Le due o tre cose concrete del documento congressuale di Renzi

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Nella corsa alla segreteria del PD, Renzi viene spesso accusato di vaghezza nelle idee e nei programmi. Le occasionali uscite televisive sembrano confermarlo, ma è sempre meglio controllare sui documenti scritti. Il quadro dipinto dal documento congressuale del sindaco fiorentino è abbastanza sconsolante. 

Il programma di Renzi per le primarie di circa un anno fa non era certo un capolavoro di precisione programmatica, ma almeno conteneva qualche indicazione chiara di rottura con il sistema esistente:  introduzione di criteri di merito nella valutazione di docenti e dirigenti scolastici, flessibilità per gli atenei nella determinazione delle tasse universitarie, provvedimenti specifici per l'incentivazione al lavoro femminile e giovanile,  flexicurity, semplificazione amministrativa, e così via. Uno poteva essere o meno d'accordo sulle specifiche misure, ma la novità era indubbia.

Il documento congressuale di quest'anno invece contiene una ventina di pagine che si contraddistinguono per ciò che manca più che per ciò che contengono. Una buona parte dello spazio viene spesa per considerazioni da sbadiglio (il PD ha perso voti, che schifo che abbiamo fatto, vogliamo recuperare i voti di tutti dal centrodestra a Grillo, dobbiamo rottamare le correnti...). Afferma di voler portare il PD ad essere il primo partito praticamente in tutte le categorie (pag 5: pensionati, impiegati pubblici, professionisti, imprenditori...). L'idea che si possa riuscire ad accontentare quasi tutti è sospetta. Qualcosa di concreto per riuscirci?

I dettagli sono pochi, quelli che ci sono sembrano marginali, nella drammatica situazione in cui il paese si trova. Non mancano ammiccamenti al populismo grillesco, conditi da un po' di confusione.

1. Scuola: il documento parte da alcune considerazioni nostalgiche per i tempi in cui maestri e professori godevano di elevata statura sociale. Nessuna analisi su cosa abbia condotto alla situazione attuale del tipo: gli insegnanti e i loro sindacati si sono scavati la fossa con l'egualitarismo nelle carriere, gli ope legis nelle assunzioni... Il documento invita i compagni di paritito a cambiare atteggiamento "partendo dagli insegnanti", attivando nei circoli la "più grande campagna di ascolto mai lanciata da un partito". Fornendo "risposte alle proposte degli insegnanti, non lasciandoli soli a subire le riforme". Avete letto bene: questo è il suggerimento che ci viene dato per risolvere i problemi della scuola italiana. Cosa resti delle idee di finanziamento selettivo e incentivi al merito del programma per le primarie non sappiamo. Però ora gli insegnanti possono sperare di essere ascoltati, almeno nei circoli PD.

2. Lavoro: fra i vari esperti area-PD negli ultimi anni non sono mancate idee di riforma del mercato del lavoro, e il programma delll'anno scorso sembrava, per quanto vagamente, ispirarsi ad alcune proposte di Pietro Ichino, menzionando almeno di sfuggita l'idea della flexicurity. La priorità di questo documento invece è l'indicazione di cambiare i "centri per l'impiego", quasi che i problemi del mercato del lavoro italiano si possano risolvere con un maggior sforzo per far incontrare la domanda e l'offerta di lavoro. Si accenna all'esigenza di una "rivoluzione nel sistema della formazione professionale", e alla semplificazione normativa (in un eccesso di zelo il documento confonde causa/effetto lamentandosi dell'esistenza di dodici riviste di diritto del lavoro), e si spinge persino ad ammettere l'esistenza di troppi sindacati e sindacalisti. Manca qualsiasi accenno ad alcuni aspetti fondamentali del mercato del lavoro italiano: il cuneo fiscale, la flessibilità in entrata e uscita, la protezione dei consumi in caso di disoccupazione. In quale direzione Renzi voglia andare in questi importanti aspetti non sappiamo, ma il cambiamento di tono rispetto ad un anno fa non fa ben sperare.

