Sintomi e cause del declino (I): tre esempi

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Il declino italiano, lo andiamo ripetendo da quando nacque il blog, è socio-culturale ed etico, anzitutto, oltre che economico e politico. A suo tempo mi dedicai per qualche mese a documentare questa idea con una serie di "microfondazioni". Non so se avrò ora la costanza che ebbi allora, son maggiori sia gli impegni che la noia per la quotidianità italiana. Ma tre piccoli episodi degli ultimi giorni, che raccolgo qui, mi sembrano troppo indicativi per essere passati sotto silenzio.

 

1. Il metodo Rampini e l'omertà del giornalismo italiano

Per molto tempo un divertissement privato fra noi della redazione erano mail di questo tipo, che arrivavano, dall'uno o dall'altro, con una certa regolarità:

 

[...] dovreste dare un’occhiata a quest’altra perla di Rampini: http://www.repubblica.it/economia/2014/07/06/news/il_paradosso_del_pil_in_usa_sta_frenando_ma_il_benessere_cresce_con_la_sanit_meno_cara-90824614/?ref=HREC1-3Con Rampini non si sbaglia mai. Se ti metti a cercare, trovi sempre l'articolo da cui ha copiato In questo caso è ''Has GDP outgrown its use?'' by David Pilling, pubblicato il 4 luglio [2014] sul Financial Times. Paro paro, levando le cose pìù intelligenti che probabilmente il federico de noantri non è in grado di capire. Non metto il link perché il FT è a pagamento ma se potete leggerlo lo trovate facilmente [ora è visibile, son passati svariati mesi, Nota di MB].

 

I lettori ricorderanno che, su Il Giornale, uscì qualche tempo addietro questa denuncia (ripresa da Dagospia, al cui sito il mio link rinvia) che non ci sorprese per nulla. Sulla mia bacheca di FB offrii altra evidenza, come l'articolo citato qui sopra, a chi volesse interessarsene. Immaginavo, tapino, che fra questi vi potesse essere il direttore di La Repubblica ...

Come i lettori avranno notato non è successo nulla. Di fronte all'evidenza di ampio, ripetuto e palese plagio di articoli altrui da parte di uno degli editorialisti più noti (ed ovviamente ben pagati) del secondo quotidiano italiano i media (e la direzione/proprietà di La Repubblica) han ben pensato di far finta di nulla. Non è successo niente mentre, negli altri paesi occidentali, per atti del genere si finisce (giustamente, aggiungo) alla pubblica gogna e o ben si viene licenziati o ben ci si deve dimettere da soli. In Italia tutto normale, anzi. 

Anzi: l'esempio del celebre Rampini ha imitatori a livelli meno celebri. Uno a caso è questo. Il testo che voi leggete è una "traduzione corretta" dell'articolo di Reich, ma in quello originale c'era un altro testo nella parte finale, che potete trovare qui con la spiegazione dell'intera storia nei commenti al margine. Il testo che ora leggete fa tesoro della mia correzione, non la riconosce (anche questo è plagio, ma in Italia forse non lo sanno) e fa finta di nulla, ossia non rende esplicito di stare puramente a tradurre/riassumere un articolo, alquanto orrendo, di Reich. E la giornalista in questione (come si può evincere dai suoi commenti sulla mia bacheca) si è pure offesa.

Quanti casi di questo tipo vi sono sui media italiani ogni settimana? Dozzine da quanto mi è dato vedere. Se ne incontrano a palate e stare a denunciarli tutti diventerebbe un lavoro a tempo pieno. Essi sono ovunque, dal talk show televisivo che falsifica quando è accaduto due sere prima a Madrid (ne sono stato personalmente testimone e l'ho denunciato in diretta, come risultato non son mai più stato invitato!) al grande editorialista che plagia una % sostanziale dei suoi servizi, alla giornalista che non capendo quello che copia si inventa il testo che meglio si confà ai suoi ideologici pregiudizi! Quali sono le implicazioni di questo stato di malaffare? Non credo di doverle elencare, i lettori ci arrivano da soli.

Chiediamoci, però: che speranza c'è per un paese nel quale il cosidetto "quarto potere" è profondamente affetto da pratiche di plagio, falsificazione dei fatti, incompetenza sesquipedale, omertà, servitù al potente politico o padrone di turno, arroganza e, finalmente, un-accountability

2. La vita privata del politico son affari suoi

Ogni volta che viene fatto osservare come i fatti (giudiziari o meno, non fa differenza alcuna) provino la pessima qualità umana di Berlusconi Silvio (BS di nome e di fatto) svariate orde di suoi sostenitori insorgono all'urlo di "moralista con la bava alla bocca", "forcaiolo", "comunista giustizialista", e via elencando improperi di craxiana memoria che si concludono immancabilmente nella lezione tanto idiota quanto pseudo-libbberale secondo cui ogni uomo politico (specialmente se del partito preferito) abbia il diritto di fare "ciò che gli pare" nella propria vita "privata"  perché, per valutare un uomo politico valgono solo i suoi atti e comportamenti politici o pubblici. Ovviamente quello di BS è solo il caso più macroscopico degli ultimi vent'anni: potete sostituire al suo nome quello di dozzine di altri, siano essi di "destra" o di "sinistra" ed il risultato è lo stesso. Gli ultimi due esempi rilevanti son quello di Lupi (che è di "centro", ora) e quello di D'Alema (che, credo, rappresenta la "sinistra").

Questa teoria è piuttosto diffusa in Italia, soprattutto (ma non solo) fra i libbberali de noantri, fra i quali mi sembra giusto annoverare personaggi della levature morale ed intellettuale di un Piero Ostellino, per dire, o della signora Santanché ed il suo consorte. Ma la teoria, quando serve all'interesse elettorale del momento, vale erga omnes, comunisti, fascisti, liberali, socialdemocratici, lib-lab, nazionalisti, euristi o anti-euristi che siano, la musica è sempre la stessa: informarsi e rendere pubblico ciò che il politico fa nella sua vita "privata" viola la cosidetta "privacy" e non si deve fare. Quello del politico è "un lavoro come gli altri" per cui conta solo quello che fai sul lavoro, se nel privato picchi il cane, adori belzebù, t'ubriachi ogni sera, frequenti delinquenti di vario tipo, scambi e chiedi favori a questo ed a quello per te, famiglia ed amici, eccetera, son affari tuoi. Ebbene: NO, NO, NO e poi ancora NO!

Sul tema ho scritto a iosa (recentemente, qui) e non mi voglio dilungare. Ma occorre essere ancora più esplitici perché troppi, anche in ambienti insospettabili, non sembrano comprendere questo principio elementare della democrazia liberale (con una "b" sola), principio banalmente condiviso dalle opinioni pubbliche di quasi tutti i paesi a cui amiamo confrontarci. E l'incomprensione diffusa di tale principio sta rendendo l'Italia sempre più unica nel mondo "occidentale" e sempre più simile a quei paesi oligarchici, medievali, illiberali, teocratici, eccetera, da cui l'italiano medio oggi ama invece distaccarsi.

Il punto è semplicissimo: il carattere morale, la struttura psicologica, la personalità del politico sono essenziali per poter giudicare come ci governerà. Ed il "carattere" di una persona è un unicum, complesso, nel quale tutto si tiene, nel quale vale il principio secondo cui variazioni locali anche relativamente piccole possono avere effetti sostanziali in aree lontane della mente di una persona. Non esiste, in generale, la mia personalità pubblica separata da quella privata. A volte forse è potuta esistere, ma si tratta di fortunate (o sfortunate: pensate agli Hitler ed agli Stalin che, a sentire gli agiografi, nel privato erano deliziosi esseri umani) eccezioni sulle quali non si costruisce la norma sociale. Quindi, se il politico X si diverte, in privato, ad affamare il proprio gatto preferisco saperlo. Poi vedrò io cosa fare di quell'informazione. 

Il politico vuole il potere e tale potere, una volta ottenuto, verrà esercitato con un altro grado di discrezionalità. Quindi è nell'interesse dell'elettore avere più informazione possibile sulle caratteristiche personali dell'aspirante capo. La posizione del politico e dell'elettore non sono simmetriche. La scelta di chi votare è personale, si eleggono persone. I miei valori morali non devono coincidere con quelli degli altri, in generale ognuno ha i propri, anche all'interno di una medesima area politica. Proprio per questo ognuno di noi è interessato ai principi morali effettivi, praticati e dimostrati, del politico: per poter personalmente e liberamente giudicare se essi sono affini ai nostri o meno. Per fare questo occorre che i principi morali dell'aspirante capo siano i più espliciti possibile e che si trovi una qualche maniera di renderli vincolanti. La "statura morale" dell'aspirante capo conta. 

E qui viene il secondo principio fondamentale che in Italia sembra non essere compreso. Non è necessariamente vero che, se vengo a sapere che per esempio che X va a puttane, questo implichi una condanna morale. Personalmente non ho nulla contro il meretricio legalizzato, se lo vogliono offrire/acquistare, che lo facciano. Ma ho molto contro l'ipocrisia ed il politico ipocrita non lo voglio votare: quindi se acquisti servizi di meretricio e poi proclami i valori cristiani sulla sessualità allora sei un ipocrita. Ossia sei persona disposta a mentire. Ed io non ti voglio votare. Ho usato un esempio, come dire, "nazionale" ma è banale estenderlo a mille altri casi. Tanto per dire, se predichi meritocrazia, competenza, concorrenza, eguaglianza delle posizioni di partenza e poi passi il tempo a raccomandare il figlio/nipote/cugino/fidanzato perché sono tali allora sei un ipocrita. E non ti voglio votare.

