Riflessioni su Italia Unica, a due settimane dalla nascita

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Il giorno 31 gennaio Italia Unica si è fondata, come partito, in quel di Roma. Proviamo a dire un paio di cose per aprire - almeno speriamo: la speranza è l'ultima a morire - un dibattito pubblico.

Non nasce sotto una coincidenza temporale favorevole Italia Unica. Il destino (o il pianificatore disattento?) ha voluto che nello stesso giorno in cui assumeva la forma di partito e si dava un gruppo dirigente l’attenzione di tutti i media fosse focalizzata sull’elezione di Sergio Mattarella al Quirinale. È accaduto così che, quasi incidentalmente, la politica del palazzo abbia eclissato ancora una volta quella che cerca di farsi sentire da fuori del medesimo.

Ad ogni modo si compie con l’assemblea di Roma la nascita di un partito, Italia Unica, che ha avuto una lunga gestazione fatta di incontri sul territorio, apertura di porte e road show. Poiché la sua identità sembra ora abbastanza definita, proviamo a fare una riflessione che - per quanto critici noi si possa essere e saremo - parte dal riconoscere che oggi Italia Unica è l’unico soggetto meritevole di attenzione nel desolato e desolante deserto del centro destra italiano.

Su queste pagine Sandro Brusco (qui, qui e qui) ha già detto parecchio in relazione al programma economico di IU. Ciò che ha detto lo condividiamo e rimane vero ancor oggi; anzi di più perché il programma economico invece di migliorare è a nostro avviso peggiorato. In ogni caso, sui temi specifici sollevati da Sandro non torneremo. Ci concentreremo, per così dire, di più sulla politica e sul progetto di lungo periodo che sta (o non sta?) sotto IU.

Fare politica in Italia, da fuori del palazzo

Quanto sia difficile l’abbiamo sperimentato durante l‘esperienza di Fare per fermare il declino. Quello italiano è un sistema politico che pone delle barriere molto alte all’ingresso di nuovi soggetti. È un sistema sostanzialmente chiuso in cui farsi largo come soggetto politico è possibilità preclusa attraverso mezzi normativi (legge elettorale) e informativi (interessi più o meno manifesti dei grandi partiti nelle principali redazioni, a cominciare dalla RAI).

Rispetto a Fare, IU ha il vantaggio di avere mezzi economici, conoscenza del “palazzo” e aderenze in quel sottosistema rappresentato dal cosiddetto capitalismo di relazione. Mentre noi eravamo parvenue, Passera ha sempre frequentato quell’ambiente come top manager prima e come ministro poi. Tuttavia  questo non significa automatica accettazione da parte degli ambienti romani. Men che meno dagli elettori, soprattuto da quel 40% (o più?) che sembra non votare per nessuno e che è il vero elettorato da conquistare.

Il campo del centrodestra, all’interno del quale IU vuole collocarsi, è sì in sfacelo ma caratterizzato, ora più che mai, da derive demagogiche e populiste, fascistoidi e intolleranti. L’ingombrante presenza di Berlusconi sembra sfarinarsi eppure l'ex cavaliere non è rassegnato a farsi da parte perché deve difendere il patrimonio familiare. Difficile quindi che, rinchiudendosi a priori in quell’area, IU riesca a trovare uno spazio sostanziale: l'elettorato fedelmente di centrodestra che è disposto a cambiar di partito sembra attratto dal messaggio squisitamente reazionario di Matteo Salvini. E il messaggio di IU, con tutti i suoi difetti, reazionario non è.

Questa osservazione sul "collocamento" è strettamente connessa a quella del "messaggio" che affrontiamo alla fine ed alla quale quindi rinviamo per le conclusioni.

Il partito leaderistico

La convention del 31 ha nominato una direzione composta da 51 membri. Fra di essi ci sono alcune persone nuove ma anche molte facce non proprio fresche, oltre ad un certo numero di amici nostri a cui auguriamo, sinceramente, la miglior fortuna. Accanto al fondatore e alla moglie ci sono Lelio Alfonso, già con Romano Prodi ai tempi del governo di centro sinistra, Gregorio D’Anna e Giorgio Guerini, un passato in UDC, e altri che non ci attarderemo ad elencare per evitare polemiche personalistiche. 

Il punto è che manca una squadra che possa rappresentare, nell’immaginario elettorale, una nuova classe dirigente per il paese e che niente si è fatto per costruirla durante i 18 mesi di gestazione e le molte risorse disponibili. Italia Unica è e resta un partito leaderistico costruito intorno alla figura del suo fondatore, che ha sicuramente pregi ma manca sia di dialettica innovativa sia di vigore anti-casta. Per incerottare simpaticamente l'esistente c'è già Matteo Renzi, che a far questo è il più bravo di tutti.

Avremmo visto decisamente meglio Corrado Passera inserito in un’iniziativa più ampia e articolata - di convergenza di diverse associazioni, persone e movimenti su un programma ed un gruppo dirigente - che non attore principale che recita solitario un monologo di buone intenzioni. Siamo andati dicendoglielo per più di un anno ed ora ci sentiamo di poterlo dire in pubblico, peccato che non abbia voluto ascoltare.

Il messaggio di IU e degli altri

Come detto sopra, Sandro Brusco ha già analizzato nello specifico cosa del programma presentato alcuni mesi fa non regge né al senso comune, né alla contabilità nazionale, né all'analisi economica. Poiché nulla è cambiato sul terreno economico - oddio, alcune cose son cambiate ma sono davvero improbabili come la devoluzione dell'IVA o i 5000 euro a figlio e similia ... - proviamo a chiederci se c'è un messaggio, un fine, un obiettivo, un ideale (roviniamoci) per cui lottare.