3. Istituzioni: Il documento vuole un sistema che crei bipolarismo e alternanza. Un bipolarismo "gentile ma netto". Gentile significa che non vuole la "violenza verbale dei talk-show". Netto significa che chi vince deve poter governare, chi perde deve poter controllare per togliere alibi a chi governa. Come realizzare questi ideali? L'unica indicazione che il documento precisa è "modificare il Porcellum". Beh almeno è un punto di partenza.

4. Tasse: il PD non vuole essere il partito delle tasse, e questo è un bene, ma quanto Renzi vuole ridurle? Il documento non lo precisa. I proventi della lotta all'evasione andranno destinati alla riduzione delle tasse, e le dismissioni del patrimonio dovranno essere destinate alla riduzione del debito, entrambi nostri cavalli di battaglia, ma quanto e quale patrimonio si intende dismettere? Non ci è dato di sapere. Eppure sarebbero bastate poche indicazioni: RAI, Trenitalia, ENEL, ENI, Poste: quale di queste aziende è superflua per il pubblico?

5. Spesa: il documento afferma che "chi dice che non si può toccare la spesa pubblica si pone dalla parte di [...] un sistema ingiusto e inefficiente". Caspita, ottimo. Cosa fare allora di fronte a tale ingiustizia? La risposta è chiedere un "contributo di solidarietà a chi riceve pensioni d'oro" e "modificare il sistema degli assegni sociali". Davvero un  po' pochino. 

6. Europa: qui il documento ripete un tema a noi caro, e cioé che l'Italia deve "fare le cose che dobbiamo fare" (quali? Suppongo: mettere i conti a posto, ridurre il debito) non perché ce lo chiede l'Europa ma perché serve a noi. Dopo varie dichiarazioni tanto generiche quanto velleitarie sugli stati uniti d'Europa e sull'identità europea, fa l'occhiolino ai grillini lamentandosi dell'euro-austerity (quindi le "cose che dobbiamo fare" evidentemente non includono la riduzione del debito? Forse più tardi). E infatti, propone di "superare la regola del 3% del rapporto deficit/PIL che deriva matematicamente da un obiettivo (stabilizzare il debito al 60% del pil) e da una ipotesi/speranza" (che il PIL cresca al 3%). Qualcuno a Firenze legge nfa, salvo il fatto che la stagnazione globale della crescita implicherebbe dover *restringere* il vincolo di bilancio, non allentarlo. Forse Renzi, senza menzionarlo, vuole al contempo allentare sia il parametro sul bilancio sia quello sul debito. Ma con un debito sopra al 120%, come l'articolo di Luigi Marattin chiaramente spiega, difficile pensare di poter realizzare nei prossimi anni dei deficit superiori al 3 percento. 

Riassumendo, poche, vaghe indicazioni specifiche, inesistenti indicazioni sulle priorità. Tante belle parole su associazionismo, impegno, Europa, che lasciano l'amaro in bocca per chi si rende conto che questo è il meglio che passa la baracca.

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Commenti

Ci sono 48 commenti

Secondo ma l'autore dell'articolo, come molti altri commentatori, commette un errore fondamentale: valuta una mozione congressuale con i parametri che utilizzerebbe per valutare una piattaforma programmatica per le elezioni politiche. Le mozioni congressuali sono sempre alquanto generali, per non dire generiche. Esprimono solo orientamenti generali rispetto al partito. Pretendere che si indichino in dettaglio e precisione significa non aver compreso pienamente qual è loro funzione. Devono essere dei documenti molto agili e di facile lettura, non dei manifesti elettorali o programmi che si occupano di specifiche policies.

Ci ho pensato anch'io, e spero che tu abbia ragione. Resta il fatto che il "programma" dell'anno scorso era solo marginalmente piu' lungo, era di piu' facile lettura se non altro perche' piu' interessante, e che il documento di quest'anno di policy "concrete" ne menziona qualcuna, ma si tratta di cose irrilevanti.