E la privacy? La privacy, se vuoi averla, scegli di non fare il politico: there is no free lunch. Questo vale per dozzine di lavori: non c'è praticamente lavoro che non richieda, per essere ottenuto, una qualche invasione della mitica "vita privata". È solo una questione di gradi, dal conducente di autobus al medico, dal poliziotto al maestro d'asilo, ogni lavoro richiede che avvengano intrusioni nella vita privata di chi a quel lavoro aspira! Già oggi a chi fa, per dire, il pilota d'aereo, invadiamo la privacy per conoscere le sue condizioni fisiche e psicologiche. Dopo il disastro di Germanwings questa intrusione sarà ordini di grandezza maggiore e nessuno la troverà strana, anzi verrà invocata. Il pilota ha in mano la vita di alcune centinaia di persone? Giusto. Il politico ha in mano la vita di decine di milioni di persone ed anche quella delle generazioni a venire che dovranno vivere in un mondo determinato dalle politiche adottate oggi. Se voglio sapere tutto sulla psicologia del pilota di aerei, perché mai non devo volerlo sapere dell'aspirante ministro della difesa?

Quale primitiva distorsione culturale ha convinto milioni di italiani che i politici, soli fra gli umani, debbano vivere al di sopra di ciò che è ovvio per i comuni mortali, come dei che stanno al di là del bene e del male? Sveglia, italiani, sveglia! 

 

3. Le pensioni sono diritti acquisiti, non si possono toccare

Il mito del "diritto acquisito" è anch'esso tutto italiano. Forse non è un caso che, su Wikipedia, la pagina dedicata al tema non riesca a definire il concetto e l'unica "traduzione" in lingua straniera sia vesting che è tutta un'altra cosa, ben definita!

In Italia i "diritti acquisiti" spuntano, nel dibattito di politica economica, ogni due per due, mentre altrove li ho sentiti invocare solo in situazioni veramente estreme. L'ultimo caso con il quale mi son scontrato è stato stimolato dall'articolo di Sandro che ci informa come Italia Unica abbia deciso d'insorgere contro l'idea, avanzata da Tito Boeri e, sembra, presa in considerazione dal governo, di rivedere i trattamenti pensionistici superiori ad una certa cifra. Non voglio nemmeno mettermi a discutere la, miserevole e perdente, logica elettorale sottostante alla presa di posizione di IU, né voglio discutere la proposta specifica avanzata da Tito. Sul tema mi sono espresso a iosa in passato e, ai tempi di Fare per Fermare il Declino, avevamo avanzato proposte molto precise, che mi sembrano ancora valide anche se, non disponendo di dati recenti e dettagliati, non so se la soglia dei 3000 da noi avanzata sia più o meno appropriata di quella dei 2000 che ora Tito propone. Non è questo il tema ora.

Il tema è semplicemente che i diritti acquisiti, nel senso in cui li si usa in Italia, sono una fantasia provinciale e, permettetemi, demenziale. Questo per alcune ragioni, banali, che riassumo telegraficamente visto che questo post è già lungo abbastanza.

1) Idealmente vorremmo vivere in un mondo in cui tutti i contratti, d'ogni tipo, sian certi, permanenti e facilmente rispettati. Un sistema legale che funzioni farà il possibile per avvicinarsi a questo ideale. Ma fra l'ideale e la realtà occorre tenere conto di una piccola (si fa per dire) cosa: la realtà in cui i contratti vengono eseguiti cambia, spesso in modo imprevedibile. E quando la realtà cambia cambiano incentivi, comportamenti e ciò che è ragionevole ed utile aspettarsi. A questo fatto reale la politica e le leggi devono saper adattarsi e devono saper gestire. La buona politica è questa cosa qui, il resto son chiacchiere per tonti.

2) Nei contratti fra privati la realtà cambia frequentemente e, per questo, abbiamo il codice civile e legislazione correlata che gestiscono, esattamente, i casi in cui contratti in essere non vengono rispettati. L'impresa prende a prestito e poi fa perdite, non sa restituire il prestito, inizia il fallimento e le procedure associate. L'impresa assume una persona e poi non riesce a far quadrare i conti e deve ridurre lo stipendio o licenziarlo, ed anche per questo stabiliamo regole o, in mancanza di esse, contrattiamo. Gli esempi sono infiniti: una buona legislazione farà il possibile perché le regole di gestione dell'incertezza siano più chiare e permanenti possibili ma i contratti vengono violati ogni due per due. Fa parte del meccanismo di mercato.

3) Lo stesso vale per i rapporti fra privato e stato, nelle sue svariate articolazioni. Il sistema fiscale cambia ogni due per due: ti sei comprato la casa (capannone, negozio, macchina, PC ...) anni fa ed oggi cambiano le imposte sul medesimo. Hai fatto un figlio assumendo sistema scolastico fosse X e diventa Y. Hai rinunciato a dedicarti all'organizzazione del gioco d'azzardo o alla coltivazione dell'erba perché erano illegali ed ora li legalizzano. Hai iniziato a coltivare fragole perché era vietato importarle da altri paesi ed ora hanno aperto il commercio internazionale di fragole. Di nuovo, gli esempi sono infiniti. E, di nuovo, sarebbe stupendo vivere in un mondo in cui le regole del gioco non cambiano mai perché non v'è mai ragione per cambiarle. Ma quel mondo non esiste. Punkt. 

4) In particolare, se cambia il ciclo, se cambia il trend, se cambia la demografia, se cambia il tasso di crescita della produttività del lavoro, i sistemi pensionistici che avrebbero potuto funzionare nelle condizioni di ciclo/trend/demografia/produttività di 50 anni fa non possono più funzionare. Shock negativo per TUTTI. Logica suggerisce che quello shock ce lo dobbiamo sobbarcare tutti. Quindi i sistemi pensionistici vanno cambiati perché è cambiata la realtà.

5) Prima lo fai meglio è. Se prevedi il cambio che arriva e lo prevedi 20 anni prima ed aggiusti il sistema, i costi sono relativamente piccoli e le sorprese minime. Se, come in Italia - ed anche in nome dei mitici diritti acquisiti - non lo fai, rinvii il cambio dagli anni '80 ai '90, dai '90 al 2000 e po arrivi al 2015 che sei alla canna del gas e stai massacrando le giovani generazioni per finanziare pensioni oramai infinanziabili e così facendo distruggi il sistema economico a botte di tasse e contributi, che fai? Cambi! Certo, era meglio cambiare a metà anni '80 quando cambio demografico, di trend, produttività e cosi via già erano visibili. Andate sulle tombe di Craxi, Forlani, Andreotti, Lama, Storti e chi altro volete aggiungere alla lista ed insultateli. Comprendo. Ma, nondimeno, oggi qualcosa va fatto.

Fine della storia. Pacta sunt servanda vale quando il costo sociale di servirli è inferiore al costo sociale di violarli. Il buon Posner, per citare uno famoso e caro ai libberali de noantri che lo menzionano senza averlo mai letto, let alone capito, ci ha spiegato decenni fa che su questo si fonda la giurisprudenza della common law! Questo vale nel diritto privato ed in quello pubblico ed è bene che così sia. Ai libbberali de noantri questa logica non piace? Affari loro, non sanno cosa dicono e, nello sproloquiare sui diritti acquisiti, fanno solo l'interesse di chi i privilegi li ha oggi in mano e fottono chi è arrivato dopo. Insomma, i furbetti italici di sempre: chi ha dato, ha dato, ha dato ...  

Volete capire perché il declino c'è e continua? Vi ho appena dato tre ragioni, fra le molte.

 

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Commenti

Ci sono 148 commenti

Indivio la vostra, e specialmente sua Boldrin, costanza nel ripetere ogni volta quello che è l'andamento e il comportamento del popolo italiano e delle istituzioni, e del primo nei confronti di esse.
Casi ed aneddoti che si aggiungono a quelli passati, ma che in realtà si assomigliano tutti facendo evidenziare le tristi peculiarità italiane che sono all'origine del declino e di qualcosa di peggio, se non si inverte la tendenza.

Il giornalismo attuale ha le sue colpe, però se pensiamo alla qualità di vari articolisti, scrittori anni 80-90 che comprendevano già le ragioni dei mali dell'Italia (nonostante certe teorie soprattutto economiche in voga allora, erano ancora pienamente accettate anche altrove), allora credo che la questione riguardi un sistema e le sue modalità ben integrate da decenni di propaganda sfruttando ignoranza e giornalismo conseziente, o perlomeno non esauriente nel suo compito di vigilanza, che distorcono i valori liberali di base (e non s'intende in senso strettamente economico) per una società più onesta ed equa.
Una distorsione che mischia concetti corretti (rispetto della legge, uguaglianza, ecc.) e concetti errati ma ampiamente ormai condivisi da una buona parte della popolazione (categorie di serie a e di serie b, clientelismo, raccomandazione, politici affaristi, ecc.).

