La Banca(rella) del Mezzogiorno. Come vendere il fumo a chi non ha carne per l'arrosto.

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Il 25 marzo è iniziato il tavolo tecnico per la definizione di cosa farà e cosa sarà la Banca del Mezzogiorno. Al tavolo partecipano praticamente tutti. E il motivo non può che essere che ci sarà da mangiare per tutti.

Inizio analizzando quel poco che ci dice il Governo sui compiti della furura Banca(rella), per poi passare in rassegna chi è stato preposto a questa importante opera, perchè talvolta il buongiorno si vede dal mattino.

  1. Sarà una Banca di Secondo livello, ovvero non avrà sportelli, non potrà quindi concedere fidi di conto corrente. Per chi non l'avesse capito, è inutile sperare che adesso ci sia più credito per le PMI meridionali, quello della Banca del Mezzogiorno sarebbe solo un effetto indiretto. Potrà però concedere "credito agevolato e credito agrario". Questa è una cosa che le banche presenti sul territorio già fanno. Inoltre il credito agevolato passa attraverso anche altri veicoli (le Regioni, la società Invitalia, i Mediocrediti delle varie banche, etc..), mentre il "credito agrario" riguarderebbe il 3-4 % del PIL meridionale. Forse lo slogan sarà: "più zucchine per tutti!"

  2. Fornirà aria fritta alle banche socie. La chiamano "consulenza" fornita dalla Banca del Mezzogiorno ma, a naso, sarà il solito sistema per garantire soldi agli amici degli amici. Vediamo perchè è aria fritta. Le banche socie, così come individuate dall'art. 2 comma 165 e seguenti, sono le Banche di Credito Cooperativo e Banca Poste S.p.a., indicate come i "soggetti promotori e principali attuatori." Orbene, queste due realtà c'entrano con le PMI come i cavoli a merenda, la Banca Poste S.p.a. perchè raccoglie depositi ma non concede fidi. Le PMI non aprono solitamente conti correnti presso le Poste, quindi non si tratta di una banca in senso stretto, ovvero non svolge l'opera di intermediazione creditizia. Inoltre l'operatività delle Poste è tale che scoraggerebbe qualsiasi imprenditore: lunghe code agli sportelli, lenta interfaccia con il resto del sistema bancario, etc. Le banche di Credito Cooperativo invece hanno 650 sportelli in tutto il Meridione (su un totale di 6.444), e raramente nelle grandi città, dove generalmente si concentrano i servizi di terziario evoluto. Sorvolo sul sistema creditizio delle Banche di Credito Cooperativo, che pagano poche tasse sugli utili, ma che non li possono distribuire ai soci, per cui si inventano “viaggi vacanza premio per i soci”, ma che non hanno alcun incentivo a crescere. Quindi la Banca(rella) del Mezzogiorno fornirà consulenza a chi non è presente o non è interessato a crescere (le BCC), o a chi non è in grado di fornire alcunchè di quanto richiesto dalle PMI, che non utilizzano le Poste nemmeno per i servizi postali.

  3. Veniamo ai punti interessanti: "Emissione di titoli per progetti infrastrutturali". Banalizzando potremmo dire "obbligazioni per costruire le rotatorie". Forse non sarà così, ma non si capisce perchè il sindaco di Giugliano in Campania debba farsi prestare i soldi dalle banche per, ad esempio, asfaltare la strada che passa fuori casa mia, anziché farsene carico nel bilancio comunale. Forse perchè, a pagina 8 del documento di sintesi c'è scritto che "In casi particolari queste emissioni potrebbero essere effettuate per finanziare infrastrutture senza impattare sul debito pubblico". Ovvero, potrei acquistare dei titoli a un tasso di favore del 5%, pensando di fare un affare, poi questi titoli finanziano il Ponte dello Stretto di Messina. Così non si aumenta il deficit pubblico, ma chi compra queste obbligazioni potrebbe trovarsi con carta straccia. Le obbligazioni Alitalia dovrebbero aver insegnato qualcosa.