Sarebbe stato di difficile lettura dire "vogliamo introdurre il merito nella scuola", anziche' "vogliamo ascoltare gli insegnanti"? Sarebbe stato difficile dire "vogliamo un sistema di protezione del lavoro che si ispiri al modello nord-europeo" invece che far pensare che la priorita' sia di riformare i centri di collocamento? Sarebbe stato difficile dire con chiarezza cosa si voglia fare con il debito pubblico piuttosto che dire che il limite del 3% e' obsoleto? E' obsoleto in che senso? Forse che si dovrebbe poter fare piu' deficit? 

Se vuoi essere l'interprete del cambiamento, e peraltro con la vittoria in tasca, che ti costa ad essere chiaro?

 Il documento è senza dubbio deludente, unica speranza, come già è stato detto, è che in fondo abbia poco valore.

Elementi da non sottovalutare sono il fatto che stiamo parlando di primarie per la segreteria del PD e non per la premiership, quindi è possibile che vaghezza e contenuti siano determinati dal target e dal non voler compromettere il vantaggio, la vittoria quasi sicura con argomenti controversi nonché difendersi preventivamente dalle accuse di minare il governo Letta.

Allontanadoci dal documento, per capire le idee economiche del mondo Renzi può essere interessante seguire Yoram Gutgeld, senatore PD di area renziana e ufficiosamente accreditato di essere il consigliere economico del sindaco.

Riporto qualche idea tratta da varie interviste e da grezzi appunti presi ad un incontro cui ho assistito la scorsa settimana in quel di Scandicci:

  • La crisi non nasce nel 2008 ma da 40 anni di malagestione in cui ci si indebitava e si svalutava ( molto simile a qualcosa di conosciuto, no? )
  •  Per uscire dalla crisi serve cambiamento radicale, in tutto il mondo si deve ridurre indebitamento
  •  Serve equità, ossia ridurre evasione fiscale e affrontare il tema pensioni, ossia rimodulare in qualche modo quelle ottenute col sistema retributivo ( 270-280 mld di pensioni l' anno, 60 mld non sono coperti da contributi )
  • Rivendicazione di uno stato che finanzia sanità, scuola e assistenza, ma no chiusure a sistemi misti con il privato “Uno stato sociale che funziona non dà assegni (pensioni etc..) ma servizi” , dobbiamo trasformare assegni in servizi, “siamo il primo bancomat d' Europa” ( sempre riferendosi ai soldi erogati dallo stato ) - boh -
  •  Ridurre spesa pubblica per ridurre tasse, per questo serve spending review cambiando approccio rispetto al passato. I tagli devono esser fatti dai vari ministeri di competenza per essere efficienti
  • Le leggi di stabilità che abbiamo votato fino ad ora non servono a nulla
  • Investimenti pubblici, negli ultimi anni abbiamo speso 20mld l' anno più di Germania, da cambiare ( tra questi sussidi a imprese che sono assai poco utili )
  • Responabiltà/merito di introdurre a tutti i livelli, ossia premiare e punire. Assurdità dei commissariamenti con commissario chi ha causato i danni ( regioni )
  • Ridurre burocrazia
  •  “Non cerchiamo alibi. Non si può dare la colpa a sindacati, burocrazia, corte costituzionale etc se non riusciamo a cambiare le cose, la responsabilità è di noi politici e dobbiamo assumercela” ( parole, come tutto il resto d' altronde, ma parole nient' affatto scontate )
  • Purtoppo sono dovuto andare via prima del dibattito col pubblico quindi non ho potuto far domande per approfondire le varie questioni ( ammesso che sarei riuscito a formulare domande interessanti e utili ) né sapere come il pubblico PD ha reagito ai temi così trattati. Siamo ovviamente ancora alle parole, ma spesso condivisibili e l' aria ( fritta, per ora ) sembra essere diversa da quella che gira in zona Fassina, e sarebbe molto interessante che qualcuno gli chiedesse di approfondire le varie questioni. Magari in un futuro non troppo remoto potreste invitarlo ad un confronto a qualche evento nFA.

