita, l’UDC raccolga il 3% in più, passando in regione dal 5 all’8%, raccogliendo cioè 250.000 voti circa (100.000 in più rispetto al 2006). Assumendo attendibili i sondaggi - ipotesi falsa, ma inevitabile - la stessa UDC è stimata al 6% nazionale, ossia a 2.300.000 preferenze. Se si sottraggono quelle della “regione anomala” Campania, ne resterebbero 2.050.000, che però sul resto del territorio nazionale ammonterebbero ad una percentuale inferiore al 6% (il 5,8%, in questo caso). E’ possibile tenere conto delle informazioni desumibili sulle regioni anomale per correggere le percentuali stimate nelle altre rispetto alla trasformazione omotetica proposta?

 

Sono contento di vedere che non sono l'unico malato che si appassiona alla metodologia. La questione di come applicare bene il national swing è complessa. Il fatto che si finisca per generare un numero di voti diverso da quello delle elezioni precedenti non è un problema. L'unica cosa che conta sono le percentuali relative dei partiti, non i voti assoluti; sarebbe facile ottenere lo stesso numero di voti totali mediante normalizzazione. La parte difficile è invece come si trasla il movimento nazionale in quello regionale. Una alternativa a quello che abbiamo fatto noi è sottarre o sommare alla percentuale di ogni regione la percentuale di variazione nazionale. Per intenderci, consideriamo un partito che nella regione A ha preso 100 voti, pari al 40% del voto regionale, e una percentuale nazionale del 50%. Se un sondaggio nazionale gli dà il 55% possiamo fare due ipotesi: 1) i voti di questo partito vanno moltiplicati per 55/50 2) alla percentuale del partito aggiungiamo il 5%.

 

 

Noi usiamo la prima ipotesi, ma nessuna delle due è perfetta. Realisticamente, il nostro metodo tende a esagerare la distanza tra i partiti nelle regioni in cui un partito è più forte della media nazionale. Sostanzialemente quello che diciamo è che per ogni 10 voti se ne aggiunge uno. Ma aggiungere un voto dove si hanno percentuali alte è quindi si è già "fatto il pieno" può essere più difficile che aggiungere voti dove si parte da percentiali basse.

 

 

Il secondo metodo ha lo svantaggio speculare, fa aumentare più che proporzionalmente un partito dove è più debole. Inoltre, per i partiti con basse percentuali rischia di produrre numeri negativi. Alla fine abbiamo deciso che i difetti del primo metodo erano minori del secondo.

Hai perfettamente ragione che in principio i sondaggi regionali e quelli nazionali possono essere combinati per ottenere migliore informazione anche sulle regioni per cui non ci sono infomazioni locali. Dopotutto, se so cosa succede in A e cosa succede in B sottoinsieme di A, dovrei poter dire cosa succede nel sottoinsieme A escluso B. Per esempio, se la Destra ha il 6% in Lazio e il 2% nazionale questo significa che nella media delle regioni escluso il Lazio la Destra deve prendere in realtà un po' meno del 2%, secondo un fattore determinato dalla popolazione del Lazio vs la popolazione delle altre regioni. Noi siamo partiti con l'idea di ignorare i sondaggi regionali perché pochi e solitamente non molto affidabile. Ma è un bel suggerimento da tenere in conto per il futuro.

 

 

 

Anche questo articolo e' molto interessante, e continua con il piacevole approccio "scientifico" alle questioni elettorali.

Vorrei pero' sottolineare che non credo sia corretta la conclusione che non vi e' spazio per un voto utile alla Camera. A me pare proprio il contrario. Assumendo che uno degli interessi dei votanti sia che il partito verso cui sentono la maggiore attrazione abbia un peso politico rilevante nel prossimo Parlamento, argomento che e' stato esplicitamente usato per l'UDC ma che si applica sostanzialmente a tutti gli elettori, a me pare che si debbano analizzare alcuni possibili scenari.

1 - Alla Camera vince il PD. In questo caso e' ragionevole aspettarsi che comunque al Senato il PD viaggi sui 130 seggi, mentre SA potrebbe arrivare a 30. Questo sarebbe lo scenario da sogno per un sostenitore di SA, perche' potrebbe tentare il PD ad una alleanza a sinistra. E comunque avrebbe almeno ridotto il PDL ad un ruolo subalterno. Quindi il voto utile per gli elettori di SA alla Camera e' definitivamente PD, addirittura correndo il rischio di mancare il quorum del 4%: probabilmente sono meglio 30 Senatori che contano tantissimo piuttosto che 80 tra deputati e senatori con un ruolo marginale.

2 - Alla Camera vince il PDL senza maggioranza al Senato. Questo potrebbe sembrare lo scenario ideale per la Destra che riduce l'influenza di PD e SA ed apre una chance di essere inclusa nel governo. Bisogna pero' considerare che la Destra deve tentare il quorum alla Camera per esistere, e quindi non puo' certo permettersi un voto utile.