La cosa più fastidiosa è leggere che "sì, è vero, molte pensioni in essere sono più alte di quanto determinato dai versamenti e dalla dinamica del Pil etc etc, però non vanno toccate perchè esse sono oggi uno strumento di welfare famigliare". Insomma, non tocchiamo la pensione maggiorata del nonno perchè il vecchino da una mano al figlio/nipote.
Questo lo trovo veramente pazzesco. Posto che le pensioni sono finanziate dalle tasse, è in parte anche per colpa loro che la tassazione è stratosferica, e non ci vuole un genio per capire che in queste condizioni -e quindi in una qualche misura anche per la generosità di molti assegni pensionistici- che il figlio/nipote un lavoro non lo troverà mai. Ma poi che sistema è quello di un welfare assegnato informalmente dallo stato ai pensionati affinchè questi diano la paghetta ai loro discendenti??? E poi: se, fissata una soglia, l'impatto di tale ricalcolo è forte, allora vuol dire che il danno subito dai lavoratori attuali e futuri è grosso, con tutte le conseguenze che ciò implica per la crescita del paese. Se è modesto, non si avrà un crollo dei consumi come molti dicono. anche perchè sopra i 2-3k euro mensili non ci sono persone con una propensione al consumo enorme, credo. Certo, sono cose che, se si decide di farle, vanno fatte senza tentennamenti. Infine, tutto sovrebbe essere proceduto da una separazione tra assistenza e previdenza, oggi confuse nei conti dell'inps.

La scuola di giornalismo di Columbia (University) e il Rolling Stone 

www.vox.com/2015/4/6/8352501/rolling-stone-uva-story-report

Notare la (corretta) forte passione etica dello scrivente. 

Lamentando sempre la mancanza del tasto like, ammetto che essa mi costringe almeno ad intervenire e a dire due righe in piu', che diventeranno 200 (così imparate).

Sul punto punto 1) i vari copia e incolla e - ancora peggio - pareri gratuiti  alla cazzo, imperversano anche nei blog. Soprattutto quelli che vorrebbero apparire moderni ed innovativi.

Recentemente (non si fanno nomi e cognomi per non fare pubblicità gratuita ...  che sarebbe fuori luogo) mi sono imbattuto in una analisi di un blogger sull'Italicum; di quelle che vorrebbero apparire come razionali, quindi imparziale e basata sui fatti. A firma di un esponente dei classici neogruppi in rete, del tipo sbilanciamoci, scapperottiamoci, smoderiamoci, smodati uniti nella lotta e via dicendo..

L'analisi di per se non era malvagia, galleggiando tra affermazioni accettabili, condivisibili e discutilibi, come tutte le affermazioni di questo mondo. Sulle opinioni non si discute, o almeno, si intende che ogni opinione è legittima, che sia originale o frutto di un chissà qualche copia e incolla. Ma se invece di opinioni si spacciano per verità cose false, i neuroni si allertano e reagiscono.

Ed essi (neuroni) si sono allertati quando, parola dopo parola, hanno inciampato nella seguente affermazione: "In nessun sistema democratico (ad eccezione della Grecia e forse non è un caso) si utilizzano le preferenze per eleggere i candidati."

Ora ammetto che non so se detto pensiero sia frutto di improvvido e rampiniano copia ed incolla da altrui testo o (peggio) di pensiero originale  ... ma fatto sta che essa non è opinione ma affermazione su fatti falsi.

L'unico vantaggio rispetto a Rampini è che se egli solitamente non risponde, i blogger ogni tanto la testa fuori dal guscio la tirano. Ma non è per scusarsi. Non è che ammettono che decine di paesi sicuramente democratici utilizzano sistemi elettorali proporzionali con preferenze e ringraziano per aver fatto notare l'errore.

Anche se gli si presenta la lista su wikipedia continuano ad arrampicarsi su vetri. Chiariscono che intendevano dire altro (come fanno i politici navigati) del tipo "solo l'Italia ha un sistema che unirebbe liste bloccate a liste aperte", cosa vera e mai messa in dubbio. Ora a questo potremmo anche aggiungere l'informazione che il testo incriminato non proviene da idraulico o chirurgo, che in temi politici si sono fatti da soli nelle pause di lavoro, ma bensì da un laureato in scienze politiche, uno che sui temi elettorali dovrebbe aver studiato mesi se non anni ed avere una competenza fuori dall'ordinario.

Ma tant'ề, senza interrogarsi sugli studi pre-universitari (classici o scientifici?) di questi neo-politici, a me pare siano già sulla strada dei vecchi. E non è una buona strada.

Insomma, caro Michele, qui la superficialità universitaria imperversa, come anche si nota nelle perize di professori torinesi sul MUOS, che sommano volt invece di watt e che affermano la pericolosità delle radiazioni sugli uccelli, in quanto animali al sangue freddo. Il problema dei giornalisti è forse la cima di un iceberg.

 

 

Lamentando sempre la mancanza del tasto like,

 

Piú leggevo e piú ne sentivo la mancanza :)

Trovo giusto il concetto che non possono  esistere diritti acquisiti e perpetui.  Un azienda puo fallire, un dipartimento di universita puo chiudere (raro, ma accade) e dover licenziare i dipendenti, ecc. Non possono esitere garanzie assolute.

Tuttavia trovo anche giusto il concetto espresso da Giampaolo Galli in quel dibattito su Tuitter: il costo di aggiustamento varia da persona a persona, ed e' molto piu alto per una persona anziana che riscuote una pensione. No ha piu la flessibilita' che aveva quando era piu giovane e di questo si dovrebbe tenere conto, dal punto di vita etico, quando si prendono delle decisioni.

Bisogna distinguere il principio dei diritti acquisiti sempre e comunque, dalle riforme concrete, che li modificano. Il principio è errato ed ingiusto in ogni caso. Nell'applicazione concreta (chi viene colpito, di quanto, con quale progressività etc.) si può e deve discutere. Non è la stessa cosa tagliare una pensione di 1000 euro ed una di 4000

Questa affermazione è piuttosto personale, può anche essere che una famiglia con bambini piccoli abbia più difficoltà ai cambiamenti, magari le famiglie hanno anche sul gruppone un pensionato povero... Una riforma non può tener conto delle casistiche, e poi sono d'accordo con giovanni federico ci sono pensionati e pensionati, e l'unico argomento di discussione è la soglia...

Se questa passione ética si sarebbe fatta vedere sull'iraq circa 2002

naah....questo  tuo record mondiale di salto di palo in frasca, pare destinato a durare a lungo.

"si fosse fatta vedere", che l'italiano e' importante.

Sul contenuto dell'idiozia han gia' detto.

Sul comportamento privato del politico hanno ragione i "liberali de noantri".

Proprio il fatto che Hitler e Stalin fossero amabili e fedeli dimostra che le informazioni sulla vita privata sono assolutamente inutili per giudicare di come governerà un politico, e anzi, possono essere fuorvianti.

Non è sapendo che un politico naviga nei siti porno o va puttane che si può indovinare se diminuirà le tasse o aumenterà la spesa pubblica.

Tra l'altro, dare importanza a queste notizie scatena metodi di lotta politica incivili, con scandali pilotati, basati su falsità o supposizioni. E da questo tipo di lotta uscirà vincitore il peggiore, quello che sarà stato più abile nell'infangare gli altri.

 

Diverso è il caso di comportamenti che costituiscono illeciti o addirittura reati (perché affamare un gatto è un reato), ma qui si esce dall'ambito privato e si entra nella sfera pubblica di qualunque cittadino, e queste informazioni verranno valutate dall'elettore quando sceglierà il candidato, come peraltro le valuta il datore di lavoro al momento dell'assunzione.

Potrebbe anche capitare che l'elettore ritenga che le capacità del politico siano tali da compensare eventuali illeciti commessi.

Posso decidere io quali sono le informazioni utili per me per decidere chi votare? O lo fai tu per tutti?

Non sono solo gli illeciti ed i reati che devono preoccupare i cittadini/elettori.

Se un uomo politico (o una donna: W la par condicio!) e' solito chiedere a chicchessia di procurargli delle prostitute o della droga, magari non compie un reato. Andare a prostitute o fare uso di stupefacenti non lo sono. La frequentazione di protettori e spacciatori, che i reati invece li compiono, non solo desta qualche preoccupazione, ma il fatto che il politico (o l'aspirante tale) possa essere ricattato per le sue debolezze qualche disagio me lo provoca.

Spostandoci oltralpe per attingere ad altri esempi, anche chedere alla propria scorta di di essere complici, durante le scappatelle con la fidanzata del momento, costituisce un abuso di potere che rende vulnerabile (ricattabile) il politico dal suo entourage e da chiunque ne venga a conoscenza.

Se invece l'elettore vota pensando piu' al testimonial (vorrei tanto essere al suo posto!), piuttosto che al miglior rappresentante dei propri (legittimi) interessi, magari si spiega un pezzettino del degrado della nostra classe dirigente.

coerentemente la lascerà indifferente sapere che il gestore dei suoi fondi é un accanito giocatore alle corse dei cavalli, che il suo aministratore di condominio si fa ristrutturare casa a prezzi stracciati dalla stessa impresa che sistema la facciata di casa sua che il catechista di sua figlia sia un noto scambista attratto dalle minorenni e così via

Quello che Boeri auspica è un "contributo di solidarietà" sulle pensioni oltre i 2.000 €/mese, qui affermo la mia contrarietà, visto che la Corte Costituzionale potrebbe rigettare un provvedimento simile, noto con piacere che Boeri ha rivisto la soglia (prima parlava di€ 3.500), quello che mi stupisco è il perchè di questa barriera che non ha nulla a che vedere con il metodo di calcolo e di raggruppamenti omogenei che fa l'INPS (di cui Boeri è Presidente): ovvero quello di minimo e suoi multipli.