Se è così, mi chiedo ancora che cosa ci faccia nel PD. O l'obiettivo è quello di cambiare il partito, oppure... Non ci resta che vedere cosa farà Renzi in realtà, nel caso debba governare.

Di seguito, per maggiore comodita', trascrivo alcuni passaggi su taluni dei nodi (cuneo fiscale - taglio serio) e pensioni, uno dei temi prioritari. Almeno un barlume di luce sull'entita' dello shock richiesto/questioni da affrontare...

***

Nel libro sostiene che va abbattuto il costo del lavoro, il governo Letta comincia a farlo con la riduzione del cuneo fiscale e contributivo, e lei lo considera niente?

 

“E’ nulla, non niente. Avrei fatto un’operazione shock: 15-20 miliardi di privatizzazione per ridurre le tasse”.

Ma non si può fare. Quello che si ricava dalle dismissioni deve andare, secondo le regole europee, alla riduzione del debito.

“Si può negoziare tutto, anche questo”.

Nella sua terapia shock, quale altre medicine sono previste?

“Ci sono 4 blocchi: pensioni, lotta all’evasione fiscale, investimenti, tagli di spese”.

Pensioni: pensa di riaprire il capitolo? Un’altra riforma dopo quella della Fornero? Non crede che l’Italia sia stremate da questo cambiamento delle regole pensionistiche?

“No,  va sistemata la questione esodati. poi penso ad un’altra operazione. attualmente lo stato italiano spende 270miliardi l’anno di assegni pensionistici per pensioni maturate con il sistema retributivo. Così quasi 60 miliardi non sono coperti dai contributi versati dai lavoratori. c’è una disparità più profonda con le giovani generazioni che avranno una pensione in base ai contributi versati. a chi ha una pensione retributiva andrebbe chiesto, sopra una certa soglia, un contributo minimo che serva poi  a finanziare quei servizi sociali sui quali stiamo carenti, pensi solo agli asili nido. nascerebbero nuovi lavori e un’occupazione qualificata”.

Ma i pensionati hanno maturato il diritto alla pensione in base alle leggi vigenti all’epoca. La sua proposta assomiglia a un esproprio.

“Ma quale esproprio! erano sbagliate quelle regole nate a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e i Settanta. Tuttavia non penso sia un dramma ridurre di qualche centinaia di euro al mese assegni, per esempio , di settemila euro lordi”.

 

Cosa vi spinge, sulla base dell'evidenza e dell'esperienza accumulata, ad avere tutte queste speranze?

Davvero, perche' per MR usate criteri di updating altri da quelli che adottate con il resto dei politici di professione?

Il buongiorno si vede SEMPRE dal mattino. 

Io spero che l'8 dicembre vinca Renzi come il meno peggio rispetto a Cuperlo, che è sostenuto dalla nomenklatura PCI. Sono convinto che possa battere qualsiasi candidato di destra, compreso SB, nell'improbabilissima ipotesi che riesca a candidarsi, e che possa arginare Grillo - che a mio avviso è molto peggio di SB. Ciò detto sono convinto al 90% che MR non farà riforme incisive e che la sua eventuale premiership si rivelerà l'ennesima occasione persa. Se non ne fossi convinto, mi sarei già iscritto al PD e starei facendo campagna per lui. Sono anche convinto che MR non farà riforme incisive non perchè 'politico di professione' o perchè incapace di capire la necessità di farle, ma perchè sa bene che gli italiani non vogliono le riforme incisive. Ne abbiamo discusso parecchie volte e ne sono sempre più convinto. Aspetto smentita

Secondo me e' qualunquismo identificare tutti solo come ladri/incompetenti, se smettiamo di valutare ognuno per quello che dice e per quello che fa cadiamo nel Grillismo... e' facile fare di tutt'erba un fascio. Io non sono per il nuovo a tutti i costi: io sono per qualcuno con idee , voglia e capacità di fare. Quindi se Renzi dicesse cose condivisibili (un programma intelligente che possa aiutare l'Italia) lo ascolterei. Trovo molto presuntuoso non ascoltare qualcuno, anche perché è impossibile anche criticare senza ascoltare (anche se in Italia si fa molto spesso). Quindi il mio invito e' leggere le proposte di tutti e valutarle, anche a rischio di appoggiarle se condivise.