Ecco, qui sta il punto, il punto che ci angoscia e  non solo per IU ma un po' per tutto: qual è il sentiero che si vuole proporre a questo benedetto paese? Quello che riusciamo a leggere noi è un sentiero di continuità con il sistema che ha governato l'Italia nell'ultimo ventennio, con qualche aggiustamento in politica economica, ahimé debole sotto il profilo della realizzabilità, qualche suggestione keynesiana non dichiarata, che, per carità, in Italia spesso paga elettoralmente, e probabilmente con maggior rigore morale e buone intenzioni. Troppo poco e, soprattutto, non quello che serve. Se non ci sarà uno choc che metta in seria difficoltà i partiti maggiori, sarà ben difficile che una prospettiva politica fondamentalmente conservatrice, quale quella di IU, riesca a superare la concorrenza dei partiti oggi presenti in parlamento.

Guardiamo la realtà dei fatti. Oggi in Italia vi sono tre persone che, nell'immaginario collettivo, rappresentano la politica ed offrono dei sentieri per il futuro.

Uno è Beppe Grillo ed il sentiero che offre è quello del suo incontrollabile e malato narcisismo. Non stiamo scherzando, Grillo da decenni si guadagna la vita facendo il comico di grande successo, uomo che trascina le platee nell'immaginario temporaneo (perché dura il tempo di uno spettacolo) delle sue affabulazioni, delle sue battute, delle sue costruzioni di mondi immaginari e semplicistici di buoni e cattivi. Alla ricerca dell'applauso, una cosa che dura 1 minuto ma che, se si ripete sera dopo sera con spettatori paganti, ti rinforza non solo il canut ma anche quella cosa chiamato autostima, che poi son spesso la stessa cosa. Peccato che questo esercizio di narcisismo alla centesima potenza non possa produrre alcun programma di governo ed alcun futuro per il paese, come lo sfarinarsi del gruppo parlamentare del M5S dimostra. Il luogo dell'immaginario incazzato e nient'altro, impotente e distruttivo allo stesso tempo.

Il secondo è Matteo Salvini il cui messaggio è tanto semplice quanto bestiale. Infatti è solo bestiale: dice che ci sono dei nemici e che, se li cacciamo o arrestiamo tutto si risolve. I nemici prima erano interni, erano i terroni anzitutto e romaladrona. Poi, resosi conto che dei voti dei primi aveva bisogno e della seconda lui ed i suoi fanno da almeno vent'anni parte, ha deciso che i nemici sono esterni: i tedeschi, ovviamente, che son tutti nazisti, i rom, i romeni (che basta aggiungergli un "eni") e tutti quelli più scuri di lui (che, effettivamente, appare slavato assai) che son tutti delinquenti. Tolti quelli torniamo a far faville. Che dire? Niente.

Il terzo, ed unico rilevante, è Matteo Renzi. Fatto salvo il potere e la possibilità di comandare andando in televisione ammettiamo di NON aver compreso COSA l'ex concorrente della Ruota della Fortuna abbia in mente di fare. A sentirlo vuol certamente fare l'Italia più grande e più bella che pria, il problema è come. Con il PSE e la spesa pubblica? Con Verdini? Con il partito unico della nazione? Non è questo un articolo dedicato ai programmi e agli atti di governo di Renzi ma il punto qui è semplicissimo: per ragioni motivate ed argomentate svariate volte noi crediamo che dal PD di Renzi o dal "Partito della Nazione" che intende creare (sembrava dovesse essere in compagnia di BS, ora forse non più ...) non sembra poter venire l'uscita dal lungo declino italiano.

Poi il vuoto. Il vuoto di analisi credibili e di proposte che attacchino i mali profondi del paese e indichino ad esso una PROSPETTIVA di uscita, una STRADA diversa da quelle percorse sino ad ora e da quelle impercorribili, la VISIONE di un paese diverso. Di questo oggi c'è bisogno e non c'è. 

Di cosa c'è bisogno

Noi riteniamo che, oggi, il messaggio politico alternativo debba essere anzitutto "anticasta, contro i privilegi, la corruzione, il diffondersi di meccanismi di esclusione sociale, politica ed economica" ma, al contempo, esso debba anche essere "europeo e globalizzante, favorevole all'iniziativa e responsabilità individuale, al mercato, alla meritocrazia, all'innovazione, alla riduzione drastica del perimetro statale e burocratico". Pensiamo che questo messaggio sia l'unico capace di aggregare quelle forze sociali che oggi sono, in parte, sparse dietro ai tre personaggi menzionati e, in altra parte, occultate nel partito di maggioranza relativa: non votanti e astenuti. Non sappiamo se questo messaggio possa raccogliere la maggioranza degli elettori ma crediamo ancora sia l'unico che può definire una proposta di vera inversione di rotta per il paese.

Detto altrimenti: sia l'esperienza di Fare che quanto viene succedendo da vent'anni ci hanno convinto e convincono ogni giorno di più che solo passando da quella cruna di quell'ago possiamo far sì che l'Italia riparta per davvero. Poiché oggi il "sistema" è di "sinistra" opporcisi rende automaticamente di "destra" ma, siccome questa destra (senza virgolette) fa fondamentalmente schifo ed è parte integrante del sistema, occorre anche tenersi chiaramente fuori da questa destra. Che è, poi, dove sta il 50% dell'elettorato potenziale italiano. Per mettere in atto questo miracolo l'identità che IU è venuta prendendo non va bene, va cambiata.

- Perché non mette in discussione alla radice questo sistema di relazioni politiche-economiche, questo modello di stato, questo modello di organizzazione del sistema economico. Non dichiara mai che il problema va affrontato radicalmente e che quanto va succedendo da almeno trent'anni non è frutto del caso ma di come lo stato italiano è organizzato e di come è distribuito il potere in questo paese.