Per me l'unica strada rimane il ricalcolo di TUTTE le pensioni, con poi la decsione politica di dove mettere l'asticella per dire "da qui in poi prendi solo quello che ti spetta".

Nota a margine: i conti dell'INPS definitivi non sono usciti, la nota di variazione di Settembre idem (quella che tiene conto dell'andamento reale della spesa pensionistica), la nota di variazione di Aprile 2014 affermava che "i conti e il deficit previsto nel bilancio di previsione 2014 si basano sui seguneti indicatori macroeconomici: PIL + 1,0%, disoccupazione -0,4%. Visto che questi indicatori macroeconomici si sono rivelati abbondantemente falsi o c'è stata una moria di anziani (non auspicata, nè auspicabile) o il buco nei conti dell'INPS è ben più profondo dei 20 miliardi previsti nel 2013, ricordo che tale "buco" è coperto con prestiti dello Stato Italiano, onde evitare lo sforamento del 3%, ma che sempre buco rimane, perchè solo una tremontata non lo fa vedere per quel che è.

Come scrissi all'epoca il "redde rationem" sulle pensioni si avvicina sempre di più, e l'uscita di Boeri lo conferma.

Come al solito la fate semplice (e semplicistica).

 

Quale\i diritto\i acquisito\i vorreste eliminare? Uno(quello sulle assurde pensioni pregresse)? E perchè non due o cinque? Materia complessa che va affrontata seriamente senza procacciarsi facili (e scontate) approvazioni.

Tutto vero, tutto sacrosanto. Però qualcosa sta cambiando. In altri tempi Lupi non si sarebbe dimesso. D'Alema, per fortuna, non ha nulla di pubblico da cui dimettersi. L'opinione pubblica certe cose non le accetta più

Esponenti di IU in passato si erano apertamente esposti per il passaggio immediato al contributivo per tutti. Ora Passera toglie ogni illusione, a chi ne aveva, e posiziona il suo partito + o -nell'area che era dell'UDC. A mio avviso i motivi sono di pura opportunità elettorale. ennesima conferma che l'elettorato non chiede drastiche riforme, ma protezione e sostegno. Brutto loop.

Versione incendiario  (ottobre 2013). Versione pompiere (aprile 2015). Di solito ci vuole più tempo, in questo caso il passaggio è stato estremamente rapido.

Per me la causa principale del declino italiano è ststa una deriva culturale che ha distrutto l'attitudine a pensare in grande, ad accettare le sfide e a basare il progresso collettivo sul senso di solidarietà (di classe e generazionale) e di appartenenza.

Mi ritrovo sempre più spesso a ripensare agli anno 50-60, quando avevo meno di 10 anni e vivevo in una casa dentro una fabbrica dove mio padre faceva il chimico. Parlo dello stabilimento Rhodiatoce di Verbania, 4000 persone. Dentro lo stabilimento c’era l’asilo nido, il medico di fabbrica che visitava anche i parenti dei dipendenti, due macchine che facevano il servizio auto non solo per il direttore ma anche per i dipendenti se ne avevano bisogno. Mi ricordo il pronto soccorso della fabbrica che serviva anche i parenti dei dipendenti. Dei circa 40 punti di sutura presenti nel mio corpo, i ¾ siono stati messi dal medico di quella fabbrica. C’era un servizio di giardinaggio, e dalla mia finestra vedevo la cura con cui i prati venivano tagliati, gli alberi potati. C’era una centrale elettrica interna e un servizio interno di pompieri, che periodicamente facevano esercitazioni sotto casa mia. La società si faceva carico anche dei problemi dei dipendenti e spesso capitava che il figlio di un dipendente anziano fosse almeno scelto per una selezione per assunzione. Un mondo passato, direte, che non c’è più, spazzato via dalla globalizzazione, un mondo in cui i prodotti, per essere venduti, non dovevano per forza essere i migliori del mondo, un mondo che non era  certo privo di difetti, come il senso eccessivo della gerarchia e dell’autorità, che si alimentava in questa sorta di paternalismo aziendale. Eppure io a quei tempi vedevo molta gente felice e, pur essendo un ragazzo, percepivo, dai discorsi che sentivo da mio padre e dai suoi colleghi, il senso di appartenenza di chi lavorava lì, l’orgoglio e la fierezza di avere un lavoro e di essere dipendenti. Ora vedo sparito lo spirito di appartenenza, vedo i giovani perennemente in internet a ricercare il lavoro più stabile o migliore, percepisco un crollo della qualità del loro lavoro e dei prodotti che ne risultano. Crollo dovuto alla mancanza di serenità e di un minimo di sicurezza esistenziale.

Si fanno statistiche sulla produttività e si censiscono i lavativi, ma non si fanno mai statistiche sul danno degli iperattivi, quelli che lavorano un mucchio di ore al giorno e che, per fare carriera, sono disposti a danneggiare i loro colleghi e in ultima analisi anche l’azienda stessa per cui lavorano.

Tuttavia, anche nel panorama odierno ci sono isole di saggezza, di imprenditori illuminati che capiscono l’importanza degli aspetti umani, del lavoro come mezzo e non come fine, che creano un tessuto sociale di rapporti e solidarietà introno alle loro aziende.  Quasi sempre queste aziende sono all'avanguardia come tecnologia e innovazione, tendono a ingrandirsi, assorbono volentieri i nostri laureati e non delocalizzano. Invece di sostenere queste isole di eccelenza, e puntare sulla grande idustria, pubblica e privata, come volano, come si fa da altre parti, facciamo politiche poco mirate, alla cieca e stiamo smantellando università e ricerca.

Certo, secondo Salvini, siamo (solo) il popolo dei capannoni, delle partite IVA, della piccola e media industria, il nostro futuro è l'uscita dall'euro.ecc., ecc. Ognuna di queste scemenze bastrebbe da sola a generare declino.

Grazie.

Mi permetterei di rilevare che a volte capitava anche che in questo clima di pensiero positivo e cooperazione virtuosa il figlio di un dipendente, ma anche operaio, diventasse fisico nucleare.

Ma tra poco chiuderà anche il CERN, dunque anche questo problema sarà risolto.

di colore.

prendendolo come tale, non bisogna badare alle contraddizioni che spuntano dappertutto (per dire, la rhodiatoce puzzava parecchio e oggi non riusciresti a piazzarla neanche nel giardino di un altro) ma ricercarne il senso di fondo.

quello che ci vedo io è la nostalgia di una programmazione economica illuminata e attiva fin nel dettaglio, vista come vera ragione dell'impetuosa crescita economica di quegli anni. vasto, vastissimo argomento...al limite del vacuo: donde veniva e dove risiedeva tale illuminazione? e perchè poi è morta? senza saperlo, si può anche dubitarne dell'esistenza o dell'importanza.

Sapesse anche a me che nostalgia mi viene a volte di quando ero giovane.

Che e' una cosa diversa dal discutere -per esempio- quanto sia una buona idea per un’azienda includere tra i benefit per i dipendenti l’assunzione del figlio. Specie se la collettivita’ al di fuori finanzia in parte l’ambulatorio e il taxi per i dipendenti, o la cassa integrazione quando le cose cominciano ad andare male (magari perche' si assunto male).

 

Penso che l'essere usciti da una guerra mondiale spaventosa come la Seconda, insieme alla possibilità di poter ricostruire le proprie vite con una rapida crescita economica (nonostante la sconfitta e i danni di guerra), abbiano influito sul senso di appartenenza e cooperazione delle persone nelle loro comunità.

Dagli anni 70 è cambiato qualcosa: dall'illusione che si potesse progredire con poco sforzo, ai bisogni dei giovani, a volte ingiustificati, di pretendere di più e soprattutto che fosse lo Stato a creare di più.

Si è arrivati in Italia ad avere un'insostenibilità del sistema pubblico assistenziale clientelare proprio nel momento in cui globalizzazione e la fine del comunismo avanzavano.
Non si è stati in grado di cambiare in tempo. O meglio, l'élite dirigenziale e la casta politica hanno impedito tutto ciò.

condivido

vs Maxwell?

Non mi piace generalizzare, ma credo che - in un contesto che registra decenni di errori macroscopici, di plateale evidenza, compravendita di consenso, ritardi infrastrutturali clamorosi ed un sistema educativo e formativo che sta letteralmente cadendo a pezzi - l'Italia sconti un approccio top-down (eh quale 'top'! condito di Balena Bianca e litanie correlate calate from on high- ma con Pontefice Gesuita! ndr )- di tipo Cartesiano, pasciuto di nostalgici "eh, ma quanto si era bravi", "eh, ma quanto..". Pero' il Dottor Antonino Di Matteo vive sotto scorta...ed FCA (gia' FIAT, ora...f. ex Ita o Fu.ITA..) e' andata, e - apparente fuori tema - i Compatrioti di Cartesio fanno a propria volta la fila, là-bas, près de ...Nice...chissa' come mai (cfr. data.worldbank.org/indicator/IC.TAX.TOTL.CP.ZS). .d'une singulière beauté la quantita' di ...tasse..

Next steps? deve rinascere Galileo Galilei (il quale non a caso...), approccio in codice binario (V/F; 0/1) [ per cui, se si chiede in lingua Italiana "che ore sono?", sentirsi un numero quale risposta]. ed un GRAZIE in bold e caratteri cubitali al Professor Michele Boldrin, piu' che un mero 'like'. 