Per quanto riguarda gli elettori UDC, un PD vincente alla Camera avrebbe comunque sempre SA con cui ipotizzare un'alleanza ed i pochi senatori UDC non sarebbero comunque sufficienti per dare la maggioranza al Senato, mentre lo sarebbero al PDL in questo caso 2. Quindi per gli elettori UDC si profila il voto utile al PDL alla Camera. Con la limitazione, pero', che l'UDC avra' pochi Senatori (e corre addirittura il rischio di non averne), e non e' accreditata come molto al di la' del 4% alla Camera, per cui il quorum alla Camera e' certamente da non perdere per non ridursi ad un partito con 3-4 Senatori in tutto.

In effetti, mi pare che la campagna elettorale stia riflettendo l'esistenza di questi voti utili. SA non sta facendo un'opposizione radicale al PD, anzi arriva a suggerire un voto utile al Senato (ed il passo e' breve per offrire, o almeno non osteggiare, un voto utile alla Camera in cambio), mentre l'UDC sembra molto piu' frontalmente opposta al PDL.

 

 

Se si ritiene possibile che il PD vinca alla Camera (e forse ho avuto troppa fretta nel dire che questo è impossibile: in questo momento Veltroni è dato 3.4 a 1 da betfair, per una probabilità implicita di quasi il 23%, ben lontana da zero) allora hai ragione tu, diventa possibile usare il voto strategico anche alla Camera. Richiede però un tale movimento di voti che cambierebbe notevolmente le carte anche al Senato.

L'unica cosa che mi sembra chiara e robusta rispetto ai vari scenari è che se si pensa che la Camera possa entrare sia in gioco allora gli elettori frontopopolari di SA dovrebbero votare PD; questo rischia di ridurre la rappresentanza di SA, ma come correttamente tu dici può (in uno scenario con probabilità bassa ma non nulla) dare negotiation power ad SA al Senato. La Destra non entrerà al Senato, per cui non credo possa permettersi di dare voti ad altri alla Camera.

Per l'UDC, la prospettiva di una vittoria del PD alla Camera capovolge gli incentivi al Senato: a quel punto bisogna evitare che il PD vinca anche al Senato. La questione quindi è quale dei due eventi si ritiene più probabile. Mi pare che resti assai più probabile che vinca Berlusconi alla Camera, quindi l'UDC dovrebbe puntare a minimizzare i voti di questo partito.

 

Coloneldiego, Antonio Floridia e Alberto61fi propongono criteri per coordinare il voto utile nei casi in cui c'è il rischio di "strafare", ossia si rischia di far perdere il premio regionale al partito preferito. Questo accade in particolare in Emilia-Romagna e Toscana per il PD e in Puglia per il PdL. Non è un problema in Lombardia.

Il criterio per età non funziona, al Senato si vota solo dopo i 25 anni. Funziona meglio il criterio geografico o quello proposto da Antonio basato sul voto 2006. In sintesi: in Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana, quegli elettori che hanno votato per uno dei partiti SA nel 2006 farebbero bene a votare comunque SA, anche se ora preferirebbero votare PD; questo, grazie al porcellum, risulta essere il modo migliore di aiutare il PD. Identico ragionamento per quegli elettori dell'UDC pugliese che ora propendono per il PdL: aiutano di più il PdL continuando a votare UDC.

Il criterio stocastico suggerito da Alberto61fi funziona anch'esso, ma temo richiede una eccessiva partecipazione e comprensione da parte degli elettori. Ricordiamoci che la stragrande maggioranza degli elettori hanno comunque di meglio da fare che ruminare su premi e soglie; il voto utile è qualcosa che viene principalmente dai militanti e da pochi altri (palesemente sovrarappresentati tra gli autori e lettori di questo blog).

In generale io credo che il modo migliore in cui i partiti possono usare il voto utile sia dando indicazione ai militanti di usarlo e facendo passare l'informazione nella propria area più vicina di consenso, senza al tempo stesso dire esplicitamente che consigliano di votare per qualcun altro. Quindi del voto utile non si parla a "Porta a porta" ma solo sui giornali di partito o comunque su organi "amici". Questo articolo dell'Unità è uno splendido esempio. Ufficialmente si dice no al voto disgiunto, ma al tempo stesso si fa sapere ai lettori che Gianfranco Pasquino, persona con alta credibilità tra gli elettori del PD e definito dal giornale "grande esperto di sistemi elettorali" ha deciso di votare SA al Senato per danneggiare il PdL; si informa inoltre che l'europarlamentare Mauro Zani ha intenzione di fare lo stesso. L'articolo però non cita la situazione in Lombardia, il ché mi fa pensare che i dirigenti del PD non abbiano ben chiara la situazione in quella regione; a mio avviso ci sono in gioco più seggi lì che nelle regioni rosse.

Un episodio simile è accaduto nelle elezioni del 1996. La Lista Dini correva il rischio di restare esclusa dal riparto dei voti proporzionali (erano i tempi del mattarellum) a causa della soglia del 4%. Alla cosa non venne mai data nessuna conferma ufficiale, ma circolavano voci insistenti di un aiuto che il PDS era pronto a dare. Il problema, anche se meno grave che nel caso di rischio di perdita del premio, era simile: dare un po' di voti a Dini ma non troppi, visto che questi venivano direttamente sottratti al partito. Alla fine Dini si prese il 4,3% e passò la soglia. La macchina del PDS quindi funzionò bene. Vediamo cosa fa questa volta.