- Perché il programma economico che presenta è sia congiunturale che contradittorio. Soprattutto, non disegna un modello di stato, economia, istituzioni e società altri da quelli esistenti. Propone dei cerotti ma non propone di riformare alla radice il sistema paese che "prima e seconda" repubblica hanno costruito. È un programma di "buon governo" dell'esistente, ma l'esistente è strutturalmente impotente e rimettere l'Italia sul sentiero dello sviluppo richiede scardinare alcuni capisaldi economici (oltre che poltici ed istituzionali) del medesimo. 

- Perché non disegna né un modo diverso di far politica (che risponda al bisogno di partecipazione e responsabilizzazione che si esprime nel generico malcontento "antisistema" oggi dominante in Italia) né un sistema elettorale e costituzionale che renda il potere politico contestabile, da un lato, e responsabile dei propri risultati di fronte all'elettorato, dall'altro. Senza questo, ossia senza un processo di profonda revisione del disegno costituzionale, la politica italiana rimarrà sempre un affare di caste chiuse in lotta per il controllo del potere centrale.

- Perché non apre né spazi di discussione e costruzione di un programma né mezzi per la selezione di una classe politica altra dall'esistente, di un gruppo dirigente, una squadra, nuova. Questo aspetto - che è stato il punto di forza del M5S e la cui non realizzazione porterà alla sua dissoluzione - rimane il punto di partenza necessario per attrarre quelle persone e forze sociali che hanno bisogno del cambiamento. Occorre lavorare perché un gruppo dirigente alternativo si aggreghi attorno ad un programma per propria scelta e pubblica discussione, non per chiamata.

A Italia Unica e a chiunque abbia a cuore il destino del paese si prospettano tre anni in trincea, non vediamo alcuna elezione anticipata in arrivo. Questo fatto offre il tempo sufficiente per costruire una credibile alternativa politica alle proposte esistenti. Compito non impossibile ma difficile che richiede un posizionamento coraggioso e, soprattutto un'apertura alla discussione ed alla ricerca di forze e contenuti nuovi che finora non vi è stato, ma non è detto che la storia finisca qui.  

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Commenti

Ci sono 38 commenti

Bravi Michele e Costa. La penso esattamente come voi: IU non mi ha convinto fin dall'inizio per programma innanzitutto, ma anche per struttura e personale politico; ciò mi ha impedito di vederla come un possibile approdo per una militanza politica.

Finito FARE, per quelli come noi non riesco a vedere che l'impegno in progetti politici assolutamente locali. A livello nazionale, restiamo alla finestra e osserviamo.

Costantino e Michele, scusatemi ma ve lo devo chiedere: visto che siamo assolutamente d'accordo (e lo siamo da sempre) sul fatto che una proposta politica alternativa deve avere come caratteristica quella di essere ''anticasta'', per quale ragione al mondo dovremmo anche solo considerare Passera?

 

Diamo pure al personaggio tutto il credito che vogliamo. Diciamo che è un abile manager, che non è invischiato in vicende giudiziarie (to the best of my knowledge), dimentichiamoci del ruolo svolto nella immensa porcata Alitalia, facciamo finta che abbia fatto faville da ministro, tutto quello che volete.

Ma anticasta il tipo non è, non è mai stato e a suo onore non ha mai nemmeno fatto finta di esserlo. Il tizio è sicuramente meglio di un Palenzona o un Mussari, per carità, ma per far cambiare direzione al paese è un po' poco.

 

Sono sempre rimasto perplesso dall'attenzione che Fare ha dato a Passera. È la principale ragione per cui mi sono preso la briga di leggere con attenzione il programma di Italia Unica, volevo capire un po' meglio se c'era qualcosa che non vedevo, qualcosa che potesse giustificare il dialogo mantenuto con il personaggio.

Invece niente. Il programma di Italia Unica è deludente ma assolutamente non sorprendente. Sul serio da uno come Passera ci si poteva aspettare qualcosa di diverso dal suggerimento di risolvere i problemi del credito in Italia espandendo il ruolo della politica mediante Cassa Depositi e Prestiti e altro? O di risolvere i problemi del Sud mediante massicci ''investimenti in infrastrutture''? A me pare che data la storia di Passera questo è esattamente quello che ci si poteva aspettare.

 

Né i tizi sembrano minimamente interessati a discutere la sostanza del programma. L'unica reazione all'analisi del loro programma è stata il conio del termine ''skiantoliberista'', cui occorre riconoscere una certa originalità lessicale, se non concettuale. Per il resto il garrulo Passera ha continuato a twittare sul suo immaginario stimolo da 400 miliardi. Mostrarsi disinteressati a un dibattito reale e puntare unicamente al fattore propagandistico denota sicuramente maggiore astuzia politica di quella che mostrammo noi di Fare a suo tempo, quindi buon per loro (anche se mostrarsi più politicamente astuti di quanto siamo stati noi is a really low bar). Ma non vedo proprio come possa portare a un cambiamento radicale nella politica, anche solo economica, dell'Italia.

 

Per tutte queste ragioni, spero che non ci sia alcun dibattito. Auguro agli amici che si sono imbarcati in IU le maggiori soddisfazioni e spero fortemente che le mie aspettative sulla evoluzione del movimento di Passera siano sbagliate. Ma per quel che mi riguarda, non passerò altro tempo a occuparmi e parlare di Passera e di Italia Unica. Life is just too short.

... tu sei da troppo tempo la parte razionale di me, ma non parli (questa e' un'eccezione ed ammetto altre vi siano state) cosi' esplicitamente sempre, Sandro?

Detto questo, la risposta alla tua domanda (Perche' discutere con CP che, oramai sembra chiaro, fa solo finta di discutere?) e' banale: it's the only game in town.

Certo, so gia' la risposta: if that's the case, let's just play bridge. 