Un contributo di reale valore aggiunto, pro-vocatorio quello del Professore (etimologicamente pro-vocatorio)  e di spessore, che nessuno da tempo (Dante Alighieri? :) O Prezzolini, Pasolini?) scrive. Ed e' molto ben scritto, nonostante la mancanza di numeri, in modo formalizzato e strutturato. Serve un cambio radicale di paradigma o, senza fare..antropologia sociale da ..tastiera.., di testa della gente.....Do not feed the animals e Pontefice Gesuita...e magari, se il "gelataio di Rignano" fa...

Grazie al Alberto per il pezzo che deve aver toccato la testa e il cuore di molti.

Restiamo alla testa. Mi sono sorpreso perche', confrontandomi professionalmante con diversi lavori di ingegneria costruiti in quegli anni, ho avuto la sensazione evidente di trovarmi al cospetto di lavori ben progettati, ben eseguiti che hanno visto il felice incontro tra una committenza illuminata e dei professionisti di qualita'.

Il confronto con le opere e le metodologie contemporanee e' stridente. Non faccio esempi per carita' patria, ma non vi sara' difficile trovarne scorrendo le cronache degli ultimi tempi.

Cosa e' successo? Io non so trovare una risposta, provo a buttare li' la prima che mi viene in mente.

E' cambiata la societa'. Baumann ci dice che e' diventata liquida e in questo processo di liquefazione ciascuno, per la parte che gli compete, pensa al suo interesse particolare ed immediato. Mancano sia la coscienza collettiva che una visione a lungo termine.

Ho appena commesso un....azzardo insostenibile. Da consultare, molto lontano dai pasti..:Spiace, ma non leggo molto altro, di Italiano (anche per vari caveat legati ai rilievi formulati dal Professore in questa sede).

Colpa? Colpa evidentemente, di tutti. Come tutti sanno che stanno impiegando 8 millenni per realizzare la Salerno-RC e 4 decadi per la Torino-Milano...che è sopra il Rubicone. Ma anche, repetita iuvant, come confermato da Saviano, di Antonino Di Matteo vs i Tarantini, Cosentino, et al.  Economia sussidiata. E sussidiata male. Molto male. Cfr. Luigi Zingales.

"Terra dei Fuochi" anche al Nord: rifiuti e criminalità nelle campagne di Novara"

www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/09/terra-delle-nebbie-nord-rifiuti-criminalita-nelle-campagne-novara/1561157/

Ancora piu' "bottom-up". rettifico. ecco il commento di Farinata su Il Fatto Q. Lei scrive dall'Estremo Oriente...Io dico solo, sad but true. Ed il Professore scrive.....da a bit further West

 

hanno avvelenato una nazione intera. l'italia merita solo di sparire, non si puo' bonificare una nazione, è impensabiile e ci vogliono decenni ma non è solo quello, crollano i versanti, esondano i fiumi,l'intero sistema idrogeologico è stato manomesso e tutto nel silenzio della politica mafiosa che ha stuprato il territorio, con la connivenza di tutti i cittadini ma alla fine a questa gente cosa rimarra' in tasca, tranne un elicottero per cambiare patria?

 

sono disgustata

 

Mi pare che, piano piano, ci si avvicini al nòcciolo della questione: informazione o segretezza ? Ma a quale platea elettorale destinata ? Siamo il paese di Piccioni (vedi Piccioni iunior chissà, forse, che si divertiva anche con la coccoina e ci sarebbe scappata la morta), di Sullo da una parte e dei preti beccati con la mano nella marmellata (e chiamiamoli "mano"" e "marmellata") dove sapere non ha portato, mi pare, a diminuire le frequenze a catechismo, anzi è andato insieme ad un aumento del peso politico dei gonnelloni; sono quasi certo che sapere le avventure di mutanda del Banana (© Altan) ne abbia aumentato i suffragi, è evidente che Maradona, dopo il famoso goal con "la mano de Diòs" sia diventato un eroe, ecc. ecc.. Sogno che questo paese trovi la spina dorsale per eliminare questa classe politica col voto, ma forse Dino Risi aveva già capito tutto ben 42 anni fa (https://www.youtube.com/watch?v=kPA_m15MO9A). Rendiamoci conto che questo paese vuole spegnere gli ultimi 3 neuroni accesi (che nemmeno lavorano in concordanza di fase) e crogiolarsi con droghe tipo "acqua pubblica", "reddito di cittadinanza", "Sanremo", trasmissioni televisive del pomeriggio, don Ciccio da Buenos Aires,...: logica ? Meglio Flavia Vento. Libertà ? Aspetta, ché prima c' è la Domenica Sportiva. Rispetto delle regole, prima ancora di quello delle norme ? Aspetta, adesso posteggio in 5a fila ed apro lo sportello sinistro, tanto passa quel cretino di Alessio con la moto da 220 kg, chi se ne frega, mica è un suv, che mi riga la metallizzata. I valori che sono stati rappresentati da FiD dubito che si possano calare tra gli italiani se non con la spada, e sarebbe una contraddizione in termini. «... il fascismo è stato qualcosa di più; è stato l'autobiografia della nazione. Una nazione che crede alla collaborazione delle classi; che rinuncia per pigrizia alla lotta politica, è una nazione che vale poco.»

 

Piero Gobetti, "Elogio della ghigliottina", in: La rivoluzione liberale, n. 34/1922

 

Mi erano rimasti 2 particolari nella tastiera: proprio per aver saputo indiscrezioni di corridoio (vere ? false ? poco cambia), Sullo (supposto gay) e Piccioni (che addirittura soffrì dei supposti incidenti del figlio maggiorenne e vaccinato), videro terminare improvvisamente promettentissime carriere politiche (erano, in epoche diverse, concorrenti favoriti alla segreteria della DC).

Il nuovo spending rewiever ha detto che le pensioni non si toccano "poiché 2-3000 euro/mese non rendono ricchi.". Come ricordargli che il problema è l'incompatibilità dei contributi versati? Mi consenta di dire che anch'io, nel mio piccolo, da anni scrivo su temi simili a quelli del suo post. Copio il link giusto per sentirci un po' meno soli...http://www.imille.org/?s=bovi  

Vedo dall'indirizzo che questo fa parte del progetto de "I Mille".

Che fine avete fatto? Ancora "dentro" o "al lato" del PD? 

A parte i punkt e simili, che sono determinati dal… carattere (ma – segnalo - denotano scarsa conoscenza della comunicazione… politica), e l'uso errato di sobbarcare, trovo questo post quasi del tutto condivisibile. Il “quasi” - macroscopico - è che si sia arrivati al 2015 e non si siano ancora riformate adeguatamente le pensioni. Anche se lo afferma pure l’FMI, che denota anch’esso un’ignoranza (o disinformazione) del tema, grave quasi come quello dei “moltiplicatori”. Ignoranza, per la verità, che accomuna professori di destra e di sinistra, neo-liberisti e keynesiani, nonché supposti esperti e giornalisti economici persino del Sole 24 ore, alcuni dei quali ogni due per due invocano la riforma delle pensioni (da ultimo, Francesco D’Averi nel penultimo numero de lavoce.info). Al riguardo, osservo quanto segue (scusandomi preventivamente del titolo del commento, se può apparire esagerato alle persone adeguatamente informate, ma sono anni che mi tocca controinformare):

Pensioni

Poiché perfino Il Sole 24 ore diffonde informazioni errate, mettendo insieme leggi diverse, ed attribuisce alla legge Fornero anche tutte le misure pensionistiche, ben più corpose, varate da Sacconi nel 2010 e 2011 (cfr. Cosa prevede la Riforma Fornero www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-01-20/cosa-prevede-riforma-fornero-164237.shtml), provo a rispondere al seguente quesito:

Quante sono le riforme varate negli ultimi 23 anni e qual è stato il governo (e il ministro: Sacconi o Fornero) che ha riformato di più le pensioni?

Dal 1992, le riforme delle pensioni sono state 8 (otto): Amato, 1992; Dini, 1995; Prodi, 1997; Berlusconi/Maroni, 2004; Prodi/Damiano, 2007; Berlusconi/Sacconi, 2010; Berlusconi/Sacconi, 2011; Monti-Fornero, 2011.

Oltre a quella Dini che ha introdotto il metodo contributivo, le ultime 4 riforme: Damiano (2007, in parte), Sacconi (2010 e 2011) e Fornero (2011) stanno producendo e produrranno risparmi fino al 2060 per centinaia di miliardi (cfr. MEF). Dopo le riforme, il sistema pensionistico italiano, come riconosciuto dall’UE, è tra i più solidi e severi in UE28. L’unico intervento ancora da fare è quello sulle cosiddette pensioni d’oro (>90.000€ l’anno), che sono 109.000 e costano 13 mld l’anno (ed eventualmente su quelle d’argento), intervenendo con modalità rispettose della pronuncia della Corte Costituzionale del 2013.

Le riforme di Sacconi (2010 e 2011, oltre a Damiano, 2007) sono molto più corpose, immediate e recessive di quella Fornero; in sintesi, esse hanno introdotto:

• “finestra” (= differimento dell’erogazione) di 12 mesi per tutti i lavoratori dipendenti pubblici e privati o 18 mesi per tutti quelli autonomi;

• allungamento, senza gradualità, di 5 anni (+ “finestra”) dell’età di pensionamento di vecchiaia delle lavoratrici dipendenti pubbliche per equipararle a tutti gli altri a 65 anni (più finestra), tranne le lavoratrici private; e

• adeguamento triennale all’aspettativa di vita.