 

 

 

Sono perplesso per l'analisi sulla Campania. C'é una forte componente di voto clientelare, ma per questo ci deve essere una prospettiva di governo. Dunque é più probabile che sia il PdL a beneficiare della liquefazione dell'Udeur piuttosto che l'UDC per la quale é azzardato pensare ad un risultato politico esaltante.

 

Io la campagna elettorale in Campania la sto vivendo dal vivo in questi giorni e la mia sensanzione che l'udc centrerà un buon risultato, non fenomenale ma comunque buono.

L'acquisto di De Mita non è da sottovalutare, parecchi dei notabili locali sia del pd che del pdl, ma soprattutto pd, stanno migrando verso l'udc e non contando che parecchi ex mastelliani sono passati all'udc. Se proprio dovessi azzardare un pronostico io lo darei dal 8% al 10%. Ma ripeto è una sensazione.

Pure il Pd non lo darei per morto, cioè io non sarei così sicuro che Berlusconi vinca a mani basse.

In primis per le clientele bassoliniane che purtroppo sono ben radicate e in secondo luogo perchè dopo venti anni che il centro sinistra  vince con un netto margine, dubito che tutti i suoi elettori vadano a votare pdl di corsa, cioè non credo in un voto così mobile da uno schieramento all'altro.

Almeno questa è l'idea che mi sono fatto per la mia regione. 

 

Segnalo per gli interessati di corse di "cavalli" l'ultimo post su http://ideazione.blogspot.com/

 

Post delizioso, devo dire. Non è che oltre al Grand Prix d'Amerique poi quelli di right nation ci raccontano anche i grand prix regionali (Kentucky, Ohio, California, etc.)?

 

c'e' anche un altro uso possibile di queste informazioni: si puo' usare il proprio voto per provare a fare eleggere un candidato piuttosto che un altro. Sono da escludersi azioni coordinate per questo scopo, come per il voto utile, e probabilmente serve a poco in un sistema che comunque non permette di "scegliere le persone". Ma se uno proprio ci tiene, ecco che questi calcoli tornano utili.

 

Segnalo l'articolo di oggi di Gianfranco Pasquino. Non dice esattamente dove votare SA ma ormai l'informazione sta circolando. Dice infatti

 

Dunque, i suggerimenti che stanno variamente circolando sulla carta e

sul web affinché un certo numero di elettori collocati nel

centro-sinistra cerchino, in alcune regioni, votando alla Camera per il

Partito Democratico e orientando al Senato il loro voto sulla Sinistra

Arcobaleno di ridurre il numero di seggi che potrebbe essere

conquistato dal Popolo delle Libertà, sono tutt’altro che campati in

aria.

 

Chiaro che al PD hanno iniziato a capire che la cosa può risultare parecchio conveniente. Interessante anche la conferma dell'episodo "Lista Dini" alle elezioni del 1996, che avevo discusso in un commento precedente.

 

 

Sempre da Andrea Mancia. C'è anche il link alla "radiocronaca della corsa". Sotto, trovate anche un post di analisi dei vari siti di scommesse. Personalmente sono in attesa della sua ultima previsione, alle scorse elezioni fu l'unico ad azzeccare il risultato. Questa volta forse è più complicato, anche se il giochino di Sandro Brusco e Andrea Moro aiuta molto... vediamo se la spunta The Right Nation o Nfa a questo giro!

 

Complimenti per l'ottimo articolo! E anche per tutti gli altri sul "porcellum", veramente interessanti :)


Vivo in Lombardia ed ero giunto anch'io alla conclusione sul possibile "voto utile", o meglio "voto strategico" da effettuare al Senato. All'inizio avevo pensato al solo effetto nelle regioni rosse, in cui il PdL può vedersi sottratto qualche seggio, ed ero un po'... deluso: una mezz'oretta di conti per rimanere con un nulla di fatto nella mia regione! Poi ho riletto bene il Porcellum e ho avuto l'illuminazione, m'era sfuggita la possibilità degli extra-seggi e di conseguenza il voto utile anche in Lombardia.

Ho scritto un post sul voto utile in Lombardia basandomi sulle ipotesi di voto che avete fornito; ho aggiunto una considerazione che a mio parere può risultare interessante per chi volesse considerare questa opzione: nel caso in cui il "travaso di voti" dal PD a SA non abbia esito positivo c'è la possibilità che il PdL guadagni (ai resti) un seggio rispetto alla distribuzione originaria dei voti; questo accade solo per alcune precise percentuali di voto per il PdL e il PD, e la probabilità che ciò avvenga è lineare con la quantità di voti spostati da PD a SA (o almeno... non ho una formula, ma dalle simulazioni pare lineare: 4% di probabilità per ogni 0,1% di voti spostati). Ho caricato sul mio blog un foglio excel con i conti relativi... niente di complicato, un paio di formulette :)

Grazie, veramente grazie per gli articoli!