Which is an option, certamente. Comunque, l'articolo l'abbiamo scritto ... tanto vale dibattere per un po' ... 

Hai ragione Sandro, forse non era il caso di confronto con CP ma, a parte il the only game in town (non mi piace il gioco ma se mi viene chiesto mi accomodo al tavolo prima di emettere un giudizio), per mesi abbiamo provato a costruire un'offerta politica che non fosse quella di 4 volenterosi e sfigati passionari, bensì il cosiddetto partito che non c'è nel quale avremmo voluto vedere diversi soggetti. It's politics. E' andata male come sappiamo; forse meglio così

Ottimo articolo di Michele e Costantino, e chiosa perfetta di Sandro Brusco.

 

Ma un punto non è abbastanza chiaro, a mio avviso:

 

La riflessione di Passera e il suo "scendere in campo" è in realtà la scommessa di chi vede il centro destra frantumarsi con il conseguente aprirsi alla necessità di un nome nuovo in sostituzione di SB.

 

Un nome che deve essere garanzia di continuità, contiguità e conoscenza delle regole non scritte.

 

Tutte cose di cui Passera è fornito abbondantemente.

 

E come ogni scommessa potrà essere perdente o vincente.

 

Perderà ad esempio se Salvini riuscirà a catalizzare l'attenzione della destra su di sè fino a riuscire ad essere considerato l'unico antagonista possibile.

 

Vincerà se il centro destra continuerà ad avvitarsi sul nulla e servirà un leader riconosciuto e fuori dagli schieramenti attuali.

 

Certo, ci fosse movimento veramente alternativo .....

 

Mi trovo in disaccordo su alcune delle svariate riflessioni dell'articolo, tra le quali: 

 

"[il sistema politico italiano ndr] È un sistema sostanzialmente chiuso in cui farsi largo come soggetto politico è possibilità preclusa attraverso mezzi normativi (legge elettorale) e informativi (interessi più o meno manifesti dei grandi partiti nelle principali redazioni, a cominciare dalla RAI)."

 

Il motivo principale per cui dissento trova il suo senso d'essere nella frase dopo:

 

"IU ha il vantaggio di avere mezzi economici, conoscenza del “palazzo” e aderenze in quel sottosistema rappresentato dal cosiddetto capitalismo di relazione."

 

Uno dei punti fondamentali, che nell'articolo non viene menzionato, è quel fatto semplice semplice secondo cui non si va al governo con un bel programma politico (FARE) o con le persone giuste (Monti e Passera), inserite nei posti giusti. Si va al governo e si prova a fare politica per davvero attraendo->conquistando->mantenendo i voti.

Sembra un'ovvietà, ma sovente la si dimentica.

Come si acchiappano i voti? Sempre dall'articolo:

 

"[Passera ndr] ha sicuramente pregi ma manca sia di dialettica innovativa sia di vigore anti-casta."

 

Qua, finalmente sembra venga colto il punto che m'interessa maggiormente. la regola fondamentale per chi inizia a far politica, la sua ossessione, dev'essere: (mi) devo raccontare.

Questo non è un mio pensiero originale. lo sentii alcuni anni fa da un comico satirico italiano ormai fuori dalla scena: Daniele Luttazzi (QUI potete trovare un vademecum sulle 5 tecniche della narrazione emotiva). 

Luttazzi diceva: "l’elettorato non vota in modo razionale, ma in base a suggestioni emotive. Il programma elettorale diventa secondario, se non sai come raccontarlo. Vinci le elezioni (è questo il trucco prodigioso) se lo sai raccontare come una storia che crei con l’elettore un legame emotivo."

 

Le 5 tecniche narrative, i 5 elementi, tutti importanti, per convincere l'elettore sono nel link di prima e vorrei solamente rivederli e commentarli. mettendo in prospettiva FARE e IU. Più in particolare Giannino e Passera*.

 

primo elemento: ostacoli da superare: nella storia c'è emozione se il protagonista vuole disperatamente qualcosa, ma incontra degli ostacoli che glielo impediscono. Quali erano gli ostacoli di FARE? Lo stato, la burocrazia, l'elevata pressione fiscale e lo sperpero del denaro pubblico. quali sono quelli di IU? Non si sa perché ce li deve ancora raccontare.

 

secondo elemento: il protagonista di una storia non è amato se non ha debolezze, perché queste lo rendono umano e simpatico. quali erano le debolezze di giannino? Si incazzava spesso nel raccontare le mille e più deficienze dello stato italiano (si incatenò a 'porta a porta' e una volta quasi mandò a fare in culo Floris che gli chiedeva dei commenti sul programma del pdl), quello che "manda" i suoi talenti all'estero e non sa neanche che cosa sia la meritocrazia. Ma anche la vanità e la voglia di apparire (vedi abbigliamento). Quali sono le debolezze di passera? Non si sa perché ce le deve ancora raccontare.

(Qual è una delle tante debolezze di Renzi? Una di quelle che lo rende l'italiano medio? Non sa parlare l'inglese. E' un caso che nessuno l'abbia fermato dal fare la figuraccia che ha fatto? Credo di no.)

 

terzo elemento: il protagonista deve volere a tutti i costi qualcosa. Cosa voleva giannino? Meno tasse, meno spesa pubblica e meno stato. A tutti i costi! Altrimenti declino! Cosa vuole passera? Non si sa perché ce le deve ancora raccontare.

 

quarto elemento: l'unicità. Il protagonista deve mostrare dei tratti talmente peculiari ed unici, che la gente si ricorderà di lui. uno dei modi più semplici per essere unici è raccontare il proprio passato. E' l'unica cosa che ci rende veramente unici secondo me. Qual era il passato di giannino? Era un giornalista ed un opinionista appassionato, che aveva studiato e sapeva di cosa parlava. Motivo per cui la successiva brutta figura si rivelò così devastante per il partito intero: il passato diventava motivo di vergogna agli occhi dell'elettore. Qual è il passato di passera? Era un banchiere. E non mi sembra che ci siano i presupposti, in questo caso, per raccontare una storia appassionante. Non certo una con cui l'elettore si identifichi.