E' fuori discussione che MR si sa vendere bene.

A mio avviso il documento è volutamente vago, perchè parte dal principio che se dici la verità su chi ci rimette e chi ci guadagna in caso di tua vittoria, i voti non li prendi. E temo che noi ne sappiamo qualcosa...

Se MR, come credo, prenderà una montagna di voti, sarà la prova provata che quella fuffa è ciò che la maggioranza della gente vuole sentirsi dire (non tutti, ma comunque tanti).

Del resto non si spiegherebbe l'enorme successo di Grillo e la bruciante sconfitta di Fare.

Credo anche che, una volta premier, non farà le riforme strutturali necessarie all'Italia.

Dal canto mio, io continuerò a votare Fare sperando in un miracolo (come feci alle ultime elezioni).

Tenterò anche inutilmente, come faccio da mesi, di convincere amici e conoscenti che quei 10 punti sono le cose di cui abbiamo bisogno, pur essendo ormai rassegnato al fatto che le riforme le farà la Troika.

Incuriosito dal tuo commento sull'adeguamento dei parametri di Maastricht, mi sono divertito un po' a giocare coi numeri. In particolare, ho cercato di interpretare seriamente e realisticamente il significato di quella frase e ho deciso che possiamo ragionevolmente interpretarla come "stabilizzare il debito ai livelli attuali [ca.130% Pil] in presenza del tasso di crescita nominale atteso [diciamo 3%]". Il risultato è 3,8%. Certo, maggiore del 3%. Ma alla fine, data l'attuale situazione italiana, non è che farebbe enorme differenza la libertà di aggiungere 12 miliardi di spesa, o la possibilità di togliere 12 miliardi di tasse, finanziandosi a deficit. In particolare, è probabile che buona parte di questi 12 miliardi verrebbero erosi via spread se passasse l'idea che l'Italia ha deciso di mantenere nel lungo termine quel tipo di condizione di finanza pubblica. Se invece scegliamo livelli del debito più umani - 120% o 100% - scediamo rispettivamente al 3,5% e al 2,9%. Come dire: a prescindere dall'opinione che ciascuno di noi può avere su quale sia il rapporto ottimale tra debito e Pil (se c'è), qualunque scelta non ci porta molto lontano da dove siamo, e quindi non è né una pallottola d'argento, né una pallottola, né d'argento. It ain't rocket science. 

La verità è che su questo punto tutti sono imprecisi perché nessuno ha le idee chiare su quali sarebbero le conseguenze reali di un nuovo regime fiscale in cui si tollerano livelli di deficit e debito più alti come norma.

L'unica proposta concreta in questo senso l'ho sentita fare da Natale D'Amico e Alberto Mingardi: usiamo almeno parte del gettito da privatizzazione per ridurre le tasse, facendo al tempo stesso riforme strutturali per far ripartire la crescita. Lo so che il gettito da privatizzazioni e dismissioni va usato per ridurre il debito, ma se siamo convinti che

a) sia opportuna una manovra anticiclica, con opportuna fornitura di uno shock da domanda via tasse ridotte

b) non sia possibile avere deficit superiori al 3% perché sarebbe un segnale troppo negativo per i mercati

allora quello resta. Naturalmente la cosa ha senso solo se al tempo stesso si fanno riforme che riducono permanentemente il livello di spesa e alzano il tasso di crescita dell'economia, in modo che non si sia costretti in fretta e furia nel futuro a rialzare le tasse una volta che viene meno il gettito da privatizzazioni. E ancor più naturalmente ha senso solo se si accetta di privatizzare e dismettere sul serio. Quindi, ovviamente, della proposta di D'Amico e Mingardi non ha parlato nessuno e si può contare sul fatto che continuerà a essere ignorata.