La riforma Fornero (2011) ha stabilito, principalmente:

• metodo contributivo pro-rata per tutti, a decorrere dall'1.1.2012;

• aumento di un anno delle pensioni di anzianità (ridenominate “anticipate”); e

• allungamento graduale entro il 2018 dell’età di pensionamento di vecchiaia delle dipendenti private da 60 anni a 65 (più finestra), per allinearle a tutti gli altri,

i cui effetti si avranno soprattutto a partire dal 2020.

NB: La legge Fornero ha opportunamente eliminato la “finestra” di 12 o 18 mesi sostituendola con un allungamento corrispondente dell’età base, ma l’allungamento (già recato dalla riforma Sacconi) è solo formale.

Cfr.:

(a) sobbarcare ;

(b) AQQ/24 - Spesa pensionistica (incluse comparazione in UE27 e Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario, a cura dell’RGS); e

(c) Lettera a Oscar Giannino .

PS: Condivido la proposta di ricalcolare le pensioni (al di sopra di una certa soglia) che sono state favorite dal calcolo retributivo e che presentano un delta favorevole tra assegno pensionistico erogato e contributi versati, per integrare le pensioni future basse.

 

il sistema pensionistico italiano, come riconosciuto dall’UE, è tra i più solidi e severi in UE28

 

Per curiosità: ma non ti vergogni?

Gentile sig. Vincensko, se veramente pensa che tutti, tranne lei, facciano disinformazione deve ricredersi: anche lei purtroppo è caduto nell' odioso vizio imperante nel mondo dell' informazione economica prevalente. Nella fattispecie il dato che lei fornisce sulle pensioni d'oro non ha fondamento nella tabella riassuntiva  fornita da INPS per il 2012 e qui riportata (a meno che anche INPS non faccia giustamente disinformazione). In particolare mi risulta che le pensioni superiori a 90.000 euro annui siano circa 49.600 per un importo complessivo di 5,664  mld.

Questo è quanto dovevo.

Corrado Tizzoni

Spiace per i toni, (e per la fonte) ma...scenario surreale...."Cervelli sempre più in fuga.." 

Professor Rosina, UniCatt. e commento di un lettore..Rimane ancorta qualcuno nel 'belpaese'? (dai tempi di Dante, passando attraverso varie denunce....da Prezzolini, a Pasolini..

 

situazione è peggiorata. Ormai la metà dei giovani non ha lavoro e i neet, cioé i ragazzi tra i 16 e i 29 anni che non studiano, né cercano un’occupazione, sono 2 milioni e mezzo”. C’è poi un altro dato in crescita: la componente dei migranti italiani verso l’estero. “Da un flusso di 50mila persone all’anno – prosegue il prof. si è passati negli ultimi anni a 100mila unità, perlopiù giovani e qualificati, cioé le risorse più preziose per una società“. La popolazione anziana, intanto, è destinata ad aumentare. “Nel 2030 – dice – avremo due over 65 per ogni under 15, con problemi conseguenti sul fronte della spesa pubblica, sia in termini previdenziali sia per quanto riguarda l’assistenza sanitaria”. In tutto questo la famiglia si conferma l’unico baluardo: “Se non ci fosse questa forza di solidarietà fra generazioni, avremo una situazione esplosiva dal punto di vista sociale”. Sbagliato, secondo Rosina, non pensare agli immigrati come a una risorsa: “Sono almeno 6 milioni gli stranieri stabilmente presenti sul territorio nazionale, dei quali circa 5 milioni regolari, circa l’8 per cento della popolazione, e producono il 10 per cento della ricchezza nazionale. A conti fatti danno più di quel che ricevono”. 

 

Cosi' il lettore:

 

Facciamo emigrare ragazzi che abbiamo formato, spendendo solo dal 2008 al 2014 23 miliardi di euro, regalandoli agli altri paesi occidentali, di cui siamo competitori e facciamo entrare, senza alcuna regola, gente che dobbiamo mantenere e senza istruzione. Benvenuti in Italia.

 

tv.ilfattoquotidiano.it/2015/04/08/cervelli-sempre-piu-in-fuga-demografo-italia-2030-meno-giovani-e-piu-immigrati/357533/

non vale neppure la pena di giustificarsi per i toni.

Scenario letteralmente apocalittico! un AntiPaese Bulgakoviano o kafkiano (Il Castello) che finisce per convalidare tesi evoluzioniste Lamarquiane. Del resto, i pessimi al governo *meglio se condannati, con sconto di pena ai servizi sociali, per frode fiscale per poche centinaia di milioni di euro...o a piede libero....coloro che cercano di fare fruttare i propri talenti all'estero...

Come nel Medioevo, o come confermato da Fara / Eurispes / nel 2007, mentre alludeva a derive neofeudali. Altro che antropologia sociale da tastiera...e poi circa 20 milioni di pensionati entro il 2020 (0.3% annualizzato...)....Che volete che sia?

Per fortuna, almeno in Vaticano lo hanno scelto Gesuita!!!!! Paese da rivoltare come un calzino (ma il Paese, naturalmente, e` il mero contenitore dell`....entropion....

Sorprende non poco che il Dott. Scacciavillani, il quale cerca di dare scossoni di "carica" alle ...qualcosa sinapsi Italiche si sia a volte "giustificato" per i toni...Toni fin troppo pacati...

P.S.

Mi scuso molto con il Professor Boldrin, che stimo moltissimo, e con i Lettori, ma in un simile contesto, o deriva, cosa rimane da "profferire", oltre ad endecasillabi Danteschi in real time?

Anche a me sembra sempre di piu' una cosa demenziale quel povero paese. 

Ma non c'e' nulla da fare, siamo una minoranza striminzita e la deriva continuera'.

Divertiamoci a commentarla. Meglio sembra non si riesca a fare. 

Working comment, quindi può essere che lo modifichi in seguito aggiungendo altro materiale.

Visto che il Vincesko (che, guarda caso, e' arrivato a fare il pensionato in tempo utile ...) dice che siamo tutti dei menzogneri e dovremmo vergognarci, mi son passato la sera della domenica a leggere. Nella mia solitudine, a cui Rocco & Greta fan compagnia, leggere è cosa ottima, anche se legger di pensioni rimanda la lettura delle raccomandazioni di Andrea (libro di Toibin arrivato, le prime due pagine promettono bene, grazie Andrea).

Vado telegraficamente, nell'ordine in cui i papers arrivano via Google.

- Situazione italiana 2007 circa, qui.  Disastro confermato: massimo spaventoso a 2040. Ora sappiamo, avendo dati recenti, che sottostimavano il disastro, visto che i valori attuali son superiori (per il rapporto pensioni/GDP) a quelli che loro proiettavano per il 2010-2015. L'Italia la trovate attorno alla pagina 180. Traduzione: almeno sino all'inizio anni 2000 ciò che casta e sindacati avevano costruito era un sistema criminale. Se per caso è stato riformato (vediamo se esiste evidenza al proposito) è stato solo un bene. Ma dubito che il furto intergenerazionale sino al 2030-35 non vi sia più, c'è ancora. Il signor Vincesko e tutti i ladri intergenerazionali come lui possono dormire sonni tranquilli. Graziaddio la maggioranza di loro (ne conosco parecchi) stan zitti, vergognadosi ed approfittandosi in silenzio. Vincesko invece parla ed offende, protetto ovviamente dal comodo anonimato.

- Lo sapevano a Roma, vent'anni fa, che stavano massacrando le giovani generazioni? Si', lo sapevano. Anche se facevano ipotesi ottimistiche e false, sapevano quello che facevano e sono quindi colpevoli. Una prova fra le tante, studio MEF del 1998. I grafici da pagina 32 in poi fanno paura: delinquenti. [P.S. Visto che la schermata Google cita anche me, ci sono anche io, giusto un anno dopo, con Franco, Juanfra e Juanjo, a dire come stavano le cose]

-  Alla ricerca di qualcosa di rilevante (sembra non esserci, dopo un'ora ed almeno 60 URLs diverse, ancora nulla di usabile ... la gente scrive e pubblica tonnellate di troiate) ho trovato la Elsa che racconta il suo punto di vista. Opinioni a parte, il grafico della slide 7 racconta l'Italia ...

-  Poiché il dibattio è anche su questioni di giustizia intergenerazionale, questo studio ribadisce uno dei punti sui quali insisto: il sistema in essere fotte i giovani lavoratori. Vista la data probabilmente non include gli effetti di Fornero e seguenti, ma la situazione descritta alle pagine 3-4 e poi 6  e seguenti è praticamente quella attuale. Se non è un furto intergenerazionale questo, non so cosa lo sia.

-  Questo studio OECD è del 2011 e non si occupa di soldi (ossia, niente valori delle pensioni, salari e PIL) ma evidenzia i fattori demografici sottostanti al problema. Se mettete assieme le varie tabelle e figure da pagina 22 in avanti (la prima pagina è 19, non confondetevi :)) cogliete il punto: l'Italia è speciale perché combinava ed ancora combina età pensionabile bassa e vita attesa, al pensionamento, alta. Ovviamente dal 2030 circa in poi l'Italia torna nella norma ma ORA e negli ANNI PRECEDENTI la situazione è quella descritta: pensionati giovani con tanti anni in pensione. Dopo, dopo si pensioneranno tardi e vivranno meno, da cui il furto (senza neanche dover tener in conto il passaggio massiccio da retributivo a contributivo)!!