(Avete mai notato che tutti sappiamo che berlusconi suonava il pianoforte sulle navi da crociera? Ecco, è di questo che sto parlando!)

 

quinto elemento: protagonista e antagonista sono agli antipodi. Chi erano i veri antagonisti di giannino e di FARE? La vecchia politica che ci aveva portato al declino e allo spread. Forse non era una narrazione abbastanza emotiva, soprattutto perché il m5s rubava la scena. Chi è l'antagonista di passera? Una volta di più: non ce l'ha ancora raccontato.

 

Alla luce dell'analisi narrativa, della figura di passera e del suo nuovo partito, non ci si deve aspettare praticamente nulla.

Concludendo: se si vuole fare un'analisi sulle prospettive politiche di un partito e del suo leader, non si può di certo prescindere da tutto quell'insieme di meccanismi che portano poi alla percezione che l'elettore ha del partito e del leader.

 

*La presenza di un leader che traini il partito e faccia da punto di fuga è IMHO imprescindibile. Ma vabbè.

Aggiungerei al suo "secondo elemento" che il leader deve mostrare una travolgente empatia per (quasi) tutti, trattandoli come suoi potenziali sostenitori. Deve attaccare le idee sbagliate, non le persone che le sostengono, fingendo che siano in buona fede anche quando ritiene che non lo siano.

Questo è utile, forse necessario, per avere un consenso ampio: il bravo leader punta su tutti per avere i voti non di tutti, ma della maggior parte di quelli che potrebbero identificarsi con lui, che a priori non sa bene chi possano essere individualmente -- molti hanno appartenenze e interessi plurimi e contrastanti.

Giannino aveva qualche dote in questo senso, insieme con molti difetti. Passera, come Monti, è inferiore perfino a Giannino nella capacità di stabilire un legame emotivo con l'elettorato.

Michele, ci sono cose piu' divertenti e utili che stare dietro a Passera. Se proprio ne sentiamo l'esigenza impellente, diamo una mano a Renzo.

il loro ragionamento non ci porta da nessuna parte. O meglio, quello di Brusco non ci porta da nessuna parte. Non so giocare a bridge, mi accontento del tresette, ma non basta a riempire la vita di un cittadino che ama il proprio Paese. Il discorso di Federico è già più costruttivo, e, ne ho discusso con diversi di Fare, credo l'azione di Renzi sia molto condizionata dal tipo di supporto parlamentare di cui può disporre. Certo, lui ha tutti i difetti del mondo, però da un certo punto di vista è forse la chance più credibile di un rinnovamento del sistema Italia, per lo meno quello che politicamente è pensabile poter realizzare.

I difetti di Passera li avete ben descritti, ovviamente non ha dato ascolto a Michele, perchè voleva costruire il suo partito.  Allora la scelta, di nuovo, è: ci impegnamo, per quanto è possibile (la politica non è l'arte del possibile?) per questo Paese, oppure giochiamo a tre sette?

Partiamo dalle basi:

1. Renzi ha una base elettorale notevole (quella del PCI-PDS-DS-PD), che lo vota a prescindere, per continuare a governare indisturbato ha bisogno solo di conquistarsi quell'elettorato fluido e moderato, cosa ci faccia con il potere non è il momento di discuterne a fondo, sta di fatto che è lui il test-match.

2. In quest'ottica Renzi mischia nella sua attività di Governo di tutto un pò, non ha alcun interesse a mettersi contro fasce consistenti di elettorato moderato, per questo promette un pò di tutto, talvolta fa seguire i fatti, e lo fa in maniera decisamente pù marcata rispetto al nulla di prima. Chiunque quindi voglia fare politica in Italia si deve scontrare contro un grande comunicatore, politicamente di un altro pianeta rispetto a quelli del suo partito, e spregiudicato abbastanza da usare gli avversari per i suoi fini, salvo poi lasciarli quando non ne ha più bisogno, auguri.

3. IU dove va a pescare? Nell'unico bacino possibile: quello dei moderati che hanno votato SC e si sono ritrovati nel PD, un elettorato fluido, e che proviene in parte da FI, in parte dall'UDC, non ho interesse a stimarne la consistenza, ma è un bacino sempre più ristretto in cui cercano di andare a pescare tutti, e in cui s'è infilato anche Renzi.

4. Le proposte politiche di IU quindi sono indirizzate a un mercato ristretto, e in cui c'è molta concorrenza fra "venditori offerenti", dal mio punto di vista la peggiore scelta possibile.

5. Il bipolarismo italiano sta diventando non quello fra due proposte politiche alternative, ma fra una proposta politica moderatamente laburista di tipo Blaieiriano (molto annacquata rispetto all'originale) e la protesta del tipo "sfasciamo tutto", in primis l'euro, visto come un totem da abbattere per conquistare consenso (sono convinto che Grllo e Salvini se ne freghino dell'euro, ma lo vedono come l'unico manifesto politico per cercare di scalfire Renzi), in questa divisione fra sfascio e "va tutto bene madama la marchesa" si dovrebbero inserire FI,NCD,IU,pezzi di SC, che dovrebbero convincere i disillusi che loro sono la risposta a Renzi, "vaste programme" mi vien da dire.