Non sono mai stato molto un fan di Matteo Renzi. Ho sempre nutrito qualche sospetto e ultimamente questi sospetti stanno crescendo (e l'articolo me li conferma).

Il linguaggio che sta usando sembra tornato ad essere molto nei binari della ordinaria retorica PD.

Quello che al tempo mi ispirava era proprio la sua voglia di rompere gli schemi e - soprattutto - quella di aprire il PD agli elettori "esterni" che non si riconoscevano in quella retorica (quelli, come me, che nutrono dubbi che la nostra sia la costituzione più bella del mondo, che nutrono dubbi verso un partito che non fa mistero di voler redistribuire ricchezza prima di crearla, che aborre qualunque cosa abbia l'etichetta "privato", eccetera...).

Un tentativo di apertura, soprattutto verso gli elettori, che era lodevole ed in linea con quello che succede in altri paesi, dove le primarie non servono per compattare la base convinta, ma attirare elettori dubbiosi.

Ignoro se ora il suo tentativo sia una tattica momentanea per basarsi sugli elettori convinti in modo da diventare segretario e poi riprendere il percorso di un tempo, o se invece gli sia più di interesse solo prendere la guida del PD (e il potere che comporta).

Verso il PD tout-court continuo a nutrire gli stessi dubbi che Brusco e Boldrin scrissero l'anno scorso qui su NfA e riassunti in queste tre domande: "qual è il livello di coinvolgimento dei suoi dirigenti nel sistema della casta che, dalle fondazioni bancarie alle municipalizzate, tanto danno crea al paese? Quanto consenso ha il partito nelle zone e nei ceti più produttivi del paese? Quali sforzi ha fatto per recuperare il consenso in quelle zone e di quei ceti?"

Se Renzi, una volta segretario, darà risposte credibili a quelle domande, ben venga. Se invece si piegherà alle logiche di potere e annegherà quelle risposte nella retorica PD, beh, vorrà dire che lo ricorderò come uno dei più simpatici segretari PD degli ultimi anni, ma niente più.

Ci sono tuttavia linee di frattura chiare e promettenti, e ben visibili: ad esempio, come emerso alla Leopolda, la vicinanza ed il supporto che viene a Renzi dal mondo dell'impresa non sussidiata, che compete a livello internazionale e non cerca, ma anzi spesso critica senza remora, protezioni varie e ganci politici (vedere profilo manager, imprenditori intervenuti e relativi discorsi); un atteggiamento pronto a sfidare l'influenza della cgil sul partito (e dunque sull'Italia), anche questo in modo piuttosto chiaro, sia a parole che nella sua esperienza di sindaco a Firenze; una forte frustrazione - maturata ancora da sindaco - per le pastoie e lentezze burocratiche; per la prima volta da quell'area politica, un approccio che non demonizza la ricchezza; non ostilità verso privatizzazioni, viste laicamente e pragmaticamente, non ideologicamente (e posizioni illuminate al tempo referendum acqua). Poi, andate a Firenze in un ristorante del centro, e parlate di renzi: 9 su 10 lo demonizzeranno per la scelta di pedonalizzare : non è stata una passeggiata, non lo è mai, e svariati sindaci hanno rinunciato alle prime proteste, ove invece a Firenze si è andati fino in fondo. Guarda i sondaggi, come tutti, ma ha meno paura di altri a sfidare certi gruppi organizzati, sindacati inclusi. Anche a me pareva avesse sterzato male ultimamente, rispetto a primarie 2012, ma devo dire che post Leopolda ho ritrovato discreta fiducia, anche a vedere il tipo di ambiente, di gente che vi ha preso parte, lontana anni luce dalla vecchia sinistra, da suoi stanchi riti, liturgie, linguaggi e consunti miti.