- Questo è un esempietto di come l'alta burocrazia del MEF fa i conti e ce li spiega. Lo studio credo sia datato attorno al 2000 (questi manco mettono la data!) quindi serve poco. Ma conferma tre cose: (1) sapevano, oh se sapevano ... , (2) usano metodi di simulazione da far ridere uno studente del primo anno, (3) o non sanno esprimersi o non vogliono farsi capire. Poi chiedetemi perché sostengo che la burocrazia ministeriale italiana è un cancro da estirpare (gli stipendi di costoro, e le loro pensioni, vorrei conoscere ...) ! P.S. D'altro canto, non è che l'accademia "ufficiale" italica sia molto meglio ... ho dato un'occhiata a questo e mi son detto: se me lo presenta uno studente del secondo anno come term paper prende un tal calcio nel sedere che non si siede per un anno intero.

- Niente, non c'è un cazzo di niente che contraddica la tesi che da due decenni sostengo(niamo). Questo divertente studio, che si occupa di tutt'altro, conferma comunque il crimine italiano. Guardatevi la slide numero 3 della versione corta che quella lunga è solo per disgraziati che non han nulla da fare nella vita.

Bon, mi son rotto. Dopo aver guardato tutto il guardabile e non avendo trovato nulla che contraddica quanto sostengo/niamo da due decenni aspetto fiducioso che il pensionato Vincesko mi faccia vergognare con i suoi eccelsi calcoli. 

meno male che, a quanto si legge sui giornali,  il governo ha intenzione di introdurre un limite massimo alle pensioni miste dei grand commis anziani. A legislazione vigente, infatti, è possibile cumulare la pensione pre-Fornero con il retributivo e la pensione post-2012 con il contributivo.  Per dipendenti con elevata anzianità nel 2012 e pensionamento ritardato (magistrati, professori universitari, dirigenti), il totale può superare lo stipendio finale

Ormai mi convinco ogni giorno di più che quella generazione è la peggiore che l'Italia abbia visto almeno dai tempi del fascismo.

Una volta i genitori facevano sacrifici per far stare meglio i figli, oggi è il contrario: gli accollano contributi mostruosi per farsi pagare pensioni immeritate. E ancora non gli basta! Sarà ignoranza, o solo semplice avidità?

Come che sia, bastano due grafici (reddito, ricchezza) a documentare il disastro. Altro che balle e poveri pensionati!

 

@michele boldrin

Ho letto solo adesso. Come ho scritto sopra (13/4 15:36), io sono invece d'accordo su (quasi) tutto e sono stato io bersaglio di incongrue contestazioni. Inventarsi nemici e accuse immaginari è per solito indizio di paranoia.

PS: Non vi siete mai accorti, voi espertoni, che la spesa pensionistica italiana include delle voci "spurie"? E, se sì, perché non ne avete tenuto conto o almeno non lo avete segnalato in una semplice nota in calce?

I tuoi grafici mal rappresentano la realtà. Quello che vedi è la deprecabile avversione alla fatica ( la strenua ricerca di uno status sociale teorico) che ha prodotto un numero sempre crescente di laureati somari a discapito di attività professionali remunerative(falegnami,idraulici,meccanici,barbieri,carpentieri,restauratri,pasticcieri etc..etc..etc..).

I meno somari sono fuggiti all'estero..a noi sono rimasti schiere di quadrupedi parassiti volontariamente disoccupati che sguazzano nell'indigenza formale.  La generazione degli "ex giovani" odierna è certamente la peggiore mai vista ed è sotto gli occhi di tutti, Fornero a parte.

(te la traduco onde esser certo tu capisca: piazza sotto quelle curve l'andamento del numero di laureati in italia nel periodo in esame..(in effetti dovremmo scorporare le facoltà serie..)..vedrai che sale man mano che il reddito dei "giovani" scende.)

QED. I rest my case

Non pochi de "imille" sono schierati politicamente nel PD (ci sono anche dei parlamentari). Personalmente mi piace considerarmi un "tecnico" e non mi impiccio di politica (anche se so che questo è un difetto). 

So che Boeri ha annunciato che realizzerà a breve quella cosa della busta arancione. Una domanda: qualcuno sa se ha intenzione di fare qualcosa del genere anche per le pensioni pregresse? Ossia inviare ad ogni pensionato una lettera con abbinati l'importo attuale dell'assegno e quello che gli sarebbe invece dovuto in base ai contributi effettivamente versati.

A parer mio, tra le cose a costo zero e fattibili in breve tempo, sarebbe tra quelle più efficaci, giusto per gettare quel minimo di basi di "coscienza collettiva" sulla reale situazione del paese, e per togliere di mordente a tutte quelle argomentazioni surreali (e relativi figuri che le proferiscono) per cui gli squilibri sono dati esclusivamente dalle fantomatiche pensioni d'oro (o comunque quelle degli altri) e guai toccare la mia, o che bisogna ri-abbandonare il contributivo etc etc.

 

le cose a costo zero e fattibili in breve tempo...

 

anche qua su nfa era stato proposto di associare alla lettera di dimissioni dall'ospedale anche un sunto del costo del ricovero. esclusi all'inizio i cardiopatici, troppo pericoloso.

per i trattamenti pensionistici ci potrebbero almeno essere tabelle un po' più disaggregate ma ancora pubblicabili dai giornali.  per ora prevale una cattiva coscienza collettiva.

Come dicevo scherzando in un precedente post, quello delle buste arancioni è uno strumento che potrà creare una maggior consapevolezza sui problemi ben descritti fin ora.

Se ci fosse anche il calcolo di chi le pensioni le riceve già, con la proiezione di quello che avrebbe preso con il metodo contributivo usato per le pensioni dei suoi figli, si potrebbero fare animate discussioni in ogni famiglia.

Alla faccia di chi dice che il welfare familiare italiano fa sì che siano i genitori a sostenere economicamente i figli!

Siete degli eroi, forse oscuri e poco riconosciuti ma eroi.

Discutere ancora con "Vincesko" ed "Ernesto" facendo finta che possano capire e', a questo punto, un segno d'eroismo.

E, un po', anche di masochismo :)

non ho più idea di cosa stanno discutendo e (quindi) della sua eventuale rilevanza per il problema delle pensioni in Italia.

quando tento di far capire, a "professori" e non, che postare due grafici inferendo correlazione o causazione tra le serie solo perchè hanno la stessa pendenza(vanno o su insieme o giù insieme) è un pizzico errato (visto che possiamo avere risultati signifcativamente positivi anche se uno va su e uno va giù). Tipo i tuoi nel post su DeLong. Lo sconforto è grande, ma non mi arrendo. Non so che dire sul masochismo; non ci ho mai riflettuto seriamente forse. Un abbraccio Michè!

... e a tutti i pensionati volenterosi come voi.

Seguo con affetto i vostri interventi, notando una similitudine con gli hobby che con energia e dedizione coltiva anche mio padre, pensionato come voi.

Dato che i freddi numeri della statistica alle volte lasciano il tempo che trovano ed alimentano solo polemiche che alla lunga diventano sterili, vi chiedo il favore di "riscaldarli" con dei casi reali. Solo aneddoti forse, ma che ci permettano veramente di capire come vanno le cose.

Ecco il mio appello.

Voi che avete versato contributi per quarant'anni e che, grazie ai potenti mezzi messi a disposizione dell'INPS, potete verificare il vostro estratto conto contributivo, verificate quanti contributi avete versato. Poi prendete il vostro assegno mensile e moltiplicatelo per le mensilita' che percepite e, con i dovuti scongiuri, per gli anni che le tabelle della vita media vi riconoscono. (Io vi auguro una lunga vita e tanta salute!).

Potrete calcolare cosi' il rendimento del vostro investimento previdenziale (che tasso di interesse vi ha fruttato). Potrete cosi' rendere veramente costruttiva questa discussione.

Scusateci se dal canto nostro non possiamo fare altrettanto, oltre alla mancanza dei dati, infatti siamo costretti a perdere tempo lavarando per portarci a casa uno stipendio, accantonare una magra pensione contributiva per un incerto futuro ed infine pagare anche quell'investimento che a voi rende cosi' bene.

Buon lavoro!

versare i contributi previdenzali non è assimilabile ad un piano di accumulo capitale e successiva(dopo la prima "rata") remunerazione. E' un obbligo di legge. Sarebbe bene, oltre a perder tempo a lavorare spendere qualche minuto in riflessioni preventive(la scrittura).

 

Saluti.

Inserisco un commento adesso perché non vi sia sospetto di voler deviare il discorso.

Questo sopra è un richiamo alla necessaria sintesi, per potersi creare un giudizio equilibrato. La quale sintesi risulta tuttavia comunque una violenza che si perpetra sempre alla luce di qualche presupposto, che non è di per se un male ma bisogna almeno esserne consapevoli.