Per me vedremo il progressivo schiacciamento di FI verso Salvini, visto come il "nuovo acchiappavoti", parliamo di gente che non ha alcun seguito, se non la devozione al capo, che oramai è vecchiarello ed ha altri problemi, e quindi emigrerà in massa verso quello che ai loro occhi è l'unico che gli salverà la poltrona, e un progressivo sfaldamento del NCD, privo di un punto di riferimento su cui andare a posarsi. Il percorso di IU che io vedo è quindi simile a quello, già visto di Italia Futura (do you remember ?): tentativo di radicarsi sul territorio (la Campania ha 27 "porte", il 25% del totale italiano...), successivo accordo elettorale  o"confluizione" con pezzi vari di SC, magari NCD e qualche rottame UDC, operazioni politiche già viste e dall'esito scontato (qualche parlamentare e il capo spesso in TV).

Per me niente di ciò è in comune con l'esperienza di FiD, se non che alcuni membri dell'ultima DN, quella scelta da una base oramai ristretta, si ritrovano anche nel board di IU, auguri, in bocca al lupo, baci e abbracci, ma io faccio altro.

Nuff said

Cari Michele e Sandro, ho grande stima di voi sul piano intellettuale ma non posso fare a meno di notare alcuni che a me paiono grossolani errori di valutazione. Probabilmente la vostra preparazione e autostima, quindi la coscienza della complessità dei problemi, vi sta paradossalmente provocando maggiore "inazione" rispetto a chi è più spregiudicato, meno preparato e più "garibaldino". La mia esperienza, come sapete è diretta nel m5s (immensa fortuna elettorale e tragica irrilevanza politica) ed indiretta in Fare, nel senso che ne ho progressivamente condiviso le posizioni politiche parallelamente alla degenerazione ed al sostanziale dissolvimento, spappolamento, banalizzazione della proposta m5s rispetto alle istanze iniziali. Il problema di Michele a mio parere è che "anticasta ma iniziativa individuale" è un qualcosa che non ha sostanza politica, non fa giustizia delle vostre qualità e risente molto -quasi per reazione- delle frustrazioni che tutti stiamo vivendo. Il problema di Sandro è che dice molte cose giuste ma trae la conclusione sbagliata: se le idee di Passera sono più strampalate delle mie ho tutto l'interesse a confrontarmi, trovo davvero troppo rinunciatario un atteggiamento che accetta che "risorse ed aderenze" decidano chi deve governare le città e gli Stati (anche se conosco la realtà, so com'è). Se Passera, Salvini e Grillo non sono come a me piacerebbe essere in fondo questo dovrebbe essere un modo per costruire IO una proposta. Che non può semplicemente essere "anticasta ma anche mercato" scritto magari in 200 pagine. Io penso che in Italia ci sia un enorme problema di GIUSTIZIA e che tutti quelli che si avvicinano al potere tendono stranamente a dimenticarlo: su questo Fare doveva concentrarsi fin dall'inizio.

alla svelta e non tutti i commentari. Sandro Brusco ha ragione (sul nulla, vale a dire questi finti La Malfa han nulla da dire e nulla dafre, posseggono il cattivo gusto di portarsi la mogliera in direzione del partito, ma far loro e affari loro.)

the "game in town" dicasi e chiamasi renzi matteo, che creo' dic ontro ai vari rutelli bersani veltroni, un partito similObama, con la medesima confusione in termini di ideologia ma con enorme astuzia politica., con la benedizione per ora di non dover andar in guerra ne in Crimea ne in Siria. se le opposizioni voglion creare non pat buchanan ma john mcacin 1. trovarsi dei capi (non uno ma una classe dirigente) 2. sconfigger culturalmente salvini santanche e teste di cazzo della televisione con una politica estera (per un paese come l'italia che ha nessun peso politico questo e' identico al compit di inventarsi una politica di inserimento degli emigrati) 3. poi pensare a un programmino che, per il poco che ne capisco, e' di fare per frenare il declino.

passera' perde tempo e fa perder ad altri tempo

commento perfetto.

è la parola chiave.

 

 

con la benedizione per ora di non dover andar in guerra ne in Crimea ne in Siria

 

beh si profila la possbilità che debba farlo in libia. purtroppo.

se intervengo. capisco di piastrelle e controsoffittature, essendo artigiano.

difficilmente riesco a finire di leggere un libro di economia con qualche formula ( e ancora più difficilmente riesco a capirle....).

però: alle condizioni monopolistiche date in italia per le PosteItaliane, sarei stato capace anche io di rimetterle in sesto.... il che è tutto dire su Passera.

non avra MAI i miei voti ( ammesso che torni un giorno a votare).

solo quando vedrò scritto in costituzione che massimo si paga il 30% di tasse. e non è nemmeno detto.

 

scusate l'intrusione

Ciao a tutti, 

sono d'accordo con Sandro, io aggiungerei, anzi vorrei capire, anticasta e dal basso?

Oppure si vuole ripetere l'errore fatale di FARE riempiendo i salotti di cerca poltrone? Si vuole percorre la strada di chi non vota e della parte liberale del centro destra, senza scendere nelle piazze (sempre come FARE), senza scendere tra la gente?

Michele ha ragione che non è semplice scardinare o entrare nel sistema politico italiano, ma abbiamo visto che le scorciatoie di Scelta Europea non hanno pagato.....

  Vi leggo sempre con interesse, mi auguro che nasca veramente qualcosa di nuovo ed ora rientro nel mio silenzio di semplice uomo della strada.

Ciao Corrado, cosa intendi con riempire i salotti di cerca poltrone?

Premetto che vi voglio bene e che quanto segue va preso come un'educata e modesta opinione e non come intento di giudicare qualcuno o o di sputare sentenze. Se mi guardo in giro io vedo 3 cose 

  1. 1-Non esiste alcuna concreta alternativa a Renzi e ho seri dubbi che sia possibile costruirla in tempi brevi: Renzi copre efficacemente tutti i moderati da destra a sinistra e fra una chiacchiera e una promessa non ha ancora dato prova provata di incapacità o disonestà palesi perché uno di destra dovrebbe puntare su Passera, quando può votare Renzi che è un pole position? 