  Nessun dubbio che il Renzi di oggi, impegnato nella scalata al partito, sia molto più ondivago e sfuggente rispetto al tempo nel quale aveva il ruolo di rottamatore. Deve convincere le varie anime del PD, almeno tre, a votarlo per la segreteria. Solo in futuro, se la scalata lo porterà al premierato scopriremo se è un semplice imbonitore - un grillo più evoluto - o un dirigente politico. 

L'Italia è un paese conservatore, da sempre, nel senso che cerca sempre di conservare quel che ha, come notato anche dai politici dell'allora PCI, l'Italia è un paese di destra, nel senso di conservazione, e l'attuale piramide dell'età accentua questa situazione.

Renzi da questo punto di vista già rappresenta una rottura, soprattutto con l'apparato del suo partito, difficile che poi voglia andare a dire "guardate che va tutto male, l'è tutto da rifare", più facile che scelga la strada di minor resistenza, come indicato da Sandro, a cui mi associo.

Quindi Renzi non cambierà la politica italiana, se non altro perchè la politica italiana riflette l'Italia: conservatrice e retrograda, nonchè un pò ignorante, nel senso che preferisce ignorare e dare la colpa a fattori esterni, mi aspetto quindi una vittoria di Pirro: vincerà la carica di segretario, ma l'apparato remerà contro, per cui sarà costretto a una serie di compromessi che ne inficieranno la capacità di manovra.

Il fenomeno Grillo (rispondo a Giovanni Federico) secondo me si affloscerà a breve: passata la carica protestataria sono uscite tutte le contraddizioni di un movimento dove "uno vale uno, ma uno vale più degli altri", ed in cui la selezione della classe politica si è dimostrata fatta con i piedi.

Mi sembri ottimista

 

Il fenomeno Grillo (rispondo a Giovanni Federico) secondo me si affloscerà a breve: passata la carica protestataria sono uscite tutte le contraddizioni di un movimento dove "uno vale uno, ma uno vale più degli altri", ed in cui la selezione della classe politica si è dimostrata fatta con i piedi.

 

 

 

 

secondo il tuo ragionamento, Marco, anche il nostro caro leader Michele Boldrin finira' per essere quello che e': un prodotto italiano che ,  una volta giunto in parlamento, si trovera' a essere stritolato dall'apparato che tenta di riformare.

Secondo la tua logica, tanto vale buttarsi a mare invece che in politica.

ha vari argomenti per le varie pecche del movimento e, per ora, tali argomenti, seppur illogici, sembrano aver presa.

Poi ci dimentichiamo che c'e' un intero contorno europeo a questo movimento. Ci dimentichiamo, per dire, che cose come il reddito di cittadinanza hanno presa in tanti altri Paesi EU.

 

 Quindi Renzi non cambierà la politica italiana, se non altro perchè la politica italiana riflette l'Italia: conservatrice e retrograda, nonchè un pò ignorante, nel senso che preferisce ignorare e dare la colpa a fattori esterni, mi aspetto quindi una vittoria di Pirro: vincerà la carica di segretario, ma l'apparato remerà contro, per cui sarà costretto a una serie di compromessi che ne inficieranno la capacità di manovra.

 

Se è davvero così, allora SB rivince le elezioni. E se non può candidarsi, allora le vince la figlia Marina. E se non vuole allora le vince Dudù...

la previsione che Renzi, se conquisterà la segreteria del PD, sarà frenato dall'apparato (che vede come il fumo negli occhi qualsiasi scostamento dalla tradizione)

Salve,

capisco che non sia 'angolo delle richieste, pero' vorrei chiedere un'analisi del documento congressuale di Civati - che mi pare un po' piu' sviluppato di quello di Renzi. Sarebbe interessante fare un confronto tra i due visto che per conoscere la mozione di Cuperlo uno si puo' sempre rileggerele le Fassineidi....

Buon giorno, a mio avviso informazioni dei possibili intereventi di Renzi in ambito economico si possono trovare nel paper di David  Serra ( quello di Algebris) di cui vi allego il link e presentato all'Ambrosetti.

http://www.algebris.com/blog/category/presentations