Dal punto di vista contabile appare chiaro che un calcolo statistico, in proiezione media, sui valori complessivi da percepire e sui contributi versati, se evidenzia uno scavalcamento dei primi sui secondi corrisponde ad un furto ovvero ad un'elemosina, e io non trovo altri termini. Si potrebbe certamente dire che la ricchezza prodotta nel tempo ha determinato crescita, sviluppo del paese ecc., ma tutto questo è già contabilizzato nella rivalutazione delle quote versate, dunque è sempre possibile, in linea di principio, determinare la quota media spettante di diritto, secondo ragione. Ma se al termine di qualunque generoso calcolo si trova ad esempio che mediamente uno che ha versato 100, percepirà 200, significa senza dubbio che ci dovranno essere 10 persone che oggi devono versare 110, per poter percepire domani 100. E se queste 10 persone oggi sono poi quei giovani malcapitati delle partite iva che guadagnano al massimo 1000 euro, spaccandosi la schiena nei call center, dovendone versare 400 di contributi per poter pensare infine di percepire una pensione miserabile dopo una vita di stipendio miserabile, reggendo sulle proprie spalle il nobile principio dei “diritti acquisiti” da altri prima di essere persino nati, come chiamare tutto questo? Anche Vincesko deve convenire che si tratta di una usurpazione ributtante, e proprio nel rispetto dei suoi stessi presupposti di giustizia che ha più volte voluto per se ricordare. Non vale infatti in questa eventualità nessun tipo di ragionamento comparativo, quand'anche perfettamente documentato, e questo anche se l'Italia fosse il paese più efferato del mondo in fatto di pensioni. Il punto resterebbe che la necessità di coerenza complessiva supererebbe sempre qualsiasi tipo di struttura sperequata anche se fosse la meno sperequata del mondo. Né, seguendo lo stesso principio, si può concedere, come altri sostengono, il persistere di pensioni d'oro o d'argento, ma anche di bronzo, per il solo fatto che il conteggio complessivo delle entrate recuperabili è irrisorio: il furto è furto anche se si tratta di 10 euro, e a nessuno è concesso di rubare. E poi a chi?, a giovani sacrificati che devono mantenere nonni ingordi, questa è una cosa insopportabile.

Un aneddoto curioso e che mi viene alla memoria mi fu raccontato spesso da mio zio ingegnere, il quale essendo di vecchia costituzione rientra sotto la definizione del mio professore di fisica del liceo quando, non potendone più di domande, diceva di non essere un ingegnere che dovendo prendere il treno per Milano impara a memoria l'orario di tutti i treni d'Italia, ebbene lui appartiene a quella vecchia gloriosa guardia, ma prima di questo era solo un ragazzo sciagurato come tanti altri nel disperato dopoguerra. Pare che un passatempo feroce della sua banda di ragazzacci fosse quella di acciaccare un povero vecchio più di quanto quello stesso vecchio fosse stato acciaccato dalla vita. Si trattava di canzonar ben bene il malcapitato per il fatto che egli, non avendo famiglia e non essendosi sposato, si era costretto ad una vita di risparmi e di stenti in previsione di una vecchiaia almeno tollerabile. Ma ora che si era fatto vecchio e aveva concesso tutto il suo gruzzolo ad una famiglia che lo accudiva, ecco che lo Stato aveva iniziato a passargli una pensione. “Vecchio fesso”, gli dicevano, “hai passato tutta la tua vita senza comprarti neanche un pacchetto di sigarette, e adesso vedi che è stato tutto inutile?!”. Quello pare che dopo aver sopportato le beffe lungamente un giorno reagì dicendo (miglioro solo qualche pesante parola dal dialetto stretto): “E che cavolo ne potevo sapere io, che lo Stato era così fesso che mi dava i soldi quando io non gli ho dato niente?” Trovo notevole pensare che un pover'uomo di bracciante, senza né arte né parte, chiedendosi veramente se la sua vita era stata una inutile beffa sia arrivato a pensare: “E che ne potevo sapere che lo Stato era così fesso?”

Forse è tutto qui il riassunto del problema: come si può giustificare una vita di operoso lavoro se infine si concedono eccessivi privilegi? E questo possa servire da riflessione a chi la fa troppo facile con le generalizzate ridistribuzioni “keynesiane”, virtuose e autogiustificantesi. Attenzione però! Da questo aneddoto, che trovo straordinario, si può riflettere anche al contrario. L'idea della istituzione della pensione ha proprio lo scopo di liberare risorse quando il braccio è forte e di permettere di essere oggi un individuo attivo nel mercato perché non ci si deve preoccupare eccessivamente di quando il braccio non sosterrà più. Una collettività eccessivamente spaventata del futuro è inservibile per qualsiasi attuale progetto.  È sempre un problema di equilibrio.

Visto che dal titolo del post si prevede gia' che ne seguano altri, mi permetto di suggerire un tema: il declino nell'Universita' italiana.

Solo a titolo di esempio riporto l'epilogo di una vicenda che era salita agli onori delle cronache qualche tempo fa, che si e' conclusa con l'infamante ritiro di 11 paper del controverso professore torinese.

 Il tema (declino dell'Università) è buono e da tempo mi sto agitando su questo.

L'esempio tuttavia, va in controtendenza. I lavori di Carpintieri nel campo della radiazione nucleare indotta da piezoelettricità proclamano un fenomeno ignoto al resto del mondo dei fisici e di fatto inesistente  in base ai dati sperimentali e alle conoscenze  attuali. La reazione del mondo scientifico italiano ha di fatto bloccato la carriera di Carpintieri (che cominque dirigeva un istituto deputato a fare tutt'altro) e ha provocato il ritiro dei lavori che alcune riviste avevano incautamente pubblicato (mi piacerebbe conoscere i referee in questione). Lo scandalo ci sarebbe stato se nessuno avesse reagito ai lavori di questo signore. 

Aggiungo che saremo sempre più esposti a queste bufale, che in mano al potere politico diventano devastanti e dispendiose, se continueremo ad affossare la ricerca universitaria e degli enti pubblici. Quando in Università non ci saranno più professori e ricercatori  (ci arriveremo presto) di questi casi ne vedremo tanti. Sono già li che aspettano: fusione fredda, omeopatia, astrologia, cromoterapia, fiori di bach, movimento antivaccini, metodo stamina, ecc, ecc.

Qual e' il segreto di un matrimonio che dura? Cosi' risponde un prof. di Economia del Politecnico di Milano.

Oltre all'imbarazzante balletto dei titoli, sparati un po' a caso tra i presenti, a guardar bene si scopre che il nostro oltre ad essere ricercatore, quindi dubito che possa fregiarsi del titolo di professore, non insegna Economia ma Economia ed Estimo Civile.

Poi sull'utilita' didattica delle esercitazioni proposte agli studenti sicuramente i proff. che frequentano queste pagine potranno avere una opinione migliore della mia.

 

Verrebbe da essere indulgenti. In fondo sembrano essere tutte persone generose: Scilipoti, Giulietto Chiesa, Carpinteri ,Sdino; nel loro piccolo, cercano di dare risposte magiche, mirabolanti, a quella che sono costretti a constatare essere una vera crisi storica che va oltre le loro competenze, ma non oltre le loro capacità poetiche immaginifiche. Per cui producono ipotesi che mescolano qualche elemento diurno con fin troppi elementi notturni, e onirici. Ma non sarei disposto a credere che lo facciano in mala fede. È un eccesso di generosità.

Tenderei, invece, a tener fuori da tutto questa scorpacciata di altruismo Giuliano Preparata, del quale Giulietto Chiesa cita alcune frasi che gli sembrano buone per suffragare le sue troppo belle e troppo romantiche teorie del complotto, frasi citate senza poterne comprendere nel profondo la portata. Ecco, Preparata era depositario di un tormento ben più profondo, e a lui, credo, la definizione rigorosa, ristretta, di economista di Alberto Bisin, o insomma di scienziato serio che dir si voglia, sarebbe apparsa come nobile ed eroica, ma disperata.

Questa roba e' completamente folle.

E questo e' il politecnico di Milano, ossia uno dei due politecnici di prestigio d'Italia, assieme a quello di Torino.

Poi qualche deficiente insiste a ripetere che l'Italia non sta sparendo e che sono solo un pessimista porta sfiga. Provo imbarazzo per questa gente e per gli studenti che studiano in posti del genere. 

Segnalo:

Osservatorio sulle pensioni

Data pubblicazione: 30/04/2015

L’Osservatorio statistico sulle pensioni è stato aggiornato con i dati relativi alle pensioni vigenti al 1°gennaio 2015 e liquidate nel 2014.

Dall’analisi dei dati emerge la conferma del trend decrescente degli ultimi anni che vede passare le prestazioni erogate ad inizio anno da 18.363.760 nel 2012 a 18.044.221 nel 2015; una decrescita media annua dello 0,6% frenata dall’andamento inverso delle prestazioni assistenziali che nello stesso periodo passano da 3.560.179 nel 2012 a 3.731.626 nel 2015.

Il fenomeno è da attribuirsi sia all’esaurimento del collettivo delle pensioni di invalidità liquidate ante Legge 222/1984, sia all’inasprimento dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia e di anzianità determinato dalla Legge 214/2011.

Di contro l’importo medio mensile erogato risulta in costante crescita, passando da 780,14 euro nel 2012 a 825,06 euro nel 2015.

Ciò è dovuto essenzialmente agli effetti della perequazione automatica delle pensioni e all’effetto sostituzione delle pensioni eliminate con le nuove liquidate che presentano mediamente importi maggiori.

[L’importo complessivo annuo risulta pari a 192,6 miliardi di euro, di cui 173 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali. Il 66% dell’importo è erogato dalle gestioni lavoratori dipendenti, il 23,8% da quelle dei lavoratori autonomi, il 10,1% da quelle assistenziali.]

Vai al documento: Statistiche in breve – Pensioni erogate dall’Inps 

Vai all’Osservatorio 

Vai al comunicato stampa

NB: Come si può notare, anche l'INPS attribuisce erroneamente il calo del numero delle pensioni solo "all’inasprimento dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia e di anzianità determinato dalla Legge 214/2011 [Fornero]".