2-Non esiste alcuna concreta possibilità che alcuno (neanche Renzi) riesca a mettere in pratica quelle riforme che tutti abbiamo in testa e a cuore: rivoltare il paese implica porre in essere dei cambiamenti che danneggiano in modo sostanziale è immediato la minoranza che ha l'oligopolio che controlla l'accesso al potere, mentre i vantaggi  sono non immediatamente comprensibili e percepibili dalla maggioranza che ne trarrebbe beneficio

3-Non c'è una forza politica pensabile che può catalizzare il consenso degli esclusi/astenuti etc perché si tratta di gruppi di individui che mancano di una coscienza comune e di un incentivo sufficiente a costruirsela o finanche a raccogliere le informazioni necessarie a costruirmela 

Chiarito il contesto, comprendo l'intento di Parlare con Passera perché effettivamente è l unico con cui si può parlare (Renzi parla solo con chi può dargli qualcosa e in questo momento ha tutto) che però questo possa servire a qualcosa è altro discorso. 

Renzi non ha rivali perché oltre ad essere al potere, ad avere lo zoccolo duro dell'unico partito storico rimasto in vita, è estremamente capace di mantenere il consenso e non si è ancora sputtanato al punto che tanta gente di cervello, inclusi molti che qui scrivono, è ancora convinta che qualche cosa lui la porterà a casa per cui è il meno peggio. Dopo che si sarà sputtanato, si potrà discutere, prima non ci sono alternative e il ragazzo è molto bravo a temporeggiare.

Che qualche riforma sensata si possa ottenere democraticamente lo credo sempre meno, in giro non ci sono competenze sufficienti per far capire a un numero sufficiente di persone cosa andrebbe fatto: forse dovremmo iniziare a insegnare economia alle elementari ma prima dovremmo spiegare ai docenti la differenza rispetto alle super cazzuole cripto marxiste e pseudo keynesismo che spopolano in Italia per cui amen. Quel che cambierà avverrá per la pressione concorrenziale di amazon, uber etc non perché quaocuno abbia veramente voglia e capacità di far qualcosa.

Che ci rimane allora? Sempre a mio molto modesto avviso qualcosa che sia nel mondo delle associazioni e che quindi possa essere visto dai politici come interlocutore o opinion leader, ma non diretto concorrente. Questo qualcosa dovrebbe scegliere poche battaglie trasversali (non più alto del colle, via Irap, via le fondazioni dalle banche etc) perseguirle sul campo, nella società civile e a quel punto un deputato PD o simile che le fa sue e le propone si trova e, con la giusta congiunzione astrale magari Renzi le fa proprie. Vinta una o due battaglie questa associazione diventa un soggetto riconoscibile e chissà che un domani possa costituire il semè del partito che non c'è

Passera non scalda il cuore di nessuno. Appare come una persona che ha una eccessiva autostima di se come politico, e l'ambizione è solo una proprietà necessaria ma non sufficiente. Il programma può ben essere inizialmente approssimativo perché è una cosa che si definisce strada facendo, ma occorre avere un forte riscontro come leader, e Passera non è un leader perché non lo conosce nessuno a livello popolare. Leader potrebbe essere Montezemolo ad esempio, appunto per via che la sua notorietà è già enorme e si fonda sui meriti sportivi assai prima che su quelli di manager. Bisognerebbe rassegnarsi all'idea che si deve partire da un iniziale, necessario, preventivo impatto mediatico popolare. Ad esempio, da questo punto di vista, anche Della Valle andrebbe bene. Non ci vuole molto a capire che Renzi non è ancora niente come politico ed è, per il momento, solo un grosso riscontro mediatico. Intorno a Della Valle, ma meglio intorno a Montezemolo potrebbe essere, perché no?, rilanciato Fare.

Parlo senza sapere i retroscena, solo come un anonimo passante che alle ultime consultazioni, non senza travaglio, ha compiuto il fatale passo verso il qualunquismo, e qualunquista un tempo era peggio che essere detto fascista, significava ignavo. Ma come si torna indietro dall'astensione? Alla penultima consultazione, quella vera, mi erano stati sottratti all'ultimo momento Di Pietro e Giannino, entrambi in modi molto strani e insondabili, anche se in effetti ciascuno a modo suo colpevole di aver dissolto il proprio principio fondativo, legalità e regole per il primo e meritocrazia per il secondo. Ma senza un principio forte a fondamento, come ci torno a votare? Voto quello che mi sta più simpatico tra il vecchio donnaiolo, il vecchio comico o il giovane confuso? Questa è l'offerta dove devo essere costretto a decidere? Si può credere che io sia un tipo strano, inusuale, e trascurabile che cerca idee forti quando ora si va per simpatia e conta solo la massa distratta e la governabilità, e devo essere disinnescato? Forse si, e allora teniamoci Passera e guardiamocelo dalla finestra mentre affoga perché gli altri già bastano per tirare avanti l'insulso teatrino, ma nell'immediato futuro potrebbero drammaticamente occorrere competenze meno approssimative di quelle in campo e più incisività, come si può sospettare guardando Grecia e Ucraina.

 

Non ci vuole molto a capire che Renzi non è ancora niente come politico ed è, per il momento, solo un grosso riscontro mediatico.

 

Ma lei legge i giornali?

Sono le parole chiave. Poi, per fortuna, ci abbiamo messo anche un po' di Inglesorum (come il latinorum 2:0 di nobil proṡàpia Manzoniana) e tout se tient! (cosi muoviamo verso René Descartes, e l'apriorismo Conservato-cattolico-baleno bianco Italico.