  4. Qualcuno dirà: sei un malfidato, e scrivi un sacco di sciocchezze su scenari improbabili. Io rispondo che ho imparato dalla storia. Ma anche dal presente, perché sono andato a vedere (dato che è informazione pubblica) chi sono i componenti del Comitato Promotore, cioè quelli che daranno l'indirizzo a questa Banca(rella). Quali sono gli altissimi profili professionali che sono stati chiamati a sviluppare il Mezzogiorno, riuscendo laddove hanno fallito tutti? Volendo fare un gioco potrei cominciare ad eliminare tutti i componenti che hanno poco o nulla di formazione bancaria e d economica, quindi coloro i quali potrebbero avere difficoltà a stabilire compiti, indirizzi e norme di funzionamento, quindi comincerei dai presidenti delle federazioni della banche di Credito Cooperativo. Questi non sono dei banchieri in senso stretto, sono dei "rappresentanti", talvolta diretta emanazione politica degli equilibri politici del territorio; poi c'è il Presidente di ISMEA (non dimenticate: più zucchine per tutti!), l'AD di Poste Italiane S.p.a.,  ovvero un manager di nomina pubblica, ma non certamente un esperto di banche e mercati finanziari,un professore associato di diritto dei mercati finanziari dell'Università di Teramo la cui principale expertise sembra quella di avere buoni contatti (qui la sua storia), e il rappresentante del Ministero dell'Economia, quest'ultimo è probabilmente il più preparato. Poi la ciliegina sulla torta: la Dott.sa Rosa Maria Caprino, di cui il Governo ci dice che è "imprenditrice". Peccato che la Dott.sa Caprino sia tutto, fuorchè imprenditrice: la ditta di famiglia la inserisce nell'ufficio amministrativo, oltre che nel CDA, ma definirla imprenditrice mi sembra esagerato, anche perchè lei si qualifica come appartenente all'Università di Salerno, oltre che socia di una Banca di Credito Cooperativo, che ha requisiti minimi di capitale per diventare socio. Insomma, tutto fuorchè imprenditrice.  Quindi il Governo (o l'estensore del Documento di Sintesi) o non sa di chi sta parlando, o mente. Appunto: il buongiorno si vede dal mattino... ovvero il destino della Banca del Mezzogiorno (il migliore strumento per coprire il divario Nord-Sud.....) nelle mani di persone che sono sicuramente capacissime, ma non nel campo in cui è richiesta la preparazione specifica. Affidereste l'ultimo modello di aereoplano, con voi a bordo, a un grande steward ?

Infine la nota di colore sull'informazione italiana: Il Sole 24 Ore, il maggiore quotidiano economico italiano ci fornisce questo quadro della Banca(rella) del Mezzogiorno. Degno di nota questo paragrafo:

Questo gigante, oltre alla distribuzione delle garanzie alle Pmi e a servizi di consulenza, farà impieghi a medio-lungo termine e raccolta emettendo speciali obbligazioni garantite dallo Stato oppure, in questo caso come qualsiasi altra banca, titoli obbligazionari mirati ai piccoli risparmiatori con fiscalità agevolata (5% invece del 12,50 per cento).

Riassumendo, nascerà una creatura spuria che non si può assolutamente chiamare Banca, perché, semplicemente non lo è, che non servirà alle PMI, e che quindi non intaccherà i meccanismi di mercato che rendono il rischio/costo del credito più alto al Mezzogiorno che nel resto del paese. Inoltre non inciderà sull'attuale assetto finanziario del Mezzogiorno, che vede un flusso costante di depositi trasformarsi in impieghi al Nord (a nessuno sembra venire in mente che il denaro va laddove esso è più produttivo e i suoi rendimenti attesi maggiori, al netto del rischio). Potrebbe servire a "finanziare le attività infrastrutturali", peraltro senza incidere, tecnicamente, sul debito pubblico, ovvero la finanza creativa ai suoi massimi livelli: creo un veicolo finanziario spurio, semipubblico, gli faccio finanziare opere pubbliche il cui ritorno economico atteso è nullo, o altamente improbabile, ma di tutto ciò non ci sarà traccia nel bilancio dello Stato. Le similutidini fra Giappone e Italia cominciano a inquietarmi.

Last, but not least: una cosa simile c'è già. Tornando al titolo: tanto fumo (una banca che non è una banca, un comitato promotore che non è composto da esperti) per chi, da tempo, non ha nemmeno l'arrosto.