Io Pro-voco - vedere infra - , ma taluni commenti fanno solo sorridere, dopo Prezzolini, Pasolini, Berlinguer, CENCELLI, Montanelli, et al..Vediamo di essere un po' piu' espliciti (ma non troppo).

1. compravendita di consenso e 'voto'. Lei molto brava.
www.nytimes.com/2012/10/08/world/europe/in-italy-calabria-is-drained-by-corruption.html

 

Corruption Is Seen as a Drain on Italy’s South: ...but in the ’70s, there was an exchange: It became a big reservoir of consensus,” he added, referring to the votes from Calabria that have helped every government of the last 25 years stay in power.

2. When our first parents were driven out of Paradise, Adam is believed to have remarked to Eve: "My dear, we live in an age of transition".

 

Lo capiamo COSA e' l'Italia e DOVE sono gli Italiani??? Poi, taluni, nelle ricottine Passeriane ci vedrebbero la Kreditanstalt für Wiederaufbau - KFW, R&D, formazione, istruzione, tanta tanta ripresa per il SUD Italia.

 

Siamo a FERMARE IL DECLINO DI FARE PER FERMARE IL DECLINO DI DECLINARE IL DECLINO DI FERMARE IL DECLINO DI FAE PER FERMARE IL DECLINO DI FARE
n declinato, ad un condannato che ha costruito Milano 2 con argent - noblesse oblige - su cui Altri prima di me....e con 'fattore' ar gabbio per mafia e, 3 su 4 scrivono dall'ESTERO....(ossia al di fuori dei confini bel paese là dove 'l sì suona)
Perché non mette in discussione alla radice questo sistema di relazioni politiche-economiche, questo modello di stato, questo modello di organizzazione del sistema economico

 

Non lo so. Sembra antropologia social da bar, tanto che qualcuno potrebbe anche dire...medice, cura te ipsum!!! Chiederei al premio lebon del Booth University College che ha affossato l'unico partito che avrei votato...Io non sono Democristiano....ora chi voto? 

Good luck

C'è un altro aspetto che abbiamo solo accennato nell'articolo: per statuto e criteri di nomina della dirigenza IU si configura tipicamente come un partto padronale. Per carità, nasce per iniziativa di un leader ed è abbastanza normale che questi voglia blindare la sua creatura. 

Siamo però molto lontani da quell'idea di partito politico partecipato e aperto a diversi contributi di cui la scena politica italiana ha urgente bisogno. 

La cosa ci provoca rammarico perché in altre condizioni e con diverse premesse avremmo dato a CP fiducia

Devo essere sincero l'analisi su IU non mi affascina molto sebbene la condivida in larga parte: un po' ci speravo (e forse ancora ci spero per mancanza di alternativa), ero presente il 31 e sono tornato a casa svuotato. Sono molto più interessato al primo capoverso dopo il "di cosa c'è bisogno" un interesse un po' stantio però, annoiato dalle continue parole e buone intenzioni di tutti coloro che davvero credono che quelle siano le cose di cui il paese ha bisogno ma che per qualche stupido motivo non sono capaci di unirsi. Personalismi, scarsa volontà, voglia di primeggiare, oziosa agiatezza, pensiero superiore, ricette perfette, scarsa umiltà e forse peggio di tutto poca fame e molta rabbia da tastiera; questi siamo Noi! Fino a quando non capiremo e faremo capire che serve una squadra di 18mln di cittadini, ognuno con il proprio compito, tutti utili nelle nostre diversità e nei nostri obiettivi comuni saremo solo sempre dei magnifici contestatori cibernetici il cui solo risultato sarà quello di ottenere qualche like in più che a nulla serve per fermare il declino.

Cosa si vuol FARE agire o contaminare? Per agire bisogna farlo subito azzerando/rifondando FARE in modo serio, magari si può aprire una discussione ad hoc su questo, però con voi intellighienti in prima fila a garanzia della corretta azione per il fine, trovo molto centrata l'analisi del mio omonimo Corrado Rabbia. Se invece si vuole contaminare "AUGURI", operazione impossibile anche su Renzi, unico che ha parole promette cambiamenti, ma se si vuole realmente cambiare il lavoro sporco va fatto da tutti.....diversamente siamo un popolo che ci meritiamo quello che sta avvenendo!!!

Nessuno vuol contaminare nulla, mai stata la mia intenzione.

Parlo a nome mio: quando ho pensato fosse il caso di agire (2011/12) ho agito ed ho agito con decisione. E' andata com'e' andata ma non mi pento un epsilon di aver agito.

Ora non vedo alcun spazio d'azione e chi continua ad invocarla non ha che da provare che la mia analisi e' sbagliata agendo. Son prontissimo a seguire chi, agendo in prima persona, mostri una strada credibile e convincente. Io ora non la vedo.

Ragione per cui penso, guardo, analizzo, dibatto, critico, propongo. Ma non agisco. Se e quando mi sembrera' sia il caso di agire lo faro'. Nel frattempo, please, basta tirare per la giacca: chi ha ansia di agire lo faccia. Con tutta la mia fraterna simpatia, ma basta lezioni di vita mentre si sta comodamente seduti in poltrona.

P.S. Sul resto di questo dibattito, anche interessante e sulla triste reazione dei "dirigenti" di IU ad ogni osservazione critica, torno quando ho un po' di tempo in piu'. Ma credo che l'odierna apertura di CP a un personaggio come Fitto, che si aggiunge ad una lista fin troppo lunga, suggelli un po' il tutto.

vidi ora che (g federico) mi prevenne, per cui il credito dell'osservazione che M Renzi e' un capo vero quanto B  H Obama, catturando e formando un partito democratico che e' infintamente superiore alle cialtronerie dei FassinoFsssinaBersaniVeltroniRutelli etc. deve esser un antica fedelta' al realismo. Il Diaz citato, non e' Armando ma Furio. con i miei saluti cordiali