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Commenti

Ci sono 10 commenti

Intorno al Mezzogiorno si continuano ad accumulare equivoci e pietose (o interessate) bugie.

Il problema del Sud Italia si chiama "rischio", declinato in tutte le sue sfumature ma analizzabile come quello di altri paesi nei quali la certezza del diritto, la trasparenza delle amministrazioni e l'incolumità delle persone è appunto soggetta a rischi elevati.

Da qui discende tutto il resto, per cui non esistono soluzioni lineari per evitare un gap di tassi, che incorporano appunto una componente di rischio più elevata, o per evitare che i capitali raccolti vengano impiegati in aree nelle quali i rendimenti siano più elevati a parità di rischio.

Nel dibattito sul federalismo in Italia questo argomento è sullo sfondo ma è assente a livello esplicito, mentre tutti sanno che il problema di un'eventuale Italia federale non è gestire un Centro-Nord autonomo, ma è come governare un Sud autonomo. Mi pare che l'unico ad avere qualche idea sia Maroni, ma evidentemente non basta la polizia.

MM

PS: e se la Banca del Sud fosse in realtà un embrione di banca federale per arrivare a reintrodurre la Lira al Sud ?

Sostanzialmente centri il punto: il Sud è più rischioso da un punto di vista finanziario, per cui i tassi riflettono, inevitabilmente, questo rischio.

Personalmente ritengo che sia il momento di svoltare verso il federalismo, visto che lo Stato accentratore (contratti unici, stipendi unici, tassazione unica, etc.) ha fallito, anche se non ho la più pallida idea di quanto questo potrà impatttare su una popolazione che, storicamente, è sempre dipesa da fattori estranei (dominazione spagnola, nobiltà borbonica).

Può essere che la Banca del Mezzogiorno sia un embrione di Cassa Depositi e Prestiti meridionale in vista di un futuro federalismo (anche se, vista da Sud l'operazione è un non-sense), ma tornare alla Lira la vedo molto, molto difficile.

Bell'articolo.Mi piacerebbe sapere che ne pensano i liberisti che militano nel PDL.

Non mi riferisco a quelli che votano di malavoglia lega o PDL perchè pensano sia il meno peggio (se vogliono commentare benvenuti). Mi riferisco a chi si sente (o dice di sentirsi) liberista e milita nel PDL o nella Lega.

Qualcosa da dire?

PS per favore niente menate sul nulla o meno del nulla che si trova all'opposizione, se n'è detto abbastanza. Su questa bell'idea della banca del sud mi piacerebbe invece sentire qualcosa.

Mi piacerebbe sapere che ne pensano i liberisti che militano nel PDL.

Non credo ne siano rimasti molti, comunque puoi iniziare da qui per vederti l'opinione di Martino. Su Libertiamo.it trovi cose più recenti. Ultimamemente hanno perfino iniziato a criticare il partito sulla giustizia, quindi mi sa che non dureranno molto.

In Lega, credo che di liberisti non ce ne siano più almeno da quando se ne è andato Pagliarini.

Ma per curiosità: la Banca d'Italia niente deve dire su questa iniziativa?

Sull'iniziativa non può dire niente (è, appunto, un'iniziativa), poi si deve vedere come configureranno giuridicamente il "mostro". Ad occhio dovrebbe entrare nell'albo dei mediatori finanziari, non in quello bancario. Potrà quindi dire ben poco.

Nell'evoluzione della "Banca del Sud", quella del divario Nord Sud nel credito, c'è un nuovo tassello, quello dell'ultima riga del Comunicato dove si dice:

 

lo svolgimento del ruolo di “arranger” per  operazioni di cartolarizzazione”.

 

Traduco: la Banca potrà emettere bond (con fiscalità di vantaggio, al 5%) per coprire le "cartolirazzazioni", operazioni di maquillage finanziario, grazie alle quali l'Italia non sfonda ogni muro del rapporto deficit/PIL, e molto care a Voltremont.

La mia opinione su questo mostro non cambia, anzi si dimostra ogni giorno che avevo ragione: non c'è nessuna Banca del Sud, c'è solo un altro veicolo per aumentare il deficit e non farlo apparire in bilancio, veicolo che è un doppione della Cassa Depositi e Prestiti, che evidentemente non basta più.

Grecia, arriviamo!